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Contributi e Irpef Contratti collettivi Rapporto di Lavoro Contributi e ...

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RAPPORTO DI LAVORO<br />

Giurisprudenza<br />

N. 34 - 3 settembre 2010 44<br />

«...costituisce ... giurisprudenza recente (della) Corte <strong>di</strong><br />

Cassazione l’affermazione secondo cui è suscettibile <strong>di</strong> essere<br />

sussunto nella fattispecie legale <strong>di</strong> cui all’art. 1372,<br />

comma 1, c.c., il comportamento delle parti che determini<br />

la cessazione della funzionalità <strong>di</strong> fatto del rapporto lavorativo<br />

a termine in base a modalità tali da evidenziare il<br />

loro <strong>di</strong>sinteresse alla sua attuazione, trovando siffatta operazione<br />

ermeneutica supporto nella crescente valorizzazione,<br />

che attualmente si registra nel quadro della teoria e<br />

della <strong>di</strong>sciplina dei contratti, del piano oggettivo del contratto,<br />

a <strong>di</strong>scapito del ruolo e della rilevanza della volontà<br />

psicologica dei contraenti, con conseguente attribuzione<br />

del valore <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni negoziali a comportamenti sociali<br />

valutati in modo tipico, e ciò con particolare riferimento<br />

nella materia lavoristica ove operano, nell’anzidetta<br />

prospettiva, principi <strong>di</strong> settore che non consentono <strong>di</strong> considerare<br />

esistente un rapporto <strong>di</strong> lavoro senza esecuzione».<br />

Prevale comunque ­ come precisato in esor<strong>di</strong>o ­ una contraria<br />

esegesi, imperniata sull’apo<strong>di</strong>ttico rilievo secondo<br />

cui «...la mera inerzia del lavoratore non assume <strong>di</strong> per sé<br />

univoco significato...», non essendo la stessa «apprezzabile<br />

se mantenuta nei limiti <strong>di</strong> decadenza o <strong>di</strong> prescrizione,<br />

rilevando altresì che la ricerca <strong>di</strong> un nuovo lavoro è imposta<br />

al lavoratore dalla elementare necessità <strong>di</strong> sopperire<br />

comunque ai bisogni della vita; entrambi i fatti, dunque,<br />

non possono costituire in<strong>di</strong>zi gravi, precisi e concordanti<br />

della comune volontà <strong>di</strong> risoluzione del rapporto...»; in<br />

questo senso, si veda la già richiamata Cass. 19 gennaio<br />

2010, n. 839, in un caso in cui l’azione giu<strong>di</strong>ziaria del<br />

lavoratoresieraverificataquattroannidopolacessazione<br />

del rapporto; ma anche Cass. 10 novembre 2009, n.<br />

23758, in Not. Giur. Lav., 2009, pagg. 729 (in una<br />

fattispecie contrad<strong>di</strong>stinta da una lunga sequenza <strong>di</strong> contratti<br />

a termine cessati nell’anno 2001, e con controversia<br />

ra<strong>di</strong>catadueannidopo);peralcuniutiliriferimentisiveda<br />

anche Cass. 11 novembre 2009, n. 23872; Cass. 5 novembre<br />

2009, n. 23520; Cass. 19 maggio 2009, n.<br />

11611; Cass. 10 novembre 2008, n. 26935; Cass. 5<br />

agosto 2008, n. 21141; Cass. 24 giugno 2008, n.<br />

17150; Cass. 28 settembre 2007, n. 20390.<br />

Non sfugge nemmeno a questo più conservativo orientamento<br />

l’astratta configurabilità <strong>di</strong> una risoluzione del rapporto<br />

per mutuo consenso, anche per facta concludentia,<br />

richiedendosi però all’uopo ­ in aggiunta al <strong>di</strong> per sé non<br />

bastevole elemento del lungo tempo trascorso ­ l’apprezzamento<br />

del «...comportamento tenuto dalle parti ed eventuali<br />

circostanze significative...», la cui valutazione «...<strong>di</strong> fatto<br />

compete al giu<strong>di</strong>ce del merito, le cui conclusioni non sono<br />

censurabili in sede <strong>di</strong> legittimità se non sussistono vizi<br />

logici o errori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto...».<br />

