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Il Sacro Monte di Oropa, è inserito in un grandioso anfiteatro naturale a 1.200 metri di quota, a breve<br />

distanza dalla città di Biella e, insieme al santuario, è considerato il più importante luogo di culto mariano<br />

dell’arco alpino. Il Sacro Monte nacque a partire dal 1617-1620 per iniziativa del frate cappuccino padre<br />

Fedele da San Germano e la sua costruzione coincise con i grandi interventi di trasformazione promossi dai<br />

Savoia. Contrariamente ad altri casi, in cui furono le famiglie nobili a sostenere la realizzazione del complesso<br />

religioso, qui furono le comunità parrocchiali insieme al duca di Savoia a finanziare l’edificazione delle<br />

cappelle. Tra il XVII e il XIX secolo ne furono realizzate diciannove, dodici delle quali sono collocate nei pressi<br />

della basilica e narrano la Vita della Madonna, e sette intorno al santuario. Conclude il percorso la cappella<br />

dell’Incoronazione di Maria, detta “Il Paradiso”.<br />

Il Sacro Monte è stato realizzato in tre principali fasi edificatorie: nei primi decenni del Seicento, con l’attività<br />

dell’equipe dei plasticatori valsesiani d’Enrico, nel secondo Seicento e nel primo decennio del Settecento<br />

con Bartolomeo Termine e Agostino Silva, Carlo Francesco e Giuseppe Auregio e il pittore Giovanni Galliari.<br />

Il santuario è dedicato alla Madonna Nera. Secondo la tradizione il culto mariano sarebbe stato qui introdotto<br />

dal proto vescovo Eusebio nel IV secolo quando, per sfuggire alle persecuzioni si sarebbe rifugiato<br />

in questo luogo recando con sé la statua in legno della Vergine, scolpita da San Luca e trovata a Gerusalemme.<br />

La Madonna nera, in realtà, è una scultura transalpina (di legno, oro e gemme) datata agli ultimi<br />

anni del XIII secolo ed è conservata in un piccolo sacello a pianta quadrangolare, di età romanica. Questo è<br />

decorato con affreschi attribuiti al Maestro d’Oropa rinvenuti in occasione dei restauri per la “IV Incoronazione”della<br />

statua della Madonna nel 1920. Risalgono al XIV secolo e raffigurano sulla volta l’Incoronazione<br />

della Vergine e i Santi, mentre sulle pareti si trovano l’Annunciazione, la Madonna col Bambino, San Michele,<br />

Santo Stefano, San Bartolomeo, San Benedetto, Santa Scolastica, la Maddalena e la Natività di Gesù. Intorno<br />

al sacello è stata costruita la chiesa, consacrata nel 1294 e in seguito, a inizio Seicento, la basilica. Un<br />

pannello della porta lignea rappresenta Sant’Eusebio che fa costruire il sacello. Il Santuario si snoda intorno<br />

al grande chiostro e fu ampliato in epoche successive fino a assumere, nel XIX secolo, la struttura attuale<br />

con settecento stanze. Sovrasta il complesso del santuario la chiesa nuova iniziata nel 1885 e conclusa nel<br />

1960 per soddisfare al necessità di accogliere un sempre più elevato numero di pellegrini che si recavano in<br />

preghiera al santuario. Venne scelto il progetto dell’architetto Ignazio Amedeo Galletti (1726-1791), elaborato<br />

un secolo prima (Tavola 6).<br />

Il Sacro Monte, posto su un’altura a fianco del lago d’Orta, è considerato tra i più importanti luoghi di<br />

devozione francescana in Piemonte, unico per la particolare dedicazione. Si compone di venti cappelle<br />

disseminate in un bosco di pini e faggi, disposte in un percorso a spirale. Il complesso è frutto del progetto<br />

del cappuccino padre Cleto, allievo di Pellegrino Tibaldi, ma la realizzazione delle cappelle è da ricondurre<br />

ad un arco cronologico che va dal 1591 alla metà del Settecento, e denota, soprattutto nelle architetture,<br />

un passaggio dallo stile manierista a quello barocco. In molti casi le varie stazioni si arricchiscono di logge<br />

e porticati, spazi che permettono ai visitatori di ammirare le 376 statue in cotto che rappresentano scene<br />

della vita di San Francesco. La decorazione interna delle stesse ha visto l’avvicendarsi di grandi artisti tra i<br />

quali emergono Cristoforo Prestinari, Dionigi Bussola, i Fiammenghini ed i fratelli Righi. Il percorso devozionale<br />

termina con la chiesa di San Nicolao, edificio proto-romanico completamente rimodellato nel Seicento<br />

ad imitazione della Basilica Inferiore di Assisi. Nel complesso del santuario vi sono anche gli oratori di<br />

Sant’Antonio da Padova e di San Bonaventura (Tavola 6).<br />

Il Sacro Monte Calvario è il più settentrionale dei Sacri Monti, sia per collocazione geografica, sia per gli<br />

influssi culturali della vicina Svizzera. Il percorso devozionale si snoda dal centro abitato di Domodossola al<br />

colle di Mattarella, poco distante dall’antico borgo, dove un tempo si trovava il castello ora distrutto. L’avvio<br />

della costruzione del Calvario si deve ai padri cappuccini Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho, i quali nel<br />

1656 diedero inizio ai lavori per la realizzazione di un’opera che consentisse ai pellegrini di rivivere la Passione<br />

di Cristo in una sorta di “Biblia Pauperum”. La scelta di edificare il Sacro Monte sul colle non è casuale<br />

poiché si tratta di un luogo collocato su un’altura particolarmente adatta a costruire un baluardo della fede<br />

cristiana. Il progetto ottenne il consenso delle popolazioni locali, che contribuirono con sostanziose offerte e<br />

mettendo a disposizione le proprie maestranze.<br />

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