Leseprobe_Der junge Metastasio

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OPERE PER NAPOLI, VENEZIA E ROMA OPERN FÜR NEAPEL, VENEDIG UND ROM 147 165 187 207 217 237 In correzione del barocco: la Didone abbandonata Alberto Beniscelli L’impresario delle Canarie: due intonazioni a confronto Claudio Toscani Siroe re di Sassonia: Handel, Hasse and Young Metastasio Raffaele Mellace Artaxerxes-Libretti vor Metastasio Herbert Seifert Un cantiere drammatico: Metastasio “nato alle lettere” e i sodalizi musicali partenopei Paologiovanni Maione Incidenza della formazione filosofica di Metastasio sull’ideologia e la struttura dell’Artaserse Marina Mayrhofer METASTASIO E IL REPERTORIO METASTASIO UND DAS REPERTOIRE 255 Metastasios Artaserse, die Literarizität der Oper und die Bedingungen von Repertoires Dörte Schmidt METASTASIO E DA PONTE METASTASIO UND DA PONTE 283 Metastasios Artaserse und Da Pontes Don Giovanni Reinhard Eisendle – Hans Ernst Weidinger 343 APPENDICE • APPENDIX Indice • Index
PREFAZIONE Francesco Cotticelli – Reinhard Eisendle Nella storia della musica e del teatro Pietro Metastasio rappresenta un caso eccezionale – nessun autore di libretti d’opera tranne lui può vantare il fatto che quasi tutti i musicisti del suo tempo chiamati a realizzare un melodramma nella sua lingua abbiano almeno una volta fatto ricorso alla sua poesia. Persino Beethoven e Schubert, dietro indicazione del loro maestro Antonio Salieri, esercitarono le loro doti di composizione sui testi di Metastasio. La sua influenza si estese fino al nuovo mondo – negli anni Settanta del Settecento ricevette una lettera d’omaggio di un poeta brasiliano, che scrisse che nel suo paese nessuno sapeva dove fosse Vienna, ma i brasiliani conoscevano il nome di Metastasio per l’altissima considerazione dei suoi drammi. Se si pensa alle centinaia di lavori che si produssero nel corso del XVIII secolo su testi metastasiani, in genere lo spettatore contemporaneo ha meno opportunità di confrontarsi con l’opera del grande autore per via di esecuzioni sceniche. A prescindere da occasioni specifiche o festival di musica antica, nei repertori dei grandi teatri d’opera la consuetudine con i drammi metastasiani si riduce alle composizioni della Wiener Klassik, soprattutto a La clemenza di Tito di Mozart nella revisione di Caterino Mazzolà. Più raramente compaiono sulle scene Il sogno di Scipione di Mozart e Il re pastore, come anche L’isola disabitata di Haydn. Tanto più significativo si rivelò l’annuncio di una produzione dell’Artaserse di Metastasio a Vienna nel 2007, nell’intonazione di Leonardo Vinci, e segnatamente non da parte dei grandi centri operistici, ma da parte della Musikwerkstatt Wien, che all’epoca realizzava una o due opere all’anno in diversi luoghi. L’imponente messinscena fu curata e diretta da Huw Rhys James, per la regia di Nicola Raab, e si tenne nel Semperdepot di Vienna, in cui un loggiato si trasformò in spazio scenico. Il pavimento era ricoperto di un fitto strato di vetri infranti, percorso da sentieri intrecciati.1 Alla vigilia di questo allestimento di successo si instaurò un dialogo fra l’allora Da Ponte Institut e il direttore e la regista. Si concordò che le prove fossero seguite dal Da Ponte Institut nel quadro di una assistenza alla regia. Inoltre, si programmò l’organizzazione di un convegno dedicato all’opera di Metastasio prima della sua nomina a poeta cesareo, per il quale si formulò l’idea del “giovane Metastasio”, tenendo conto anche del fatto che questo concetto, in relazione all’eccezionale carriera del 1 Debutto il 14 febbraio 2007, con l’orchestra MUSICA POETICA Wien – repliche il 16, 18, 21 e 26 febbraio: Artaserse: Andrew Watts, Arbace: Romeo Cornelius, Mandane: Marianne Gesswagner, Semira: Elena Copons, Artabano: Roman Sadnik, Megabise: Gottfried Falkenstein, Scene di Reinhard Taurer, Costumi di Linda Redlin, Luci di Stefan Pfeistlinger. Alcuni brani di questa produzione possono vedersi in https://vimeo.com/51766405. VII
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