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VERONA MEDICA

Edizione - OMCEO VR

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AGGIORNAMENTOLa chirurgiadi revisione protesicadi anca oggiMARCO CASSINIDirettore UOC di Ortopedia e TraumatologiaAULSS 21 - Ospedale Mater SalutisLegnago - VeronaIl 24 novembre 2012 si è svolto presso ilMuseo Nicolis di Villafranca di Verona l’ XICongresso Regionale SVOTO – SocietàVeneta degli Ortopedici e TraumatologiOspedalieri –Il tema del congresso - La chirurgia direvisione protesica di anca oggi – è statoscelto dai presidenti del congresso MarcoCassini ed Alberto Momoli in quanto,data la grande diffusione della chirurgiaprotesica di anca e ginocchio in tutti i repartiortopedici, la chirurgia di revisione haconseguentemente riscontrato un trend incontinua crescita.Lo scenario della chirurgia di revisioneprotesica di anca si è andato modifi candonegli ultimi 20 anni. Accanto alle causetradizionali di fallimento di un impiantoprotesico (mobilizzazione per osteolisida debris di polietilene prevalentemente)sono andate via via emergendo nuovecause legate in parte ai nuovi impianti noncementati ed in parte agli accoppiamentitribologici (Metallo-Polietilene, Ceramica-Polietilene, Ceramica-Ceramica, Metallo-Metallo etc.) con conseguenti strategie diversificate di trattamento. Inoltre l’aumentodell’età media dei pazienti che si sottopongonoa chirurgia di revisione, con problematichegenerali talora complesse, obbligaa considerazioni sulla modulazionedel gesto chirurgico in relazione alla suainvasività (revisione parziale, totale, sostituzionedelle sole componenti rimovibili).Lo scopo del convegno, oltre a passarein rassegna le nuove cause di revisioneche si presentano nella pratica clinica,è stato fi nalizzato ad acquisire, perquanto possibile, il cosiddetto”razionaleal trattamento”la valutazione cioè dellecorrette scelte terapeutiche nonché dellapianifi cazione all’intervento nelle sue diversificate strategie.Per quanto concerne la revisione di un impiantoprotesico conseguente alla mobilizzazionecausa osteolisi periprotesica dawear debris di polietilene, il cui riscontrorappresenta tuttora una discreta frequenzagrazie al numero elevato di impianti diquesto tipo eseguiti nel recente passato,fondamentale è la stadiazione del difettoosseo. In questo le classifi cazioni piùusate sono quella di Paprosky e del GIR(Gruppo Italiano Riprotesizzazione). Considerandola componente acetabolare,che evidenzia un tasso di mobilizzazionesuperiore allo stelo femorale, nei casi condifetto osseo minore (GIR I –II), è possibilel’utilizzo di cotili primary o revision emisfericieventualmente associati ad innestoosseo di banca morcellizzato per colmarei difetti ossei non strutturali. Qualora ildifetto osseo sia più grave (GIR III-IV conperdita di 2 o più pareti, discontinuità dellalamina quadrilatera), il ricorso a gabbieantiprotrusione (APC di Burch-Schneider)fi ssate con viti associate ad abbondanteinnesto osseo di banca permette soventedi risolvere anche le situazioni più delicate.L’utilizzo poi di inserti in Polietilene adalta reticolazione (cross linked) rappresentaun po’ la novità di questi ultimi annievidenziando tassi di usura sicuramenteinferiori ai Polietileni di vecchia generazionee quindi con una durata maggiore neltempo.Relativamente al versante femorale, salvocasi particolari con difetto osseo minoree possibilità di applicazione di uno stelocementato polished (tipo Exeter o similare)con rimozione parziale del vecchiocemento ed utilizzo della tecnica del “cementosu cemento”, la tendenza è versol’utilizzo di steli lunghi non cementati a presadiafi saria e possibile utilizzo della modularitàsia della componente metafi sariache del collo per un maggiore adeguamentoai diversi scenari che si presentanosul campo operatorio. Il rovescio della medagliadi questi impianti è rappresentatodalla necessità di una chirurgia particolarmenteinvasiva con esecuzione di extendedtrochanteric osteotomy (meglio notacome accesso trans-femorale secondoWagner) per la rimozione del vecchio stelocementato o non cementato.Gli steli non cementati che hanno ormaiquasi completamente sostituito nella praticaquotidiana gli steli cementati maggiormenteutilizzati in passato, hanno a lorovolta evidenziato problematiche emergentisconosciute ai vecchi steli cementati creandofrequentemente problemi di diagnosisoprattutto in caso di protesi dolorosesenza apparenti segni di mobilizzazione.Ecco allora che la mancata osteointegra-<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>13

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