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Gennaio 2003 - Parrocchia di Chiari

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AVVENIRELeggere fa un gran beneSpett.le Redazione de “L’Angelo”Dopo il recente convegno Cei “ParaboleMe<strong>di</strong>atiche”, si profila un rilancio ed unimpegno più incisivo da parte del mondocattolico nei mezzi <strong>di</strong> comunicazione, conproposte innovative che trovano nel quoti<strong>di</strong>anoun significativo punto <strong>di</strong>riferimento. L’uscita del mercoledì, in particolare,si configura come un progetto infieri e un possibile punto d’incontro e <strong>di</strong>alogo,attraverso nuovi canali virtuali giàattivi cui segnalare l’eventuale <strong>di</strong>sponibilitàa promuovere un punto “portaparola”nella propria parrocchia. In allegato, trasmettouna sintesi <strong>di</strong> questa iniziativa,contenuta nel sito www.avvenire.it cui rimandoper ulteriori informazioni, ritenendoimportante questo fermento nel settoredella comunicazione, in grado probabilmente<strong>di</strong> sollecitare un interesse più vivo,anche attraverso il notiziario della nostracomunità parrocchiale clarense, nei confrontidella stampa cattolica.Cor<strong>di</strong>almenteRosanna Agostini1. Ai mass me<strong>di</strong>a non si sfuggeTelevisione, televisione, e ancora televisione.Ma anche ra<strong>di</strong>o, spot pubblicitari, rotocalchi,inserti, supplementi… E poi Internet,che è un po’ tivù, ra<strong>di</strong>o, telefono e giornaleinsieme, per <strong>di</strong> più su <strong>di</strong>mensioni planetarie.Può bastare? Presi tutti insieme,costituiscono il flusso dei me<strong>di</strong>a che oggi citempestano. Bocche <strong>di</strong> fuoco che entranoin ogni casa, e che negli ultimi quin<strong>di</strong>ci annihanno cambiato ra<strong>di</strong>calmente l’ambientenel quale viviamo. E <strong>di</strong> continuo mo<strong>di</strong>ficanomentalità, abitu<strong>di</strong>ni, persino il linguaggio,mettendo in <strong>di</strong>scussione giorno dopogiorno tra<strong>di</strong>zioni e punti <strong>di</strong> riferimento.Suggeriscono, quando non impongono,pensieri, desideri, modelli <strong>di</strong> comportamento,stili <strong>di</strong> vita. Fanno tendenza cioè, instillandopriorità nuove, un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso <strong>di</strong>valorie<strong>di</strong>rapportitralepersone.Siamo tutti coinvoltiNessuno può <strong>di</strong>rsi estraneo o pensarsi immuneda questo fenomeno. E neppure ci sipuò illudere <strong>di</strong> scavarsi un bunker impermeabileall’influsso dei me<strong>di</strong>a. Giovani eadulti, bambini e anziani: tutti siamo coinvolti.Gli effetti sulle persone sono <strong>di</strong>versi aseconda delle combinazioni fra gli strumentiche usiamo e le vicende personali.E le parrocchie? Certo, non vivono al <strong>di</strong> fuori<strong>di</strong> questo mondo. E a intuito avvertonoche molte cose sono cambiate anche perloro. Affiora così un nuovo senso <strong>di</strong> spaesamento<strong>di</strong> fronte ai problemi.Dominare o essere dominatiSe non cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> vivere sotto una cappa<strong>di</strong> vetro, dobbiamo allora fare i conti con larealtà. E decidere che cosa sia urgente fare,in<strong>di</strong>viduare il punto esatto sul quale farleva. Già: ma quale punto? Non c’è dubbioche se i mass me<strong>di</strong>a hanno cambiato lo scenarioche ci circonda, e sembrano non voleraltro che renderci tutti spettatori-assorbenti,tocca a noi allora riprendere in manol’iniziativa e <strong>di</strong>ventare capaci <strong>di</strong> dominare ilfenomeno, non esserne dominati.2. Ma la sfida si può vincereLa parrocchia non ha scelta: è “costretta” ainteressarsi <strong>di</strong> più <strong>di</strong> mass me<strong>di</strong>a. Ancheperché rischia, se no, <strong>di</strong> parlare una linguache la gente non capisce. Senza rinunciarea una virgola della sua missione, anzi proprioper questa, deve sapere che le comunicazioni<strong>di</strong> massa rappresentano un fattoredecisivo <strong>di</strong> questo tempo, e che se vuole vederrealizzati un po’ dei suoi sogni deve abbandonaregli schemi astratti e tenere contodei nuovi con<strong>di</strong>zionamenti che partonodalla testa della gente.I me<strong>di</strong>a cattoliciSe l’appuntamento decisivo oggi per i cristianiè acquisire una mentalità <strong>di</strong> fede,sarà <strong>di</strong> eccezionale importanza poterla alimentarecon ragioni chiare e attuali, maanche affinare attraverso il confronto delleopinioni e rinforzare con un’attitu<strong>di</strong>ne allavalutazione e al giu<strong>di</strong>zio. Detto così, puòsembrare complesso. Invece è più a portata<strong>di</strong> mano <strong>di</strong> quanto sembri: soprattutto perchéla sfida non ci coglie <strong>di</strong>sarmati. A sostenerequesto nuovo, grande impegno ci sonoinfatti i me<strong>di</strong>a cattolici o <strong>di</strong> ispirazione cristiana,giornali libri ra<strong>di</strong>o televisione internet:una “rete” <strong>di</strong> strumenti che non esistonoper vezzo o moda del momento, ma perun in<strong>di</strong>spensabile servizio <strong>di</strong> accompagnamentoalla coscienza <strong>di</strong> chi crede.3. Per tutti, un nuovo “Avvenire”In concreto, suggeriamo <strong>di</strong> ripartire da“Avvenire”, il quoti<strong>di</strong>ano cattolico oracompletamente rinnovato che si <strong>di</strong>ffondeattraverso vari canali: le e<strong>di</strong>cole, gli abbonamenti,e gli sportelli della “buona stampa”.Da oggi cominceremo a chiamarequesti sportelli “Portaparola”, con l’intento<strong>di</strong> attivarli dove non esistono, rimetterliin moto se vivacchiano stancamente, o magaripotenziarli: le idee al riguardo nonmancano.Una nuova figura <strong>di</strong> volontarioIl quoti<strong>di</strong>ano dei cattolici è oggi un giornale<strong>di</strong>namico e <strong>di</strong> personalità, alla ricerca <strong>di</strong>lettori che sappiano apprezzare chi stuzzicala loro intelligenza, lo spirito critico, lacuriosità verso il mondo. Un giornale che sipuò proporre, senza alcun timore <strong>di</strong> sfigurare,a chiunque frequenti la comunità parrocchialecon assiduità o anche solo per leliturgie domenicali. In una società che vedemoltiplicarsi le voci e le proposte, un semplice,passivo punto-ven<strong>di</strong>ta non basta più.È in<strong>di</strong>spensabile che, insieme al giornale, sipossa incontrare una persona, ossia unanimatore capace <strong>di</strong> iniziativa e <strong>di</strong> fermento,con alcune idee chiare e un pensiero vitale,con la voglia <strong>di</strong> conoscere in primapersona e senza preconcetti i fatti e i loroprotagonisti, e un’attitu<strong>di</strong>ne a esprimereopinioni ponderate.L’animatore dello sportello che chiamiamo“Portaparola” è espresso dalla comunitàstessa, è un po’ voce della sua anima, dellesue ra<strong>di</strong>ci, della sua storia.Vuoi saperne<strong>di</strong> più?Invia una richiesta<strong>di</strong> altre informazioni aAvvenire-Ufficio cortesiaTelefono 02.6780343/4Fax: 02.6780341emailufficio_cortesia@avvenire.itin<strong>di</strong>cando nome e cognome, in<strong>di</strong>rizzo,recapiti telefonici ed eventualmentein<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> email,oltre a parrocchia e <strong>di</strong>ocesi.17L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>

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