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ALLA RICERCA DELLE TORRI PERDUTE

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Prende il suo nome dal luogo in cui si trova,

che era denominato “Angellara”, dal

torrente Anguillerium che attraversa la

zona e nel quale, probabilmente, si

effettuava la pesca delle anguille.

Come tutte le torri di sbarramento

presenta sulla sommità cinque troniere e le

pareti a scarpata.

Disposta su due livelli con pianta quadrata

di circa 17.50 metri di lato oltre ad un terzo

livello in sommità.

Al primo livello, quello terra, si accede

attraverso un cunicolo, ricavato nei m. 4,60

di spessore delle mura, dal quale si entra in

un grosso ambiente, coperto da una volta a

botte, con l’imposta parallela al lato mare,

utilizzato in origine come cisterna.

Al livello superiore, dove alloggiava la

guarnigione, si passa attraverso una scala

esterna in muratura e un lungo passaggio

scoperto. Da qui si entra in un ambiente

quadrato di m.8,60 per lato, coperto con

volta a botte, orientata nello stesso verso di

quella sottostante.

Il locale è fornito di quattro aperture

esterne, una per lato e di un collegamento

con la vecchia cisterna, sul lato occidentale.

Una scala, ricavata nello spessore murario,

sul versante occidentale, permette l’accesso

alla piazza che oggi si presenta libera da

corpi di fabbrica solo sul fronte mare.

Verso monte sono posizionati i tre locali che

ospitavano le garitte, sul lato occidentale,

la cucina e l’ingombro della scala.

Sul lato opposto un primo ambiente,

collegato ad un secondo, ospitava il

telefono, un terzo locale fungeva da casotto

della vedetta.

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