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La luce dietro le sbarre

Numero 24 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Sa<strong>le</strong>rno<br />

Direttore Biagio Agnes<br />

Redazione - Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano - Sa<strong>le</strong>rno<br />

tel. 089.969437 - fax 089.969618 - email: giornalismo@unisa.it<br />

Sped. Abb. Post. - 70% -<br />

CNS/CBPA Sud/Sa<strong>le</strong>rno<br />

Anno IV n. 24 € 0,50 Domenica 3 maggio 2009<br />

Ravello Festival<br />

Il Parco del Ci<strong>le</strong>nto<br />

Il Banco di Santa Croce<br />

EDITORIALE<br />

Le tre<br />

gambe<br />

aquilane<br />

STEFANO FOLLI<br />

Tra <strong>le</strong> macerie dell’Aquila,<br />

nei volti dei soccorritori,<br />

nel<strong>le</strong> tendopoli dove si<br />

cerca di riorganizzare la vita,<br />

qualcuno ha ritrovato lo Stato<br />

italiano. Ha ragione. E’ uno<br />

Stato privo di enfasi e di retorica<br />

e forse proprio per questo<br />

vicino alla gente, capace di<br />

interpretare il sentimento comune<br />

di quest’Italia di oggi così<br />

incerta e fragi<strong>le</strong>, eppure così<br />

laboriosa e capace ancora di<br />

accendere in sé antiche energie.<br />

Poche settimane prima del terremoto<br />

in Abruzzo, lo Stato<br />

aveva offerto un’altra immagine<br />

positiva di se stesso. Ad Acerra,<br />

come è noto, era stato inaugurato<br />

dal presidente del<br />

Consiglio il famoso termovalorizzatore,<br />

opera simbolo<br />

della volontà di uscire una volta<br />

per tutte dalla cosiddetta<br />

“emergenza rifiuti”. Gli scettici<br />

non credevano che si sarebbe<br />

riusciti in meno di un anno a<br />

comp<strong>le</strong>tare la struttura. Invece<br />

così è stato. E’ un altro simbolo:<br />

di riscatto e di rinascita. E’ diffici<strong>le</strong><br />

non vedere che esiste un<br />

filo tenace tra questi due eventi<br />

così diversi eppure tali da rendere<br />

l’accostamento tutt’altro<br />

che arbitrario. E’ il richiamo a<br />

una verità semplice e profonda.<br />

Niente è impossibi<strong>le</strong>, quando<br />

davvero lo si vuo<strong>le</strong>. Detto in altri<br />

termini: quando ci si rimbocca<br />

<strong>le</strong> maniche, <strong>le</strong> difficoltà dopo un<br />

po’ fanno meno paura. E alla<br />

fine il risultato arriva.<br />

Musica, arte, cinema<br />

e, per la prima volta,<br />

anche teatro<br />

CHIARA DEL GAUDIO<br />

Pagina 18<br />

A Eboli e <strong>La</strong>uro due centri di eccel<strong>le</strong>nza regionali per la riabilitazione dei detenuti<br />

<strong>La</strong> <strong>luce</strong> <strong>dietro</strong> <strong>le</strong> <strong>sbarre</strong><br />

<strong>La</strong>boratori d’arte, corsi di formazione e presto anche l’Università<br />

I dati sopra la media naziona<strong>le</strong><br />

Dispersione scolastica<br />

È allarme in Campania<br />

Da Scario a Paestum<br />

l’Unesco difende<br />

laterradiParmenide<br />

MARIA EMILIA COBUCCI<br />

Pagina 9<br />

Il presente e il futuro della rieducazione<br />

carceraria attraverso il lavoro quotidiano<br />

negli istituti a sorveglianza attenuata e i<br />

progetti dell’amministrazione penitenziaria.<br />

Questi gli obiettivi perseguiti nel<strong>le</strong><br />

case circondariali di Eboli e <strong>La</strong>uro, dove è<br />

attivo un percorso nel qua<strong>le</strong> i detenuti<br />

possono costruirsi un’alternativa di vita a<br />

quella già vissuta con l’ausilio di persona<strong>le</strong><br />

specializzato e corsi di formazione<br />

professiona<strong>le</strong>. <strong>La</strong> responsabilità e la fiducia<br />

nei propri mezzi, il primo approccio.<br />

Poi il trattamento e l’osservazione con<br />

colloqui motivazionali che portano all’autocritica<br />

e alla possibilità di una<br />

nuova strada da intraprendere. Il carcere<br />

deve anche aiutare oltre che punire.<br />

<strong>La</strong> vacanza in costiera viaggia su taxi e metropolitane d’Europa<br />

I turisti non parlano ing<strong>le</strong>se<br />

Tg in dia<strong>le</strong>tto<br />

Ogne’ quinn’c<br />

juorn<br />

lu te<strong>le</strong>giornal<br />

d Muntaut<br />

online<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

Pagine 12 e 13<br />

Sono i vacanzieri italiani<br />

«mordi e fuggi» a tenere a<br />

galla il turismo della nostra<br />

regione. Previsti cali del<br />

20% di tedeschi, 45% di<br />

ing<strong>le</strong>si, 25% di scandinavi e<br />

russi. <strong>La</strong> crisi economica<br />

mondia<strong>le</strong> fa sentire i suoi<br />

effetti in modo più accentuato<br />

proprio su mercati<br />

fondamentali per il comparto<br />

turistico campano.<br />

Fondali da Tropici<br />

nel mare inquinato<br />

dai ve<strong>le</strong>ni del Sarno<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

Pagina 8<br />

Duello con il Comune di Napoli<br />

I giornalisti<br />

senza circolo<br />

In Cassazione l’ultimo atto<br />

FRANCESCO A. GRANA<br />

Pagina 10<br />

Da tre anni<br />

fermi i lavori<br />

della Casina<br />

del Boschetto<br />

nella Villa<br />

Comuna<strong>le</strong><br />

Nuovi spazi editoriali<br />

Immagini<br />

rubate<br />

dal fumetto<br />

e dal fantasy<br />

italiano<br />

Pagina 5 (continua)<br />

SANTO IANNÒ e RAFFAELE PELLEGRINO<br />

Pagina 6<br />

D’AGOSTINO eCOLUCCI<br />

Pagina 3<br />

SABINO RUSSO<br />

Pagina 7<br />

GRASSO eDE SOMMA<br />

Pagina 19<br />

Negli ultimi anni il boom: nuovi impianti e tanti iscritti<br />

Cus, ecco lo sport che avanza<br />

L’Università di Sa<strong>le</strong>rno<br />

diventa ritrovo non solo<br />

per gli sportivi di tutte <strong>le</strong><br />

ètà. Studenti, docenti,<br />

bambini e genitori, tutti<br />

insieme, si cimentano<br />

nel<strong>le</strong> varie attività offerte<br />

tra cui si fa largo il<br />

tango argentino, il ballo<br />

della passione e del sentimento.<br />

ARRICHIELLO eSALZANO<br />

Pagina 15<br />

<strong>La</strong> po<strong>le</strong>mica<br />

Il castello<br />

di Gesualdo<br />

rimane chiuso.<br />

Il restauro<br />

ancora lontano<br />

LOREDANA ZARRELLA<br />

Pagina 16<br />

LA VIGNETTA di Veroniva Valli<br />

IL PUGNO<br />

È notte, la ronda padana fa rispettare<br />

la <strong>le</strong>gge. Guercio, Schizzo e Attila<br />

si aggirano nei pressi della stazione.<br />

C’è un negro che vio<strong>le</strong>nta una<br />

rumena e Attila, il capo, dice: “Non<br />

sono fatti nostri”. Dopo molte grappe,<br />

il trio va nel parco e vede un rumeno<br />

che stupra una terrona. “Fino<br />

a quando si fanno ma<strong>le</strong> da soli -<br />

dice Attila - a noi non importa”.<br />

Dietro l’angolo, però, un rumeno sta<br />

vio<strong>le</strong>ntando un’italiana. “Dammi il<br />

te<strong>le</strong>fonino” dice Attila e Guercio risponde:<br />

“Perché devi sempre tirare<br />

tu! <strong>La</strong> mia mira è migliore”. E Attila,<br />

serafico: “Il mio Blackberry lo usiamo<br />

solo per i nigeriani” .<br />

Pgcuiy


2 Domenica 3 maggio 2009in ITALIA nel MONDO<br />

Dal Col<strong>le</strong> cautela<br />

sulla Costituzione<br />

«È del tutto <strong>le</strong>gittimo politicamente<br />

modificare la<br />

Costituzione ma occorre<br />

che ciò avvenga sulla base<br />

di motivazioni trasparenti<br />

e convincenti». Lo ha detto<br />

il presidente della Repubblica<br />

Giorgio Napolitano<br />

parlando alla Bienna<strong>le</strong> della<br />

Democrazia. «<strong>La</strong> Costituzione<br />

- ha continuato il capo<br />

dello Stato - non è un<br />

residuato bellico» riferendosi<br />

al<strong>le</strong> recenti po<strong>le</strong>miche.<br />

Una ripartenza<br />

tutta italiana<br />

È di otto miliardi di euro il<br />

valore del decreto varato<br />

dal Consiglio dei Ministri<br />

riunitosi a L’Aquila. Il provvedimento<br />

servirà a fronteggiare<br />

l’emergenza del<br />

terremoto e a far partire la<br />

ricostruzione. «Nessun intervento<br />

stata<strong>le</strong> - hanno<br />

fatto sapere da Palazzo<br />

Chigi - peserà sul deficit<br />

pubblico, nè verranno introdotte<br />

nuove tasse». Al<br />

contrario, verranno utilizzati<br />

i fondi già esistenti,<br />

quelli dell’Unione Europea,<br />

i proventi del<strong>le</strong> lotterie e <strong>le</strong><br />

erogazioni libere dei cittadini.<br />

Proposta anche l’istituzione<br />

di un cinque per<br />

mil<strong>le</strong> bis da affiancare a<br />

quello per il volontariato.<br />

India, Maoisti<br />

sequestrano treno<br />

Un’azione lampo per lanciare<br />

un segna<strong>le</strong> forte al<br />

governo nei giorni del<strong>le</strong> e-<br />

<strong>le</strong>zioni nel nord-est del Paese.<br />

È quanto hanno fatto<br />

duecento ribelli naxaliti indiani,<br />

che prima hanno<br />

bloccato un treno con a<br />

bordo circa mil<strong>le</strong> persone e<br />

dopo poche ore hanno liberato<br />

i passeggeri. «Non<br />

vo<strong>le</strong>vamo fare del ma<strong>le</strong> a<br />

nessuno» ha detto il capo<br />

dei Maoisti ribelli alla te<strong>le</strong>visione.<br />

Quattro giorni fa,<br />

però, lo stesso gruppo aveva<br />

ucciso venti persone.<br />

Dopo 28 anni<br />

il So<strong>le</strong> è calante<br />

Il Giappone piange lacrime<br />

davvero amare: esportazioni<br />

crollate a picco, importazioni<br />

in netto calo e bilancia<br />

commercia<strong>le</strong> in deficit<br />

di ben 725 miliardi yen (5,6<br />

miliardi di euro). A rendere<br />

noto il trend negativo è stato<br />

il ministero del<strong>le</strong> Finanze<br />

nipponico. Dopo 28 anni<br />

di crescita quasi continua,<br />

quindi, la crisi economica<br />

fa sentire i suoi effetti nefasti<br />

anche in Giappone.<br />

‘Ndrangheta,<br />

cosca in manette<br />

Il progetto crimina<strong>le</strong> era<br />

quanto mai ambizioso: penetrare<br />

con la vio<strong>le</strong>nza nel<br />

tessuto economico e produttivo<br />

del nord Italia (in<br />

particolare nei settori del<br />

commercio, dell’edilizia e<br />

del mercato immobiliare)<br />

per controllare direttamente<br />

o indirettamente numerose<br />

imprese lombarde. È<br />

quanto aveva iniziato a fare<br />

un’associazione mafiosa affiliata<br />

alla ‘ndrina Farao<br />

Marincola di Crotone. L’associazione<br />

a delinquere,<br />

però, è stata smantellata in<br />

tempo dai carabinieri di<br />

Varese, che hanno arrestato<br />

ben 39 persone non solo<br />

in Lombardia, ma anche in<br />

Piemonte, in Val d’Aosta,<br />

nel <strong>La</strong>zio, in Campania, in<br />

Emilia Romagna, in Basilicata<br />

e in Calabria.<br />

Berlusconi:<br />

G8 a L’Aquila<br />

Arrivato nel capoluogo a-<br />

bruzzese per il Consiglio<br />

dei Ministri, Berlusconi ha<br />

proposto di spostare a L’Aquila<br />

il G8 in programma<br />

nell’isola sarda della Madda<strong>le</strong>na.<br />

L’idea del Premier,<br />

però, a quanto pare non<br />

troverebbe consensi nella<br />

sua maggioranza: troppi,<br />

infatti, i prob<strong>le</strong>mi logistici e<br />

di sicurezza da risolvere.<br />

Ahmadinejad<br />

fa l’incendiario<br />

Dopo <strong>le</strong> pesantissime accuse<br />

nei confronti di Israe<strong>le</strong><br />

(«Quello sionista è uno<br />

Stato razzista») lanciate dal<br />

palco della conferenza Onu<br />

contro il razzismo, il premier<br />

iraniano Mahmud<br />

Ahmadinejad ha rincarato<br />

la dose. Accolto da eroe naziona<strong>le</strong><br />

nel suo paese, il <strong>le</strong>ader<br />

politico ha attribuito a<br />

Gerusa<strong>le</strong>mme atti brutali e<br />

pulizia etnica nei confronti<br />

del popolo pa<strong>le</strong>stinese. A<br />

nulla, quindi, sono servite<br />

<strong>le</strong> critiche del segretario<br />

Onu Ban Ki-Moon al discorso<br />

di Ahmadinejad: per<br />

il governo di Teheran <strong>le</strong><br />

osservazioni di Moon sono<br />

unilaterali e irragionevoli.<br />

Filippine,<br />

prigione di Vagni<br />

È caos sulla presunta liberazione<br />

di Eugenio Vagni, il<br />

funzionario italiano della<br />

Croce Rossa rapito a gennaio<br />

dai ribelli di Abu<br />

Sayyaf. A sentire alcune<br />

fonti locali, l’uomo sarebbe<br />

stato consegnato a un altro<br />

gruppo di ribelli. Si teme<br />

per <strong>le</strong> sue precarie condizioni<br />

di salute.<br />

25 apri<strong>le</strong>, la gita<br />

è d’obbligo<br />

Saranno circa quattro milioni<br />

gli italiani che si metteranno<br />

in viaggio in occasione<br />

del 25 apri<strong>le</strong>. I vacanzieri,<br />

invece, potrebbero<br />

raggiungere addirittura i<br />

sei milioni per il ponte del<br />

primo maggio. È la stima<br />

fatta da Te<strong>le</strong>fono Blu, il<br />

qua<strong>le</strong> ha anche riferito che<br />

<strong>le</strong> mete preferite dagli italiani<br />

saranno <strong>le</strong> città d’arte<br />

e, per i più abbienti, <strong>le</strong> iso<strong>le</strong><br />

greche, spagno<strong>le</strong> e la Costa<br />

Azzurra.<br />

L’Istat lancia<br />

l’allarme alcol<br />

Sarebbero quasi otto milioni<br />

e mezzo gli italiani che<br />

rovinerebbero <strong>le</strong> proprie<br />

condizioni di salute a causa<br />

dell’alcol. Lo ha reso noto<br />

l’Istat nell’ambito del proprio<br />

rapporto annua<strong>le</strong> su<br />

uso e abuso di sostanze alcoliche.<br />

L’allarme peggiore<br />

riguarda giovani e giovanissimi:<br />

il 17% dei quindicenni,<br />

infatti, ha consumato<br />

almeno un drink nel<br />

2008, mentre per quanto<br />

riguarda i neomaggiorenni<br />

i dati parlano chiaro: il<br />

74,7% degli uomini e il 58%<br />

del<strong>le</strong> donne bevono regolarmente.<br />

Sono addirittura<br />

otto milioni e mezzo, invece,<br />

gli italiani che nel 2008<br />

si sono ubriacati.<br />

Obama incontra<br />

Israe<strong>le</strong> e Pa<strong>le</strong>stina<br />

Diciotto e ventotto maggio:<br />

potrebbero essere questi i<br />

giorni della pace. Le due<br />

date, infatti, saranno quel<strong>le</strong><br />

in cui il presidente americano<br />

Barack Obama inconterà<br />

a Washington Benyamin<br />

Netanyahu e Abu Mazen,<br />

rispettivamente <strong>le</strong>aders<br />

d’Israe<strong>le</strong> e Pa<strong>le</strong>stina.<br />

Già fissato ufficialmente il<br />

faccia a faccia con il capo<br />

dell’Anp, in attesa di conferma<br />

quello con il numero<br />

uno di Gerusa<strong>le</strong>mme.<br />

Uccisi tre soldati<br />

russi in Cecenia<br />

Tre soldati di Mosca sono<br />

stati ammazzati in un attentato<br />

avvenuto nel villaggio<br />

ceceno di Bamut. Ignoti<br />

gli autori dell’omicidio,<br />

peraltro coinciso con il ritrovamento<br />

di un deposito<br />

di armi in un’altra parte<br />

della regione. Fallita, quindi,<br />

la revoca del regime<br />

specia<strong>le</strong> antiterrorismo in<br />

Cecenia da parte del governo<br />

di Mosca dopo 10 anni.<br />

Due Stati<br />

per due popoli<br />

Secondo il risultato di un<br />

sondaggio condotto in Israe<strong>le</strong>,<br />

Pa<strong>le</strong>stina e Cisgiordania<br />

durante l’operazione<br />

«Piombo Fuso» da un’associazione<br />

che si ripropone<br />

di stimolare il dialogo tra i<br />

due popoli, la stragrande<br />

maggioranza di israeliani e<br />

pa<strong>le</strong>stinesi sarebbe favorevo<strong>le</strong><br />

alla creazione di due<br />

Stati separati.<br />

Salvo il concerto<br />

del Primo Maggio<br />

Il rischio non c’è più: il concerto<br />

del primo maggio si<br />

terrà regolarmente. Dopo<br />

l’allarme lanciato dagli organizzatori<br />

ad inizio mese,<br />

in appena venti giorni sono<br />

stati trovati i circa 750 mila<br />

euro necessari all’evento.<br />

Determinanti gli sponsor.<br />

<strong>La</strong> Toscana<br />

contro Brunetta<br />

Una <strong>le</strong>gge che ammorbidisca<br />

il famigerato decreto<br />

anti-fannulloni varato dal<br />

ministro Brunetta. <strong>La</strong> sta<br />

studiando la regione Toscana,<br />

che punta ad al<strong>le</strong>ggerire<br />

la lunga lista di divieti<br />

imposta ai dipendenti pubblici<br />

rendendo possibili<br />

alcuni permessi.<br />

Fiat, la ripresa<br />

a fine 2009<br />

Crollano i dati del primo<br />

trimestre 2009 (perdita<br />

netta di 411 milioni di euro<br />

a fronte di un uti<strong>le</strong> di 427<br />

milioni di euro registrato<br />

nel primo trimestre 2008),<br />

ma c’è forte speranza per il<br />

futuro prossimo. Dal Lingotto,<br />

infatti, sono convinto<br />

che durante il resto dell’anno<br />

ci sarà un consistente<br />

aumento della domanda.<br />

Cuba, Fidel<br />

corregge Raul<br />

<strong>La</strong> distenzione dei rapporti<br />

tra Cuba e Stati Uniti è ancora<br />

lontana. È quanto traspare<br />

dall’intervento di Fidel<br />

Castro, che ha accusato<br />

Barack Obama di aver frainteso<br />

<strong>le</strong> paro<strong>le</strong> del fratello<br />

e attua<strong>le</strong> numero uno cubano<br />

Raul circa il dialogo tra<br />

<strong>le</strong> diplomazie dei due Paesi.<br />

«Il rilascio di prigionieri<br />

politici americani a Cuba -<br />

ha detto l’ex <strong>le</strong>ader maximo<br />

riferendosi a quanto affermato<br />

da Obama - è <strong>le</strong>gato<br />

alla liberazione di 5 agenti<br />

cubani in carcere negli Stati<br />

Uniti».<br />

Suicida<br />

top manager Usa<br />

David Kel<strong>le</strong>rmann, direttore<br />

finanziario della Freddie<br />

Mac, è stato trovato morto<br />

nella sua abitazione. Secondo<br />

gli inquirenti, si sarebbe<br />

suicidato in seguito<br />

allo scandalo dei mutui<br />

facili che aveva coinvolto la<br />

sua compagnia, poi salvata<br />

dal governo Usa.<br />

Chavez regala<br />

isola agli States<br />

Dopo il libro, ecco l’isola.<br />

Sempre sopra <strong>le</strong> righe il<br />

presidente del Venezuela<br />

Hugo Chavez, che durante<br />

il vertice del<strong>le</strong> Americhe<br />

tenutosi a Trinidad e Tobago,<br />

ha detto che intende<br />

regalare agli Usa un’isola<br />

(valore 19 milioni di dollari)<br />

per sviluppare un progetto<br />

ambienta<strong>le</strong> e crearvi<br />

una riserva natura<strong>le</strong>.<br />

Pagina cura di<br />

PIERLUIGI G. CARDONE<br />

È morto<br />

il re dei camalli<br />

Paride Batini, <strong>le</strong>ader storico<br />

dei camalli del porto di<br />

Genova e conso<strong>le</strong> della<br />

Compagnia unica dei lavoratori<br />

portuali, è morto a<br />

causa di un ma<strong>le</strong> incurabi<strong>le</strong>.<br />

Settantacinque anni, da<br />

trenta alla guida della<br />

Culmv, Batini si è battuto<br />

contro la ristrutturazione<br />

del porto ligure e ha spinto<br />

i portuali genovesi sulla<br />

strada dell’imprenditoria<br />

I disobbedienti<br />

del kebab<br />

Continua a far discutere la<br />

<strong>le</strong>gge anti-kebab approvata<br />

dal Consiglio regiona<strong>le</strong><br />

lombardo, che ha imposto<br />

forti limiti al consumo di<br />

cibo da rosticceria in strada.<br />

I consiglieri d’opposizione,<br />

infatti, hanno organizzato<br />

una singolare disobbedienza<br />

gastronomica:<br />

mangiare per protesta kebab<br />

e gelati in strada.<br />

Nuc<strong>le</strong>are, l’Iran<br />

dice “ni” all’Onu<br />

Sì all’apertura di un dialogo<br />

con <strong>le</strong> Nazioni Unite, no<br />

convinto al blocco del<strong>le</strong><br />

attività nuc<strong>le</strong>ari. C’è stata<br />

una timida apertura nei<br />

rapporti tra Onu e Iran in<br />

merito al progetto atomico<br />

di Teheran. Il nascente ottimismo,<br />

però, è stato presto<br />

rovinato da quanto dichiarato<br />

dal <strong>le</strong>ader iraniano<br />

Ahmadinejad, che ha definito<br />

«un insulto» la proposta<br />

dei sei membri permanenti<br />

del Consiglio di sicurezza<br />

dell’Onu. Il sestetto<br />

aveva precedentemente offerto<br />

incentivi economici e<br />

diplomatici in cambio della<br />

rinuncia di Teheran a proseguire<br />

sulla strada dell’arricchimento<br />

dell’uranio per<br />

fini bellicosi.<br />

Mosca, il sindaco<br />

paga il bel tempo<br />

Il primo cittadino di Mosca,<br />

Iuri Luzhkov, ha stanziato<br />

65 milioni di rubli<br />

(1,5 milioni di euro) affinchè<br />

ci sia bel tempo il prossimo<br />

9 maggio, data che<br />

rappresenta l’anniversario<br />

della vittoria della Russia<br />

nella seconda guerra mondia<strong>le</strong>.<br />

Nella gara d’appalto<br />

con cui saranno assegnati i<br />

fondi, è inserita un’altra<br />

clausola: ci dev’essere so<strong>le</strong><br />

anche nella prima domenica<br />

di settembre, giorno in<br />

cui si ce<strong>le</strong>bra proprio la capita<strong>le</strong><br />

russa.<br />

Per rispettare il contratto,<br />

verranno impiegati alcuni<br />

aerei che spruzzano sopra<br />

<strong>le</strong> nuvo<strong>le</strong> una sostanza specia<strong>le</strong><br />

anti-pioggia.<br />

Aosta, ritrovati<br />

i genitori tedeschi<br />

Sono stati ritrovati in un<br />

bosco alla periferia di<br />

Aosta la coppia di tedeschi<br />

che domenica sera ha abbandonato<br />

i tre figli della<br />

ragazza in una pizzeria. I<br />

piccoli saranno ospitati in<br />

una struttura d’acccoglienza<br />

in Germania prima di<br />

essere affidati con tutta<br />

probabilità alla nonna materna,<br />

rintracciata nei giorni<br />

scorsi.<br />

Direttore<br />

Biagio Agnes<br />

Direttore Responsabi<strong>le</strong><br />

Giuseppe Blasi<br />

Coordinamento<br />

Mimmo Liguoro<br />

Marco Pel<strong>le</strong>grini<br />

Redazione<br />

Sonia Acerra, Va<strong>le</strong>rio Arrichiello,<br />

Josè Astarita, Luciana<br />

Bartolini Francesco Maria<br />

Borrelli, Maria Emila Cobucci,<br />

Stella Colucci, Danie<strong>le</strong> De<br />

Somma, Chiara Del Gaudio,<br />

Claudia Esposito, Pierluigi<br />

Giordano Cardone, Francesco<br />

Antonio Grana, Germana<br />

Grasso, Giovanni Iannaccone,<br />

Santo Iannò, Francesco Padulano,<br />

Raffae<strong>le</strong> Pel<strong>le</strong>grino, Sabino<br />

Russo, Roberta Salzano,<br />

Orlando Savarese, Giovanni<br />

Sperandeo, Barbara Trotta,<br />

Veronica Valli, Cristiano Vella,<br />

Loredana Zarrella<br />

Le Firme<br />

Giulio Anselmi, Antonio Caprarica,<br />

Ferruccio De Bortoli,<br />

Tullio De Mauro, Aldo Falivena,<br />

Stefano Folli, Antonio<br />

Ghirelli, Gianni Letta, Arrigo<br />

Levi, Pierluigi Magnaschi,<br />

Renato Mannheimer, Ezio<br />

Mauro, Raffae<strong>le</strong> Nigro, Mario<br />

Pendinelli, Arrigo Petacco<br />

Vanni Ronsisval<strong>le</strong>, Mario<br />

Trufelli, Walter Veltroni,<br />

Sergio Zavoli<br />

UNIVERSITA<br />

DEGLI STUDI<br />

DI SALERNO<br />

Prof. Raimondo Pasquino<br />

Rettore dell'Università<br />

Prof. Anniba<strong>le</strong> Elia<br />

Direttore del Dipartimento<br />

di Scienze della Comunicazione<br />

Prof. Emilio D'Agostino<br />

Presidente del Comitato Direttivo<br />

della Scuola di Giornalismo<br />

Prof.ssa Maria Galante<br />

Preside della Facoltà<br />

di Lettere e Filosofia<br />

Autorizzazione del Tribuna<strong>le</strong> di Sa<strong>le</strong>rno<br />

e del R.O.C. n.14756 del 26.01.2007<br />

Arti Grafiche Boccia di Sa<strong>le</strong>rno<br />

te<strong>le</strong>fono: 089 30 3311<br />

Distribuzione al<strong>le</strong> edico<strong>le</strong><br />

Di Canto Spa<br />

Località Pezzagrande - Eboli<br />

fax: 0828 340924<br />

tel: 0828 340936<br />


Io:<br />

m’informo<br />

irpino<br />

EMILIO D’AGOSTINO<br />

Non è faci<strong>le</strong> neanche ricordarne<br />

il nome. Certamente<br />

in esso c’è qualcosa che ha a<br />

che vedere con la geometria.<br />

Angoli, forse. Sì: l’acutezza<br />

dell’intelligenza degli irpini.<br />

Mica soltanto longevità e<br />

politica. E potere. Oggi anche<br />

tivù sul web. Non scherzo<br />

affatto, come potrebbe<br />

sembrare. Sto dicendo, infatti,<br />

di un paese di 350 persone<br />

da cui informa una<br />

te<strong>le</strong>visione loca<strong>le</strong> che parla<br />

irpino con i sottotitoli in italiano,<br />

ogni quindici giorni.<br />

Potenza dell’autoironia. Se<br />

Bossi... lasciamo stare. Avete<br />

<strong>le</strong>tto bene: in irpino con i<br />

sottotitoli in italiano. L’Irpinia<br />

è un paese indo-europeo<br />

strano. L'antica e corretta<br />

denominazione, in lingua<br />

osca, dei Sanniti è Safineis.<br />

Il nome latino Samnites è<br />

una degenerazione linguistica<br />

di Sabini: Sabnites,<br />

Sanniti. Ma questo non<br />

ditelo a C<strong>le</strong>mente. Irpini, dal<br />

nome dell'anima<strong>le</strong> venerato<br />

in onore del dio Marte: Hirpus<br />

“lupo”. I Lupi dell’Irpinia,<br />

prima dei Lupi calabresi<br />

e molto tempo prima<br />

dei Lupacchiotti de Roma<br />

(“forza lupi son finiti i tempi<br />

cupi!”). Federico II. Piazza<br />

del P<strong>le</strong>biscito. L’organizzazione:<br />

pagoi. Diffusi sul territorio,<br />

costituiti dai vici e<br />

dagli oppida. Il vicus – come<br />

ancora oggi a Napoli. <strong>La</strong><br />

sicurezza e l'organizzazione<br />

del territorio erano garantite<br />

da un forte e capillare<br />

controllo esercitato da<br />

un'entità governativa che<br />

imponeva il rispetto del<strong>le</strong><br />

<strong>le</strong>ggi locali e del touto. Come<br />

la Camorra. I pagoi traevano<br />

la loro origine direttamente<br />

dal dio Tefer e Herentateis<br />

dea della bel<strong>le</strong>zza.<br />

Un piccolo gossip: Herentateis<br />

era l’amante di Tarantenkamen<br />

amico di Totokamen<br />

d’Egitto figlio di Hamon.<br />

A riprova del vincolo<br />

federativo del<strong>le</strong> comunità<br />

irpine, ma allo stesso tempo<br />

della loro autonomia, vanno<br />

citati gli eventi della seconda<br />

guerra punica, allorquando<br />

Anniba<strong>le</strong> figlio d’Herentateis<br />

si presentò ai popoli<br />

italici come il liberatore dal<br />

giogo di Roma. Gli Irpini, all’appello<br />

del duce cartaginese:<br />

a chi l’Irpinia? A noi! - si<br />

mostrarono disuniti, divisi<br />

com’erano in due diversi<br />

partiti politici. Si trattava di<br />

un primo modello del PD il<br />

cui statuto era stato scritto<br />

su del<strong>le</strong> tavo<strong>le</strong>tte da un<br />

esperto bolognese in tortellini,<br />

famoso anche per il<br />

motto garibaldino “Tortellini<br />

o morte!” Gli Irpini si<br />

divisero. <strong>La</strong> riconquista del<strong>le</strong><br />

popolazioni sol<strong>le</strong>vate da<br />

parte di Silla – ho detto “Silla<br />

non Selva né Pella!”–<br />

indusse gli Irpini a trattare la<br />

resa. <strong>La</strong> dedizione irpinia<br />

indusse Marcus a concedere<br />

la cittadinanza. Il favore<br />

guadagnato da Marcus per i<br />

benefici concessi segnò la<br />

fine del touto irpino. Poi dici<br />

i giornalisti! Persero la loro<br />

indipendenza e autonomia,<br />

furono privati del loro territorio<br />

e a loro rimase soltanto<br />

quella che è oggi l’icona di<br />

Napoli: il Pinus Blasus. Come<br />

il famoso Ouesuvius (“’o<br />

Vesuvio!”) Agnus. Agnes dei<br />

qui tollis peccata mundi…<br />

TERZA PAGINA Domenica 3 maggio 2009<br />

Ogni quindici giorni quattro irpini realizzano un tg in dia<strong>le</strong>tto<br />

