ELBA: I FIORI DELLA TERRA
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
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Cristallo trasparente, sfaccettato, con spigoli
e vertici vivi che creano straordinari giochi di
luce e di rifrazioni interne. Questo è il quarzo
nell’immaginario comune, il minerale più
comune nella crosta terrestre e, probabilmente,
il minerale che tutti saprebbero riconoscere.
L’Isola d’elba ne è disseminata di questi
cristalli, ialini, bianchi, verdi, ametista, e poi
quelli arrossati dagli idrossidi di ferro. Ma
nella Terra degli Etruschi non poteva mancare
qualcosa di insolito anche a proposito di un
minerale così comune. Cristalli di quarzo dal
bel prisma esagonale, ordinari e spigolosi
nella parte inferiore, che però, salendo verso
la terminazione, mostrano una progressiva
curvatura degli spigoli e delle facce. Facce e
spigoli tanto più curvi quanto più vicini all’apice,
tanto che le sommità dei cristalli talvolta
terminano a cupola, come gocce di cristallo fuso
lucentissime. Quarzi gommoidi. Così furono
definiti, subito dopo essere stati scoperti dal
solito Celleri e studiati dal mineralogista Luigi
Bombicci (1869). Il Celleri si adirò tantissimo
quando il geologo pisano Giuseppe Meneghini
ventilò l’ipotesi che le terminazioni fossero
state arrotondate artificialmente e, da buon
sanpierese sanguigno, soprannominò il
professore “testa secca”! Malgrado la non
particolare bellezza, questi cristalli furono al
centro di un’accesa discussione riguardo i motivi
della strana forma che ancora oggi continua ad
essere unica al mondo. Alcune facce curve sono
state osservate in cristalli di quarzo brasiliani,
delle Alpi, russi ma mai la perfetta e lucida
curvatura di tutta la parte terminale del cristallo
come a Colle di Palombaia.
IL QUARZO “GOMMOIDE” DI PALOMBAIA
5.6 Misteri
della cristallizzazione
ELBA — I FIORI DELLA TERRA
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