Reseller Journal n. 01/2024
Il numero 01/2024 (febbraio/marzo 2024) di Reseller Journal. La testata trade/B2B di Nelson Srl si innesta in un progetto multiforme che supera il classico concetto di testata trade e mira a creare una nuova piattaforma che mette in relazione sinergica B2B e B2C centrata nell'universo di Apple. Reseller Journal è la nuova e unica rivista B2B dedicata agli APR, agli Apple Store e agli spazi Apple nella Gds, pubblicata dalla casa editrice Nelson Srl, che amplia nel mondo del consumer electronics l’offerta editoriale B2B e B2C composta dai periodici cartacei Touch Journal, Imaging Journal e dal web magazine iGizmo.it.
Il numero 01/2024 (febbraio/marzo 2024) di Reseller Journal. La testata trade/B2B di Nelson Srl si innesta in un progetto multiforme che supera il classico concetto di testata trade e mira a creare una nuova piattaforma che mette in relazione sinergica B2B e B2C centrata nell'universo di Apple. Reseller Journal è la nuova e unica rivista B2B dedicata agli APR, agli Apple Store e agli spazi Apple nella Gds, pubblicata dalla casa editrice Nelson Srl, che amplia nel mondo del consumer electronics l’offerta editoriale B2B e B2C composta dai periodici cartacei Touch Journal, Imaging Journal e dal web magazine iGizmo.it.
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di Luca Figini<br />
L’azienda vara anche un nuovo tipo di tariffa per<br />
le app particolarmente apprezzate. La nuova Core<br />
Technology Fee addebiterà agli sviluppatori 0,50<br />
euro per l’installazione annuale dell’app; tuttavia,<br />
questa tariffa entra in vigore solo dopo un milione<br />
di installazioni annuali nell’Ue. Apple stima che<br />
oltre il 99% degli sviluppatori “ridurrà o manterrà<br />
le tariffe dovute ad Apple” in base ai nuovi termini<br />
commerciali e che “meno dell’1%” degli sviluppatori<br />
pagherebbe una tariffa per la tecnologia di<br />
base. Oltre a consentire app store e sistemi di pagamento<br />
alternativi, Apple sta anche aprendo altri<br />
aspetti dell’ecosistema iOS nell’Ue. A Cupertino si<br />
preparano a consentire agli sviluppatori dello Spazio<br />
Economico Europeo di offrire pagamenti Nfc<br />
all’interno delle app di terze parti. E poi, grazie al<br />
DMA, Fortnite in Europa tornerà in iOS.<br />
Come cambia l’AppStore<br />
ma solo in Europa<br />
In virtù del DMA (Digital Markets Act) Apple deve modificare iOS<br />
per permettere acquisti in store esterni: si parte dalla release 17.4<br />
ecosistema delle app per iPhone sta<br />
L’<br />
per attraversare il suo più grande<br />
cambiamento dal lancio dell’App<br />
Store nel 2008. Apple ha confermato<br />
che intende modificare le regole per gli sviluppatori<br />
che rilasciano software iOS nell’Unione<br />
Europea in risposta al Digital Markets Act europea.<br />
L’obbligo entrerà in vigore a marzo. La grande<br />
novità è che gli app store di terze parti saranno<br />
consentiti su iOS per la prima volta, rompendo la<br />
posizione dell’AppStore di Apple come unico distributore<br />
di applicazioni per iPhone. Le modifiche<br />
arriveranno con iOS 17.4 a marzo.<br />
I nuovi store fuori da iOS<br />
I nuovi “store alternativi di app”, come li ha chiamati<br />
Apple, permetteranno solo ed esclusivamente<br />
agli utenti nell’Ue (quindi anche in Italia) e solo su<br />
iOS 17.4 di scaricare da un marketplace di app via<br />
Web o equivalente. Per poter essere utilizzati su un<br />
iPhone, questi marketplace devono passare attraverso<br />
il processo di approvazione di Apple e, una<br />
volta scaricato lo store alternativo, l’utente deve<br />
concedergli esplicitamente il permesso di scaricare<br />
applicazioni sullo smartphone. Una volta che il<br />
marketplace è stato approvato sul device, si possono<br />
scaricare tutte le app presenti, comprese quelle a<br />
pagamento (che sfruttano un metodo differente da<br />
quello dell’AppStore) e quelle che violano le linee<br />
guida dell’AppStore. Di più: il DMA permette agli<br />
utenti persino di impostare un marketplace come<br />
predefinito al posto dell’AppStore di Apple. Gli<br />
sviluppatori, nel frattempo, possono scegliere se<br />
utilizzare i servizi di pagamento e gli acquisti inapp<br />
di Apple o integrare un sistema di pagamenti<br />
di terze parti senza pagare alcuna commissione<br />
aggiuntiva ad Apple. Se lo sviluppatore desidera<br />
attenersi al sistema di pagamento in-app esistente<br />
di Apple, è prevista una commissione di elaborazione<br />
aggiuntiva del 3%. Apple prevede ancora di<br />
controllare il processo di distribuzione delle app.<br />
Tutte le applicazioni devono essere “autenticate”<br />