Vulgata a portata di tutti<br />

www.montaguto.com, il sito che guarda al futuro con il glocal<br />

Pensare un disco come a<br />

un album radiofonico,<br />

questa è l’idea lanciata da<br />

Luciano Varnadi Ceriello<br />

e realizzata dall’etichetta<br />

musica<strong>le</strong> Afre Music di<br />

Lecco. Luciano Varnadi<br />

Ceriello, meglio conosciuto<br />

come il cantautore con i<br />

due cappelli, ha all’attivo<br />

quattro album: l’ultimo in<br />

ordine di tempo è Radio<br />

Varnadi.<br />

Per la prima volta un’artista<br />

crea un disco seguendo<br />

un format radiofonico:<br />

se di solito sono <strong>le</strong> radio a<br />

sponsorizzare <strong>le</strong> canzoni,<br />

stavolta la promozione segue<br />

un vettore inverso.<br />

L’autore ha voluto omaggiare<br />

la radio che riesce<br />

ancora, a differenza di altri<br />

medium, a stimolare la<br />

fantasia.<br />

Sintonizzandosi sulla frequenza<br />

immaginaria 83.3<br />

si ascolta Radio Varnadi e<br />

come in tutte <strong>le</strong> radio trovi<br />

gli speakers che intrattengono<br />

il pubblico lanciando<br />

il pezzo musica<strong>le</strong>, il segna<strong>le</strong><br />

orario, il radiogiorna<strong>le</strong>,<br />

<strong>le</strong> pubblicità progresso,<br />

il meteo e l’info<br />

traffico; tutto organizzato<br />

nell’arco di una giornata<br />

radiofonica che inizia al<strong>le</strong><br />

8 e termina al<strong>le</strong> 24. Per<br />

non correre il rischio dell’anacronismo<br />

sono state<br />

scelte del<strong>le</strong> notizie vere,<br />

ma universali che sarebbero<br />

sopravvissute al tempo.<br />

Diversi sono gli ospiti<br />

in alto a destra<br />

Mario Iagulli,<br />

a sinistra<br />

la produzione<br />

del Montaguto<br />

tg e in basso<br />

il cantautore<br />

Varnadi<br />

STELLA COLUCCI<br />

A Montaguto, piccolo centro<br />

della provincia di Avellino,<br />

fanno un te<strong>le</strong>giorna<strong>le</strong><br />

quindicina<strong>le</strong> in dia<strong>le</strong>tto con i<br />

sottotitoli in italiano. A differenza<br />

di altri notiziari realizzati<br />

in vernacolo, non è<br />

un prodotto per un pubblico<br />

di nicchia. I sottotitoli consentono,<br />

infatti, di comprendere<br />

<strong>le</strong> notizie che Mario<br />

Iagulli annuncia in montagutese<br />

doc.<br />

Il Te<strong>le</strong>giorna<strong>le</strong> a cura di<br />

Mi.Dra.Max. Production,<br />

alias Mikey-Miche<strong>le</strong> Pilla,<br />

Drastiko-Antonio Ricci,<br />

Maxim-Massimo Di Pasqua<strong>le</strong>,<br />

va in onda sul web<br />

www.montaguto.com e<br />

YouTube. Miche<strong>le</strong>, Antonio<br />

e Massimo, tre amici che<br />

per motivi di studio e di lavoro<br />

vivono tra Roma e<br />

Napoli, si ritrovano quando<br />

possono nel loro paese d’origine.<br />

E in una sera d’estate di<br />

quasi tre anni fa, mentre<br />

passeggiavano per i vicoli di<br />

questa terra di confine tra<br />

l’Irpinia e la Puglia, sconosciuta<br />

ai più, pensarono di<br />

creare qualcosa che potesse<br />

testimoniare e mostrare al<br />

mondo la sua bel<strong>le</strong>zza.<br />

«In Italia siamo stati tra i<br />

primi siti a utilizzare il Glocal,<br />

il linguaggio Globa<strong>le</strong> e<br />

Loca<strong>le</strong> – spiega Miche<strong>le</strong> -<br />

un modo per inserirsi nel<br />

Varnadi,<br />

l’artista con<br />

i due cappelli<br />

e interpreti di Radio Varnadi:<br />

personaggi noti al grande<br />

pubblico come Andrea<br />

Roncato che nell’ultima<br />

edizione Sanremese di Pippo<br />

Baudo si era presentato<br />

con Luciano Ceriello e Gino<br />

Accardo al<strong>le</strong> se<strong>le</strong>zioni<br />

del festival, Mauro Pa<strong>le</strong>rmo<br />

chitarrista di Vasco Rossi,<br />

Gino Accardo e tanti altri.<br />

SIRIGNANO<br />

«Vo<strong>le</strong>vano che fossi il nuovo<br />

De André...rifiutai»<br />

Radio Varnadi raccoglie testi<br />

editi e inediti come quello<br />

di “Sto pensando a te” di<br />

cui sarà realizzato ai primi<br />

di maggio un video a Milano<br />

con Mauro Pa<strong>le</strong>rmo.<br />

Tredici brani, realizzati seguendo<br />

una linea rock pop,<br />

che affrontano temi impegnati<br />

come l’amore, il dolore,<br />

la ribellione verso il<br />

magma del web senza perdere<br />

i tratti somatici originari.<br />

Utilizzando il dia<strong>le</strong>tto,<br />

si è cercato infatti di non<br />

perdere lo spirito montagutese,<br />

ma anzi di trasferirlo<br />

sul web. E allora, ecco che il<br />

sito è permeato di termini a<br />

volte anche un po’ arcaici.<br />

Guardiamo al futuro – continua<br />

Miche<strong>le</strong> - senza dimenticare<br />

il passato.<br />

Il glocal è diventato uno dei<br />

nostri fiori all’occhiello che<br />

sottende la volontà di mantenere<br />

un <strong>le</strong>game fortissimo<br />

con il territorio senza rinunciare<br />

al<strong>le</strong> sfide del futuro».<br />

Miche<strong>le</strong>, Antonio e Massimo<br />

vo<strong>le</strong>vano immortalare<br />

momenti, luoghi e persone<br />

per creare un archivio foto e<br />

videografico. In pochi mesi<br />

mondo che ci circonda<br />

(“Come la mia Barbie”;<br />

“Francesca”; “<strong>La</strong> protesta”;<br />

“Donne”; “Big Jim e Barbie”;<br />

“Sto pensando a te”;<br />

“Appunti di viaggio”; “Avrei<br />

dovuto”; “Egoista”; “Padre,<br />

muovimi i fili”; “<strong>La</strong> storiella<br />

di Damer”; “Non preoccuparti”<br />

e “Come una danza<br />

sufi”). L’album attualmente<br />

è distribuito online su<br />

ITunes, Believe Digital, Virgin,<br />

Musicme e Napster. <strong>La</strong><br />

carriera artistica di Luciano<br />

inizia molto presto, fin da<br />

piccolo scopre la passione<br />

per la scrittura poi, ad un<br />

3<br />

una mo<strong>le</strong> enorme di materia<strong>le</strong><br />

e così dall’archivio si<br />

passò a un sito internet: e<br />

pensare che a Montaguto<br />

ancora oggi non c’è la linea<br />

adsl. Paradossalmente sono<br />

più i montagutesi registrati<br />

al porta<strong>le</strong> che quelli residenti<br />

(non più di 350, mentre in<br />

rete sono 650). <strong>La</strong> comunità<br />

virtua<strong>le</strong> supera quella rea<strong>le</strong><br />

e <strong>le</strong> storie di emigranti montagutesi<br />

si intrecciano nel<strong>le</strong><br />

pagine del forum. Uno dei<br />

racconti più belli è quello di<br />

Domenico detto Minguccio,<br />

oggi in Canada ma con<br />

la testa al faon(falò) che si<br />

faceva per la festa di San<br />

Giuseppe. Minguccio dopo<br />

trentacinque anni grazie<br />

alla Mi.Dra.Max è riuscito a<br />

riallacciare i contatti con la<br />

sua terra. <strong>La</strong> passione per il<br />

giornalismo e l’uso del<strong>le</strong><br />

nuove tecnologie hanno<br />

permesso, dunque, in tempi<br />

rapidi e con spese contenute<br />

a un manipolo di giovani di<br />

creare e gestire un sito<br />

internet, un periodico trimestra<strong>le</strong><br />

e un te<strong>le</strong>giorna<strong>le</strong>.<br />

<strong>La</strong> fantasia li aiuta a superare<br />

gli ostacoli tecnici della<br />

produzione, ma anche la<br />

difficoltà di reperire notizie<br />

interessanti in un territorio<br />

così piccolo. A breve sarà<br />

inoltre online anche Radio<br />

Montaguto, rigorosamente<br />

in dia<strong>le</strong>tto e a disposizione<br />

di tutti.<br />

certo punto sente il bisogno<br />

di musicare quei versi<br />

e inizia a studiare musica,<br />

si ispira al cantautore oggi<br />

monaco eremita Juri Camisasca<br />

e al francese Ferrè<br />

anche se la sua voce bassa<br />

e profonda adatta per il<br />

rock spinge qualcuno a<br />

chiedergli di diventare il<br />

nuovo De Andrè dopo la<br />

morte del cantautore ligure.<br />

Le melodie di Luciano<br />

nascono da alcuni anni in<br />

macchina ed è già on the<br />

road il nuovo progetto di<br />

“Spoken Piano” con Luigi<br />

Lusi. (s. c.)


4 Domenica<br />

3 maggio 2009


EDITORIALE Domenica 3 maggio 2009<br />

5<br />

In Abruzzo <strong>le</strong> case saranno ricostruite<br />

in tempi certi, così come<br />

è avvenuto con il termovalorizzatore<br />

di Acerra. Possiamo cominciare<br />

a esserne ragionevolmente<br />

sicuri. E’ soprattutto una questione<br />

di fiducia e poi di efficienza:<br />

ma proprio il fatto che ad Acerra<br />

si sia raggiunto l’obiettivo, significa<br />

che anche all’Aquila ci si riuscirà.<br />

Perché si è creato un circuito<br />

virtuoso, fatto di spirito concreto<br />

e di buona volontà, in cui entra<br />

in gioco la presenza dello Stato e il<br />

pragmatismo operoso dei cittadini.<br />

L’una e l’altro sono essenziali,<br />

in una sorta di magica miscela<br />

destinata a produrre esiti imprevedibili.<br />

Senza lo Stato, la volontà dei singoli<br />

non sarebbe sufficiente. Peggio<br />

ancora sarebbe se <strong>le</strong> istituzioni<br />

mostrassero quel volto arcigno e<br />

in fondo osti<strong>le</strong> che gli abitanti del<br />

Mezzogiorno hanno imparato a<br />

conoscere nel corso della storia.<br />

D’altra parte, senza la determinazione<br />

dei diretti interessati, senza<br />

l’abbandono di un fatalismo rinunciatario<br />

ormai anacronistico,<br />

lo Stato non sarebbe nulla: quasi<br />

un guscio vuoto.<br />

“Beato il paese che non ha bisogno<br />

di eroi” affermava Brecht in<br />

una sua ce<strong>le</strong>bre frase. Ed è vero.<br />

Però esistono casi in cui gli eroi<br />

servono e soprattutto servono i<br />

simboli, gli esempi. Dopo l’11 settembre,<br />

per la ricostruzione mora<strong>le</strong><br />

prima che fisica dell’America<br />

fu indispensabi<strong>le</strong> ricordare in ogni<br />

istante l’eroismo dei vigili del<br />

fuoco che si immolarono nel<strong>le</strong><br />

Torri Gemel<strong>le</strong>. E’ bene che noi oggi<br />

teniamo a mente la dedizione<br />

degli operatori della Protezione<br />

Civi<strong>le</strong> e di tutti coloro che accorsero<br />

sui luoghi della devastazione<br />

poche ore, si potrebbe dire pochi<br />

minuti dopo il sisma. Rappresentano<br />

una <strong>le</strong>zione e un simbolo che<br />

rimarrà nel tempo. Allo stesso<br />

modo, gli operai e i tecnici che<br />

hanno rimesso mano a tempo di<br />

record all’impianto di Acerra, fino<br />

a comp<strong>le</strong>tarlo e a metterlo in funzione,<br />

hanno dimostrato di essere<br />

più forti del<strong>le</strong> avversità e del destino.<br />

E’ chiaro che si deve ripartire da<br />

qui. Da questa fusione tra uno<br />

Stato moderno e serio, da un lato,<br />

e un popolo di cittadini consapevoli,<br />

dall’altro. Ben sapendo che<br />

ogni medaglia ha il suo rovescio. E<br />

che i rischi non mancano.<br />

In Abruzzo, inuti<strong>le</strong> nasconderlo,<br />

c’è il pericolo che lo slancio si attenui.<br />

Oggi è sostenuto da quel<br />

senso di coesione naziona<strong>le</strong> che<br />

ha scandito i primi giorni dopo la<br />

tragedia e che in modo quasi miracoloso<br />

si è prolungato nel<strong>le</strong> settimane<br />

successive. Ma conoscendo<br />

l’animo degli italiani, non c’è da<br />

credere che durerà in eterno.<br />

Siamo bravi a unirci nei momenti<br />

drammatici, ma siamo altrettanto<br />

risoluti a dividerci alla prima occasione.<br />

Se questa volta non accadrà,<br />

se <strong>le</strong> po<strong>le</strong>miche resteranno<br />

fuori dalla porta in favore del<br />

buon senso, potremo dire che<br />

stiamo assistendo a un fatto storico.<br />

Anche per questo è fondamenta<strong>le</strong><br />

che <strong>le</strong> istituzioni continuino a<br />

dimostrarsi credibili.<br />

<strong>La</strong> ricerca del<strong>le</strong> responsabilità,<br />

come ha detto il presidente della<br />

Repubblica, dovrà essere scrupolosa.<br />

Ma senza dimenticare che <strong>le</strong><br />

Dalla Protezione Civi<strong>le</strong> vengono con forza una <strong>le</strong>zione e un simbolo<br />

LE GAMBE AQUILANE<br />

Più forti del<strong>le</strong> avversità<br />

STEFANO FOLLI<br />

(dalla prima pagina)<br />

L’arduo compito che investe oggi <strong>le</strong> Istituzioni:<br />

restituire fiducia al Sud nel diritto e nella giustizia<br />

colpe, quando ci sono, appaiono<br />

“diffuse”. E che nessuno ne è esente.<br />

Come dire che non è il momento<br />

del<strong>le</strong> verità preconfezionate<br />

in una specie di contenitore<br />

ideologico da scagliare contro<br />

l’avversario politico di turno. E<br />

nemmeno è il momento di quella<br />

“giustizia spettacolo” che purtroppo<br />

negli anni recenti è stata più<br />

Le autorità affermano:<br />

in Abruzzo <strong>le</strong> case<br />

saranno ricostruite<br />

in tempi certi<br />

così come<br />

è avvenuto<br />

con il termovalizzatore<br />

di Acerra,<br />

nella foto a destra.<br />

A L’Aquila<br />

dopo il terremoto<br />

c’è il pericolo che lo slancio<br />

si attenui. Oggi è sostenuto<br />

da quel senso<br />

di coesione naziona<strong>le</strong><br />

che ha scandito<br />

i primi giorni.<br />

Ma conoscendo l’animo<br />

degli italiani<br />

non c’è da credere<br />

che durerà in eterno.<br />

una prova della crisi della magistratura<br />

che della sua vitalità.<br />

Sotto questo aspetto, lo sti<strong>le</strong> sobrio<br />

e severo dei magistrati dell’Aquila<br />

fa ben sperare. Del resto<br />

ci sono pochi dubbi sul fatto che<br />

la credibilità e il prestigio dello<br />

Stato poggiano oggi su tre gambe.<br />

<strong>La</strong> prima riguarda il governo centra<strong>le</strong>,<br />

la sua capacità di offrire una<br />

«<strong>La</strong> ricerca<br />

del<strong>le</strong> responsabilità<br />

dovrà essere<br />

scrupolosa»,<br />

lo ha detto<br />

il presidente<br />

Napolitano.<br />

Nella foto a lato<br />

il palazzo<br />

di Montecitorio<br />

guida convincente nel<strong>le</strong> situazioni<br />

drammatiche. <strong>La</strong> seconda tocca<br />

l’efficacia comp<strong>le</strong>ssiva dell’intervento:<br />

dai primi soccorsi alla fase<br />

lunga e complicata della ricostruzione,<br />

dove si tratta di superare<br />

infiniti ostacoli, di fare <strong>le</strong> scelte<br />

giuste, di scavalcare i muri della<br />

burocrazia. E’ qui che si corrono i<br />

rischi maggiori, qui nasce il disincanto<br />

e si può produrre di nuovo<br />

una lacerazione tra i poteri pubblici<br />

e lo stato d’animo del<strong>le</strong> popolazioni.<br />

In passato è accaduto fin<br />

troppo spesso. Ora non dovrà<br />

accadere, anche perché non possiamo<br />

permetterci il costo di un<br />

fallimento.<br />

Infine la terza gamba investe,<br />

appunto, il ruolo della magistratura.<br />

Che dello Stato, della sua immagine<br />

comp<strong>le</strong>ssiva, è parte integrante.<br />

Oggi la magistratura ha<br />

il compito davvero arduo, ma<br />

entusiasmante, di restituire agli<br />

italiani fiducia nel diritto e quindi<br />

nella giustizia. Fiducia: ecco di<br />

nuovo il termine che rappresenta<br />

il filo conduttore di questa narrazione,<br />

da Acerra all’Aquila. Fiducia<br />

quindi da ritrovare nella<br />

serietà del<strong>le</strong> istituzioni. Se i magistrati<br />

abruzzesi sapranno lavorare<br />

lontano dal<strong>le</strong> tv e dal<strong>le</strong> tentazioni<br />

della ribalta, come i migliori di<br />

loro hanno sempre fatto, renderanno<br />

un grande servizio allo<br />

Stato.<br />

Quanto ad Acerra, qui i pericoli<br />

sono di altro genere, ma non del<br />

tutto dissimili. Il rovescio della<br />

medaglia riguarda lo scollamento<br />

tra <strong>le</strong> energie del Sud e una realtà<br />

che ancora non sa, non vuo<strong>le</strong> o<br />

non può valorizzar<strong>le</strong> come meriterebbero.<br />

Non è un caso, ad<br />

esempio, che il termovalorizzatore<br />

sia stato realizzato da imprese<br />

che hanno <strong>le</strong> loro radici lontano<br />

dal Mezzogiorno. E’ accaduto ad<br />

Acerra e accade in molte altre<br />

situazioni. Le grandi infrastrutture<br />

nel Sud sono quasi sempre<br />

appaltate a imprese del Nord.<br />

Quasi a testimoniare quella perdurante<br />

frattura tra <strong>le</strong> due Italie su<br />

cui si è consumata per più di un<br />

secolo la rif<strong>le</strong>ssione della migliore<br />

cultura meridionalista e che ancora<br />

si ripropone nel<strong>le</strong> forme più<br />

amare per chi vive e lavora nella<br />

parte meridiona<strong>le</strong> del paese.<br />

Non si tratta di invocare una sorta<br />

di “protezionismo” regiona<strong>le</strong>. Sarebbe<br />

assurdo. Tra l’altro il protezionismo<br />

è solo uno scudo illusorio<br />

davanti al<strong>le</strong> crisi: il prezzo che<br />

alla lunga si paga è sempre più alto<br />

dei vantaggi provvisori che se ne<br />

ricavano. No, la strada è un’altra.<br />

Il Sud deve imparare a credere in<br />

se stesso più di quanto non abbia<br />

mai fatto prima d’ora. Ci sono<br />

realtà economiche e culturali nel<br />

Mezzogiorno che rappresentano<br />

altrettante iso<strong>le</strong> d’eccel<strong>le</strong>nza. Si<br />

tratta allora di col<strong>le</strong>gare idealmente<br />

tra loro queste realtà, in nome<br />

del merito e dello sviluppo, fino a<br />

creare una “massa critica” in<br />

grado di cambiare l’immagine del<br />

meridione.<br />

Anche e soprattutto in questo<br />

caso va<strong>le</strong> la ricetta citata all’inizio<br />

di questo articolo: più Stato, purchè<br />

si tratti di uno Stato amico e<br />

non patrigno, e più consapevo<strong>le</strong>zza<br />

nel<strong>le</strong> persone. Istituzioni rinnovate<br />

e gente che si rimbocca <strong>le</strong><br />

maniche. Proprio la crisi economica<br />

che l’Italia sta attraversando<br />

in questi anni può offrire al Sud<br />

una possibilità straordinaria per<br />

volgere a suo vantaggio la vecchia<br />

frattura con il Nord produttivo. E’<br />

il Sud che può cogliere meglio <strong>le</strong><br />

nuove occasioni che si creeranno<br />

al momento della ripresa. Per questo<br />

avrà bisogno, non di eroi, ma<br />

di buoni lavoratori. Gli esempi di<br />

questi ultime settimane ci dicono<br />

che tutto è possibi<strong>le</strong>.


6 Domenica 3 maggio 2009PRIMO PIANO<br />

L’evasione scolastica supera la media naziona<strong>le</strong><br />

Dispersione scolastica: piaga socia<strong>le</strong><br />

che diventa storia di infanzia<br />

negata. I dati parlano chiaro: il fenomeno<br />

in Campania è pari al<br />

15%, un valore più alto della media<br />

naziona<strong>le</strong> che si attesta sul 14,2%.<br />

Un prob<strong>le</strong>ma che si manifesta in<br />

alcune zone con maggiore intensità,<br />

mentre altre possono essere<br />

considerate del<strong>le</strong> vere e proprie<br />

zone di eccel<strong>le</strong>nza, dove il tasso<br />

supera di poco l’8%. Avellino e<br />

Benevento risultano tra <strong>le</strong> province<br />

del Mezzogiorno meno colpite<br />

dalla “desertificazione” nella scuola.<br />

Stesso discorso per Sa<strong>le</strong>rno, dove<br />

gli indici superano di poco il<br />

10%. Nel Casertano, invece, <strong>le</strong> percentuali<br />

mostrano una situazione<br />

disomogenea, in cui esistono distretti<br />

scolastici virtuosi che convivono<br />

con zone in cui l’abbandono<br />

raggiunge valori molto e<strong>le</strong>vati.<br />

A questi risultati positivi si contrappone<br />

l’analisi effettuata a Napoli,<br />

che fa segnare un preoccupante<br />

16%: un indicatore che supera<br />

di quasi due punti percentuali<br />

la media registrata nel nostro<br />

Paese. All’ombra del Vesuvio, i<br />

Troppi banchi vuoti<br />

Campania sconfitta<br />

Segnali positivi ma il fenomeno resta preoccupante<br />

potenziali studenti fuggono, o sono<br />

costretti a farlo, dal<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong>. <strong>La</strong><br />

fotografia buia rappresenta un e-<br />

sercito di ragazzi che lavorano, in<br />

nero, come garzoni nei bar. Alcuni<br />

giovani portano la spesa del fruttivendolo<br />

nel<strong>le</strong> case dei clienti. Molti<br />

non hanno neppure un lavoro:<br />

sono bambini che trascorrono<br />

semplicemente <strong>le</strong> proprie giornate<br />

in strada.<br />

Sono ado<strong>le</strong>scenti strappati alla loro<br />

vita, portati via dal contesto i-<br />

dea<strong>le</strong> alla loro crescita. Una scelta<br />

molte volte obbligata per <strong>le</strong> precarie<br />

condizioni familiari: bambini<br />

che diventano adulti per sopperire<br />

alla mancata presenza di una<br />

mamma o un papà. Bambini che<br />

sono contemporaneamente lavoratori<br />

e genitori. Solo nel mese di<br />

febbraio sono centocinquanta i genitori<br />

denunciati per non aver<br />

mandato i propri figli a scuola, abbandonandoli<br />

così a se stessi.<br />

Oggi però il tasso della dispersione<br />

scolastica non viene calcolato<br />

solo utilizzando i dati del<strong>le</strong> frequenze<br />

irregolari. Infatti gli indicatori,<br />

utilizzati per determinare il<br />

fenomeno, si ottengono considerando<br />

una comp<strong>le</strong>ssità di variabili<br />

sociali come <strong>le</strong> bocciature e la percentua<strong>le</strong><br />

dei giovani che lasciano<br />

prematuramente gli studi (eliminando<br />

dall’analisi gli allievi trasferiti<br />

in altri istituti). Psicologi e docenti<br />

vedono il tasso di ripetenza<br />

come un deterrente allo studio,<br />

che favorisce la fuga degli studenti<br />

dal loro habitat natura<strong>le</strong>. Troppo<br />

spesso però, si incolpano solo gli<br />

studenti, dimenticando che i ragazzi<br />

in difficoltà con gli studi vengono<br />

orientati a percorsi formativi<br />

senza effettuare un’accurata verifica<br />

dei loro reali interessi e del<strong>le</strong> loro<br />

inclinazioni. <strong>La</strong> preoccupazione<br />

aumenta considerando che molti<br />

dei giovani che “fanno filone” possano<br />

finire nel<strong>le</strong> grinfie della criminalità<br />

organizzata.<br />

Il prob<strong>le</strong>ma della dispersione scolastica,<br />

sempre attua<strong>le</strong>, è però in<br />

calo costante secondo il ministero<br />

dell’Istruzione, ma non si può e<br />

non si deve abbassare la guardia:<br />

l’istituzione scuola deve essere il<br />

mondo in cui preservare i ragazzi<br />

dai pericoli della strada. Un onere<br />

che non può essere affidato solo<br />

agli insegnanti, ma c’è bisogno di<br />

progetti articolati, in cui la presa in<br />

carico dello studente avvenga a più<br />

livelli, con responsabilità diversificate:<br />

partendo dalla famiglia e arrivando<br />

al volontariato, passando<br />

per il privato socia<strong>le</strong>.<br />

L’obiettivo, come previsto dal<br />

Consiglio di Lisbona, è la riduzione<br />

al 10% del tasso di abbandono<br />

prematuro.<br />

Pagina a cura di<br />

SANTO IANNÒ<br />

RAFFAELE PELLEGRINO<br />

LA REFERENTE REGIONALE<br />

«Più interventi coordinati»<br />

Nuovi percorsi formativi per gli studenti a rischio<br />

I NUMERI DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA<br />

Il tasso della dispersione scolastica al di<br />

sotto del 10% entro il 2010. È questo l’obiettivo<br />

fissato dal Consiglio di Lisbona.<br />

Un traguardo che per l’Italia, e la<br />

Campania in particolare, sembra essere<br />

ancora lontano. <strong>La</strong> preside Idato, referente<br />

dell’Ufficio Scolastico Regiona<strong>le</strong>, traccia<br />

un quadro preoccupante della situazione:<br />

«<strong>La</strong> provincia di Napoli ha un tasso<br />

comp<strong>le</strong>ssivo di abbandono pari al 16%,<br />

maggiore di quasi due punti rispetto alla<br />

media naziona<strong>le</strong>». Un dato che, a causa<br />

della enorme densità di popolazione nel<br />

capoluogo, condiziona negativamente<br />

l’indice dell’intera regione, mascherando<br />

la presenza di zone di eccel<strong>le</strong>nza come<br />

Benevento e Avellino.<br />

<strong>La</strong> lotta al fenomeno incontra <strong>le</strong> sue maggiori<br />

difficoltà per la scarsa coordinazione<br />

tra gli enti de<strong>le</strong>gati al monitoraggio: «Esistono<br />

osservatori regionali, provinciali e<br />

comunali che dovrebbero collaborare, ma<br />

molto spesso <strong>le</strong> attività sono tra loro<br />

scoordinate. Anche la collaborazione con<br />

<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> e i Tribunali dei minori è insufficiente».<br />

