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La Toscana Nuova maggio 2020

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Spunti di critica

Fotografica

A cura di

Nicola Crisci e Maria Grazia Dainelli

Lucien Clergue

Il percorso di un’anima tra luci ed ombre

di Nicola Crisci / foto Lucien Clergue

Nato il 14 agosto del 1934 ad

Arles, in Provenza, alla fine

della guerra Lucien Clergue

scopre con grande sofferenza che un

terzo della sua città era stato distrutto.

A differenza di Robert Doisneau,

che nei suoi scatti lascia intravedere

un mondo lontano dalla verità con le

modelle abbracciate sui balconi parigini,

Clergue trasferisce in fotografia

il ricordo di un’infanzia difficile

e dolorosa. Cimiteri, rovine, cadaveri

di uccelli sulle rive del Rodano,

soggetti che raccontano la sua malinconia,

giustificando il bisogno di

trovare ispirazione in mezzo alle case

bombardate e nelle arene, quest’ultime

metafora dell’eterna lotta tra vita

e morte, tra il trionfo del matador e

la triste sorte del toro. Fondamentale

l’incontro con Pablo Picasso che

lo stimola a fotografare circensi,

acrobati e arlecchini e lo introduce

nell’ambiente artistico francese

dell’epoca. Abbandonati i soggetti

drammatici dei primi anni, inizia a fotografare

modelle nude adagiate sulla

sabbia e in riva al mare, trasformando

i loro corpi senza volto in simboli

di vita, fertilità e sessualità. Più tardi,

a New York, si cimenta in quello che

sarebbe poi divenuto uno

dei suoi lavori più celebri,

la serie dei “nudi zebrati”,

così definiti per

l’effetto ottenuto facendo

filtrare la luce attraverso

le veneziane, in modo

da “disegnare” sulla pelle

strisce luminose e in ombra,

proprio come in un

manto zebrato. Dal 1965

si dedica ad immortalare

il paesaggio della Camargue

a lui particolarmente

caro, tanto che nel 1976

gli dedica il libro fotografico

Camargue Secrète,

affidando alle immagini

il compito di restituire la poesia

di quei luoghi. Ispirandosi

all'astrazione di Edward

Weston, Ansel Adams e Minor

White, semplifica il paesaggio

in forme ed ombre per

suggerire all’osservatore, con

grande tensione emotiva, una

meditazione sulla vita e sulla

morte. Nel 1969, insieme allo

scrittore Michael Tournier e al

direttore del Musée Réattu di

Arles Jean-Maurice Rouquette,

fonda ad Arles il festival

Rencontres Internationale

de la Photographie, ricoprendo

il ruolo di direttore

artistico per ben 25 anni.

Ancora oggi il festival

continua ad essere

un evento di grande richiamo

per i cultori della

fotografia, influendo

non poco questo settore

a livello globale.

Clergue è morto il 15

novembre 2014 a Nimens.

Le sue fotografie

sono conservate in diversi

musei del mondo.

Derechaze del cordobes (Nimes, 1965)

Il violinista (Arles, 1954)

Dalla serie Nudo zebrato

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LUCIEN CLERGUE

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