15.05.2020 Views

TOP WOMEN 2018 DONNA IMPRESA MAGAZINE

DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani. LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE: ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU - LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.

DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani.
LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE:
ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU
- LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA
La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

DONNA IMPRESA MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA - BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA - VENEZIA - PESCARA

AOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI - PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALY

DONNA

www.donnaimpresa.com

conviene.

a cura di Valeriana Mariani

E non è solo faccenda di giustizia sociale, una questione

politica, conviene perché le donne aumentando l’occupazione femminile

aumentano i guadagni delle imprese, il Pil, e le nascite. Ma l’Italia non sembra

essersene accorta: con meno di una donna su cinque al lavoro, è in coda

all’Europa. È un ritardo che paghiamo, visto che le lavoratrici sono più produttive,

e garantiscono quindi maggiori guadagni alle aziende. A dirlo, dati alla mano,

è il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che, coralmente al rapporto

pubblicato a febbraio di quest’anno dallo storico centro studi americano Peterson

Institute for International Economics, quantifica anch’esso l'impatto positivo

di una dirigenza al femminile, prendendo in esame due milioni di aziende in

tutta Europa. Una donna in più al vertice di un'azienda migliora dunque la sua

performance finanziaria.

Valeriana Mariani

AMMINISTRATORE World Service s.a.s. la comunicazione pensata - EDITORE Donna Impresa Magazine - PRESIDENTE NAZIONALE Donna Impresa - PRESIDENTE Aziende Associate

PRESIDENTE Di.Donna International International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities - www.donnaimpresa.com


www.donnaimpresa.com

ESISTE

UN POTERE

FEMMINILE?

NO

NONANCORA,

MAESISTE

CERTAMENTE

UNAVIA

FEMMINILE

AL POTERE.

www.donnaimpresa.com

La conclusione?

Presto detto:

sostituire un uomo con una collega,

nelle direzioni o all’interno dei

consigli di amministrazione, porta

una redditività maggiore.

Uno dei più grandi ritardi del nostro Paese è quello dell'occupazione

femminile. Che va superato. Perché le ricerche oggigiorno lo

dimostrano: più potere alle donne nelle aziende vuol dire più profitti,

ma anche più crescita per l'intero Stato, perfino più figli. Ma l'Italia è in

coda alle classifiche europee. Ecco cosa bisogna fare. Subitoacità di

apprendere e semplificare, di trovare soluzioni e condividerle con gli

altri.

Unlocking female employment potential in Europe (Ovvero: Liberare il

potenziale di occupazione femminile in Europa) è un rapporto che riflette su quanto i paesi

del vecchio continente, malati di bassa crescita, potrebbero ancora ricavare benefici

dall'aumento del lavoro femminile e su quanto i governi dovrebbero fare per favorire, con

politiche attive o togliendo ostacoli, tale processo. Problema particolarmente acuto in

Europa, dove nonostante un forte sentimento di uguaglianza tra i sessi, l'evoluzione delle

regole sociali e l'aumento delle opportunità senza discriminazione di genere, il gap tra uomini

e donne nel lavoro ha smesso di chiudersi, e resta sempre troppo grande. Cosa è successo

negli ultimi anni? Due profondi fattori di rallentamento hanno paralizzato il cammino del

continente europeo: uno è stato la crisi economica, l'altro il fattore demografico, con le

nascite in netto calo e una popolazione sempre più vecchia e longeva, e dunque con la

prospettiva di meno occupati attivi e di più pensionati bisognosi di cure di lunga durata. Il

tutto, condito con una produttività in calo e senza prospettive di ripresa. In questo quadro,

l'unica grande risorsa che non ha ancora sviluppato appieno il proprio potenziale sono le

donne. Percentuali maggiormente confortanti in Europa a cominciare dalla Lituania dove

hanno già scelto di lavorare tutte, e c'è la totale parità nel tasso di attività maschile e

femminile, in Svezia e Norvegia dove il gap è solo del 5 per cento. Fanalino di coda l’Italia

dove invece il tasso di partecipazione femminile si ferma al 60-65 per cento. Determinanti in

tal caso il retroscena culturale e familiare ed il livello di istruzione delle donne ... (continua)


ma anche, e soprattutto, una non ancora incisiva

azione di convincimento di alcune politiche attive

che i governi possono mettere in campo. Per

esempio le tasse. Oggi molti paesi considerano

l'importanza di non tassare eccessivamente il

secondo reddito familiare (tipicamente quello

della moglie), come pure di sostituire i sussidi

familiari con altri tipi di sostegno, come quello di

servizi per assistere i bambini durante l'assenza

materna, o la concessione di un congruo

periodo di assenza dal lavoro per badare ai figli

(congruo, non eccessivo, perché quando

l'assenza dal lavoro si protrae troppo, fa l'effetto

opposto, cioè rende più difficile il ritorno sul

luogo di lavoro: il periodo massimo considerato

ideale, dice il rapporto, è di 140 settimane). Su

tutti questi fronti l'Europa marcia a diverse

velocità, ma marcia. E infatti ha ottenuto i suoi

effetti. Anche se molte donne che lavorano

optano per il part-time. Una conquista, il tempo

ridotto? Mica tanto. Secondo lo studio, spesso

paesi con alti tassi di lavoro femminile

mascherano un forte tasso di lavoro part-time. In

Olanda, dove c'è un alto tasso di partecipazione

femminile al lavoro, metà delle donne occupate

lavora a metà tempo; in Germania le donne

lavorano 30 ore contro lo 40 degli uomini. E

questo taglia loro molte possibilità di carriera. È

dimostrato, dice lo studio, che esiste un nesso

negativo tra part-time e miglioramenti nel

percorso lavorativo. Ed è proprio nel salire la

scala gerarchica in azienda che la donna

incontra più problemi. Mentre negli ultimi

trent'anni tante donne sono entrate nel mondo

del lavoro, resta ancora sparuto il gruppo di

quelle che raggiungono il vertice. Forse perché

nessuno ha quantificato i benefici della loro

presenza nella stanza dei bottoni. La cosa più

sorprendente dello studio del Fmi riguarda in

effetti proprio la misurazione dell'impatto

femminile sulla performance aziendale. Impatto

intuito ma mai dimostrato per la mancanza di

dati abbastanza rappresentativi (si utilizzavano

solo le società quotate i Borsa nei diversi paesi,

un universo troppo ristretto). Ora questi dati

sono reali, e gli autori dello studio dell'FMI li

usano: si tratta dei risultati finanziari di due

milioni di aziende in tutta Europa. Ebbene,

l'evidenza empirica di questi dati suggerisce

l'esistenza di un rapporto tra la performance

dell'azienda e la presenza di donne al vertice.

L'analisi svela che le aziende con una presenza

più numerosa di donne nelle posizioni

professionali “senior”, hanno una redditività più

alta. Di più: per ogni donna che sale ai livelli

superiori del management o che entra nel board,

cioè nel consiglio d'amministrazione, il profitto

della società cresce di 8-13 punti base (cioè lo

0,08/0,13 per cento). E questo effetto donna è

particolarmente vero e visibile nelle aziende con

una presenza femminile nella forza lavoro come

il settore dei servizi, o in quelle dove è

necessaria capacità creativa e innovativa, come

il settore high tech e dove è importante avere

un'alta specializzazione. L'ingresso di una

donna nella stanza dei bottoni vuol dire un

incremento della redditività di 20 punti base (lo

0,20 per cento). Parola di Fmi. In Italia, così

come in molti altri paesi, la presenza femminile

nei consigli d'amministrazione delle società

quotate è stata regolata. Ma qui si parla di un

fenomeno di tipo economico, non di una

questione legata alla parità di genere: il valore di

una donna che gestisce un'attività, per le

caratteristiche intellettuali e creative di cui è

portatrice, corrisponde a un numero preciso, che

si traduce in un beneficio nel bilancio. È per

questo che Christine Lagarde va plaudita: d'ora

in avanti i signori della governance dovranno

spiegare ad azionisti e dipendenti perché non

fanno spazio alle quote rosa, che sono state

riconosciute, finalmente, un fattore di

competitività.

Se agli uomini è concesso

focalizzarsi sui loro obiettivi,

dalle donne i capi si aspettano

innanzi tutto gentilezza e

fedeltà. Facciamo che accada il

contrario.

Chi si prende

cura di chi.

“Femminilizzare” i luoghi di

lavoro e “maschilizzare” quelli

domestici: si può. Donne,

lavoro, natalità: tre leggi da fare

subito.

Asili nido, congedi parentali, incentivi nelle

aziende. Ecco dove la politica può e deve

intervenire per far guadagnare tutto il Paese! Ma

la politica, lo sappiamo, si riempie spesso la

bocca di parità fra i generi poi però,

concretamente, fa poco. Ecco tre interventi che

dovrebbero essere approvati subito.

1) Pagate i papà per stare a casa

con i figli

In Italia i neo-papà vengono retribuiti al cento per

cento per due soli giorni. Siamo in fondo alla

classifica europea. Al Senato è fermo da

novembre un disegno di legge che propone di

portarli a 15. Sarebbe certamente un passo

avanti per la parità, ma non è forse la prima

misura necessaria per riportare le madri al

lavoro.

2) AUMENTATE GLI ASILI NIDO

Gli asili nido servono innanzitutto ai bambini: avranno voti più alti a scuola, stando a quanto

affermano le ricerche. Ma servono soprattutto molto anche alle mamme: sono un servizio essenziale

per permettere loro di rientrare al lavoro, di ricominciare a seguire la carriera.