Con il progetto “percorsi alternativi<br />

sperimentali” la Regione mira al reintegro<br />

di quei giovani che finiscono fuori<br />

dal circuito scolastico. «L’iniziativa, partita<br />

nel 2007, propone agli studenti iter formativi<br />

diversi da quelli tradizionali. Si<br />

tratta di percorsi di istruzione e formazione<br />

professiona<strong>le</strong>, di durata bienna<strong>le</strong>,<br />

svolti direttamente in aziende che operano<br />

nei settori agroalimentare, del turismo<br />

e dell’e<strong>le</strong>ttronica».<br />

Al termine dei due anni i ragazzi conseguono<br />

una qualifica regiona<strong>le</strong> di primo<br />

livello, che permette l’ingresso nel mercato<br />

del lavoro o il proseguimento degli studi<br />

con il progetto “offerta formativa integrata<br />

sperimenta<strong>le</strong>”, un ulteriore anno con<br />

cui si ottiene una qualifica di secondo livello.<br />

Questo titolo permette anche il rientro<br />

nei percorsi didattici classici con la<br />

possibilità di conseguire il diploma.<br />

AVELLINO<br />

<strong>La</strong> provincia<br />

più virtuosa<br />

BENEVENTO<br />

Abbandoni<br />

quasi nulli<br />

CASERTA<br />

Un territorio<br />

diviso a metà<br />

NAPOLI<br />

Fanalino<br />

di coda<br />

SALERNO<br />

L’obiettivo<br />

è vicino<br />

<strong>La</strong> provincia<br />

di Avellino risulta<br />

tra <strong>le</strong><br />

meno colpite<br />

della Campania<br />

e dell’intero<br />

Sud Italia<br />

dal fenomeno<br />

della dispersione<br />

scolastica. Nell’ultimo anno<br />

il tasso di abbandono è stato<br />

dello 0,06% nella scuola primaria,<br />

dello 0,07% nella se-condaria<br />

di 1° grado e del 2,04% in<br />

quella di 2° grado, per un tota<strong>le</strong><br />

pari allo 0,72%. Leggermente più<br />

cospicuo il numero dei non<br />

ammessi all’anno successivo: lo<br />

0,04% nella primaria, lo 0,46%<br />

nella secondaria di 1° grado e il<br />

6,36% nella secondaria di 2°<br />

grado. A incidere soprattutto il<br />

tasso di bocciature negli istituti<br />

professionali (12,50%). Il tasso<br />

comp<strong>le</strong>ssivo di dispersione nella<br />

scuola superiore, tenente conto di<br />

abbandoni e bocciature, è quindi<br />

pari all’8,40%.<br />

Anche la provincia<br />

Sannita,<br />

come quella<br />

Irpina, rappresenta<br />

un’ “oasi<br />

felice” nello<br />

scenario scolastico<br />

della<br />

Campania e<br />

del Mezzogiorno. Il tasso di abbandono,<br />

praticamente nullo nella<br />

scuola primaria e in quella secondaria<br />

di 1° grado (rispettivamente<br />

0,01% e 0,06%), resta comunque<br />

basso nella secondaria di<br />

2° grado, fermandosi appena all’1,11%,<br />

record positivo della regione.<br />

I non promossi, che ammontano<br />

allo 0,08% al<strong>le</strong> e<strong>le</strong>mentari<br />

e allo 0,38% al<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> medie,<br />

raggiungono il 7,45% al<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong><br />

superiori. Anche qui a incidere<br />

maggiormente è la percentua<strong>le</strong> di<br />

non promossi negli istituti professionali<br />

(14,54%). Il tasso comp<strong>le</strong>ssivo<br />

parla di una dispersione<br />

nel<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> secondarie di 2° grado<br />

pari all’8,57%.<br />

<strong>La</strong> provincia<br />

di Caserta si<br />

presenta molto<br />

eterogenea<br />

dal punto di<br />

vista della dispersione.<br />

I dati dei diversi<br />

distretti<br />

scolastici parlano di un’area nord<br />

della provincia molto virtuosa, a<br />

fronte di un’area sud con punte<br />

eccezionali di abbandono. Se anche<br />

qui gli abbandoni nella scuola<br />

e<strong>le</strong>mentare e media sono trascurabili,<br />

è invece e<strong>le</strong>vato il tasso<br />

di abbandono al<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> superiori,<br />

pari al 4,15%. A pagare di più,<br />

ancora una volta, gli istituti professionali<br />

(7,54%). Sul fronte del<strong>le</strong><br />

bocciature, al<strong>le</strong> superiori si raggiunge<br />

una quota dell’8,68%, in<br />

cui pesa soprattutto il 14% degli<br />

istituti professionali. Il dato comp<strong>le</strong>ssivo<br />

per <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> superiori è<br />

del 12,82%, inferiore alla media<br />

naziona<strong>le</strong>, ma comunque superiore<br />

al traguardo del 10%.<br />

A Napoli va la<br />

maglia nera<br />

della Campania<br />

per la dispersione<br />

scolastica.<br />

Il fenomeno<br />

degli<br />

abbandoni comincia<br />

a farsi<br />

sentire già nel<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> medie,<br />

dove il tasso è dell’1,1%, decisamente<br />

più alto rispetto al<strong>le</strong> altre<br />

province della regione. L’analisi<br />

territoria<strong>le</strong> mostra come la zona<br />

più critica sia l’ottava municipalità,<br />

quella di Scampia, che fa registrare<br />

da sola la metà degli abbandoni<br />

dell’intero comune. Al<strong>le</strong><br />

superiori la percentua<strong>le</strong> di abbandoni<br />

si attesta sul 4,3%, valore<br />

che negli istituti professionali<br />

raggiunge l’8,5%. Anche i non<br />

promossi raggiungono il valore<br />

record della regione, pari all’11,6%.<br />

Fanalino di coda, stavolta,<br />

gli istituti artistici (17,8%) e<br />

quelli tecnici (16,6%). Il tasso<br />

comp<strong>le</strong>ssivo è del 16%.<br />

<strong>La</strong> situazione<br />

della provincia<br />

di Sa<strong>le</strong>rno, inevitabilmente<br />

variegata per<br />

la vasta estensione<br />

territoria<strong>le</strong>,<br />

risulta<br />

intermedia tra<br />

quel<strong>le</strong> del<strong>le</strong> altre province campane.<br />

Il tasso di abbandono relativo<br />

all’ultimo anno scolastico, molto<br />

basso nel<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> primarie e in<br />

quel<strong>le</strong> secondarie di 1° grado, è<br />

contenuto anche nel<strong>le</strong> secondarie<br />

di 2° grado, non superando il 2,6%.<br />

Sul versante bocciature la situazione<br />

è più o meno analoga, con valori<br />

piuttosto bassi nel<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> e<strong>le</strong>mentari<br />

e medie (rispettivamente<br />

0,14% e 1,24%) e più alti al<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong><br />

superiori (7,83%), con punte<br />

dell’11% negli istituti tecnici e professionali.<br />

Il tasso di dispersione<br />

comp<strong>le</strong>ssivo per <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> secondarie<br />

di 2° grado è del 10,44%, molto<br />

vicino al traguardo fissato da<br />

Lisbona.


8 Domenica<br />

3 maggio 2009PRIMO PIANO<br />

L’area marina, da 16 anni<br />

sotto tutela biologica,<br />

meraviglia subacquea<br />

ed esempio di biodiversità<br />

della penisola sorrentina<br />

È nato anche un concorso<br />

Nei fine settimana di maggio l’area<br />

marina protetta ospiterà la prima<br />

edizione del trofeo di foto e video<br />

subacquee “Banco di Santa Croce<br />

2009” organizzata dall’associazione<br />

Sesto Continente Sea Center di<br />

Castel-lammare di Stabia. Tre <strong>le</strong><br />

categorie di concorso: pesci e organismi,<br />

am-biente e macro.<br />

A destra il promontorio di Capo <strong>La</strong> Gala.<br />

Al centro, F<strong>le</strong>gra Bentivegna, curatrice<br />

della stazione zoologica Dohrn di Napoli<br />

Vico, ventimila specie sotto i mari<br />

Il Banco di Santa Croce, fonda<strong>le</strong> tropica<strong>le</strong> di casa nostra, a due passi dal Sarno<br />

Coralli, gorgonie, spugne,<br />

pesci di ogni tipo: no, non è<br />

un fonda<strong>le</strong> tropica<strong>le</strong> ma un<br />

tesoro sommerso a portata<br />

di mano che segna il confine<br />

nord del comune di Vico<br />

Equense, a mezzo miglio<br />

dalla costa tra Capo <strong>La</strong> Gala<br />

e Capo d’Orlando. Il Banco<br />

di Santa Croce è una<br />

meraviglia subacquea sconosciuta<br />

ai più ma ben nota<br />

ai sub e soprattutto a microrganismi<br />

e pesci, anche<br />

rari, che lo frequentano in<br />

grande quantità. <strong>La</strong> zona è<br />

diventata area a tutela biologica<br />

nel 1993 dopo la scoperta<br />

della Gerardia Savaglia<br />

(il cosiddetto “corallo<br />

nero”) ma anche perchè ritenuta<br />

area di ripopolamento<br />

ittico.<br />

Recentemente, anzi, l’area a<br />

riserva integra<strong>le</strong> di pesca è<br />

passata da 500 m a un km<br />

grazie ad un decreto ministeria<strong>le</strong><br />

dello scorso gennaio<br />

che ha raccolto una proposta<br />

del Comitato di gestione<br />

del<strong>le</strong> zone di tutela<br />

biologica volto a tutelare<br />

maggiormente l’area. <strong>La</strong><br />

secca, formata da cinque<br />

gruppi rocciosi, sprofonda<br />

per 50 metri e, stando a recenti<br />

studi della stazione<br />

zoologica Dohrn di Napoli,<br />

riesce miracolosamente a<br />

sottrarsi all’inquinamento<br />

del fiume Sarno che sfocia<br />

poco lontano. Il merito è<br />

della “Levantina”, una corrente<br />

marina proveniente<br />

dalla Grecia: questa, risa<strong>le</strong>ndo<br />

lungo <strong>le</strong> coste italiane,<br />

arriva nel Golfo di Napoli<br />

seguendo la direzione<br />

Capri - Castellammare. Il<br />

flusso risa<strong>le</strong> dal canyon sottomarino<br />

del Banco di Santa<br />

Croce e, grazie alla sua<br />

temperatura ottima<strong>le</strong>, spazza<br />

via <strong>le</strong> acque più calde e<br />

inquinate del Sarno, preservando<br />

l’integrità di questo<br />

fragi<strong>le</strong> ecosistema.<br />

Ciò consente una forte biodiversità:<br />

ai più comuni polipi,<br />

molluschi, scorfani, alici,<br />

gronchi, riccio<strong>le</strong> e sarde<br />

si affiancano a volte anche<br />

pesci come gli Zu Cristatus<br />

(pesci falce), che in genere<br />

popolano gli oceani. Presente<br />

anche il gattuccio,<br />

squalo che depone <strong>le</strong> uova<br />

sui rami di gorgonie. Tutti<br />

sono attirati dall’abbondanza<br />

di plancton che si forma<br />

nel Banco grazie a reazioni<br />

chimiche che sfruttano la<br />

materia organica del Sarno.<br />

Da qui parte una catena alimentare<br />

che attira pesci pelagici<br />

e, perchè no, qualche<br />

delfino di passaggio in cerca<br />

di un lauto spuntino.<br />

Pagina a cura di<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

FLEGRA BENTIVEGNA<br />

«<strong>La</strong> parola chiave è protezione»<br />

IL PUNTO<br />

Corallo nero, occhio<br />

al ladro d’identità<br />

Il nome indica più “famiglie”, poche quel<strong>le</strong> originali<br />

<strong>La</strong> Gerardia Savaglia presente nel<br />

Banco di Santa Croce in realtà è<br />

chiamata erroneamente corallo<br />

nero. Questo organismo è infatti<br />

un parassita del gruppo degli Zoantharia:<br />

sua peculiarità è quella<br />

di rivestire gorgonie preesistenti<br />

con uno sche<strong>le</strong>tro corneo, dando<br />

vita a colonie gial<strong>le</strong> che crescono<br />

fino a 10 cm all’anno. Nonostante<br />

il fusto resti esi<strong>le</strong>, la Gerardia può<br />

arrivare anche al metro d’altezza.<br />

Si tratta di un organismo molto<br />

longevo, capace di sopravvivere fino<br />

a 1800 anni intorno ai 50 metri<br />

di profondità. Altro e<strong>le</strong>mento di<br />

differenziazione tra questo esemplare<br />

e il vero corallo nero sta nel<br />

numero differente dei polipi. Nonostante<br />

l’impropria denominazione,<br />

la Gerardia Savaglia è comunque<br />

una specie rara e per questo<br />

protetta da due protocolli internazionali,<br />

la Convenzione di<br />

Cernie e gorgonie beni preziosi<br />

da tutelare dalla pesca selvaggia<br />

Dottoressa F<strong>le</strong>gra Bentivegna,<br />

da curatrice della<br />

stazione zoologica Dohrn<br />

di Napoli, quali ritiene<br />

essere <strong>le</strong> specie da tutelare<br />

di più nel Banco di<br />

Santa Croce?<br />

Un occhio di riguardo va<br />

certamente gettato al<strong>le</strong><br />

cernie che ormai sono in<br />

via di rarefazione perchè<br />

la specie è stata troppo pescata.<br />

Il loro numero quindi<br />

sta diminuendo perchè<br />

questi pesci hanno una<br />

crescita molto <strong>le</strong>nta e molti<br />

esemplari vengono catturati<br />

prima di raggiungere<br />

la maturità sessua<strong>le</strong>,<br />

senza aver avuto la possibilità<br />

di riprodursi nemmeno<br />

una volta. Le cernie<br />

infatti iniziano la fase riproduttiva<br />

solo a partire<br />

dal quinto anno di vita;<br />

successivamente, essendo<br />

animali ermafroditi, cambiano<br />

sesso e <strong>le</strong> femmine<br />

diventano maschi. Catturare<br />

esemplari troppo giovani<br />

o troppo piccoli, al di<br />

sotto dei 45 cm, non dà il<br />

tempo alla specie di riprodursi<br />

in numero adeguato.<br />

Poi ci sono <strong>le</strong> gorgonie...<br />

Le paramuricee, <strong>le</strong> unicel<strong>le</strong><br />

e tutti gli altri tipi di gorgonie<br />

sono specie protette<br />

da apposite convenzioni<br />

perchè rare e raccoglier<strong>le</strong><br />

sarebbe un vero e proprio<br />

delitto. Si tratta di organismi<br />

delicati, molto sensibili<br />

all’inquinamento: anche<br />

loro sono in via di rarefazione,<br />

ma, per fortuna,<br />

non è il caso del Banco di<br />

Santa Croce dove <strong>le</strong> gorgonie<br />

sono ancora presenti.<br />

Basta la tutela <strong>le</strong>gislativa<br />

per salvaguardare quest’area<br />

così delicata?<br />

Non è mai abbastanza quel-<br />

lo che si fa per tutelare<br />

questi ecosistemi: il Banco<br />

di Santa Croce è una secca<br />

di straordinaria ricchezza<br />

che ha raggiunto un suo e-<br />

quilibrio grazie al gioco<br />

particolare di correnti che<br />

l’attraversano. Il fatto che<br />

la zona non sia inquinata<br />

dal<strong>le</strong> acque del fiume Sarno<br />

si può definire un miracolo<br />

della natura. Purtroppo,<br />

però, non è detto<br />

che questo equilibrio duri<br />

per sempre nè in realtà si<br />

può dire di conoscere a<br />

fondo lo stato di salute di<br />

ogni singola specie del<br />

Banco. <strong>La</strong> pesca di frodo e<br />

l’inquinamento sono pericoli<br />

che minacciano di<br />

continuo questo habitat.<br />

Esiste allora una soluzione<br />

concreta?<br />

<strong>La</strong> parola chiave è protezione,<br />

protezione e ancora<br />

protezione. <strong>La</strong> vera tutela<br />

parte da terra: la burocrazia<br />

da sola non basta. Occorre<br />

che <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi siano rispettate,<br />

lottando concretamente<br />

contro l’inquinamento<br />

del<strong>le</strong> acque. Solo<br />

così si può cercare di preservare<br />

la vita in mare senza<br />

depredare <strong>le</strong> sue immense<br />

risorse.<br />

ne e ricerca ambienta<strong>le</strong>, che sta portando<br />

avanti un progetto sulla biodiversità<br />

marina e <strong>le</strong> specie rare. Ma<br />

la sorpresa più grande è emersa dal<strong>le</strong><br />

acque del Golfo di <strong>La</strong>mezia, dove,<br />

a 150 metri di profondità, è stato<br />

rinvenuta una specie ancora più rara<br />

di corallo nero, l’Antipathes Di-<br />

L’il<strong>le</strong>galità<br />

Ma c’è<br />

chi ancora<br />

pesca datteri<br />

Nonostante la tutela <strong>le</strong>gislativa<br />

e il divieto assoluto<br />

di pesca, il Banco di Santa<br />

Croce è spesso meta di<br />

scorribande di datterai e<br />

pescatori senza scrupoli<br />

che non si scoraggiano<br />

nemmeno davanti a sanzioni<br />

di centinaia di euro,<br />

al sequestro del<strong>le</strong> attrezzature<br />

e alla distruzione<br />

del pescato.<br />

Nel caso della pesca dei<br />

datteri, proibita in Italia<br />

da una <strong>le</strong>gge del 1998, i<br />

trasgressori rischiano anche<br />

una denuncia per deturpamento<br />

di bel<strong>le</strong>zze<br />

naturali e alterazione dello<br />

stato dei luoghi. Infatti,<br />

la pesca di frodo danneggia<br />

<strong>le</strong> rocce calcaree in cui<br />

crescono i molluschi, i<br />

quali, per raggiungere i 5<br />

cm di lunghezza, possono<br />

impiegare anche 80 anni<br />

per riformarsi.<br />

<strong>La</strong> pesca di frodo si intensifica<br />

in vista del<strong>le</strong> feste<br />

natalizie, quando un chilo<br />

di datteri può arrivare a<br />

costare anche 100 euro.<br />

Un esemplare di Antiphates Subpinnata, il vero corallo nero<br />

Berna e quella di Barcellona (noto<br />

come protocollo Aspim).<br />

L’Antiphates Subpinnata, ossia il<br />

vero corallo nero, fa parte dell’ordine<br />

degli Antiphataria. Questo organismo<br />

dai polipi bianco-rosati e<br />

dallo sche<strong>le</strong>tro robusto di chitina,<br />

vive in profondità maggiori, fino ai<br />

-300 metri. <strong>La</strong> sua rarità l’ha fatta<br />

inserire non solo nel<strong>le</strong> già citate<br />

Convenzioni di Berna e Barcellona<br />

ma anche nel protocollo Cites, la<br />

Convenzione di Washington sul<strong>le</strong><br />

specie in via d’estinzione.<br />

Nello scorso mese di marzo un’enorme<br />

colonia di Antiphates Subpinnata<br />

è stata scoperta in Calabria<br />

sui fondali di Scilla, che presto<br />

saranno tutelati dall’istituzione di<br />

un parco marino. Si tratta della più<br />

grande foresta di corallo nero mai<br />

rinvenuta, una scoperta realizzata<br />

grazie ad un robot sottomarino<br />

dell’Ispra, l’Istituto per la proteziocotoma.<br />

Questo coralligeno, di cui<br />

sono stati studiati solo 5 esemplari<br />

in tutto il mondo, era ritenuto e-<br />

stinto. L’ultimo è stato rinvenuto<br />

nel Golfo di Napoli nel lontano<br />

1946 e successivamente donato al<br />

museo dell’Università di Harvard.


<strong>La</strong> terra di Ulisse salvata da cemento selvaggio e turismo di massa<br />

