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Teacher Training

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Come i comportamenti problema influiscono sulla

relazione, lo stile educativo e comunicativo

I comportamenti problema possono rallentare molto il processo educativo e

lo sviluppo dell'alunno, portando in alcuni casi all'esasperazione la persona

adulta incaricata. L'insegnante può sentirsi spaventato, perennemente

sfidato, stressato, affaticato e ancor di più sfiduciato. Ovviamente queste

esperienze non fanno che alimentare una sensazione di impotenza che

restringe le possibilità di azione e impoverisce il progetto educativo pensato

per il singolo alunno.

Si costruisce quella che può essere definita una gabbia di azioni-reazioni in

cui le comunicazioni sono essenzialmente circolari, ci si può sentire

prigionieri, a corto di alternative ("abbiamo provato tutto, con le buone e con

le cattive, non c'è niente da fare").

Molto spesso i comportamenti problematici indeboliscono i rapporti

educativi con la loro presenza incessante, con il loro sparire, illusorio, il loro

risorgere peggio di prima. Si fa strada allora la convinzione, sia nei genitori sia

nell'insegnante, che quel bambino o ragazzo sia fatto così e che la situazione

non abbia rimedi; non rimane nulla da fare se non limitare il danno il più

possibile e probabilmente il suo comportamento è scritto nei suoi geni, non è

modificabile.

Senza ombra di dubbio mantenere una simile prospettiva e pensare che i

comportamenti problematici siano fuori dalla nostra portata ci mette in una

posizione di svantaggio sin dall'inizio: pensare che non ci sia nulla da fare

spegne in partenza la motivazione ad agire.

Nell'azione psicoeducativa è fondamentale coltivare competenze tecniche di

modificazione del comportamento ma anche un senso di autoefficacia

positivo e una forte convinzione del proprio compito relazionale, senza i quali

le strategie educative non porterebbero ad alcun cambiamento significativo.

L'insegnante ha bisogno di entrare in relazione con l'alunno per

comprendere i suoi comportamenti.

02.

Tratto da Ianes e Cramerotti, 2002

Non parliamo qui di effettuare opere di autoconvincimento "Dai, forse con un

po' di pazienza si può cambiare". Essere positivi non vuol dire essere velleitari,

ingenui, utopisti, credere che tutto sia possibile… essere positivi vuol dire

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