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ALLA RICERCA DELLE TORRI PERDUTE

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IL FORTE DELLA CARNALE

Il forte della Carnale si erge a est di

Salerno, a circa 500 metri dalla foce del

fiume Irno e fa parte di un sistema

difensivo voluto dai viceré spagnoli, don

Pedro di Toledo e don Perafan de Ribera,

realizzato a partire dal 1563.

Tale sistema difensivo era costituito da

torri di avvistamento e di difesa distribuite

lungo la costa e in città con lo scopo di

difendere il territorio dalle incursioni

saracene.

La Carnale nasce come torre cavallaria, in

quanto era un punto di avvistamento

dotato di cavalli, dove in caso di pericolo,

uomini a cavallo partivano per avvisare la

popolazione dagli attacchi dal mare.

Fu costruita intorno al 1569 su presenze

murarie riconducibili all’epoca tarda

romana, da Andrea de Gaeta, un

imprenditore di Coperchia,

Diversi sono i nomi con cui il Forte è

chiamato, tra questi, il più noto è “La

Carnale”, denominazione che risale all’ 871,

anno della guerra tra saraceni e longobardi.

Nella battaglia della Carnale, combattuta

attorno al promontorio su cui sorge la torre,

si verificò una vera carneficina di saraceni

ad opera dei salernitani e i corpi dei nemici

rimasero per lungo tempo ad imputridirsi

su quel terreno.

Il forte fu anche teatro della strenua difesa

di Salerno da parte del cosiddetto

“Masaniello salernitano”, Ippolito di

Pastina, ribellatosi ai soprusi e alle

angherie del mal governo degli spagnoli nel

Seicento.

Nel 1764, durante una carestia, fu luogo di

raccolta di moltissimi morti.

L’edificio viene chiamato anche “La

Polveriera” perché nell’Ottocento era

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