Parco del Ci<strong>le</strong>nto<br />

l’anima del mito<br />

Protetti ambiente e monumenti della Magna Grecia<br />

PRIMO PIANO Domenica 3 maggio 2009<br />

9<br />

<strong>La</strong> necessità di tutelare il<br />

Ci<strong>le</strong>nto, dal<strong>le</strong> speculazioni<br />

edilizie e da un turismo di<br />

massa distruttivo, è stato argomento<br />

di discussione già<br />

nel 1973, durante il convegno<br />

internaziona<strong>le</strong> sui parchi<br />

costieri mediterranei, tenutosi<br />

a Castellabate. È solo,<br />

però, nel 1991 che quella e-<br />

sclusiva distesa di coste e<br />

montagne tra i golfi di Sa<strong>le</strong>rno<br />

e Policastro diventa<br />

Parco naziona<strong>le</strong>. Anticamente<br />

era territorio lucano<br />

insieme al Vallo di Diano e al<br />

golfo di Policastro. Fino alla<br />

creazione del Parco l’area<br />

comprendeva i paesi tra il<br />

Monte della Stella e il fiume<br />

A<strong>le</strong>nto, da qui il nome Ci<strong>le</strong>nto<br />

(cis a<strong>le</strong>ntum, al di qua<br />

dell’A<strong>le</strong>nto). Poi per ragioni<br />

politico–economiche si decise<br />

di estenderlo al territorio<br />

compreso tra la piana del<br />

Se<strong>le</strong>, la Basilicata e il Mar<br />

Tirreno. È sempre dal 1991<br />

che il Parco naziona<strong>le</strong> diventa<br />

anche patrimonio dell’umanità<br />

dell’Unesco, con i<br />

templi di Paestum e la Certosa<br />

di Padula. E dal 1997 è<br />

riserva della biosfera per la<br />

conservazione dell’ecosistema.<br />

Secondo in Italia per dimensioni,<br />

conta ottanta Comuni<br />

e otto Comunità montane.<br />

Al<strong>le</strong> bel<strong>le</strong>zze naturalistiche<br />

si affiancano il carattere mitico<br />

e misterioso di una terra<br />

ricca di storia e di cultura,<br />

che per mil<strong>le</strong>nni ha ispirato<br />

poeti e cantori. Molti dei miti<br />

greci e romani sono stati<br />

ambientati sul<strong>le</strong> sue coste:<br />

da Ulisse che dinanzi all’isola<br />

del<strong>le</strong> sirene, probabilmente<br />

di fronte a Punta Licosa, si<br />

fece <strong>le</strong>gare all’albero maestro<br />

per non ascoltare il canto di<br />

quel<strong>le</strong> creature ma<strong>le</strong>fiche, a<br />

Palinuro il nocchiero di E-<br />

nea che caduto in mare fu<br />

ucciso dove ora sorge il paese,<br />

divenuto poi Capo Palinuro.<br />

Altro mito è quello di<br />

Giasone e gli Argonauti che<br />

una volta fuggiti dalla Colchide,<br />

per ingraziarsi la dea<br />

Era si fermarono presso il<br />

suo santuario alla foce del<br />

fiume Se<strong>le</strong>, l’attua<strong>le</strong> santuario<br />

di Hera Argiva. Ma lasciamo<br />

la <strong>le</strong>ggenda per la<br />

storia vera dell’uomo, che in<br />

queste terre ha trovato ospitalità<br />

da almeno mezzo milione<br />

di anni. Tracce della<br />

sua presenza sono evidenti<br />

dal pa<strong>le</strong>olitico medio al neolitico,<br />

fino all’età dei metalli.<br />

Molti sono i suoi “strumenti”<br />

disseminati sia lungo <strong>le</strong><br />

grotte costiere tra Palinuro e<br />

Scario, sia in quel<strong>le</strong> interne<br />

come <strong>le</strong> grotte di Castelcivita<br />

e <strong>le</strong> grotte dell’Angelo, a<br />

Pertosa. <strong>La</strong> scoperta di manufatti<br />

e utensili provenienti<br />

dal vicino Tavoliere del<strong>le</strong><br />

Puglie o dal<strong>le</strong> iso<strong>le</strong> Lipari, i-<br />

noltre testimoniano che già<br />

allora il Ci<strong>le</strong>nto è stato crocevia<br />

di scambi: molti i percorsi<br />

interni che lo mettevano<br />

in comunicazione con <strong>le</strong><br />

altre civiltà appenniniche,<br />

mentre il mare lo avvicinava<br />

al<strong>le</strong> civiltà nuragiche e a<br />

quel<strong>le</strong> egee e mediterranee.<br />

E forse per la ricerca di rame<br />

che i primi greci approdarono<br />

lungo <strong>le</strong> coste del Ci<strong>le</strong>nto<br />

tra il VII e il VI secolo a.C.<br />

dove più tardi nacquero <strong>le</strong><br />

città di Pixunte, Molpa e<br />

l’antica Posidonia, divenuta<br />

poi Paestum. Mentre i Focei,<br />

originari dell’Asia, fondarono<br />

E<strong>le</strong>a, oggi Velia, la città di<br />

Parmenide, della Scuola filosofica<br />

e<strong>le</strong>atica e della prima<br />

Scuola medica, madre della<br />

moderna medicina occidenta<strong>le</strong>.<br />

Il filo della storia ci<strong>le</strong>ntana<br />

si dipana fino ai giorni<br />

nostri <strong>le</strong>gando vicende romane<br />

a fatti medievali importanti:<br />

il Principato longobardo<br />

a Sa<strong>le</strong>rno, l’avvento<br />

dei monaci Basiliani e Benedettini,<br />

la nascita della Baronia<br />

con i Sanseverino, la<br />

loro rivolta a Capaccio nel<br />

1242 contro Federico II, fino<br />

all’epoca del brigantaggio e<br />

ai successivi “Moti ci<strong>le</strong>ntani”<br />

del 1828, con l’insurrezione<br />

contro Francesco I di Borbone.<br />

Tracce, ricordi, monumenti,<br />

culture, sentieri <strong>le</strong>gati<br />

a questa ricca storia oggi<br />

sono salvaguardati anche<br />

grazie al Parco naziona<strong>le</strong> del<br />

Ci<strong>le</strong>nto e Vallo di Diano e ai<br />

numerosi riconoscimenti<br />

internazionali ricevuti nell’ultimo<br />

ventennio.<br />

Pagina a cura di<br />

MARIA EMILIA COBUCCI<br />

Cucina & tradizioni<br />

Alcune tradizioni da<br />

secoli si tramandano nel<br />

Parco. A Casa<strong>le</strong>tto Spartano,<br />

il 1° maggio, gruppi<br />

di giovani vanno di casa<br />

in casa a chiedere <strong>le</strong>gumi.<br />

Cucinati, la sera in piazza<br />

i paesani ne prendono<br />

una porzione come augurio<br />

di prosperità e abbondanza<br />

dei raccolti. Questo<br />

piatto è consumato<br />

anche ad Ispani e prende<br />

il nome di “cuccia” dal<br />

greco“ kykeon”, miscuglio.<br />

A Cicera<strong>le</strong> viene<br />

È la Primula di Palinuro<br />

il logo del Parco del<br />

Ci<strong>le</strong>nto e Vallo di Diano.<br />

Formata da fiori di<br />

colore giallo-dorato,<br />

cresce sul<strong>le</strong> coste calcaree<br />

tirreniche.<br />

chiamata “cecciata”. A Castel<br />

San Lorenzo, a Pellare,<br />

a Moio e a Vallo della<br />

Lucania “cicci maritati”.<br />

Gli ulivi sono presenti<br />

in tutti i Comuni del<br />

Parco, sia montani che<br />

marini. Da piante secolari<br />

o di nuovo impianto<br />

sono prodotti oli<br />

extravergini Dop.<br />

Morigerati<br />

tra grotte<br />

e cascate<br />

Dal fiume Bussento, che<br />

nasce dal versante meridiona<strong>le</strong><br />

del monte Cervati,<br />

in prossimità di Casel<strong>le</strong><br />

in Pittari, che si inabissa<br />

per poi riapparire<br />

pochi chilometri a sud di<br />

Morigerati, prendono vita<br />

<strong>le</strong> grotte di Morigerati. <strong>La</strong><br />

passeggiata inizia con una<br />

mulattiera lastricata in<br />

pietra ed in parte scavata<br />

nella roccia che, dopo una<br />

serie di tornanti, porta<br />

fino all'ingresso della<br />

grotta. Una volta all’interno,<br />

risa<strong>le</strong>ndo una stretta<br />

sca<strong>le</strong>tta in pietra, si oltrepassa<br />

il profondo e spettacolare<br />

canyon, scavato<br />

dal fiume, con due ponticelli<br />

in <strong>le</strong>gno. All'esterno,<br />

poi, il fiume offre del<strong>le</strong><br />

suggestive vedute lungo la<br />

gola, dove <strong>le</strong> acque limpide<br />

e fresche formano,<br />

scorrendo tra profonde e<br />

suggestive pozze, meravigliose<br />

cascate.<br />

Biosfera,<br />

una riserva<br />

esclusiva<br />

Dal 1997 il Parco naziona<strong>le</strong><br />

del Ci<strong>le</strong>nto e Vallo di<br />

Diano è riserva della biosfera.<br />

Una qualifica internaziona<strong>le</strong><br />

assegnatagli dall’Unesco<br />

per la conservazione<br />

e la protezione dell’ambiente,<br />

all’interno del<br />

programma Man and Biosphere<br />

(Man), l’uomo e la<br />

biosfera. Si tratta di aree<br />

costiere e marine in cui si<br />

realizza la conservazione<br />

dell’ecosistema e la sua<br />

biodiversità con l’utilizzo<br />

sostenibi<strong>le</strong> del<strong>le</strong> risorse<br />

naturali a beneficio del<strong>le</strong><br />

comunità locali. Ciò comprende<br />

attività di ricerca,<br />

controllo, educazione e<br />

formazione. Tutte queste<br />

attività realizzano l’Agenda<br />

21, programma del<strong>le</strong> Nazioni<br />

Unite dedicato allo<br />

sviluppo sostenibi<strong>le</strong>, la<br />

conservazione sulla diversità<br />

biologica, trattato a-<br />

dottato nel 1992, e altri<br />

accordi internazionali.<br />

I templi di Paestum<br />

figli dell’umanità<br />

Ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo<br />

Tra i tanti luoghi d’arte presenti nel<br />

Ci<strong>le</strong>nto vanno certamente annoverati<br />

i tre più importanti siti culturali<br />

che hanno permesso al Parco di aggiudicarsi<br />

il titolo di Patrimonio<br />

Mondia<strong>le</strong> dell’Umanità. Velia, patria<br />

dei filosofi Parmenide e Zenone, fondata<br />

nel 540 a.C. dai profughi di Focea;<br />

Paestum, antica città della Magna<br />

Grecia, fondata nel 600 a.C. con<br />

il nome di Poseidania e la Certosa di<br />

San Lorenzo di Padula voluta e finanziata<br />

nel 1306 da Tommaso Sanseverino,<br />

conte di Marsico. Sono questi<br />

i luoghi di importanza naziona<strong>le</strong> ed<br />

internaziona<strong>le</strong> che fanno del Ci<strong>le</strong>nto<br />

la meta prescelta, ogni anno, da<br />

migliaia di visitatori. Ma certamente<br />

sono i templi di Paestum, monumenti<br />

architettonici di epoca greca e<br />

romana, a rappresentare la sua maggiore<br />

ricchezza. Il più antico è il tempio<br />

di Hera, più noto come basilica di<br />

Herathos. Eretto a Paestum intorno<br />

alla metà del V secolo a.C., è uno dei<br />

più grandi templi greci costruiti in<br />

Il tempio di Athena<br />

pietra. Di ordine dorico, il primo<br />

degli ordini architettonici greci, si<br />

credeva che il tempio fosse una basilica<br />

nel senso romano del termine:<br />

luogo sede del tribuna<strong>le</strong> o anche del<strong>le</strong><br />

assemb<strong>le</strong>e dei cittadini. Il più piccolo<br />

è il tempio di Athena. <strong>La</strong> struttura<br />

presentava all’interno otto colonne in<br />

sti<strong>le</strong> ionico, di cui restano soltanto <strong>le</strong><br />

basi e due capitelli, considerati i più<br />

antichi in Italia e conservati nel vicino<br />

museo archeologico. Ultimo è il<br />

tempio di Nettuno. Di ordine dorico<br />

è forse il più compiuto e maturo dell’ordine<br />

architettonico di appartenenza.<br />

Passando da Paestum a Velia<br />

l’incantevo<strong>le</strong> scenario non cambia.<br />

Della città arcaica rimangono notevoli<br />

tracce. Innanzitutto <strong>le</strong> mura che<br />

costituivano il perimetro della città,<br />

organizzata per quartieri, uno meridiona<strong>le</strong><br />

e uno settentriona<strong>le</strong>, ai quali<br />

corrispondevano due porti, utilizzati<br />

probabilmente per funzioni diverse.<br />

L’Acropoli, luogo di culto con un santuario<br />

forse dedicato ad Athena. E<br />

per finire straordinarie opere pubbliche<br />

tra <strong>le</strong> quali spicca la grandiosa<br />

Porta Rosa. Un arco che congiunge in<br />

alto <strong>le</strong> due parti della collina e in<br />

basso i due quartieri e i due porti.<br />

Ultimo sito d’arte è la Certosa di San<br />

Lorenzo, ma dell’impianto antico restano<br />

pochi e<strong>le</strong>menti. Tra questi si ricordano<br />

lo sp<strong>le</strong>ndido portone della<br />

chiesa, datato al 1374, e <strong>le</strong> sue volte a<br />

crociera. A partire dal Concilio di<br />

Trento ci furono opere di ampliamento<br />

che modificarono la struttura<br />

trecentesca: si realizzarono il chiostro<br />

grande e lo scalone ellittico. Gli<br />

ultimi interventi si registrano nel<br />

VXIII secolo.


10 Domenica<br />

3 maggio 2009PRIMO PIANO<br />

IL CASO<br />

Dal 2006 sono fermi i lavori alla Casina del Boschetto<br />

I giornalisti della Campania<br />

da dieci anni senza casa<br />

Ultimo atto in Cassazione, attesa per la sentenza<br />

Nel 1956 ospitò un concerto di<br />

Maria Callas (nella foto a lato).<br />

Oggi la Casina del Boschetto<br />

nella Villa Comuna<strong>le</strong> di Napoli,<br />

meglio nota come Circolo della<br />

Stampa, è una struttura fatiscente.<br />

Dal novembre 1999 è<br />

stata sottratta dal Comune ai<br />

giornalisti campani e da allora<br />

non ne è stato fatto altro uso. In<br />

questi dieci anni si sono susseguiti<br />

lavori di ristrutturazione<br />

più volte interrotti e ormai bloccati<br />

da quasi tre anni, delibere,<br />

risorse finanziarie trovate,<br />

impegnate e poi destinate ad<br />

altro. Ma la struttura è rimasta<br />

abbandonata. Dal 1999 sono in<br />

corso azioni giudiziarie, giunte<br />

ora in Cassazione. Dagli atti del<br />

processo risulta un tota<strong>le</strong> rimesse<br />

di 382.066.386 lire pari a<br />

197.320,82 euro fatte dall’Associazione<br />

Napo<strong>le</strong>tana della<br />

Stampa in acconto sul maggior<br />

danno, soldi che il Comune vorrebbe<br />

ancora per motivazioni al<br />

vaglio della magistratura. Ma i<br />

vertici dei giornalisti campani<br />

sottolineano che il contenzioso<br />

economico e quello civi<strong>le</strong> si<br />

possono risolvere. Serve una<br />

volontà politica che porti a una<br />

soluzione.<br />

Tappa obbligata di tutti i Presidenti<br />

della Repubblica nel<strong>le</strong><br />

loro soste partenopee, il Circolo<br />

della Stampa è stato un tempio<br />

della cultura libera e indipendente,<br />

e ha ospitato nei suoi<br />

Com’era<br />

Com’è<br />

saloni i più grandi intel<strong>le</strong>ttuali<br />

del Novecento. All’inizio del<br />

secolo scorso il Circolo della<br />

Stampa fu concesso dall’allora<br />

amministrazione comuna<strong>le</strong><br />

all’Unione giornalisti napo<strong>le</strong>tani.<br />

Dopo la seconda guerra<br />

mondia<strong>le</strong>, il Comune partenopeo<br />

diede incarico all’ingegnere<br />

Luigi Cosenza di progettare<br />

una nuova sede per il<br />

Circolo rimasto gravemente<br />

danneggiato dagli eventi bellici.<br />

Cosenza, sullo stesso sito<br />

della Villa Comuna<strong>le</strong>, rispettando<br />

il vincolo di destinazione<br />

d’uso ricevuto, realizzò<br />

quel Circolo. Fu uno dei primi<br />

investimenti in cultura da<br />

parte del Comune di Napoli<br />

subito dopo la proclamazione<br />

della Repubblica. Quel Circolo<br />

che nel novembre del<br />

1999 fu prima tolto alla Città<br />

e poi abbandonato, permettendo<br />

che fosse vandalizzato e<br />

lasciato in rovina.<br />

Anche Facebook si mobilita<br />

per ridare ai campani questo<br />

crocevia di cultura libera e<br />

indipendente. 429 sono gli<br />

utenti che hanno aderito al<br />

gruppo creato dai giornalisti<br />

Vincenzo Colimoro e Enrico<br />

Sbandi, con la speranza che il<br />

Circolo torni presto a vivere.<br />

Pagina a cura di<br />

FRANCESCO A. GRANA<br />

Quando il Circolo ospitò<br />

un concerto della Callas<br />

Nel marzo del 1956 Maria Callas si trovava<br />

a Napoli per eseguire tre recite dell’opera<br />

“Lucia di <strong>La</strong>mmermoor” di Gaetano Donizetti<br />

al Teatro San Carlo.<br />

Il 25 marzo la Callas cantò per il Circolo<br />

della Stampa di Napoli. Per gli ospiti della<br />

Casina del Boschetto nella Villa Comuna<strong>le</strong>,<br />

gremita fino all’inverosimi<strong>le</strong>, la grande cantante<br />

lirica interpretò la “Casta Diva” di<br />

Vincenzo Bellini e il fina<strong>le</strong> del primo atto<br />

della “Traviata” di Giuseppe Verdi.<br />

L’indomani la notizia apparve su “Il Mattino”,<br />

che raccontò il grande successo di<br />

pubblico riscosso dalla ce<strong>le</strong>bre artista.<br />

Insieme alla Callas, gli ospiti del Circolo<br />

della Stampa furono allietati dal<strong>le</strong> voci del<br />

baritono Rolando Panerai, che interpretrò<br />

la “Cavatina” del “Barbiere” rossiniano e<br />

“Pari Siamo” dal “Rigo<strong>le</strong>tto”, del tenore<br />

Augusto Pedroni e del basso Antonio<br />

Zerbini. Artisti che resero straordinario il<br />

recital di quella sera al Circolo.<br />

Presidente Colimoro, da<br />

dieci anni non esiste più<br />

il Circolo della Stampa.<br />

Siamo stati sfrattati nel<br />

novembre del 1999 per<br />

finita locazione e non per<br />

morosità. Da allora sono<br />

in corso azioni giudiziarie<br />

in sede civi<strong>le</strong>, che ora sono<br />

in Cassazione, tra l’Associazione<br />

Napo<strong>le</strong>tana della<br />

Stampa e il Comune di<br />

Napoli.<br />

Un edificio che oggi è abbandonato.<br />

<strong>La</strong> cosa singolare è che di<br />

questa struttura non si è<br />

fatto nulla. È sotto gli occhi<br />

di tutti lo stato in cui<br />

oggi versa l’edificio che era<br />

la sede del nostro Circolo.<br />

L’avevamo lasciata che era<br />

uno sp<strong>le</strong>ndore.<br />

Una perdita non solo per<br />

i giornalisti.<br />

Il Circolo della Stampa<br />

non era la casa dei giornalisti.<br />

Era la casa della cultura,<br />

aperta a tutti in maniera<br />

trasversa<strong>le</strong> senza settarismi<br />

di sorta. Un fiore<br />

all’occhiello d’Europa. In<br />

questi dieci anni non c’è<br />

stata una sola persona che<br />

abbia sostenuto di non<br />

restituirlo ai giornalisti.<br />

Nessuno, però, ha mosso<br />

un dito.<br />

Cosa grida vendetta?<br />

Il fatto di aver privato la<br />

città di un importante crocevia<br />

cultura<strong>le</strong>. Una struttura<br />

come quella del Circolo<br />

della Stampa non può<br />

e non deve rimanere il non<br />

L’Associazione della Stampa<br />

«Nessuno<br />

si è mosso»<br />

Colimoro: città privata<br />

di un simbolo della cultura<br />

Vincenzo Colimoro<br />

luogo, simbolo di un’assenza<br />

del pensiero non più solo<br />

metaforica ma inspiegabilmente<br />

rea<strong>le</strong>.<br />

Nel 2013 a Napoli ci sarà il<br />

Forum del<strong>le</strong> Culture. Non<br />

una voce si è alzata da parte<br />

di alcuno per verificare la<br />

possibilità di restituire uno<br />

dei luoghi simbolo alla cultura<br />

della nostra Regione.<br />

Eppure l’aria del Circolo,<br />

la libertà di fare cultura<br />

senza appartenenze e cappelli<br />

in testa, in quei saloni<br />

l’hanno respirata intel<strong>le</strong>ttuali<br />

di fama internaziona<strong>le</strong><br />

come Enrico De Nicola,<br />

Max Vajro, Maria Callas e<br />

tanti altri.<br />

Presidente Lucarelli, cosa<br />

sta facendo l’Ordine<br />

dei Giornalisti della<br />

Campania per riprendersi<br />

il Circolo della<br />

Stampa?<br />

Da quando è entrato in<br />

funzione il nuovo direttivo<br />

dell’Ordine, nel giugno del<br />

2007, è stato subito avviato<br />

il discorso con il Comune<br />

di Napoli per riprenderci<br />

il Circolo. Il<br />

Sindaco ha più volte dato<br />

la sua disponibilità a far<br />

ritornare i giornalisti nella<br />

loro casa. Non si sa ancora<br />

con qua<strong>le</strong> formula da un<br />

punto di vista giuridico.<br />

L’importante è che vi<br />

ritornino l’Ordine, l’Associazione<br />

della Stampa,<br />

l’Inpgi e la Casagit.<br />

Ma i lavori di ristrutturazione<br />

del Circolo sono<br />

fermi da tempo.<br />

Anche di questo abbiamo<br />

parlato con il Comune. Il<br />

cantiere è fermo da quasi<br />

tre anni. L’ex assessore<br />

Cardillo aveva detto che i<br />

soldi erano finiti. Noi<br />

abbiamo chiesto ai nuovi<br />

assessori competenti di<br />

fare una ricognizione per<br />

vedere quali sono <strong>le</strong> fonti<br />

per far riaprire il cantiere<br />

rapidamente e comp<strong>le</strong>tare<br />

i lavori. È questo il primo<br />

obiettivo. Poi saremo noi a<br />

vigilare e a impedire che<br />

venga chiuso, se non al<br />

termine dei lavori.<br />

È fiducioso?<br />

Molto. Al Comune adesso<br />

L’Ordine dei Giornalisti<br />

«Torneremo<br />

nella Villa»<br />

Lucarelli: la priorità<br />

è far riaprire il cantiere<br />

ci ascoltano e già questo è<br />

una novità. Io mi auguro<br />

che in sede di bilancio del<br />

Consiglio comuna<strong>le</strong> sia<br />

affrontata anche la questione<br />

della Casina del Boschetto<br />

nella Villa Comuna<strong>le</strong>.<br />

I giornalisti, quindi, riavranno,<br />

dopo dieci anni,<br />

Ottavio Lucarelli<br />

la loro casa?<br />

Sono sicuro di si, anche se<br />

credo che ci vorrà del<br />

tempo. Ed è diffici<strong>le</strong> adesso<br />

prevedere quando saranno<br />

ripresi e comp<strong>le</strong>tati<br />

i lavori. <strong>La</strong> nostra casa era<br />

e tornerà a essere un<br />

punto di riferimento per<br />

la città.


Il piccolo centro sannita tra storie di rivolta e <strong>le</strong>ggende<br />

San Lupo, il paese<br />

che piaceva agli zar<br />

Popolazione dimezzata: tanti emigrati in Australia<br />

PRIMO PIANO Domenica 3 maggio 2009<br />

Quattro foto simbolo<br />

11<br />

Viottoli di campagna in salita,<br />

strettissimi, tra i vitigni<br />

(uno dei motori dell’economia<br />

del paese assieme all’ulivo)<br />

e qualche anziano contadino<br />

al lavoro. Si arriva così<br />

a San Lupo, paesino di 845<br />

abitanti, in provincia di<br />

Benevento,e al confine con i<br />

monti del Matese.<br />

Nel centro è si<strong>le</strong>nzio, quel<br />

si<strong>le</strong>nzio che magari permette<br />

l’organizzazione di insurrezioni<br />

anarchiche, come<br />

quella di Carlo Cafiero ed<br />

Enrico Malatesta del 1877,<br />

quel si<strong>le</strong>nzio che permette il<br />

proliferare di <strong>le</strong>ggende come<br />

quella del<strong>le</strong> “janare”, streghe<br />

tipiche della tradizione sannita.<br />

Le case di pietra e i viottoli<br />

stretti la fanno da padrone,<br />

molto caratteristiche sono <strong>le</strong><br />

fontane, come quella di<br />

Sant’Angelo, anche <strong>le</strong> chiese<br />

(com’è norma<strong>le</strong> che sia in un<br />

paese di fondazione benedettina)<br />

sono di particolare<br />

pregio. Ne è un esempio la<br />

Chiesa Arcipreta<strong>le</strong> di San<br />

Giovanni Battista, dove sono<br />

custodite <strong>le</strong> reliquie del<br />

Santo.<br />

Una curiosità riguarda proprio<br />

uno dei tesori di arte<br />

sacra del paese: la statua di<br />

San Lupo, per <strong>le</strong> sue peculiarità,<br />

sarà esaminata da studiosi<br />

spagnoli.<br />

Storia e <strong>le</strong>ggenda si fondono<br />

per quanto attiene al<strong>le</strong> origini<br />

del paese: il territorio<br />

venne donato, con decreto,<br />

da Pandolfo Capodiferro all’Abate<br />

Giovanni., a cui in<br />

sogno apparve San Lupo che<br />

ordinava di fondare un insediamento<br />

nel punto in cui<br />

avrebbe visto un lupo intento<br />

a guardare <strong>le</strong> stel<strong>le</strong>. I monaci<br />

inviati a ispezionare il<br />

territorio non riuscivano a<br />

trovare un punto adatto a<br />

causa della mancanza di<br />

acqua. Finchè si trovarono<br />

di fronte a una roccia da cui<br />

scaturiva una sorgente. Sulla<br />

roccia, un lupo era intento a<br />

guardare una stella luminosissima.<br />

Di fronte al racconto<br />

dei suoi inviati, l’Abate<br />

non ebbe dubbi. Lì nacque<br />

un insediamento di circa<br />

500 persone, provenienti<br />

dalla vicina zona del Matese.<br />

Questa e altre <strong>le</strong>ggende sono<br />

frutto dei racconti del dottor<br />

Ugo Simeone, scrittore di<br />

vari libri sulla storia loca<strong>le</strong>,<br />

che, con gran disponibilità,<br />

ha messo il proprio bagaglio<br />

di conoscenze a disposizione.<br />

Tranne una sfortunata<br />

parentesi di dominazione<br />

normanna, il paese è stato<br />

benedettino fino al 1456, per<br />

diventare dominio feuda<strong>le</strong><br />

dei Carafa prima e dei Caracciolo<br />

poi.<br />

San Lupo fu anche particolarmente<br />

caro ai Borbone, in<br />

particolare a Ferdinando II,<br />

grazie anche all’amicizia con<br />

una figura di spicco (sebbene<br />

bistrattata dalla storiografia)<br />

del paese: il cavalier<br />

Achil<strong>le</strong> Iacobelli, fautore di<br />

importantissime opere architettoniche<br />

e tra i primi<br />

consiglieri provinciali di<br />

Benevento.<br />

Ancora oggi opere volute da<br />

Iacobelli, come la villa , il palazzo<br />

e la cappella che portano<br />

il suo nome, appartengono<br />

al patrimonio artistico<br />

e infrastruttura<strong>le</strong> di San Lupo.<br />

Anche il ponte Torello,<br />

passaggio obbligato per accedere<br />

a molti paesi limitrofi,<br />

fu voluto da Achil<strong>le</strong> Iacobelli,<br />

sebbene quest’opera<br />

costituì la sua rovina.<br />

Tra i visitatori illustri, oltre a<br />

Ferdinando II c’è un’altra<br />

testa coronata: lo zar Nicola<br />

I che rimase talmente impressionato<br />

dal marmo perlato<br />

di produzione loca<strong>le</strong> da<br />

vo<strong>le</strong>rlo al Cremlino, nella<br />

grande sala dei marmi.<br />

In epoca recente, l’economia<br />

si è basata preva<strong>le</strong>ntemente<br />

sull’agricoltura, fino alla “fuga<br />

dal<strong>le</strong> campagne” che ha<br />

portato via dal paese diversi<br />

abitanti. A tal proposito,<br />

qualcuno, in tono scherzoso,<br />

afferma che il più grande<br />

insediamento sanlupese non<br />

sia San Lupo, ma sia l’Australia,<br />

meta predi<strong>le</strong>tta dai<br />

migranti.<br />

Il Ponte del<strong>le</strong> janare, dalla<br />

sinistra fama, accompagna<br />

all’esterno del paese in un<br />

si<strong>le</strong>nzio quasi stregato.<br />

Pagina a cura di<br />

FRANCESCO PADULANO<br />

CRISTIANO VELLA<br />

<strong>La</strong> fontana di realizzata<br />

dal maestro Mario Co<strong>le</strong>lla<br />

nel 1600.<br />

Un verso in latino invita<br />

i visitatori a dissetarsi.<br />

<strong>La</strong> statua dedicata al<strong>le</strong><br />

vittime civili della seconda<br />

guerra mondia<strong>le</strong><br />

si trova in <strong>La</strong>rgo<br />

Zampillo. E’ stata realizzata<br />

dallo scultore<br />

sanlupese Di Blasio.<br />

I due internazionalisti<br />

Enrico Malatesta e Carlo<br />

Cafiero, gli anarchici che<br />

nella taverna Iacobelli di<br />

San Lupo si riunirono e<br />

capeggiarono una insur-<br />

<strong>La</strong> Cappella della Crocella,<br />

all’ingresso del<br />

paese, è dedicata a San<br />

Lupo. E’ stata costruita<br />

grazie al<strong>le</strong> offerte dei<br />

sanlupesi emigrati.<br />

<strong>La</strong> fonte, i luoghi e i<br />

protagonisti di un racconto<br />

riguardante <strong>le</strong><br />

“janare” in un quadro<br />

di proprietà dello storico<br />

loca<strong>le</strong>, Ugo Simeone.<br />

rezione. I due, assieme a-<br />

gli altri internazionalisti,<br />

furono scoperti e dai Carabinieri<br />

e fuggirono tra<br />

i monti del Matese.<br />

Anarchici<br />

dal cuore<br />

d’oro<br />

Nell’apri<strong>le</strong> del 1877 gli<br />

internazionalisti Carlo<br />

Cafiero ed Enrico Malatesta,<br />

assieme a venti<br />

anarchici scelsero San<br />

Lupo per iniziare un<br />

moto insurreziona<strong>le</strong> cavalcando<br />

l’onda del brigantaggio.<br />

Scoperti dai<br />

carabinieri, dopo uno<br />

scontro a fuoco, fuggirono<br />

tra i monti del Matese.<br />

Furono catturati a<br />

Gallo Matese e processati.<br />

Ottennero l’assoluzione.<br />

Si racconta che durante<br />

la fuga, affamati,<br />

rubarono un agnello a<br />

un bambino che iniziò a<br />

piangere. Cafiero di<br />

fronte al<strong>le</strong> lacrime del<br />

piccolo pastore intimò a<br />

Malatesta di restituire<br />

l’agnello, affermando:<br />

“Siamo venuti qui per<br />

dare a questa gente, e<br />

non per togliere”.<br />

Ospiti da ricordare<br />

ma toccando ferro<br />

<strong>La</strong> catastrofica visita del sinistro Cesare Della Val<strong>le</strong><br />

Non solo ospiti illustri per San Lupo,<br />

ma anche un personaggio alquanto<br />

singolare. Il Re Ferdinando II poco<br />

prima della venuta di Garibaldi e<br />

della conseguente caduta del Regno<br />

del<strong>le</strong> Due Sicilie, si accingeva a recarsi<br />

nel paesino per vedere da vicino<br />

<strong>le</strong> strade e il ponte che il cavalier<br />

Iacobelli si apprestava a costruire. Al<br />

seguito del sovrano anche Cesare<br />

Della Val<strong>le</strong>, Duca di Ventignano e<br />

famoso, sembra, per essere un potentissimo<br />

jettatore. C’è da dire che il<br />

sovrano non era molto entusiasta<br />

dell’idea di avere al seguito Della<br />

Val<strong>le</strong>, ma il forte timore della jettatura<br />

gli impediva di rifiutarsi di portarlo.<br />

Già all’arrivo della carrozza rea<strong>le</strong> i<br />

presagi furono tutt’altro che buoni:<br />

un cane si lanciò contro i cavalli e il<br />

mezzo si rovesciò. Nei giorni seguenti<br />

il potere di Della Val<strong>le</strong> non si placò:<br />

quando il Re gli chiese se avesse dormito<br />

bene, questi rispose di no.<br />

<strong>La</strong> sp<strong>le</strong>ndida villa in cui alloggiava,<br />

crollò di lì a poco, infatti sono ancora<br />

Ferdinando II, portò Della Val<strong>le</strong> in paese<br />

presenti in paese i ruderi di questa.<br />

Alcune del<strong>le</strong> famiglie che lo avevano<br />

ospitato caddero in rovina, tra queste<br />

anche quella dell’attua<strong>le</strong> sindaco di<br />

San Lupo, altre, più sfortunate, si sono<br />

addirittura estinte.<br />

Nemmeno il re fu risparmiato dall’influsso<br />

di Della Val<strong>le</strong>: durante l’ultima<br />

cena in paese si vol<strong>le</strong> festeggiare con<br />

un grande banchetto, ma il commensa<strong>le</strong><br />

seduto accanto all’infausto personaggio,<br />

all’atto del brindisi, impressionato<br />

dalla fama del vicino, fece<br />

cadere il vino sulla tovaglia, proprio<br />

dove era seduto Ferdinando, cattivo<br />

presagio secondo molti. Il Re, infatti<br />

dopo poco morì, e il Regno del<strong>le</strong> Due<br />

Sicilie fu rovesciato.<br />

In ultimo, chi ha ricordato ta<strong>le</strong> personaggio,<br />

rif<strong>le</strong>tte che Della Val<strong>le</strong> era in<br />

città per osservare, con Ferdinando,<br />

il procedere dei progetti di Iacobelli<br />

per la realizzazione del ponte<br />

Torello. Quest’opera fu la rovina del<br />

Cavalier Iacobelli: crollò e fu ricostruito;<br />

i soldi che questi anticipò<br />

non furono mai restituiti, e si vide costretto<br />

a cedere tutti i propri beni,<br />

cadendo in rovina.<br />

Di Cesare Della Val<strong>le</strong>, Duca di Ventignano,<br />

e del suo “potere”, ha scritto<br />

anche A<strong>le</strong>ssandro Dumas, che, temendo<br />

prob<strong>le</strong>mi, non ne specifica<br />

mai il nome, ma lo indica come<br />

“principe X”. Anche il famoso compositore<br />

Gioacchino Rossini, dovendo<br />

scrivere la partitura per un libretto<br />

scritto da Della Val<strong>le</strong> (il Maometto<br />

II), prese precauzioni: si adoperò sì,<br />

ma con la mano destra, la sinistra<br />

invece era impegnata a fare il gesto<br />

scaramantico del<strong>le</strong> corna.<br />

Stregati<br />

dal<strong>le</strong><br />

janare<br />

Al di sotto del Ponte<br />

Janare esiste una pozza<br />

d’acqua dove anche in e-<br />

poca recente hanno perso<br />

la vita del<strong>le</strong> persone.<br />

<strong>La</strong> <strong>le</strong>ggenda vuo<strong>le</strong> che <strong>le</strong><br />

streghe (conosciute in<br />

zona come janare) si riunissero<br />

sulla roccia che<br />

sovrasta la pozza per<br />

congiungersi con il demonio.<br />

Un racconto narra<br />

di un nobi<strong>le</strong> che accusa<br />

una pastorella, rea di<br />

averlo rifiutato, di stregoneria.<br />

<strong>La</strong> pastorella<br />

viene annegata nella<br />

pozza e il corpo non<br />

venne mai ritrovato.<br />

Leggenda vuo<strong>le</strong> che un<br />

giovane discendente del<br />

nobi<strong>le</strong>, trecento anni<br />

dopo, annega nella stessa<br />

pozza, perché invaghito<br />

della stessa pastorella,<br />

riemersa dal<strong>le</strong> acque.<br />

Nemmeno il corpo<br />

del giovane fu ritrovato.


