AGGIORNAMENTOzione dello stelo, lo stress shielding correlatoal design della protesi (stelo retto, anatomico),una possibile allergia ai metalli, leinfezioni subcliniche (talora diffi cilmentediagnosticabili anche con il ricorso alle piùrecenti tecniche di Imaging, Scintigrafi che,esami bioumorali, prelievi articolari peresami batteriologici e conta dei granulociti),possono rappresentare altrettante causedi fallimento di un impianto protesico.Per quanto concerne gli accoppiamentitribologici quali causa di revisione (tribologia:scienza delle interazioni superfi cialifra organi in moto relativo con riferimentoall’attrito ed all’usura), dopo aver giàaccennato agli accoppiamenti MetalloPolietilene (MOP) e Ceramica Polietilene(COP) con le connesse problematiche diusura e conseguente osteolisi da debris,minimizzate dai Polietileni cross linked diultima generazione, un tipo di accoppiamentoche è stato recentemente oggettodi discussione, è l’accoppiamento MetalloMetallo (MOM). Elevati livelli di cromo ecobalto serici e particelle metalliche nelsistema reticoloendoteliale (fegato, milza,linfonodi periaortici) sono state identifi -cate in pazienti portatori di artroprotesicon accoppiamento MOM. Gli effetti dielevati livelli serici di ioni metallici sonosconosciuti. Studi retrospettivi attuati daVisuri et al (Clin Orthop Relat Res 1996)non hanno evidenziato nessuna differenzastatisticamente signifi cativa sull’incidenzadi carcinoma, sarcoma e malattia mieloproliferativain pazienti con impianti MOMda più di 20 anni nei confronti di pazienticon accoppiamenti convenzionali MOP.Tuttavia ulteriori studi necessitano. Unasupposta ipersensibilità alle leghe metallichecon conseguente reazione linfocitaria(supportata dal riscontro di infi ltratilinfocitari nelle pseudo-capsule di alcunipazienti sottoposti a revisione di protesicon accoppiamento MOM) può essereresponsabile della comparsa di zone diradiolucenza in impianti precedentementeben fi ssati e può rappresentare una nuovacausa di revisione.Talora tali reazioni tessutali possono assumereconnotazioni di reazioni infi ammatorielocali talvolta molto aggressive (cosiddettipseudo tumori o ALVAL: AsepticLymphocyte dominated Vasculitis AssociatedLesion).Attualmente il Lancet ed il British MedicalJournal, due fra le prime cinque rivistemediche internazionali hanno lanciatol’allarme sui rischi potenziali derivanti dalleprotesi di anca con accoppiamento MOMemanando nuove linee guida con necessitàdi controlli annuali con esami del sanguee Risonanza Magnetica a cadenzaregolare.Ne deriva di fatto una restrizione all’usodell’accoppiamento MOM per quantoconcerne gli impianti convenzionali conun suo progressivo abbandono da partedella comunità scientifi ca internazionale.L’unico utilizzo consentito per tale tipo diaccoppiamento è nelle sole protesi di rivestimento(Metal on Metal Surface Replacement).Infatti in tale tipo di impiantola scelta è obbligata. Le protesi di rivestimentopresentano una serie di vantaggirispetto agli impianti convenzionali (maggiorrispetto dell’anatomia e conservazionedel bone stock, riduzione dello stressshielding nella porzione prossimale delfemore, diminuito rischio di lussazione).Sono indicate nei soggetti giovani conelevate rischieste funzionali. Possono peraltrocomportare delle complicazioni peculiaricome le fratture del collo femoralecon incidenza dall’1 al 20% soprattutto inpazienti con scarsa qualità dell’osso, obesie di sesso femminile. Fondamentale èpertanto, oltre alla tecnica accurata, l’indicazionecorretta e la scelta del paziente.Poiché questi impianti hanno raggiunto14<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>