da Apple e la distribuzione attraverso mercati di<br />
terze parti è ancora gestita dai sistemi Apple. Gli<br />
sviluppatori potranno distribuire solo una singola<br />
versione della loro app su diversi app store e<br />
dovranno comunque rispettare alcuni requisiti di<br />
base della piattaforma, come essere verificati alla<br />
ricerca di malware.<br />
Più rischi ma più guadagni?<br />
In futuro, gli sviluppatori potrebbero anche arrivare<br />
a non pagare alcuna commissione ad Apple<br />
nell’UE, a seconda di come scelgono di distribuire<br />
le loro app. Apple sta apportando modifiche<br />
al funzionamento delle strutture tariffarie, sia<br />
nell’AppStore sia nelle app distribuite sui marketplace<br />
alternativi fuori dalla piattaforma di iOS.<br />
Gli sviluppatori possono scegliere di utilizzare<br />
questi nuovi termini commerciali oppure attenersi<br />
al modello esistente e continuare a distribuire normalmente<br />
tramite l’AppStore. Secondo i nuovi termini<br />
imposti dalla DMA in Europa, le app distribuite<br />
tramite l’AppStore che scelgono di utilizzare<br />
un sistema di pagamento alternativo pagheranno<br />
una commissione del 17% (anziché del 30%) su beni<br />
e servizi digitali. Questo tasso di commissione<br />
scende al 10% per tutte le app che attualmente si<br />
qualificano per la tariffa ridotta per “piccole imprese”<br />
di Apple. La commissione aggiuntiva del 3% si<br />
applica agli sviluppatori che scelgono di utilizzare<br />
il sistema di elaborazione dei pagamenti di Apple.<br />
L’effetto DMA<br />
Approvata nel 2022, la piattaforma DMA rappresenta<br />
il tentativo più forte dell’UE di frenare le<br />
presunte pratiche anticoncorrenziali delle aziende<br />
Big Tech, che il regolamento definisce “gatekeeper”.<br />
L’UE ha designato Apple come gatekeeper<br />
lo scorso settembre e ha elencato il suo App Store,<br />
il browser Safari e il sistema operativo iOS come<br />
“servizi della piattaforma principale” che avrebbero<br />
dovuto rispettare le regole del DMA. Il corpus<br />
legislativo è ampio e include obblighi che consentono<br />
agli utenti di installare app o app store di terze<br />
parti, disinstallare app previste di serie e modificare<br />
i servizi predefiniti; rendere interoperabili<br />
con i concorrenti i grandi servizi di messaggistica;<br />
vietare ai gatekeeper di classificare i propri prodotti<br />
più in alto negli app store rispetto ai rivali di<br />
terze parti o richiedere agli sviluppatori di app di<br />
utilizzare il sistema di pagamento in-app di un gatekeeper.<br />
Oltre a designare iOS, Safari e App Store<br />
come servizi principali della piattaforma, la Commissione<br />
europea ha anche avviato un’indagine per<br />
stabilire se iMessage debba essere incluso (il che<br />
includerebbe la necessità di renderlo interoperabile<br />
con Android): la questione rimane aperta. Oltre<br />
ad Apple, la Commissione Europea ha designato<br />
anche Amazon, Meta e Microsoft, insieme a Byte-<br />
Dance, società madre di TikTok, e Alphabet, società<br />
madre di Google, come gatekeeper nel DMA.<br />
iOS 17.4<br />
Con iOS 17.4, Apple sta apportando una serie di<br />
enormi cambiamenti al funzionamento del suo sistema<br />
operativo mobile per conformarsi alle nuove<br />
normative nell’UE. Per la prima volta, Apple consentirà<br />
l’esecuzione di browser alternativi su iOS,<br />
ma solo per gli utenti dell’UE. WebKit è la tecnologia<br />
su cui si basa Safari, ma non è l’unico motore<br />
sul mercato. Chrome di Google si basa su un motore<br />
chiamato Blink, che fa anche parte del progetto<br />
complessivo Chromium utilizzato dalla maggior<br />
parte degli altri browser sul mercato. Edge, Brave,<br />
Arc, Opera e molti altri utilizzano tutti Chromium<br />
e Blink. Firefox di Mozilla funziona con il proprio<br />
motore, chiamato Gecko. Su iOS tutti questi browser<br />
sono stati costretti a funzionare su WebKit, il<br />
che significa che molte funzionalità ed estensioni<br />
semplicemente non funzionano più. Ciò cambia<br />
con iOS 17.4: chiunque crei un browser o crei un<br />
browser in-app per la propria app, può utilizzare<br />
un motore non WebKit se lo desidera. Ogni sviluppatore<br />
dovrà essere autorizzato da Apple a cambiare<br />
motore “dopo aver soddisfatto criteri specifici e<br />
essersi impegnato a una serie di continue misure di<br />
mitigazione della privacy e della sicurezza”, spiega<br />
Apple. Superata questa fase, avranno accesso a<br />
funzionalità come Passkey e multiprocessing.<br />
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