12 Domenica 3 maggio 2009SPECIALE<br />

Una missione possibi<strong>le</strong><br />

attraverso una serie di corsi<br />

di formazione e cultura<br />

per restituire dignità<br />

a chi ha sbagliato strada<br />

Al centro della foto Rita Romano, direttrice ad Eboli,<br />

con <strong>le</strong> assistenti Gargaro, Falcone, Ca<strong>le</strong>ca e Bosso<br />

L’appuntamento<br />

I detenuti dell’istituto di Eboli faranno<br />

da guide turistiche per il prossimo<br />

“Maggio dei Monumenti” a Napoli. Fino<br />

al 2 giugno accompagneranno i turisti<br />

nella visita della basilica della Santissima<br />

Annunziata Maggiore, nel quartiere di<br />

Forcella. Particolarità della struttura è la<br />

ruota degli esposti, il pertugio attraverso<br />

il qua<strong>le</strong> <strong>le</strong> madri abbandonavano i figli.<br />

Il carcere che cambia <strong>le</strong> vite perdute<br />

Ad Eboli e <strong>La</strong>uro unici esempi di riabilitazione detentiva in Campania<br />

Per molti è una missione impossibi<strong>le</strong>, per altri<br />

invece, ben pochi, semplicemente una missione<br />

di vita. E’ il lavoro di chi opera negli Icatt, gli istituti<br />

a custodia attenuata per il trattamento del<strong>le</strong><br />

tossicodipendenze, di coloro che prendono in<br />

carico soggetti detenuti con prob<strong>le</strong>mi di droga<br />

per farne del<strong>le</strong> persone migliori, prima per loro<br />

stessi e poi per la società.<br />

Eboli e <strong>La</strong>uro <strong>le</strong> sedi di queste strutture carcerarie<br />

specializzate, diverse dal di fuori ma eguali<br />

all’interno. Ad Eboli, infatti, il carcere è ospitato<br />

nel Castello Colonna, antico palazzo gentilizio<br />

realizzato sulla rocca cittadina. A <strong>La</strong>uro invece,<br />

l’Icatt è situato in un edificio di recente costruzione<br />

che si rifà esternamente ad un carcere di massima<br />

sicurezza. A dirigerli due donne, valide e<br />

determinate, con buona esperienza: Rita Romano<br />

e Claudia Nannola (nella foto in basso). Affianco<br />

a loro i comandanti della polizia penitenziaria<br />

Arianna Bosso e Sabato Costabi<strong>le</strong> oltre ai vari<br />

specialisti della riabilitazione.<br />

L’Icatt è un’opportunità quindi, quella di poter<br />

riappropriarsi del proprio futuro. Opportunità<br />

però per pochi detenuti e con dei requisiti particolari.<br />

<strong>La</strong> capienza massima è di 100 detenuti,<br />

poco più del 1% della popolazione carceraria<br />

campana.<br />

Si tratta di strutture specializzate dove si persegue<br />

non solo la <strong>le</strong>galità ma si lavora anche sul<br />

prob<strong>le</strong>ma persona<strong>le</strong> del detenuto. Il doppio binario<br />

insomma: rispetto del<strong>le</strong><br />

<strong>le</strong>ggi e riabilitazione sanitaria<br />

del singolo. <strong>La</strong> buona condotta<br />

oltre che la volontarietà dell’adesione<br />

e un residuo pena<br />

breve sono requisiti imprescindibili.<br />

Si firma un contratto e<br />

parte il percorso terapeutico<br />

avanzato. Il tutto cercando di<br />

non creare prob<strong>le</strong>mi al gruppo.<br />

Perché di gruppo si tratta.<br />

In questi istituti si vive come<br />

fossero comunità. Ognuno ha<br />

il suo ruolo, il compito quotidiano.<br />

Dalla manutenzione ordinaria ai corsi di<br />

formazione, ai laboratori artistici. Ogni ora è<br />

scandita da un “fare” che ridà agli ospiti il ritmo<br />

della vita esterna che riacquisteranno a breve.<br />

Perciò vige la sorveglianza attenuata verso gli<br />

ospiti, maggiori libertà e più spazi; dove gli angoli<br />

della sicurezza sono sicuramente più smussati<br />

proprio in virtù del percorso riabilitativo. <strong>La</strong><br />

struttura in questo caso si plasma al<strong>le</strong> esigenze<br />

carcerarie: più libertà e più fiducia. Il regime è<br />

quindi più “aperto” anche fisicamente proprio per<br />

<strong>le</strong> maggiori possibilità di reinserimento e riabilitazione<br />

degli ospiti. Infatti, <strong>le</strong> rego<strong>le</strong> del vivere<br />

quotidiano vengo condivise dai detenuti, i quali<br />

godono di fiducia ma debbono anche guadagnarsela.<br />

L’ampiezza degli spazi messi a disposizione<br />

serve a creare quel percorso riabilitativo comp<strong>le</strong>to<br />

che deve ridare un senso alla vita degli ospiti.<br />

Qui si fa riabilitazione a 360 gradi, seguendo i<br />

detenuti personalmente con operatori qualificati<br />

e motivati. Il segreto è sicuramente l’approccio<br />

ma anche ciò che si offre. Uscire dal tunnel della<br />

droga e imparare un lavoro. Si. Imparare qualcosa<br />

che, una volta fuori, può servire a migliorare<br />

l’esistenza.<br />

Nei due istituti vi sono quest’anno corsi di artigianato,<br />

fa<strong>le</strong>gnameria, informatica, vivaista, cucina.<br />

Possibilità di lavorare all’esterno come fanno ad<br />

Eboli alcuni detenuti impegnati in un call center.<br />

Creare quindi possibilità di lavoro che possano<br />

mutare <strong>le</strong> condizioni future di vita per ogni detenuto.<br />

Ma il percorso riabilitativo passa anche<br />

attraverso incontri culturali. Non a caso a <strong>La</strong>uro<br />

un gruppo di detenuti fa parte del comitato dl <strong>le</strong>ttura<br />

del Premio Napoli. C’è chi ci crede e li propone<br />

ai suoi ragazzi: ma la cultura intesa come<br />

passione e impegno. Un’apertura di orizzonti che<br />

possa far scoprire il piacere della libertà.<br />

Il castello Colonna, sede dell’Icatt di Eboli. (Foto di Carmine Cataldo, www.eboliinfoto.com)<br />

I tempi<br />

del giorno<br />

in cella<br />

7,00 Sveglia<br />

7,30 Colazione<br />

8,00 Inizio attività della<br />

giornata: scuola, formazione<br />

professiona<strong>le</strong> (corsi<br />

di cuoco, informatica,<br />

artigianato, musica, scultura)<br />

e manutenzione<br />

ordinaria della struttura<br />

(cucina, lavanderia, biblioteca<br />

e aree verdi)<br />

9,00 Attività all’aperto<br />

fino al<strong>le</strong> ore 11,00<br />

12,00 Pranzo<br />

13,00 Passeggio<br />

15,00 Inizio attività<br />

ricreative e sportive: Incontri<br />

culturali o pa<strong>le</strong>stra<br />

e calcio<br />

17,30 Cena<br />

18,00 Ore di socialità tra<br />

detenuti<br />

21.00 Rientro in cella<br />

dove è possibi<strong>le</strong> guardare<br />

la te<strong>le</strong>visione (fino al<strong>le</strong> 22<br />

nei periodi estivi)<br />

Per due giorni a settimana<br />

è possibi<strong>le</strong> ricevere <strong>le</strong> visite<br />

familiari, <strong>le</strong> quali si<br />

svolgono oltre che nel<strong>le</strong><br />

apposite sa<strong>le</strong> anche negli<br />

spazi verdi attrezzati presenti<br />

negli istituti a sorveglianza<br />

attenuata per il<br />

trattamento del<strong>le</strong> tossidipendenze.<br />

Queste strutture<br />

mantengono la sorveglianza<br />

attenuata per i<br />

detenuti al fine di agevolare<br />

i compiti interni e la<br />

formazione per la conseguente<br />

riabilitazione.<br />

<strong>La</strong> prigione<br />

è un palazzo<br />

di vetro<br />

Contestabi<strong>le</strong>: progettiamo<br />

di fare anche l’Università<br />

Tommaso Contestabi<strong>le</strong>, 57<br />

anni di cui 32 da funzionario<br />

del ministero della<br />

Giustizia. Direttore del<strong>le</strong><br />

carceri di Pianosa, Cuneo e<br />

Secondigliano, oggi è Provveditore<br />

dell’amministrazione<br />

penitenziaria per la<br />

Campania, incarico che ricopre<br />

da cinque anni.<br />

L’articolo 27 della Costituzione:<br />

la pena deve tendere<br />

alla rieducazione.<br />

In Italia abbiamo avuto una<br />

IL PROVVEDITORE<br />

I numeri<br />

7575 sono attualmente i<br />

detenuti in Campania<br />

4000 quelli che invece<br />

benificiano del<strong>le</strong> misure<br />

alternative al carcere come<br />

l’affidamento in prova ai<br />

servizi sociali cossiddetti<br />

in esecuzione pena<strong>le</strong> esterna<br />

5500 la capienza ottima<strong>le</strong><br />

del<strong>le</strong> carceri campane<br />

7000 quella tol<strong>le</strong>rabi<strong>le</strong><br />

4800 i detenuti subito<br />

dopo l’indulto<br />

18 <strong>le</strong> strutture carcerarie<br />

in regione<br />

2 <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> di formazione<br />

della polizia pentenziaria a<br />

Portici ed Aversa<br />

<strong>le</strong>gge che si è rifatta in pieno<br />

al dettato costituziona<strong>le</strong> nel<br />

1975 con il nuovo ordinamento<br />

penitenziario, uno<br />

dei più moderni per trattamento<br />

e osservazione. Ma<br />

non è possibi<strong>le</strong> attuarlo in<br />

toto per il sovraffollamento<br />

del<strong>le</strong> carceri.<br />

Le attività culturali strumento<br />

di riabilitazione?<br />

Si. In Campania se ne fanno<br />

tante ogni giorno. Si lavora<br />

con il Ministero, gli enti locali<br />

e <strong>le</strong> associazioni di volontariato.<br />

Ci sono laboratori<br />

artistici e corsi di formazione<br />

oltre <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> superiori.<br />

Stiamo progettando<br />

l’istituzione di un polo<br />

universitario. Lo scopo dell’<br />

amministrazione penitenziaria<br />

è quello di mettere a<br />

disposizione dei detenuti<br />

una serie di opzioni. Noi<br />

proponiamo e il detenuto<br />

decide. L’importante è poter<br />

fare questa offerta a<br />

ventaglio.<br />

Può un delinquente cambiare<br />

e parlare di <strong>le</strong>galità?<br />

In teoria si, poi bisogna<br />

vedere qual è l’approccio di<br />

queste persone. A tutti<br />

debbono essere date del<strong>le</strong><br />

possibilità. Nessuno quando<br />

nasce immagina di violare<br />

la <strong>le</strong>gge.<br />

Cos’è un carcere?<br />

Un punto di rieducazione<br />

per <strong>le</strong> persone che hanno<br />

sbagliato e devono pagare.<br />

Ma la certezza della pena<br />

deve essere accompagnata<br />

dal<strong>le</strong> opzioni esposte. Una<br />

di queste opzioni è l’Icatt.<br />

Strutture picco<strong>le</strong> per una<br />

tipologia particolare di<br />

detenuti, i tossicodipendenti,<br />

i quali decidono di<br />

fare un ulteriore sforzo per<br />

uscire fuori da questa situazione<br />

persona<strong>le</strong>. L’amministrazione<br />

così gli mette a<br />

disposizione strumenti e<br />

operatori esperti.<br />

Il futuro?<br />

Carceri più vivibili. Istituti<br />

di media capienza non serbatoi<br />

di gente. I detenuti<br />

debbono avere giusti spazi.<br />

Aumentare il trattamento e<br />

creare una rete istituziona<strong>le</strong><br />

sul territorio. Quando<br />

siamo riusciti ad attivarla,<br />

abbiamo avuto dei risultati<br />

eccezionali.


<strong>La</strong> storia di Francesco uscito dal tunnel dell’eroina<br />

Dall’inferno-droga<br />

al posto di lavoro<br />

«Ho imparato a vivere il rischio della libertà»<br />

Discesa e ritorno dagli inferi. In<br />

mezzo l’Icatt di Eboli. <strong>La</strong> storia di<br />

Francesco Cozzolino, oggi uno stimato<br />

gestore di cooperative sociali<br />

nella provincia di Sa<strong>le</strong>rno, è segnata<br />

da un fatto singolare: la sua<br />

rinascita. Rinascita avvenuta nel<br />

soggiorno detentivo presso la casa<br />

circondaria<strong>le</strong> di Eboli che lui stesso<br />

definisce il periodo “in cui ho<br />

riaperto gli occhi. In cui mi hanno<br />

insegnato a saper vivere la vita<br />

perché la vita è di tutti ma saperla<br />

vivere è altra cosa”.<br />

<strong>La</strong> storia di Francesco, 41 anni di<br />

Napoli, è emb<strong>le</strong>matica. Rappresenta<br />

il ritorno alla speranza. E’<br />

però la storia di pochi, quei pochi<br />

che ce la fanno. Quelli che ci mettono<br />

l’anima e grazie al supporto<br />

del percorso carcerario, entrano in<br />

una nuova vita. In quella di oggi, in<br />

cui si diventa un esempio per tutti.<br />

Ma questa è anche la storia del<br />

successo di quella parte dell’amministrazione<br />

penitenziaria che<br />

lavora esclusivamente nel campo<br />

della riabilitazione. Di quelli che ci<br />

credono e che danno il via a quel<br />

percorso comune, detenuto-equipe,<br />

senza il qua<strong>le</strong> il risultato non è<br />

quasi mai positivo.<br />

Quando Francesco arriva ad Eboli<br />

ha 28 anni ma sa già che questo<br />

carcere è “tranquillo”. Viene da<br />

Poggiorea<strong>le</strong> e Secondigliano e,<br />

com’è d’uopo per gli ospiti di un<br />

Icatt, ha avuto prob<strong>le</strong>mi di tossicodipendenza.<br />

«Appena arrivati ci guardammo<br />

stupiti – spiega Cozzolino - altri<br />

detenuti ci salutavano sorridenti.<br />

Ambiente sereno. Camere grandi<br />

e spaziose con docce e bidè. Dopo<br />

un po’ di tempo capiì che c’erano<br />

del<strong>le</strong> possibilità di cambiare la mia<br />

vita. Avevo a disposizione alcuni<br />

strumenti che potevano modificare<br />

il mio futuro. Ripresi a studiare,<br />

partecipai al giornalino interno e<br />

creammo il gruppo di teatro autogestito<br />

con gli studenti con liceo<br />

classico di Eboli. Un’esperienza<br />

indimenticabi<strong>le</strong>. Un rapporto con i<br />

ragazzi complicato ma bellissimo»<br />

Poi un giorno si aprono <strong>le</strong> porte.<br />

Alcuni detenuti hanno seguito il<br />

corso di perito industria<strong>le</strong> ed è<br />

arrivato il momento dell’esame di<br />

maturità. Il segno della fiducia<br />

della direzione nei confronti di chi<br />

l’ha guadagnata. Si va a scuola<br />

normalmente, accompagnati solo<br />

da un’operatrice volontaria. «Erano<br />

cinque anni che non uscivo.<br />

Riscoprii sensazioni che pensavo<br />

avessi perduto. Una grande emozione<br />

ma anche un rischio quella<br />

libertà. Ma la cosa più importante<br />

SPECIALE Domenica 3 maggio 2009<br />

13<br />

na. Quindi l’impegno per <strong>le</strong> proposte<br />

che mi venivano fatte dagli<br />

operatori fu maggiore».<br />

<strong>La</strong> nuova vita ha quindi inizio.<br />

L’esperienza negativa, il sapere<br />

carcerario di Francesco diventa il<br />

suo titolo di studio. Gli strumenti<br />

messi a disposizione del carcere gli<br />

danno sostegno per un nuovo fare.<br />

Il primo incarico da uomo libero.<br />

Delicatissimo. Un gruppo di detenuti<br />

frequenta un corso di formazione.<br />

Francesco è loro controllore:<br />

li accompagna nei trasporti<br />

(«dovevo fare rispettare <strong>le</strong> rego<strong>le</strong> a<br />

chi, con me, prima <strong>le</strong> subiva»).<br />

E poi è un’altra vita. Una di quel<strong>le</strong><br />

che va<strong>le</strong> vivere. O meglio rivivere.<br />

Oggi ha una casa famiglia e si<br />

occupa, con due cooperative, di<br />

persone disagiate e recupero tossi-<br />

C0SI’ LAVORA L’EQUIPE INTEGRATA<br />

GLI OPERATORI DELLA SPERANZA<br />

Responsabilità e fiducia. Doti principali<br />

per il saper vivere. Qualità o capacità<br />

che siano, c’è chi ne conosce il significato<br />

e cerca di trasmetterlo ai chi ne ha<br />

bisogno. E’ questo il lavoro<br />

di equipe integrata,<br />

del tipo multidisciplinare,<br />

di quelli che lavorano<br />

per ridare alla società un<br />

soggetto diverso, non<br />

nuovo, ma più responsabi<strong>le</strong>.<br />

Sono il gruppo d’intervento<br />

degli Icatt di Eboli<br />

e <strong>La</strong>uro, grinta, intuito e<br />

tanta esperienza.<br />

In provincia di Sa<strong>le</strong>rno<br />

operano Rosa Maria Ca<strong>le</strong>ca,<br />

responsabi<strong>le</strong> dell’area<br />

educativa, la psicologa Teresa Gargaro<br />

e l’assistente socia<strong>le</strong> Madda<strong>le</strong>na<br />

Falcone dell’ufficio esecuzione pena<strong>le</strong><br />

esterno.<br />

A <strong>La</strong>uro invece ci sono Miche<strong>le</strong> Sellitti<br />

PREMIO NAPOLI<br />

Detenuti<br />

come <strong>le</strong>ttori<br />

per l’area educativa; Rosalba Palma, assistente<br />

socia<strong>le</strong> dell’Uepe di Avellino e <strong>La</strong>ura<br />

Fiore, psicologa.<br />

Si parte dall’e<strong>le</strong>mento base: gli spazi. Poi<br />

il primo approccio.<br />

L’equipe integrata interviene<br />

sul disagio del<br />

detenuto e sull’ambiente<br />

esterno. Sui familiari<br />

perché il singolo va restituito<br />

prima a loro<br />

che alla società. Il lavoro<br />

interno deve avere<br />

una continuazione anche<br />

fuori. Poi l’aspetto<br />

psicologico. Dare schemi<br />

comportamentali.<br />

Si deve conoscere il<br />

perché del comportamento<br />

deviato e prendere consapevo<strong>le</strong>zza<br />

dei propri mezzi. Ad ognuno il suo<br />

ruolo. Avere coscienza del compito assegnato<br />

offre <strong>le</strong> competenze che servono<br />

una volta usciti.<br />

IL TEATRO<br />

<strong>La</strong> fantasia<br />

oltre <strong>le</strong> <strong>sbarre</strong><br />

In alto<br />

Francesco<br />

Cozzolino.<br />

A sinistra,<br />

Miche<strong>le</strong> Sellitti,<br />

Rosalba Palma<br />

e <strong>La</strong>ura Fiore<br />

del team<br />

di educatori<br />

dell’Icatt<br />

di <strong>La</strong>uro<br />

LA LEGALITA’<br />

In marcia<br />

per la pace<br />

era la fiducia guadagnata».<br />

Intanto arrivano i permessi premi<br />

e il ritorno in famiglia, a Napoli. Lì,<br />

tra i vicoli del quartiere in cui sei<br />

cresciuto, l’amara verità: quella<br />

non è più la mia casa. Il mio futuro<br />

è oramai altrove. «Sembrava un<br />

paradosso ma quei pochi giorni<br />

passati a Napoli mi pesavano.<br />

Stava succedendo qualcosa dentro<br />

di me. Stavo cambiando. Vedevo <strong>le</strong><br />

cose in maniera diversa. Avevo<br />

un’emozione forte anche quando<br />

tornavo Eboli. Sentivo il bisogno di<br />

mettere radici altrove, lontano dal<br />

luogo che aveva visto la mia rovicodipendenti.<br />

Le sue esperienze<br />

sono state anche riportate in due<br />

libri “<strong>La</strong> storia di Luca” e “Nadia e<br />

X: mondi reali e realtà virtuali”. Un<br />

riscatto alla grande. Un percorso<br />

nel qua<strong>le</strong> ha scoperto <strong>le</strong> sue qualità<br />

e acquisito fiducia dal prossimo.<br />

Quella fiducia nella vita che Eboli<br />

gli ha saputo ridare e che lui ha<br />

saputo meritare.<br />

Bravo Francesco. Forza Francesco.<br />

Pagine a cura di<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

IL DVD<br />

Il carcere<br />

con un film<br />

Il carcere di <strong>La</strong>uro<br />

da tre anni partecipa<br />

al Premio Napoli<br />

con un comitato<br />

di <strong>le</strong>ttura formato<br />

da soli detenuti.<br />

<strong>La</strong> proposta<br />

di avvicinare la<br />

narrativa agli ospiti<br />

di una casa circondaria<strong>le</strong><br />

è di Stella Eisenberg (nella foto<br />

con Sa<strong>le</strong>s) , professoressa di <strong>le</strong>ttere e dirigente<br />

scolastico, da tempo attiva come<br />

volontaria.<br />

<strong>La</strong> dottoressa Eisenberg insieme alla direttrice<br />

Claudia Nannola ospitarono il sociologo<br />

Isaia Sa<strong>le</strong>s per la presentazione della<br />

sua opera “Le strade della vio<strong>le</strong>nza” dal<br />

qua<strong>le</strong> scaturì un’interessante dibattito con i<br />

vari detenuti sulla situazione crimina<strong>le</strong><br />

oggi a Napoli.<br />

Altro appuntamento degno di nota, fu la<br />

giornata dedicata ai 60 anni della Costituzione<br />

Italiana, che vide la partecipazione<br />

massiccia di tutti i reclusi con propri elaborati<br />

sui diritti dell’uomo sanciti dal nostro<br />

ordinamento giuridico. Un incontro proficuo<br />

per gli operatori.<br />

Enrico Messina,<br />

attore teatra<strong>le</strong>, è<br />

uno degli artisti<br />

che si è esibito<br />

presso il carcere di<br />

<strong>La</strong>uro. «E’ importante<br />

costruire dei<br />

momenti <strong>le</strong>gati a<br />

recuperare la propria<br />

dimensione<br />

anche all’interno di una prigione – spiega il<br />

cantastorie (nella foto) - e se ti racconti<br />

anche l’altro si svela. Così c’è uno scambio<br />

di esperienze e si può interagire. Capire<br />

bene chi hai difronte quando egli ha capito<br />

bene chi sei tu. Può iniziare quindi un viaggio<br />

fecondo, positivo, alla ricerca del proprio<br />

io. Facendo anche autocritica».<br />

Ma il teatro è anche uno dei momenti di<br />

socializzazione all’interno della struttura.<br />

“I Liberanti”, compagnia teatra<strong>le</strong> specializzata<br />

in arte drammattica, formata dai detenuti<br />

di <strong>La</strong>uro, già da anni calca <strong>le</strong> scene di<br />

varie manifestazioni artistiche con discreto<br />

successo. “Aspettando Godot” di Samuel<br />

Beckett, il loro cavallo di battaglia, presentato<br />

più volte in pubblico anche nei festival<br />

specializzati come quello di Volterra.<br />

Questo marzo a<br />

Napoli dopo che lo<br />

scorso anno erano<br />

stati anche a Bari.<br />

Una de<strong>le</strong>gazione<br />

della casa circondaria<strong>le</strong><br />

di Eboli, tra<br />

cui anche alcuni<br />

detenuti, ha partecipato<br />

alla marcia<br />

per la <strong>le</strong>galità organizzata dall’associazione<br />

Libera presieduta da don Luigi Ciotti.<br />

«I carcerati sono vittime del sistema crimina<strong>le</strong><br />

– spiega la direttrice Rita Romano – la<br />

loro presenza, che è volontaria, è un esempio<br />

della scelta di vita fatta».<br />

E con Libera c’è anche un’altra e importante<br />

collaborazione. Nella torre del castello<br />

Colonna, l’edificio storico sede dell’Icatt di<br />

Eboli, sorgerà il centro per la <strong>le</strong>galità della<br />

provincia di Sa<strong>le</strong>rno, un centro studi finanziato<br />

dall’assessorato al lavoro della<br />

Regione Campania. Muro a muro con <strong>le</strong><br />

cel<strong>le</strong> dove sono reclusi i detenuti. Un<br />

momento in più del percorso di riabilitazione<br />

e un motivo nuovo per spronare questi<br />

ragazzi a ritornare sui loro passi per<br />

crearsi un futuro diverso e migliore.<br />

“Robb, sbarr e<br />

libertà” (la droga,<br />

<strong>le</strong> <strong>sbarre</strong> e la<br />

libertà) è il titolo<br />

del cortometraggio<br />

girato nel carcere<br />

di Eboli da Luigi<br />

Marmo con la collaborazione<br />

artistica<br />

di Francesco<br />

Cozzolino e Silvio Tufarelli. Uno spaccato<br />

di vita interna con interviste ai vari detenuti<br />

che parlano del<strong>le</strong> loro esperienze, del<strong>le</strong><br />

speranze e della futura libertà. Un entrare e<br />

uscire dal carcere attraverso immagini e<br />

paro<strong>le</strong> con una <strong>le</strong>ttera fina<strong>le</strong> dedicata all’eroina,<br />

e<strong>le</strong>mento comune ai reclusi. Un prodotto<br />

realizzato per portare fuori dal<strong>le</strong><br />

mura carcerarie, storie che possano essere<br />

poi illustrate ai giovani nei vari incontri.<br />

Le storie di Roberto, Gennaro, Luca, Lello,<br />

Massimo; Giuseppe, Gaetano e Ferdinando:<br />

quelli che hanno sbagliato ma che tra<br />

sogni e paura hanno voglia di ricominciare.<br />

L’Icatt di Eboli per la prima volta ha aperto<br />

<strong>le</strong> sue porte per consentire la realizzione di<br />

questa produzione cinematografica che ha<br />

visto i detenuti interpretare loro stessi.


