Musica VENT’ANNI DI (NON)PICCOLE COSE I traguardi importanti vanno festeggiati. E sentirsi libero di esprimere se stesso a 360° attraverso la propria arte per Niccolò Fabi è il risultato più importante. Da celebrare con un tour e una raccolta di Cristiana Zappoli P iù di 80 canzoni, 8 dischi di inediti, 1 raccolta ufficiale, 1 progetto sperimentale come produttore, 1 disco di inediti insieme a Daniele Silvestri e Max Gazzè, 2 Targhe Tenco per “Miglior Disco in Assoluto” (vinte per i suoi ultimi due album). Sono numeri importanti anche se, a dire il vero, in vent’anni di carriera Niccolò Fabi non ha mai mostrato di essere particolarmente interessato ai numeri. Sono sempre state le parole a interessargli di più, e il loro rapporto con la musica, fin da quando aveva 15 anni e scriveva canzoni in camera sua e non pensava certo di arrivare oggi, a quasi 50 anni, ad essere uno dei più importanti cantautori italiani. Il percorso che lo ha portato a festeggiare, quest’anno, i 20 anni di carriera (era il 1997 quando, con Capelli, vinceva il Premio della Critica per la sezione Nuove Proposte al Festival di Sanremo), è stato incentrato su una ricerca di libertà espressiva che ha raggiunto il suo apice l’anno scorso, con la pubblicazione dell’album Una somma di piccole cose. «Ho fatto l’album praticamente da solo, - spiega Fabi - in casa mia, con la chitarra e la mia voce e poco altro, in totale libertà. È un disco che mi rispecchia perfettamente, piano piano mi sono liberato delle pressioni esterne e delle mie paure e sono andato alla ricerca della mia identità». A giugno è partito un lungo tour per festeggiare i vent’anni anni di carriera, Diventi Inventi 1997 - 2017, e il 13 ottobre uscirà una raccolta con lo stesso nome: «Mi piace l’idea che dietro al divenire di qualcuno ci sia sempre un atto di creazione, – prosegue il cantante romano – che qualcuno possa diventare la persona che ha voglia di essere, la persona che ha voglia di inventarsi». Dopo vent’anni di carriera è arrivato dove voleva essere? Assolutamente sì. Io non sono un amante delle celebrazioni, dei tour celebrativi, delle raccolte celebrative, però in questo caso devo dire che “l’anniversario” dei 20 arriva nel momento più bello della mia carriera. Credo di essere arrivato esattamente dove speravo di arrivare e dove, all’inizio, era insospettabile che arrivassi. Le gratificazioni che ho avuto con il disco che ho pubblicato lo scorso anno, Una somma di piccole cose, non le avevo mai avute precedentemente. Non parlo solo di numeri, che comunque sono stati i più alti che abbia mai fatto, parlo della sensazione di essere riconosciuto per quello che posso esprimere artisticamente. Quindi c’è veramente qualcosa da festeggiare. Cosa si aspetta da queste date live? Andare in tour per me è sempre un momento di grande felicità. Non solo perché posso suonare dal vivo, ma perché mi piace viaggiare in lungo e in largo per l’Italia ma anche all’estero. Mi piace tornare in luoghi in cui, negli anni, ho instaurato rapporti con persone diverse. Inoltre viaggio con amici musicisti con cui sto bene, si crea un’atmosfera di grande felicità che va al di là dei concerti. Mi piace che la musica sia anche uno strumento per conoscere, per vivere persone, per confrontarmi con realtà diverse. È bello vedere come la stessa musica può interagire diversamente con i vari luoghi, a maggior ragione se sono lontani da casa e quindi sono meno familiari. È stato difficile decidere una scaletta per un tour di questo genere? Un tour celebrativo inevitabilmente mi ha costretto a una selezione un po’ “brutale”, ormai ho alle spalle tanti dischi e tante canzoni. Mi rendo conto che ogni persona che mi verrà a vedere è legata a una particolare canzone e potrebbe succedere che quella canzone non sia in scaletta. Mi sono preso la responsabilità di fare la mia scaletta. Io non penso mai a suonare i miei pezzi più famosi, per me l’importante è riuscire a creare un percorso emotivo. Ogni concerto è un 34 ITA EVENTI
Niccolò Fabi, 49 anni, con il geologo Mario Tozzi ha creato lo spettacolo Musica Sostenibile: musica e parole per comprendere il rapporto fra l’uomo e il territorio