ELBA: I FIORI DELLA TERRA
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.
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Circa mezzo milione di anni più tardi,
il magmatismo migrò verso est e, tra
6,4 e 5,9 Ma, produsse il complesso
plutonico presente nell’Elba orientale:
un plutone di monzogranito e uno
sciame di dicchi-sills di leucogranito a
tormalina. Questi prodotti felsici furono
successivamente tagliati da uno sciame
di dicchi mafici originatisi nel mantello
(Porfido di Monte Castello; ca. 5,9 Ma).
Anche in questo caso, l’accumulo
di intrusioni magmatiche nella
crosta superficiale accelerò la rapida
esumazione tettonica del complesso
magmatico lungo faglie estensionali
a basso e alto angolo e anche faglie
trascorrenti. Nell’Elba orientale non
si formarono le fantastiche pegmatiti
della zona di San Piero. Anche l’aureola
metamorfica di contatto, sviluppata
in rocce scistose omogenee, non
riuscì a generare bei minerali. Tuttavia
la circolazione idrotermale di alta
temperatura avvenuta durante la fase
tardo-magmatica e esumativa (circa
5,9-5,4 Ma) generò rocce metasomatiche
(skarn a hedenbergite, ilvaite, granato,
epidoto) e giacimenti idrotermali di
ferro. Questa fase è narrata nelle storie
sulla geochimica dell’ematite elbana,
sui cristalli di ematite di Stenone,
sulla pirite di Rio Marina, sull’ilvaite
di Torre di Rio, e sul quarzo prasio del
Porticciolo. Elba Centro-Occidentale e
Elba Orientale. Due storie magmatiche
simili, ma processi minerogenetici
parzialmente distinti che hanno
incrementato la diversità geomineralogica
dell’isola.
A questo punto la storia magmaticoidrotermale
si interrompe, l’Isola d’Elba
è rimasta troppo indietro rispetto alla
corsa verso est del sistema orogenico
Appenninico. Nel Pliocene i processi
magmatico-idrotermali furono attivi
in Toscana centro-meridionale:
graniti, rioliti, giacimenti di pirite,
skarn e molto altro. All’Elba il periodo
“caldo” della formazione dei minerali
era finito ma iniziava un periodo
“freddo” altrettanto interessante. La
prossimità alla superficie dei giacimenti
esumati dai processi tettonici e erosivi,
innescò progressivamente sempre più
interazioni con le acque meteoriche.
I solfuri di ferro, rame, cobalto sono
molto reattivi in condizioni ossidanti e
All’interno delle rocce granitiche elbane si osservano spesso frammenti di rocce metamorfiche. Si tratta di pezzi di roccia strappati
dal magma durante la risalita attraverso la crosta terrestre. Il frammento di “scisto” grigio della foto contiene una notevole quantità di
sillimanite fibrosa e grossi cristalli di granato rosso, minerali che si formano durante i processi di fusione della crosta continentale.
Potrebbe essere un pezzo della roccia “sorgente” che generò il magma granitico. Se l’ipotesi fosse giusta, avremmo di fronte un
campione della crosta inferiore toscana rimasto intrappolato nel porfido granitico dopo aver viaggiato per una ventina di chilometri nel
condotto magmatico (affioramento di Porfido di San Martino presso Lamaia, Elba Centrale; Foto©Dini).
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