14 Domenica<br />

3 maggio 2009<br />

Intitolata un’aula<br />

a Roberto Mazzetti<br />

Il 22 e il 23 apri<strong>le</strong>, nell’aula del<strong>le</strong> lauree<br />

Nicola Ci<strong>le</strong>nto dell’Università di Sa<strong>le</strong>rno, si<br />

è tenuto un convegno naziona<strong>le</strong> dedicato<br />

alla memoria del professor Roberto<br />

Mazzetti, nel centenario della nascita.<br />

L’insigne docente ha occupato la cattedra<br />

di pedagogia e storia della pedagogia<br />

dell’Ateneo sa<strong>le</strong>rnitano dal 1957 al 1978,<br />

ricoprendo per un periodo anche la carica<br />

di Rettore. I lavori sono stati introdotti dal<br />

Rettore Raimondo Pasquino e dal Preside<br />

della Facoltà di Scienze della Formazione,<br />

Luigi Reina. A Mazzetti è stata intitolata<br />

l’aula 1 di Scienze della Formazione.<br />

Numerosi docenti provenienti da diverse<br />

università italiane hanno ricordato la figura<br />

del pedagogista. Hanno concluso <strong>le</strong> due<br />

giornate <strong>le</strong> testimonianze di alcuni ex allievi<br />

illustri di Mazzetti, tra i quali il Dirigente<br />

scolastico Vincenzo De Santis e gli ispettori<br />

del ministero della Pubblica Istruzione<br />

Ambrogio Letto, Umberto <strong>La</strong>ndi e Pietro<br />

D’Acunto.<br />

unisa news<br />

Pagina a cura di<br />

GIOVANNI IANNACCONE<br />

I docenti sui luoghi<br />

del terremoto<br />

Si è tenuto il 23 apri<strong>le</strong> scorso presso la Facoltà<br />

di Ingegneria dell’Università di Sa<strong>le</strong>rno<br />

un seminario intitolato “Imparando<br />

dal terremoto Aquilano”. L’Ateneo sa<strong>le</strong>rnitano<br />

partecipa alla “Rete dei laboratori<br />

universitari di ingegneria sismica”, impegnata<br />

con la Protezione Civi<strong>le</strong> Naziona<strong>le</strong><br />

sul fronte del terremoto Aquilano. In questi<br />

giorni, alcuni docenti dell’Università di<br />

Sa<strong>le</strong>rno stanno effettuando verifiche di<br />

agibilità di fabbricati e ponti del<strong>le</strong> zone colpite<br />

dal sisma.<br />

L’Università vicina<br />

agli abruzzesi<br />

Il Senato Accademico dell’Università di<br />

Sa<strong>le</strong>rno ha manifestato la disponibilità ad<br />

accogliere tutti gli studenti e i docenti dell’Università<br />

dell’Aquila che intendano usufruire<br />

dei servizi didattici e di ricerca<br />

dell’Ateneo sa<strong>le</strong>rnitano, in considerazione<br />

dell’inagibilità dei p<strong>le</strong>ssi universitari del<br />

capoluogo abruzzese.<br />

«Esprimo profondo cordoglio - ha affermato<br />

il Rettore - per <strong>le</strong> vittime del terremoto<br />

dell’Abruzzo e vicinanza alla popolazione<br />

colpita. Il nostro è un piccolo gesto rispetto<br />

alla tragedia che ha sconvolto l’Abruzzo.<br />

Un evento - ha proseguito Pasquino - che<br />

non può lasciarci indifferenti e che ci ha<br />

colpiti profondamente». Tutta la comunità<br />

universitaria ha espresso, in occasione<br />

della riunione del Senato Accademico, il<br />

desiderio di intervenire e fare qualcosa di<br />

concreto a favore di quanti piangono la<br />

perdita dei loro cari.<br />

Porte aperte<br />

ai futuri studenti<br />

Anche quest’anno il Centro di Ateneo per<br />

l'Orientamento e il Tutorato, con la collaborazione<br />

di tutte <strong>le</strong> Facoltà dell’Università<br />

sa<strong>le</strong>rnitana, ha organizzato, nell’ambito del<br />

Progetto Schola 2, la manifestazione UnisaOrienta,<br />

aperta al<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> superiori del<br />

bacino di utenza dell’Ateneo.<br />

All’evento, svoltosi dal 21 al 23 apri<strong>le</strong>,<br />

hanno partecipato tremila studenti provenienti<br />

da cinquanta scuo<strong>le</strong> superiori,<br />

accompaganti da circa cento docenti. Sono<br />

stati organizzati seminari finalizzati a presentare<br />

gli obiettivi formativi e gli sbocchi<br />

occupazionali dei diversi corsi di studio<br />

attivi nell’Ateneo.<br />

Inoltre, sono stati somministrati agli studenti<br />

degli ultimi anni del<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> superiori,<br />

estratti dei test di accesso ai corsi di laurea,<br />

che sono stati preparati dai de<strong>le</strong>gati<br />

all’Orientamento di ciascuna facoltà dell’Università<br />

di Sa<strong>le</strong>rno.<br />

Psicofarmaci<br />

e minori<br />

È andato in onda martedì 21 apri<strong>le</strong> su<br />

unis@und uno specia<strong>le</strong> su “Psicofarmaci e<br />

minori”. I dati del rapporto del Cnr confermano<br />

che l’uso degli psicofarmaci tra i<br />

ragazzi è più frequente in presenza di un<br />

cattivo rapporto con genitori e insegnanti,<br />

o se si ha un rendimento scolastico insufficiente.<br />

Per questo il giornalista Luca Poma,<br />

intervenuto alla trasmissione, ha puntato il<br />

dito contro <strong>le</strong> istituzioni e il controllo sanitario<br />

che, a suo dire, ridimensionano<br />

questo fenomeno.<br />

Donne, politica<br />

e istituzioni<br />

Dibattito<br />

sulla camorra<br />

Festival del<strong>le</strong> radio<br />

universitarie<br />

Presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università<br />

di Sa<strong>le</strong>rno è istituito il corso<br />

“Donne, politica e istituzioni - percorsi formativi<br />

per la promozione della cultura di<br />

genere e del<strong>le</strong> pari opportunità”, finanziato<br />

dall’Ateneo sa<strong>le</strong>rnitano e dal Dipartimento<br />

per i diritti e <strong>le</strong> pari opportunità della<br />

Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il<br />

bando di se<strong>le</strong>zione e il modulo della<br />

domanda di partecipazione sono disponibili<br />

sul sito http://www.scienzepolitiche.unisa.it<br />

.<br />

In occasione dell’uscita del volume di Tom<br />

Behan “Il libro che la camorra non ti farebbe<br />

mai <strong>le</strong>ggere”, il 6 maggio prossimo gli<br />

studenti dell’Università di Sa<strong>le</strong>rno discuteranno<br />

con l’autore su “Camorra vissuto<br />

quotidiano e informazioni mediatiche”.<br />

L’incontro, organizzato dall’Ateneno sa<strong>le</strong>rnitano<br />

in collaborazione con l’Università di<br />

Canterbury, sarà introdotto da Maria Rosaria<br />

Pelizzari. Al dibattito, insieme con<br />

Tom Behan, interverranno Marcello Ravveduto<br />

e Isaia Sa<strong>le</strong>s.<br />

Il 21 e 22 maggio, presso il Campus di Fisciano,<br />

si terrà il III Festival del<strong>le</strong> Radio<br />

Universitarie Italiane. L'iniziativa radunerà<br />

tutte <strong>le</strong> web radio di Ateneo per vivere due<br />

giorni di dibattito sul<strong>le</strong> attuali tendenze e<br />

sul futuro del mondo della comunicazione.<br />

Si discuterà sugli effetti dell’integrazione<br />

digita<strong>le</strong> che, spinta dall’avvento del<strong>le</strong> nuove<br />

tecnologie, sta portando a una convergenza<br />

globa<strong>le</strong> di testo, immagini, audio, video<br />

in un ambiente interattivo come il web. Per<br />

informazioni http://fru09.unisa.it .<br />

Tesserini<br />

ai nuovi praticanti<br />

<strong>La</strong> scommessa è stata vinta. Sono tutti professionisti<br />

i 25 allievi del primo biennio<br />

della Scuola di Giornalismo dell’Università<br />

di Sa<strong>le</strong>rno. <strong>La</strong> cerimonia di consegna dei<br />

tesserini, che ha visto anche gli alunni del<br />

nuovo biennio ricevere quelli di praticante<br />

dal<strong>le</strong> mani del presidente dell’Ordine regiona<strong>le</strong><br />

Ottavio Lucarelli, si è svolta il 7 apri<strong>le</strong>.<br />

Nei loro interventi, il Rettore Raimondo<br />

Pasquino, i professori Emilio D’Agostino e<br />

Anniba<strong>le</strong> Elia, e il direttore della scuola,<br />

Biagio Agnes, hanno evidenziato l’importante<br />

ruolo che il giornalista riveste nella<br />

società odierna, e i successi che la scuola di<br />

Sa<strong>le</strong>rno ha raggiunto nei suoi primi tre<br />

anni di vita, con lo sguardo rivolto al<strong>le</strong><br />

sfide future. Alla cerimonia erano presenti<br />

il coordinatore della scuola Giuseppe Blasi,<br />

e i tutor Mimmo Liguoro e Marco<br />

Pel<strong>le</strong>grini.<br />

Dibattito<br />

sul razzismo<br />

Un congresso<br />

su Caianiello<br />

Si terrà il 29 e 30 apri<strong>le</strong> prossimi presso il<br />

Campus di Fisciano, all’interno del laboratorio<br />

antropologico del dipartimento di<br />

Scienze dell’educazione, diretto dal professore<br />

Domenico Scafoglio, ordinario di<br />

discipline demoetnoantropoligiche all’Università<br />

di Sa<strong>le</strong>rno, il seminario della professoressa<br />

Alicia Castellanos, docente dell’Università<br />

autonoma di Città del Messico,<br />

sul tema: “Razzismo e processi di esclusione<br />

tra <strong>le</strong> popolazioni indigene nel Messico”.<br />

Si è tenuto il 22 e il 23 apri<strong>le</strong> presso il<br />

Campus di Baronissi, l’ottavo congresso del<br />

Dipartimento di fisica “Eduardo Caianiello”<br />

dell’Università degli Studi di Sa<strong>le</strong>rno sul<br />

fisico napo<strong>le</strong>tano a cui è intitolato l’organismo<br />

accademico, che è considerato il padre<br />

italiano della cibernetica. Fu proprio lo<br />

scienziato napo<strong>le</strong>tano a fondare nel 1972 la<br />

Facoltà di scienze matematiche, fisiche e<br />

naturali e la scuola di perfezionamento in<br />

scienze cibernetiche e fisiche dell’Ateneo<br />

sa<strong>le</strong>rnitano.


I TRE LUOGHI-SIMBOLO<br />

<strong>La</strong> squadra di calcio a 5<br />

<strong>La</strong> squadra di calcio a 5 è<br />

il fiore all’occhiello del<br />

Cus Sa<strong>le</strong>rno. Si è qualificata<br />

al<strong>le</strong> finali dei cam-<br />

pionati nazionali universitari<br />

che si disputeranno<br />

a Lignano Sabbiadoro<br />

dal 23 al 30 maggio.<br />

Rowing: il vogatore da pa<strong>le</strong>stra<br />

Nella pa<strong>le</strong>stra di Baronissi<br />

è possibi<strong>le</strong> con<br />

attrezzature rowing al<strong>le</strong>narsi<br />

praticando il canottaggio<br />

utilizzando simulatori,<br />

che consentono di<br />

gareggiare controllando<br />

velocità e distanza.<br />

Arrampicata sportiva<br />

Una del<strong>le</strong> attività alternative<br />

è il corso di arrampicata<br />

spiccate doti di agilità<br />

oltre che di resistenza<br />

sportiva, A- muscolare. L’appunta-<br />

perta a tutti, necessita di mento è ogni giovedì.<br />

SOLIDARIETA‘ Domenica 3 maggio 2009<br />

L’Ateneo campano si conferma ai vertici nazionali<br />

Studenti al Campus<br />

col fisico in testa<br />

15<br />

Cus di Sa<strong>le</strong>rno: 5000 iscritti e 41 attività svolte<br />

È il 1946: la seconda guerra<br />

mondia<strong>le</strong> è da poco finita e<br />

<strong>le</strong> università italiane decidono<br />

di ripartire dallo sport.<br />

Nasce così, con l’obiettivo di<br />

promuovere l’attività sportiva<br />

negli Atenei, il Cusi (Centro<br />

universitario sportivo<br />

italiano), riconosciuto dal<br />

Coni nel 1953. Con il passare<br />

degli anni, in ogni città<br />

sede di università, viene istituito<br />

un Centro universitario<br />

sportivo (Cus), dotato di<br />

autonomia gestiona<strong>le</strong> e amministrativa.<br />

I Cus, attualmente<br />

48, si occupano della<br />

conduzione degli impianti<br />

sportivi di proprietà del<strong>le</strong><br />

università e organizzano<br />

corsi e campionati. L’attività<br />

del Cus di Sa<strong>le</strong>rno prende il<br />

via nel 1978 sotto la supervisione<br />

del gemello napo<strong>le</strong>tano.<br />

L’autonomia arriva dopo<br />

due anni, grazie alla spinta di<br />

alcuni giovani studenti appassionati<br />

di sport, tra cui<br />

spicca Lorenzo Lentini primo<br />

e attua<strong>le</strong> presidente.<br />

L’inizio non è semplice, la<br />

sede è una piccola stanza nel<br />

centro di Sa<strong>le</strong>rno e mancano<br />

gli impianti. L’Università è<br />

costretta a servirsi di strutture<br />

pubbliche e private in<br />

regime di convenzione. Si<br />

parte dal<strong>le</strong> discipline più<br />

praticate: calcio, tennis,<br />

nuoto, pallavolo e at<strong>le</strong>tica.<br />

Da subito emerge il duplice<br />

ruolo del Cus: avvicinare i<br />

ragazzi allo sport, favorendone<br />

una maggiore integrazione<br />

e contribuire allo sviluppo<br />

del territorio. È l’impegno<br />

del Cus a riportare<br />

nel 1988 il rugby a Sa<strong>le</strong>rno<br />

con la creazione di una<br />

squadra che per anni è protagonista<br />

nei campionati nazionali<br />

di C1 e C2. <strong>La</strong> vera<br />

svolta ha però inizio tra il<br />

2000 e il 2001 con la costruzione<br />

dell’attua<strong>le</strong> sede all’interno<br />

del Campus di Fisciano.<br />

Sorgono i primi impianti:<br />

campi da tennis e calcetto.<br />

A Baronissi viene aperto il<br />

palaCus dove si gioca a<br />

basket e pallavolo mentre <strong>le</strong><br />

pa<strong>le</strong>stre Pilotis adibite ad<br />

au<strong>le</strong> dopo il terremoto, vengono<br />

attrezzate e tornano a<br />

disposizione. Pian piano Sa<strong>le</strong>rno<br />

diventa un punto di<br />

riferimento nel mondo sportivo<br />

universitario e nel 2003<br />

è sede dei campionati nazionali.<br />

Ultimo regalo l’apertura<br />

della piscina semiolimpionica<br />

inaugurata nel 2006 e intitolata<br />

all’ex sindaco di Fisciano<br />

Gaetano Sessa. A coronare<br />

il tutto, l’onore di aver<br />

organizzato, lo scorso anno<br />

ad Amalfi, la prima regata<br />

storica universitaria del<strong>le</strong><br />

Repubbliche Marinare e<br />

ospitato negli ultimi due<br />

anni il congresso Cusi. Sono<br />

evidenti i passi da gigante<br />

compiuti, i risultati ottenuti<br />

parlano da soli: circa 5000<br />

iscritti, 41 attività svolte e un<br />

torneo di calcio a 5 che può<br />

vantare 85 squadre. È la realizzazione<br />

della linea direttiva<br />

voluta dal precedente<br />

Rettore Giorgio Donsì e dall’attua<strong>le</strong><br />

Raimondo Pasquino<br />

che, con l’ausilio fondamenta<strong>le</strong><br />

del presidente Lentini,<br />

hanno raggiunto l’obiettivo<br />

perseguito: lo sport a portata<br />

di tutti. Non mancano settori<br />

in cui si svolge attività<br />

agonistica come il vol<strong>le</strong>y<br />

femmini<strong>le</strong>, il tennistavolo e<br />

l’at<strong>le</strong>tica, ma non è questo il<br />

fine principa<strong>le</strong>. «L’Università<br />

- dice Miche<strong>le</strong> Di Ruocco,<br />

direttore del Cus - non<br />

deve creare at<strong>le</strong>ti. Campione<br />

a questa età non lo diventi<br />

più. Noi abbiamo un altro<br />

compito: agevolare i normali<br />

studenti che vogliono fare<br />

attività fisica e favorire l’integrazione<br />

tra Università e territorio».<br />

Vi sono infatti del<strong>le</strong><br />

convenzioni che permettono<br />

agli abitanti dei Comuni<br />

circostanti al Campus di<br />

usufruire del<strong>le</strong> strutture del<br />

Cus, così come sono presenti<br />

numerosi corsi per i più<br />

piccoli. «Il bambino che impara<br />

a nuotare nella nostra<br />

piscina - sottolinea Guglielmo<br />

Mazzotti responsabi<strong>le</strong><br />

del<strong>le</strong> attività sportive - familiarizza<br />

col Campus e quando<br />

un giorno si iscriverà all’Università<br />

non patirà il<br />

salto dal liceo che spesso si<br />

rivela traumatico». E chissà<br />

che tra i tanti bambini che<br />

frequentano il Cus, non si<br />

nasconda già qualche campione<br />

in erba.<br />

Pagina a cura di<br />

VALERIO ARRICHIELLO<br />

ROBERTA SALZANO<br />

Il connubio musica-danza, seguito<br />

dal successo del<strong>le</strong> attività svolte<br />

dal<strong>le</strong> band presenti all’Università<br />

di Sa<strong>le</strong>rno, ha consentito la creazione<br />

nel 2004 di gruppi specializzati.<br />

Quello di tango argentino nasce<br />

per iniziativa del professor<br />

Nicola Femia. Da quattro anni la<br />

direzione artistica è affidata ad<br />

Antonella Mazzetti, bal<strong>le</strong>rina professionista<br />

e maestra di tango e<br />

folklore argentino, di cui si occupa<br />

da quindici anni. E lo spiega sostenendo<br />

che «il tango è soprattutto<br />

passione oltre a essere un veicolo<br />

decisivo per garantire la trasmissione<br />

di e<strong>le</strong>menti culturali». Il<br />

corso da <strong>le</strong>i diretto dura da ottobre<br />

a giugno e si svolge ogni merco<strong>le</strong>dì.<br />

È aperto a studenti e docenti<br />

e per la prima volta da quest’anno<br />

è esteso anche a esterni. L’età media<br />

dei suoi frequentanti è molto<br />

bassa, per il 90% si tratta infatti di<br />

studenti. A dimostrazione di come<br />

il ballo possa diventare un uti<strong>le</strong><br />

strumento di socializzazione.<br />

Il tango in particolare, in quanto<br />

ballo di coppia, verte su e<strong>le</strong>menti<br />

chiave come la fiducia, il rispetto e<br />

il lavoro di squadra. Nato come<br />

ballo per pochi e praticato preva<strong>le</strong>ntemente<br />

nel<strong>le</strong> ba<strong>le</strong>re di periferia<br />

sta affascinando un numero<br />

sempre più consistente di persone,<br />

trasformando in charme la sua<br />

FISCIANO<br />

Il tango, per parlarsi<br />

con un abbraccio<br />

I segreti: rispetto, fiducia e lavoro di squadra<br />

Due tangueros mentre provano i passi<br />

natura marcatamente istintua<strong>le</strong>.<br />

Nella tradizione porteña "Il tango è<br />

un pensiero triste che si balla".<br />

Improvvisazione, e<strong>le</strong>ganza e passione<br />

sono gli e<strong>le</strong>menti caratterizzanti.<br />

Il tango è musica e danza allo<br />

stesso tempo. Nato nei sobborghi<br />

di Buenos Aires, si impone come il<br />

linguaggio comune<br />

della gente, fol<strong>le</strong> di<br />

immigrati italiani,<br />

spagnoli, tedeschi,<br />

russi, famiglie numerose<br />

che abitano<br />

fianco a fianco nei<br />

grandi conventillos,<br />

nei cui cortili <strong>le</strong><br />

note e i passi uniscono<br />

<strong>le</strong> persone<br />

più di quel castigliano<br />

sgrammaticato<br />

che ciascuno<br />

si sforza di parlare.<br />

Il tango rivoluziona<br />

il ballo di coppia.<br />

Non è di apprendimento<br />

immediato, e per ballarlo<br />

non basta salire in pista e<br />

seguire il ritmo, ne è sufficiente<br />

accompagnarsi a un partner che già<br />

lo conosce e "farsi condurre". Si<br />

tratta di un vero e proprio esercizio<br />

di concentrazione. I primi tangue-<br />

ros di corti<strong>le</strong> non lo improvvisano,<br />

seppure frequentano corsi con<br />

maestri professionisti: è durante la<br />

settimana, dopo il lavoro, che piccoli<br />

gruppi di uomini provano e<br />

riprovano fra loro i passi, mentre<br />

altrove <strong>le</strong> donne fanno la stessa<br />

cosa, per prepararsi al ballo della<br />

domenica. Il tango è divertimento<br />

non solo quando ci si lancia in<br />

pista alla festa o nel saloon, ma<br />

anche facendo parte di al<strong>le</strong>gre e<br />

chiassose comitive che si ritrovano<br />

per provare e ripetere. È un ballo<br />

totalmente libero, privo di coreografie<br />

predefinite. È un linguaggio<br />

con cui esprimersi. E l’intuizione<br />

avuta da Pierre Dulaine lo ha confermato.<br />

Fondatore e direttore artistico<br />

dell’ “American Ballroom<br />

Theatre”, nel 1994 ha dato vita a un<br />

programma chiamato “Dancing<br />

Classroom” presso due scuo<strong>le</strong> pubbliche<br />

di New York. L’idea è stata<br />

assolutamente vincente: insegnare<br />

il ballo a tutti i giovani studenti con<br />

prob<strong>le</strong>mi di integrazione. Ragazzi<br />

difficili vengono recuperati ogni<br />

giorno dalla strada e viene loro<br />

insegnato ad avere fiducia nel<br />

prossimo. Attualmente il suo progetto<br />

ha preso piede in circa 114<br />

scuo<strong>le</strong> statunitensi e ha coinvolto<br />

centinaia di studenti e insegnanti.


16 Domenica 3 maggio 2009CAMPUS<br />

GESUALDO<br />

Fondi europei per trasformare la storica struttura in Università della musica<br />

<strong>La</strong> fortezza sotto assedio<br />

Un comitato contro il piano di recupero promosso da Comune e Provincia<br />

LOREDANA ZARRELLA<br />

Quello che si sta verificando a<br />

Gesualdo passerà alla storia<br />

come la battaglia contro i progettisti<br />

o come il grande e tanto<br />

agognato recupero del castello.<br />

Intanto c’è una notizia: è stato<br />

presentato ufficialmente alla<br />

comunità il progetto di restauro.<br />

Tra <strong>le</strong> proteste di un comitato,<br />

“Gesualdo-Salviamo il<br />

castello”, nato per ostacolare la<br />

messa in opera di un piano di<br />

recupero ritenuto superficia<strong>le</strong> e<br />

poco rispettoso.<br />

Dopo decenni, l’intero castello<br />

è diventato patrimonio pubblico.<br />

Di certo una data significativa,<br />

come afferma il sindaco<br />

Carmine Petruzzo secondo cui<br />

già è una vittoria aver presentato<br />

il prospetto in un mese, il<br />

tempo concesso per poter<br />

attingere ai fondi europei.<br />

Il comitato, formato da molti<br />

giovani, ritiene che il recupero<br />

previsto non sia coniugabi<strong>le</strong><br />

con la salvaguardia e la valorizzazione<br />

di un bene mil<strong>le</strong>nario.<br />

Secondo il prof. Anniba<strong>le</strong> Cogliano,<br />

storico e membro del<br />

comitato, non ci sarebbe un<br />

vero progetto a cui attenersi<br />

ma solo la possibilità di fare<br />

arbitrariamente qualsiasi operazione:<br />

bisognava cercare<br />

un’equipe specializzata e dedicare<br />

più tempo ai lavori di progettazione.<br />

Sotto accusa anche<br />

la Sovrintendenza che avrebbe<br />

dato il lasciapassare a carte redatte<br />

con poca cura. Molteplici<br />

sono i punti contestati. Interventi<br />

strutturali e destinazione<br />

d’uso vanno di pari passo nella<br />

po<strong>le</strong>mica. E’ stata innanzitutto<br />

criticata la trasformazione del<br />

castello in scuola europea di<br />

musica polifonica, in onore del<br />

principe madrigalista Carlo<br />

Gesualdo che lo abitò.<br />

Il giovane Pierpaolo Cuoppolo<br />

fa notare come molte norme,<br />

nell’adibire la struttura a scuola,<br />

siano state disattese. Un<br />

esempio su tutti: alcune stanze<br />

non hanno accesso a un corridoio<br />

ma comunicano tra di loro,<br />

come scato<strong>le</strong> cinesi, contro<br />

<strong>le</strong> direttive antisismiche. I progettisti,<br />

gli architetti gesualdini<br />

Enzo Cogliano e Virginio D’Adamo,<br />

sono soddisfatti invece<br />

Il castello di Gesualdo<br />

del loro lavoro. Al<strong>le</strong> proteste<br />

hanno così replicato: “Quod<br />

non fecerunt Barbari fecerunt<br />

Barberini”. In effetti il maniero<br />

ha subito diversi scempi negli<br />

anni. Come la trasformazione<br />

di alcuni ambienti secondo<br />

canoni moderni, la colorazione<br />

del cordolo di co-ronamento<br />

con caratteri cromatici diversi<br />

rispetto all’insieme, <strong>le</strong> iniezioni<br />

di cemento che, se da un lato<br />

hanno permesso di conservare<br />

il castello, dall’altro ne hanno di<br />

sicuro stravolto la facciata.<br />

Poco è piaciuta all’Amministrazione,<br />

intanto, la denuncia<br />

di presunte irregolarità nella<br />

gestione dell’appalto. I ricorsi<br />

sono stati archiviati ma il comitato<br />

si è detto pronto a continuare<br />

la battaglia. Sempre che<br />

la rabbia non venga abbattuta<br />

come un castello di carte. In<br />

tanto clamore, resta comune<br />

un solo obiettivo: impedire che<br />

il castello divenga una cattedra<strong>le</strong><br />

nel deserto.<br />

<strong>La</strong> vera sfida è proprio questa:<br />

sfruttare la memoria storica<br />

come volano dello sviluppo del<br />

paese.<br />

Il principe di Venosa<br />

L’inquilino<br />

madrigalista<br />

Ideata come struttura difensiva in epoca<br />

longobarda, il castello divenne, nel XVI<br />

secolo, dimora dei Gesualdo, una della famiglie<br />

più illustri del tempo. Vi dimorò il principe<br />

di Venosa Carlo Gesualdo (1566-1614),<br />

ricordato per aver fatto uccidere la moglie<br />

Maria D’Avalos e il suo amante, colti in flagrante<br />

adulterio. Grazie allo zio cardina<strong>le</strong><br />

Carlo Borromeo,<br />

il principe non fu<br />

condannato e si<br />

rifugiò nel castello<br />

dove compose<br />

numerosi madrigali.<br />

Solo nel 2008 l’antico<br />

maniero è<br />

passato definitivamente<br />

in mano<br />

pubblica con<br />

un’operazione costata<br />

alla Provincia 1milione 466mila euro<br />

pari al 55% della proprietà, prima detenuta<br />

dalla famiglia Caccese. Solo il 45% era del<br />

Comune.<br />

Dopo l’acquisto il recupero: con il finanziamento<br />

di 3milioni 600mila euro, fondi europei,<br />

il protocollo di intesa tra Provincia e<br />

Comune ha varato un piano di intervento<br />

per cui sarà necessario, in primis, eliminare<br />

<strong>le</strong> superfetazioni, ossia i corpi estranei al<br />

manufatto. Il castello ha subito diversi danni<br />

nei secoli. Non solo <strong>le</strong> guerre ma anche, per<br />

ultimo, il terremoto del 1980 che costrinse i<br />

proprietari ad abbandonarlo. <strong>La</strong> trasformazione<br />

in residenze private ne ha stravolto l’identità.<br />

Motivo per cui il recupero si preannuncia<br />

diffici<strong>le</strong>.<br />

Il Castello di Montesarchio ospita il Museo del Sannio Caudino, tra storia e preistoria<br />

A corte con gli ippopotami<br />

«I finanziamenti sono esigui, ci bastano solo per cambiare <strong>le</strong> lampadine»<br />

Asteas:<br />

l’Europa<br />

in un vaso<br />

Il Vaso di Asteas raffigura<br />

il ratto di Europa,<br />

uno dei miti greci, che<br />

narra di una fanciulla<br />

rapita da Zeus e trasportata<br />

verso Creta,<br />

dando origine, appunto,<br />

all’identità europea. L’opera<br />

fu trafugata da uno<br />

scavo clandestino a<br />

Sant’Agata de’ Goti, e<br />

poi venduta, il<strong>le</strong>citamente,<br />

al Getty Museum<br />

di Los Ange<strong>le</strong>s, e<br />

solo in seguito riportata<br />

in Italia in una operazione<br />

dei Carabinieri<br />

del nuc<strong>le</strong>o tutela Patrimonio<br />

artistico. Nel<br />

marzo 2007, il vaso è<br />

stato in mostra al Quirina<strong>le</strong>,<br />

per la ce<strong>le</strong>brazione<br />

dei cinquant’anni dei<br />

Trattati di Roma.<br />

CRISTIANO VELLA<br />

Prima c’erano i signori, dopo i carcerati,<br />

dopo ancora gli orfani, e ora<br />

ippopotami del p<strong>le</strong>istocene, armi<br />

rudimentali, antichissimi manufatti.<br />

E’ il castello di Montesarchio, edificato<br />

in epoca longobarda e lasciato<br />

colpevolmente all’incuria negli ultimi<br />

decenni. Nel 1996 la svolta: iniziano<br />

i lavori di ristrutturazione e<br />

durano fino al 2007, anno in cui<br />

viene inaugurato il Museo Archeologico<br />

Naziona<strong>le</strong> del Sannio Caudino.<br />

Per ora solo il primo piano del lame risa<strong>le</strong>nti al neolitico. Oggetti<br />

castello, diviso in sei sa<strong>le</strong>, ospita i che diventano di ben altra fattura<br />

reperti dell’antica area popolata dalla nella seconda sala, dedicata all’Età<br />

tribù dei Sanniti Caudini, ovvero del Ferro, dove vasi di chiara ispirazione<br />

corinzia fanno da corredo alla<br />

quella che va da Montesarchio a<br />

Sant’Agata de’ Goti e fino a San riproduzione di una sepoltura femmini<strong>le</strong>,<br />

proveniente da una del<strong>le</strong><br />

Salvatore Te<strong>le</strong>sino (<strong>le</strong> antiche Caudium,<br />

Saticula e Te<strong>le</strong>sia).<br />

necropoli che ancora oggi vengono<br />

Molto interessante è osservare l’evoluzione<br />

dell’area sannitica, grazie ai nella zona. Scavi che non creano<br />

fuori ogni qual volta che si scava<br />

manufatti ospitati nel<strong>le</strong> teche. mai prob<strong>le</strong>mi istituzionali, dati i<br />

Nella prima sala, dedicata alla preistoria,<br />

oltre al<strong>le</strong> ossa dell’ippopota-<br />

il Comune di Montesarchio e la<br />

buoni rapporti che intercorrono tra<br />

mo si trovano armi, utensili e vasel- Benevento, infatti, <strong>La</strong> Rocca<br />

A sinistra il Vaso<br />

di Asteas.<br />

A destra il castello<br />

di Montesarchio,<br />

sede del museo<br />

Soprintendenza ai Beni Culturali.<br />

Nella altre sa<strong>le</strong> si fa palpabi<strong>le</strong> lo sviluppo<br />

della zona: dalla chiara<br />

influenza etrusca nella manifattura<br />

ai vasi figurati. E’ qui, il vero protagonista<br />

del museo, il vaso di Asteas,<br />

raffigurante il “ratto d’Europa”, uno<br />

degli undici vasi del più grande ceramista<br />

della Magna Grecia, trovato<br />

nella zona di Sant’Agata de’ Goti, e<br />

poi oggetto di una serie di vicissitudini.<br />

Per quanto attiene alla situazione<br />

del museo, il direttore Luigi <strong>La</strong><br />

Rocca afferma: «A livello di visite,<br />

nei giorni festivi abbiamo sempre un<br />

ottimo riscontro, il prob<strong>le</strong>ma è colmare<br />

i cosiddetti tempi morti».<br />

Forse però, <strong>le</strong> opere del museo, sebbene<br />

interessantissime, non sono<br />

abbastanza per attirare visitatori da<br />

zone che vanno oltre la provincia di<br />

dichiara: «Bisognerebbe creare una<br />

rete con gli altri musei e con gli altri<br />

paesi, ma è diffici<strong>le</strong>, ognuno cerca<br />

di fare gli interessi della propria<br />

zona e ciò finisce con il non fare<br />

bene a nessuno». Per quanto attiene<br />

ai progetti futuri, il museo<br />

dovrebbe espandersi: «Dovrebbero<br />

essere occupati tutti e tre i<br />

piani – afferma il direttore – ma al<br />

momento i finanziamenti sono<br />

finiti». Effettivamente, essendo la<br />

fruizione del museo comp<strong>le</strong>tamente<br />

gratuita, è diffici<strong>le</strong> andare avanti,<br />

ed è lo stesso direttore a confessarlo:<br />

«Beneficiamo di piccoli finanziamenti<br />

che arrivano dal ministero,<br />

ma in termini pratici servono<br />

unicamente per cambiare <strong>le</strong> lampadine,<br />

null’altro».


