FERRARA GEOARCHEOLOGICA__Sara-Gamberoni-Neroni
archeologica
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Zuppiroli; 2010) che comprende la zona circostante l’antico alveo di Po,
mostrante quindi la geomorfologia relativa a tutta la parte più antica
dell’abitato.
Figura 32. Carta altimetrica di
dettaglio. (Stefani M. Zuppiroli M., The interaction of geological and
anthropic process shaping the urban growth of Ferrara and the evolution of
the sorrounding plain, In: Il Quaternario 23(2Bis),2010- Volume Speciale pp.
355-372, fig.5)
In questa cartografia l’equidistanza è di 0,2 m, e le misurazioni sono state
effettuate con strumentazione elettronica di alta precisione. Il numero di punti
battuti è risultato sicuramente molto superiore a quello della carta n°1). In
questo caso la porzione edita disponibile è ristretta a circa 1/4 della superficie
totale dell’area cittadina. Le linee essenziali del microrilievo urbano restano
in ogni caso le medesime, ma vengono definiti nel secondo caso dettagli
morfologici di non sempre chiara o immediata comprensione. L’analisi di
questi verrà tentata nel paragrafo successivo.
3.2 La zonazione geomorfica dell’urbano e le morfologie particolari: un
confronto tra lettura geomorfologica e storia urbanistica.
Giungiamo ora al cuore dello studio, che riguarda l’interpretazione delle
micromorfologie urbane nella ricostruzione storica del processo di
urbanizzazione dall’altomedioevo in poi, sul quale, a tutt’oggi, le fonti
tacciono fino al 1320 (l’anno della prima carta a noi giunta, quella di Fra
Paolino Minorita). Questo paragrafo, utilizzando in particolare la seconda
carta citata nel paragrafo precedente, si prefigge come obiettivo anzitutto
l’isolamento di morfologie particolari dotate di una loro autonoma evidenza
grafica e, successivamente, vorrebbe portare la riflessione su alcuni “principi”