STORIA DELLA MEDICINAosserva che il sangue prelevato da unapersona sana e lasciato a riposo in unaprovetta, dopo poche ore “si raccogliein una massa di rosso carico, escludendogran quantità di siero alquanto crassoe giallognolo”, mentre nella scorbuticail coagulo tarda a formarsi, poiché“maggiore e più atra e men dura è laporzione rossa, ed il siero scarseggia etira al verde, e tutto più presto dell’ordinariofete e marcisce”. L’urina, che nelsano rimane incorrotta e lucida per piùore, nello scorbutico “poco dopo cheè uscita, s’intorbida e puzza […] per laquantità degli oli e dei sali, e depone alfondo tartaro e sabbia”.SintomatologiaLa voce scorbuto deriverebbe da scorbeckche nell’olandese antico signifi ca“lacerazione”, ovvero “ulcere della bocca”.Hermann Boerhaave asseriva cheanche nella lingua belga antica scorbeckaveva valore di oris laceratio 15 . Altriautori pensavano potesse derivare dalsassone scorbok “dolore, ovvero strappamentodi ventre”, o dall’antico scandinavoskyr, latte cagliato + bjugr, edema,edema dovuto ad abuso di latte cagliato.Secondo le osservazioni di antichi scrittoridi chiara fama, i segni dello scorbutosono numerosi, ma di così poco rilievoche da soli non valgono a far diagnosise non si mettono tutti assieme. “Quandonegli uomini senza cagion spezialemanifesta si fanno gonfi e e nere le gengive16 , e macchie qua e là nelle gambeo altrove livide e gialle appariscono, sigiudicano attaccati dallo scorbuto. […]in un grado di male più inoltrato o maligno,puzzano le gengive e si corrodono,le macchie della pelle si aprono in ulceri,si aggiungono la debilità, la magrezza, leemorragie, la febbre, le gangrene e varialtri morbi che gl’infermi tolgon di vita.[…]. Le gengive sogliono patire moltoprima che il male possa dirsi veramentescorbutico, e i loro morbi, quando nonsiano per colpa dello spuntar de’ denti,o de’ rimedi mercuriali introdotti nelsangue, sono argomenti di acrimonia.Le urine focose e colorite, che depongonotartaro e sabbia, i dolori che qua elà divagano per le membra, e gli spessicatarri e le ostinate fl ussioni, le molesteveglie senza ragione manifesta, sonopure ordinari effetti di un’occulta acrimoniache va predominando nelle vene.Così le facili emorragie e il tardo cicatrizzarsidelle piccole ferite, le fugaci infiammazioni e le frequenti pustole sullapelle, la saliva molto salata e il sanguenell’uscir dalle vene focoso e bruciante,troppo atro di colore, o troppo porporino.Se a questi segni di acrimonia si uniscanoo siano precedute altre malattieo passioni d’animo o disordini di vitto,tanto maggiormente è da temersi vicinolo scorbuto. Massimamente se l’uomosia avanzato d’età, o altra volta esso, oi suoi genitori, siano stati tocchi da similmale” 17 .TerapiaStante che la causa principale dell’insorgenzadella malattia viene imputataad “un’acrimonia predominante negliumori”, il miglior rimedio sarà opporsialla sua nascita o trovare una terapiache la “vince e strugge”. La prevenzioneviene riassunta in quattro punti:1°, impedire l’introduzione di particelleacri; 2°, “cavare” quelle introdotte o generate;3°, correggerle e trasformarle;4°, invischiarle e distenderle contro laloro forza. La scelta e la varietà deglialimenti, i diuretici, i correttivi preparatidagli speziali e i mucillaginosi fi toterapici,sembrano essere i rimedi piùindicati. Di conseguenza, un alimentodolce, di pronta e facile digestione, noncrea quella materia acida a cui portanoi cibi piccanti, saporiti e selvatici. I diureticiaprono la via all’urina, destinataa liberare il corpo dai sali eccedenti e“dai fetidi e rancidi oli che ingombranoil sangue”. I correttivi sono ritenuti utilia moderare l’acrimonia perché gli acidiuniti agli alcali perdono della loro attività.I mucillaginosi “si oppongono, involgendonella loro mucosità le acri puntestimolanti e coprendo le pareti de’ canali,affi nché non sentano il molesto lortocco”. Pertanto, la miglior cura divieneil latte che da solo “è l’ottimo e preferibilemedicamento per la preservazionedallo scorbuto”, essendo un alimentodolce, sciapo e facilmente assimilabile.Diuretico per sua natura, specialmentese gli animali che lo hanno prodotto sisono cibati di gramigna, serve a depurareil sangue. La gramigna stessa, perle sue qualità diuretiche, può essereconsiderata un buon rimedio antiscorbutico.Zeviani, distinguendo lo scorbuto dimare 