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Numero 23 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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8 Domenica<br />

12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />

APRIAMO<br />

GLI OCCHI<br />

AL CIELO<br />

PADRE CLAUDIO LUCIANO*<br />

Chiudiamo gli occhi e contempliamo<br />

la Pasqua di<br />

Cristo Risorto. Da una<br />

parte il messaggio<br />

di speranza e di vittoria<br />

sulla morte e sul peccato, e<br />

dall’altra l’uomo, disorientato<br />

tra le mille sirene di un<br />

mondo sempre più confuso<br />

e smarrito. Un uomo, capace<br />

di aggiungere qualche<br />

anno di vita al suo viaggio<br />

terreno, si riscontra, poi,<br />

povero di eternità, perché<br />

immerso nei valori del<br />

tempo finito e senza speranze.<br />

Non è tanto<br />

facile vivere la Pasqua per<br />

l’uomo di oggi, immerso in<br />

una cultura di crisi che<br />

mantiene sulle spine le<br />

grandi potenze del pianeta<br />

Terra, oscillante in un equilibrio<br />

economico sempre<br />

più instabile e vulnerabile.<br />

Vivere la Pasqua è ancora<br />

più difficile per<br />

chi, da tempo, si è incamminato<br />

verso una concezione<br />

“laica” <strong>della</strong> vita, dalla<br />

quale va scomparendo ogni<br />

desiderio di cielo e di eternità.<br />

E ricade nella solitudine.<br />

Vivere la Pasqua è<br />

diventato difficile, forse<br />

anche per il mondo cattolico,<br />

dove un certo secolarismo<br />

pare voglia impadronirsi<br />

del sacro, rendendo<br />

tutto relativo e terribilmente<br />

umano. In un contesto<br />

ricco di liturgie appariscenti<br />

e solenni, ma fredde, che<br />

non riescono più ad arrivare<br />

all’animo e commuoverlo.<br />

È difficile farsi contagiare<br />

dalla gioia e dalla speranza<br />

di Pasqua per chi cerca<br />

la mediocrità, e non vuole<br />

essere disturbato nelle consolidate<br />

abitudini di un<br />

vivere “senza infamia e<br />

senza lode”. Per chi<br />

pretende che anche il Papa,<br />

punto di riferimento del<br />

sacro sulla terra, moderi il<br />

suo linguaggio, impari ad<br />

usare parole semplici ed<br />

accomodanti, per predicare<br />

un Vangelo adeguato alle<br />

esigenze e agli egoismi dell’uomo<br />

contemporaneo. Un<br />

Papa, che si accontenti di<br />

una mediocrità che non<br />

disturba, anziché continuare<br />

a proporre il cammino di<br />

perfezione annunciato da<br />

Cristo: “Siate perfetti come<br />

il Padre vostro celeste”.<br />

Vivere la Pasqua è difficile,<br />

ma ancora possibile. È possibile<br />

se chiudiamo gli occhi<br />

al mondo e li apriamo al<br />

cielo, all’eternità, al desiderio<br />

di infinito e di eterno<br />

che riempie tante<br />

volte il nostro animo,<br />

donandoci momenti di<br />

profonda pace e serenità. È<br />

possibile se scopriamo,<br />

ancora una volta, la nostra<br />

capacità di sognare e sperare,<br />

e, come l’alpinista, intuire,<br />

con sorprendente stupore,<br />

che oltre i nostri vasti<br />

orizzonti, raggiunti con<br />

fatica negli anni, ne possiamo<br />

scorgere altri, ancora<br />

più vasti, in lontananza, che<br />

ci parlano di cielo e di eternità.<br />

Viviamo la Pasqua che<br />

ci fa volare oltre le nuvole!<br />

*Direttore<br />

del settimanale<br />

cattolico “Agire”<br />

Una lunga storia di passione popolare, tradizione e folklore<br />

Tra fede e credenze popolari<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

