ELBA: I FIORI DELLA TERRA
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
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Il fatto che l’ematite elbana inizi a circolare lungo la costa
alla fine del VII secolo a.C. è determinabile sulla base
di un insieme di elementi chimici che, con la loro alta
concentrazione, caratterizzano il minerale di ferro dell’Elba
orientale, rendendolo unico. Grazie ad un’approfondita
analisi, si è potuto capire che l’ematite proveniente dalle
miniere di Rio Marina ha una concentrazione molto elevata
di stagno e tungsteno e ciò ne costituisce un significativo e
preciso marcatore.
Questa caratteristica ha consentito di determinare non
solo l’inizio della commercializzazione del minerale elbano
ma anche le varie direttrici di questo commercio, come
dimostrano i numerosi frammenti di ematite di sicura
provenienza isolana rinvenuti nell’edificio industriale
di Populonia, nei siti metallurgici di Rondelli (Follonica),
Puntone di Scarlino, Fonteblanda (Talamone) e presso il
Castellare del Campese all’isola del Giglio. A partire da questo
momento il ferro irrompe nella vita di Populonia: l’isola
d’Elba con le sue miniere è appena oltre il canale e Populonia
inizierà ad esercitare su di lei una specie di protettorato. A
ridosso della spiaggia del Golfo di Baratti sorgono quartieri
industriali specializzati nell’affinamento dell’ematite estratta
delle miniere dell’Elba per produrre ferro e la città diventerà,
in breve tempo, il più importante centro siderurgico
dell’antichità mediterranea.
principali approdi che dell’area mineraria (fig. 6). Si trattò
verosimilmente di un grande progetto di “militarizzazione”
messo in atto dalla città di Populonia, in cui le fortezze
insulari dovevano essere integrate con la rete fortificata
del territorio populoniese per mezzo di un sistema di
segnalazioni e avvistamento.
Le fortezze d’altura protessero l’isola fino agli inizi del III
secolo a.C., ma non riuscirono a resistere all’implacabile
avanzata dei Romani verso le città etrusche della costa
settentrionale del Tirreno: queste piazzeforti vennero
distrutte violentemente e la città di Populonia, e con essa
l’isola d’Elba , caddero sotto il dominio romano.
Fu verosimilmente la grande importanza acquisita dall’Isola
d’Elba per l’economia di Populonia che spinse la città etrusca
a tutelare l’isola dall’ambizione di altre potenze straniere e
a proteggere in maniera capillare le fonti di estrazione del
minerale contro altre scorrerie nemiche.
A partire dal V, ma in maniera più strutturata tra la fine
del IV ed il III secolo a.C., sorsero sull’isola una serie
di “fortezze d’altura”, edificate nei punti più strategici,
omogenee per impianto, cronologia e posizione topografica,
disposte in collegamento ottico tra loro e a controllo sia dei
Fig. 6
ELBA — I FIORI DELLA TERRA
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