TOP WOMEN 2018 DONNA IMPRESA MAGAZINE
DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani.
LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE:
ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU
- LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA
La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.
DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani.
LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE:
ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU
- LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA
La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.
DONNA IMPRESA MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA - BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA - VENEZIA - PESCARAAOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI - PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALYDONNAwww.donnaimpresa.comconviene.a cura di Valeriana MarianiE non è solo faccenda di giustizia sociale, una questionepolitica, conviene perché le donne aumentando l’occupazione femminileaumentano i guadagni delle imprese, il Pil, e le nascite. Ma l’Italia non sembraessersene accorta: con meno di una donna su cinque al lavoro, è in codaall’Europa. È un ritardo che paghiamo, visto che le lavoratrici sono più produttive,e garantiscono quindi maggiori guadagni alle aziende. A dirlo, dati alla mano,è il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che, coralmente al rapportopubblicato a febbraio di quest’anno dallo storico centro studi americano PetersonInstitute for International Economics, quantifica anch’esso l'impatto positivodi una dirigenza al femminile, prendendo in esame due milioni di aziende intutta Europa. Una donna in più al vertice di un'azienda migliora dunque la suaperformance finanziaria.Valeriana MarianiAMMINISTRATORE World Service s.a.s. la comunicazione pensata - EDITORE Donna Impresa Magazine - PRESIDENTE NAZIONALE Donna Impresa - PRESIDENTE Aziende AssociatePRESIDENTE Di.Donna International International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities - www.donnaimpresa.com
- Page 2 and 3: www.donnaimpresa.comESISTEUN POTERE
- Page 4 and 5: MICHELA MURGIA La via "femminile" a
- Page 6 and 7: sono con noi:GALLUCCIMONTEURANOExEM
- Page 8 and 9: Dalla cultura del no alla cultura d
- Page 10 and 11: MIRTA MERLINO RAI2La sua carriera i
- Page 12 and 13: riconoscimento assegnato a 10 giorn
- Page 14 and 15: che riscuote grande successo per nu
DONNA IMPRESA MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA - BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA - VENEZIA - PESCARA
AOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI - PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALY
DONNA
www.donnaimpresa.com
conviene.
a cura di Valeriana Mariani
E non è solo faccenda di giustizia sociale, una questione
politica, conviene perché le donne aumentando l’occupazione femminile
aumentano i guadagni delle imprese, il Pil, e le nascite. Ma l’Italia non sembra
essersene accorta: con meno di una donna su cinque al lavoro, è in coda
all’Europa. È un ritardo che paghiamo, visto che le lavoratrici sono più produttive,
e garantiscono quindi maggiori guadagni alle aziende. A dirlo, dati alla mano,
è il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che, coralmente al rapporto
pubblicato a febbraio di quest’anno dallo storico centro studi americano Peterson
Institute for International Economics, quantifica anch’esso l'impatto positivo
di una dirigenza al femminile, prendendo in esame due milioni di aziende in
tutta Europa. Una donna in più al vertice di un'azienda migliora dunque la sua
performance finanziaria.
Valeriana Mariani
AMMINISTRATORE World Service s.a.s. la comunicazione pensata - EDITORE Donna Impresa Magazine - PRESIDENTE NAZIONALE Donna Impresa - PRESIDENTE Aziende Associate
PRESIDENTE Di.Donna International International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities - www.donnaimpresa.com
www.donnaimpresa.com
ESISTE
UN POTERE
FEMMINILE?
NO
NONANCORA,
MAESISTE
CERTAMENTE
UNAVIA
FEMMINILE
AL POTERE.
www.donnaimpresa.com
La conclusione?
Presto detto:
sostituire un uomo con una collega,
nelle direzioni o all’interno dei
consigli di amministrazione, porta
una redditività maggiore.
Uno dei più grandi ritardi del nostro Paese è quello dell'occupazione
femminile. Che va superato. Perché le ricerche oggigiorno lo
dimostrano: più potere alle donne nelle aziende vuol dire più profitti,
ma anche più crescita per l'intero Stato, perfino più figli. Ma l'Italia è in
coda alle classifiche europee. Ecco cosa bisogna fare. Subitoacità di
apprendere e semplificare, di trovare soluzioni e condividerle con gli
altri.
Unlocking female employment potential in Europe (Ovvero: Liberare il
potenziale di occupazione femminile in Europa) è un rapporto che riflette su quanto i paesi
del vecchio continente, malati di bassa crescita, potrebbero ancora ricavare benefici
dall'aumento del lavoro femminile e su quanto i governi dovrebbero fare per favorire, con
politiche attive o togliendo ostacoli, tale processo. Problema particolarmente acuto in
Europa, dove nonostante un forte sentimento di uguaglianza tra i sessi, l'evoluzione delle
regole sociali e l'aumento delle opportunità senza discriminazione di genere, il gap tra uomini
e donne nel lavoro ha smesso di chiudersi, e resta sempre troppo grande. Cosa è successo
negli ultimi anni? Due profondi fattori di rallentamento hanno paralizzato il cammino del
continente europeo: uno è stato la crisi economica, l'altro il fattore demografico, con le
nascite in netto calo e una popolazione sempre più vecchia e longeva, e dunque con la
prospettiva di meno occupati attivi e di più pensionati bisognosi di cure di lunga durata. Il
tutto, condito con una produttività in calo e senza prospettive di ripresa. In questo quadro,
l'unica grande risorsa che non ha ancora sviluppato appieno il proprio potenziale sono le
donne. Percentuali maggiormente confortanti in Europa a cominciare dalla Lituania dove
hanno già scelto di lavorare tutte, e c'è la totale parità nel tasso di attività maschile e
femminile, in Svezia e Norvegia dove il gap è solo del 5 per cento. Fanalino di coda l’Italia
dove invece il tasso di partecipazione femminile si ferma al 60-65 per cento. Determinanti in
tal caso il retroscena culturale e familiare ed il livello di istruzione delle donne ... (continua)
ma anche, e soprattutto, una non ancora incisiva
azione di convincimento di alcune politiche attive
che i governi possono mettere in campo. Per
esempio le tasse. Oggi molti paesi considerano
l'importanza di non tassare eccessivamente il
secondo reddito familiare (tipicamente quello
della moglie), come pure di sostituire i sussidi
familiari con altri tipi di sostegno, come quello di
servizi per assistere i bambini durante l'assenza
materna, o la concessione di un congruo
periodo di assenza dal lavoro per badare ai figli
(congruo, non eccessivo, perché quando
l'assenza dal lavoro si protrae troppo, fa l'effetto
opposto, cioè rende più difficile il ritorno sul
luogo di lavoro: il periodo massimo considerato
ideale, dice il rapporto, è di 140 settimane). Su
tutti questi fronti l'Europa marcia a diverse
velocità, ma marcia. E infatti ha ottenuto i suoi
effetti. Anche se molte donne che lavorano
optano per il part-time. Una conquista, il tempo
ridotto? Mica tanto. Secondo lo studio, spesso
paesi con alti tassi di lavoro femminile
mascherano un forte tasso di lavoro part-time. In
Olanda, dove c'è un alto tasso di partecipazione
femminile al lavoro, metà delle donne occupate
lavora a metà tempo; in Germania le donne
lavorano 30 ore contro lo 40 degli uomini. E
questo taglia loro molte possibilità di carriera. È
dimostrato, dice lo studio, che esiste un nesso
negativo tra part-time e miglioramenti nel
percorso lavorativo. Ed è proprio nel salire la
scala gerarchica in azienda che la donna
incontra più problemi. Mentre negli ultimi
trent'anni tante donne sono entrate nel mondo
del lavoro, resta ancora sparuto il gruppo di
quelle che raggiungono il vertice. Forse perché
nessuno ha quantificato i benefici della loro
presenza nella stanza dei bottoni. La cosa più
sorprendente dello studio del Fmi riguarda in
effetti proprio la misurazione dell'impatto
femminile sulla performance aziendale. Impatto
intuito ma mai dimostrato per la mancanza di
dati abbastanza rappresentativi (si utilizzavano
solo le società quotate i Borsa nei diversi paesi,
un universo troppo ristretto). Ora questi dati
sono reali, e gli autori dello studio dell'FMI li
usano: si tratta dei risultati finanziari di due
milioni di aziende in tutta Europa. Ebbene,
l'evidenza empirica di questi dati suggerisce
l'esistenza di un rapporto tra la performance
dell'azienda e la presenza di donne al vertice.
L'analisi svela che le aziende con una presenza
più numerosa di donne nelle posizioni
professionali “senior”, hanno una redditività più
alta. Di più: per ogni donna che sale ai livelli
superiori del management o che entra nel board,
cioè nel consiglio d'amministrazione, il profitto
della società cresce di 8-13 punti base (cioè lo
0,08/0,13 per cento). E questo effetto donna è
particolarmente vero e visibile nelle aziende con
una presenza femminile nella forza lavoro come
il settore dei servizi, o in quelle dove è
necessaria capacità creativa e innovativa, come
il settore high tech e dove è importante avere
un'alta specializzazione. L'ingresso di una
donna nella stanza dei bottoni vuol dire un
incremento della redditività di 20 punti base (lo
0,20 per cento). Parola di Fmi. In Italia, così
come in molti altri paesi, la presenza femminile
nei consigli d'amministrazione delle società
quotate è stata regolata. Ma qui si parla di un
fenomeno di tipo economico, non di una
questione legata alla parità di genere: il valore di
una donna che gestisce un'attività, per le
caratteristiche intellettuali e creative di cui è
portatrice, corrisponde a un numero preciso, che
si traduce in un beneficio nel bilancio. È per
questo che Christine Lagarde va plaudita: d'ora
in avanti i signori della governance dovranno
spiegare ad azionisti e dipendenti perché non
fanno spazio alle quote rosa, che sono state
riconosciute, finalmente, un fattore di
competitività.
