Intimo più mare n° 212 - Luglio 2018
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
iconoscibili, identificativi. Nella scelta di una collezione è<br />
vincente però un giusto mix tra capi emozionali e capi basici,<br />
di facile vendita e utilizzo. Importante è anche la comunicazione<br />
del brand che oggi passa anche e soprattutto attraverso<br />
social e testimonial. Aspetto, mi permetto di dire , del tutto<br />
trascurato dalle aziende del settore intimo. Le vendite online<br />
rappresenteranno sempre <strong>più</strong>, soprattutto per le nuove<br />
generazioni, una fetta importante del mercato. Credo che<br />
la forza del negozio fisico dovrà sempre <strong>più</strong> basarsi sul rapporto<br />
di fiducia con il cliente fornendo attività di consulenza<br />
personalizzata, momenti di aggregazione in una community<br />
e vantaggi esclusivissimi. Sicuramente per ciò che riguarda<br />
il mondo dell’intimo soprattutto al femminile, l’esigenza di<br />
perfetta vestibilità, difficile da ottenere acquistando online,<br />
porta necessariamente verso il negozio fisico. E questo per<br />
noi specializzati resta e resterà un punto di forza.<br />
Da sinistra, Antonella Triponi e Laurence Dekowski.<br />
I DEPARTMENT STORE<br />
Antonella Triponi, Buying Manager<br />
Underwear & Beachwear Women<br />
Department (La Rinascente)<br />
Nel mondo del beachwear l o studio delle tendenze e dei<br />
fenomeni del momento sono uno dei criteri di selezione<br />
dei brand . Poi se un brand ha funzionato bene nella stagione<br />
precedente si tende a potenziarlo. Anche i social con<br />
Instagram al primo posto, sono uno strumento di ricerca.<br />
Nel beachwear un must-have è l’intero. Il bikini si consolida<br />
con il ritorno preponderante del triangolo. Ci sono poi<br />
must-have nei brand. Quest'anno è il momento di Osére,<br />
una collezione creata da due ragazze italiane. Poi continua<br />
il successo di Lisa Marie Fernandez, Marysia, Kini, i fuoriacqua<br />
di Lem Lem. Il mio scouting è trasversale. I saloni<br />
come quello di Parigi permettono l'overview generale ma<br />
non si percepiscono tutte le novità. Da questo punto di vista<br />
è <strong>più</strong> interessante Splash, organizzato sempre a Parigi<br />
e sempre <strong>più</strong> importante per il beachwear. La mia ricerca<br />
comprende in grande misura gli showroom che non rientrano<br />
nel circuito della fiera.<br />
I consumatori acquistano il beachwear sempre <strong>più</strong> con<br />
l'ottica dell'abbigliamento esterno, non soltanto per la<br />
spiaggia. Ci sono brand puramente funzionali. Per fare due<br />
esempi Maryan Mehlhorn e Chantelle sono le scelte di una<br />
donna che h a bisogno di costumi dalla struttura <strong>più</strong> complessa.<br />
Questo tipo di consumatrice compra per funzione<br />
d’uso. Altre invece seguono le logiche del ready-to-wear:<br />
soprattutto nel caso dei fuoriacqua che non si portano <strong>più</strong><br />
solo in spiaggia. Nomi come Missoni e Scervino o anche<br />
Melissa Odabash seguono sempre <strong>più</strong> le logiche del resort,<br />
di tutto quello che gira intorno alla vacanza, così come l’activewear<br />
e il mondo del surf. Il beachwear sta vivendo varie<br />
contaminazioni. Per quanto riguarda il flagshi p di Roma<br />
Tritone c ’è l'intenzione di ampliare l'offerta del beachwear.<br />
Milano Duomo fa da traino per Roma Tritone dove il brand<br />
mix sarà sicuramente diverso.<br />
Il retail nel negozio fisico in relazione e quello online sono<br />
due mondi che necessariamente devono convivere. L'online<br />
esiste e molti lo stanno utilizzando. La differenza è che<br />
in negozio c'è un'esperienza d’acquisto che online manca.<br />
Gli italiani sono <strong>più</strong> tradizionalisti e la loro abitudine va<br />
molto <strong>più</strong> in direzione del negozio fisico per l’esperienza<br />
d’acquisto che rappresenta ancora un momento di gratificazione.<br />
Laurence Dekowski, responsabile<br />
lingerie (Le Bon Marché Rive<br />
Gauche, Parigi)<br />
Per decidere di inserire una nuova collezione prendiamo in<br />
considerazione <strong>più</strong> aspetti che devono essere in linea con il<br />
DNA dei grandi magazzini Bon Marché. L'aspetto fashion<br />
è essenziale, è il nostro filo conduttore in tutti i reparti. Anche<br />
la qualità è un aspetto irrinunciabile. Desideriamo che<br />
i nostri clienti siano soddisfatti, che abbiano fiducia in noi e<br />
abbiano voglia di tornare a fare shopping. Per questo i nostri<br />
prodotti non devono deluderli. Le collezioni esclusive<br />
è un altro aspetto che ci distingue. Siamo molto selettivi<br />
e i nostri clienti vengono al Bon Marché perché trovano<br />
qualcosa di diverso a livello di prodotti, concept, servizi.<br />
Quando non abbiamo un brand in esclusiva, cerchiamo di<br />
proporre delle speciali capsule o alcuni prodotti della collezione<br />
in esclusiva. Ci distinguiamo ancora per il valore<br />
aggiunto: siamo un piccolo grande magazzino. Questo ci<br />
obbliga a essere molto selettivi quindi evitiamo di proporre<br />
marchi troppo simili. Ogni collezione, ogni brand deve avere<br />
la sua identità, il suo territorio.<br />
Il prodotto giusto al momento giusto permette senz'altro<br />
un buon sell-out ma anche la presentazione deve essere<br />
adeguata così come la consulenza al momento della vendita<br />
che deve essere impeccabile.<br />
Online e retail fisico sono sempre <strong>più</strong> complementari e servono<br />
uno all’altro. L'online serve per la ricerca del prodotto:<br />
con qualche click il cliente ha accesso a una scelta incredibile.<br />
Ma anche per la praticità e la comodità dell'acquisto.<br />
Il negozio fisico serve per il piacere dello shopping e della<br />
sua condivisione, per la consulenza e l'aiuto al momento<br />
della decisione. C'è una relazione particolare e insostituibile<br />
tra la consulente alla vendita e la sua cliente.