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IL MESTIERE DELLE ARMI<br />

IL MESTIERE DELLE ARMI<br />

la spada<br />

venticinque secoli di storia<br />

Dai Celti agli albori del Novecento<br />

tra leggenda, tradizione e scienza<br />

di Fabio Gimignani<br />

Eccoci giunti al terzo appuntamento con la Scherma Storica.<br />

Nei numeri precedenti abbiamo cercato di dare una visione panoramica sulla cronologia evolutiva<br />

della Spada, esaminando le trasformazioni formali e stilistiche in rapporto al suo impiego.<br />

Oggi ci soffermeremo su quello che possiamo definire come l’inizio dell’era nella quale la Spada<br />

entra a far parte della quotidianità, generando un indotto produttivo e formativo di non poca<br />

importanza.<br />

Siamo entrati nel Rinascimento; le città crescono, le botteghe fioriscono, il denaro circola con<br />

maggiore fluidità anche tra gli appartenenti ai ceti fino ad allora destinati a praticare prevalentemente<br />

il baratto come forma di scambio economico.<br />

Ma se da un lato possiamo parlare di accresciuto benessere, dall’altro la densità di popolazione<br />

e la quantità di contante in circolazione richiamano nei centri urbani anche molti malavitosi<br />

attratti dalle potenziali prede, così strettamente raggruppate.<br />

Dal XV secolo, complice anche<br />

lo sviluppo di centri urbani<br />

sempre più popolosi a discapito<br />

degli agglomerati rurali, il crescente<br />

tasso di malavita riscontrabile<br />

nelle città spinge gli addetti<br />

ai lavori verso la creazione<br />

di stili schermistici sempre più<br />

adatti al combattimento in aree<br />

ristrette e contro più avversari.<br />

Infatti non era raro che un gentiluomo<br />

venisse aggredito da<br />

una delle numerose bande di<br />

tagliagole appostata in qualche<br />

vicolo in attesa della preda sulla<br />

strada del rientro, dopo il calar<br />

del sole, e magari, leggermente<br />

annebbiata dal vino consumato<br />

in una taverna.<br />

La Spada, come abbiamo visto<br />

nell’articolo pubblicato sul<br />

numero precedente, perde la<br />

sua foggia spartanamente cruciforme<br />

di retaggio medievale<br />

e sviluppa una serie di artifici<br />

stilistici volti principalmente<br />

a proteggere la mano dello<br />

schermidore da punte e scivoli<br />

di lama potenzialmente invalidanti.<br />

La stessa presa subisce una sostanziale<br />

variazione con il passaggio<br />

del dito indice al di sopra<br />

del ramo di guardia, creando la<br />

cosiddetta presa di Chiave Ferrata,<br />

atta a scongiurare le tecniche<br />

di disarmo facilitate dal<br />

fornimento elaborato che, se da<br />

un lato protegge la mano di chi<br />

brandisce la Spada, dall’altro<br />

offre all’avversario molteplici<br />

punti di appiglio per tentare<br />

di strappare l’arma al contendente.<br />

Inoltre con tale presa<br />

avanzata e con il contatto di un<br />

dito sulla lama nei pressi del<br />

ricasso, si inizia a tratteggiare<br />

la teoria che porterà a definire<br />

come sentiment du fer la percezione<br />

tattile grazie alla quale, a<br />

lame ingaggiate, lo Schermidore<br />

esperto riesce ad anticipare i<br />

movimenti dell’avversario.<br />

So che può sembrare una cosa<br />

da abracadabra, ma vi garantisco<br />

che funziona!<br />

La lama si alleggerisce progressivamente,<br />

perdendo qualche<br />

centimetro in lunghezza e<br />

rastremandosi, ma guadagnando<br />

incredibilmente sul piano<br />

della manovrabilità; e anche<br />

l’affilatura, grazie a tecniche di<br />

forgiatura più sofisticate e a una<br />

scienza metallurgica in continua<br />

evoluzione, si spinge ben<br />

oltre alla metà del debole, guadagnando<br />

il medio e rendendo<br />

anche i colpi portati senza una<br />

forza eccessiva decisamente<br />

pericolosi.<br />

I Maestri d’Arme del tempo,<br />

primi tra tutti Marozzo e Manciolino,<br />

autori di due meravigliosi<br />

trattati, sviluppano tecniche<br />

di combattimento destinate<br />

dichiaratamente al duello tra<br />

gentiluomini, ma perfettamente<br />

adattabili a quella che verrà definita<br />

Scherma di strada e per la<br />

quale in Spagna fioriranno addirittura<br />

stili specifici, come la<br />

Carranza, che si distingue dalla<br />

più nobile Destreza Vulgar e<br />

dall’aristocratica Destreza (appannaggio<br />

esclusivo degli Hidalgos)<br />

per l’irruenza e l’estrema<br />

efficacia distruttiva delle<br />

tecniche che la compongono.<br />

Anche il cosiddetto Passeggio<br />

viene tenuto in altissima considerazione:<br />

il terreno sconnesso<br />

(e spesso reso viscido dai liquami<br />

e dal fango) rappresenta<br />

un ulteriore handicap per chi<br />

La permanenza delle tre illustrazioni<br />

a fianco, comparse anche<br />

dei precedenti articoli, non è<br />

frutto di distrazione: le mantengo<br />

in quanto riportano un glossario<br />

tecnico utile alla maggiore comprensione<br />

di quanto esposto.<br />

avesse avuto la velleità di mantenere<br />

le rigide poste previste<br />

dalla scherma quattrocentesca<br />

effettuata con lo Stocco da una<br />

mano e mezza, per l’efficace<br />

utilizzo del quale, tra l’altro,<br />

era necessario poter disporre di<br />

un adeguato spazio di sbraccio,<br />

spesso irreperibile negli angusti<br />

vicoli che si ramificavano<br />

intorno ai centri cittadini. Per<br />

questo motivo lo stesso Achille<br />

Marozzo raccomandava di<br />

dedicare una grande attenzione<br />

all’apprendimento del corretto<br />

gioco di gambe, affinché<br />

muoversi saggiando il terreno<br />

a piccoli passi – anziché misurarlo<br />

con le ampie falcate degli<br />

stili precedenti – divenisse una<br />

pratica istintiva per lo Schermidore.<br />

Alla Spada (detta Spada da<br />

Lato, per sottolinearne l’importanza<br />

al fianco di chiunque<br />

avesse a cuore la propria sopravvivenza)<br />

si affianca ben<br />

presto un lungo pugnale (o<br />

Daga), che entra a far parte del<br />

corredo di ogni individuo e che<br />

viene impiegato per parare i<br />

colpi avversari o per offendere,<br />

sempre impugnato con la mano<br />

sinistra. Da qui il suo nome generico<br />

Main Gauche.<br />

Piccolo inciso. Nel XV secolo<br />

e in quelli successivi non esistevano<br />

schermidori mancini;<br />

e questo non perché non ne<br />

nascessero: venivano semplicemente<br />

costretti a utilizzare<br />

la mano destra per impugnare<br />

la spada, spesso con l’ausilio<br />

di complicate imbracature di<br />

ANNO I • NUMERO IV • maggio 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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