Se agli uomini è concesso
focalizzarsi sui loro obiettivi,
dalle donne i capi si aspettano
innanzi tutto gentilezza e
fedeltà. Facciamo che accada il
contrario.
Chi si prende
cura di chi.
“Femminilizzare” i luoghi di
lavoro e “maschilizzare” quelli
domestici: si può. Donne,
lavoro, natalità: tre leggi da fare
subito.
Asili nido, congedi parentali, incentivi nelle
aziende. Ecco dove la politica può e deve
intervenire per far guadagnare tutto il Paese! Ma
la politica, lo sappiamo, si riempie spesso la
bocca di parità fra i generi poi però,
concretamente, fa poco. Ecco tre interventi che
dovrebbero essere approvati subito.
1) Pagate i papà per stare a casa
con i figli
In Italia i neo-papà vengono retribuiti al cento per
cento per due soli giorni. Siamo in fondo alla
classifica europea. Al Senato è fermo da
novembre un disegno di legge che propone di
portarli a 15. Sarebbe certamente un passo
avanti per la parità, ma non è forse la prima
misura necessaria per riportare le madri al
lavoro.
2) AUMENTATE GLI ASILI NIDO
Gli asili nido servono innanzitutto ai bambini: avranno voti più alti a scuola, stando a quanto
affermano le ricerche. Ma servono soprattutto molto anche alle mamme: sono un servizio essenziale
per permettere loro di rientrare al lavoro, di ricominciare a seguire la carriera.
3) DATE COMPETENZE E INCENTIVI
Aiuti alle imprese che introducono regimi di orario flessibili; contributi alle lavoratrici autonome che
assumono una co-manager nei periodi di assenza; consulenze alle aziende per migliorare la
gestione della maternità, riorganizzandosi; formazione per le non laureate; corsi motivazionali e di
orientamento per le giovani che vogliono rientrare nel mercato del lavoro dopo la maternità.
www.donnaimpresa.com
L’uguaglianza nella
differenza: casi
virtuosi.
ADELE NARDULLI lo dice per esperienza. Trent’anni fa ha fondato a Milano insieme a Laura Gori la
Trans-Edit, una piccola società che offre traduzioni e interpreti in tutto il mondo. Con una caratteristica:
dei suoi venticinque dipendenti, venti
sono donne. Assunte come
manager, grafici, contabili,
commerciali. Mestieri che in Italia
vengono svolti solitamente da
uomini. Alla Trans-Edit no, sono al
femminile. Adele e Laura sono
riuscite a coniugare il modello di
business per avanzati sistemi di
traduzione linguistica e sostenibilità
aziendale con servizi aziendali per la
sostenibilità del lavoro (flessibilità,
welfare aziendale per il benessere e
la felicità del personale). Per
consentire infatti alle proprie
dipendenti di dare il massimo in
ufficio, le due titolari garantiscono la
palestra gratuita; una stanza per la
fisioterapia; l’asilo nido, il part-time
su richiesta e la possibilità di
lavorare da casa. Senza tralasciare i
cosiddetti servizi salvatempo: dalla
frutta alla parrucchiera, a prezzi
convenzionati, utilizzabili su richiesta
in azienda. “Tutto questo ha un
costo per noi, certo. Ma è un costo
ampiamente ripagato dalla
produttività delle nostre dipendenti»,
assicura Adele Nardulli. Se lo ha
fatto una piccola impresa come la
nostra, senza aiuti, perché mai non
potrebbe farlo il governo?”
MICHELA MURGIA La via "femminile" al
potere può migliorare anche i maschi.
Processi partecipativi, e non autoritari.
Partendo dai comitati di resistenza
territoriale. Includendo, e non isolando i
più deboli. L'autrice interviene nel dibattito
de l' Espresso sul rapporto fra donne e
ruoli di vertice “Ai confini del potere forte,
dove ci sono i poteri deboli, le logiche
sono meno gerarchiche e più reticolaridice
– ed è lì che nascono movimenti
collettivi e nuove forme di organizzazione
sociale, perché quando si è tutti fragili ci
si teme di meno. Le donne che hanno
vissuto questa esperienza sanno come
replicarla per dare vita a un potere non
più sottrattivo, ma generativo, e offrire a
tutti - maschi compresi - l’opportunità di
essere potenti insieme, anziché uno
contro l’altro. Esiste un processo, riassunto nel termine intraducibile di empowerment, che mostra
che non c’è bisogno di portarlo via a qualcuno, perché il potere i deboli se lo danno da sé
riconoscendolo e
riconoscendosi”.
ANNA AMATI Architetto,
mamma di tre adolescenti, oggi
fa parte del Consiglio direttivo di
Italia Startup ed è coordinatore
italiano della Kaufmann
Foundation. Da oltre un
ventennio si occupa di venture
capital e progetta incubatori e
parchi scientifici. “Se non si
aiutano i giovani si muore”, ha
dichiarato Anna in una intervista
che la celebrava per aver
portato per la prima volta in Italia
il Global Entrepreneurship
Congress.
ORNELLA BARRA Si contano sulle dita di una mano i nomi italiani di donne ai vertici di aziende
straniere. Tra questi c'è senz'altro quello di Ornella Barra, Vicepresidente di Walgreens Boots
Alliance e Presidente e Chief executive di Global Wholesale and International Retail. Ornella è
una delle donne più potenti nel mondo degli affari dell'area EMEA (Europa, Medio Oriente e
Africa). Ad attestarlo è la classifica redatta da Fortune nel settembre del 2015, in cui proprio lei,
insieme a Marina Berlusconi
rappresentava il nostro Paese,
precisamente alla quinta posizione.
E' considerata la signora di ferro
della farmaceutica, proprio per la
sua mansione all'interno della
Pharmaceutical Wholesale
Division, che opera sotto il brand
Alliance Healthcare, tra i più
importanti all'interno di Walgreens
Boots Alliance, tantodaaver
portato ad una vera e propria
rivoluzione nel concetto di
distribuzione, anche grazie alla
lunga serie di partnership varate,
con le quali è riuscita a sbarcare nei
mercati di Cina e Stati Uniti.
LILIANE BETTENCOURT non ha certo dovuto costruire tutto da
sola perché l’unica figlia di Eugène Shueller fondatore
dell’importante casa cosmetica L’ Oréal, di sicuro una delle più
grandi case di cosmetici al mondo. Nel 1957, sette anni dopo il
matrimonio con il politico Andrè Bettencourt dal quale ha preso il
cognome, impero L’Oreal passa all’unica figlia del fondatore. Il punto
di partenza le è stato favorevole, ma in seguito ciò che ha fatto la
differenza sono state una buona gestione economica e la
lungimiranza. Una donna che ha saputo sorprendere, anche grazie
a qualche scandalo, hanno fatto la loro buona parte. Parola d’ordine
“diversificare“: Liliane Bettencorut ha avuto la lungimiranza di siglare
importanti accordi che hanno portato i suoi prodotti ad allargare il
dominio sul mercato dei cosmetici.
www.donnaimpresa.com
www.donnaimpresa.com
MARINA
BERLUSCONI
Presidente di Fininvest
edi Mondadori,è
ancora una volta l’unica
manager alla guida di
un gruppo italiano
presente nella
prestigiosa classifica
delle donne più potenti
al mondo stilata della
rivista Fortune che
raggruppa dal 1988 le
50 donne della
comunità economica
internazionale che al di
fuori degli Stati Uniti si
sono fatte
maggiormente valere
nelle attività
imprenditoriali e
manageriali. Marina
non è dunque solo la
figlia del famoso
Cavaliere, ma ci ha
messo del suo e oggi,
al traguardo dei 50
anni, si può
tranquillamente scrivere
una biografia
emancipata della
signora senza cadere
nell'agiografia.
Soprattutto in questi
anni Marina ha
dimostrato una
indiscussa capacità nel
fendere i marosi della
crisi che si erano
abbattuti sulla
Mondadori e sull'impero
creato da Silvio
Berlusconi "Mondadori
è tornata all'utile e
prevede risultati in
significativa crescita nei
prossimi anni, genera
cassa – commenta -
con cui ha finanziato le
sue acquisizioni, dai
libri di Rizzoli al digitale
di Banzai media”. Sì,
perché mentre i marchi
gloriosi del made in
Italy escono
rovinosamente di
scena, fagocitati dai
colossi stranieri,
Mondadori è sfuggita a
questa regola di
mercato e invece di
essere ingoiata ha fatto
shopping.
sono con noi:
GALLUCCI
MONTEURANO
ExE
MONTEURANO
MARINELLI SRL (Mc)
MADE IN ITALY
dove siamo:
sono stati con noi:
Feber
ASSEMBLAGGIO FONDI
E
Camera
Regionale
della
Moda
Calabria
LAVORAZIONE CALZATURE
Studio Leasing
Villa Cesarina
OMEGA:MODEL
FERMO
O.M.M.
Camere di Commercio
d'Italia
Accademia di BelleArti Fidia
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per le Pari Oppurtunità
DONNA
IMPRESA
magazine
www.donnaimpresa.com
ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE
AND INDUSTRY in australia inc.
Assocamerestero
Associazione delle Camere
Italiane all'Estero
DONNAIMPRESA
magazine
PREMIERE
RADIO
J ack
WWW.DONNAIMPRESA.COM
Consiglio dell’Ordine Nazionale
dei TecnologiAlimentari
since 2005
International Association Women
Entrepreneurs and Business Leaders
Employment, Social Affaire & Equal
Opportunities
Presidenza della Repubblica ENIT ente nazionale del turismo EMIRATI ARABI UNITI
Federazione Nazionale dei
Cavalieri del Lavoro
Ministero degli Affari Esteri
IDI
Istituto Diplomatico
Internazionale
coversince 2006/2016
THE COVER 2015/2016
the cover 2006/2016 www.donnaimpresa.com
DONNE
che fanno notizia
BELLE E BRAVE A TUTTE LE ETÀ.
