FERRARA GEOARCHEOLOGICA__Sara-Gamberoni-Neroni
archeologica
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però essere tesa non solo alla glorificazione del passato, ma soprattutto alla
dinamizzazione della cultura e della storia della cultura, in un arco che vada
dal lontano passato ed arrivi al presente, ma sia però proteso al futuro. In altre
parole, avvicinarsi all’ottica del parco culturale, in cui le prospettive storicoambientali
e culturali possano coesistere in crescente armonia e stimolarsi a
vicenda.
Figura 43. “Strada della Morte”, un curioso toponimo che può stimolare la
ricerca delle leggende urbane.
Conclusioni
Una lettura della città di Ferrara che non tenga presente l’evoluzione del
contesto geo-ambientale e fisico in cui è nata significherebbe privare la città
del proprio senso e del proprio spirito forse più di quanto accada per altri
centri urbani. Si tratta infatti di un luogo che, oltre alle vicende storicopolitiche,
registra un vero trauma ambientale: la perdita dell’elemento del
paesaggio che ne ha motivato l’esistenza e la fortuna economica. Come
togliere l’acqua e la laguna a Venezia? A differenza di quest’ultima, Ferrara
ha però una struttura urbanistica semplice, che si auto-mantiene nel tempo.
Ciò è avvenuto all’interno di un rapporto dinamico almeno fino al pieno XVI
secolo, quando l’asse fluviale padano ha cessato definitivamente di evolversi
e, con esso, anche la fortuna ed il fermento della città (o vice-versa). Questa
serie di vicende storico-ambientali rendono Ferrara un luogo dal fascino
particolare. Essa pare ancora attonita, ma non è un cadavere. Nonostante
deprivata del suo asse generatore, Ferrara mantiene una propria vivacità e
dignità senza nascondere nulla del proprio recente passato, tuttora leggibile
nelle forme della terra, per gran parte ancora mai indagate. Adesso non
rimane che esplorarle.