3) DATE COMPETENZE E INCENTIVI

Aiuti alle imprese che introducono regimi di orario flessibili; contributi alle lavoratrici autonome che

assumono una co-manager nei periodi di assenza; consulenze alle aziende per migliorare la

gestione della maternità, riorganizzandosi; formazione per le non laureate; corsi motivazionali e di

orientamento per le giovani che vogliono rientrare nel mercato del lavoro dopo la maternità.

www.donnaimpresa.com

L’uguaglianza nella

differenza: casi

virtuosi.

ADELE NARDULLI lo dice per esperienza. Trent’anni fa ha fondato a Milano insieme a Laura Gori la

Trans-Edit, una piccola società che offre traduzioni e interpreti in tutto il mondo. Con una caratteristica:

dei suoi venticinque dipendenti, venti

sono donne. Assunte come

manager, grafici, contabili,

commerciali. Mestieri che in Italia

vengono svolti solitamente da

uomini. Alla Trans-Edit no, sono al

femminile. Adele e Laura sono

riuscite a coniugare il modello di

business per avanzati sistemi di

traduzione linguistica e sostenibilità

aziendale con servizi aziendali per la

sostenibilità del lavoro (flessibilità,

welfare aziendale per il benessere e

la felicità del personale). Per

consentire infatti alle proprie

dipendenti di dare il massimo in

ufficio, le due titolari garantiscono la

palestra gratuita; una stanza per la

fisioterapia; l’asilo nido, il part-time

su richiesta e la possibilità di

lavorare da casa. Senza tralasciare i

cosiddetti servizi salvatempo: dalla

frutta alla parrucchiera, a prezzi

convenzionati, utilizzabili su richiesta

in azienda. “Tutto questo ha un

costo per noi, certo. Ma è un costo

ampiamente ripagato dalla

produttività delle nostre dipendenti»,

assicura Adele Nardulli. Se lo ha

fatto una piccola impresa come la

nostra, senza aiuti, perché mai non

potrebbe farlo il governo?”


MICHELA MURGIA La via "femminile" al

potere può migliorare anche i maschi.

Processi partecipativi, e non autoritari.

Partendo dai comitati di resistenza

territoriale. Includendo, e non isolando i

più deboli. L'autrice interviene nel dibattito

de l' Espresso sul rapporto fra donne e

ruoli di vertice “Ai confini del potere forte,

dove ci sono i poteri deboli, le logiche

sono meno gerarchiche e più reticolaridice

– ed è lì che nascono movimenti

collettivi e nuove forme di organizzazione

sociale, perché quando si è tutti fragili ci

si teme di meno. Le donne che hanno

vissuto questa esperienza sanno come

replicarla per dare vita a un potere non

più sottrattivo, ma generativo, e offrire a

tutti - maschi compresi - l’opportunità di

essere potenti insieme, anziché uno

contro l’altro. Esiste un processo, riassunto nel termine intraducibile di empowerment, che mostra

che non c’è bisogno di portarlo via a qualcuno, perché il potere i deboli se lo danno da sé

riconoscendolo e

riconoscendosi”.

ANNA AMATI Architetto,

mamma di tre adolescenti, oggi

fa parte del Consiglio direttivo di

Italia Startup ed è coordinatore

italiano della Kaufmann

Foundation. Da oltre un

ventennio si occupa di venture

capital e progetta incubatori e

parchi scientifici. “Se non si

aiutano i giovani si muore”, ha

dichiarato Anna in una intervista

che la celebrava per aver

portato per la prima volta in Italia

il Global Entrepreneurship

Congress.

ORNELLA BARRA Si contano sulle dita di una mano i nomi italiani di donne ai vertici di aziende

straniere. Tra questi c'è senz'altro quello di Ornella Barra, Vicepresidente di Walgreens Boots

Alliance e Presidente e Chief executive di Global Wholesale and International Retail. Ornella è

una delle donne più potenti nel mondo degli affari dell'area EMEA (Europa, Medio Oriente e

Africa). Ad attestarlo è la classifica redatta da Fortune nel settembre del 2015, in cui proprio lei,

insieme a Marina Berlusconi

rappresentava il nostro Paese,

precisamente alla quinta posizione.

E' considerata la signora di ferro

della farmaceutica, proprio per la

sua mansione all'interno della

Pharmaceutical Wholesale

Division, che opera sotto il brand

Alliance Healthcare, tra i più

importanti all'interno di Walgreens

Boots Alliance, tantodaaver

portato ad una vera e propria

rivoluzione nel concetto di

distribuzione, anche grazie alla

lunga serie di partnership varate,

con le quali è riuscita a sbarcare nei

mercati di Cina e Stati Uniti.

LILIANE BETTENCOURT non ha certo dovuto costruire tutto da

sola perché l’unica figlia di Eugène Shueller fondatore

dell’importante casa cosmetica L’ Oréal, di sicuro una delle più

grandi case di cosmetici al mondo. Nel 1957, sette anni dopo il

matrimonio con il politico Andrè Bettencourt dal quale ha preso il

cognome, impero L’Oreal passa all’unica figlia del fondatore. Il punto

di partenza le è stato favorevole, ma in seguito ciò che ha fatto la

differenza sono state una buona gestione economica e la

lungimiranza. Una donna che ha saputo sorprendere, anche grazie

a qualche scandalo, hanno fatto la loro buona parte. Parola d’ordine

“diversificare“: Liliane Bettencorut ha avuto la lungimiranza di siglare

importanti accordi che hanno portato i suoi prodotti ad allargare il

dominio sul mercato dei cosmetici.

www.donnaimpresa.com


www.donnaimpresa.com

MARINA

BERLUSCONI

Presidente di Fininvest

edi Mondadori,è

ancora una volta l’unica

manager alla guida di

un gruppo italiano

presente nella

prestigiosa classifica

delle donne più potenti

al mondo stilata della

rivista Fortune che

raggruppa dal 1988 le

50 donne della

comunità economica

internazionale che al di

fuori degli Stati Uniti si

sono fatte

maggiormente valere

nelle attività

imprenditoriali e

manageriali. Marina

non è dunque solo la

figlia del famoso

Cavaliere, ma ci ha

messo del suo e oggi,

al traguardo dei 50

anni, si può

tranquillamente scrivere

una biografia

emancipata della

signora senza cadere

nell'agiografia.

Soprattutto in questi

anni Marina ha

dimostrato una

indiscussa capacità nel

fendere i marosi della

crisi che si erano

abbattuti sulla

Mondadori e sull'impero

creato da Silvio

Berlusconi "Mondadori

è tornata all'utile e

prevede risultati in

significativa crescita nei

prossimi anni, genera

cassa – commenta -

con cui ha finanziato le

sue acquisizioni, dai

libri di Rizzoli al digitale

di Banzai media”. Sì,

perché mentre i marchi

gloriosi del made in

Italy escono

rovinosamente di

scena, fagocitati dai

colossi stranieri,

Mondadori è sfuggita a

questa regola di

mercato e invece di

essere ingoiata ha fatto

shopping.


sono con noi:

GALLUCCI

MONTEURANO

ExE

MONTEURANO

MARINELLI SRL (Mc)

MADE IN ITALY

dove siamo:

sono stati con noi:

Feber

ASSEMBLAGGIO FONDI

E

Camera

Regionale

della

Moda

Calabria

LAVORAZIONE CALZATURE

Studio Leasing

Villa Cesarina

OMEGA:MODEL

FERMO

O.M.M.

Camere di Commercio

d'Italia

Accademia di BelleArti Fidia

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Dipartimento per le Pari Oppurtunità

DONNA

IMPRESA

magazine

www.donnaimpresa.com

ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE

AND INDUSTRY in australia inc.

Assocamerestero

Associazione delle Camere

Italiane all'Estero

DONNAIMPRESA

magazine

PREMIERE

RADIO

J ack

WWW.DONNAIMPRESA.COM

Consiglio dell’Ordine Nazionale

dei TecnologiAlimentari

since 2005

International Association Women

Entrepreneurs and Business Leaders

Employment, Social Affaire & Equal

Opportunities

Presidenza della Repubblica ENIT ente nazionale del turismo EMIRATI ARABI UNITI

Federazione Nazionale dei

Cavalieri del Lavoro

XING

Ministero degli Affari Esteri

IDI

Istituto Diplomatico

Internazionale

coversince 2006/2016

THE COVER 2015/2016

the cover 2006/2016 www.donnaimpresa.com


DONNE

che fanno notizia

BELLE E BRAVE A TUTTE LE ETÀ.

La comunicazione sociale assume più di ogni

altro tipo di comunicazione un valore etico. Per

sua stessa definizione essa si realizza nella

rappresentazione di valori, nello stimolare ad

agire in funzione di essi o semplicemente

promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad

essi. In questo senso assolve una funzione

strategica perché deve essere capace di operare

in una prospettiva di crescita della società nel

suo insieme, deve stimolare l’interlocutore

affinché si senta parte della comunità, e avverta

la comunità intorno a sé e allo stesso attivi

comportamenti solidali nei confronti degli altri.

