Rivista Aprile 2020
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Dal teatro al
sipario
A cura di
Doretta Boretti
Alessandro Calonaci
Un Don Giovanni in salsa toscana: il nuovo progetto
dell’attore, regista e fondatore della Compagnia Mald’estro
di Doretta Boretti
Quando un artista come Alessandro
Calonaci dedica la sua
esperienza teatrale, le sue conoscenze
e un interessante
e approfondito studio per portare alla
visione di tutti un progetto teatrale
unico nel suo genere, ci riempie di
curiosità.
Come e quando è nata in te la voglia
di questo progetto su Don Giovanni?
Sono diversi anni che porto avanti, con
la mia Compagnia Mald’estro, un lavoro
sul linguaggio toscano. Ho cercato
di sondare l’animo e il modo di pensare
e di fare di quella che è la nostra toscanità,
l’ho unito alla materia teatrale
e ho portato in scena Maledetti Toscani,
la Mandragola e per ultimo Pluto di
Aristofane, che ho ambientato in epoca
etrusca, Il malato immaginario e Il
Tartufo di Molière, Sogno di una notte
di mezza estate e La dodicesima notte
di Shakespeare, e adesso
Don Giovanni. In un
continuo percorso alla ricerca
delle influenze che
la nostra lingua ha avuto
su tante altre lingue straniere,
non quella becera
imbastardita ma al contrario
una lingua che grazie
a Dante, Boccaccio e
a tanti altri si è distinta
per essere la madre non
solo della lingua italiana.
Molière, senza i comici
della Commedia dell’Arte,
non avrebbe scritto
i suoi capolavori e non
avrebbe inventato il teatro
moderno. Fiorilli, suo
maestro, dopo Marinelli
e Andreini, aveva contribuito
a far radicare il
teatro italiano in Francia.
E Shakespeare dalla Bisbetica
domata a Otello e a Misura per
Misura si ispirò alle novelle di Giovan
Battista Giraldi e La dodicesima notte
fu rappresentata a Siena, sembra
scritta dall’Accademia degli Intronati,
settanta anni prima di lui. Senza tralasciare
la politica e tanto altro della nostra
toscanità nel mondo.
E Don Giovanni?
Don Giovanni è in linea con quello che
abbiamo fatto fino ad ora. Continuando
la ricerca, ho trovato tante assonanze
tra la figura di Molière e quella
di Luigi Del Buono, straordinario artista
fiorentino, famoso accademico e
scrittore vissuto tra la seconda metà
del Settecento e gli inizi dell’Ottocento,
volle creare una maschera che
avesse un “carattere” tutto fiorentino,
tradizionalista, plebeo, dall’umorismo
sapido: Stenterello. Purtroppo si sono
perse gran parte delle sue commedie,
delle quali, dopo l’alluvione del 1884,
ne restano soltanto tre e Don Giovanni
non è tra queste, ma Del Buono,
avendo frequentato il salotto letterario
di “Corilla Olimpica”, conobbe probabilmente
il giovane Mozart. Nel Don
Giovanni di Molière troviamo la figura
del servo Sganarello, creata probabilmente
sulla falsariga delle maschere
del teatro italiano. Il mio Don Giovanni
lo ambiento a Firenze e sostituisco
al ruolo del servo la maschera dello
Stenterello di Del Buono.
Quando potremo vedere la tua nuova
“creatura”?
Avremmo dovuto rappresentarlo il
prossimo 9 aprile al Consolato francese
ma vista la “clausura” per il Covid19,
è stato rimandato a data da
destinarsi. Forniremo notizie in merito
sulla nostra pagina Facebook: Compagnia
Mald’estro.
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ALESSANDRO CALONACI