Un silenzio surreale avvolge<br />

la penisola sorrentina<br />

durante la Settimana Santa.<br />

La Costiera non è più la<br />

solita, chiassosa meta del<br />

turismo internazionale ma<br />

è soprattutto luogo di raccoglimento<br />

e preghiera.<br />

Riti austeri sono rigidamente<br />

scanditi da un calendario<br />

che si tramanda<br />

immutato nei secoli. A<br />

squarciare la calma <strong>della</strong><br />

notte tra Giovedì e Venerdì<br />

Santo solo il ritmo<br />

cupo di tamburi, troccole<br />

e bombardini che avanzano<br />

lentamente tra la folla<br />

di residenti e turisti assiepati<br />

a migliaia lungo i bordi<br />

delle strade in un buio<br />

quasi totale. A rischiarare<br />

l’oscurità solo le tremule<br />

fiaccole degli incappucciati<br />

e i ceri sui balconi che illuminano<br />

la strada al mesto<br />

corteo. Più indietro,<br />

sopraggiungono le struggenti<br />

note del Miserere,<br />

che echeggiano in un malinconico<br />

botta e risposta<br />

da Vico Equense a Massa<br />

Lubrense.<br />

Sono circa una ventina i<br />

riti che costellano la penisola<br />

sorrentina, ciascuno<br />

con le sue peculiarità.<br />

Rappresentazioni storiche<br />

dal Lunedì al Mercoledì<br />

Santo si susseguono tra<br />

Meta, Piano e Sorrento,<br />

solo un preludio agli eventi<br />

clou del giovedì e il venerdì<br />

santo rappresentati<br />

dalle processioni degli incappucciati.<br />

Migliaia i partecipanti<br />

che celano il volto<br />

in segno di penitenza,<br />

mettendo al bando la vanità<br />

del protagonismo.<br />

Ogni corteo ha le sue u-<br />

SABINO RUSSO<br />

La processione <strong>della</strong> Madonna<br />

delle galline a Pagani<br />

rientra nel mito e nel culto<br />

delle “Sette Madonne” che<br />

si manifesta nell’arco annuale<br />

delle feste campane<br />

ed è caratterizzato dai temi<br />

<strong>della</strong> madre, del sesso e<br />

<strong>della</strong> morte. La domenica,<br />

quella <strong>della</strong> festa, la statua<br />

compie una lunga processione<br />

di una decina di ore<br />

lungo tutto l’abitato.<br />

Lo scorso anno, però, c’è<br />

stato un intoppo che per il<br />

suo carattere inatteso non<br />

ha potuto che apparire come<br />

un annuncio divino agli<br />

uomini. In una via del centro,<br />

a causa dell’impatto con<br />

un cavo elettrico sospeso<br />

tra i palazzi, il busto <strong>della</strong><br />

sacra statua si è inclinato<br />

dando l’impressione di essere<br />

stato «decapitato».<br />

Tutti hanno pensato che<br />

l’ordine naturale si fosse<br />

interrotto. La festa procedeva<br />

carica di passione come<br />

sempre, la statua faceva<br />

il giro <strong>della</strong> città e tutt’intorno<br />

la folla di fedeli si accalcava<br />

tra botti, tammorre e<br />

La Passione,<br />

suoni e valori<br />

senza tempo<br />

sanze, i suoi personaggi<br />

chiave, i suoi colori simbolici<br />

che lo rendono unico. La<br />

sera del Giovedì Santo è la<br />

volta degli incappucciati<br />

bianchi che, secondo la tradizione,<br />

accompagnano la<br />

Madonna Addolorata tra i<br />

Sepolcri nella straziante <strong>ricerca</strong><br />

del Figlio arrestato dai<br />

suoi carnefici. Tante le arci-<br />

PENISOLA SORRENTINA<br />

Sono oltre venti i riti religiosi<br />

che si celebrano in Costiera<br />

Due momenti delle processioni sorrentine (foto Luigi Coppola)<br />

Da cinque secoli a Pagani si ripete<br />

la festa <strong>della</strong> Madonna delle Galline<br />

confraternite e i laici coinvolti:<br />

l’Annunziata di Piano,<br />

quella <strong>della</strong> Purificazione di<br />

Maria Santissima di Mortora,<br />

l’Arciconfraternita<br />