La comunicazione sociale è questo ma non solo,

in società sempre più conflittuali caratterizzate

da un senso di incertezza molto profondo è

attraverso di essa che si deve essere in grado di

dare risposte concrete a coloro che in qualche

modo si sentono o sono fuori dalla società. I

cosiddetti “profughi” come li definisce Hugues

Lagrange: “Diventare un profugo significa

perdere i mezzi sui quali si basa l’esistenza

sociale, cioè un insieme ordinario di cose

persone con un loro significato: terra, casa,

villaggio, città, genitori, beni occupazioni e altri

punti di riferimento della quotidianità”. In questo

senso l’oggetto del comunicare è rappresentato

dall’idea, dal sistema di valori che può declinarsi

in azioni, comportamenti e servizi. Comunicare

ha pertanto una rilevanza centrale, il diritto

all’informazione, inteso in una triplice accezione

di diritto di informare, di informarsi e di essere

informato, ma anche come espressione del

diritto di cittadinanza, ossia come partecipazione

consapevole al processo decisionale pubblico. In

particolare il diffondersi dei mezzi di

Il valore del talento.

www.donnaimpresa.com

comunicazione di massa ha contribuito in

maniera significativa alla crescita della

consapevolezza dei cittadini e del diritto ad

informarsi. C’è dunque uno stretto rapporto tra

sviluppo sociale e formalizzazione giuridica,

tant’è vero che il diritto all’informazione è stato

legittimato giuridicamente grazie alla diffusione

dei media. Infatti, è possibile individuare i principi

costituzionali che sono alla base di questo diritto,

ossia: l’inviolabilità dei diritti, la democrazia,

l’uguaglianza formale sostanziale tra i cittadini, la

partecipazione alla vita democratica, il diritto al

voto. Mentre il diritto ad essere informati non ha

trovato in Italia una sua legittimazione in una

norma specifica, ciò ha ritardato lo sviluppo e la

diffusione della comunicazione pubblica e quindi

di quella sociale. Ma come comunicare il

sociale? A differenza delle altre nazioni europee,

dove invece tale diritto è tutelato

costituzionalmente, hanno via via scoperto

l’importanza della comunicazione e soprattutto

della riflessione sulla stessa. Conviene a questo

riguardo ricordare come l’inizio del dibattito sulla

comunicazione di pubblica utilità è da far risalire

agli inizi degli anni ’80, con lo sviluppo del

servizio radiotelevisivo che anticipò, in qualche

modo, quello successivo sulla comunicazione

dell’istituzione pubblica. Lo sviluppo dei canali di

comunicazione commerciali incrementò in modo

significativo l’offerta e di conseguenza la

domanda di comunicazione. Inoltre si assistette

ad una evoluzione del clima politico e culturale,

con il riconoscimento della positività del ruolo del

sistema delle imprese e l’emergere di una

maggiore attenzione socio-culturale incentrata

sui bisogni dell’individuo. Di conseguenza

aumentò la produzione di comunicazione,

sostenuta in proporzioni sempre più rilevanti

dalle entrate pubblicitarie. Questo il quadro

generale che diede l’impulso alla nascita del

dibattito sulla modalità di riformulare il rapporto

tra pubblica amministrazione e cittadini; non

ultima in ordine di importanza, nel promuovere

tale dibattito, la volontà politica di fornire aiuti al

sistema dei mezzi di comunicazione di massa.

La professione del giornalista ha conosciuto

profonde evoluzioni ed in questa esplosione

degli universi giornalistici ma qualunque sia

l’universo giornalistico in cui opera il suo ruolo

rimane sempre lo stesso: quello di mediatore tra

un pubblico e una realtà. Occorre dire anche che

se il giornalismo è indubbiamente una

professione affascinante e brillante, essa ha il

dovere, prima di tutto, di affermare la necessità

del coraggio, della tenacia, della combattività,

dell’esigenza di indagare, indipendentemente da

quali siano le difficoltà e quali siano le tentazioni

di cedere immediatezza ed alla spettacolarità. La

bravura infatti non si misura soltanto nella qualità

dei testi, nell’efficacia della sintesi radiofonica o

nella felicità della selezione delle immagini e del

loro assemblaggio con il sonoro del reportage

televisivo, la qualità del lavoro emerge bensì

nell’efficacia con cui il/la giornalista testimone

diventa interprete delle attese e degli interessi

del pubblico. Comunicare, nella moderna

informazione (moderna non soltanto in relazione

alle tecnologie, ma anche alla maturità del

rapporto tra i media e la società esigente propria

delle democrazie evolute), non consiste in un

processo unidirezionale circa la trasmissione di

notizie, suoni e immagini, ma anche

nell’attenzione alla risposta del pubblico,

intuendone le esigenze e tenendo conto delle

reazioni, siano esse critiche o di consenso o di

commento. Il vero giornalismo è questo dunque.

Esso non si limita all’affinamento delle qualità

tecniche della professione ma si estende

all’acquisizione della coscienza del valore di

quanto accade rispetto al grado di evoluzione

della coscienza pubblica e agli obiettivi politicosociali

che la società si propone e sui quali la

società discute. C’è una fase importantissima

dell’attività professionale che precede il

momento della redazione degli articoli o della

edizione dei servizi radiotelevisivi e corrisponde

con la capacità di “leggere” la realtà, di

comprenderla alla luce delle attese del pubblico

al quale si rivolge. La cultura del pluralismo

rende di complesso il processo di avvicinamento

alla verità, comporta anche il confronto tra fonti

diverse, ma soprattutto chiama in causa, con

quella dei giornalisti, la responsabilità del

pubblico che deve ricevere criticamente le

informazioni ed esercitare il discernimento

necessario per una lettura “attiva”

dell’informazione. Massimo rispetto per il proprio

essere e per gli altri: una ricetta semplice, in

base all'assunto per il quale le immagini non

devono necessariamente servire a costruire un

significato altro da sé ma devono essere

significative di per sé. Solo le menti più lucide del

giornalismo moderno si ricordano che ci si

esprime in tal guisa, i pochi e le poche che lo

f(s)anno sono esempi che rendono l'esperienza

televisiva degna di essere vissuta, che mi

spingono ancora a plaudire.


Dalla cultura del no alla cultura del sì.

Esiste una stretta relazione tra informazione e democrazia.

Senza libertà di informazione, non può esserci democrazia.

L'informazione racconta il mondo e, di conseguenza,

determina l'esistenza o meno di realtà, persone,

avvenimenti. L'informazione può esaltare o distruggere,

può valorizzare, legittimare, dare potere come può

devalorizzare, delegittimare e negare potere.

L'informazione può mettere in crisi il giusto rapporto tra

istituzioni e cittadine e cittadini. Fare informazione vuol dire

responsabilità. Le donne sono oggetto di informazione e

operatrici dell'informazione. Ancora oggi però, alle soglie

del terzo millennio, l'immagine delle donne fornita dai mass

media non rispecchia la realtà femminile nel mondo. Alle

donne che fanno informazione dunque il compito di battere

le resistenze culturali che ostacolano e tengono in ombra la

nuova cultura delle donne. L'attenzione sui media è

parallela all'attenzione della rappresentanza politica: se

sono poche le donne nei luoghi decisionali, altrettanto

poche sono le donne rappresentate nelle loro qualità di

potere nei media. Da ciò si può desumere che il problema

centrale oggi è proprio quello del potere, inteso nella sua

valenza polisemantica. Recuperare l'ampiezza della parola

potere, della sua etimologia è particolarmente fertile: il

lessico potere deriva dal latino possa esse quindi,

letteralmente poter essere. Appare molto utile tenere

presente questo significato etimologico: potere essere è la

prima ed ineludibile forma di potere. Chi ha potere, in primo

luogo può essere, non si è mai data una persona che abbia

potere senza poter essere. Questa ricchezza semantica

aiuta molto bene a capire il cammino culturale dell'identità

di genere femminile. Tre verbi possono riassumere

l'avventura dell'emergere e affermarsi di questa identità:

fare, essere, potere. Le donne hanno sempre dovuto fare,

senza peraltro avere il diritto di essere. Il mio, e nostro,

raccontarle, vuole essere un contributo a questo cammino.

Valeriana Mariani

www.donnaimpresa.com

MARZIA RONCACCI RAI 2

Fra i volti più amati svetta in pole position il suo. Marzia avvince, diverte, intriga, invita all’ascolto. Ma

siamo già nell'Inenarrabile, ciascuno guardi coi propri occhi! Giornalista RAI e conduttrice del

programma di informazione Tg2 Insieme su Rai2, nasce a Roma, si laurea in Lettere e Filosofia e in

Geografia alla Sapienza di Roma, insegna

al liceo e scrive, scrive, scrive... Docente in

dizione, oltre all'inglese, impara la lingua

araba.Giornalista professionista, tanta

gavetta in radio, tv, giornali locali e nazionali.

" Esperienza On The Road - le piace dire -

una condizione necessaria per la nostra

professione!" Cresce in radio come inviata e

conduttrice delle news di RDS. Autrice di

programmi, passa in Tv, a Rai Due, poi al

Tg2 dove lavora nella redazione di Costume

e Società , Medicina 33, e ancora nella

redazione Interni, Esteri. Poi passa nella

redazione Economico-sindacale. Molte le

storie raccontate per Tg2 Storie. Vince il

Premio Media Price 2009 e il premio per la

Comunicazione e Salute 2010 da parte

della federazione diabete giovanile. A

dicembre 2013, nella sala del Campidoglio a

Roma, riceve dall’Ente del Turismo e dello

Spettacolo il premio Personalità Europea

2013 come giornalista. Successivamente,

l' 8 marzo 2014 riceve il Premio Donne

nella comunicazione, riconoscimento a

giornaliste che si sono distinte nella

comunicazione dei valori della donna nella società del lavoro e non solo. Modera Convegni e tavole

rotonde. Il suo motto "VOLERE È POTERE" . A lei, soprattutto, il suo pubblico riconosce una grande

dote: dare le notizie con partecipazione, pur restando ammirevolmente professionale. E' dotata di

grande intelligenza, fascino, caparbietà, professionalità, audacia e simpatia: un mix che le ha

consentito di essere sempre al top nell’esercizio di una professione, quella del giornalismo, mai

come oggi difficoltosa e incerta. Una donna non comune, Marzia, di quelle (rare) che cavalcano

l’onda dei tempi con singolare destrezza, con una indipendenza e ostinazione ammirevoli che ancora

oggi, molte donne moderne, non hanno, e non avranno forse mai. Il suo stile è molto colloquiale,

sincero, quasi che lei, dallo studio, ci stia offrendo un caffè, su di una terrazza affacciata sul mare,

mentre ci racconta la vita in tutte le sue sfumature. La sua carriera non è stata semplice: ha sempre

pagato il prezzo intero per tutto quello che ha avuto, ma l’ha fatto, come direbbe Sinatra " My Way". Il

nostro più sentito e sincero plauso!