La comunicazione sociale assume più di ogni
altro tipo di comunicazione un valore etico. Per
sua stessa definizione essa si realizza nella
rappresentazione di valori, nello stimolare ad
agire in funzione di essi o semplicemente
promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad
essi. In questo senso assolve una funzione
strategica perché deve essere capace di operare
in una prospettiva di crescita della società nel
suo insieme, deve stimolare l’interlocutore
affinché si senta parte della comunità, e avverta
la comunità intorno a sé e allo stesso attivi
comportamenti solidali nei confronti degli altri.
La comunicazione sociale è questo ma non solo,
in società sempre più conflittuali caratterizzate
da un senso di incertezza molto profondo è
attraverso di essa che si deve essere in grado di
dare risposte concrete a coloro che in qualche
modo si sentono o sono fuori dalla società. I
cosiddetti “profughi” come li definisce Hugues
Lagrange: “Diventare un profugo significa
perdere i mezzi sui quali si basa l’esistenza
sociale, cioè un insieme ordinario di cose
persone con un loro significato: terra, casa,
villaggio, città, genitori, beni occupazioni e altri
punti di riferimento della quotidianità”. In questo
senso l’oggetto del comunicare è rappresentato
dall’idea, dal sistema di valori che può declinarsi
in azioni, comportamenti e servizi. Comunicare
ha pertanto una rilevanza centrale, il diritto
all’informazione, inteso in una triplice accezione
di diritto di informare, di informarsi e di essere
informato, ma anche come espressione del
diritto di cittadinanza, ossia come partecipazione
consapevole al processo decisionale pubblico. In
particolare il diffondersi dei mezzi di
Il valore del talento.
www.donnaimpresa.com
comunicazione di massa ha contribuito in
maniera significativa alla crescita della
consapevolezza dei cittadini e del diritto ad
informarsi. C’è dunque uno stretto rapporto tra
sviluppo sociale e formalizzazione giuridica,
tant’è vero che il diritto all’informazione è stato
legittimato giuridicamente grazie alla diffusione
dei media. Infatti, è possibile individuare i principi
costituzionali che sono alla base di questo diritto,
ossia: l’inviolabilità dei diritti, la democrazia,
l’uguaglianza formale sostanziale tra i cittadini, la
partecipazione alla vita democratica, il diritto al
voto. Mentre il diritto ad essere informati non ha
trovato in Italia una sua legittimazione in una
norma specifica, ciò ha ritardato lo sviluppo e la
diffusione della comunicazione pubblica e quindi
di quella sociale. Ma come comunicare il
sociale? A differenza delle altre nazioni europee,
dove invece tale diritto è tutelato
costituzionalmente, hanno via via scoperto
l’importanza della comunicazione e soprattutto
della riflessione sulla stessa. Conviene a questo
riguardo ricordare come l’inizio del dibattito sulla
comunicazione di pubblica utilità è da far risalire
agli inizi degli anni ’80, con lo sviluppo del
servizio radiotelevisivo che anticipò, in qualche
modo, quello successivo sulla comunicazione
dell’istituzione pubblica. Lo sviluppo dei canali di
comunicazione commerciali incrementò in modo
significativo l’offerta e di conseguenza la
domanda di comunicazione. Inoltre si assistette
ad una evoluzione del clima politico e culturale,
con il riconoscimento della positività del ruolo del
sistema delle imprese e l’emergere di una
maggiore attenzione socio-culturale incentrata
sui bisogni dell’individuo. Di conseguenza
aumentò la produzione di comunicazione,
sostenuta in proporzioni sempre più rilevanti
dalle entrate pubblicitarie. Questo il quadro
generale che diede l’impulso alla nascita del
dibattito sulla modalità di riformulare il rapporto
tra pubblica amministrazione e cittadini; non
ultima in ordine di importanza, nel promuovere
tale dibattito, la volontà politica di fornire aiuti al
sistema dei mezzi di comunicazione di massa.
La professione del giornalista ha conosciuto
profonde evoluzioni ed in questa esplosione
degli universi giornalistici ma qualunque sia
l’universo giornalistico in cui opera il suo ruolo
rimane sempre lo stesso: quello di mediatore tra
un pubblico e una realtà. Occorre dire anche che
se il giornalismo è indubbiamente una
professione affascinante e brillante, essa ha il
dovere, prima di tutto, di affermare la necessità
del coraggio, della tenacia, della combattività,
dell’esigenza di indagare, indipendentemente da
quali siano le difficoltà e quali siano le tentazioni
di cedere immediatezza ed alla spettacolarità. La
bravura infatti non si misura soltanto nella qualità
dei testi, nell’efficacia della sintesi radiofonica o
nella felicità della selezione delle immagini e del
loro assemblaggio con il sonoro del reportage
televisivo, la qualità del lavoro emerge bensì
nell’efficacia con cui il/la giornalista testimone
diventa interprete delle attese e degli interessi
del pubblico. Comunicare, nella moderna
informazione (moderna non soltanto in relazione
alle tecnologie, ma anche alla maturità del
rapporto tra i media e la società esigente propria
delle democrazie evolute), non consiste in un
processo unidirezionale circa la trasmissione di
notizie, suoni e immagini, ma anche
nell’attenzione alla risposta del pubblico,
intuendone le esigenze e tenendo conto delle
reazioni, siano esse critiche o di consenso o di
commento. Il vero giornalismo è questo dunque.
Esso non si limita all’affinamento delle qualità
tecniche della professione ma si estende
all’acquisizione della coscienza del valore di
quanto accade rispetto al grado di evoluzione
della coscienza pubblica e agli obiettivi politicosociali
che la società si propone e sui quali la
società discute. C’è una fase importantissima
dell’attività professionale che precede il
momento della redazione degli articoli o della
edizione dei servizi radiotelevisivi e corrisponde
con la capacità di “leggere” la realtà, di
comprenderla alla luce delle attese del pubblico
al quale si rivolge. La cultura del pluralismo
rende di complesso il processo di avvicinamento
alla verità, comporta anche il confronto tra fonti
diverse, ma soprattutto chiama in causa, con
quella dei giornalisti, la responsabilità del
pubblico che deve ricevere criticamente le
informazioni ed esercitare il discernimento
necessario per una lettura “attiva”
dell’informazione. Massimo rispetto per il proprio
essere e per gli altri: una ricetta semplice, in
base all'assunto per il quale le immagini non
devono necessariamente servire a costruire un
significato altro da sé ma devono essere
significative di per sé. Solo le menti più lucide del
giornalismo moderno si ricordano che ci si
esprime in tal guisa, i pochi e le poche che lo
f(s)anno sono esempi che rendono l'esperienza
televisiva degna di essere vissuta, che mi
spingono ancora a plaudire.
Dalla cultura del no alla cultura del sì.
Esiste una stretta relazione tra informazione e democrazia.
Senza libertà di informazione, non può esserci democrazia.
L'informazione racconta il mondo e, di conseguenza,
determina l'esistenza o meno di realtà, persone,
avvenimenti. L'informazione può esaltare o distruggere,
può valorizzare, legittimare, dare potere come può
devalorizzare, delegittimare e negare potere.
L'informazione può mettere in crisi il giusto rapporto tra
istituzioni e cittadine e cittadini. Fare informazione vuol dire
responsabilità. Le donne sono oggetto di informazione e
operatrici dell'informazione. Ancora oggi però, alle soglie
del terzo millennio, l'immagine delle donne fornita dai mass
media non rispecchia la realtà femminile nel mondo. Alle
donne che fanno informazione dunque il compito di battere
le resistenze culturali che ostacolano e tengono in ombra la
nuova cultura delle donne. L'attenzione sui media è
parallela all'attenzione della rappresentanza politica: se
sono poche le donne nei luoghi decisionali, altrettanto
poche sono le donne rappresentate nelle loro qualità di
potere nei media. Da ciò si può desumere che il problema
centrale oggi è proprio quello del potere, inteso nella sua
valenza polisemantica. Recuperare l'ampiezza della parola
potere, della sua etimologia è particolarmente fertile: il
lessico potere deriva dal latino possa esse quindi,
letteralmente poter essere. Appare molto utile tenere
presente questo significato etimologico: potere essere è la
prima ed ineludibile forma di potere. Chi ha potere, in primo
luogo può essere, non si è mai data una persona che abbia
potere senza poter essere. Questa ricchezza semantica
aiuta molto bene a capire il cammino culturale dell'identità
di genere femminile. Tre verbi possono riassumere
l'avventura dell'emergere e affermarsi di questa identità:
fare, essere, potere. Le donne hanno sempre dovuto fare,
senza peraltro avere il diritto di essere. Il mio, e nostro,
raccontarle, vuole essere un contributo a questo cammino.
Valeriana Mariani
www.donnaimpresa.com
MARZIA RONCACCI RAI 2
Fra i volti più amati svetta in pole position il suo. Marzia avvince, diverte, intriga, invita all’ascolto. Ma
siamo già nell'Inenarrabile, ciascuno guardi coi propri occhi! Giornalista RAI e conduttrice del
programma di informazione Tg2 Insieme su Rai2, nasce a Roma, si laurea in Lettere e Filosofia e in
Geografia alla Sapienza di Roma, insegna
al liceo e scrive, scrive, scrive... Docente in
dizione, oltre all'inglese, impara la lingua
araba.Giornalista professionista, tanta
gavetta in radio, tv, giornali locali e nazionali.
