ELBA: I FIORI DELLA TERRA
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
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minerali: la minguzzite (1955) e la bonattite (1957). Dopo un
nuovo periodo di stallo assistiamo ad un secondo periodo
d’oro della ricerca mineralogica che porta alla scoperta di
ben nove nuove specie minerali: uranopolycrase (1993),
rubicline (1998), riomarinaite (2005), ramanite-Cs e
ramanite-Rb (2008), tsilaisite (2011), fluor-tsilaisite (2012),
magnesiolucchesiite (2019), uvite (2020) e celleriite (2020).
Gli ultimi cinque minerali scoperti nella zona di San Piero
sono tutti membri del gruppo della tormalina, come l’elbaite.
A San Piero, oltre ai sei nuovi tipi di tormalina, si trovano
anche schorl, dravite, rossmanite e foitite, altre quattro specie
del gruppo della tormalina scoperte fuori dall’Elba . L’unica
località del pianeta dove sono state scoperte ben sei specie
nuove e dove coesistono dieci specie di questo affascinante
gruppo di minerali.
Ilvaite, il primo minerale nuovo scoperto all’Isola d’Elba (1808). Questo cristallo di 8 cm fa parte di
una grande drusa di 30x40 cm conservata nella collezione di mineralogia del Liceo Classico di Lucca
(Foto©Dini). Si tratta di un esemplare storico estratto nella prima metà del 1800 a Torre di Rio e
probabilmente acquisito durante la quinta Riunione degli Scienziati Italiani tenutasi a Lucca nel 1843.
Le Riunioni degli Scienziati Italiani furono delle manifestazioni scientifiche che però, già dal nome,
avevano una chiara connotazione politica. L’unità del paese era una condizione necessaria per far
crescere la ricerca scientifica italiana al passo con gli altri stati europei. Il segretario della Sezione
di Geologia e Mineralogia durante la Riunione del 1843 fu il professore di geologia Leopoldo Pilla
(Università di Pisa) che poi morì durante la Battaglia di Curtatone e Montanara (1848) mentre era al
comando del Battaglione Universitario. Foto©Dini
Dachiardite, aggregati di cristalli poligeminati a sezione ottagonale con depressione al centro. Il più
grande misura 4 mm; Collezione V. Marinai; Foto©Rinaldi. La dachiardite fu trovata nel 1905 da Giulio
Pullè durante lo scavo del filone pegmatitico “Speranza” nella Cava della Fonte del Prete (San Piero). I
campioni vennero studiati dal professor Giovanni D’Achiardi che dedicò il nuovo minerale ad Antonio
D’Achiardi, suo padre e fondatore della scuola di mineralogia all’Università di Pisa. La dachiardite fa
parte del gruppo delle zeoliti, dei minerali che si formano in condizioni idrotermali di bassa temperatura
successivamente alla cristallizzazione di alta temperatura dei filoni pegmatitici. Studi recenti
hanno stabilito che ci sono diversi tipi di dachiardite. Quella elbana contiene prevalentemente calcio
e il nome corretto è: dachiardite-Ca. Cercando nelle discariche dell’antica cava della Fonte del Prete
è ancora possibile trovare piccoli frammenti con cristalli di dachiardite.
Foto©Rinaldi
ELBA — I FIORI DELLA TERRA
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