TIZIANA PANELLA LA7

Nata a Napoli nel 1968 e cresciuta a San Paolo

Belsito, un comune dell'entroterra napoletano, a 18

anni, vince un premio letterario organizzato dal

settimanale L'Espresso e successivamente inizia

a collaborare con i quotidiani Il Giornale di Napoli

ed Il Mattino. Nel 1990 inizia a lavorare in

televisione, conducendo i telegiornali di varie

emittenti locali di Caserta e come inviata per il

TGR Campania della RAI. Nel 1992 torna alla

carta stampata con Visto. A partire dal 1994

ritorna in RAI per realizzare dei programmi come I

fatti vostri , Indagine e Chi l'ha visto? Segue da


inviata in Albania e Macedonia il conflitto in Kosovo. Nel 2001 lavora con Michele Santoro ne

Il Raggio Verde, in onda su Rai 2, e nel successivo programma di Sciuscià. Dal settembre

2001 lavora per LA7, dove conduce il telegiornale per tre anni. Nel febbraio 2003 diviene

giornalista professionista e dal novembre dello stesso anno si occupa anche della trasmissione

Orlando insieme a Susanna Schimperna, sempre su La7. Nel 2004 vince con Alessandra

Anzolini il 4° Festival Cinemambiente con un documentario sui rifiuti in Campania. Nel

settembre 2007 la Panella approda a Omnibus, un programma di LA7, come conduttrice del

Tema del giorno nella versione Omnibus Weekend, in onda appunto il fine settimana. Da

aprile 2008 conduce, nella fascia mattutina, il programma Le vite degli altri, 60 puntate di

biografie di personaggi famosi (replicato anche nell'estate 2011). Da ottobre 2010 a marzo

2011 ha condotto anche il magazine del TG LA7, Life. Dal 2011 conduce, ogni mattina su LA7,

il talk show Coffee Break in onda per quattro stagioni consecutive, in origine insieme ad

Enrico Vaime. A partire dalla stagione 2015 - 2016, e precisamente dal 26 ottobre, conduce un

nuovo contenitore pomeridiano su LA7 chiamato Tagadà. Una strada irta di difficoltà, quella di

Tiziana Panella; un territorio a dir poco sfavorevole - nel dominio incontrastato della Vita in

diretta e della D’Urso - alla profetica, ma affaticata, conquista del decimale d’audience, nei

pomeriggi di La7. Questa donna determinata e dal sorriso tagliente s’è presa dunque carico di

una missione audace: quella di conquistare una fascia d’ascolto inesistente. E ci è riuscita alla

grande, snocciolando una narrazione sempre maggiormente efficace nel tempo: servizi

trasversali che hanno riacceso il talk non urlato, che mostra piena maturità con il consenso del

pubblico. Così com’è oggi, Tagadà si attesta non solo come l’intrattenimento intelligente in

quella fascia oraria, ma bensì consacra la sua bella e brillante conduttrice dallo stile semplice

ma ricercato, come una delle protagoniste indiscusse del digitale terrestre e una delle

giornaliste più seguite da casa. Slogan del programma è "Il pomeriggio che non c'era..."

MARIA LATELLA SkyTg24

corrispondente per la Cecchi Gori Comunication (TMC-

TMC2) . Dal 2000 è redattrice della cronaca, prima a TMC2

conducendo anche il Flash, e poi a LA7, dove conduce

l'edizione del TG LA7 delle ore 13:30. Dal febbraio 2013

conduce TG LA7 Cronache. Bellissimo sguardo, capelli neri,

occhi verdi, corpo statuario, dice “Essere una bella donna in

televisione aiuta, certo, ma senza professionalità non vai da

nessuna parte. Discriminata in quanto donna? Mai

successo... La7 poi è un’isola felice: siamo quasi tutte donne”.

Se sono quasi tutti uomini è maschilismo, se sono quasi tutte

donne è? Un'oasi felice! Questo almeno sembra.

E' una giornalista, blogger e conduttrice televisiva italiana, attualmente fra le conduttrici di Sky

TG 24. Nata in Calabria, ha vissuto a Sabaudia per i suoi primi 18 anni e poi a Genova fino al

1990. E' lei, la giornalista multimediale dall’espressione d'intellettuale emancipata presente sul

web con il blog Tendenza Latella e una costante

attività su Twitter, ad essere, dal 2005, punto di

riferimento dell'informazione politica di SkyTg24 dove

conduce, ogni domenica, il suo programma

L'Intervista nel quale ospita autorevoli protagonisti

della politica, dell'economia e della cultura e per il

quale ha ricevuto il Premio Ischia come miglior

programma di attualità e politica. Il suo esordio in Tv

risale al lontano 1996 su Rai Tre con Dalle venti alle

venti, programma di informazione politica.

Successivamente, nel 1998 ha condotto, sempre su

Rai Tre , Salomone, un talk show di prima serata

dedicato ai temi della giustizia civile. Editorialista del

quotidiano romano Il Messaggero, fa parte del board

del Centro Studi Americani e del board Education

di Samsung. Ha lavorato per il gruppo Rizzoli-

Corriere della Sera per ventitré anni, prima inviata di

politica per il Corriere della Sera e poi direttore, dal

2005, del settimanale Anna. Nel 2006 guida la

trasformazione del periodico nel nuovo "A".

Maria

Latella è sposata con il pubblicitario inglese

Alasdhair Macgregor-Hastie Vice Presidente della

francese BETC ed è madre di una figlia femmina,

Alice, creative director a Berlino. Vive dividendosi tra Milano, Roma e Parigi. In una intervista

ha dichiarato “Smettiamola con l’arma impropria della bellezza: con i maschi dobbiamo giocare

alla pari” e come darle torto? Ad Majiora!

CRISTINA FANTONI SkyTg24

Laureata alla LUISS con una tesi sul Linguaggio verbale e

non verbale del calcio entra, nel 1996, nella redazione di

TMC Sport come conduttrice. Ha seguito come inviata due

edizioni dei Campionati Mondiali di Sci Alpino: quelli del 1997

al Sestriere e l'edizione del 1999 a Vail-Beaver Creek, nel

Colorado. In quella occasione conosce, e successivamente

sposerà, l'allora collega Carlo Vanzini. In ambito calcistico

segue come inviata i Mondiali di Francia e gli Europei di

Belgio-Olanda nel 2000, e negli anni successivi condurrà

settimanali e trasmissioni sportive. Entra quindi nella

redazione della neonata La7 per la conduzione delle ore

20:00 ma poi tornerà allo sport, sua grande passione. Oggi

lavora alla redazione sportiva di Milano di LA7 come inviata

ed è una delle conduttrici dell'edizione delle 13:30 del TG.

FEDERICA DE SANCTIS SkyTg24 mattina

Nata a Foligno (PG) nel 1974, si laurea con il massimo dei

voti in Scienze Politiche alla LUISS. Dal 1995 al 2000

collabora con riviste e quotidiani (tra cui Italia Oggi e La

Nazione). Nel 1999 per Rai International è autrice e

conduttrice del settimanale di attualità Sportello Italia, mentre

per Radiorai è autrice e conduttrice di Notturno italiano. Dal

1998 al 2000 è conduttrice per Italia Radio dove ricopre

anche il ruolo di inviato. Dal 2001 collabora con l'inserto I

Viaggi di Repubblica. Nel 2000 approda al canale satellitare

Stream come redattrice e conduttrice di Stream News. Dal

2003 è conduttrice del Tg24 di Sky, oltre che inviata e

curatrice di speciali. Sebbene la sua carriera inizia da

giovanissima, Federica dichiara di conservare sempre

l’emozione della prima volta. L’adrenalina alle stelle, la

commozione più sentita o la gioia più profonda traspaiono

nitide sul suo angelico volto che non tradisce emozioni e stati

d’animo, che non lesina sorrisi. Dice di sé stessa “Mi sveglio

ogni giorno alle 4.45 del mattino, figuriamoci se posso perdere

tempo a pensare come vestirmi... pantaloni, camicia e via.

Grazie al cielo ho un fidanzato molto paziente: non è facile

stare con qualcuno che deve andare a letto con le galline 5

sere a settimana”. Ciò vuol dire che se andiamo a letto con le

galline ci svegliamo da galli? Visti i suoi successi, sì.

BIANCA CATERINA BIZZARRI SkyTg24

Nata nel1967 e fiorentina d'adozione collabora, sin dal 1990

con molte emittenti locali regionali della Toscana come

redattrice e conduttrice delle edizioni del Tg. Nel 1999 diventa

www.donnaimpresa.com


MIRTA MERLINO RAI2

La sua carriera inizia nel 1994 per Mixer, su Rai 2 con Giovanni Minoli per

proporsi come autrice di talk show come Italia Maastricht , Mister Euro e La

storia siamo noi. Intanto, tra il 2002 e il 2003, è stata responsabile

dell'informazione di Rai Educational e l'anno successivo ospite fissa della

trasmissione Casa Raiuno, in qualità di esperta economica. Tra il 2005 e il

2008 è stata autrice e conduttrice del programma di informazione Economix

prodotto da Rai Educational: un'intervista di trenta minuti a un grande

personaggio della politica o dell'economia per affrontare i principali temi

suggeriti dall'attualità. Nel 2009 approda a La7, come autrice e conduttrice di

Effetto Domino, un approfondimento economico in onda in seconda serata

fino al 2011. E' ideatrice, autrice e conduttrice, sempre nell’anno 2011 per La7,

del programma

L'aria che tira: un

talk show in onda

al mattino dal

lunedì al venerdì.

