FERRARA GEOARCHEOLOGICA__Sara-Gamberoni-Neroni
archeologica
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2.1 Tratteggio storico.
CAPITOLO II
La storia e l’urbanistica
La storia di Ferrara è variegata e instabile come il suo territorio, che ne ha
condizionato le fortune e le sfortune attraverso molti secoli, senza che sia
ancora possibile stabilire esattamente quanti. Infatti, fino ad oggi non è stata
trovata traccia di popolamento romano dell’area occupata dalla città di
Ferrara vera e propria, ma mancano ancora adeguati studi archeologici. Per
quanto ci è dato sapere dalla documentazione di cui siamo fin’ora in possesso,
il sito diventò strategico solo tra la fine dell’età tardo antica e l’inizio del
medioevo, quando, in seguito alla mutazione del reticolo idrografico, il Po di
Ferrara si divise nei suoi due maggiori rami, il Volano e il Primaro, come ho
già accennato sopra (Visser Travagli, 1995; Bondesan, 2010). In questa
particolare congiuntura divenne importante per l’ Esarcato bizantino
esercitare il proprio controllo sulla biforcazione fluviale, in modo da poter
contrastare l’avanzata longobarda (Vasina, 2000).
Figura 8. La carta di Pellegrino Prisciano dove compare l’antica idrografia.
(In: Proportionabilis et commensurata designatio urbis Ferrarie. Disegno in :
Historiam Ferrarie ,ms ,1498, Modena, Archivio di Stato. Tratta da: Ravenna
P. Le mura di Ferrara, Panini 1985, p 20.)
Vennero quindi eretti il castrum bizantino (detto di S.Pietro) transpadano e,
quasi contemporaneamente, la plebs (pieve) di San Giorgio proprio nel punto
di diffluenza tra i due rami (Bonasera, 1965; Visser Travagli, 1995).