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IL BOLLETTINO - Gemeindebrief CCPM (Juni-luglio - Oktober-ottobre 2020)

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vertraut und wichtig ist.

Aber noch müssen wir weiter lernen,

langsamer zu leben:

• Langsamer leben statt besinnungsloser

Hetze.

• Langsamer leben statt im Laufschritt

in den Supermarkt zu rennen und

panisch einzukaufen.

• Langsamer, also nicht immer gleich

sofort kommunizieren und reagieren.

Vieles hat tatsächlich Zeit und einmal

drüber schlafen tut der Sache gut.

• Langsamer leben und deshalb am

Telefon gerade denen zuhören, die an

der digitalen Welt nicht teilnehmen.

• Langsamer leben und uns konzentrieren

auf die, die uns jetzt deutlich mehr

brauchen als sonst: unsere Kinder

und Enkel, unsere Eltern, Großeltern

und alle, die sich jetzt noch mehr in

Acht nehmen müssen.

• Langsame Achtsamkeit ist ein gutes

Gebot der Stunde.

Stattdessen aber soll alles wieder ganz

schnell gehen: schnell wieder gesund

werden, schnell die Geschäfte wieder

eröffnen. Schleunigst möglichst viele

Menschen wieder zurück in Arbeit bringen.

Dem radikalen Abschwung

einen rasanten Aufschwung

folgen lassen. Schnell wieder

Fußball in die Stadien bringen,

Autos auf die Straße und Menschen

in ferne Urlaubsländer.

Schnell soll es gehen! Nur zu verständlich

ist dieser Wunsch. Und nur zu

menschlich die Erwartung, dass Gott

dafür Sorge trägt. Schnell machen soll

Gott, schneller! Wir sind nicht die Ersten

mit solchen Wünschen und Erwartungen.

Mehrmals heißt es in den Psalmen:

„Eile, Herr, mir zu helfen“. Urmenschmente

più bisogno di noi, i nostri bambini,

i nostri nipoti. i nostri genitori, i

nostri nonni, tutti coloro che ci sono

cari e dei quali vogliamo avere cura.

• La lentezza e la cura sono il buon precetto

di questi tempi.

E invece...ecco che si preme perché tutto

riparta molto velocemente: la convalescenza

deve essere veloce, gli affari devono

riprendere velocemente, i negozi

devono aprire velocemente, tutti devono

tornare al lavoro il più velocemente possibile.

Lasciar seguire una ripresa verticale

ad una discesa radicale come quella che

abbiamo sperimentato.

Tornare presto a giocare a calcio negli

stadi, far circolare auto sulle strade e

persone nei luoghi di vacanza.

Tutto deve accadere in fretta! Certo comprendiamo

bene questo desiderio, e molto

umano è anche l’aspettativa che Dio

debba aiutarci in questo. Presto Dio, fai

presto! Non siamo certo i primi con questi

desideri e queste speranze. Più volte nei

salmi leggiamo: “Affrettati, o Signore, ad

aiutarmi”. C’è consentito di essere primitivi

davanti al nostro Dio: “Aiutami, fai presto

mio Signore, sennò precipiterò ancora

più giù per la china. I piani sono stravolti,

essere rinchiusi ha terribili conseguenze

e a molti mancano proprio completamente

le risorse: presto Signore,

corri in mio aiuto!”

Auguro a tutti noi,

durante e anche

dopo la crisi

del corona,

di trovare

un equilibrio

tra

veloci-

tà e lentezza

tra rallentare ed accelerare,

e che nessuno, in questo processo

resti schiacciato dagli ingranaggi. Proprio

nel dopo guerra del 1653, Paul Gerhardt

scriveva il verso:

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