Giunta alla quarta

edizione, la

trasmissione è

cresciuta in quanto

a programmazione,

arrivando a due ore

e mezza di diretta

al giorno rispetto ai

23 minuti iniziali

con un incremento

superiore al 100 %

degli ascolti solo

nell'ultimo anno.

Sull'onda dei suoi

successi,

nell'estate del 2014, la Merlino debutta in L'Aria che Tira Stasera, quattro

puntate in onda il lunedì: il programma arriva in prima serata, mentre prosegue

la programmazione del mattino. Nel 2015 pubblica con Rizzoli "Madri -

Perché saranno loro a cambiare il Paese", una raccolta di storie di mamme

famose e non: vere e proprie testimonianze di un quotidiano difficile, che fra

successi ed insuccessi, è risultato comunque essere significativamente

importante ai fini del cambiamento. Ha lavorato a lungo anche per la Radio,

conducendo, all'interno del programma di Rai Radio 2 , Alle Otto della Sera,

una serie di puntate sulla storia della moneta e, poi, sempre per Rai Radio 2,

una serie di venti puntate dedicate alle biografie degli uomini che hanno

cambiato la storia attraverso il denaro, dal titolo Re di Denari. Ha scritto per Il

Sole 24 Ore , Il Messaggero , Panorama , International Herald Tribune,

Liberation , Families in Business , Nord e Sud , Il Secolo XIX , Il Resto del

Carlino , La Gazzetta del Mezzogiorno. È stata autrice di un dizionario dei

termini comunitari, distribuito in 250.000 copie con i quotidiani Il Mattino e La

Gazzetta del Mezzogiorno. Moderatrice di numerosi convegni e incontri

pubblici, nel corso degli anni ha intervistato i principali attori internazionali

della vita politica ed economica. Myrta Merlino sa stare in video con eleganza

ed autorevolezza, ma ciò che concorrono al suo successo sono anche un bel

sorriso e un fisico che si fa notare “Se coltivi te stesso invece di coltivare il tuo

ruolo – dice - avrai una forza straordinaria” … parole sagge! La nostra vita

dipende da noi, non dimentichiamolo. La vita non accade; la vita risponde.

HELGA COSSU Sky Tg24

Inizia la sua carriera da giovanissima, lavorando come giornalista politica per

alcune testate del Basso Lazio. Passa subito alla televisione, facendo le

prime esperienze in alcune emittenti della Ciociaria, Teleuniverso e Roma

Uno. Nel 2008 passa alla conduzione di Sky TG 24 e successivamente

approda alla fortunata conduzione del tg. Un volto bello e naturale, il suo.

Quando la accusano di sorridere poco, risponde “Devo dare notizie, mica

fare la show girl!”. In effetti, nei sogni di bambina di Helga non c'era un

futuro da soubrette, bensì quello di fare del giornalismo la sua professione.

Cosa che le è riuscita ed anche alla grande! E’ il giusto compenso per non

aver mai abbandonato la sua ambizione, per non aver gettato le armi alle

prime difficoltà sebbene anche "cresciuta" dentro un sistema, quello

dell'informazione, che limita e finanche a volte, inibisce, una legittimazione.

Helga è la conferma che non bisogna mai desistere dallo studiare, dal

progettare, dal sognare. Una storia come questa ci fa bene ricordarla.

MIKAELA CALCAGNO Sport, Mediaset Premium

Iscritta all'Albo dei giornalisti professionisti dal 30 gennaio 2006, ha esordito

nel giornalismo sportivo televisivo nel 2002 per l'emittente Telenord di

Genova, affiancando il mitico Aldo Biscardi nella trasmissione Il Derby del

martedì. Nel dicembre 2003 è entrata a far parte del circuito dell'emittente

RomaUno Tv, dove è stata conduttrice del telegiornale e dove si è occupata

di calcio e basket. Sempre per la stessa emittente ha curato e realizzato

programmi sulle squadre di calcio romane, Roma e Lazio. Passata alle reti

Mediaset nel 2005, entra a far parte della redazione sportiva di Italia 1 e

appare nelle principali trasmissioni sportive dell'emittente, tra cui Studio

Sport e Domenica Stadio. Con l'avvento del digitale terrestre, a partire dal

2008 viene assegnata alle reti sportive a pagamento di Mediaset Premium,

dove si occupa della conduzione dei notiziari sportivi e di altre trasmissioni,

quali Serie A Live e Speciale Calciomercato, in onda su Premium Calcio.

Cresciuta a pane e sport fin da bambina, trascorreva i pomeriggi a

bordocampo con il padre allora presidente della squadra di Imperia. Quando

è approdata a Mediaset poco o niente le è importato del nutrito scetticismo

dei colleghi uomini: lei è andata per la sua strada con coraggio e fermezza

specializzandosi sulle proprie competenze, studiando, approfondendo,

diventando sempre più esperta della propria nicchia e dimostrando infine di

essere brava come loro. Anche molto più di loro. Onore al merito Mikaela!

STEFANIA PINNA SkyTg24

Classe 1980, di Macomer, è conduttrice televisiva per Sky tg24. Laureata in

Scienze della Comunicazione presso l’Università di Perugia, consegue un

Master in giornalismo all’Università degli Studi di Sassari. La sua prima

esperienza nel mondo del giornalismo risale al 2001 quando inizia a lavorare

come reporter per la redazione umbra de Il Messaggero. Nel 2006, invece,

il suo passaggio come stagista a Sky tg24: prima tre mesi nella redazione

romana, poi il rientro in Sardegna come corrispondente e solo un anno più

tardi, udite, udite, arriva il suo primo contratto con l’emittente televisiva di

Rupert Murdock. Iscritta all'albo dei giornalisti professionisti dal 2008 (ma

già pubblicista nel 2005), è felicemente sposata con il collega dell'Ansa

Federico Garimberti con il quale ha un bambino di quasi due anni. Il suo

motto? “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le

sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” E brava Stefania!.

www.donnaimpresa.com


SARA VARETTO Sky TgEconomia

E' direttrice di Sky TG24 conduttrice e autrice della

rubrica Economia di Sky TG24. Ha iniziato la carriera

giornalistica nel 1992, come redattore e conduttore per

il Giornale Radiotelevisivo Piemonte, diventando

giornalista professionista nel 2002. Dal 1998 al 1999

ha lavorato alla RAI nella trasmissione Italia

Maastricht, condotta da Alan Friedman, e per

Rainews. Nel 2000 sempre insieme ad Alan

Friedman fonda il sito di informazione miaeconomia.it,

che nel 2002 diventa anche un programma televisivo

su LA7; dirige inoltre, dal 2000 al 2007, la testata

Miaeconomia.com che comprende il sito

miaeconomia.it, il programma televisivo e progetti di

comunicazione in campo economico-finanziario per

aziende e istituzioni. Nel 2003 passa a Sky TG24,

dove è conduttore e autore della rubrica Economia fino

alla nomina di direttore. Ha vinto il Premio Tular

(2009) per la capacità di comunicare complesse e

importanti notizie di economia e il Premio Sulmona

(2013). E' sposata con il giornalista Salvo Sottile, da cui ha avuto due splendidi figli. Per affermarsi in

un mondo come quello del giornalismo economico, tradizionalmente maschile, c’è voluta tutta la sua

determinazione: “All’inizio gli ospiti mi guardavano, giovane e carina, e nei loro occhi leggevo il

pregiudizio – dice - Ma questa saprà di cosa parla? Poi aprivo bocca, e cambiavano espressione.

Grane da diretta? Un giorno aspettavamo due ospiti: uno perse l’aereo e l’altro era bloccato nel

traffico. Panico. Andai a braccio, ma se non conosci bene l’argomento sei fritto.

Beh, è andata bene.

La vera difficoltà sta nel tenere insieme lavoro e famiglia: quello sì, con due bambini di 4 e 2 anni,

Giuseppe e Maya. E la piccola è nata proprio quando è scoppiata la crisi finanziaria”. L’audience

intanto continua a premiarla per la sua abnegazione e la ricerca di trovare regole agili e condivise per

dare la maggiore attenzione possibile ai contenuti ed anche noi non possiamo esimerci dal

congratularci con lei. Ad essere una donna che si occupa ti tematiche economiche, e così bella e

giovane, c'è voluto e ci vuole molto coraggio, se si vive in un paese che non sancisce ancora la parità

LUCIA ANNUNZIATA Rai 3

Medaglia di merito per la scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Lucia Annunziata, premiata

con l’onorificenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Attualmente

è conduttrice del programma televisivo In 1/2 h in onda su Rai 3 ogni domenica, un programma

particolarmente seguito da giovani e adulti fino a 55 anni. Giornalista professionista dal 1976,

corrispondente dagli Stati Uniti prima per Il Manifesto e poi per La Repubblica per cui segue dal

1981 al 1988 l' America centrale e latina - tra gli altri eventi: la rivoluzione in Nicaragua, la guerra

civile del Salvador, l'invasione americana di

Grenada, la caduta del regime di Baby Doc

Duvalier in Haiti ed il terremoto del Messico. Per

La Repubblica diventa corrispondente dal

Medioriente, con base a Gerusalemme. Nel 1977

aveva appena 27 anni e lavorava già a Il

manifesto. Passa poi al Corriere della Sera nel

1993 e torna in USA. Nel corso del 1995 torna in

Italia e arriva in televisione, su RAI 3, con il

programma Linea tre. Dal 1996 al 1998 è

direttore del Tg3. Nel 2000 fonda e dirige

l'agenzia di stampa APBiscom, società che

nasce dalla Associated Press ed Ebiscom. Il

13 marzo 2003 diventa Presidente della RAI,

mandato che conserva fino al 4 maggio 2004,

data delle sue dimissioni. È stata la seconda donna presidente RAI, dopo Letizia Moratti (nel

1994). Dal 2004 è editorialista de La Stampa. È direttore responsabile di Aspenia, la rivista di

Aspen Institute Italia, in qualità di membro dell'esecutivo. Ha scritto i libri: Bassa intensità (ed.

