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Gennaio 2003 - Parrocchia di Chiari

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IN MEMORIAMadre PaolaDel FrateLuigi GiuseppeBorella<strong>di</strong> anni 7838Venerdì 20 settembre, sul fardella sera, sorella Morte visitòla Comunità Canossiana <strong>di</strong> Pavia,in corso Garibal<strong>di</strong>. Si avvicinò dolcementeaMadrePaolaDelFratechel’attendeva per essere consegnata alPadre al quale, fin dalla giovinezzaaveva donato tutta se stessa.Madre Paola, era nata a <strong>Chiari</strong> (BS) nel1916. L’attendeva con amore e gioiaunabellafamigliaricca<strong>di</strong>fedee<strong>di</strong>bontà.Mamma, papà e fratelli furono lietidell’evento atteso e tutti insieme si impegnaronoa crescerla con delicatezza eamore. In tale felice situazione, la nostraPaola, ben presto rinata alla vitadella grazia, crebbe umana e docile.La prima infanzia passò quin<strong>di</strong> tranquillae felice. In seguito nella scuolaelementare si evidenziarono le sue belledoti: intelligenza e <strong>di</strong>ligenza unitealla capacità <strong>di</strong> relazione vista soprattuttocon la generosa prestazione <strong>di</strong>aiuti ai compagni e <strong>di</strong> docilità agli insegnanti,la resero cara e assai stimatanel complesso scolastico. Anche a Bergamonel Collegio Canossiano, dovecompì gli stu<strong>di</strong> per l’abilitazione Magistrale,si ricorda Paola come un’amicabuona e un’allieva impegnata. Sempreottimi i suoi risultati. Pure in famigliafu sempre esemplare.In questo clima Paola maturò la suabella vocazione alla vita consacrata trale Canossiane. Giovanissima, ottennedai parenti che tanto amava e chel’avevano assai cara il consenso per entrarenel noviziato <strong>di</strong> Bergamo ovefece la sua professione religiosa. Lasua sensibilità le offrì inoltre occasioniper esprimere al Signore il suo amoreanche nelle rinunce e nelle quoti<strong>di</strong>ane<strong>di</strong>fficoltà, ma soprattutto nelle lotte riservatein particolare a chi decide <strong>di</strong> viverenella sequela <strong>di</strong> Cristo: casto, povero,obbe<strong>di</strong>ente.Ecco come la ricorda una consorellache, a nome della Comunità, le porse ilsaluto fraterno all’inizio dei suoi funeraliche furono un momento <strong>di</strong> partecipazione.Erano presenti parenti, consorelle,alunni delle scuole, persone econoscenti che ricordavano e<strong>di</strong>ficati isuoi esempi e le sue attenzioni.Sorella Paola carissima,il saluto terreno delle Sorelle dellatua comunità, all’inizio <strong>di</strong>questa celebrazione eucaristica, vuoleessere l’espressione commossa e riconoscenteper tutto quello che tu sei stataper noi. Una sorella tanto cara, la cuipresenza dolce, comprensiva e gentile,sempre ricca <strong>di</strong> amore, era capace <strong>di</strong><strong>di</strong>ffondere pace e serenità.Nelle tue <strong>di</strong>verse responsabilità nellenostre Comunità; nella scuola e nei ministerispecifici del nostro carisma canossiano,catechesi, oratori, colonieestive ecc., ci hai insegnato che unacosa sola conta veramente: la ricerca <strong>di</strong>Dio solo, lui solo amare, per lui solo sacrificarsi.La musica e la pittura eranoper te l’occasione geniale per arricchirei nostri momenti liturgici. Sapevi pregaree aiutare a pregare!Esile, graziosa nella persona e in ognitua manifestazione, soprattutto nellascuola dove hai realizzato te stessa: laCanossiana educatrice assai desideratae amata dagli alunni e dalle mammeche ancora ti ricordano con venerazione.Forte e soave, ben preparata e sicuranell’insegnamento sei stata anche per lecolleghe un punto <strong>di</strong> riferimento altamentequalificato. Eri capace <strong>di</strong> costruiree <strong>di</strong> rivivere rapporti <strong>di</strong> amicizia matura,il cui obiettivo era la scoperta <strong>di</strong> Lui,l’assoluto bene della nostra esistenza.Nella vita comunitaria sapevi trovare ilmomento giusto per creare <strong>di</strong>stensione eallegria allo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipare stanchezzefisiche e <strong>di</strong>fficoltà. Eri faceta e genialenel trovare piccoli graziosi scherzi e battutericche <strong>di</strong> delicato e sano umorismo.Anche in questi ultimi anni <strong>di</strong> tanta sofferenzaper te e quin<strong>di</strong> anche per noi erauna fortuna incontrarti per la gioia <strong>di</strong>sentirci sempre attese e desiderate. Unavera esperienza <strong>di</strong> autentica fraternitàofferta nella semplicità più cor<strong>di</strong>ale egratificante. Grazie sorella Paola.* * *Ed ora mentre ti accompagniamoall’Infinito Eterno amore del Padre,affi<strong>di</strong>amo alla tua intercessione ogninostra ansia <strong>di</strong> bene e <strong>di</strong> santità.Un cristiano docL’otto <strong>di</strong>cembre 2002 alle ore 5.30volava in Cielo, accompagnata dall’Immacolata,l’anima bella <strong>di</strong> GiuseppeBorella, nostro caro e amatoconcitta<strong>di</strong>no. La sua morte è stata unlieto evento, malgrado il dolore nelquale lasciava i suoi cari. Ma era piùche naturale che una vita <strong>di</strong> fede intensa,con una viva devozione all’Eucaristiae alla Madonna, fosseconclusa felicemente con accantoGesù e Maria. Era il 13 maggio 1943in piena guerra (ricor<strong>di</strong>amo che il 13maggio è il giorno della prima apparizionedella Vergine Santissima delRosario a Fatima) e Giuseppe, appena<strong>di</strong>ciannovenne, partiva per il serviziomilitare. Sua madre, santa donna,con le lacrime agli occhi lo salutava ebaciava raccomandandogli <strong>di</strong> comportarsisempre bene anche da soldatocome a casa e gli mise in tasca lacorona del Rosario, sussurrandogliall’orecchio <strong>di</strong> recitarlo sempre tuttele sere. Ciò che egli fece, persino recitandolocon i compagni <strong>di</strong> caserma iquali dapprincipio erano più che riluttanti,ma Giuseppe li conquistòtutti, piano piano, con amore, con ilbuon esempio, al punto che un amico<strong>di</strong> camerata all’invito che Giuseppefaceva <strong>di</strong> andare a Messa e recitare ilRosario esclamò ad alta voce e innome <strong>di</strong> tutti i presenti: «Giuseppe, ate non si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no mai, sei tantobuono con noi e ci dai tanto buonesempio che non ci è possibile contrad<strong>di</strong>rtie <strong>di</strong>sgustarti».La guerra infuriava, gli alleati avanzavano,i tedeschi in ritirata. L’ottosettembre ci fu l’armistizio. Si credevafinita la guerra, ma i soldati presentiin caserma, compreso Giuseppe,furono tutti deportati in campo <strong>di</strong>L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>

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