18 da quello di terra, mette in evidenzala facile guarigione del primo,pur riconoscendo che ambedue hannola stessa origine, “vale a dire una viziataqualità degli umori che girano dentro aicanali del corpo”.Aveva osservato che i marittimi 19 pocotempo dopo lo sbarco, tornati nellapossibilità di cibarsi di vegetali freschie, soprattutto, di latte, risanavano. Moltimedici erano convinti che assumendoregolarmente latte fresco non solo siguariva, ma bevendone in abbondanzaprima di un lungo viaggio per mareserviva come preventivo. La condiciosine qua non doveva essere l’assolutacertezza che il latte introdotto venissefacilmente digerito. Per far sì che questoaccada, le passioni dell’animo devonoessere regolate e accompagnate da “unsalubre esercizio del corpo affi nché illatte troppo non soggiorni nello stomacostesso e cada pria di essere digerito nellecorruzioni a cui naturalmente inclina[…]. Colla sua virtù addolcente e refrigerante[…] modera e previene il calore, ilrossore e corrodimento delle gengive edell’altre macchie del corpo; e coll’acidettasua indole si oppone alla putredinee alla gangrena”. Il latte, dunque, comealimento e medicamento, ma somministratoinsieme a ortaggi, frutta, formaggie burro non troppo salati.Zeviani indica quali sono i vegetali freschipiù accreditati come antiscorbuticie li divide in alcalini e acidi. Fra i primi,adatti a correggere l’acrimonia acidascorbutica, propone: coclearia 20 , nasturzio21 , beccabunga 22 , rafano rusticano23 , aglio 24 , cipolle 25 . Quelli idonei32<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>
STORIA DELLA MEDICINAa modifi care l’alcalina, sono: bacchedi rovo 26 , tamarindi 27 , pampini di vite 28 ,arance 29 , limoni 30 , cedri 31 , acetosa 32 .Altri autori, invece, suggerivano la mescolanzadi più specie di erbaggi, purchéteneri e freschi, come gramigna 33 ,porcellana 34 , lattuga 35 , indivia 36 , brassica37 e borragine 38 , poiché credevanoche giovassero piuttosto “per una virtùcomune, che per altra singolare virtù”.Contro lo scorbuto, servono “oltre alletenere piante, altri rimedi resinosi, gommosie gelatinosi, com’è il mastice 39 ,la mirra 40 , il succino 41 , la gommalacca42 , l’acqua di pece 43 , le giovani carnidegli animali, le gelatine tratte dallelor corna 44 , e pur anco si loda il sozzovischiosissimo lumacone ignudo [=limaccia]45 ”, poiché, come alcuni presumevano,la saponosa qualità di certialimenti serve a “stemperare, dividere ecolliquare le particelle degli umori aggrumatee indurite dall’acrimonia”.Il nostro luminare riprende una lungadisamina sul latte approvando alcuneconvincenti osservazioni di autorevolistudiosi. Asserisce che il migliore inassoluto deve ritenersi quello di capra,forse perché l’animale ama cibarsi di“vischiose cime de’ virgulti, piuttostoche la comune erba de’ prati”. Eglistesso aveva potuto verifi carne il valoreterapeutico, come del resto tutti glialtri stimati esperti, tra i quali Viero 46 ,che prescriveva latte di capra con infusoun po’ d’assenzio 47 e ginepro 48 . Famenzione di molti ricercatori, tra i qualiil Boerhaave (del quale non cessava diesaltarne il valore) o Severino Eugaleno49 (il quale confessava di aver constatatodiverse guarigioni in quei scorbuticiche si erano auto prescritti grandibevute di latte e cibi da esso ricavati).Anche Giovanni Micheli 50 riferiva d’averrisanato molti pazienti in Svezia – paesemolto colpito da questa malattia – conil solo uso del latte. Di alcuni soldati venetiin Cattaro si dice che siano guaritidallo scorbuto quasi miracolosamentedopo aver assunto abbondante latte dicapra e di pecora; antecedentementeerano stati curati invano con generoseporzioni di nasturzio d’acqua checolà cresce in abbondanza. Anche deimarinai veneti, durante una lunga navigazione,furono colpiti dallo scorbuto;sbarcati fi nalmente a Messina, riacquistaronola salute dopo aver bevuto“copiosissimo latte”. Il nostro proponevaquindi, onde evitare lo scorbutoai naviganti, di far precedere ogni loroviaggio da una lunga dieta lattea, da ripetersiad ogni loro approdo. Secondoil suo parere, essendo il latte più stabilee durevole negli umori di quanto non lopossano essere le erbe e i frutti, avrebbefatto fronte in modo migliore ad una“sopravvenente acrimonia scorbutica”che, eventualmente, si sarebbe manifestatameno nociva se sulle navi si fossefatto un conveniente utilizzo