Feltrinelli) , sul Salvador ; La crepa (ed. Rizzoli) , sulla frana di Sarno nel 1998; No (ed. Donzelli) ,

contro la seconda guerra in Iraq ; 1977 (ed. Einaudi) , sul movimento giovanile del 1977. Ha

ricevuto vari premi giornalistici, tra cui il Premiolino (il più importante riconoscimento

giornalistico italiano) ed il Saint Vincent. Nel 1993 le è conferita dalla Università di Harvard la

borsa di studio Nieman. Dal marzo 2011 conduce su Rai 3 la trasmissione Potere che si articola

in 6 puntate della durata di un'ora. Da settembre 2012 è il direttore di Huffington Post Italia e

dal gennaio 2013 conduce un nuovo programma televisivo, Leader. Nel 2014 le è stato conferito

presso la Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia USA. Sposata con il

giornalista americano Daniel Williams, ha una figlia, Antonia . Lucia Annunziata è atea. Amata

o non amata? Questo sembrerebbe essere il dilemma. Ma non lo è, in effetti a giudicare dalle

vendite dei libri e dagli ascolti. Sono in molti quelli che, dati alla mano, la amano, e la seguono.

Eppure lei non fa nulla per com-piacere; ciò a testimoniare che il suo mancato savoir fare non

lede minimamente la sua statura professionale: la sua grinta, determinazione e coraggio la

dicono lunga su quanto paghi l’essere autenticamente sé stessi nel confronto con il pubblico. A

tal proposito, chi non la ricorda in quel 13 marzo del 2006 quando, nel suo programma ½ h nel

pieno del dibattito per le elezioni politiche, è stata protagonista di un diverbio con l'allora

Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che causa l'abbandono della trasmissione da parte

dell'allora premier? E chi non la ricorda anche in data 15 gennaio 2009 quando, ospite alla

trasmissione AnnoZero, abbandona lo studio in segno di sdegno nei confronti del conduttore

Michele Santoro accusandolo di aver impostato una trasmissione troppo filo-palestinese e in

segno di sdegno nei confronti del medesimo per aver definito "fesserie" le sue critiche? Come

non rammentare inoltre l’episodio del 23 febbraio del 2012 quando, durante la trasmissione su

internet Servizio Pubblico, condotta sempre da Michele Santoro, Lucia Annunziata dichiara:

"Adriano Celentano ha il diritto di dire quello che vuole e lo avrei difeso anche se avesse detto

che i gay sono da mandare al campo di sterminio?” Come non citare infine l'incontro-scontro con

Matteo Renzi in cui l' Annunziata redarguisce l'allora Premier con battute al vetriolo del tipo

"Con lei da questa parte (referendum) non andiamo da nessuna parte"? Nulla di retorico, nulla di

rituale dunque: Lucia Annunziata semplicemente “È”.

BIANCA BELLINGUER Rai 3

E' nominata nel 2009 direttrice del telegiornale di Rai 3 di cui ne manterrà la conduzione fino al

2016, sostituita, con molte polemiche, attualmente promette battaglia con il suo nuovo

programma, Carta Bianca sempre su Rai 3 . Bianca Maria nasce a Roma, il 9 dicembre 1959.

Primogenita dei quattro figli del leader del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer e di

L etizia Laurenti (gli altri fratelli sono Maria Stella , Marco e Laura, giornalista di TgCom24), si è

sposata in seconde nozze con il politico Luigi Manconi. Inizia a

lavorare ne Il Messaggero agli inizi degli anni ottanta e

contemporaneamente lavora a Mixer (1985) come redattrice,

entrando poi in pianta stabile nella redazione del TG3 dove

conduce l'edizione serale ininterrottamente dal 1991. Ha

presentato inoltre Primo Piano, rubrica di approfondimento della

stessa testata giornalistica su Rai 3. Nel gennaio del 2008 è stata

coinvolta in una polemica dichiarazione del presidente emerito

della Repubblica, Francesco Cossiga il quale, rispondendo ad

un intervistatore, aveva dichiarato di averla raccomandata

insieme ad altri giornalisti ( Giuseppe Fiori , Federica Sciarelli) al

fine di farle ottenere una posizione di maggior spessore all'interno

della Rai. Dichiarazioni prontamente smentite dalla Berlinguer

senza tuttavia intraprendere azioni legali nei confronti del

Senatore. Il 1º ottobre 2009 viene nominata direttrice del TG3. Si

insedia in data 12 ottobre. Il 24 settembre 2010 vince a Roma la

prima edizione del Premio di giornalismo L'isola che c'è,

www.donnaimpresa.com


riconoscimento assegnato a 10 giornalisti sardi, professionisti della carta stampata o della RAI -

Radiotelevisione italiana, che lavorano nella Capitale. Il 24 settembre 2011 si aggiudica il

Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione giornalismo. Da

direttrice continua a condurre (dopo un intervallo di qualche mese) l'edizione serale del TG3,

nonché l'approfondimento notturno Linea Notte. Dal 7 novembre 2016 conduce CartaBianca su

Rai 3 dall'ambivalente significato: è in effetti "una trasmissione che si appella all’urgente

desiderio di provare, di tentare, un percorso che rimetta al centro l’uomo nella sua eminente

valenza comunitaria e attraverso il quale la Berlinguer si prende una bella rivincita in termini di

share. Al suo esordio pronunciò quasi profeticamente: “È strano che sia io a dare la linea al Tg3,

ma mi ci abituerò” demarcando una velata (ma non troppo) ironia circa le traversie relative alla

sua sostituzione nel TG3.

MILENA GABANELLI Rai 3

Nata a Nibbiano il 9 giugno 1954, è

una giornalista e conduttrice

televisiva italiana. Opera come

freelance collaborando con la Rai a

programmi televisivi di inchiesta. Nei

primi anni novanta Milena Gabanelli

partecipa alla introduzione in Italia dei

nuovi canoni del videogiornalismo,

lavorando da sola con una

videocamera portatile (di pasoliniana

memoria), che crea uno stile più

diretto nelle interviste e in generale

nel modo di fare programmi televisivi.

Nel 1989 inizia la collaborazione per

la trasmissione di Giovanni Minoli

Speciale Mixer. Il suo primo lavoro è

la Cina delle zone economiche

speciali (1989), poi c'è il Vietnam, la

Cambogia. Nel 1990 realizza un

reportage sull'isola Pitcairn, dove

vivono tuttora i discendenti degli ammutinati del Bounty, e dove Milena risiede per un mese. Poi

c'è l' India dei venditori di reni, i deformi di Semipalatinsk (in Kazakhstan, dove per 40 anni si

sono fatti i test atomici), la yakuza giapponese. Come inviato di guerra si è recata in varie regioni

del mondo dove vi erano conflitti armati per documentare le atrocità commesse e la vita difficile

dei sopravvissuti. Tra queste: ex Jugoslavia , Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Nagorno

Karabakh, Mozambico, Somalia, Cecenia. È l'unica giornalista italiana ad aver messo piede, nel

1990, a Pitcairn, l'isola dove ancora vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty nel 1790.

Sua è la biografia del generale Võ Nguyên Giáp, raccontata da lui medesimo nel 1998. Nel

1994 Giovanni Minoli le offre di occuparsi di un programma sperimentale su Rai 2 Professione

Reporter, che fino al 1996 manda in onda i servizi realizzati dai neo-videogiornalisti. Il

programma ha metodi produttivi particolari: usa in parte mezzi interni (per la progettazione e

l'edizione del programma) e mezzi esterni, cioè l'acquisto dei servizi da autori freelance, che si

pagano le spese e lavorano in modo autonomo, pur sotto la supervisione di responsabili della

Rai. Nel 1997 nasce ufficialmente Report, in onda su Rai 3, all'epoca diretta da Giovanni

Minoli, di cui è autrice e conduttrice. Negli anni il programma è diventato il più noto format di

giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche

argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al

crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti. La trasmissione è stata anche soggetta a querele

a causa dei delicati argomenti trattati, ma a lei non importa se questo è lo scotto da pagare

nell’esercizio della verità. I giornalisti di Report, onesto ricordarli, sono: Sabrina Giannini,

Bernardo Iovene , Sigfrido Ranucci , Stefania Rimini , Alberto Nerazzini , Silvio Talarico,

Giuliano Marrucci , Paolo Mondani , Giovanna Boursier , Michele Buono , Piero Riccardi,

Emilio Casalini. Tra i problemi più grandi che ha avuto per le sue inchieste giornalistiche con

Report vi fu la polemica con le Ferrovie dello Stato, che le chiesero danni per 60 miliardi di

vecchie lire. Il 28 novembre 2016 conduce la sua ultima puntata di Report e, congedandosi con

il pubblico, annuncia con autentica commozione che la sua avventura in Report si conclude e

che sarà il suo co-autore Sigfrido Ranucci a succederla nella conduzione dell’amato

programma. Il suo rifiuto alla candidatura a Presidente della Repubblica? Penso che nessuno si

sia stupito più di tanto al suo diniego, d’altronde è proprio in quel suo ritenersi “inadeguata” al

ruolo di capo dello Stato che traspare la sua coerenza. Milena Gabanelli è una giornalista tosta,

una donna fuori dal branco, e come tale rivendica la sua estraneità a questo “Sistema Paese”

che ha ripetutamente ed aspramente criticato nel corso della sua ultima esperienza televisiva

privilegiando il restar fuori e magari chissà, il continuare (ce lo auguriamo), a condurre lo sguardo

delle persone laddove non stanno guardando.