" Esperienza On The Road - le piace dire -
una condizione necessaria per la nostra
professione!" Cresce in radio come inviata e
conduttrice delle news di RDS. Autrice di
programmi, passa in Tv, a Rai Due, poi al
Tg2 dove lavora nella redazione di Costume
e Società , Medicina 33, e ancora nella
redazione Interni, Esteri. Poi passa nella
redazione Economico-sindacale. Molte le
storie raccontate per Tg2 Storie. Vince il
Premio Media Price 2009 e il premio per la
Comunicazione e Salute 2010 da parte
della federazione diabete giovanile. A
dicembre 2013, nella sala del Campidoglio a
Roma, riceve dall’Ente del Turismo e dello
Spettacolo il premio Personalità Europea
2013 come giornalista. Successivamente,
l' 8 marzo 2014 riceve il Premio Donne
nella comunicazione, riconoscimento a
giornaliste che si sono distinte nella
comunicazione dei valori della donna nella società del lavoro e non solo. Modera Convegni e tavole
rotonde. Il suo motto "VOLERE È POTERE" . A lei, soprattutto, il suo pubblico riconosce una grande
dote: dare le notizie con partecipazione, pur restando ammirevolmente professionale. E' dotata di
grande intelligenza, fascino, caparbietà, professionalità, audacia e simpatia: un mix che le ha
consentito di essere sempre al top nell’esercizio di una professione, quella del giornalismo, mai
come oggi difficoltosa e incerta. Una donna non comune, Marzia, di quelle (rare) che cavalcano
l’onda dei tempi con singolare destrezza, con una indipendenza e ostinazione ammirevoli che ancora
oggi, molte donne moderne, non hanno, e non avranno forse mai. Il suo stile è molto colloquiale,
sincero, quasi che lei, dallo studio, ci stia offrendo un caffè, su di una terrazza affacciata sul mare,
mentre ci racconta la vita in tutte le sue sfumature. La sua carriera non è stata semplice: ha sempre
pagato il prezzo intero per tutto quello che ha avuto, ma l’ha fatto, come direbbe Sinatra " My Way". Il
nostro più sentito e sincero plauso!
TIZIANA PANELLA LA7
Nata a Napoli nel 1968 e cresciuta a San Paolo
Belsito, un comune dell'entroterra napoletano, a 18
anni, vince un premio letterario organizzato dal
settimanale L'Espresso e successivamente inizia
a collaborare con i quotidiani Il Giornale di Napoli
ed Il Mattino. Nel 1990 inizia a lavorare in
televisione, conducendo i telegiornali di varie
emittenti locali di Caserta e come inviata per il
TGR Campania della RAI. Nel 1992 torna alla
carta stampata con Visto. A partire dal 1994
ritorna in RAI per realizzare dei programmi come I
fatti vostri , Indagine e Chi l'ha visto? Segue da
inviata in Albania e Macedonia il conflitto in Kosovo. Nel 2001 lavora con Michele Santoro ne
Il Raggio Verde, in onda su Rai 2, e nel successivo programma di Sciuscià. Dal settembre
2001 lavora per LA7, dove conduce il telegiornale per tre anni. Nel febbraio 2003 diviene
giornalista professionista e dal novembre dello stesso anno si occupa anche della trasmissione
Orlando insieme a Susanna Schimperna, sempre su La7. Nel 2004 vince con Alessandra
Anzolini il 4° Festival Cinemambiente con un documentario sui rifiuti in Campania. Nel
settembre 2007 la Panella approda a Omnibus, un programma di LA7, come conduttrice del
Tema del giorno nella versione Omnibus Weekend, in onda appunto il fine settimana. Da
aprile 2008 conduce, nella fascia mattutina, il programma Le vite degli altri, 60 puntate di
biografie di personaggi famosi (replicato anche nell'estate 2011). Da ottobre 2010 a marzo
2011 ha condotto anche il magazine del TG LA7, Life. Dal 2011 conduce, ogni mattina su LA7,
il talk show Coffee Break in onda per quattro stagioni consecutive, in origine insieme ad
Enrico Vaime. A partire dalla stagione 2015 - 2016, e precisamente dal 26 ottobre, conduce un
nuovo contenitore pomeridiano su LA7 chiamato Tagadà. Una strada irta di difficoltà, quella di
Tiziana Panella; un territorio a dir poco sfavorevole - nel dominio incontrastato della Vita in
diretta e della D’Urso - alla profetica, ma affaticata, conquista del decimale d’audience, nei
pomeriggi di La7. Questa donna determinata e dal sorriso tagliente s’è presa dunque carico di
una missione audace: quella di conquistare una fascia d’ascolto inesistente. E ci è riuscita alla
grande, snocciolando una narrazione sempre maggiormente efficace nel tempo: servizi
trasversali che hanno riacceso il talk non urlato, che mostra piena maturità con il consenso del
pubblico. Così com’è oggi, Tagadà si attesta non solo come l’intrattenimento intelligente in
quella fascia oraria, ma bensì consacra la sua bella e brillante conduttrice dallo stile semplice
ma ricercato, come una delle protagoniste indiscusse del digitale terrestre e una delle
giornaliste più seguite da casa. Slogan del programma è "Il pomeriggio che non c'era..."
MARIA LATELLA SkyTg24
corrispondente per la Cecchi Gori Comunication (TMC-
TMC2) . Dal 2000 è redattrice della cronaca, prima a TMC2
conducendo anche il Flash, e poi a LA7, dove conduce
l'edizione del TG LA7 delle ore 13:30. Dal febbraio 2013
conduce TG LA7 Cronache. Bellissimo sguardo, capelli neri,
occhi verdi, corpo statuario, dice “Essere una bella donna in
televisione aiuta, certo, ma senza professionalità non vai da
nessuna parte. Discriminata in quanto donna? Mai
successo... La7 poi è un’isola felice: siamo quasi tutte donne”.
Se sono quasi tutti uomini è maschilismo, se sono quasi tutte
donne è? Un'oasi felice! Questo almeno sembra.
E' una giornalista, blogger e conduttrice televisiva italiana, attualmente fra le conduttrici di Sky
TG 24. Nata in Calabria, ha vissuto a Sabaudia per i suoi primi 18 anni e poi a Genova fino al
1990. E' lei, la giornalista multimediale dall’espressione d'intellettuale emancipata presente sul
web con il blog Tendenza Latella e una costante
attività su Twitter, ad essere, dal 2005, punto di
riferimento dell'informazione politica di SkyTg24 dove
conduce, ogni domenica, il suo programma
L'Intervista nel quale ospita autorevoli protagonisti
della politica, dell'economia e della cultura e per il
quale ha ricevuto il Premio Ischia come miglior
programma di attualità e politica. Il suo esordio in Tv
risale al lontano 1996 su Rai Tre con Dalle venti alle
venti, programma di informazione politica.
Successivamente, nel 1998 ha condotto, sempre su
Rai Tre , Salomone, un talk show di prima serata
dedicato ai temi della giustizia civile. Editorialista del
quotidiano romano Il Messaggero, fa parte del board
del Centro Studi Americani e del board Education
di Samsung. Ha lavorato per il gruppo Rizzoli-
Corriere della Sera per ventitré anni, prima inviata di
politica per il Corriere della Sera e poi direttore, dal
2005, del settimanale Anna. Nel 2006 guida la
trasformazione del periodico nel nuovo "A".
Maria
Latella è sposata con il pubblicitario inglese
Alasdhair Macgregor-Hastie Vice Presidente della
francese BETC ed è madre di una figlia femmina,
Alice, creative director a Berlino. Vive dividendosi tra Milano, Roma e Parigi. In una intervista
ha dichiarato “Smettiamola con l’arma impropria della bellezza: con i maschi dobbiamo giocare
alla pari” e come darle torto? Ad Majiora!
CRISTINA FANTONI SkyTg24
Laureata alla LUISS con una tesi sul Linguaggio verbale e
non verbale del calcio entra, nel 1996, nella redazione di
TMC Sport come conduttrice. Ha seguito come inviata due
edizioni dei Campionati Mondiali di Sci Alpino: quelli del 1997
al Sestriere e l'edizione del 1999 a Vail-Beaver Creek, nel
Colorado. In quella occasione conosce, e successivamente
sposerà, l'allora collega Carlo Vanzini. In ambito calcistico
segue come inviata i Mondiali di Francia e gli Europei di
Belgio-Olanda nel 2000, e negli anni successivi condurrà
settimanali e trasmissioni sportive. Entra quindi nella
redazione della neonata La7 per la conduzione delle ore
20:00 ma poi tornerà allo sport, sua grande passione. Oggi
lavora alla redazione sportiva di Milano di LA7 come inviata
ed è una delle conduttrici dell'edizione delle 13:30 del TG.
FEDERICA DE SANCTIS SkyTg24 mattina
Nata a Foligno (PG) nel 1974, si laurea con il massimo dei
voti in Scienze Politiche alla LUISS. Dal 1995 al 2000
collabora con riviste e quotidiani (tra cui Italia Oggi e La
Nazione). Nel 1999 per Rai International è autrice e
conduttrice del settimanale di attualità Sportello Italia, mentre
per Radiorai è autrice e conduttrice di Notturno italiano. Dal
1998 al 2000 è conduttrice per Italia Radio dove ricopre
anche il ruolo di inviato. Dal 2001 collabora con l'inserto I
Viaggi di Repubblica. Nel 2000 approda al canale satellitare
Stream come redattrice e conduttrice di Stream News. Dal
2003 è conduttrice del Tg24 di Sky, oltre che inviata e
curatrice di speciali. Sebbene la sua carriera inizia da
giovanissima, Federica dichiara di conservare sempre
l’emozione della prima volta. L’adrenalina alle stelle, la
commozione più sentita o la gioia più profonda traspaiono
nitide sul suo angelico volto che non tradisce emozioni e stati
d’animo, che non lesina sorrisi. Dice di sé stessa “Mi sveglio
ogni giorno alle 4.45 del mattino, figuriamoci se posso perdere
tempo a pensare come vestirmi... pantaloni, camicia e via.
Grazie al cielo ho un fidanzato molto paziente: non è facile
stare con qualcuno che deve andare a letto con le galline 5
sere a settimana”. Ciò vuol dire che se andiamo a letto con le
galline ci svegliamo da galli? Visti i suoi successi, sì.