<strong>della</strong> SS. Immacolata di<br />

Meta, quelle del SS. Sacramento<br />

e dei padri “giuseppini”<br />

di Sant’Agnello oltre<br />

all’arciconfraternita sorrentina<br />

di Santa Monica. Unica<br />

volatili. Poi l’imprevisto. E<br />

nei giorni dedicati alla<br />

Vergine, un’altro tragico<br />

evento che nella credenza<br />

popolare subito scatenatasi,<br />

qualcuno ha attribuito all’incidente<br />

avvenuto: è morto<br />

Franco Tiano, simbolo<br />

<strong>della</strong> città che aveva ridato<br />

voce alla tradizione. Proprio<br />

dai suoi insegnamenti<br />

e dall’incidente alla statua,<br />

deve partire nella coscienza<br />

di tutti un monito affinché<br />

alla festa possa essere restituita<br />

la spiritualitá di una<br />

eccezione al candore delle<br />

vesti, la processione dell’Arciconfraternita<br />

<strong>della</strong> SS.<br />

Trinità dei Pellegrini e dei<br />

Convalescenti, in sai rossi,<br />

colore simbolo <strong>della</strong> Passione.<br />

Giunge così l’alba del Venerdì<br />

Santo, giornata in cui<br />

le vesti diventano nere, in<br />

segno di lutto per la Madonna<br />

che ritrova suo Figlio<br />

senza vita. Anche in questo<br />

caso le manifestazioni sono<br />

numerose: due a Meta, tre a<br />

Piano, una a Sant’Agnello,<br />

due a Massa Lubrense e una<br />

a Sorrento, sempre nera, tra<br />

le processioni più antiche<br />

d’Italia. A Vico Equense<br />

ritorna invece la processione<br />

dell’Arciconfraternita<br />

Morte e Orazione di Seiano<br />

che ogni tre anni si alterna<br />

con quella viola <strong>della</strong> congrega<br />

dell’Assunta. Le pro-<br />

volta, che negli ultimi anni<br />

è stata per certi versi smarrita,<br />

come ricordato dal<br />

vescovo Iliano. La tradizionale<br />

festa è un modo con<br />

cui la comunità paganese<br />

mantiene il proprio sé collettivo,<br />

nella sua dimensione<br />

storica e nella sua proiezione<br />

verso il futuro. Una<br />

radice profonda, una religiosità<br />

arcaica che si manifesta<br />

nell’ottava di Pasqua<br />

in un tripudio festoso di<br />

danze mosse dal suono<br />

caratteristico delle tammorre,<br />

che sono un inno alla<br />

vita e alla fertilità.<br />

Il corpo, sede di sacralità e<br />

di religiosità, dopo il periodo<br />

pasquale dell’angustia,<br />

avendo maturato il suo<br />

senso in funzione delle felicità<br />

temporali e perenni,<br />

esplode così in espressioni<br />

artistiche ritmiche e musicali<br />

che legano i temi <strong>della</strong><br />

vita, <strong>della</strong> morte, <strong>della</strong> fertilità<br />

e <strong>della</strong> fecondità. La<br />

manifestazione è ricca di<br />

segni di vita e densi di<br />

gioiosa sacralità, che prende<br />

il nome di “Tammurriata”<br />

.<br />

cessioni in penisola sorrentina<br />

sono un rito che<br />

unisce presente e passato<br />

in un attimo senza tempo,<br />

in cui si manifesta l’attaccamento<br />

del popolo alla<br />

fede e alle tradizioni locali.<br />

Ma la religiosità del popolo<br />

costiero ha radici antiche:<br />

fin dal 1100 gruppi di<br />

laici giravano in tela di sacco<br />

seguendo il crocifisso o<br />

la statua del Cristo Morto.<br />

Dal XVII secolo, durante<br />

la Controriforma, l’organizzazione<br />

passò in mano<br />

ai religiosi che iniziarono<br />

ad aggregarsi in confraternite.<br />

Le processioni allora<br />

si arricchirono dei cosiddetti<br />

“misteri”, gli oggetti<br />

connessi al martirio di<br />

Gesù, che sono ancora oggi<br />

la chiave di tutte le manifestazioni<br />

<strong>della</strong> Settimana<br />

Santa.

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