LILLI GRUBER La7

Giornalista televisiva sin dai primi anni ottanta, ha condotto le principali edizioni del TGR, poi

TG2 e TG1, anche come inviata su importanti eventi come il crollo del muro di Berlino e la guerra

in Iraq. Dopo una esperienza politica dal 2004 al 2008 come euro parlamentare nella Lista Uniti

nell’Ulivo, si dimette per condurre la trasmissione Otto e mezzo tuttora in onda su LA7 ed è così

che Frau Dietlinde Gruber detta Lilli, da Bolzano , Alto Adige, continua a mietere successi

segnando risultati clamorosi per la media di La7 ma soprattutto rispetto alla media misera dei

talk show politici. Laureata a Venezia in lingue e letterature straniere, svolge il praticantato

giornalistico a Telebolzano e scrive per i quotidiani L' Adige e Alto Adige, quindi approda in RAI,

dapprima a Sender Bozen, il canale in lingua tedesca, poi, nei primi anni ottanta, alla redazione

di Bolzano del TGR T rentino-Alto Adige.

Nel 1986 passa al TG2 conducendo

l'edizione di mezza sera del telegiornale

e facendosi notare per lo stile

combattivo e per la postura di tre quarti,

inconsueta per quei tempi (il

mezzobusto era di consueto inquadrato

frontalmente). Nel 1989, su sua

specifica richiesta di fare l’inviata, ha

seguito per la RAI gli accadimenti che

hanno determinato il crollo del muro di

Berlino raccontandone la personale

esperienza sul campo nel suo primo

libro Quei giorni a Berlino, pubblicato

da Rai Eri e scritto insieme a Paolo

Borella. Dal 1990 è passata al TG1,

inizialmente occupandosi di politica

estera, per poi condurre l'edizione

principale delle 20, senza però mai

trascurare l'attività di inviata, e dunque recandosi spesso in territori coinvolti da conflitti, come le

guerre jugoslave, la guerra in Iraq (anche da questa esperienza ha tratto diversi saggi, pubblicati

dalla Rizzoli) e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nel 1994 ha esordito come conduttrice

presentando il programma giornalistico Al voto, al voto! , trasmesso dalla RAI in occasione della

campagna elettorale per le elezioni politiche di quell'anno. Nel 1997 riceve il Premio Nazionale

Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo. Ha collaborato inoltre con i quotidiani La Stampa e

Corriere della Sera. Sempre negli anni novanta è stata attiva anche all'estero, conducendo nel

1996 il settimanale Focus TV, in onda sulla tedesca Pro 7, e nel 1998 un talk show per SWF.

Per conto della CBS realizzerà in quegli anni una intervista-ritratto all'attrice Sophia Loren. La

www.donnaimpresa.com


sua denuncia della carenza di libertà d'informazione in Italia sotto il governo Berlusconi, nel

2004, fa sì che decida di lasciare la RAI per la politica candidandosi con la coalizione Uniti

nell'Ulivo alle elezioni per il Parlamento europeo. Capolista nelle circoscrizioni nord-est e centro,

risulta prima degli eletti in entrambe. In seguito si iscrisse al gruppo parlamentare del Partito

Socialista Europeo ed è stata presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del

Golfo; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione per le libertà

civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con l'Iran. Nel 2007, dopo un

iniziale diniego ad entrare nel Comitato promotore 14 ottobre del Partito Democratico, divenne

membro della Commissione per l'Etica, nominata dall' Assemblea Costituente Nazionale. Nel

settembre 2008 ha annunciato la conclusione dell'esperienza politica dimettendosi da

eurodeputata, sei mesi prima della fine della legislatura, rinunciando dunque al diritto alla

pensione. Torna all'attività giornalistica non tralasciando però l'attività come scrittrice; le sue più

recenti pubblicazioni sono in effetti i romanzi autobiografici Eredità e Tempesta e il saggio

Prigionieri dell'Islam (2016). Si è sposata a Montagna col giornalista francese Jacques

Charmelot. Una credibilità inattaccabile che ha conquistato nel corso di una lunga e prestigiosa

carriera, fatta di conduzioni del Tg1 di prima serata e di corrispondenze da zone di guerra e di

conflitto. Lilli Gruber rappresenta uno degli ultimi baluardi di un giornalismo televisivo

consapevole che il proprio ruolo nella società non è quello di disarcionare la politica, né tanto

meno di incentivare personalità narcisistiche, è bensì semplicemente quello di informare.

Autorevolezza invidiabile, ma mai primadonna, non permette neanche agli ospiti di diventarlo.

Quello che fa è comunicare al suo target (comunque di livello medio-alto) di cosa si sta parlando

non consentendo dunque agli ospiti mezze risposte, perdite di tempo e giri di parole interminabili.

È una anchorwoman all’americana, di altissimo spessore. Il suo prodotto televisivo e giornalistico è

di quelli laddove la narrazione degli eventi di questa epoca è sviscerata senza falsa retorica.

CONCITA DE GREGORIO RAI 3

Nasce a Pisa da madre spagnola e padre toscano di origini siciliane è poi cresciuta a Livorno. È

sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli. Durante gli anni

universitari inizia la professione nelle radio e TV locali toscane, entrando ne Il Tirreno nel 1985,

dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino,

Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 approda a la

Repubblica, dove si è occupata di cronaca e politica

interna. Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo

sangue, diario dei fatti del G8 di Genova, e un

racconto per la rivista letteraria di Adelphi. Nell’anno

2006 ha ancora pubblicato per Arnoldo Mondadori

Editore Una madre lo sa, tra i finalisti l'anno

successivo del Premio Bancarella. Nel luglio 2008

Concita è al centro di una curiosa polemica: la rivista

Prima Comunicazione rende note le anticipazioni di

una sua intervista in cui ammette di aver accettato la

proposta del neo editore de l'Unità, Renato Soru, di

diventare direttrice del quotidiano fondato da Antonio

Gramsci. Nella medesima intervista Concita De

Gregorio anticipa anche le linee guida della sua

direzione. La notizia palesa dissenso e clamore in

redazione: il comitato di redazione protesta contro la

via dell' annuncio del cambio di direttore attraverso

intervista. Il 22 agosto 2008 le viene ufficializzata la

nomina a direttrice de l'Unità, prima donna a ricoprire

tale incarico, che ha svolto fino al 7 luglio 2011

quando fa ritorno a la Repubblica. In data 25 aprile

2010 è stata insignita del Premio Renato Benedetto

Fabrizi. L'anno seguente pubblica il saggio Così è la

vita. Dal 23 settembre2013 al 27 maggio 2016

conduce su Rai 3 il programma di letteratura e cultura

Pane quotidiano. Fiorente la sua attività letteraria. Lei

incarna lo stereotipo di quello che noi donne chiediamo

a questa “Italia ridotta a bordello”. Poi si può giudicare

il suo operato, le sue idee, la sua figura pubblica, il suo

attivismo femminista e tanto altro, ma di certo non si

può negarle il valore che l’ha condotta ai posti più

ambiti del giornalismo nazionale. I vertici della sua

carriera sono alla direzione dell’organo dell’ex Partito

Comunista, dal ’91 privo di una corrente ideologica

rappresentata e rappresentativa, perlomeno con la

forza con cui si era contraddistinto sin dalla sua

fondazione. A l’Unità ha forse fallito, o per lo meno,

così si è detto. Ma questo è un tratto della normalità,

che nel caso della De Gregorio è risultato sin troppo

acclamato. "Direttrice con prole", si autoproclamava ai

tempi de l’ Unità. Normalità, appunto. Avrebbe dovuto

forse prendere le redini del quotidiano e liberarlo dalla

zavorra del passato, inutile e troppo di “sinistra per la

nostra sinistra”. Alcuni passi avanti sono stati fatti, in

tal senso, altri no. Sempre a cuore la situazione delle

donne nell’Italia, la ricordiamo in particolare per la sua

affermazione “Non tutte in fila per il Bunga Bunga” e

per il suo oltremodo lodevole intervento al Festival del

Giornalismo di Perugia del 2011, quando ha

analizzato la sua situazione di donna impiegata e attiva

nel settore giornalistico-televisivo: un intervento

significativo, testimone del reale “Quando io ho

cominciato questo lavoro, non mi ero mai posta il

problema di essere donna – disse - poi però è

cambiata la percezione e l’autopercezione nel genere

femminile soprattutto a causa dell’immagine della

donna dipinta dai media. Inoltre la crisi economica e la

mancanza di lavoro portano le ragazze a inseguire

modelli secondo cui, concedendo favori, si può

diventare ricchi e famosi”. Nulla di più vero, ma ciò

nonostante gli attacchi dal mondo femminista non

tardarono ad arrivare tacciando, quelle parole de la De

Gregorio, come “morali paternalistiche di una donna

vicina ai problemi delle donne che però appartengono

a un mondo lontano anni luce dal suo” e tralasciando

invece che i media hanno il compito e il dovere morale

di denunciare e dare voce ai fatti che accadono a

danno delle donne (episodi di maltrattamento, soprusi,

violenza) affinché queste imparino a riscattarsi. E

questo è grande, soprattutto in un Paese come il

nostro dove non è accolta (se non a parole) ancora

pienamente l'espressione di emancipazione di una

donna, men che mai l'ostentazione della propria

autorevolezza. Veri e propri gesti di rottura, i suoi,

pensieri messi a nudo senza conformismi di maniera,

in tv come nei suoi libri. Ed è per questo motivo che

donne come Concita sono necessarie.

