SMARTforCITY Numero uno
Smart cities technologies
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COMMUNITY<br />
2002) oppure “soggettiva” o “ingenua”<br />
(Bonnes & Bonaiuto, 1995). La valutazione<br />
ambientale “soggettiva” riflette<br />
dunque una misura “esperienziale”<br />
della qualità ambientale e, in tal senso,<br />
rappresenta <strong>uno</strong> degli interessi di<br />
ricerca più fertili delle Psicologia Ambientale<br />
e Architettonica fin dalla sua<br />
emersione come campo disciplinare<br />
distinto.<br />
Per quanto le valutazioni tecniche<br />
possano essere facilmente identificate<br />
come misure “oggettive”, mentre le<br />
valutazioni ingenue possano essere<br />
considerate misure “soggettive”, in realtà<br />
è sempre presente un certo grado<br />
di soggettività nelle prime così come<br />
gli studi sulle seconde aspirano ad un<br />
certo grado di oggettivabilità attraverso<br />
rigorose procedure metodologiche<br />
di standardizzazione. Difatti, nel<br />
primo caso, gli esperti che conducono<br />
valutazioni oggettive sono chiamati<br />
a decidere sia quali elementi o caratteristiche<br />
dell’ambiente sono da<br />
misurare (Uzzell, 1989), sia quali spazi<br />
e quali tempi scegliere per le rilevazioni<br />
(Zube, 1980). Chiaramente, tali<br />
decisioni comportano un certo livello<br />
di arbitrarietà nella scelta decisionale<br />
del valutatore. Nel secondo caso, d’altro<br />
canto, i ricercatori che conducono<br />
studi sulle valutazioni soggettive mirano<br />
a costruire misure replicabili che<br />
presentino adeguati indici di validità,<br />
attendibilità, sensibilità e utilità (Craik<br />
& Feimer, 1987). Le valutazioni oggettive<br />
e quelle soggettive non sono da<br />
intendere necessariamente come metodologie<br />
alternative allo studio delle<br />
valutazioni ambientali, ma piuttosto<br />
rappresentano due differenti livelli di<br />
rilevazione che possono essere utilizzati<br />
in modo complementare all’interno<br />
di <strong>uno</strong> stesso programma o studio.<br />
L’importanza della dimensione “soggettiva”<br />
emerge laddove si tenga<br />
conto delle tre principali categorie<br />
di attori sociali che sono coinvolti in<br />
qualunque scelta in campo ambientale,<br />
vale a dire, come riportato da Bonnes<br />
e Secchiaroli (1992): a) i decisori o<br />
gestori (autorità locali, statali e sovranazionali<br />
che sono istituzionalmente<br />
preposti a decidere circa l’assetto<br />
del sistema ambientale in oggetto);<br />
b) i tecnici e gli esperti (progettisti,<br />
urbanisti, ingegneri e studiosi delle<br />
scienze ambientali, i quali per le loro<br />
competenze specialistiche sono chiamati<br />
dai decisori istituzionali a fornire<br />
conoscenze e proposte atte ad orientare<br />
le scelte decisionali e gestionali<br />
in materia ambientale); c) gli utenti<br />
o fruitori dell’ambiente in oggetto,<br />
che da un lato occupano, praticano ed<br />
esperiscono tale ambiente, utilizzando<br />
le opportunità che esso offre come<br />
risorsa per soddisfare specifici bisogni<br />
(residenziali, ricreativi, produttivi,<br />
ecc.) e, dall’altro lato, rappresentano<br />
i destinatari delle scelte dei decisori<br />
ambientali e delle analisi degli esperti<br />
ambientali.<br />
La distinzione tra queste tre categorie<br />
di attori ambientali risulta particolarmente<br />
utile se si vogliono esaminare<br />
le similarità e le differenze tra le rappresentazioni<br />
espresse da ciascuna<br />
categoria in merito all’ambiente in<br />
oggetto. In tal senso, riveste particolare<br />
importanza il confronto tra le<br />
valutazioni degli esperti ambientali,<br />
che sono basate sulle risultanze di<br />
procedimenti analitico-sistematici,<br />
e quelle dei fruitori, che si formano<br />
tramite processi transazionali in cui<br />
si integrano elementi cognitivi ed<br />
affettivi. Dato che i decisori istituzionali<br />
si affidano generalmente alle<br />
stime fornite dagli esperti, nel caso gli<br />
utenti manifestino concezioni diverse<br />
da questi ultimi, le scelte gestionali e<br />
decisionali prese risulterebbero incongruenti<br />
con i bisogni, le aspettative<br />
e i valori espressi dai fruitori, i quali<br />
sono per definizione i destinatari di<br />
tali scelte. Quindi, coloro che hanno<br />
il mandato di decidere in materia di<br />
gestione ambientale dovrebbero prendere<br />
in considerazione anche i dati<br />
di ricerca basati sui comportamenti o<br />
gli atteggiamenti degli utenti, accanto<br />
alle valutazioni “tecniche” fornite<br />
dal versante esperto. Tale opzione<br />
risulta particolarmente necessaria<br />
sia alla luce delle differenti concezioni<br />
espresse da questi due livelli,<br />
che possono dar luogo a valutazioni<br />
diverse sugli attributi fisico-spaziali<br />
che caratterizzano un determinato<br />
luogo, sia in un’ottica di sviluppo della<br />
Smart City, che non può prescindere<br />
da una maggiore considerazione degli<br />
occupanti (residenti, pendolari, turisti,<br />
ecc.) nella pianificazione, riqualificazione<br />
e gestione degli spazi urbani. A<br />
questo proposito, un importante filone<br />
di studio della psicologia ambientale<br />
e architettonica è costituito dalla individuazione<br />
e codifica di indicatori di<br />
qualità urbana percepita.<br />
GLI INDICATORI DI QUALITÀ UR-<br />
BANA RESIDENZIALE PERCEPITA<br />
La costruzione di strumenti per la<br />
misura di indicatori di qualità urbana<br />
percepita prende le mosse dagli studi<br />
di Craik e Zube (1976), che furono tra<br />
i primi a sottolineare l’importanza<br />
di misurare la qualità “soggettiva” di<br />
un dato attributo ambientale (basata<br />
sulla percezione individuale) accanto<br />
alla sua qualità “oggettiva” (basata<br />
sulle stime degli apparati tecnologici<br />
o codificata dagli esperti). Dunque,<br />
questi studiosi hanno promosso l’uso<br />
di PEQIs (Perceived Environmental Quality<br />
Indices), ad esempio, sulla qualità<br />
dell’aria o dell’acqua di un dato territorio.<br />
Successivamente, tale approccio è stato<br />
utilizzato per lo studio della qualità<br />
urbana dell’ambiente di residenza.<br />
Nello specifico, come riportato da Bonaiuto<br />
e colleghi (2004), i principali<br />
aspetti valutativi individuati in merito<br />
ai luoghi di residenza urbani riguardano<br />
gli aspetti spaziali (architettonico-urbanistici),<br />
socio-relazionali,<br />
funzionali (servizi) e contestuali (ritmo<br />
di vita, livello di inquinamento, manutenzione<br />
degli spazi).<br />
Ricerche successive condotte nel<br />
contesto italiano hanno mirato allo<br />
sviluppo, validazione e raffinamento<br />
14 <strong>SMARTforCITY</strong> - <strong>Numero</strong> 1 2019