AGGIORNAMENTOuna certa popolarità negli ultimi 10 anni, lefratture del collo femorale in protesi di rivestimentorappresentano una nuova causadi revisione oggi.Un altro accoppiamento tribologico digrande diffusione è l’accoppiamento CeramicaCeramica (COC). Da un certopunto di vista può essere considerato l’accoppiamentoideale in quanto la ceramicaè un materiale altamente biocompatibile,l’usura è estremamente bassa, la scorrevolezzaè elevata, presenta una elevataresistenza ai carichi, il rilascio di ioni è assente.Per contro l’accoppiamento COCpuò andare incontro a rotture che obbliganoa revisione dell’impianto. Tali rotture,più frequenti con ceramiche di vecchiagenerazione (Biolox Forte 1992), sono comunquepossibili anche con le ceramichecomposite di nuova generazione (BioloxDelta - inizio anni 2000). Anche in questocaso un eccesso ponderale, un eccessivorange of motion con possibile impingemente sublussazione della testa femorale,può portare a delaminazioni dell’insertoed a frattura della testina.Un altro fenomeno che può preludere aduna rottura è quello dello squeaking o cigoliolegato ad un difetto di lubrifi cazione oad edge loading per mal posizionamentodella coppa acetabolare. Nel caso di revisioneper una rottura dell’inserto o dellatestina in ceramica è opportuno ricorrerenuovamente a tale tipo di accoppiamentoper evitare l’effetto “carta vetrata” sulpolietilene legata a micro particelle di ceramicaimpossibili da rimuovere completamentecon conseguente usura precocedel polietilene stesso.Concludo questa rassegna sulle più frequenticause di revisione oggi (tralasciandole infezioni che meriterebbero un capitoloa parte) accennando alle rotture degliimpianti protesici. Le rotture interessanopiù frequentemente lo stelo femorale soprattuttoa livello del collo protesico sia perquanto concerne gli steli monoblocco checon collo modulare. Il crescente utilizzo deicolli modulari per i noti vantaggi (migliorcongruenza articolare con corretta ripartizionedei carichi sull’impianto, ottimizzazionedell’offset, miglior ripristino della correttametria degli arti inferiori, maggior stabilitàdell’impianto con minor rischio di lussazioni,ridotto rischio di impingement,) nei confrontidei pochi svantaggi ((learning curveper il corretto utilizzo, possibile fretting -processo di corrosione dovuto a sinergiafra attacco chimico ed azione meccanica -a livello del raccordo collo-stelo) ha portatoal riscontro di casi di rottura con necessitàdi revisione. Tali rotture assimilabili a vere eproprie fratture da fatica, possono avvenirecome risultato di un trauma, intensa attivitàfi sica, improprio allineamento od incompletoposizionamento del collo, perdita difi ssazione, durata dell’impianto, od eccessivopeso del paziente.È possibile che una concomitanza dellevarie cause elencate possa produrre rottureda fatica soprattutto nei colli lunghicon maggiori offset (nei casi riscontratinella nostra esperienza tutte le rotture riguardavanocolli lunghi ed il peso dei pazientisuperava i 100 kg).Sono pertanto state sviluppate al riguardoadeguate strumentazioni fi nalizzate alla rimozionedel solo collo modulare lesionatosenza necessità di rimuovere tutto lo stelocome in caso di rottura su steli monoblocco.Nel caso di fallimento nell’utilizzo ditali sistemi con impossibilità a rimuovereil residuo di collo tenacemente fi ssato perfenomeni di corrosione a livello del conomorse, sarà necessario ricorrere ad unaccesso trans-femorale con sostituzionedella protesi ed applicazione di un nuovostelo da revisione a presa diafi saria. Inoltreda parte dell’industria sono state attuatemodifi che sia nel design che nel materialedei colli di nuova generazione con incrementodella resistenza alla rottura fi noa 30 volte superiore rispetto ai colli dellagenerazione precedente.Dopo questa breve disamina sulle piùfrequenti cause di revisione in chirurgiaprotesica di anca oggi, concludo considerandoche la chirurgia di revisione è impegnativasia per il chirurgo che per il pazientee non può essere assimilata a chirurgiadi routine. I tempi di recupero sono generalmentepiù lunghi della chirurgia primariacon possibile differimento del caricosull’arto operato e risultati funzionali in generebuoni ma talora inferiori alle protesidi primo impianto. Il fatto che tale tipo dichirurgia sia più complessa è testimoniatodalla presenza di una società scientifi cache si occupa solo di riprotesizzazione(AIR - Associazione Italiana Riprotesizzazione).Fondamentale, come sempre, è lacorretta indicazione, la scelta del paziente,la precisa pianifi cazione dell’intervento,l’accurata tecnica chirurgica.<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>15