Jolly Roger_01_04
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cop_eternamente errando errando_Jonathan Rizzo.indd 1 6-12-2<strong>01</strong>7 17:49:15<br />
favoleggiando<br />
d’amore, confessore segreto<br />
dell’inconfessato di tanti amanti<br />
nudi di parole. La centralinista<br />
ospite della vita che verrà, a<br />
cui non abbiamo mai pensato.<br />
Le telefonate d’amore a tre degli<br />
anni innocenti. I cavi s’intrecciano,<br />
è il fuoco moderno di<br />
Prometeo, l’elettricità. Dono<br />
all’uomo della speranza con in<br />
dote il baratro dell’attesa. Ed<br />
Angelo attende che rispondano<br />
alla cornetta di quel numero, in<br />
quella casa dove non è ben accetto.<br />
Angelo attende Annamaria.<br />
Ma risponde invece Fioralba,<br />
la seconda delle 4 sorelle.<br />
La quale sentendo quella voce<br />
delusa, garrula chiacchiera<br />
come se non fosse passato un<br />
giorno dall’ultima volta che<br />
avesse visto il vecchio fidanzato<br />
della sorella, “Annamaria<br />
non c’è, è fuori in barca, chiama<br />
dopo. Click!”. Rimane solo<br />
la centralinista in attesa con lui.<br />
Per fare un’altra comunicazione<br />
serve un altro gettone, serve<br />
un’altra vita. Ma chi chiamare a<br />
Napoli adesso? Certo qualche<br />
militare di licenza con cui prendere<br />
un caffè d’avanzo si troverebbe<br />
anche, ma Angelo non ha<br />
passato tutta la notte su quelle<br />
ETERNAMENTE ERRANDO ERRANDO<br />
dure panche di legno contando<br />
l’Italia scivolare verso sud, riscrivendo<br />
il discorso da fare<br />
coscienza il non potersi fermare mai in serenità.<br />
che non tornava mai, ad ogni<br />
sillaba stonata, per poi arrivare<br />
davanti al mare ed attendere il<br />
eternamente errando errando.<br />
traghetto guardandone la scia<br />
www.lasignoriaeditore.it<br />
info@lasignoriaeditore.it<br />
© La Signoria Editore € 15<br />
dal molo lontano. L’attesa è<br />
,00<br />
l’espiazione di chi non può ammettere<br />
ad alta voce di avere il<br />
cuore gentile e sensibile. Ora di<br />
pranzo. A Napoli è sempre ora<br />
di pranzare. La gita in barca è<br />
ritornata, Annamaria ha avuto<br />
la notizia più lieta e guarda la<br />
madre implorando in silenzio.<br />
Perché quelle sono le preghiere<br />
che arrivano a Dio, nel silenzio.<br />
Giuseppina donna d’immenso<br />
amore in quel momento è Dio.<br />
Dio, Dio, Dio può tutto. E Dio<br />
concede di riunire gli innamo-<br />
Il viaggio come unica speranza dell’uomo per trovare<br />
se stesso. Quel sé che non attende alla fine, ma si coglie<br />
nel mentre. Il viaggio come fuga dalla realtà, dalle responsabilità,<br />
dal dolore. Come fuga da se stessi. Perdersi<br />
cercandosi, trovarsi forse dopo l’accettazione di ogni<br />
sconfitta, forse. La sincera ammissione della disperazione<br />
della condizione umana, di quella dell’autore. Poeta<br />
funambolo che in ogni sua parola pone duplici significati.<br />
Eternamente Errando Errando: Il senso labirintico<br />
di una assenza di soluzione nel concetto di eternità<br />
come condanna alla privazione della pace interiore, dell’amore perduto ed<br />
irraggiungibile. Ideale idilliaco sempre stante brillante orizzonte; nel gioco<br />
verbale della dolce lingua italiana in cui errare offre doppia valenza tra vagare<br />
e sbagliare. La summa nella confessione di una mancanza di stabilità e<br />
di una disperata ricerca di essa senza possibilità alcuna, e proprio per questa<br />
Jonathan Rizzo Un poeta apolide non ha biografia.<br />
Cosa contano gli studi accademici storici a Firenze, o<br />
le belle sponde radici salmastre nell’arcipelago toscano<br />
con l’approdo sicuro elbano. Tanto meno quei lunghi<br />
boulevards parigini chiamati casa, che hanno visto<br />
sbocciare le sue righe d’amore, illusioni e maturazioni.<br />
L’ultima rosa che vale è questo libro, ed il viaggio che<br />
faremo assieme. Chi io sia stato incide solo su quello<br />
che abbia scritto e sui mari che solcheremo con la penna in mano dipingendo<br />
poesia impressionista ad ogni tramonto che ci culla lontani da casa<br />
rati perduti quando vuole Dio.<br />