A riprova della obiettiva altalenanza della giurisprudenza<br />

<strong>di</strong> legittimità si segnala Cass. 4 maggio 2010, n. 10712<br />

(in Guida al <strong>Lavoro</strong> n. 23/2010, pag. 20 e a sua volta<br />

richiamante Cass. 28 aprile 2009, n. 9924 e Cass. 26<br />

giugno 2008, n. 13549), secondo cui, in linea generale,<br />

«il comportamento ­ interpretato alla luce dei principi <strong>di</strong><br />

buonafedeecorrettezza<strong>di</strong>cuiagliartt.1175e1375c.c.del<br />

contraente titolare <strong>di</strong> una situazione cre<strong>di</strong>toria o potestativa,<br />

che per lungo tempo trascuri <strong>di</strong> esercitarla e generi<br />

così un affidamento della controparte nell’abbandono della<br />

relativa pretesa, è idoneo come tale (essendo irrilevante<br />

qualificarlo come rinuncia tacita ovvero oggettivamente<br />

contrastante con gli anzidetti principi) a determinare la<br />

per<strong>di</strong>ta della medesima situazione soggettiva».<br />

Guida al <strong>Lavoro</strong><br />

IL SOLE 24 ORE<br />

Trattasi comunque degli «ultimi scampoli» <strong>di</strong> contenzioso<br />

del tipo: gli indefettibili termini <strong>di</strong> decadenza <strong>di</strong> proposizionedell’azionegiu<strong>di</strong>ziariaprevistidall’oramaiimminente<br />

varo del «collegato lavoro 2010» ­ anche nella sua<br />

versione aggiornata, successiva al rinvio alle Camere <strong>di</strong>sposta<br />

alcuni mesi orsono dal Presidente della Repubblica<br />

­ getteranno le basi per una veloce archiviazione del contenzioso<br />

in questione.<br />

Pubblico impiego<br />

e licenziamento: or<strong>di</strong>natorietà<br />

del termine <strong>di</strong> contestazione<br />

Tribunale <strong>di</strong> Forlì 8 aprile 2010<br />

Giud. Angelini; Ric. F.D.; Res. M.d. L. S. e P.S.<br />

<strong>Lavoro</strong> subor<strong>di</strong>nato (rapporto <strong>di</strong>) - Diritti e<br />

doveri delle parti - Subor<strong>di</strong>nazione - Sanzioni<br />

<strong>di</strong>sciplinari - Contratto collettivo comparto<br />

ministeri - Proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare - Termine<br />

per la contestazione dell’addebito ex art.<br />

24, comma 2, Ccnl comparto Ministeri del 16<br />

maggio 1995 - Carattere perentorio - Esclusione<br />

- Successiva previsione contrattuale <strong>di</strong><br />

perentorietà del termine - Natura - Applicabilità<br />

retroattiva - Esclusione - Fondamento<br />

In tema <strong>di</strong> sanzioni <strong>di</strong>sciplinari nel rapporto <strong>di</strong><br />

lavoro pubblico privatizzato, il termine <strong>di</strong> venti<br />

giorni per la contestazione dell’addebito - previsto<br />

dall’art. 24, comma 2, del contratto collettivo<br />

del comparto Ministeri del 16 maggio 1995 - non<br />

è perentorio, sicché la sua inosservanza non<br />

comporta un vizio della sanzione finale.<br />

Né in senso contrario rileva l’aggiunta - operata<br />

con l’art. 12 del Ccnl del comparto Ministeri<br />

2002-2005 - <strong>di</strong> un nuovo comma 10 all’art. 24 del<br />

Ccnl del 1995, con il quale è stata attribuita natura<br />

perentoria anche al termine iniziale del proce<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong>sciplinare, dovendosi ritenere, attesa<br />

la mancanza <strong>di</strong> ogni riferimento all’avvenuta insorgenza<br />

<strong>di</strong> controversie <strong>di</strong> carattere generale<br />

sull’interpretazione della norma collettiva, che la<br />

nuova <strong>di</strong>sposizione non costituisca norma pattizia<br />

<strong>di</strong> interpretazione autentica, <strong>di</strong> portata sostitutiva<br />

della clausola controversa con efficacia retroattiva,<br />

ma integri una mo<strong>di</strong>fica, come tale operante<br />

soltanto in riferimento alle vicende successive<br />

all’entrata in vigore del Ccnl con il quale è<br />

stata pattuita.<br />

Nota - Fattispecie che, in conseguenza delle mo<strong>di</strong>fiche<br />

contrattuali <strong>di</strong> cui verremo in seguito a <strong>di</strong>re, ha progressivamente<br />

perso il connotato dell’attualità, ma che abbiamo<br />

egualmente ritenuto <strong>di</strong> segnalare in virtù della sua portata<br />

sistematica e della sua vivida essenza giuslaborista (il<br />

principio <strong>di</strong> tempestività nell’irrogazione delle sanzioni<br />

<strong>di</strong>sciplinari, nelle sue varie fasi e nelle sue varie sfaccettatureapplicative,èpursempreprincipioportantedell’intero<br />

<strong>di</strong>ritto del lavoro).<br />

Si controverte pacificamente sul licenziamento <strong>di</strong> un <strong>di</strong>­

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