BIANCA CATERINA BIZZARRI SkyTg24
Nata nel1967 e fiorentina d'adozione collabora, sin dal 1990
con molte emittenti locali regionali della Toscana come
redattrice e conduttrice delle edizioni del Tg. Nel 1999 diventa
www.donnaimpresa.com
MIRTA MERLINO RAI2
La sua carriera inizia nel 1994 per Mixer, su Rai 2 con Giovanni Minoli per
proporsi come autrice di talk show come Italia Maastricht , Mister Euro e La
storia siamo noi. Intanto, tra il 2002 e il 2003, è stata responsabile
dell'informazione di Rai Educational e l'anno successivo ospite fissa della
trasmissione Casa Raiuno, in qualità di esperta economica. Tra il 2005 e il
2008 è stata autrice e conduttrice del programma di informazione Economix
prodotto da Rai Educational: un'intervista di trenta minuti a un grande
personaggio della politica o dell'economia per affrontare i principali temi
suggeriti dall'attualità. Nel 2009 approda a La7, come autrice e conduttrice di
Effetto Domino, un approfondimento economico in onda in seconda serata
fino al 2011. E' ideatrice, autrice e conduttrice, sempre nell’anno 2011 per La7,
del programma
L'aria che tira: un
talk show in onda
al mattino dal
lunedì al venerdì.
Giunta alla quarta
edizione, la
trasmissione è
cresciuta in quanto
a programmazione,
arrivando a due ore
e mezza di diretta
al giorno rispetto ai
23 minuti iniziali
con un incremento
superiore al 100 %
degli ascolti solo
nell'ultimo anno.
Sull'onda dei suoi
successi,
nell'estate del 2014, la Merlino debutta in L'Aria che Tira Stasera, quattro
puntate in onda il lunedì: il programma arriva in prima serata, mentre prosegue
la programmazione del mattino. Nel 2015 pubblica con Rizzoli "Madri -
Perché saranno loro a cambiare il Paese", una raccolta di storie di mamme
famose e non: vere e proprie testimonianze di un quotidiano difficile, che fra
successi ed insuccessi, è risultato comunque essere significativamente
importante ai fini del cambiamento. Ha lavorato a lungo anche per la Radio,
conducendo, all'interno del programma di Rai Radio 2 , Alle Otto della Sera,
una serie di puntate sulla storia della moneta e, poi, sempre per Rai Radio 2,
una serie di venti puntate dedicate alle biografie degli uomini che hanno
cambiato la storia attraverso il denaro, dal titolo Re di Denari. Ha scritto per Il
Sole 24 Ore , Il Messaggero , Panorama , International Herald Tribune,
Liberation , Families in Business , Nord e Sud , Il Secolo XIX , Il Resto del
Carlino , La Gazzetta del Mezzogiorno. È stata autrice di un dizionario dei
termini comunitari, distribuito in 250.000 copie con i quotidiani Il Mattino e La
Gazzetta del Mezzogiorno. Moderatrice di numerosi convegni e incontri
pubblici, nel corso degli anni ha intervistato i principali attori internazionali
della vita politica ed economica. Myrta Merlino sa stare in video con eleganza
ed autorevolezza, ma ciò che concorrono al suo successo sono anche un bel
sorriso e un fisico che si fa notare “Se coltivi te stesso invece di coltivare il tuo
ruolo – dice - avrai una forza straordinaria” … parole sagge! La nostra vita
dipende da noi, non dimentichiamolo. La vita non accade; la vita risponde.
HELGA COSSU Sky Tg24
Inizia la sua carriera da giovanissima, lavorando come giornalista politica per
alcune testate del Basso Lazio. Passa subito alla televisione, facendo le
prime esperienze in alcune emittenti della Ciociaria, Teleuniverso e Roma
Uno. Nel 2008 passa alla conduzione di Sky TG 24 e successivamente
approda alla fortunata conduzione del tg. Un volto bello e naturale, il suo.
Quando la accusano di sorridere poco, risponde “Devo dare notizie, mica
fare la show girl!”. In effetti, nei sogni di bambina di Helga non c'era un
futuro da soubrette, bensì quello di fare del giornalismo la sua professione.
Cosa che le è riuscita ed anche alla grande! E’ il giusto compenso per non
aver mai abbandonato la sua ambizione, per non aver gettato le armi alle
prime difficoltà sebbene anche "cresciuta" dentro un sistema, quello
dell'informazione, che limita e finanche a volte, inibisce, una legittimazione.
Helga è la conferma che non bisogna mai desistere dallo studiare, dal
progettare, dal sognare. Una storia come questa ci fa bene ricordarla.
MIKAELA CALCAGNO Sport, Mediaset Premium
Iscritta all'Albo dei giornalisti professionisti dal 30 gennaio 2006, ha esordito
nel giornalismo sportivo televisivo nel 2002 per l'emittente Telenord di
Genova, affiancando il mitico Aldo Biscardi nella trasmissione Il Derby del
martedì. Nel dicembre 2003 è entrata a far parte del circuito dell'emittente
RomaUno Tv, dove è stata conduttrice del telegiornale e dove si è occupata
di calcio e basket. Sempre per la stessa emittente ha curato e realizzato
programmi sulle squadre di calcio romane, Roma e Lazio. Passata alle reti
Mediaset nel 2005, entra a far parte della redazione sportiva di Italia 1 e
appare nelle principali trasmissioni sportive dell'emittente, tra cui Studio
Sport e Domenica Stadio. Con l'avvento del digitale terrestre, a partire dal
2008 viene assegnata alle reti sportive a pagamento di Mediaset Premium,
dove si occupa della conduzione dei notiziari sportivi e di altre trasmissioni,
quali Serie A Live e Speciale Calciomercato, in onda su Premium Calcio.
Cresciuta a pane e sport fin da bambina, trascorreva i pomeriggi a
bordocampo con il padre allora presidente della squadra di Imperia. Quando
è approdata a Mediaset poco o niente le è importato del nutrito scetticismo
dei colleghi uomini: lei è andata per la sua strada con coraggio e fermezza
specializzandosi sulle proprie competenze, studiando, approfondendo,
diventando sempre più esperta della propria nicchia e dimostrando infine di
essere brava come loro. Anche molto più di loro. Onore al merito Mikaela!
STEFANIA PINNA SkyTg24
Classe 1980, di Macomer, è conduttrice televisiva per Sky tg24. Laureata in
Scienze della Comunicazione presso l’Università di Perugia, consegue un
Master in giornalismo all’Università degli Studi di Sassari. La sua prima
esperienza nel mondo del giornalismo risale al 2001 quando inizia a lavorare
come reporter per la redazione umbra de Il Messaggero. Nel 2006, invece,
il suo passaggio come stagista a Sky tg24: prima tre mesi nella redazione
romana, poi il rientro in Sardegna come corrispondente e solo un anno più
tardi, udite, udite, arriva il suo primo contratto con l’emittente televisiva di
Rupert Murdock. Iscritta all'albo dei giornalisti professionisti dal 2008 (ma
già pubblicista nel 2005), è felicemente sposata con il collega dell'Ansa
Federico Garimberti con il quale ha un bambino di quasi due anni. Il suo
motto? “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le
sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” E brava Stefania!.
www.donnaimpresa.com
SARA VARETTO Sky TgEconomia
E' direttrice di Sky TG24 conduttrice e autrice della
rubrica Economia di Sky TG24. Ha iniziato la carriera
giornalistica nel 1992, come redattore e conduttore per
il Giornale Radiotelevisivo Piemonte, diventando
giornalista professionista nel 2002. Dal 1998 al 1999
ha lavorato alla RAI nella trasmissione Italia
Maastricht, condotta da Alan Friedman, e per
Rainews. Nel 2000 sempre insieme ad Alan
Friedman fonda il sito di informazione miaeconomia.it,
che nel 2002 diventa anche un programma televisivo
su LA7; dirige inoltre, dal 2000 al 2007, la testata
Miaeconomia.com che comprende il sito
miaeconomia.it, il programma televisivo e progetti di
comunicazione in campo economico-finanziario per
aziende e istituzioni. Nel 2003 passa a Sky TG24,
dove è conduttore e autore della rubrica Economia fino
alla nomina di direttore. Ha vinto il Premio Tular
(2009) per la capacità di comunicare complesse e
importanti notizie di economia e il Premio Sulmona
(2013). E' sposata con il giornalista Salvo Sottile, da cui ha avuto due splendidi figli. Per affermarsi in
un mondo come quello del giornalismo economico, tradizionalmente maschile, c’è voluta tutta la sua
determinazione: “All’inizio gli ospiti mi guardavano, giovane e carina, e nei loro occhi leggevo il
pregiudizio – dice - Ma questa saprà di cosa parla? Poi aprivo bocca, e cambiavano espressione.
Grane da diretta? Un giorno aspettavamo due ospiti: uno perse l’aereo e l’altro era bloccato nel
traffico. Panico. Andai a braccio, ma se non conosci bene l’argomento sei fritto.
Beh, è andata bene.
