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Pulp Libri 1 - aprile maggio 1996

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Stefano Benni

Eli anto

(Feltrinelli)

Quando uno scrittore decide di

affrontare la realtà che lo circonda

nella maniera in cui Stefano

Benni ci ha abituati, non possiamo

che prenderne atto, interiorizzare

i messaggi inviati , elaborarli

e sperare, come nel caso

di questo corposo romanzo,

che non tutti i suoi vaticini si

awerino.

In "Elianto", Benni si addentra,

nel raccontarci la vita a

Tristalia (un nome che ben

rende la situazione in cui

viviamo)nei meandri di quello

che si potrebbe definire un

viaggio picaresco alla ricerca di più di un Graal . Un

a11:imale misterioso, un monaco guerriero e una cura

per Elianto, il tredicenne protagonista malato di

'morbo dolce' ed unica speranza per il suo paese

contro lo strapotere del Zentrum, organo di controllo

chiaramente berlusconiano, sono gli oggetti di

ricerca del racconto.

Nel romanzo di Benni si incontrano facce note sotto

pseudonimi fin troppo chiari, come Fido PassPass

che conduce un notiziario improntato sull'aumento

della paura e su statistiche che ,se si appartiene alla

maggioranza , garantiscono l'erogazione delle utenze

necessarie. Lo snodo narrativo è altalenante tra

mondi diversi , simili a bolge dantesche e canali televisivo

e ogni gruppo di ricercatori è formato da bizzarre

trinità.

È attraverso questi viaggi che il lettore verrà condotto

attraverso universi che stanno dietro l'angolo ma che ,

evidentemente, per molti sono ancora ignoti.

Marcello V aleri

Tiziano Scarpa

Occhi sulla graticola

(Einaudi)

Tra l'acqua torbida e salmastra di una Venezia d'aprile

odorosa di pioggia, si gioca questo pasticcio linguistico

ghignante e grottesco, pieno di riferimenti

liquidi e acquosi.

Secrezioni di ogni tipo accompagnano una storia

trash e sgangherata, un mix saggioracconto che a

tratti prende forse le pieghe della supponenza erudita,

del linguaggio compiaciuto (quindi sopra le

righe).

Ma: sarà la misura breve, i riferimenti bassi, la cifra

umoristica, fatto stà che ci si trova alla fine del

"Breve saggio sulla penultima storia d'amore vissuta

dalla donna alla quale desidererei unirmi in un duraturo

vincolo affettivo", a ripensare al libro con esaltata

tenerezza. Anzi, cercando di mettere a posto il caos

spiattellato dall'autore in quella piccola galleria di personaggi.

Uno scatto sowersivo/romantico/ orgoglioso

smussa per un attimo gli angoli della vicenda ( tra un

documento, un pezzo di lettera, una pagina segreta). Uno

scarto che ci fa amare ancora di più questa ricerca sbilenca

e fosca, tra le calli strette della mente umana che specula e

può specularn all'infinito sugli uomini.

Carolina la timida ( disegnatrice

per i manga giapponesi di attributi

sessuali) che scarica l'analitico

Alfredo (uno che stà scrivendo la

tesi sulle brutte figure nell'opera di

Dostoevskij!?) a favore di Fabrizio

(studente di economia che paga in

liquido seminale, fino a quattro

volte al giorno, l'affito alla vecchia

padrona di casa).

Come dire, l'unica che preferisce

andare al di là dell'incontro per

abbracciare un rapporto problematico.

Una secrezione sentimentale?

Silvia Roseola

Jim Allen/ Ken Loach

Terra e libertà (GAMBERETII)

Per chi _

ha già potuto apprezzare il film di Loach nelle sale cinematografiche, ma anche per chi vuole leggere un

testo ascmtto su una delle pagine storiche più brucianti e controverse, ecco la sceneggiatura del pluridecorato

Terra e libertà.

Film sull'esperienza della guerra di Spagna, su quel crogiolo di volontariato internazionale che arrivò nel 1936 da

ogni parte per arginare la minaccia franchista e difendere la Repubblica.

"Il cinema politico non ha come alternativa che il cinema militante o il pamphlet ..... non si fa la rivoluzione con un

film. Ma un film può essere una leva per sollevare l'inerzia delle cose e delle persone", ha detto Ken Loach in un'intervista.

E bisogna dire che la sua opera l'inerzia l'ha sollevata, scatenando discussioni e riaprendo ferite che quasi nessuno

oggi vuole più vedere (c'è un coraggio dell'essere fuori moda e del dover dire nonostante tutto, una ricerca della

verità che dovrebbe accompagnare l'arte e che invece i salotti della stupidità tendeno ad affossare).

Eppu : e Terr , e Libertà, il film ma anche queste scarne cento paginette, ha colpito nel segno proprio per la sua

attuahta. Per 11 suo essere ancora dentro i problemi irrisolti o rimossi di questo secolo. Per essere una ferita ancora

aperta e bruciante che può dividere, ma con cui bisogna fare i conti se si vuole andare avanti. Giovanni Lugazzi

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