NEWS CAMPUS<br />

Domenica 3 maggio 2009<br />

17<br />

Nel successo dell’Italia,<br />

importante contributo<br />

degli al<strong>le</strong>vatori campani,<br />

vincitori di 49 medaglie,<br />

nel<strong>le</strong> diverse categorie<br />

Tutti i numeri<br />

Venti <strong>le</strong> nazioni presenti agli ultimi mondiali.<br />

Un tota<strong>le</strong> di 3215 al<strong>le</strong>vatori hanno<br />

esposto ben 27694 soggetti. Le medaglie<br />

distribuite sono state 2097. L’Italia al termine<br />

della manifestazione primeggiava nel<br />

medagliere. I titoli conquistati ammontano<br />

a 1250 divisi nel<strong>le</strong> varie categorie in concorso.<br />

Le medaglie vinte sono così distribuite<br />

463 ori, 397 d’argenti, 390 di bronzi.<br />

Là dove cinguettano i campioni<br />

Mondia<strong>le</strong> storico a Piacenza, prossimo obiettivo gli europei a Ercolano<br />

JOSÈ ASTARITA<br />

Per molti è solo un anima<strong>le</strong><br />

da compagnia, per altri è<br />

un tenero pennuto dei cartoni<br />

animati della Warner<br />

Bros vanamente inseguito<br />

dal gatto Silvestro, ma il<br />

canarino può anche uscire<br />

da questi cliché, e perché<br />

no, avere un’anima da campione<br />

del mondo.<br />

L’Italia, per la gioia degli<br />

al<strong>le</strong>vatori nostrani, ha avuto<br />

l’onore di organizzare a<br />

Piacenza dal 16 al 25 gennaio<br />

del 2009, la 57a edizione<br />

dei campionati del<br />

mondo di ornitologia, esattamente<br />

dieci anni dopo la<br />

manifestazione di Silvi Marina.<br />

Definito dagli ad-detti<br />

ai lavori come il Mondia<strong>le</strong><br />

dei record, la competizione<br />

si è tenuta nei locali di<br />

Piacenza Expo e ha fatto<br />

registrare grande interesse<br />

anche fra i non addetti ai<br />

lavori raggiungendo punte<br />

di mil<strong>le</strong> visitatori al giorno.<br />

Come sempre accade, in<br />

qualunque tipo di competizione<br />

internaziona<strong>le</strong>, il fattore<br />

casa è determinate.<br />

L’Italia è risultata la prima<br />

nazione per ingabbi e medaglie,<br />

seguita dalla Spagna<br />

e dal Belgio. Tante <strong>le</strong><br />

categorie in gara. I canarini<br />

da canto, in un apposito<br />

padiglione, quelli colorati<br />

nella sala principa<strong>le</strong>, insieme<br />

con i canarini di forma<br />

e posizione, arricciati e<br />

lisci, pappagalli, quaglie,<br />

fringillidi, cardellini, merli<br />

Una femmina di canarino campione del mondo<br />

e tortore tutti hanno avuto<br />

l’opportunità di vincere<br />

una medaglia. Un successo<br />

tutto italiano, per una organizzazione<br />

che ha rasentato<br />

la perfezione, per il trionfo<br />

di un intero movimento.<br />

<strong>La</strong> Campania, da sempre,<br />

ha una antica tradizione<br />

ornitologica al<strong>le</strong> spal<strong>le</strong>. Al<br />

mondia<strong>le</strong> è riuscita a vincere<br />

quarantanove medaglie<br />

con centosessantotto<br />

al<strong>le</strong>vatori presenti a Piacenza.<br />

Sono state sedici <strong>le</strong><br />

medaglie d’oro, ventuno<br />

quel<strong>le</strong> d’argento e dodici i<br />

bronzi per i rappresentanti<br />

regionali ai mondiali. <strong>La</strong><br />

Campania conta trentuno<br />

associazioni ornitologiche<br />

divise fra <strong>le</strong> cinque provincie,<br />

per un tota<strong>le</strong> di duemila<br />

duecento iscritti ai registri<br />

della Federazione ornitologica<br />

italiana. Primeggiano<br />

<strong>le</strong> associazioni nella<br />

provincia di Napoli seguite<br />

da Sa<strong>le</strong>rno, Avellino, Caserta,<br />

chiudendo con l’unica<br />

della provincia di Benevento.<br />

Questo campionato<br />

mondia<strong>le</strong> è solo l’inizio di<br />

una grande sfida per la<br />

nostra regione. I locali<br />

dell’Ente Fiera di Ercolano<br />

saranno lo scenario dei<br />

prossimi campionati europei<br />

ornitologici di dicembre.<br />

A “Campania Felix” il<br />

diffici<strong>le</strong> compito di ripetere<br />

il successo organizzativo<br />

degli ultimi mondiali.<br />

Un museo per tutelare la natura<br />

Cites, oltre i trattati<br />

Nell’accattivante scenario<br />

dei monti <strong>La</strong>ttari in località<br />

Pacognano, frazione di Vico<br />

Equense, nasce nel lontano<br />

1999 il primo museo<br />

naziona<strong>le</strong> della Cites.<br />

<strong>La</strong> Convenzione internaziona<strong>le</strong><br />

di Washington sul<br />

commercio internaziona<strong>le</strong><br />

di fauna e flora in via d’estinzione<br />

(Cites) viene ratificata<br />

in Italia nel 1980.<br />

<strong>La</strong> creazione del museo, dieci<br />

anni or sono, è solamente<br />

un piccolo gesto che l’Italia<br />

ha compiuto verso la tutela<br />

del patrimonio internaziona<strong>le</strong><br />

di fauna e flora. Il<br />

museo nasce dall’iniziativa<br />

della associazione “Pro Natura”<br />

di Castellammare, attiva<br />

sul territorio dal 1976. <strong>La</strong><br />

collaborazione con il ministero<br />

del<strong>le</strong> Politiche Agrico<strong>le</strong><br />

e Forestali si rivela fondamenta<strong>le</strong>.<br />

Infatti, con l’aiuto<br />

dello Stato, la disponibilità<br />

di don Bruno Gambardella,<br />

che ha offerto un’ala<br />

della proprietà dei sa<strong>le</strong>siani,<br />

con la volontà della dottoressa<br />

Sandra Di Domenico,<br />

responsabi<strong>le</strong> del gruppo<br />

Cites in Campania, nel 1999<br />

ha visto la <strong>luce</strong> il primo<br />

museo italiano sul tema.<br />

Nella struttura sono esposti<br />

circa seicento esemplari di<br />

reperti sequestrati dal Corpo<br />

Foresta<strong>le</strong> dello Stato e<br />

affidati all’ente a scopo didattico.<br />

I reperti svariano in<br />

tutti i campi dalla flora alla<br />

fauna protetta. Sono presenti:<br />

coralli, avorio, uccelli e<br />

animali imbalsamati, inoltre<br />

c’è anche un acquario nel<br />

qua<strong>le</strong> vivono diverse specie<br />

di pesci importati il<strong>le</strong>galmente.<br />

Il prossimo obiettivo sarà la<br />

realizzazione di un giardino,<br />

da ricavare in un’altra area<br />

del parco, nel qua<strong>le</strong> poter far<br />

crescere piante in via d’estinzione<br />

come <strong>le</strong> orchidee,<br />

tronchetti della felicità e<br />

ginseng.


18 Domenica 3 maggio 2009TERRITORIO<br />

Il prologo del “Ravello Festival” affidato alla mostra dell’Ansa dei“100 scatti”<br />

Dal 26 giugno il via ai concerti con Pogorelich e alla CineMusic con la Wertmul<strong>le</strong>r<br />

Il “Coraggio”del dopo Wagner<br />

Nell’epoca dell’easy, alla ricerca del<br />

fast, stupisce piacevolmente che<br />

Ravello, location raffinata, ma<br />

quasi inaccessibi<strong>le</strong>, di una del<strong>le</strong><br />

rassegne musicali più prestigiose a<br />

livello internaziona<strong>le</strong>, sia meta<br />

preferita da migliaia di visitatori:<br />

79 mila nel 2008, venuti da ogni<br />

parte del mondo, in occasione del<br />

Ravello Festival, cifre che sfidando<br />

la crisi gli organizzatori puntano a<br />

incrementare per l’edizione di<br />

quest’anno. Nato 56 anni fa quasi<br />

come monografia wagneriana di<br />

stampo sinfonico, dal 2003, sotto<br />

l’egida della Fondazione Ravello, il<br />

festival ha cambiato look. Senza<br />

rinnegare <strong>le</strong> origini classiche, ha<br />

ampliato spazi e tempi, dando vita<br />

con i suoi 100 e più eventi, nell’arco<br />

dei tre mesi estivi, ad una rassegna,<br />

non più solo musica<strong>le</strong>, divenuta<br />

la più vasta d’Europa.<br />

Parente povero del<strong>le</strong> più popolari<br />

kermesse te<strong>le</strong>visive, verrebbe da<br />

dire, tenuto conto del budget:<br />

“solo” due milioni di euro per una<br />

macchina organizzativa comp<strong>le</strong>ssa,<br />

comunicazione, al<strong>le</strong>stimenti ed<br />

artisti, inclusi Fondi provenienti<br />

per lo più da finanziatori privati (il<br />

66%) come spiega il neo direttore<br />

genera<strong>le</strong> Stefano Valanzuolo: «<strong>La</strong><br />

Fondazione Ravello presieduta da<br />

Domenico de Masi riunisce il<br />

Monte dei Paschi di Siena, principa<strong>le</strong><br />

sponsor, Regione Campania,<br />

Provincia di Sa<strong>le</strong>rno e Comune di<br />

Ravello. <strong>La</strong> presenza preminente<br />

dei privati rappresenta un’eccezione<br />

lodevo<strong>le</strong> nel panorama dei<br />

festival. Oggi più che mai è necessario<br />

affrancarsi dalla sovvenzione<br />

pubblica come unica fonte di<br />

sostentamento. Il fatto poi che il<br />

Ravello Festival sia l’investimento<br />

cultura<strong>le</strong> più consistente che la<br />

banca di Siena faccia al Sud sottintende<br />

apprezzamento ed è motivo<br />

di orgoglio per il nostro progetto».<br />

Molte <strong>le</strong> novità dell'edizione 2009:<br />

la multidisciplinarietà al centro<br />

dell’articolazione del<strong>le</strong> otto sezioni,<br />

ciascuna con un proprio direttore<br />

artistico, dalla musica cameristica<br />

e sinfonica secondo tradizione,<br />

a quella etnica, popolare e al<br />

jazz; dalla danza al cinema, dalla<br />

scienza alla pittura e per la prima<br />

A lato torre di ingresso<br />

della Villa Rufolo<br />

tradiziona<strong>le</strong> sede<br />

del festival di Ravello.<br />

Sotto, Stefano Bollani<br />

in una recente esecuzione:<br />

il pianista si esibirà<br />

l’11 luglio in un evento,<br />

prima assoluta<br />

con l’inventore del jazz fusion<br />

Chik Corea<br />

Il tradiziona<strong>le</strong><br />

concerto all’alba<br />

dopo la notte<br />

di San Lorenzo<br />

eseguito<br />

sulla terrazza<br />

dell’infinito<br />

di Villa Rufolo<br />

volta, a Villa Cimbrone la rappresentazione<br />

teatra<strong>le</strong> “<strong>La</strong> duchessa<br />

di Amalfi”. Il <strong>le</strong>it motiv di quest’anno<br />

sarà il tema del Coraggio. Ad<br />

aprire il Festival il 25 apri<strong>le</strong> a Villa<br />

Rufolo, la mostra fotografica<br />

dell’Ansa “100 scatti di Coraggio.”<br />

Immagini di fotografi famosi<br />

declineranno il tema dell'anno in<br />

un’esposizione visitabi<strong>le</strong> fino al 21<br />

giugno. “Madre Coraggio”- la<br />

mostra d’arte curata da Achil<strong>le</strong><br />

Bonito Oliva, direttore artistico<br />

della Sezione Arti Visive - ne prenderà<br />

il posto qualche giorno dopo.<br />

Dal 26 giugno il via al susseguirsi<br />

fittissimo e quotidiano di eventi<br />

che per la sinfonica vedrà John<br />

Axelrod dirigere l’orchestra del<br />

Teatro di San Carlo con al pianoforte<br />

Ivo Pogorelich; il debutto<br />

campano del grande violinista<br />

Vadim Repin, il tradiziona<strong>le</strong> concerto<br />

all’alba della notte di San<br />

Lorenzo e altre bacchette d’eccezione<br />

come quella di Jeffrey Tate<br />

fino alla conclusione il 27 settembre.<br />

Per il jazz attesissima la prima<br />

assoluta Corea-Bollani (ma ci<br />

sono anche Rava, Fresu e Sosa)<br />

mentre la sezione CineMusic<br />

diretta da Lina Wertmul<strong>le</strong>r vedrà<br />

la proiezione di film ispirati al<br />

coraggio tra cui “Fortapasc” la storia<br />

di Giancarlo Siani e il “Pulcinella”<br />

di Massimo Ranieri.<br />

L’acquisizione di nuovi spazi,<br />

come l’auditorium ancora in fase<br />

di comp<strong>le</strong>tamento, progetto donato<br />

da Oscar Niemeyer, l’archistar<br />

internaziona<strong>le</strong> di Brasilia, ribadisce<br />

il ruolo di Ravello città della<br />

musica.<br />

«L’obiettivo - conclude Valanzuolo<br />

- è quello di dare giusta visibilità<br />

alla Campania con un progetto<br />

che mostri sinergia tra contenitore<br />

e contenuto, coerente con<br />

<strong>le</strong> caratteristiche di raffinatezza<br />

proprie di Ravello. Un esempio di<br />

turismo cultura<strong>le</strong> insomma sul<br />

qua<strong>le</strong> la nostra regione possa puntare<br />

per il rilancio».<br />

Pagina a cura di<br />

CHIARA DEL GAUDIO<br />

Lina Wertmul<strong>le</strong>r<br />

Il pozzo<br />

d’arte<br />

del Sud<br />

Scenari mediterranei e musica, protagonisti<br />

di tante sue creature cinematografiche, un<br />

connubio irrinunciabi<strong>le</strong>, per Lina Wertmul<strong>le</strong>r<br />

diventata un po’ la madrina del festival<br />

e direttrice artistica sin dalla prima edizione<br />

della sezione CineMusic, «la più prestigiosa<br />

di tutte» dice, scherzando.<br />

Cosa rappresenta per <strong>le</strong>i Ravello?<br />

«Ravello incarna una grandissima tradizione<br />

di bel<strong>le</strong>zza e di musica. Quella che dovrebbe<br />

essere la vera immagine della<br />

Campania, un pozzo di eccel<strong>le</strong>nza dal qua<strong>le</strong><br />

attingere per assolvere ad una missione di<br />

qualità e bel<strong>le</strong>zza nel mondo».<br />

Coraggio, amore, anarchia nel suo cinema,<br />

quanto di questi e<strong>le</strong>menti nel linguaggio<br />

musica<strong>le</strong> del festival?<br />

« Anche nella musica c’è il coraggio che<br />

non è solo vincere la paura, ma è piuttosto<br />

un mix di incoscienza; come l’anarchia,<br />

quella voglia di stare fuori dal<strong>le</strong> rego<strong>le</strong>, per<br />

la qua<strong>le</strong> mi cacciavano dal<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> perché<br />

mi piaceva più giocare che studiare e che<br />

mi ha seguita poi nel<strong>le</strong> scelte artistiche,<br />

conducendomi sempre, in direzione di<br />

quello che mi divertiva di più».<br />

Si assegnerà un premio specia<strong>le</strong>, di cosa<br />

si tratta?<br />

«Del Premio Nino Rota a Michael Nyman<br />

compositore di musiche straordinarie per<br />

film una per tutte “Lezioni di piano”. <strong>La</strong><br />

genialità del<strong>le</strong> scelte si deve a coloro che<br />

lavorano per il festival in particolare a<br />

Domenico De Masi che, come un sacerdote<br />

dell’arte, fa convivere due anime tanto<br />

diverse: il paesino del sud e il Festival<br />

internaziona<strong>le</strong> su cui a<strong>le</strong>ggia Wagner con<br />

la sua musica».<br />

E il suo ultimo film?<br />

«Sempre in tema di coraggio, ”Mannaggia<br />

alla miseria” un film ispirato al Premio<br />

Nobel per la Pace Yunus (il banchiere dei<br />

poveri del Bangladesh); Luca de Filippo,<br />

Sergio Assisi e Gabriella Pession alcuni dei<br />

protagonisti della pellicola per la cui distribuzione<br />

ancora incerta è la destinazione<br />

te<strong>le</strong>visiva o cinematografica».<br />

Stefano Bollani<br />

Mai più<br />

nonnismo<br />

nel jazz<br />

Non a caso la rivista americana “Downbeat”<br />

lo ha classificato ottavo tra i nuovi<br />

ta<strong>le</strong>nti del jazz mondia<strong>le</strong>: l’istrionico musicista,<br />

Stefano Bollani, classe ’72, milanese di<br />

nascita, toscano di adozione, suona il piano<br />

abbracciandolo, allunga il suo fisico allampanato<br />

fino quasi a sdraiarsi sul<strong>le</strong> note, rapito<br />

da sfumature che non smette mai di<br />

ricercare. Ritorna dopo due anni al Festival<br />

Quali suggestioni <strong>le</strong> dà questo particolare<br />

palcoscenico?<br />

«E’ emozione pura, c’è un’atmosfera bellissima;<br />

quando per la prima volta ci venni da<br />

turista e vidi la terrazza dell'infinito, sognai<br />

di tornare a suonarci. Il desiderio si è avverato<br />

nel 2007 e l’esperienza si ripeterà quest’anno<br />

arricchita di un nuovo e<strong>le</strong>mento.<br />

Oltre al panorama mozzafiato e a un pubblico<br />

d’eccezione, ritroveremo sul palco un<br />

protagonista assoluto della musica jazz:<br />

Chick Corea».<br />

E’ la prima volta che vi incontrate e artisticamente<br />

provenite da percorsi diversi,<br />

un confronto tra due generazioni?<br />

«Certo anche se per età potrebbe essere<br />

mio padre, Corea per me è stato un faro e<br />

il bello tra noi è la voglia di stimolarsi a<br />

vicenda; per me c’è il timore reverenzia<strong>le</strong><br />

di suonare con un mito, per lui la curiosità<br />

di conoscere un pianista tanto più giovane».<br />

Una sfida alla maniera dei vecchi jazzisti,<br />

a colpi di note?<br />

«No, per fortuna il nostro jazz è scevro dal<br />

nonnismo di una volta di cui è piena la storia,<br />

quando i jazzisti si incontravano per<br />

sfidarsi. Per ora ci stiamo ascoltando via<br />

web e non abbiamo ancora deciso cosa<br />

faremo, credo che alla fine improvviseremo.<br />

Piuttosto, bisognerà fare attenzione<br />

al<strong>le</strong> troppe note, con due pianoforti sul<br />

palco. Ma la scelta di coraggio è proprio<br />

quella di sapersi ascoltare. Non temo i confronti:<br />

la voglia di trasmettere emozione è<br />

il vero servizio che un artista può rendere<br />

alla musica».


Viaggio tra realtà,<br />

ta<strong>le</strong>nto e creatività.<br />

Napoli come vetrina<br />

di una forma espressiva<br />

che rivendica va<strong>le</strong>nza<br />

artistica e fa proseliti<br />

tra i meno giovani<br />

Novità del Comicon 2009 è la<br />

finestra sulla vignetta satirica,<br />

considerata una sorella “diversa”<br />

del fumetto. Così nasce<br />

[No]vizi, una mostra di satira<br />

ve<strong>le</strong>nosa, fatta di carta, matita<br />

e irriverenza. Il curatore Mario<br />

Natangelo ha riunito Vincino,<br />

El<strong>le</strong>kappa, Marassi,<br />

Franzaroli, Beppe Mora, Tonus<br />

e Fricca sotto il tema u-<br />

nico del vizio, del<strong>le</strong> irregolarità<br />

e del<strong>le</strong> debo<strong>le</strong>zze. [No]vizi<br />

sarà in esposizione al MA-<br />

Una vignetta di Natangelo<br />

DRE l’ultima settimana di<br />

In basso un disegno di Frezzato<br />

maggio.<br />

Fumetti sotto il Vesuvio<br />

GERMANA GRASSO<br />

Foglio e matita per dare sfogo<br />

alla creatività. Non importa se<br />

i tratti siano rotondi o graffianti,<br />

se predomini il colore o<br />

un sobrio bianco e nero. Il diktat<br />

è seguire uno sti<strong>le</strong> libero e<br />

persona<strong>le</strong> per raccontare storie,<br />

creare personaggi e scenari<br />

rassicuranti o apocalittici. È<br />

il mondo del fumetto, protagonista<br />

a Napoli dell’undicesima<br />

edizione del salone internaziona<strong>le</strong><br />

Comicon, svoltosi al<br />

Castel Sant’Elmo dal 24 al 26<br />

apri<strong>le</strong>. Si tratta di un contenitore-vetrina<br />

di eventi, incontri,<br />

mostre che ruotano intorno<br />

ai racconti a “strisce”, in bilico<br />

fra il passato ed il futuro,<br />

fra la vecchia concezione dell’editoria<br />

e <strong>le</strong> nuove tecnologie<br />

in3D. Così il mondo del fumetto<br />

attraversa realtà espressive<br />

in evoluzione e si adatta ai<br />

cambiamenti dei mezzi di comunicazione,<br />

conquistando<br />

fette di pubblico sempre più<br />

eterogeneo. È quanto avvenuto<br />

con la fortunatissima saga<br />

di X-Men, di cui Comicon ha<br />

presentato in anteprima mondia<strong>le</strong><br />

un trai<strong>le</strong>r dell’ultimo<br />

capitolo “X-Men Origini:<br />

I comics tra editoria, tecnologia<br />

e nuove forme espressive<br />

Wolverine” o con la nuova<br />

versione di Diabolik per<br />

iPhone. Napoli asseconda la<br />

vocazione internaziona<strong>le</strong> del<br />

fumetto, ospitando importanti<br />

firme dei comics, dall’ing<strong>le</strong>se<br />

Alan Davis, noto per la produzione<br />

sul genere supereroico<br />

per il mercato americano, alla<br />

tedesca Isabel Kreitz, dagli<br />

americani Phil Ortiz, uno dei<br />

principali animatori dei Simpson,<br />

e Bill Willingham, alla<br />

libanese Zeina Abirached, autrice<br />

di reportage di guerra.<br />

Ma non mancano gli italiani,<br />

come Tanino Liberatore, autore<br />

del manifesto di questa edizione,<br />

che al carcere alto del<br />

Castel Sant’Elmo espone fino<br />

al 1 giugno un’ampia persona<strong>le</strong><br />

composta da studi, disegni,<br />

bozzetti e dipinti. Per l’occasione<br />

il “Michelangelo post<br />

moderno” - come è stato definito<br />

dagli addetti ai lavori- ha<br />

presentato la sua più recente<br />

fatica, l’albo “Lucy”, inedito in<br />

Italia ma pubblicato in Francia.<br />

Il giallo-tufo della sua locandina<br />

fa da trait d’union dell’intera<br />

rassegna, che dal 2007<br />

segue un percorso cromatico,<br />

basato sui colori della stampa<br />

tipografica (ciano, magenta,<br />

giallo e nero), che <strong>le</strong>ga la mostra<br />

su Rat-man di Leonardo<br />

Ortolani, <strong>le</strong> storie di Dylan<br />

Dog di Massimo Carneva<strong>le</strong>, la<br />

col<strong>le</strong>ttiva di autori del Sol Levante<br />

e Futuro Anteriore, in<br />

collaborazione con il Centro<br />

Fumetto Andrea Pazienza,<br />

[No]vizi<br />

in mostra<br />

tutte in esposizione fino al 1<br />

giugno al carcere alto di Castel<br />

Sant’Elmo. In mostra anche<br />

quattordici autori portoghesi,<br />

la banda Desenhada, reduci<br />

dalla ventesima edizione del<br />

festival d’Amadora, cittadina<br />

nei dintorni di Lisbona. Al<br />

Madre (Museo d’Arte Contemporanea<br />

di Napoli) fino al<br />

25 maggio in esposizione<br />

Urban Superstar Show, una<br />

mostra di urban art nata dalla<br />

commistione fra <strong>le</strong> ultime tendenze<br />

del<strong>le</strong> culture giovanili e<br />

l’arte contemporanea. Commistioni<br />

sui generis e inediti<br />

accostamenti anche fra il fumetto<br />

e la favola, nell’esposizione<br />

di Massimiliano Frezzato<br />

su Pinocchio alla Feltrinelli,<br />

e fra fumetto e francobollo<br />

nella mostra per i cento<br />

anni del Corriere dei Piccoli al<br />

palazzo del<strong>le</strong> Poste di piazza<br />

Matteotti fino al 31 maggio. In<br />

Italia una rara contaminazione,<br />

che ha un unico precedente<br />

nel 1996 quando, in occasione<br />

del Lucca Comics, furono<br />

emessi due francobolli, uno<br />

dedicato a Corto Maltese e<br />

uno a Tex.<br />

TERRITORIO Domenica 3 maggio 2009<br />

19<br />

Il direttore del Comicon<br />

Anche da noi<br />

c’è futuro<br />

Curcio: con i Manga<br />

aumentato l’interesse<br />

Un progetto che mira a valorizzare l’aspetto<br />

artistico e cultura<strong>le</strong> del fumetto. È il<br />

Comicon raccontato da Claudio Curcio, direttore<br />

genera<strong>le</strong> della rassegna.<br />

Come nasce il Comicon?<br />

L’idea è nata da un gruppo di appassionati<br />

del fumetto, che si riuniva alla libreria<br />

Infinity shop di via Sedi<strong>le</strong> di Porto. Da anni<br />

non si faceva la fiera del fumetto, così abbiamo<br />

pensato a un evento che potesse colmare<br />

quel vuoto.<br />

Che spazio ha il<br />

fumetto in Italia?<br />

Negli anni ‘80 il<br />

fumetto era considerato<br />

come<br />

intrattenimento<br />

per bambini o<br />

come forma popolare<br />

di divertimento.<br />

Ora con<br />

la diffusione dei<br />

Manga l’interesse<br />

verso questa<br />

forma di espressione<br />

o di arte,<br />

come la si voglia considerare, sta aumentando.<br />

E dal punto di vista artistico c’è fermento<br />

in Italia?<br />

Si stanno aprendo più possibilità per i giovani<br />

grazie al<strong>le</strong> grandi case editrici. Prima<br />

c’era una vera e propria fuga verso la Francia<br />

e gli Stati Uniti, dove il disegnatore riusciva<br />

ad esprimere la sua professionalità. Ora<br />

anche in Italia c’è futuro per gli autori.<br />

Come è nata l’idea di aprire una finestra<br />

sulla vignetta satirica?<br />

L’ordine dei giornalisti chiese di considerare<br />

un progetto sulla vignetta satirica, e Mario<br />

Natangelo di realizzare una mostra. Così è<br />

nato “[No]vizi”. È probabi<strong>le</strong> che anche l’anno<br />

prossimo daremo spazio al disegno satirico,<br />

che in Italia non gode di grande stima.<br />

g.g.<br />

DANIELE DE SOMMA<br />

Fino a cinque anni fa il nome<br />

Licia Troisi ricordava ai più<br />

l’attore napo<strong>le</strong>tano. Oggi<br />

questa ragazza di 28 anni,<br />

dottoranda in Astrofisica, è<br />

una del<strong>le</strong> più importanti<br />

scrittrici fantasy italiane. Il<br />

suo ciclo di storie ambientato<br />

nel Mondo Emerso è già al<br />

primo capitolo della terza<br />

trilogia, tre eroine per sei<br />

libri, battezzate con nomi di<br />

stel<strong>le</strong>: Nihal, la prima e la più<br />

famosa, Dubhe, la ladra, e<br />

l’ultima nata Adhara. Insieme<br />

ad alcuni racconti, un<br />

romanzo dai tratti più horror<br />

“I Dannati di Malva” e il ciclo<br />

di cinque libri “<strong>La</strong> ragazza<br />

Drago”, di cui tra quindici<br />

giorni sarà in libreria il numero<br />

due, fanno della Troisi<br />

una scrittrice da un milione<br />

di copie vendute.<br />

Fenomeno inizialmente tutto<br />

anglosassone il fantasy, prende<br />

spunto dal mito e la fiaba e la sua caratteristica<br />

principa<strong>le</strong> è di collocare <strong>le</strong> proprie<br />

storie in luoghi e situazioni del tutto<br />

lontani dalla realtà. L’ambien-tazione<br />

preferita è spesso un medioevo irrea<strong>le</strong><br />

popolato dal<strong>le</strong> creature dei miti celtici,<br />

dove eroici cavalieri vivono e combattono<br />

in mondi popolati da demoni, orchi, elfi e<br />

magia.<br />

Tra i precursori ci sono i racconti su<br />

Conad il Barbaro di Robert Ervin Howard<br />

e naturalmente il ciclo della Terra di<br />

Mezzo, di John Ronald Reuel Tolkien. «<strong>La</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>le</strong>tteratura fantasy è oggi protagonista anche del<strong>le</strong> nostre librerie<br />

Nihal emerge in Italia<br />

Licia Troisi: scrittrice di 28 anni da un milione di copie vendute<br />

Due del<strong>le</strong> tre eroine<br />

del Mondo Emerso:<br />

a sinistra Nihal,<br />

a destra Dubhe<br />

rinascita del fantasy la faccio risalire al<br />

2001 con l’uscita del film tratto dal<br />

Signore degli Anelli – di Tolkien, ci dice<br />

Licia Trosi. Poi alla domanda se anche <strong>le</strong>i<br />

abbia contribuito con il suo successo editoria<strong>le</strong><br />

ad incrementare il fenomeno<br />

risponde semplicemente: «Spero di essere<br />

un traino per altri scrittori». Di certo dal<br />

2001 l’Italia ha partorito un buon numero<br />

di penne di ta<strong>le</strong>nto, tra cui Cecilia Randal,<br />

Francesco Falconi e Silvana De Mari. <strong>La</strong><br />

maggior parte appartenenti a quella che i<br />

sociologi hanno definito la generazione<br />

degli “ufo-robot”, cioè quelli cresciuti con<br />

davanti i primi cartoni animati giapponesi.<br />

Perché è nella commistione tra <strong>le</strong>tteratura,<br />

fumetto e cinema la chiave di volta<br />

per capire il grande successo di questo<br />

genere che oggi popola <strong>le</strong> librerie, i cinema,<br />

i negozi di videogiochi e <strong>le</strong> ludoteche<br />

di mezzo mondo. «Io sono multieterogenea<br />

nella scelta del<strong>le</strong> fonti, – racconta<br />

l’autrice – prendo spunto dal mio vissuto<br />

persona<strong>le</strong>, ma anche da<br />

tutti i media collaterali:<br />

fumetti, cinema, manga e<br />

videogiochi». E non fa<br />

mistero la scrittrice del<br />

suo forte <strong>le</strong>game con il<br />

manga Berserk di Miura,<br />

tra <strong>le</strong> fonti di ispirazione<br />

per il suo primo romanzo<br />

“Nihal della terra del Vento”,<br />

primo capitolo de “<strong>le</strong><br />

Cronache del Mondo E-<br />

merso”. «Dubhe nasce invece<br />

da un videogioco che<br />

in quel periodo mi ha<br />

appassionato molto: Thief<br />

, con <strong>le</strong> sue atmosfere gotiche<br />

viste con gli occhi di<br />

un ladro dai movimenti<br />

sinuosi ».<br />

Un pubblico dove spesso<br />

<strong>le</strong>ttore e scrittore si incontrano,<br />

sia per età che per<br />

gusti. Licia Troisi, in questo<br />

senso è molto attiva, con un<br />

sito-blog che aggiorna personalmente<br />

quasi tutti i<br />

giorni sempre zeppo di<br />

commenti. «Io e i miei <strong>le</strong>ttori<br />

parliamo lo stesso linguaggio,<br />

se cito un fumetto<br />

o un film che ho visto loro mi capiscono<br />

immediatamente».<br />

Una passione che spesso porta i <strong>le</strong>ttori dei<br />

blog a sottoporre al proprio scrittore<br />

preferito i propri lavori inediti per giudizi<br />

e consigli: «Una volta <strong>le</strong>ggevo gli inediti<br />

che mi mandavano, ora purtroppo non lo<br />

faccio più per mancanza di tempo. Perché<br />

per <strong>le</strong>ggere criticamente una storia c’è<br />

bisogno di molto tempo ed attenzione».


