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La capacità di tenere insieme complessità e desiderio<br />
di voltare pagina per continuare a leggere. In questo<br />
io resto aristotelico: il fine di un’opera letteraria<br />
è il piacere del lettore.<br />
Cosa c’è della sua passione per le serie tv americane<br />
in questo libro?<br />
Come ha scritto Jason Mittell, le serie tv contemporanee<br />
hanno dato vita alla complex tv, vale a dire<br />
a forme di narrazione che lavorano in modo inedito<br />
con la complessità narrativa. La letteratura contemporanea<br />
ha conosciuto la complessità nella forma<br />
del “romanzo massimalista”, vale a dire opere<br />
come quelle di Foster Wallace o Pynchon. Si tratta<br />
di una complessità che porta all’esplosione della<br />
trama, alla “deflagrazione dell’unità dell’intreccio”<br />
e quindi rende difficoltosa e talvolta noiosa la<br />
lettura. La serialità televisiva degli anni Zero è riuscita<br />
in qualche cosa di inedito: dare vita a una complessità<br />
narrativa che, tramite nuovi intrecci, tenesse<br />
insieme la complessità dei temi, la contaminazione<br />
dei generi, e la capacità di appassionare lo spettatore<br />
tenendolo incollato alla narrazione. Io provo<br />
a portare la sfida di questa complessità narrativa<br />
che appassiona nella letteratura.<br />
Sono i Quaderni Neri di Heidegger che hanno<br />
ispirato la storia oppure si adattavano bene a una<br />
storia che già aveva in mente?<br />
Lo spettro di Heidegger era già presente in Abyss,<br />
quindi il passaggio di consegne da Platone a Heidegger<br />
era preparato. Anche il tema del Male era già<br />
lì, latente, pronto a esplodere. I Quaderni Neri erano<br />
la confezione perfetta per il tema, anche se poi,<br />
per quanto riguarda i contenuti, sono presi più da<br />
altri filosofi che non da Heidegger.<br />
Quanto e cosa c’è di reale e documentato in questo<br />
libro e quanto c’è di inventato?<br />
Tutto quello che leggete in Foresta di tenebra, anche<br />
la storia o la citazione in apparenza più marginale,<br />
ha una base documentale, vale a dire rinvia<br />
comunque ad altri testi. Non a caso c’è una bibliografia.<br />
Non tutti questi documenti sono scientificamente<br />
impeccabili, ma la frontiera tra ciò che<br />
è scientificamente provato, e ciò che non lo è, è<br />
quanto mai incerta, instabile, mobile. Il mio romanzo<br />
gioca proprio su questa frontiera, e con quella<br />
che viene chiamata fringe science “scienza di confine”.<br />
Dietro il mio romanzo c’è un enorme lavoro<br />
di archivio: ricerche sul progetto Manhattan, sull’Area<br />
51, sul progetto Mkultra, sulla spedizione nazista<br />
in Tibet, sulla spedizione nazista in Sudamerica<br />
lungo il rio delle Amazzoni, sulle esperienze di<br />
pre-morte, sui sotterranei di Alcatraz, sugli incontri<br />
tra Heidegger e Heisenberg. La stessa descrizione<br />
dei luoghi, anche i più esotici, è fatta sulla base di<br />
ricerche dettagliate. Nelle parti che poi sembrano<br />
spingersi di più verso l’invenzione, ebbene anche qui<br />
ci sono dietro altri documenti, questa volta di finzione,<br />
come ad esempio un manga di Tsutomu Nihei.<br />
Inoltre a volte, senza segnalarlo, incorporo altri<br />
testi. Nelle descrizioni della giungla amazzonica<br />
ci sono spunti dal diario che tenne Werner Herzog<br />
durante la lavorazione di Fitzcarraldo, altri da<br />
Tristi tropici di Lévi-Strauss, altri da una conferenza<br />
di Warburg sul rituale del serpente. Fino ad arrivare<br />
a citazioni da film di serie Z come Anaconda<br />
con Jennifer Lopez, The Green inferno di Eli Roth,<br />
Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato.<br />
Quando scrive un libro pensa al target di lettori<br />
a cui è indirizzato?<br />
Quando scrivo il mio intento è quello di raggiungere<br />
sia il lettore che vuole godersi una bella storia,<br />
magari in spiaggia, sia il lettore che è interessato a<br />
leggere opere che si misurano in modo creativo con<br />
la letteratura di genere. Non tutti coglieranno tutti<br />
i riferimenti, ma questo non è essenziale al procedere<br />
della trama, come non è essenziale, quando<br />
si guarda Il ritorno del cavaliere oscuro, sapere che<br />
dietro c’è Dickens.<br />
La filosofia è alla portata di tutti?<br />
Di tutti coloro che hanno<br />
voglia di misurarsi con la filosofia.<br />
Ho letto alcuni<br />
dialoghi platonici in<br />
spiaggia a 14 anni.<br />
Come diceva Epicuro:<br />
non si è mai troppo<br />
giovani o troppo vecchi<br />
per filosofare.<br />
SIMONE REGAZZONI<br />
Nato a Genova nel 1975, è appassionato di serie tv americane,<br />
blockbuster hollywoodiani e anime giapponesi. Ha insegnato presso<br />
l’Università Cattolica di Milano ed è professore a contratto di Estetica<br />
presso l’Università di Pavia. Ha pubblicato diversi saggi tra cui La<br />
filosofia di Lost (2009) e, come coautore, La filosofia del dr. House<br />
(2007). Con Longanesi ha già pubblicato il romanzo Abyss (2014).