Jolly Roger_02_01
Jolly Roger Magazine - Anno II Numero 1 - Gennaio 2019
Jolly Roger Magazine - Anno II Numero 1 - Gennaio 2019
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un po’ dal sole rosso.<br />
Quando si rialzò c’erano le stelle, il cielo in abito<br />
scuro e la luna pallida.<br />
Gli amici gli avevano farcito il telefono di messaggi<br />
sempre meno spiritosi.<br />
Ora erano a casa e rispondevano alle chiamate<br />
ansiose dei suoi genitori, non sapendo che dire.<br />
“Ma chi sono questi?” pensava scorrendo i nomi<br />
che gli “amici” si davano sulla chat.<br />
Non ricordava invero più nemmeno il suo: lo<br />
spavento gli aveva ripulito la memoria.<br />
E così accadde che una notte di settembre se ne<br />
andò, il fuoco sulla pelle, nei suoi occhi il chiarore<br />
delle stelle.<br />
Non sapeva dove fosse casa sua, nè a che campanello<br />
avrebbe dovuto suonare se per caso l’avesse<br />
riconosciuta tra i tetti bassi che spuntavano dai<br />
giunchi.<br />
Unica certezza un coltello arrugginito in tasca e<br />
quattordici euro, due in pezzi da cinque e il resto<br />
spiccioli.<br />
Si incamminò lungo la strada sabbiose che dal<br />
pontile portava alla statale, rigata di copertoni<br />
grossi da fuoristrada e pesticciata dall galosce di<br />
cacciatori.<br />
Per farsi coraggio accese la radio e la pompo’ a<br />
tutto volume.<br />
Qualche animale notturno rispose con dispetto.<br />
“Almeno so di non essere solo” pensò il bambino<br />
rifacendone il verso.<br />
Si tenne sul ciglio della statale aspettando qualcuno.<br />
Nemmeno una macchina.<br />
Passò un camion ma non si fermò.<br />
“Se si frma che faccio?” Si chiedeva.<br />
Poteva andare a destra o a sinistra, lui era andato<br />
a sinistra istintivamente, come se i piedi sapessero<br />
la strada.<br />
pensò di affidarsi a loro che forse ricordavano<br />
qualcosa ma presto si rivelarono inaffidabili:<br />
vinti dal sonno cercarono un appoggio e lo condussero<br />
a una panchina.<br />
La panchina però era occupata.<br />
Ci si distendeva un bambino della sua età, vesito<br />
pressappoco come lui e a giudicare dalla posizione,<br />
altrettanto intirizzito.<br />
Lo scrollò perchè gli facesse posto ma l’altro non<br />
si svegliò e al terzo scossone rotoloò giù dalla<br />
racconti<br />
panchina e si aprì cadendo come un uccello colpito,<br />
mostrando sotto il giubbotto una maglietta<br />
fradicia e un coltello.<br />
Il coltello era tenuto al collo da un laccio di cuoio<br />
troppo corto, er chiaro che non era fatto per stare<br />
lì e se l’era messo per tenerlo più vicino al cuore,<br />
come chi spera di difendersi tenendo una pistola<br />
sotto il cuscino o un manganello in macchina.<br />
Il ragazzo annusò la maglietta per non mettere le<br />
mani nlla ferita se era sangue, ma era birra.<br />
Lo guardò bene alla luce della pila: pallidissimo<br />
con i capelli fradici appiccicati al capo come piume.<br />
Stavolta era sudore, non liquore.<br />
Il viso non gli ricordava nessuno, ma aveva già<br />
capito che sulla sua memoria non poteva fare affidamento.<br />
Score le foto degli amici e le confrontò con lo<br />
sconosciuto, una per una.<br />
Tutti gli somigliavano vagamente perchè l’età e<br />
la moda li facevano somigliare, ma non era nessuno<br />
di loro.<br />
“Ho un nuovo amico!” Disse il ragazzo con l’ironia<br />
dei suoi undici anni.<br />
Si rannicchiò accanto all’amico e con proprio<br />
giubbotto e il suo organizzò una specie di coperta.<br />
“Dammi quel coltello che ti ci strozzi!”<br />
Per sicurezza lo sfilò dal laccio e lo ripose nel<br />
giubbotto accanto al suo.<br />
L’altro mugolò qualcosa e lasciò fare.<br />
Chi fosse passato avrebbe assistito a una scena<br />
inconsueta in campagna, due ragazzini dormire<br />
insieme in un riparo di fortuna.<br />
Quando i loro fiati non condensarono più nuvole<br />
azzurre sopra i giubbotti bruni, si era fatto giorno<br />
e passò una bicicletta.<br />
Era un vecchio con manie religiose: un ingrandimento<br />
di Madreteresa appiccicato sulla bicicletta<br />
e medagliette miracolose appuntate dappertutto<br />
con spille da balia.<br />
Naso adunco e zazzera da pittore, li guardò stupidamente,<br />
cioè senza stupirsi che fossero lì soli<br />
a quell’ora.<br />
Tutto quello che seppe dire fu:<br />
“Aspettatemi che vado a chiamare una macchina<br />
per portarvi in paese”.<br />
E ciondolò via sulla sua bicicletta carica di cian-<br />
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ANNO II • NUMERO I • gennaio 2<strong>01</strong>9