14.01.2019 Views

Jolly Roger_02_01

Jolly Roger Magazine - Anno II Numero 1 - Gennaio 2019

Jolly Roger Magazine - Anno II Numero 1 - Gennaio 2019

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

un po’ dal sole rosso.<br />

Quando si rialzò c’erano le stelle, il cielo in abito<br />

scuro e la luna pallida.<br />

Gli amici gli avevano farcito il telefono di messaggi<br />

sempre meno spiritosi.<br />

Ora erano a casa e rispondevano alle chiamate<br />

ansiose dei suoi genitori, non sapendo che dire.<br />

“Ma chi sono questi?” pensava scorrendo i nomi<br />

che gli “amici” si davano sulla chat.<br />

Non ricordava invero più nemmeno il suo: lo<br />

spavento gli aveva ripulito la memoria.<br />

E così accadde che una notte di settembre se ne<br />

andò, il fuoco sulla pelle, nei suoi occhi il chiarore<br />

delle stelle.<br />

Non sapeva dove fosse casa sua, nè a che campanello<br />

avrebbe dovuto suonare se per caso l’avesse<br />

riconosciuta tra i tetti bassi che spuntavano dai<br />

giunchi.<br />

Unica certezza un coltello arrugginito in tasca e<br />

quattordici euro, due in pezzi da cinque e il resto<br />

spiccioli.<br />

Si incamminò lungo la strada sabbiose che dal<br />

pontile portava alla statale, rigata di copertoni<br />

grossi da fuoristrada e pesticciata dall galosce di<br />

cacciatori.<br />

Per farsi coraggio accese la radio e la pompo’ a<br />

tutto volume.<br />

Qualche animale notturno rispose con dispetto.<br />

“Almeno so di non essere solo” pensò il bambino<br />

rifacendone il verso.<br />

Si tenne sul ciglio della statale aspettando qualcuno.<br />

Nemmeno una macchina.<br />

Passò un camion ma non si fermò.<br />

“Se si frma che faccio?” Si chiedeva.<br />

Poteva andare a destra o a sinistra, lui era andato<br />

a sinistra istintivamente, come se i piedi sapessero<br />

la strada.<br />

pensò di affidarsi a loro che forse ricordavano<br />

qualcosa ma presto si rivelarono inaffidabili:<br />

vinti dal sonno cercarono un appoggio e lo condussero<br />

a una panchina.<br />

La panchina però era occupata.<br />

Ci si distendeva un bambino della sua età, vesito<br />

pressappoco come lui e a giudicare dalla posizione,<br />

altrettanto intirizzito.<br />

Lo scrollò perchè gli facesse posto ma l’altro non<br />

si svegliò e al terzo scossone rotoloò giù dalla<br />

racconti<br />

panchina e si aprì cadendo come un uccello colpito,<br />

mostrando sotto il giubbotto una maglietta<br />

fradicia e un coltello.<br />

Il coltello era tenuto al collo da un laccio di cuoio<br />

troppo corto, er chiaro che non era fatto per stare<br />

lì e se l’era messo per tenerlo più vicino al cuore,<br />

come chi spera di difendersi tenendo una pistola<br />

sotto il cuscino o un manganello in macchina.<br />

Il ragazzo annusò la maglietta per non mettere le<br />

mani nlla ferita se era sangue, ma era birra.<br />

Lo guardò bene alla luce della pila: pallidissimo<br />

con i capelli fradici appiccicati al capo come piume.<br />

Stavolta era sudore, non liquore.<br />

Il viso non gli ricordava nessuno, ma aveva già<br />

capito che sulla sua memoria non poteva fare affidamento.<br />

Score le foto degli amici e le confrontò con lo<br />

sconosciuto, una per una.<br />

Tutti gli somigliavano vagamente perchè l’età e<br />

la moda li facevano somigliare, ma non era nessuno<br />

di loro.<br />

“Ho un nuovo amico!” Disse il ragazzo con l’ironia<br />

dei suoi undici anni.<br />

Si rannicchiò accanto all’amico e con proprio<br />

giubbotto e il suo organizzò una specie di coperta.<br />

“Dammi quel coltello che ti ci strozzi!”<br />

Per sicurezza lo sfilò dal laccio e lo ripose nel<br />

giubbotto accanto al suo.<br />

L’altro mugolò qualcosa e lasciò fare.<br />

Chi fosse passato avrebbe assistito a una scena<br />

inconsueta in campagna, due ragazzini dormire<br />

insieme in un riparo di fortuna.<br />

Quando i loro fiati non condensarono più nuvole<br />

azzurre sopra i giubbotti bruni, si era fatto giorno<br />

e passò una bicicletta.<br />

Era un vecchio con manie religiose: un ingrandimento<br />

di Madreteresa appiccicato sulla bicicletta<br />

e medagliette miracolose appuntate dappertutto<br />

con spille da balia.<br />

Naso adunco e zazzera da pittore, li guardò stupidamente,<br />

cioè senza stupirsi che fossero lì soli<br />

a quell’ora.<br />

Tutto quello che seppe dire fu:<br />

“Aspettatemi che vado a chiamare una macchina<br />

per portarvi in paese”.<br />

E ciondolò via sulla sua bicicletta carica di cian-<br />

COME IMMAGINI<br />

LA FINEDEL MONDO?<br />

NELLE MIGLIORI LIBRERIE E SULLO SHOP ONLINE<br />

www.edizionijollyroger.it<br />

DISPONIBILE PRESSO<br />

74<br />

ANNO II • NUMERO I • gennaio 2<strong>01</strong>9

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!