CRISTINA PARODI RAI 1

Nasce ad Alessandria il 3 novembre 1964.

Giornalista, conduttrice televisiva e

scrittrice italiana, dopo l'esordio sulle

piccole reti TelePiccolo e Telereporter e

successivamente su Odeon TV, nel 1990

è passata a Mediaset dapprima alla

conduzione del programma sportivo

Calciomania insieme a Maurizio Mosca

e ricoprendo il ruolo di inviata per la

trasmissione Pressing, collaborando poi

successivamente con la nascente testata

giornalistica delle tre reti Mediaset, che

necessitava in quel frangente di un

maggior numero di giornalisti a causa

dello scoppio della prima Guerra del

Golfo. Nel 1992, insieme al direttore

Enrico Mentana, Clemente Mimun,

Lamberto Sposini e Cesara Buonamici,

ha lanciato la testata giornalistica di

Canale 5, il Tg5, di cui è stata, inutile dirlo,

certamente uno dei volti più amati dal

pubblico. Ha abbandonato il telegiornale

nel 1996 per condurre una trasmissione

prodotta dalla testata del Tg5, Verissimo,

in onda nel tardo pomeriggio su Canale 5

www.donnaimpresa.com


che riscuote grande successo per numerose

stagioni. Il programma è approdato anche in

prima serata per alcune puntate con un ciclo

intitolato Le storie di Verissimo. Ha

abbandonato la trasmissione solo nel 2005,

quando su richiesta del neo direttore della

testata Carlo Rossella è tornata al ruolo di

conduttrice del Tg5, nell'edizione principale

delle 20. Nel 1998 ha vinto ad Alghero il

Premio Nazionale Alghero Donna di

Letteratura e Giornalismo per la sezione

giornalismo. Durante i nove anni in cui ha

condotto Verissimo ha anche partecipato nel

2000 a Strano ma vero, con Gene

Gnocchi, e condotto il reality di Canale 5

The Bachelor - L'uomo dei sogni, andato

in onda nell'estate 2003. Ha inoltre

interpretato il ruolo di sé stessa nei film

comici Body Guards e Tutti gli uomini del

deficiente e ha presentato più volte il

concerto di Natale in Vaticano, in onda

consuetamente la vigilia di Natale in prima

serata su Canale 5, e alcune trasmissioni

evento come Concerto per l'Unione

Europea, Serata per i diritti umani , Donna

sotto le stelle e Un Papa di nome

Giovanni. Nel 2012 ha lasciato Mediaset ed

è passata a La7, dove già dal 2011 lavora la

sorella Benedetta: dal 10 settembre

conduce Cristina Parodi Live e Cristina

Parodi Cover. Successivamente è passata

in RAI nella primavera del 2013. Dal 20

dicembre 2013 al 10 gennaio 2014 conduce

su Rai 1, con Al Bano, il programma Così

lontani così vicini. Dall'8 settembre 2014

conduce La vita in diretta, storico

programma pomeridiano di Rai 1, insieme a

Marco Liorni. E’ sposata con Giorgio Gori

(attuale sindaco di Bergamo, allora direttore

di Canale 5 e successivamente fondatore

della Casa di produzione televisiva

Magnolia), con il quale vive sempre a

Bergamo insieme ai tre figli: Benedetta,

Alessandro e Angelica. È sorella di

Benedetta Parodi, conduttrice televisiva e

scrittrice, e di Roberto Parodi, scrittore e

giornalista. “ Lavoro in tv dal 1990 – ha

dichiarato in una intervista – eppure mi sento

coinvolta sempre come il primo giorno . Ho

realizzato il mio sogno , peccato solo non

essere riuscita negli anni ad essere vicina, ai

miei figli così come avrei voluto. Ho avuto

grandi sensi di colpa, come tante mamme.

Ma ci sono sempre stata con la testa, il

cuore e il telefono. E oggi i momenti che

passiamo insieme sono così belli che mi

ripagano di tanta fatica”. Ed anche noi le

auguriamo, così come è nei suoi desideri e

non di meno, così come merita dopo tanti

sacrifici, di trovare in futuro maggiore tempo

per sé stessa "… vedere una mostra,

passare finalmente un weekend lungo con

mio marito Giorgio, rilassarmi - dice - anche

semplicemente non fare niente”

LUISELLA COSTAMAGNA AGON

Laureata in Filosofia con 110 e lode è iscritta

all'albo dei giornalisti professionisti dal 2000.

La sua attività di giornalista televisiva inizia in

una piccola emittente locale piemontese,

Teletime, alla conduzione dell’edizione

quotidiana del telegiornale TGTime. Nel 1996

inizia la sua collaborazione nei programmi di

Michele Santoro, che la sceglie per la sua

nuova trasmissione Moby Dick su Italia 1.

Per tre anni, cura i collegamenti in diretta

dalla redazione telematica e realizza alcune

inchieste di Moby's, tra cui uno dei primi

speciali sui serial killer. Dal 1999 al 2000

conduce l'edizione serale di Studio Aperto, il

telegiornale di Italia 1. Nel 2001 ritorna con

Michele Santoro, questa volta in RAI, per i

programmi Il raggio verde, Sciuscià e

Sciuscià edizione straordinaria, dove cura

in studio schede di approfondimento,

interviste, sondaggi. Del 2002 è il programma

Donne, cinque speciali in seconda serata su Rai 2, di cui è autrice

e conduttrice. Dal 2004 è a Canale 5, dove collabora con i

programmi di Maurizio Costanzo: il Maurizio Costanzo Show -

Raccontando, per cui realizza interviste e reportage Tutte le

mattine, Il diario di cui è curatrice, e Pandora, rubrica di interviste

al femminile in onda sul digitale terrestre Mediaset. Dal settembre

2006 è in studio, sempre con Costanzo, per il rotocalco

pomeridiano Buon pomeriggio. Nel 2007 conduce i dibattiti del

giorno di Omnibus Estate ( LA7) e realizza, per il programma W

l'Italia diretta ( Rai 3) di Riccardo Iacona, il reportage Parole

come ferite, sulla violenza alle donne. Dal gennaio 2008 conduce

nuovamente il dibattito del giorno di Omnibus ( LA7) ed è tra gli

autori del programma Annozero di Michele Santoro ( Rai 2). Da

settembre 2008 conduce il dibattito di Omnibus Weekend (il

sabato e domenica su LA7). Nel 2009 conduce, sempre su LA7, il

programma di informazione pomeridiano Così stanno le cose, in

onda dal 23 novembre al 23 dicembre. Dal gennaio 2010 torna alla

conduzione di Omnibus Weekend. Dal 27 giugno 2010 al 9

settembre 2011 conduce insieme a Luca Telese In onda,

programma che lascerà in seguito per scelta dell'emittente.

L'avvicendamento suscita numerose polemiche in rete e sui

giornali. Dal 9 marzo 2012 conduce Robinson in prima serata su

Rai 3. Collabora con Il Fatto Quotidiano, con Diva e Donna, per

la cui testata cura la rubrica Il punto interrogativo di Luisella, e

con Il Salvagente, e Le parole della settimana. Il 18 settembre

2012 pubblica il libro Noi che costruiamo gli uomini ( per

Mondadori) in cui racconta la storia di dieci storie di donne comuni

che sono diventate artefici del loro destino; donne eccezionali nella

loro quotidianità. Dal 25 ottobre 2012, la giornalista torna su LA7

collaborando al programma Servizio pubblico, condotto da

Michele Santoro. Tuttavia, il 19 gennaio 2013 decide di

abbandonare la trasmissione. Nel 2014 approda a Sky Italia sul

nuovo canale Crime+Investigation e nel novembre seguente

diventa volto di Agon Channel, nuovo canale del digitale terrestre,

dove la vediamo condurre con successo il programma di attualità

politica Lei non sa chi sono io, il primo show del canale tv con

sede operativa in Albania prodotto in Italia e in diretta dagli studi di

Roma. Sempre nel 2014 pubblica il libro-inchiesta dal titolo Cosa

pensano di noi: Gli uomini raccontano il sesso e le donne, un

originalissimo viaggio in un mondo – quello della sessualità

maschile – che per le donne (nonostante se ne parli in

abbondanza) resta in gran parte misterioso. Partendo dalle

confessioni raccolte fra uomini molti diversi per età ed estrazione

sociale, Luisella Costamagna racconta del come vivono il

“prima”, il “durante” e il “dopo” di un rapporto sessuale gli uomini,

ma anche delle loro trasgressioni (immaginate e realizzate), sulle

ansie da prestazione, il tradimento, il sesso “casalingo" cercando,

da un lato, di rispondere all’annosa domanda che ciclicamente

viene posta dai media: il maschio è in crisi o no? E dall’altro di

tratteggiare l’immagine della donna che emerge concretamente

dalla reale sessualità maschile. Apprezzabili le sue campagne a

favore della complementarietà fra uomo e donna. Per Luisella

Costamagna Donna vuol dire Forza. E per voi?

www.donnaimpresa.com


APPARENTEMENTE, LA FELICITÀ DEL GENERE UMANO

NON ERA PREVISTA NEI PIANI DI DIO.

pensieriparole

Oggi più che mai abbiamo bisogno di speranza, non servono critiche e

accuse, non servono colpe e discriminazione. Oggi, e ogni giorno, abbiamo

bisogno di speranza che ci aiuti ad andare avanti nonostante tutto il dolore.

www.donnaimpresa.com

PER NON DIMENTICARCI DI LORO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!