La vera difficoltà sta nel tenere insieme lavoro e famiglia: quello sì, con due bambini di 4 e 2 anni,
Giuseppe e Maya. E la piccola è nata proprio quando è scoppiata la crisi finanziaria”. L’audience
intanto continua a premiarla per la sua abnegazione e la ricerca di trovare regole agili e condivise per
dare la maggiore attenzione possibile ai contenuti ed anche noi non possiamo esimerci dal
congratularci con lei. Ad essere una donna che si occupa ti tematiche economiche, e così bella e
giovane, c'è voluto e ci vuole molto coraggio, se si vive in un paese che non sancisce ancora la parità
LUCIA ANNUNZIATA Rai 3
Medaglia di merito per la scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Lucia Annunziata, premiata
con l’onorificenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Attualmente
è conduttrice del programma televisivo In 1/2 h in onda su Rai 3 ogni domenica, un programma
particolarmente seguito da giovani e adulti fino a 55 anni. Giornalista professionista dal 1976,
corrispondente dagli Stati Uniti prima per Il Manifesto e poi per La Repubblica per cui segue dal
1981 al 1988 l' America centrale e latina - tra gli altri eventi: la rivoluzione in Nicaragua, la guerra
civile del Salvador, l'invasione americana di
Grenada, la caduta del regime di Baby Doc
Duvalier in Haiti ed il terremoto del Messico. Per
La Repubblica diventa corrispondente dal
Medioriente, con base a Gerusalemme. Nel 1977
aveva appena 27 anni e lavorava già a Il
manifesto. Passa poi al Corriere della Sera nel
1993 e torna in USA. Nel corso del 1995 torna in
Italia e arriva in televisione, su RAI 3, con il
programma Linea tre. Dal 1996 al 1998 è
direttore del Tg3. Nel 2000 fonda e dirige
l'agenzia di stampa APBiscom, società che
nasce dalla Associated Press ed Ebiscom. Il
13 marzo 2003 diventa Presidente della RAI,
mandato che conserva fino al 4 maggio 2004,
data delle sue dimissioni. È stata la seconda donna presidente RAI, dopo Letizia Moratti (nel
1994). Dal 2004 è editorialista de La Stampa. È direttore responsabile di Aspenia, la rivista di
Aspen Institute Italia, in qualità di membro dell'esecutivo. Ha scritto i libri: Bassa intensità (ed.
Feltrinelli) , sul Salvador ; La crepa (ed. Rizzoli) , sulla frana di Sarno nel 1998; No (ed. Donzelli) ,
contro la seconda guerra in Iraq ; 1977 (ed. Einaudi) , sul movimento giovanile del 1977. Ha
ricevuto vari premi giornalistici, tra cui il Premiolino (il più importante riconoscimento
giornalistico italiano) ed il Saint Vincent. Nel 1993 le è conferita dalla Università di Harvard la
borsa di studio Nieman. Dal marzo 2011 conduce su Rai 3 la trasmissione Potere che si articola
in 6 puntate della durata di un'ora. Da settembre 2012 è il direttore di Huffington Post Italia e
dal gennaio 2013 conduce un nuovo programma televisivo, Leader. Nel 2014 le è stato conferito
presso la Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia USA. Sposata con il
giornalista americano Daniel Williams, ha una figlia, Antonia . Lucia Annunziata è atea. Amata
o non amata? Questo sembrerebbe essere il dilemma. Ma non lo è, in effetti a giudicare dalle
vendite dei libri e dagli ascolti. Sono in molti quelli che, dati alla mano, la amano, e la seguono.
Eppure lei non fa nulla per com-piacere; ciò a testimoniare che il suo mancato savoir fare non
lede minimamente la sua statura professionale: la sua grinta, determinazione e coraggio la
dicono lunga su quanto paghi l’essere autenticamente sé stessi nel confronto con il pubblico. A
tal proposito, chi non la ricorda in quel 13 marzo del 2006 quando, nel suo programma ½ h nel
pieno del dibattito per le elezioni politiche, è stata protagonista di un diverbio con l'allora
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che causa l'abbandono della trasmissione da parte
dell'allora premier? E chi non la ricorda anche in data 15 gennaio 2009 quando, ospite alla
trasmissione AnnoZero, abbandona lo studio in segno di sdegno nei confronti del conduttore
Michele Santoro accusandolo di aver impostato una trasmissione troppo filo-palestinese e in
segno di sdegno nei confronti del medesimo per aver definito "fesserie" le sue critiche? Come
non rammentare inoltre l’episodio del 23 febbraio del 2012 quando, durante la trasmissione su
internet Servizio Pubblico, condotta sempre da Michele Santoro, Lucia Annunziata dichiara:
"Adriano Celentano ha il diritto di dire quello che vuole e lo avrei difeso anche se avesse detto
che i gay sono da mandare al campo di sterminio?” Come non citare infine l'incontro-scontro con
Matteo Renzi in cui l' Annunziata redarguisce l'allora Premier con battute al vetriolo del tipo
"Con lei da questa parte (referendum) non andiamo da nessuna parte"? Nulla di retorico, nulla di
rituale dunque: Lucia Annunziata semplicemente “È”.
BIANCA BELLINGUER Rai 3
E' nominata nel 2009 direttrice del telegiornale di Rai 3 di cui ne manterrà la conduzione fino al
2016, sostituita, con molte polemiche, attualmente promette battaglia con il suo nuovo
programma, Carta Bianca sempre su Rai 3 . Bianca Maria nasce a Roma, il 9 dicembre 1959.
Primogenita dei quattro figli del leader del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer e di
L etizia Laurenti (gli altri fratelli sono Maria Stella , Marco e Laura, giornalista di TgCom24), si è
sposata in seconde nozze con il politico Luigi Manconi. Inizia a
lavorare ne Il Messaggero agli inizi degli anni ottanta e
contemporaneamente lavora a Mixer (1985) come redattrice,
entrando poi in pianta stabile nella redazione del TG3 dove
conduce l'edizione serale ininterrottamente dal 1991. Ha
presentato inoltre Primo Piano, rubrica di approfondimento della
stessa testata giornalistica su Rai 3. Nel gennaio del 2008 è stata
coinvolta in una polemica dichiarazione del presidente emerito
della Repubblica, Francesco Cossiga il quale, rispondendo ad
un intervistatore, aveva dichiarato di averla raccomandata
insieme ad altri giornalisti ( Giuseppe Fiori , Federica Sciarelli) al
fine di farle ottenere una posizione di maggior spessore all'interno
della Rai. Dichiarazioni prontamente smentite dalla Berlinguer
senza tuttavia intraprendere azioni legali nei confronti del
Senatore. Il 1º ottobre 2009 viene nominata direttrice del TG3. Si
insedia in data 12 ottobre. Il 24 settembre 2010 vince a Roma la
prima edizione del Premio di giornalismo L'isola che c'è,
www.donnaimpresa.com
riconoscimento assegnato a 10 giornalisti sardi, professionisti della carta stampata o della RAI -
Radiotelevisione italiana, che lavorano nella Capitale. Il 24 settembre 2011 si aggiudica il
Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione giornalismo. Da
direttrice continua a condurre (dopo un intervallo di qualche mese) l'edizione serale del TG3,
nonché l'approfondimento notturno Linea Notte. Dal 7 novembre 2016 conduce CartaBianca su
Rai 3 dall'ambivalente significato: è in effetti "una trasmissione che si appella all’urgente
desiderio di provare, di tentare, un percorso che rimetta al centro l’uomo nella sua eminente
valenza comunitaria e attraverso il quale la Berlinguer si prende una bella rivincita in termini di
share. Al suo esordio pronunciò quasi profeticamente: “È strano che sia io a dare la linea al Tg3,
ma mi ci abituerò” demarcando una velata (ma non troppo) ironia circa le traversie relative alla
sua sostituzione nel TG3.
MILENA GABANELLI Rai 3
Nata a Nibbiano il 9 giugno 1954, è
una giornalista e conduttrice
televisiva italiana. Opera come
freelance collaborando con la Rai a
programmi televisivi di inchiesta. Nei
primi anni novanta Milena Gabanelli
partecipa alla introduzione in Italia dei
nuovi canoni del videogiornalismo,
lavorando da sola con una
videocamera portatile (di pasoliniana
memoria), che crea uno stile più
diretto nelle interviste e in generale
nel modo di fare programmi televisivi.
Nel 1989 inizia la collaborazione per
la trasmissione di Giovanni Minoli
Speciale Mixer. Il suo primo lavoro è
la Cina delle zone economiche
speciali (1989), poi c'è il Vietnam, la
Cambogia. Nel 1990 realizza un
reportage sull'isola Pitcairn, dove
vivono tuttora i discendenti degli ammutinati del Bounty, e dove Milena risiede per un mese. Poi
c'è l' India dei venditori di reni, i deformi di Semipalatinsk (in Kazakhstan, dove per 40 anni si
sono fatti i test atomici), la yakuza giapponese. Come inviato di guerra si è recata in varie regioni
del mondo dove vi erano conflitti armati per documentare le atrocità commesse e la vita difficile
dei sopravvissuti. Tra queste: ex Jugoslavia , Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Nagorno
Karabakh, Mozambico, Somalia, Cecenia. È l'unica giornalista italiana ad aver messo piede, nel
1990, a Pitcairn, l'isola dove ancora vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty nel 1790.
Sua è la biografia del generale Võ Nguyên Giáp, raccontata da lui medesimo nel 1998. Nel
1994 Giovanni Minoli le offre di occuparsi di un programma sperimentale su Rai 2 Professione
Reporter, che fino al 1996 manda in onda i servizi realizzati dai neo-videogiornalisti. Il
programma ha metodi produttivi particolari: usa in parte mezzi interni (per la progettazione e
l'edizione del programma) e mezzi esterni, cioè l'acquisto dei servizi da autori freelance, che si
pagano le spese e lavorano in modo autonomo, pur sotto la supervisione di responsabili della
Rai. Nel 1997 nasce ufficialmente Report, in onda su Rai 3, all'epoca diretta da Giovanni
Minoli, di cui è autrice e conduttrice. Negli anni il programma è diventato il più noto format di
giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche
argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al
crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti. La trasmissione è stata anche soggetta a querele
a causa dei delicati argomenti trattati, ma a lei non importa se questo è lo scotto da pagare
nell’esercizio della verità. I giornalisti di Report, onesto ricordarli, sono: Sabrina Giannini,
Bernardo Iovene , Sigfrido Ranucci , Stefania Rimini , Alberto Nerazzini , Silvio Talarico,
Giuliano Marrucci , Paolo Mondani , Giovanna Boursier , Michele Buono , Piero Riccardi,
Emilio Casalini. Tra i problemi più grandi che ha avuto per le sue inchieste giornalistiche con
Report vi fu la polemica con le Ferrovie dello Stato, che le chiesero danni per 60 miliardi di
vecchie lire. Il 28 novembre 2016 conduce la sua ultima puntata di Report e, congedandosi con
il pubblico, annuncia con autentica commozione che la sua avventura in Report si conclude e
che sarà il suo co-autore Sigfrido Ranucci a succederla nella conduzione dell’amato
programma. Il suo rifiuto alla candidatura a Presidente della Repubblica? Penso che nessuno si
sia stupito più di tanto al suo diniego, d’altronde è proprio in quel suo ritenersi “inadeguata” al
ruolo di capo dello Stato che traspare la sua coerenza. Milena Gabanelli è una giornalista tosta,
una donna fuori dal branco, e come tale rivendica la sua estraneità a questo “Sistema Paese”
che ha ripetutamente ed aspramente criticato nel corso della sua ultima esperienza televisiva
privilegiando il restar fuori e magari chissà, il continuare (ce lo auguriamo), a condurre lo sguardo
delle persone laddove non stanno guardando.
