Pulp Libri 1 - aprile maggio 1996
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Gilles Deleuze e Felix Guattari
Nomadologia
(CASTELVECCHI)
Gilles Delwze
félix Guattari
NOMADOLOGIA
Perso nella superproduzione Castelvecchi
fatta di raffinate analisi mediologiche, provocazioni
a volte un po' spuntate e blandi trendismi
legati all'ultima tendenza musicale, nessuno
noterà, o quanto meno nessuno ha
ancora notato fino a ora, questo straordinario
studio di Deleuze e Guattari denominato
Nomadologia. Personaggi chiave di un modo
radicale di fare filosofia, entrambi recentemente
scomparsi, Deleuze e Guattari sono
conosciuti ai più per le ardi te tesi an ti-psi canali ti che
dell'Anti-Edipo, il loro più famoso pamphlet contro Freud
e la psicanalisi classica, disciplina da loro identificata come
legittimatrice dei ruoli fondanti della società patriarcale. Al
centro di quell'analisi stava il concetto di macchina desiderante,
una costruzione logica che tentava di superare da
una parte l'idea classica di soggetto e dall'altra la dualità
regolatrice maschile-femminile. Dopo la macchina desiderante,
ecco la macchina da guerra. Abbandonati i paludosi
terreni della psicanalisi, Deleuze e Guattari virano verso i
più concreti campi dell'etnologia. Sulla scorta delle letture
di Dumézil e Clastres, ma anche di poderose immersioni
nella fenomenologia husserliana, i due francesi dispiegano
un nuovo tratto del loro percorso teorico anti-statuale, alla
ricerca di un 'alternativa a quella che loro chiamano "la
scienza imperiale", owerossia il modello di tutte le scienze
positive inscritte nel perimetro della forma-stato.
QuestoTrattato di Nomadologia è parte di.,un'opera più
complessa dal titolo Mille Plateaux, ancora inedita in Italia.
Che cosa è dunque una macchina da guerra? Si parte dalla
concezione dello stato antico come regolato dai due poli
dell'Istituzione e della Legge (Varuna è il Fondatore, Mitra
il legislatore). Tutto ciò che è esterno a questa forma-stato è
trasgressione, follia, peccato; e questa figura è storicamente
rappresentata dal guerriero. Proiezione dell'organizzazione
della forma-stato è il pensiero istituzionalizzato. E' la forma
del pensar-vero, sanzionato dalla legge. E' l'immagine classica
del pensiero. La macchina da guerra eccede questo
pensiero: si pone come esteriorità; è il modello del pensiero
nomade, che non si relaziona allo spazio fisso e immutabile
della legge. Straordinari sono i corollari che Deleuze e
Guattari derivano dal concetto di macchina da guerra.
Prima di tutto una nuova visione della scienza. Che non è
più la scienza imperiale dello Stato, ma un sapere nomadico,
vagabondo, _che segue i singoli flussi della materia,
secondo le intrinseche abilità di colui che è preposto ad
esse. Ciò si esprime in diverse situazioni. Bellissimo è l'esempio
dello stile gotico che, ad un certo punto, in Francia,
viene influenzato da un tipo di taglio delle pietre (scienza
locale, itinerante), piuttosto che dalla normale e universalmente
accettata geometria euclidea (scienza imperiale).
La definitiva forma di espressione della macchina da guerra
é la metallurgia che per prima, storicamente,
fa emergere il vitalismo della materia. A
differenza infatti di altre materie lavorate -
ad esempio l'argilla- essa consente di rifondere
la materia, di ritrasformarla. Ciò dà
origine al pensiero del flusso della materia,
cioé a uno sviluppo continuo della materia
lavorata. Da qui, tra l'altro, nasce l'idea di
musica. "E non soltanto - dicono Deleuze e
Guattari- per via dei rumori della fucina,
ma in virtù della tendenza che attraversa le
due arti a far valere, al di là delle forme
separate, uno sviluppo continuo della
forma (la musica come forma in movimento)
.... Il fabbro musicale è il primo trasformatore
..." Che gli Einsturzende Neubauten e più recentemente
i Sepultura abbiano sondato l'aspetto più primitivo
dell'uomo, nel suo rapporto con il suono? E' possibile.
Rimane difficile la vita per una macchina da guerra. Essa
non ha la guerra come oggetto primario, ma come obbiettivo
supplementare, nel senso che si deve misurare prima o
poi con gli Stati. Lo scontro è inevitabile. Ma per Deleuze e
Guattari è la libertà il più grande bene in gioco: la liberazione
degli spazi assoggettati al dominio della forma-stato.
Infine consentitemi una provocazione: chissà che ne penserebbe
il repubblicano Pat Buchanan, che ha recentemente
dichiarato alla Fiera delle Armi leggere di Phoenix, in
America, che "Possedere un'arma è un diritto innato" ...
Forse l'ultraliberismo di destra è anch'esso una figura della
macchina da guerra?
Claudio Sorge
Terence McKenna
Vere allucinazioni
(SHAKE)
Dopo Il nutrimento degli dei (ed. Apogeo) ecco finalmente
anche qui in Italia Vere allucinazioni del tecnosciamano
Terence McKenna, forse già noto anche per le collaborazioni
con gruppi musicali (Shamen, Zuvuya). Questo libro è il resoconto
della spedizione nella giungla amazzonica di un gruppo
di freak (siamo all'inizio degli anni '70) alla ricerca di una
sostanza allucinogena, I' "oo-koo-hé". Tra funghi sacri parlanti,
estasi sciamaniche, UFO ed elfi dell'iperspazio, le esperienze
visionarie di McKenna nella Colombia meridionale
"hanno originato un mito e annunciato dettagliatamente una
profezia relativa a un cambiamento globale, per la presa di
coscienza, destinato a salvare l'intero
pianeta". McKenna stesso si rende
conto di poter sembrare "un Newton
non celebrato o un tipo completamente
pazzo", ma spiega anche: "sono stato
fortunatissimo a intravedere per poco
una miglior sorte per il mondo e di aver
stretto una straordinaria alleanza con
gli déi alieni che abitano nello spazio".
Fabio Zucchella
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