Jolly Roger_01_04
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cohousing<br />
cohousing<br />
cohousing in toscana<br />
il futuro è condividere<br />
Quattro chiacchiere con Lucia Evangelisti<br />
referente dell’Associazione di Promozione Sociale<br />
Lucia Evangelisti, giornalista e<br />
referente a Firenze di Cohousing<br />
in Toscana – Associazione<br />
di Promozione Sociale, ci<br />
parla dell’associazione e del<br />
cohousing.<br />
Come nasce l’associazione<br />
Cohousing in Toscana?<br />
Un pomeriggio, nel lontano<br />
2008, alla sede del Comune in<br />
via Ghibellina presentavano un<br />
libro: Vicini Solidali, di Mathieu<br />
Lithaert”. Là è confluito<br />
un nutrito gruppo di persone<br />
che ritenevano che l’abitare<br />
condividendo conoscenze, spazi<br />
in comune e molte azioni del<br />
quotidiano, fosse un progetto<br />
che avrebbe migliorato l’abitare<br />
dei singoli nuclei. Alcune di<br />
queste persone hanno deciso di<br />
incontrarsi ancora e da lì è nata<br />
l’Associazione (APS), che ora<br />
è iscritta al registro della Regione.<br />
di Olimpia Sani<br />
Cos’è esattamente il cohousing?<br />
E’ una parola inglese, è stato realizzato<br />
in primis in Danimarca<br />
e ribattezzato in inglese per<br />
raccogliere adepti anche da altre<br />
nazioni. Strutturalmente, si<br />
presenta come un unico grande<br />
immobile, all’interno del quale<br />
ci sono singole abitazioni e<br />
spazi comuni. A causa di ciò,<br />
le abitazioni individuali possono<br />
essere di estensione minore,<br />
supplendo con gli spazi comuni<br />
alle necessità di foresteria,<br />
grande salone di ricevimento,<br />
grande cucina per cene conviviali,<br />
lavanderia, biblioteca,<br />
spazi di bricolage etc. Alla condivisione<br />
di spazi si accompagna<br />
quella di momenti della<br />
giornata, progetti, mutuo aiuto.<br />
Si organizzano anche attività<br />
che coinvolgano il vicinato.<br />
Perché hai deciso di diventare<br />
volontaria e come hai scelto<br />
l’associazione per cui praticare<br />
volontariato?<br />
Ha un grosso risvolto sociale il<br />
modo di abitare in CoHousing.<br />
La solidarietà permette di risolvere<br />
problemi collegati con<br />
il welfare in diminuzione, ma<br />
anche per i giovani che vogliano<br />
condividere in CoHousing,<br />
le problematiche lavoro-bambini.<br />
Il volontariato è stato fin<br />
dall’inizio una ovvia partecipazione<br />
a questa associazione, da<br />
me fondata con altri, essendo<br />
Associazione di Promozione<br />
Sociale non a scopo di lucro.<br />
Cosa consigli a chi volesse avvicinarsi<br />
a questo mondo come<br />
volontario o come futuro abitante?<br />
Posso dire, avendo fatto interviste<br />
da più di dieci anni a persone<br />
di varie età ed estrazione<br />
sociale, che ognuno si deve<br />
interrogare se la condivisione<br />
è nelle sue corde. Ci sono persone<br />
che tengono a tal punto a<br />
stare sole che non le consiglio<br />
di provare a vivere in condivisione.<br />
Chi invece si figura<br />
di migliorare il suo tenore di<br />
vita con la condivisione, se si<br />
fa socio permette di aumentare<br />
la massa critica e di far pesare<br />
di più questa richiesta sugli enti<br />
pubblici, che dovrebbero farsi<br />
carico di facilitare la nascita di<br />
Cohousing, come avviene in<br />
molti paesi del mondo (America,<br />
Inghilterra, Spagna ne hanno<br />
costruiti molti, sia pubblici,<br />
sia privati). Prendere la tessera<br />
autorizza, e direi invita, a svolgere<br />
un volontariato attraverso<br />
l’informazione ai cittadini, il<br />
dialogo con le istituzioni e le<br />
imprese edili, volto a far adottare<br />
dai costruttori questo modello<br />
abitativo, e a far riflettere<br />
la pubblica amministrazione<br />
sui vantaggi, anche economici,<br />