LILLI GRUBER La7
Giornalista televisiva sin dai primi anni ottanta, ha condotto le principali edizioni del TGR, poi
TG2 e TG1, anche come inviata su importanti eventi come il crollo del muro di Berlino e la guerra
in Iraq. Dopo una esperienza politica dal 2004 al 2008 come euro parlamentare nella Lista Uniti
nell’Ulivo, si dimette per condurre la trasmissione Otto e mezzo tuttora in onda su LA7 ed è così
che Frau Dietlinde Gruber detta Lilli, da Bolzano , Alto Adige, continua a mietere successi
segnando risultati clamorosi per la media di La7 ma soprattutto rispetto alla media misera dei
talk show politici. Laureata a Venezia in lingue e letterature straniere, svolge il praticantato
giornalistico a Telebolzano e scrive per i quotidiani L' Adige e Alto Adige, quindi approda in RAI,
dapprima a Sender Bozen, il canale in lingua tedesca, poi, nei primi anni ottanta, alla redazione
di Bolzano del TGR T rentino-Alto Adige.
Nel 1986 passa al TG2 conducendo
l'edizione di mezza sera del telegiornale
e facendosi notare per lo stile
combattivo e per la postura di tre quarti,
inconsueta per quei tempi (il
mezzobusto era di consueto inquadrato
frontalmente). Nel 1989, su sua
specifica richiesta di fare l’inviata, ha
seguito per la RAI gli accadimenti che
hanno determinato il crollo del muro di
Berlino raccontandone la personale
esperienza sul campo nel suo primo
libro Quei giorni a Berlino, pubblicato
da Rai Eri e scritto insieme a Paolo
Borella. Dal 1990 è passata al TG1,
inizialmente occupandosi di politica
estera, per poi condurre l'edizione
principale delle 20, senza però mai
trascurare l'attività di inviata, e dunque recandosi spesso in territori coinvolti da conflitti, come le
guerre jugoslave, la guerra in Iraq (anche da questa esperienza ha tratto diversi saggi, pubblicati
dalla Rizzoli) e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nel 1994 ha esordito come conduttrice
presentando il programma giornalistico Al voto, al voto! , trasmesso dalla RAI in occasione della
campagna elettorale per le elezioni politiche di quell'anno. Nel 1997 riceve il Premio Nazionale
Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo. Ha collaborato inoltre con i quotidiani La Stampa e
Corriere della Sera. Sempre negli anni novanta è stata attiva anche all'estero, conducendo nel
1996 il settimanale Focus TV, in onda sulla tedesca Pro 7, e nel 1998 un talk show per SWF.
Per conto della CBS realizzerà in quegli anni una intervista-ritratto all'attrice Sophia Loren. La
www.donnaimpresa.com
sua denuncia della carenza di libertà d'informazione in Italia sotto il governo Berlusconi, nel
2004, fa sì che decida di lasciare la RAI per la politica candidandosi con la coalizione Uniti
nell'Ulivo alle elezioni per il Parlamento europeo. Capolista nelle circoscrizioni nord-est e centro,
risulta prima degli eletti in entrambe. In seguito si iscrisse al gruppo parlamentare del Partito
Socialista Europeo ed è stata presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del
Golfo; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione per le libertà
civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con l'Iran. Nel 2007, dopo un
iniziale diniego ad entrare nel Comitato promotore 14 ottobre del Partito Democratico, divenne
membro della Commissione per l'Etica, nominata dall' Assemblea Costituente Nazionale. Nel
settembre 2008 ha annunciato la conclusione dell'esperienza politica dimettendosi da
eurodeputata, sei mesi prima della fine della legislatura, rinunciando dunque al diritto alla
pensione. Torna all'attività giornalistica non tralasciando però l'attività come scrittrice; le sue più
recenti pubblicazioni sono in effetti i romanzi autobiografici Eredità e Tempesta e il saggio
Prigionieri dell'Islam (2016). Si è sposata a Montagna col giornalista francese Jacques
Charmelot. Una credibilità inattaccabile che ha conquistato nel corso di una lunga e prestigiosa
carriera, fatta di conduzioni del Tg1 di prima serata e di corrispondenze da zone di guerra e di
conflitto. Lilli Gruber rappresenta uno degli ultimi baluardi di un giornalismo televisivo
consapevole che il proprio ruolo nella società non è quello di disarcionare la politica, né tanto
meno di incentivare personalità narcisistiche, è bensì semplicemente quello di informare.
Autorevolezza invidiabile, ma mai primadonna, non permette neanche agli ospiti di diventarlo.
Quello che fa è comunicare al suo target (comunque di livello medio-alto) di cosa si sta parlando
non consentendo dunque agli ospiti mezze risposte, perdite di tempo e giri di parole interminabili.
È una anchorwoman all’americana, di altissimo spessore. Il suo prodotto televisivo e giornalistico è
di quelli laddove la narrazione degli eventi di questa epoca è sviscerata senza falsa retorica.
CONCITA DE GREGORIO RAI 3
Nasce a Pisa da madre spagnola e padre toscano di origini siciliane è poi cresciuta a Livorno. È
sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli. Durante gli anni
universitari inizia la professione nelle radio e TV locali toscane, entrando ne Il Tirreno nel 1985,
dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino,
Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 approda a la
Repubblica, dove si è occupata di cronaca e politica
interna. Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo
sangue, diario dei fatti del G8 di Genova, e un
racconto per la rivista letteraria di Adelphi. Nell’anno
2006 ha ancora pubblicato per Arnoldo Mondadori
Editore Una madre lo sa, tra i finalisti l'anno
successivo del Premio Bancarella. Nel luglio 2008
Concita è al centro di una curiosa polemica: la rivista
Prima Comunicazione rende note le anticipazioni di
una sua intervista in cui ammette di aver accettato la
proposta del neo editore de l'Unità, Renato Soru, di
diventare direttrice del quotidiano fondato da Antonio
Gramsci. Nella medesima intervista Concita De
Gregorio anticipa anche le linee guida della sua
direzione. La notizia palesa dissenso e clamore in
redazione: il comitato di redazione protesta contro la
via dell' annuncio del cambio di direttore attraverso
intervista. Il 22 agosto 2008 le viene ufficializzata la
nomina a direttrice de l'Unità, prima donna a ricoprire
tale incarico, che ha svolto fino al 7 luglio 2011
quando fa ritorno a la Repubblica. In data 25 aprile
2010 è stata insignita del Premio Renato Benedetto
Fabrizi. L'anno seguente pubblica il saggio Così è la
vita. Dal 23 settembre2013 al 27 maggio 2016
conduce su Rai 3 il programma di letteratura e cultura
Pane quotidiano. Fiorente la sua attività letteraria. Lei
incarna lo stereotipo di quello che noi donne chiediamo
a questa “Italia ridotta a bordello”. Poi si può giudicare
il suo operato, le sue idee, la sua figura pubblica, il suo
attivismo femminista e tanto altro, ma di certo non si
può negarle il valore che l’ha condotta ai posti più
ambiti del giornalismo nazionale. I vertici della sua
carriera sono alla direzione dell’organo dell’ex Partito
Comunista, dal ’91 privo di una corrente ideologica
rappresentata e rappresentativa, perlomeno con la
forza con cui si era contraddistinto sin dalla sua
fondazione. A l’Unità ha forse fallito, o per lo meno,
così si è detto. Ma questo è un tratto della normalità,
che nel caso della De Gregorio è risultato sin troppo
acclamato. "Direttrice con prole", si autoproclamava ai
tempi de l’ Unità. Normalità, appunto. Avrebbe dovuto
forse prendere le redini del quotidiano e liberarlo dalla
zavorra del passato, inutile e troppo di “sinistra per la
nostra sinistra”. Alcuni passi avanti sono stati fatti, in
tal senso, altri no. Sempre a cuore la situazione delle
donne nell’Italia, la ricordiamo in particolare per la sua
affermazione “Non tutte in fila per il Bunga Bunga” e
per il suo oltremodo lodevole intervento al Festival del
Giornalismo di Perugia del 2011, quando ha
analizzato la sua situazione di donna impiegata e attiva
nel settore giornalistico-televisivo: un intervento
significativo, testimone del reale “Quando io ho
cominciato questo lavoro, non mi ero mai posta il
problema di essere donna – disse - poi però è
cambiata la percezione e l’autopercezione nel genere
femminile soprattutto a causa dell’immagine della
donna dipinta dai media. Inoltre la crisi economica e la
mancanza di lavoro portano le ragazze a inseguire
modelli secondo cui, concedendo favori, si può
diventare ricchi e famosi”. Nulla di più vero, ma ciò
nonostante gli attacchi dal mondo femminista non
tardarono ad arrivare tacciando, quelle parole de la De
Gregorio, come “morali paternalistiche di una donna
vicina ai problemi delle donne che però appartengono
a un mondo lontano anni luce dal suo” e tralasciando
invece che i media hanno il compito e il dovere morale
di denunciare e dare voce ai fatti che accadono a
danno delle donne (episodi di maltrattamento, soprusi,
violenza) affinché queste imparino a riscattarsi. E
questo è grande, soprattutto in un Paese come il
nostro dove non è accolta (se non a parole) ancora
pienamente l'espressione di emancipazione di una
donna, men che mai l'ostentazione della propria
autorevolezza. Veri e propri gesti di rottura, i suoi,
pensieri messi a nudo senza conformismi di maniera,
in tv come nei suoi libri. Ed è per questo motivo che
donne come Concita sono necessarie.
