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BSKT #5

Il numero di ottobre della rivista BSKT di Aquila Basket

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“A 39 anni<br />

ormai lo<br />

sappiamo:<br />

contro Carlos<br />

Delfino è meglio<br />

non<br />

scommettere”<br />

essere su ogni pallone, quella garra<br />

argentina elettrizzante e contagiosa.<br />

Però il tabù delle finali torna a<br />

perseguitarlo nella stagione seguente:<br />

in Serie A questa volta a interrompere<br />

il sogno scudetto della Bologna di<br />

Delfino è Siena, che si impone con<br />

un netto 3-0. In Eurolega invece,<br />

dopo una cavalcata esaltante che<br />

aveva proiettato la Effe in finale<br />

dopo aver battuto proprio la Mens<br />

Sana in semifinale, in finale contro il<br />

Maccabi Tel Aviv non c’è storia: finisce<br />

addirittura 118-74.<br />

E così arriviamo all’estate 2004, quella<br />

che cambia per sempre il destino del<br />

ragazzo di Santa Fe che a 22 anni è già<br />

una stella luminosa del firmamento<br />

del basket europeo: nella nazionale<br />

albiceleste ci sono Scola, Sconochini,<br />

Ginobili, Nocioni, Sanchez.<br />

La Generacion Dorada, e mai nome fu<br />

più azzeccato.<br />

L’arrivo in finale passa anche per<br />

il clamoroso successo sugli USA<br />

nel turno precedente, poi all’ultimo<br />

atto gli argentini piegano anche la<br />

resistenza del tostissimo gruppo<br />

azzurro trascinato tra gli altri da<br />

Pozzecco e Basile, compagni di<br />

squadra di Delfino alla Fortitudo.<br />

A spezzare il tabù delle finali perse<br />

riesce Carlos, che mette al collo<br />

una medaglia vinta magari non da<br />

massimo protagonista, ma comunque<br />

pesantissima e indimenticabile.<br />

Il futuro di Delfino è già scritto, e si<br />

chiama NBA: Larry Brown, allora<br />

allenatore anche del Team USA,<br />

lo porta a Detroit, nei Pistons che<br />

stanno mettendo a ferro e fuoco l’NBA<br />

e che hanno appena vinto il titolo<br />

contro i Lakers delle superstar Bryant<br />

e O’Neal.<br />

La lega professionistica migliore del<br />

mondo però ancora una volta lo mette<br />

alla prova: prima è confinato ai margini<br />

delle rotazioni, poi cambia un paio di<br />

squadre rimanendo coinvolto in scambi<br />

di seconda fascia. Dopo aver raccolto<br />

poche soddisfazioni a Motor City e a<br />

Toronto, Delfino gioca addirittura per<br />

qualche mese al Khimki in EuroCup,<br />

forse anche per ritrovare fiducia e<br />

certezze.<br />

Le battaglie intense e durissime per<br />

gli Scudetti e per le Euroleghe di<br />

qualche anno prima sembrano un<br />

lontano ricordo sbiadito, che ogni tanto<br />

riaffiora quando si tratta di trascinare<br />

l’Argentina in qualsivoglia competizione<br />

per nazionali.<br />

Nel 2009 però Carlos trova il modo di<br />

dare una svolta anche alla sua carriera<br />

NBA, e lo trova a Milwaukee: nella<br />

squadra oggi campione NBA e allora<br />

coraggiosa squadra a caccia di un posto<br />

playoff, il talento argentino si ritaglia un<br />

ruolo da protagonista.<br />

Si conquista il soprannome di Carlos<br />

Del-three-no per la sua qualità al<br />

tiro da fuori, è costantemente uno<br />

dei migliori dei suoi nelle partite che<br />

contano e nelle sfide playoff: va un paio<br />

di volte sopra quota 30 punti segnati,<br />

sembra aver finalmente trovato il posto<br />

e il ruolo giusto per lui.<br />

Passa a Houston, in quello che sarà<br />

il suo ultimo capitolo NBA: l’ultima<br />

pagina è una clamorosa schiacciata<br />

in contropiede che diventerà allo<br />

stesso tempo l’apice e la conclusione<br />

del viaggio “statunitense” di Delfino.<br />

Atterrando da quell’insensato salto<br />

sopra a Kevin Durant qualcosa nel<br />

fisico del nativo di Santa Fe si spezza.<br />

Il dolore al piede nel giro delle<br />

settimane e dei mesi successivi<br />

si trasforma in un incubo fatto di<br />

interventi chirurgici andati a vuoto<br />

che mettono in dubbio perfino se<br />

l’argentino sarà in grado di tornare a<br />

giocare. Delfino però è uno che non<br />

molla. Anzi, più la sfida è tosta e più è<br />

pronto a stupire il mondo.<br />

E’ di nuovo la nazionale a rimetterlo<br />

in pista, a ridargli energie mentali e<br />

passione. Nel 2016, senza squadra e<br />

senza reali prospettive di trovarne a<br />

breve, si unisce all’Albiceleste che sta<br />

preparando i giochi di Rio de Janeiro.<br />

Non sarà il Delfino di Pechino, o quello<br />

dei 20 punti di media al Mondiale 2010.<br />

Ma è sempre l’Argentina, ed è sempre<br />

la Generacion Dorada. Forse è proprio<br />

lì, in terra brasiliana, che si chiude<br />

un’era per il basket argentino.<br />

L’era di Carlos Delfino però non è<br />

finita: tenta il ritorno con il Baskonia, si<br />

rivede in Italia a Torino in quella infelice<br />

ma per molti aspetti indimenticabile<br />

parentesi con Larry Brown da coach.<br />

Ma nel cuore batte più forte di tutto<br />

l’amore per la Fortitudo, e così<br />

nel febbraio 2019 torna nella sua<br />

Bologna che sta combattendo con le<br />

unghie e con i denti per conquistare<br />

la promozione in Serie A. La A2 non<br />

lo spaventa, per Bologna farebbe<br />

tutto: bastano una decina di partite a<br />

chiudere in testa la regular season e<br />

riportare la Effe in Serie A.<br />

Potrebbe essere il momento giusto per<br />

alzare bandiera bianca al tempo<br />

e agli acciacchi, e invece nelle gambe<br />

e nella testa di Delfino sembra<br />

esserci di nuovo l’entusiasmo del<br />

ragazzo arrivato a Reggio Calabria per<br />

diventare uomo. Jasmin Repesa<br />

lo porta a Pesaro, lui non solo è<br />

perfetto Veterano nella gestione del<br />

gruppo e dei giovanissimi pesaresi,<br />

ma detta la via con prestazioni di<br />

altissimo livello, lampi di classe, triple<br />

a ripetizione.<br />

A 39 anni ormai lo sappiamo: contro<br />

Carlos Delfino è meglio<br />

non scommettere.

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