ottenibili con la limitazione del<br />
personale di sostegno che una<br />
popolazione sempre più anziana<br />
richiede. Anche, per fare un<br />
altro esempio, con un CoHousing<br />
si può creare un asilo per i<br />
bimbi, aperto anche a famiglie<br />
del quartiere.<br />
Chi è il futuro abitante ideale?<br />
È una persona flessibile, di generosità<br />
connaturata, che ama<br />
la compagnia -ma sa anche<br />
stare solo-, curioso degli altri e<br />
pronto ai cambiamenti.<br />
Avete ricevuto aiuti delle istituzioni?<br />
Siamo stati ricevuti varie volte<br />
in Comune, in Regione, nella<br />
ASL. Abbiamo, col nostro<br />
progetto, probabilmente dato<br />
l’idea, da cui è scaturito un bando,<br />
di mettere a disposizione<br />
immobili delle istituzioni non<br />
utilizzati, uno dei quali è stato<br />
attribuito all’Associazione Le<br />
Torri. Alcuni soci dell’Associazione<br />
le Torri, nostra consociata,<br />
hanno vinto il bando con<br />
un progetto, stanno facendo<br />
autocostruzione per creare, appunto,<br />
l’abitare condiviso. Noi<br />
continuiamo ad interrogare le<br />
istituzioni su altre possibilità di<br />
questo tipo, in cui si possa anche<br />
optare per pagare i lavori,<br />
invece di autocostruire, oppure,<br />
a seconda delle proprie disponibilità,<br />
scegliere una o l’altra<br />
soluzione. Alla fine dei lavori,<br />
l’Ente pubblico calcolerà le<br />
spese fatte a scomputo di un<br />
affitto. E si troverà, fra qualche<br />
anno proprietario di un immobile<br />
restaurato. Le istituzioni,<br />
per ora, ci ascoltano, ci chiedono<br />
il numero di partecipanti e<br />
si presentano come interessate,<br />
ma non sono state per ora con<br />
noi di molto aiuto.<br />
Quali progetti avete portato<br />
avanti fino ad oggi e quali problemi<br />
avete riscontrato?<br />
Alcuni membri dell’Associazione,<br />
che volevano vivere nel<br />
verde, hanno acquistato un immobile<br />
a Spugnole (San Piero a<br />
Sieve). Un bell’edificio antico,<br />
che ristrutturano e apriranno<br />
alle visite un giorno di maggio,<br />
festa in tutta Europa di Cohousing<br />
aperti. Hanno dovuto attendere<br />
ad iniziare i lavori, per<br />
trovare le giuste modalità con<br />
una legislazione che non conosce<br />
ancora il Cohousing come<br />
soluzione abitativa. Il nostro<br />
gruppo, che vuole vivere in città<br />
(Firenze), visti i prezzi carissimi<br />
e avendo una propensione<br />
per non acquistarlo, continua a<br />
cercare di ottenere dalle istituzioni<br />
un immobile che loro non<br />
utilizzano, e si muove anche<br />
verso la soluzione in affitto.<br />
Quali sono i prossimi progetti<br />
a cui state lavorando?<br />
Stiamo cercando di allargare<br />
le adesioni ad una domanda di<br />
affitto, cui risponderanno entro<br />
il mese di maggio. Se negativa,<br />
ripartiamo colla campagna<br />
di tesseramento, per vedere di<br />
acquistare in asta un immobile<br />
del Centro, molto più grande di<br />
quello che serve ad un numero<br />
maggiore dei quattro attuali<br />
CoHousers di città.<br />
C’è un progetto che non siete<br />
ancora riusciti a realizzare, ma<br />
che vorreste concretizzare?<br />
E’ di trasformare in Cohousing,<br />
aperto ad anziani, giovani e<br />
persone richiedenti asilo, da realizzare<br />
in parte del Meccanotessile.<br />
Sarebbe relativamente<br />
facile abitarlo, perché le case<br />
sono state portate al grezzo.<br />
Certo, abbandonate alle intemperie,<br />
rischiano di ridursi in<br />
cattive condizioni. La pubblica<br />
amministrazione non è in grado<br />
di decidere l’uso che ne vuole<br />
fare. Gli anni, così, passano, e<br />
il degrado di un bene della comunità<br />
aumenta.<br />
ANNO I • NUMERO IV • maggio 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />
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