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ELBA: I FIORI DELLA TERRA

La straordinaria diversità geo-minerologica della terra degli etruschi.

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cui era stata praticata una scanalatura.

Secondo Franco Sammartino,

conservatore onorario della sezione di

Preistoria del Museo di Storia Naturale

del Mediterraneo (Livorno), si tratta

di una specie di pendente da portare

sospeso ad un legaccio. In entrambi i

casi le analisi geochimiche condotte

sull’ematite dal professor Massimo

D’Orazio (Università di Pisa) hanno

stabilito con certezza la provenienza

elbana .

Il piccolo complesso megalitico di Sassi Ritti si trova alle pendici

sud-orientali del Monte Capanne, tra San Piero e Cavoli

Foto©Calcara

MINATORI E COLLEZIONISTI DI MINERALI NEOLITICI

Il pendente di ematite elbana trovato nel sito epigravettiano di

Villa Padula, Livorno (altezza 4,5 cm). La scanalatura era funzionale

alla sospensione, tuttavia va rilevata una certa somiglianza

con la tipica forma delle “Veneri Paleolitiche”o “Veneri steatopigie”

diffuse in tutta Europa durante il Paleolitico Superiore.

Foto©Sammartino

Il tempo passa, Homo Sapiens sviluppa l’agricoltura, i ghiacci si sciolgono, il

livello del mare sale e, passato il periodo glaciale, l’Elba torna ad essere un’isola. Il

promontorio proteso verso la Corsica non esiste più ma l’Isola d’Elba continua ad

essere un “ponte” per i popoli e le merci che transitano nel Mediterraneo centrooccidentale.

Durante la fase finale del Neolitico (Eneolitico o Età del Rame; 5500-

4000 BP), l’Isola d’Elba è caratterizzata da un’intensa frequentazione umana che

ha lasciato numerose testimonianze con alcuni caratteri riconducibili alla cultura

di Rinaldone (area tosco-laziale). Tale frequentazione potrebbe essere connessa

con la ricerca, con l’approvvigionamento e, verosimilmente, con la lavorazione

almeno parziale in loco dei minerali di rame. I Rinaldoniani, definiti anche come

i “giganti del mare”, approdarono sulle coste toscane all’inizio dell’Eneolitico,

probabilmente provenienti dall’area egeo-anatolica e portarono con sé qualcosa

di nuovo e rivoluzionario: l’arte della metallurgia, contribuendo ad uno sviluppo

decisivo dell’area tosco-laziale nella fase pre-etrusca. A quanto pare portarono

anche il megalitismo. Le strutture megalitiche costruite dai Rinaldoniani a cavallo

tra Toscana e Lazio hanno notevoli analogie temporali e geometriche con i ben noti

siti della Sardegna e della Corsica e anche con i più piccoli megaliti granitici di Sassi

Ritti sulle pendici sud-occidentali del Monte Capanne.

ELBA — I FIORI DELLA TERRA

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