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Maggio

La Toscana Nuova maggio 2020

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Sfaccettature

fiorentine

Lo scoppio del carro

Storia di un'antica tradizione fiorentina riproposta ogni

anno per le festività pasquali

di Barbara Santoro

Essendo da poco trascorsa la

Pasqua, che quest'anno è stata

una domenica qualunque a

causa del Coronavirus, vale la pena

raccontare la storia dello “scoppio del

carro “. Questa cerimonia tutta fiorentina

che si svolge il giorno di Pasqua,

risale ai tempi della prima crociata indetta

per liberare il Santo Sepolcro dagli

infedeli. Goffredo di Buglione, duca

della Bassa Lorena, era il capo dei Crociati,

così chiamati perché portavano

una croce rossa cucita sulla spalla destra

della tunica bianca che ricopriva

l'armatura. Nel 1097 partirono per la

Palestina e due anni dopo assediarono

la città di Gerusalemme, riuscendo

Il carro pasquale detto "brindellone" (ph. courtesy tuscanyplanet.com)

ad espugnarla il 15 luglio del 1099. Si

racconta che il fiorentino Pazzino de’

Pazzi fu il primo che riuscì a salire sulle

mura della città santa e ad apporre

l'insegna bianca e rossa. Per questo

atto di coraggio, Goffredo di Buglione

gli donò tre schegge del Santo Sepolcro.

Al suo rientro a Firenze le tre pietre

furono inizialmente conservate nel

Palazzo dei Pazzi per poi essere consegnate

alla chiesa di Santa Maria Sopra

a Porta nel Mercato nuovo. Da qui passarono

nella chiesa di San Biagio fino

a quando la chiesa fu soppressa nel

1785. Le sacre reliquie vennero quindi

trasferite nella chiesa dei Santi Apostoli

dove tuttora sono gelosamente

conservate in un’apposita

urna. Gli storici tramandano

che, dopo la liberazione

di Gerusalemme, i crociati

nel giorno di sabato si radunarono

nella chiesa della

Resurrezione in devota

preghiera e consegnarono

a tutti i presenti il fuoco

benedetto come simbolo di

purificazione. Così questo

fuoco, che veniva acceso

con le scintille sprigionate

dallo sfregamento delle tre

schegge, era donato a tutti

i fiorentini in ricordo di

questo evento. Col passare

del tempo la festa divenne

sempre più articolata

ma non si sa con esattezza

quando nacque il vero e

proprio “scoppio del carro”,

probabilmente alla fine

del Trecento. Il fuoco

santo veniva trasportato

con un carro − dove su un

tripode venivano accesi i

carboni − e poi distribuito

al popolo fiorentino. Quan-

do la famiglia dei Pazzi fu cacciata dalla

città a seguito della famosa congiura

ordita contro i Medici nel 1478, la Repubblica

decise di passare i festeggiamenti

ai consoli dell'Arte maggiore

di Calimala, che erano anche gli amministratori

del battistero di San Giovanni.

Quando nel 1494, scossa dalla

predicazione del frate domenicano Girolamo

Savonarola, la città cacciò i

Medici da Firenze, una provvisione governativa

restituì alla famiglia dei Pazzi

gli antichi privilegi, compreso quello

dell'organizzazione dello scoppio

del carro. Inizialmente questo carro

era molto semplice, ma a causa delle

deflagrazioni e delle fiammate che

ogni anno sopportava, alla fine della

cerimonia doveva essere ripristinato o

rifatto nuovo. Così si decise di allestire

un carro grande di tipo trionfale a tre

ripiani chiamato “brindellone” trainato

da due coppie di buoi e posizionato fra

il battistero e la cattedrale. Ancora oggi,

al canto del “Gloria”, l'arcivescovo

accende un razzo a forma di colomba

(la colombina) che tramite una fune di

ferro percorre tutta la navata centrale

del duomo e, raggiunto il carro all'esterno,

lo fa scoppiare accendendo

tutti i mortaretti e i fuochi d’artificio. La

sagoma del “brindellone”, così chiamato

per l’andatura lenta e scomposta,

scompare per qualche momento alla

vista in un caleidoscopico gioco di colori

viola, rosa, rosso, verde, bianco e

blu, mentre un denso fumo lo avvolge

e rumorosi scoppi colpiscono le orecchie

degli astanti. La colombina deve

poi tornare indietro all'altare maggiore

da dove è partita altrimenti si pensa

che il raccolto dell'anno non avrà buoni

auspici. Una festa molto sentita dai

fiorentini e accolta felicemente dai tanti

turisti che arrivano in città un po’ da

tutte le parti del mondo.

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LO SCOPPIO DEL CARRO

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