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Gennaio 2003 - Parrocchia di Chiari

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SCOUTArchitettiper un sogno possibileCon i contributi nelle aree PoliticaeFedesiconcludelapresentazionedei temi emersi duranteil Convegno Regionale Scout del novembrescorso a Pontoglio. La primaparte dell’articolo è stata pubblicata suL’Angelo <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre.Area politicaSabato mattina, dopo una rifocillantecolazione, ed un pieno <strong>di</strong> caffeina, in<strong>di</strong>spensabileper affrontare la giornata,ci <strong>di</strong>rigiamo verso il Palasport <strong>di</strong>Pontoglio, dove si terranno i fuochi incrociatiper l’area politica. Appena entrativeniamo investiti dalle note <strong>di</strong> Jarabede Palo e Noma<strong>di</strong>, provenienti dadue strimpellatori <strong>di</strong> chitarra che occupanoil tavolo del comizio: ma dura pochiminuti, poi si entra nel vivo della<strong>di</strong>scussione. Ospiti dell’incontro sonol’avvocato Mino Martinazzoli, l’onorevoleFer<strong>di</strong>nando Adornato e il padremissionario comboniano Alex Zanotelli.Il tema è “Per rianimare la piazza”e, sostanzialmente, ruota attornoal ruolo che devono assumere i cristianinella politica. L’intervento <strong>di</strong> Martinazzoliè piuttosto astratto: una <strong>di</strong>gressionepoco più che etimologicasulle parole “politica” e “democrazia”.Più storico invece il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Adornato,soprattutto con riferimenti allaprima metà del secolo scorso. Ma ilpiatto forte della mattina è stato Zanotelli,un tipo che, già a vederlo, suscitacuriosità: variopinta camicia a manichecorte, sandali e zainone in spalla…e appena inizia a parlare è come se unascossa percorresse l’u<strong>di</strong>torio. Lanciaaccuse precise, cita dati, bilanci, statistiche.Fa i nomi dei responsabili <strong>di</strong>certe situazioni e conclude affermandoche è dovere sia della Chiesa sia <strong>di</strong>ogni persona il non tacere che “questosistema economico è un sistema cheammazza per guerra, fame, sete e malattia.Questo sistema è peccato!”Poi le domande del pubblico a cui rispondesoprattutto Zanotelli, ed infinenoi capi ci <strong>di</strong>stribuiamo nei <strong>di</strong>versi laboratoriper calare nella nostra associazionele riflessioni ascoltate.AntoniaArea fede ed ecclesialitàQuattro i relatori che ci hanno portatoin modo appassionato la loro esperienza<strong>di</strong> testimoni cristiani: Madre GiovannaLombar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino de<strong>di</strong>ta alServizio alla Parola; padre StefanoRoze capo scout francese ed ora monacodella comunità <strong>di</strong> Sant’Antimo(Siena); mons. Carlo Galli decano della<strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> Legnano ed ex AssistenteNazionale dell’Agesci; don LuigiCiotti del gruppo Abele.Suor Giovanna, della sua vita, qual èl’aspetto che più l’ha intrigata e l’ha aiutataad essere così?Io sono arrivata alla fede nel tempo,attraverso la <strong>di</strong>sponibilità ad incontri,a relazioni, all’ascolto della Parola. Hovissuto e superato il pericolo più grande:credere <strong>di</strong> conoscere già la Parola.Sentirmi appagata <strong>di</strong> quel po’ che sapevo.La parola invece va letta, ascoltata.Meglio ancora insieme, perchéc’è una grazia particolare in ciò. Nellachiesa avviene questo dono speciale,perché la chiesa non è una grandemacchina, è comunione, è relazionecon Cristo e con i fratelli.Quale potrebbe essere il percorso <strong>di</strong>ognuno <strong>di</strong> noi?Per voi, capi scout, la cosa più importanteè vivere ed educare alla relazionepersonale con Gesù, non va mai dataper scontata. Educate poi alla fedeltàattraverso la testimonianza della fedeltà.Don Carlo, lei che ha vissuto i gran<strong>di</strong>cambiamenti dell’associazione in questitrent’anni, quale pensa sia la domandache oggi ci deve interrogare?L’Agesci dal ’74 in poi è passata attraversoil tempo della “ricerca d’identitàassociativa”, il tempo della sensibilitàper un “progetto”, il tempo della riscopertae rilettura in chiave moderna dei“meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> branca”. L’oggi invece è caratterizzatodalle “domande”; le gran<strong>di</strong>domande anche dal punto <strong>di</strong> vistaecclesiale. Ecco allora gli interrogativi:- c’è ancora in associazione la riflessionee la tensione missionaria sul temadella libertà come fatto pedagogico? -c’è consapevolezza che l’essere educatoriscout è la manifestazione della<strong>di</strong>aconia dell’educare, che abbiamo ilservizio dell’educazione? - i capi, chestile <strong>di</strong> vita personale spirituale hanno,che regola <strong>di</strong> vita si danno e seguono? -qual è il rapporto tra una comunità <strong>di</strong>adulti e la Chiesa locale?Ed un’altra domanda ci interroga: igruppi nel loro servizio educativo avvicinanoe rispondono alle istanze educativedei ragazzi problematici, quelliche vivono sempre ai margini in modoprovocatorio?Non è semplice il servizio educativo,perché è più facile cercare strade che<strong>di</strong>ano frutti visibili e imme<strong>di</strong>ati. È <strong>di</strong>fficileaccettare <strong>di</strong> essere seminatori, sipreferisce essere mietitori. Ma i segni<strong>di</strong> speranza ci sono già.Padre Stefano, lei che è monaco e caposcout, cosa può <strong>di</strong>re ai capi che devonosostenere i ragazzi nelle loro crisi <strong>di</strong> fede?Il problema reale al giorno d’oggi per igiovani non è quello della fede, maquello dell’Essere Uomo e dell’essereDonna. Quin<strong>di</strong> il capo prima <strong>di</strong> tuttodeve recuperare nei suoi ragazzi la <strong>di</strong>mensioneumana. Uso il linguaggio figuratotanto caro agli scout. La fede ècome un tetto che poggia su 4 muri e liprotegge e li garantisce. Sono: la “natura”nella quale vivere i vari aspettidel metodo; la “comunità” luogo delconfronto; l’impegnarsi in prima personaanche nelle cose più piccole; il“servizio” per dare qualcosa fuori <strong>di</strong>sé. Alla fede ci si arriva dopo un lungopercorso. Lo scoutismo è un bellissimometodo per educare alla fede attraversola natura e noi stessi. Il compito delcapo è quello <strong>di</strong> stare accanto ai suoiragazzi ed essere testimone del suocanto <strong>di</strong> felicità per l’incontro con Dio.Don Ciotti, dove e come esprimere oggil’essere Chiesa?Oggi è Chiesa essere gruppi <strong>di</strong>versicon una finalità unica rivolta all’uomoper Dio. La Chiesa è esperienza vissutae ha un punto <strong>di</strong> riferimento unico:la strada. Questa è luogo dell’impegnosociale, della relazione, della propostaculturale e politica.È l’incontro tra cielo e terra. La stradanon è l’unico luogo dove vivere la fede;ma, come Gesù sulle strade della Palestina,essa va insieme attraversata, vissuta,camminata. Occorre abitare insiemela strada, sia nei momenti <strong>di</strong> gioiae <strong>di</strong> festa sia nella fatica. La stradaperò è in continua trasformazione,presenta nuovi volti e chiede all’uomofedeltà nelle scelte; chiede lealtà nelle25L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>

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