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ilLAVOROCOMEVALORE
Pochi giorni dopo, ai primi di aprile, ottenuta l’autorizzazione dal provveditore agli
studi, professor Fassio, gli studenti dell’Istituto magistrale “Diodato Roero Saluzzo” e
dell’Itis “Volta”, dopo un incontro con i rispettivi presidi, tengono due distinte assemblee.
Le loro richieste si limitano all’ambito scolastico concentrandosi, in prevalenza,
sulla necessità di un aggiornamento della didattica e tralasciando temi di ordine politico
e sociale. Il giornale locale commenta positivamente l’esito dell’assemblea parlando
di: “maturità e serietà, rifuggendo da tentativi di strumentalizzazioni e ingerenze”. 56
Lo sciopero dei “tre giorni”
Per rivendicazioni più radicali, in linea con i movimenti da tempo in atto nelle maggiori
città, bisognerà attendere gli ultimi mesi dell’anno. Giovedì 7 novembre 1968 inizia
lo sciopero, che durerà tre giorni, degli studenti dei licei scientifico e classico, delle
magistrali, dell’Istituto “Volta” e dell’Istituto tecnico professionale “E. Fermi”. I motivi
della protesta sono contenuti in una lettera aperta alla cittadinanza degli studenti del
liceo scientifico “Galilei”. “Il diritto allo studio” - sostengono - “non è attuato in base
alle capacità di ciascuno, ma all’estrazione sociale” e la scuola, con questo indirizzo
classista, “è considerata ormai anacronistica, sia nel contenuto dei programmi che nei
metodi di insegnamento”. Questa volta la protesta non ha l’avallo dei presidi e gli studenti,
stimati in circa tremila, reclamando il “diritto all’assemblea”, circondano e cercano
di occupare la sede del Provveditorato. Sfumata questa possibilità, per l’ingente
presidio delle forze dell’ordine e l’opposizione del provveditore, il corteo dei manifestanti,
inalberando cartelli con slogan espliciti, si incammina verso l’Istituto tecnico
“da Vinci”, di via Trotti, i cui alunni non avevano partecipato allo sciopero. Bloccati
anche qui da polizia e carabinieri gli studenti si dirigono all’istituto magistrale dove
tengono, all’interno, una assemblea. Nei giorni successivi il centro della città è percorso
da cortei che si incrociano e si inseguono.
L’agitazione dei “tre giorni” costerà a nove giovani una denuncia per aver promosso
cortei e tenuto comizi non autorizzati. Un mese dopo il pretore dott. Mario Garavelli,
a conclusione dell’istruttoria, stabilirà che non vi era stata “preordinazione” e manderà
tutti assolti per non aver commesso i fatti addebitati. 57 Questa volta la protesta degli
studenti, per la durata dello sciopero e la dimensione dei partecipanti, conquista l’attenzione
dei cittadini e la ribalta dei mezzi di informazione. Le foto dei “protestatari”,
seduti per terra, in via Gentilini, di fronte al Provveditorato, vengono pubblicate con
evidenza e il bisettimanale di Alessandria “Il Piccolo” decide di organizzare una tavola
rotonda alla quale partecipano giovani dei licei scientifico e classico, delle magistrali,
dell’Istituto tecnico industriale e un insegnante, il prof. Miano, che si presta a fare da
contraltare. (F. 10 e 11)
L’intera prima pagina dell’edizione di mercoledì 20 novembre 1968 del giornale,
con il titolo su nove colonne “Noi Studenti”, è dedicata ai singoli interventi e la Redazione
sintetizza così le posizioni espresse: “Dure critiche alla società moderna e alla
scuola – indipendenza da tutti i partiti politici – perché gli studenti vogliono un’assemblea
aperta a tutti indistintamente”. (F. 12)
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