CRISTINA PARODI RAI 1
Nasce ad Alessandria il 3 novembre 1964.
Giornalista, conduttrice televisiva e
scrittrice italiana, dopo l'esordio sulle
piccole reti TelePiccolo e Telereporter e
successivamente su Odeon TV, nel 1990
è passata a Mediaset dapprima alla
conduzione del programma sportivo
Calciomania insieme a Maurizio Mosca
e ricoprendo il ruolo di inviata per la
trasmissione Pressing, collaborando poi
successivamente con la nascente testata
giornalistica delle tre reti Mediaset, che
necessitava in quel frangente di un
maggior numero di giornalisti a causa
dello scoppio della prima Guerra del
Golfo. Nel 1992, insieme al direttore
Enrico Mentana, Clemente Mimun,
Lamberto Sposini e Cesara Buonamici,
ha lanciato la testata giornalistica di
Canale 5, il Tg5, di cui è stata, inutile dirlo,
certamente uno dei volti più amati dal
pubblico. Ha abbandonato il telegiornale
nel 1996 per condurre una trasmissione
prodotta dalla testata del Tg5, Verissimo,
in onda nel tardo pomeriggio su Canale 5
www.donnaimpresa.com
che riscuote grande successo per numerose
stagioni. Il programma è approdato anche in
prima serata per alcune puntate con un ciclo
intitolato Le storie di Verissimo. Ha
abbandonato la trasmissione solo nel 2005,
quando su richiesta del neo direttore della
testata Carlo Rossella è tornata al ruolo di
conduttrice del Tg5, nell'edizione principale
delle 20. Nel 1998 ha vinto ad Alghero il
Premio Nazionale Alghero Donna di
Letteratura e Giornalismo per la sezione
giornalismo. Durante i nove anni in cui ha
condotto Verissimo ha anche partecipato nel
2000 a Strano ma vero, con Gene
Gnocchi, e condotto il reality di Canale 5
The Bachelor - L'uomo dei sogni, andato
in onda nell'estate 2003. Ha inoltre
interpretato il ruolo di sé stessa nei film
comici Body Guards e Tutti gli uomini del
deficiente e ha presentato più volte il
concerto di Natale in Vaticano, in onda
consuetamente la vigilia di Natale in prima
serata su Canale 5, e alcune trasmissioni
evento come Concerto per l'Unione
Europea, Serata per i diritti umani , Donna
sotto le stelle e Un Papa di nome
Giovanni. Nel 2012 ha lasciato Mediaset ed
è passata a La7, dove già dal 2011 lavora la
sorella Benedetta: dal 10 settembre
conduce Cristina Parodi Live e Cristina
Parodi Cover. Successivamente è passata
in RAI nella primavera del 2013. Dal 20
dicembre 2013 al 10 gennaio 2014 conduce
su Rai 1, con Al Bano, il programma Così
lontani così vicini. Dall'8 settembre 2014
conduce La vita in diretta, storico
programma pomeridiano di Rai 1, insieme a
Marco Liorni. E’ sposata con Giorgio Gori
(attuale sindaco di Bergamo, allora direttore
di Canale 5 e successivamente fondatore
della Casa di produzione televisiva
Magnolia), con il quale vive sempre a
Bergamo insieme ai tre figli: Benedetta,
Alessandro e Angelica. È sorella di
Benedetta Parodi, conduttrice televisiva e
scrittrice, e di Roberto Parodi, scrittore e
giornalista. “ Lavoro in tv dal 1990 – ha
dichiarato in una intervista – eppure mi sento
coinvolta sempre come il primo giorno . Ho
realizzato il mio sogno , peccato solo non
essere riuscita negli anni ad essere vicina, ai
miei figli così come avrei voluto. Ho avuto
grandi sensi di colpa, come tante mamme.
Ma ci sono sempre stata con la testa, il
cuore e il telefono. E oggi i momenti che
passiamo insieme sono così belli che mi
ripagano di tanta fatica”. Ed anche noi le
auguriamo, così come è nei suoi desideri e
non di meno, così come merita dopo tanti
sacrifici, di trovare in futuro maggiore tempo
per sé stessa "… vedere una mostra,
passare finalmente un weekend lungo con
mio marito Giorgio, rilassarmi - dice - anche
semplicemente non fare niente”
LUISELLA COSTAMAGNA AGON
Laureata in Filosofia con 110 e lode è iscritta
all'albo dei giornalisti professionisti dal 2000.
La sua attività di giornalista televisiva inizia in
una piccola emittente locale piemontese,
Teletime, alla conduzione dell’edizione
quotidiana del telegiornale TGTime. Nel 1996
inizia la sua collaborazione nei programmi di
Michele Santoro, che la sceglie per la sua
nuova trasmissione Moby Dick su Italia 1.
Per tre anni, cura i collegamenti in diretta
dalla redazione telematica e realizza alcune
inchieste di Moby's, tra cui uno dei primi
speciali sui serial killer. Dal 1999 al 2000
conduce l'edizione serale di Studio Aperto, il
telegiornale di Italia 1. Nel 2001 ritorna con
Michele Santoro, questa volta in RAI, per i
programmi Il raggio verde, Sciuscià e
Sciuscià edizione straordinaria, dove cura
in studio schede di approfondimento,
interviste, sondaggi. Del 2002 è il programma
Donne, cinque speciali in seconda serata su Rai 2, di cui è autrice
e conduttrice. Dal 2004 è a Canale 5, dove collabora con i
programmi di Maurizio Costanzo: il Maurizio Costanzo Show -
Raccontando, per cui realizza interviste e reportage Tutte le
mattine, Il diario di cui è curatrice, e Pandora, rubrica di interviste
al femminile in onda sul digitale terrestre Mediaset. Dal settembre
2006 è in studio, sempre con Costanzo, per il rotocalco
pomeridiano Buon pomeriggio. Nel 2007 conduce i dibattiti del
giorno di Omnibus Estate ( LA7) e realizza, per il programma W
l'Italia diretta ( Rai 3) di Riccardo Iacona, il reportage Parole
come ferite, sulla violenza alle donne. Dal gennaio 2008 conduce
nuovamente il dibattito del giorno di Omnibus ( LA7) ed è tra gli
autori del programma Annozero di Michele Santoro ( Rai 2). Da
settembre 2008 conduce il dibattito di Omnibus Weekend (il
sabato e domenica su LA7). Nel 2009 conduce, sempre su LA7, il
programma di informazione pomeridiano Così stanno le cose, in
onda dal 23 novembre al 23 dicembre. Dal gennaio 2010 torna alla
conduzione di Omnibus Weekend. Dal 27 giugno 2010 al 9
settembre 2011 conduce insieme a Luca Telese In onda,
programma che lascerà in seguito per scelta dell'emittente.
L'avvicendamento suscita numerose polemiche in rete e sui
giornali. Dal 9 marzo 2012 conduce Robinson in prima serata su
Rai 3. Collabora con Il Fatto Quotidiano, con Diva e Donna, per
la cui testata cura la rubrica Il punto interrogativo di Luisella, e
con Il Salvagente, e Le parole della settimana. Il 18 settembre
2012 pubblica il libro Noi che costruiamo gli uomini ( per
Mondadori) in cui racconta la storia di dieci storie di donne comuni
che sono diventate artefici del loro destino; donne eccezionali nella
loro quotidianità. Dal 25 ottobre 2012, la giornalista torna su LA7
collaborando al programma Servizio pubblico, condotto da
Michele Santoro. Tuttavia, il 19 gennaio 2013 decide di
abbandonare la trasmissione. Nel 2014 approda a Sky Italia sul
nuovo canale Crime+Investigation e nel novembre seguente
diventa volto di Agon Channel, nuovo canale del digitale terrestre,
dove la vediamo condurre con successo il programma di attualità
politica Lei non sa chi sono io, il primo show del canale tv con
sede operativa in Albania prodotto in Italia e in diretta dagli studi di
Roma. Sempre nel 2014 pubblica il libro-inchiesta dal titolo Cosa
pensano di noi: Gli uomini raccontano il sesso e le donne, un
originalissimo viaggio in un mondo – quello della sessualità
maschile – che per le donne (nonostante se ne parli in
abbondanza) resta in gran parte misterioso. Partendo dalle
confessioni raccolte fra uomini molti diversi per età ed estrazione
sociale, Luisella Costamagna racconta del come vivono il
“prima”, il “durante” e il “dopo” di un rapporto sessuale gli uomini,
ma anche delle loro trasgressioni (immaginate e realizzate), sulle
ansie da prestazione, il tradimento, il sesso “casalingo" cercando,
da un lato, di rispondere all’annosa domanda che ciclicamente
viene posta dai media: il maschio è in crisi o no? E dall’altro di
tratteggiare l’immagine della donna che emerge concretamente
dalla reale sessualità maschile. Apprezzabili le sue campagne a
favore della complementarietà fra uomo e donna. Per Luisella
Costamagna Donna vuol dire Forza. E per voi?
www.donnaimpresa.com
APPARENTEMENTE, LA FELICITÀ DEL GENERE UMANO
NON ERA PREVISTA NEI PIANI DI DIO.
pensieriparole
Oggi più che mai abbiamo bisogno di speranza, non servono critiche e
accuse, non servono colpe e discriminazione. Oggi, e ogni giorno, abbiamo
bisogno di speranza che ci aiuti ad andare avanti nonostante tutto il dolore.
www.donnaimpresa.com
PER NON DIMENTICARCI DI LORO