Ma nel salotto buono ed a porte<br />
aperte, ché Dio non è fesso.<br />
Anzi a Napoli nessuno è fesso,<br />
e poi siamo sempre negli anni<br />
’50. L’attesa è finita. Angelo<br />
grazie alla centralinista, messaggero<br />
di Dio, risente la voce<br />
di Annamaria. Praticamente rinascere.<br />
Gli è concesso di recarsi<br />
a casa Gasperi nel pomeriggio<br />
per un thè informale.<br />
Non ha dormito, non si è lavato<br />
e non sa cosa dire. Il discorso è<br />
un cantiere a cielo aperto, ma<br />
quest’uomo quest’oggi vola.<br />
Lei, signorina da marito, apre<br />
la porta con una mantellina sulle<br />
spalle, tenero scialle, ali di<br />
farfalle. Gli occhiali da lettura<br />
ed un libro in mano. Sorride, ha<br />
già vinto. Le donne vincono<br />
sempre. Le donne sono Dio, o<br />
comunque l’espressione umana<br />
che vi arrivi più vicina. Lui, il<br />
ragazzo divenuto uomo, ha attraversato<br />
l’universo conosciuto<br />
per raggiungerla. Loro insieme<br />
hanno convinto Dio a<br />
JONATHAN RIZZO<br />
ETERNAMENTE ERRANDO ERRANDO<br />
Il viaggio come unica speranza dell’uomo per trovare<br />
se stesso. Quel sé che non attende alla fine, ma si coglie<br />
nel mentre. Il viaggio come fuga dalla realtà, dalle responsabilità,<br />
dal dolore. Come fuga da se stessi. Perdersi<br />
cercandosi, trovarsi forse dopo l’accettazione di ogni<br />
sconfitta, forse. La sincera ammissione della disperazione<br />
della condizione umana, di quella dell’autore. Poeta<br />
funambolo che in ogni sua parola pone duplici significati.<br />
Eternamente Errando Errando: Il senso labirintico<br />
di una assenza di soluzione nel concetto di eternità<br />
come condanna alla privazione della pace interiore, dell’amore perduto ed<br />
irraggiungibile. Ideale idilliaco sempre stante brillante orizzonte; nel gioco<br />
verbale della dolce lingua italiana in cui errare offre doppia valenza tra vagare<br />
e sbagliare. La summa nella confessione di una mancanza di stabilità e<br />
di una disperata ricerca di essa senza possibilità alcuna, e proprio per questa<br />
coscienza il non potersi fermare mai in serenità.<br />
Jonathan Rizzo Un poeta apolide non ha biografia.<br />
Cosa contano gli studi accademici storici a Firenze, o<br />
le belle sponde radici salmastre nell’arcipelago toscano<br />
con l’approdo sicuro elbano. Tanto meno quei lunghi<br />
boulevards parigini chiamati casa, che hanno visto<br />
sbocciare le sue righe d’amore, illusioni e maturazioni.<br />
L’ultima rosa che vale è questo libro, ed il viaggio che<br />
faremo assieme. Chi io sia stato incide solo su quello<br />
che abbia scritto e sui mari che solcheremo con la penna in mano dipingendo<br />
poesia impressionista ad ogni tramonto che ci culla lontani da casa<br />
cambiare i suoi piani. Ecco i<br />
eternamente errando errando.<br />
miracoli, cose semplici. Le<br />
complicatezze servono per chi<br />
non ha capito di come l’essenziale<br />
sia invisibile agli occhi.<br />
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Ma info@lasignoriaeditore.it<br />
è rimasto un discorso in sospeso,<br />
il Discorso, con la “D.”<br />
© La Signoria Editore € 15 ,00<br />
di Dio maiuscola. “Annamaria<br />
ti amo, sposami”. Semplice. “Io<br />
tra un anno ti sposerò”. Semplice.<br />
11 mesi e 2 settimane dopo<br />
si sposarono a Mergellina in<br />
una chiesetta sul mare, cartolina<br />
da Napoli. Angelo non era<br />
riuscito ad aspettare un anno<br />
intero per sposare Annamaria.<br />
Troppo tempo d’attendere per<br />
un cuore gentile e sensibile<br />
come quello degli innamorati.<br />
ETERNAMENTE ERRANDO ERRANDO<br />
JONATHAN RIZZO<br />
ETERNAMENTE ERRANDO ERRANDO<br />
Il viaggio come unica speranza dell’uomo per trovare se stesso. Quel<br />
sé che non attende alla fine, ma si coglie nel mentre. Il viaggio come<br />
fuga dalla realtà, dalle responsabilità, dal dolore. Come fuga da se<br />
stessi. Perdersi cercandosi, trovarsi forse dopo l’accettazione di ogni<br />
sconfitta, forse<br />
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ANNO I • NUMERO IV • maggio 2<strong>01</strong>8