di latticinifreschi non troppo saporiti51. Mettevapoi in guardia dall’uso di vari sali e spiritichimici, da taluni creduti benefi ci e che,invece, si erano rivelati dannosi.A conclusione della lunga analisi il dottorZeviani, pur riconoscendo la terapiadel latte non scevra da difetti e pericoli(“ma dove, e in qual cosa mai trovasiperfetta sicurezza e pace? Qualunquecosa migliore, com’è atta a giovare usatabene e opportunamente, tanto esserpuote nocevole usata male e fuori tempo”),confermava la sua incondizionatafi ducia nelle sue proprietà curative definendolo “eccellente e sicuro, medicamentoe alimento […] preferibile fra irimedi preservativi dello scorbuto”.Abbreviazioni e bibliografiaASVr = Archivio di Stato VeronaN.D. = Notai DistrettoU. S. = Uffi cio di SanitàPer documentare le proprietà di alcunepiante medicinali ci siamo avvalsi di:AA.VV., Segreti e virtù delle piante medicinali,Selezione dal Reader’s DigestS.p.A., Milano 1979A. GALASSI - R. SARZI, Alla Syrena,spezieria del ’600 in Mantova, Mantova2000N.B. Le parti del testo riportate sonostate ricondotte alle consuetudini editorialimoderne nell’uso di maiuscole,di punteggiatura, accentazione e ortografia solo là dove, a parere di chiscrive, potevano ingenerare equivocio incomprensione.NOTE1) Sopra lo scorbuto, dissertazione del signor dottorGiovanni Verardo Zeviani, Verona 1770, in ASVr,U. S., Trattazioni manoscritte e a stampa, n. 280.2) Laureatosi a Padova 9 maggio 1747, fu inseritonel Catalogo dei Medici approvati e licenziati daiMagistrati alla Sanità di Venezia il 14 marzo 1750(ASVr, U.S, b. XLVII, c. sciolta). Cade in erroreBrugnoli quando asserisce che la Via GiovanniVerardo Zeviani è intitolata ad un insigne giurista,poiché quest’ultimo si chiamava Giovanni Agostinoed era fratello di Giovanni Verardo (cfr. P.BRUGNOLI, Le strade di Verona, Roma 2004, III,p. 605). Per un’effi ge di G. Verardo Zeviani si vedaGalleria dei letterati ed artisti illustri delle provincieveneziane nel secolo decimottavo, a cura di BartolomeoGamba, Venezia 1824, vol. II, pagina nonnumerata; cfr. anche Accademia Nazionale dei VL,Società Italiana delle Scienze – Rendiconti, Verona1811, tomo XV, parte 2, p. XXXVI.3) L’anagrafe della contrada di Pigna del 1738 cidice che gli Zeviani erano già insediati in città:Vicenzo q. Giovanni dichiara di avere 53 anni, lamoglie Maddalena Sandri 50, il dottor di leggeGiovanni Agostino 30, Michel Angelo 25, Cattarina23, il dottor di medicina Giovanni Girolamo 22,Pietro 21, Giovanni Paolo 15, Giovanni Verardo 13,Maria Margherita 5, Cattarina, serva, 18. Secondol’estimo di San Michele in Campagna (ASVr, AnagrafiProvincia, reg. 625) Vincenzo paga un affi ttodi ducati 53 a don Felice Bresciani. La polizza d’estimodi Vicenzo del 1740 ci presenta una famigliaabbastanza agiata. Nel sobborgo veronese di SanMichele Extra possiede alcune pezze di terra e 10case, una delle quali per suo uso esclusivo, il tuttoposto in prossimità dell’Adige e con una resa diducati 386 e ½. Il nucleo famigliare è composto da:Vicenzo, di anni 55, la moglie Maddalena Sandri53; Giannagostino, avvocato, 32; Michelangelo,prete, 29 (fu in seguito parroco di Novaglie); GiovanniGirolamo, dottore di medicina, 24; Gianpietro,notaio e procuratore, 22; Gianpaolo 17; MariaCaterina 27; Margherita 6; Verardo 14. Gli Zevianirisultano domiciliati in Verona a San Pietro in Monastero,nella contrada Pigna, e pagano un affi ttodi ducati 50 a Felice Bresciani (ASVr, Antichi EstimiProvvisori, libro IV, c. 529, reg. 123).4) Pietro Monterossi, insegnante d’anatomia pressol’ospedale di Verona, ottenne licenza d’esercitareil 30 giugno 1731 (ASVr, U.S, b. XLVII, c. sciolta)scrisse un trattato Sulla varietà delle piegaturedell’intestino colon, Padova 1819.5) ASVr, U. S., Morti adulti città, reg. 101, c. 79.6) ASVr, N.D., b. 7850, n. 518 aperto il 7.5.1808.7) Il medico Antonio Guarienti, fratello di Giacomo,riferisce di un lascito di sessantamila lire alla Congregazionedi Carità di Verona.erbe e i frutti, avrebbe fatto fronte in modo miglioread una “sopravvenente acrimonia scorbutica” che,eventualmente, si sarebbe manifestata meno nocivase sulle navi si fosse fatto un conveniente utilizzodi latticini freschi non troppo saporiti 51. Mettevapoi in guardia dall’uso di vari sali e spiriti chimici, da<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>33