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Pulp Libri 1 - aprile maggio 1996

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inocchio era un maledetto mistero.

on riuscivo a scavare

bbastanza a fondo in lui

er conoscere il suo mondo interiore.

Scoprii molte donne,

aturalmente.

ontesse fasciste e cameriere.

e solleticavo tutte con il naso,

a non lo chiamerei amore.

fatto , amici, che mi sentivo solo.

roppa finzione consuma.

(Jerome Charyn, 1983)

E un bel caos, çiuello di Terome

Charyn, IJ.O:Q esita un sec'ondo a

metté re 1ns1eme J ames T oy_ce e

Madonna, Pinocchio e Molj_y Dick,

O.T. Simpson e Mussolini, Roma e

il_ rox. Epp\lre, nel _picarescq

d1sord1ne a cui vanno incontro 1

suo personaggi, c'è un metodo e un

senso nella sua follia narrativa. Perchè

per quanto surreale e vagamente onirica

riesce a rendere (come altrimenti non

si potrebbe) l'atmosfera allucinata e confusa

che è propria dei nostri giorni. Sarà

P! q uesto he _

Jerol? Cary1: è un? di

pm nconoscmtl e att.Ivi scntton amencam,

collaboratore alla sezione sceneggtàtura e

regia dell'Actor's Studio, ricercato autore di

fumetti, insegnante, riesce a guardare la realtà

attraverso la lente deformata di una narrazione

che procede a rivoli e a pozzanghere, con

un moltiplicarsi di immagini e di personaggi che

ricorda più certi processi chimici che l'arte di un

romanziere. La formula ha funzionato e regge

ELSINORE, IL PESCE GAITO, PANNA MARIA, MARYLIN

LA SELVAGGIA, il fondamentale METROPOLIS,

PARADISE MAN e IL NASO DI PINOCCHIO (Il

Saggiatore). Perchè Jerome Charyn tiene le fila

dei suoi protagonisti come un abile burattinaio

capace di giostrarli con fili lunghi, molto lunghi,

tanto che non si vedono. A volte gioca a cambiare

ruolo, pensa di poter lasciare l'incomodo

ruolo di narratore per diventare personaggio e

protagonista dislessico, inverte i ruoli e persino

le parole; "MEGLIO TENERE SEMPRE UNO

SPECCHIO A PORTATA DI MANO, PER LEG­

GERE CIÒ CHE IL NOSTRO PICCOLO SINI­

STRO SCRIVE" riesce a dire ne Il Naso Di

Pinocchio. E' l'immagine più adeguata, perchè

nella sua frammentarietà l'arte narrativa di

JEROME CHARYN è il riflesso di una fitta rete di

legami che attraversano, dentro e sotto le città, la

realtà, la fantasia e le twilight zones tra l'una e

l'altra. I collegamenti sono mantenuti attraverso _

un linguaggio ed una scrittura pieni, ricchi,

dove il noir (dove c'è) solo uno dei colori che

arrivano non appena le ombre calano sulle sue

città. PARIGI e NEW YORK; due posti dove i fuorilegge

forse non controllano il territorio urbano,

ma hanno sicuramente un posto d'onore

nelle metropoli immaginarie. Proprio come gli

scrittori.

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