20 Domenica 3 maggio 2009TERRITORIO<br />

L’INIZIATIVA<br />

Gli street artists meridionali esclusi dalla mostra del Madre passano all’attacco<br />

Figli di una Madre snaturata<br />

Molti artisti hanno aderito all’iniziativa di protesta contro il Museo<br />

Alcuni degli artisti meridionali che hanno ideato il logo (in basso) dell’iniziativa “Madre snaturata”<br />

VERONICA VALLI<br />

Vo<strong>le</strong>ndo fare un paragone storico,<br />

si potrebbe quasi dire che i writers<br />

napo<strong>le</strong>tani sono i nuovi crociati<br />

della Street Art. Ma in termini<br />

moderni, la “crociata” per cui si<br />

battono è una mostra. L’antefatto<br />

è l’esposizione “Urban superstar<br />

show” dal 24 apri<strong>le</strong> al museo d’arte<br />

contemporanea Madre di<br />

Napoli in occasione del salone del<br />

fumetto Comicon, organizzata<br />

dalla gal<strong>le</strong>ria romana Mondopop<br />

diretta da David Vecchiato. <strong>La</strong><br />

rassegna propone di essere la più<br />

esauriente mostra di Urban Art<br />

mai presentata in un museo italiano,<br />

che porta al Madre alcuni<br />

tra i nomi più noti della giovane<br />

arte Contemporanea, nata dal<strong>le</strong><br />

ultime tendenze del<strong>le</strong> culture giovanili<br />

con l’intento di promuovere<br />

questa corrente artistica troppo<br />

spesso bistrattata. Il prob<strong>le</strong>ma è<br />

che la prestigiosa lista degli artisti<br />

coinvolti non contempla nessuno<br />

dei tanti esponenti della Street<br />

Art attivi a Napoli e nel sud Italia<br />

in genera<strong>le</strong>.<br />

A segnalare la mancanza è stato<br />

Augusto De Luca, il “cacciatore di<br />

graffiti”, ormai autorità del settore,<br />

che, pur riconoscendo la validità<br />

dell’iniziativa, ha voluto sottolineare<br />

la particolarità. <strong>La</strong> notizia<br />

potrebbe sembrare margina<strong>le</strong><br />

nell’economia della mostra, in<br />

realtà genera un quesito: perchè<br />

un ente musea<strong>le</strong> così importante<br />

per l’arte contemporanea in<br />

Campania come il Madre ha tralasciato<br />

proprio il patrimonio<br />

artistico del suo territorio? De<br />

Luca si rivolge al direttore del<br />

museo, Eduardo Cicelyn, perché<br />

se il curatore della mostra è giustificabi<strong>le</strong>,<br />

in quanto ha del<strong>le</strong> preferenze<br />

nel<strong>le</strong> sue scelte e, essendo<br />

di Roma, potrebbe anche non<br />

conoscere l’ambiente meridiona<strong>le</strong><br />

della Street Art, di contro non lo è<br />

il direttore, reo di aver ignorato<br />

una realtà ben nota. Di qui è scaturita<br />

la po<strong>le</strong>mica, che ha coinvolto<br />

artisti, esperti del settore e<br />

appassionati del genere. Le varie<br />

comunità di Street Artists del Sud<br />

non hanno tardato a farsi sentire.<br />

Artisti come il col<strong>le</strong>ttivo Satoboy,<br />

Helios, Trapani, Corvo, BioDpi,<br />

Iabbo e lo stesso De Luca, si sono<br />

riuniti a Sa<strong>le</strong>rno, dove c’è la sede<br />

della webzine Ziguline, da subito<br />

testimone dell’iniziativa, per attuare<br />

una controffensiva pacifica<br />

alla mostra.<br />

Dall’incontro è nato il movimento“Madre<br />

Snaturata”, il cui nome<br />

riecheggia la simbologia col<br />

museo appunto “madre” che ha<br />

dimenticato i suoi “figli”, con l’intento<br />

di dare risalto ad una realtà<br />

artistica viva ed attiva, con buona<br />

pace di direttori di museo e gal<strong>le</strong>risti.<br />

Veicolo principa<strong>le</strong> dell’iniziativa<br />

è stato internet, col sem-<br />

pre valido supporto dei social<br />

network. Iabbo e De Luca hanno<br />

creato una pagina myspace, dove<br />

hanno“resuscitato” Lucio Amelio,<br />

gal<strong>le</strong>rista e mecenate napo<strong>le</strong>tano,<br />

scomparso nel 1994, noto per<br />

aver contribuito alla diffusione<br />

dell’arte strettamente contemporanea<br />

a Napoli, per farlo assurgere<br />

a portavoce del progetto, una<br />

sorta di santo protettore. Sono<br />

stati tantissimi gli artisti di tutta<br />

Italia a sposare la causa, addirittura<br />

anche alcuni tra i partecipanti<br />

della “Urban Show”, facendo così<br />

di Madre Snaturata un tormentone,<br />

con cui stanno riempiendo i<br />

muri tangibili del<strong>le</strong> città e quelli<br />

virtuali del web. In coincidenza<br />

con l’inizio dell’esposizione, gli<br />

artisti hanno deciso di sabotare la<br />

mostra in maniera particolare,<br />

con del<strong>le</strong> performance da svolgere<br />

all’esterno del museo.<br />

Partendo dall’idea di protesta,<br />

hanno ideato un’azione, nell’accezione<br />

artistica del termine, che<br />

alcuni, come Iabbo, hanno fatto<br />

già partire dal web, ma tutte <strong>le</strong><br />

modalità in cui si svolgeranno per<br />

il momento sono segrete. Anche<br />

se il movimento contestazione di<br />

“Madre Snaturata” mira a colpire<br />

il Madre, il museo e la mostra di<br />

Mondopop stanno beneficiando<br />

della risonanza mediatica dell’operazione<br />

ma dagli organizzatori<br />

non ci sono state repliche precise.<br />

Solo i collaboratori del Madre<br />

hanno fatto sapere che tempo fa<br />

c’era stata l’idea di fare una<br />

mostra sulla Street Art, di cui poi<br />

non s’è fatto nulla.<br />

Non resta che aspettare la mostra<br />

per scoprire cosa si sono inventati<br />

i nostri writer.<br />

SONIA ACERRA<br />

Il pensiero moderno di Carlo<br />

Del Balzo ricordato nel centenario<br />

della sua morte. A commemorare<br />

l’ intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong> irpino<br />

proprio la sua terra nata<strong>le</strong><br />

con una mostra documentaria<br />

che si è tenuta nella sala Penta<br />

della Biblioteca Provincia<strong>le</strong><br />

«Scipione e Giulio Capone» di<br />

Avellino. Attualmente è in via<br />

di comp<strong>le</strong>tamento il catalogo<br />

della rassegna sullo scrittore,<br />

giornalista e politico che è<br />

stata promossa dalla Provincia<br />

di Avellino e dal Centro di<br />

Ricerca Guido Dorso. L’esposizione<br />

ha evidenziato - in<br />

un percorso che si è sviluppato<br />

in quattro filoni - i poliedrici<br />

interessi dell’intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong><br />

che comprendono l’attività di<br />

pubblicista, <strong>le</strong>tterato, politico<br />

e antesignano dell’idea d’Europa.<br />

A raccontare la vita e il<br />

lavoro di Del Balzo <strong>le</strong> sue opere,<br />

conservate nel fondo omonimo<br />

- acquisito nel 1913 -<br />

della Biblioteca «Capone». Accanto a queste<br />

alcuni dipinti esposti al Museo di Pulcinella<br />

di Acerra (Napoli). Nato a San Martino Val<strong>le</strong><br />

Caudina (Avellino), il 31 marzo 1853, dalla<br />

nobildonna Marianna Finelli e dal nobi<strong>le</strong><br />

Francesco, sindaco del paese natio, dopo la<br />

sua formazione accademica, prima nel col<strong>le</strong>gio<br />

di San Carlo all’Arena a Napoli e poi<br />

all’Istituto Martinelli, approfondì studi di<br />

<strong>le</strong>tteratura e nel 1872 si laureò in Giurisprudenza<br />

all’Università di Napoli. Dal<br />

matrimonio con Susanna (Marie Jeanne<br />

Suzanne Hy) - a cui ha dedicato «Susanna<br />

Del Balzo» e «Lettere a mia moglie» - ebbe,<br />

dopo la morte precoce del primogenito, due<br />

figli Anna e Roberto. Si introdusse nella vita<br />

Un’esposizione e un catalogo per il centenario della morte<br />

L’ intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong> moderno<br />

Nel<strong>le</strong> opere di Carlo Del Balzo un pensiero ancora attua<strong>le</strong><br />

A sinistra<br />

un ritratto<br />

di Del Balzo<br />

A destra il dipinto<br />

della sua opera.<br />

intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong> di Napoli, frequentandone molti<br />

esponenti, in particolare Matteo Renato<br />

Imbriani. Soggiornò, per motivi di salute, a<br />

Parigi, entrando nel Comitato esecutivo<br />

dell’Associazion littéraire et artistique internaziona<strong>le</strong><br />

e visse a Roma, frequentando anche<br />

Milano. Avviò ed esercitò per alcuni anni<br />

la carriera forense che lasciò in seguito ad<br />

una grave p<strong>le</strong>urite e <strong>le</strong> sue arringhe, tenute<br />

nel foro napo<strong>le</strong>tano, sono raccolte nel volume<br />

«Vita forense». <strong>La</strong> sua carriera di giornalista<br />

incominciò su <strong>le</strong> riviste «Alcione»,<br />

«Mergellina» e «Crisalide», mostrando impegno<br />

per la <strong>le</strong>galità e il progresso civi<strong>le</strong>, e<br />

criticando l’alta borghesia. In mostra la corrispondenza,<br />

gli scritti inviati da Parigi durante<br />

l’Esposizione Universa<strong>le</strong> del 1878,<br />

quelli pubblicati su «<strong>La</strong> rivista Nuova di<br />

Scienze <strong>le</strong>ttere ed arti», fondata da Del Balzo,<br />

gli speciali su Napoli e su Parigi.<br />

L’intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong> irpino consolidò il suo interesse<br />

per Dante Alighieri di cui pubblicò<br />

su «Cronaca Partenopea»,<br />

scrivendo il testo «Dante e l’idea<strong>le</strong><br />

socia<strong>le</strong> nell’arte e nel<strong>le</strong> <strong>le</strong>ttere».<br />

Realizzò articoli su «Popolo<br />

Irpino» (1892-1893), giorna<strong>le</strong><br />

stampato a Napoli alla Tipografia<br />

Irpina.<br />

Di Del Balzo <strong>le</strong>tterato si ricorda il<br />

suo primo romanzo manoscritto,<br />

in 31 capitoli, «<strong>La</strong> battaglia di<br />

Legnano», redatto a sedici anni e<br />

mai pubblicato, mentre lo sarà il<br />

primo «Paesaggi. Bozzetti» (Napoli,<br />

1875) e ancora «Pro Patria»<br />

e una biografia del padre Francesco.<br />

Compose i drammi «Masaniello»,<br />

«Un comune retaggio»<br />

e «Berenice», i volumi «Roma» e<br />

«<strong>La</strong> cronaca del tremuoto di<br />

Casamicciola».<br />

Scrisse, inoltre, «Parigi e i parigini»<br />

e «Napoli e i napo<strong>le</strong>tani» libri<br />

di costume dei due centri europei.<br />

Pubblicò, infine, i romanzi<br />

«Le sorel<strong>le</strong> Damala» e <strong>le</strong> «Ostriche».<br />

Della sua impresa politica<br />

molti gli scritti. Prima sindaco di<br />

San Martino, poi esponente naziona<strong>le</strong><br />

della sinistra estrema<br />

e dei repubblicani. <strong>La</strong> prima<br />

e<strong>le</strong>zione a deputato nel col<strong>le</strong>gio<br />

d’Ariano andò ma<strong>le</strong>, mentre<br />

fu e<strong>le</strong>tto nel<strong>le</strong> altre due<br />

successive, nel col<strong>le</strong>gio di<br />

Mirabella Eclano e di Jesi,<br />

dove poi non venne rie<strong>le</strong>tto.<br />

Del Balzo si qualifica come<br />

un intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong> post-risorgimenta<strong>le</strong><br />

con vocazione unitaria ed europea<br />

alla cui radice c’è la convinzione che la cultura<br />

è il fondamento indispensabi<strong>le</strong> per<br />

costruire i rapporti umani, politici ed economici<br />

di un organismo sovranaziona<strong>le</strong> .


SPORT Domenica 3 maggio 2009<br />

21<br />

Nel 1999 Berniero Gallotta, oggi al<strong>le</strong>natore della Naziona<strong>le</strong> femmini<strong>le</strong>, fondò la società Cresh<br />

Eboli capita<strong>le</strong> dell’hockey su pista<br />

<strong>La</strong> scommessa sono i giovani: nel 2003 i primi successi con l’under 16<br />

BARBARA TROTTA<br />

<strong>La</strong> Cresh (circolo rotellistico<br />

ebolitana sporting hockey) è<br />

un’associazione che pratica<br />

una disciplina ancora poco<br />

conosciuta, l’hockey su pista,<br />

chiamato anche hockey<br />

a rotel<strong>le</strong>. È giocato su un<br />

campo di cemento, piastrel<strong>le</strong><br />

o <strong>le</strong>gno, e a scontrarsi sono<br />

cinque avversari dotati di<br />

pattini e di una mazza con<br />

un’estremità ricurva, che<br />

viene usata per colpire una<br />

pallina di sughero e gomma<br />

e mandarla in rete. <strong>La</strong> Cresh,<br />

che quest’anno compie i suoi<br />

primi dieci anni di vita,<br />

viene alla <strong>luce</strong> nel 1999 grazie<br />

a Berniero Gallotta, ex<br />

giocatore di serie A1, e oggi<br />

al<strong>le</strong>natore della squadra naziona<strong>le</strong><br />

femmini<strong>le</strong> (alla cui<br />

guida sarà anche durante<br />

l’europeo del 2009 e il mondia<strong>le</strong><br />

del 2010). Gallotta, con<br />

l’aiuto della moglie, Angela<br />

Califano, attua<strong>le</strong> presidente<br />

della società, si impegna ad<br />

infondere nella città di Eboli<br />

l’amore per uno sport poco<br />

diffuso. Non lo fermano <strong>le</strong><br />

difficoltà.<br />

All’inizio, infatti, l’associazione<br />

ha a disposizione per<br />

<strong>le</strong> sue attività solo un inadatto<br />

spazio all’aperto, freddissimo<br />

durante l’inverno. I<br />

bambini, però, cominciano a<br />

praticare l’hockey su pista e<br />

la Cresh inizia a crescere.<br />

Nel 2003 ottiene i primi successi<br />

accedendo al<strong>le</strong> finali di<br />

scudetto a Follonica con la<br />

squadra degli under 16 e il<br />

palazzetto dello sport, il Palase<strong>le</strong>,<br />

viene dotato di una<br />

Le donne in campo<br />

Nella stagione sportiva<br />

2005-2006 la Cresh, per<br />

la prima volta in Italia,<br />

schierò tra i dodici giocatori<br />

della squadra che<br />

partecipava al campionato<br />

di serie B maschi<strong>le</strong><br />

anche cinque donne. Lo<br />

prevede il regolamento<br />

federa<strong>le</strong>, che otto anni fa,<br />

ha introdotto la possibilità<br />

di organizzare squadre<br />

miste in tutte <strong>le</strong> categorie.<br />

<strong>La</strong> cosa, però, suscitò<br />

un certo scalpore,<br />

ma non preoccupò la<br />

società che si dimostrò<br />

favorevo<strong>le</strong> a questa deroga<br />

fin dal primo momento.<br />

Ora tutte <strong>le</strong> squadre<br />

maschili della Cresh sono<br />

miste.<br />

struttura per la disciplina. <strong>La</strong><br />

squadra femmini<strong>le</strong>, dopo <strong>le</strong><br />

iniziali incertezze, decolla e<br />

nel campionato di serie A<br />

del 2005/2006 accede alla fina<strong>le</strong>,<br />

anche se non riesce ad<br />

ottenere lo scudetto. Nel<br />

2006/2007, poi, quattro at<strong>le</strong>te,<br />

Francesca Chiagano, Cristina<br />

Capaccio, A<strong>le</strong>ssandra<br />

Melchionda e Simona Costabi<strong>le</strong>,<br />

sono scelte per partecipare<br />

ai mondiali di fine<br />

settembre disputati a Santiago<br />

del Ci<strong>le</strong>.<br />

Nel<strong>le</strong> ultime tre stagioni la<br />

Cresh è sempre in lizza, sia<br />

con <strong>le</strong> squadre giovanili sia<br />

con la serie B maschi<strong>le</strong> ( girone<br />

centro-sud ) e la A femmini<strong>le</strong>.<br />

In entrambe <strong>le</strong> categorie<br />

detiene il terzo posto.<br />

<strong>La</strong> società, quindi, è oggi<br />

una realtà consolidata costituita<br />

da circa 120 tesserati, la<br />

cui età varia da sette-otto<br />

anni (mini-hockey) a più di<br />

ventidue per <strong>le</strong> attività<br />

senior, divisi in undici squadre<br />

(8 maschili e 3 femminili)<br />

che partecipano ad altrettanti<br />

campionati nazionali.<br />

Nel 2008 è stata al tredicesimo<br />

posto mondia<strong>le</strong> per club<br />

femminili, e quest’anno ha<br />

ottenuto la qualificazione<br />

per <strong>le</strong> finali nazionali giovanili<br />

nel<strong>le</strong> categorie under 13<br />

e 17 che si disputeranno a<br />

Modena a fine maggio. Un<br />

suo at<strong>le</strong>ta Ciro Martino,<br />

inoltre, è stato nella naziona<strong>le</strong><br />

under 15 per due anni<br />

consecutivi (2007 e 2008).<br />

Finalmente, poi, avrà una<br />

struttura sportiva tutta sua,<br />

vicino al Palase<strong>le</strong> e in fase di<br />

comp<strong>le</strong>tamento.<br />

Il team della A femmini<strong>le</strong><br />

<strong>La</strong> squadra di serie A<br />

femmini<strong>le</strong> fotografata<br />

con Berniero Gallotta<br />

quando, nel 2007, partecipò<br />

alla fina<strong>le</strong> di scudetto<br />

a Follonica.<br />

Nel<strong>le</strong> ultime tre stagioni<br />

si è classificata per due<br />

volte al secondo posto e<br />

una volta al terzo.<br />

I ragazzi dell’under 20<br />

<strong>La</strong> squadra under 20 (17-<br />

18-19 anni) che, sconfitta<br />

a marzo dal Matera per 11<br />

a 5 nonostante il suo<br />

grande impegno, ha chiuso<br />

la stagione sportiva<br />

classificandosi al terzo<br />

posto, ma spera in un<br />

eventua<strong>le</strong> ripescaggio per<br />

disputare i play-off.<br />

GLI EMIGRANTI DELLO SPORT: GIUSEPPE POETA (4<br />

Con lui il basket è poesia<br />

Il play battipagliese si racconta e rivela: «Sogno di andare al<strong>le</strong> Olimpiadi»<br />

Mancato<br />

funzionario<br />

di banca<br />

Giuseppe Poeta nasce<br />

a Battipaglia il 12 settembre<br />

1985. Nel 2005<br />

passa dalla Pallacanestro<br />

Sa<strong>le</strong>rno a Veroli in<br />

B1, e in quel torneo<br />

stabilisce un record di<br />

punti in una sola partita<br />

di B1 italiana, ben 51<br />

contro Forlì. Dal 2007 è<br />

inoltre nella Naziona<strong>le</strong><br />

di coach Recalcati, con<br />

23 gare e 184 punti.<br />

Giuseppe è figlio di<br />

Franco e Lucia, e fratello<br />

di Manuela. È fidanzato<br />

con A<strong>le</strong>ssia, di Sa<strong>le</strong>rno,<br />

ed oltre al cinema,<br />

ama seguire anche<br />

<strong>le</strong> partite di calcio. A<br />

tavola non dice no al<strong>le</strong><br />

linguine agli scampi.<br />

Non avesse sfondato<br />

nel basket avrebbe provato<br />

ad affermarsi nel<br />

ramo bancario.<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

Per un ragazzo di Battipaglia<br />

come <strong>le</strong>i, Giuseppe Poeta, compiere<br />

sacrifici è importante.<br />

Quanto è costato stare lontano<br />

dalla famiglia?<br />

Probabilmente non tantissimo,<br />

perché la mia famiglia l’avevo abbastanza<br />

vicina. Ad ogni modo mi<br />

ritengo abbastanza estroverso, per<br />

cui mi sono trovato quasi sempre<br />

bene nei posti in cui ho giocato. Ho<br />

scelto Teramo perché qui ho trovato<br />

la possibilità di crescere fisicamente<br />

e umanamente.<br />

Gioca a Teramo ormai da anni.<br />

<strong>La</strong> sua dimensione l’ha trovata lì.<br />

Infatti mi trovo bene, è una città a<br />

misura d’uomo, con poco traffico,<br />

con poca confusione. È un ambiente<br />

che mi piace. Tra l’altro a Teramo<br />

c’è molto pubblico quando giochiamo<br />

noi perché c’è sempre un minimo<br />

di quattromila spettatori per<br />

ogni gara interna.<br />

Miglior giocatore del girone di<br />

andata, a chi la dedica?<br />

A sinistra<br />

Giuseppe Poeta<br />

va a canestro.<br />

Sulla destra<br />

il cestista<br />

di Battipaglia<br />

saluta i suoi fans<br />

(foto Carrelli)<br />

Alla mia famiglia perché ha sempre<br />

creduto in me, al mio al<strong>le</strong>natore e<br />

alla squadra. Ci sono molti destinatari<br />

per questo riconoscimento.<br />

Come si è avvicinato a questo<br />

sport?<br />

A sei anni, da piccolissimo. Già allora<br />

avevo una grande passione per<br />

la pallacanestro e l’ho semplicemente<br />

seguita come molti ragazzi.<br />

Importante per la propria squadra<br />

di club ma anche per quel<strong>le</strong><br />

che sono <strong>le</strong> nuove <strong>le</strong>ve della<br />

Naziona<strong>le</strong> A, perché è uno dei<br />

punti fermi.<br />

Forse è ancora presto per dirlo,<br />

sono contento di essere in Naziona<strong>le</strong>,<br />

ma dobbiamo ancora conquistare<br />

tutto sul campo.<br />

Ci può ricordare il suo debutto<br />

azzurro?<br />

Fu abbastanza particolare, perché<br />

debuttai il 2 giugno 2007 ed era<br />

una Naziona<strong>le</strong> sperimenta<strong>le</strong>. C’erano<br />

molti giovani. Fu contro la<br />

Croazia e provai grande emozione.<br />

<strong>La</strong> sua famiglia come lo visse?<br />

Con grande orgoglio, anche con<br />

grande tensione per un proprio<br />

figlio in maglia azzurra.<br />

Com’è il rapporto tra <strong>le</strong>i e la sua<br />

città?<br />

Ho tanti amici oltre alla famiglia,<br />

ho anche casa, quindi ci torno<br />

vo<strong>le</strong>ntieri.<br />

Quanto è diffici<strong>le</strong> per un italiano<br />

imporsi nella pallacanestro<br />

maschi<strong>le</strong>?<br />

Abbastanza, perché c’è tanta concorrenza<br />

anche a livello mondia<strong>le</strong>,<br />

ma bisogna crederci e non sentirsi<br />

svantaggiati e già battuti in partenza.<br />

Un domani tenterebbe un’esperienza<br />

all’estero?<br />

Sì, la tenterei, anche perché potrebbe<br />

essere fondamenta<strong>le</strong> per<br />

una crescita ancora maggiore.<br />

Tornerà in Campania?<br />

Se ci dovessero essere <strong>le</strong> condizioni,<br />

tornerei.<br />

Qual è la sua sfida primaria?<br />

Personalmente mi auguro di arrivare<br />

a giocare <strong>le</strong> Olimpiadi di<br />

Londra, magari vincere una<br />

medaglia.


22 Domenica 3 maggio 2009PUNTO it PUNTO com<br />

Un fior<br />

di porta<strong>le</strong><br />

Siamo in primavera inoltrata, stiamo andando<br />

incontro a maggio, mese durante il qua<strong>le</strong><br />

nascono soprattutto i fiori e <strong>le</strong> piante, senza i<br />

quali la primavera non esisterebbe. Ma come<br />

conoscere i fiori, come distinguerli, come<br />

associare il loro linguaggio? Per rispondere a<br />

queste curiosità sboccia un sito ad hoc,<br />

www.giardinaggio.it, il porta<strong>le</strong> online che ti<br />

consente di sapere di tutto su come conoscere<br />

i fiori e <strong>le</strong> piante, come distinguerli, come<br />

curarli e difenderli, quindi come se<strong>le</strong>zionare<br />

gli accessori e scegliere <strong>le</strong> tecniche per il giardinaggio.<br />

Si va dai gerani ai gelsomini, come seminarli<br />

e come farli crescere. Le risposte al<strong>le</strong> domande<br />

più frequenti, i pareri degli esperti del settore,<br />

e piante grasse, piante carnivore o tropicali<br />

non saranno più un mistero per gli interessati.<br />

Sono presenti anche link che rimandano<br />

all’importanza dei fiori nell’arte, come<br />

ad esempio la poesia, ma anche <strong>le</strong> proprietà<br />

terapeutiche del<strong>le</strong> cosiddette piante medicinali.<br />

Non mancano informazioni sulla temperatura<br />

a cui cresce una pianta, gli orti botanici da<br />

visitare, il significato di determinati termini<br />

tecnici, . Inoltre, per chi vo<strong>le</strong>sse capirne di<br />

più anche sul<strong>le</strong> altre cose, sono presenti argomenti<br />

che vanno dalla botanica alla conoscenza<br />

dei frutti della natura, ma vi è anche<br />

una sezione dedicata al linguaggio dei fiori,<br />

dunque quali fiori si intonano al mo-mento e<br />

quali invece no.<br />

Quando ti si dice: “dillo con un fiore ”, rispondi<br />

con Giardinaggio.it.<br />

Un sito web<br />

appetitoso<br />

Quando è nato il cioccolato? Quante e quali<br />

specialità si possono cucinare con il cioccolato?<br />

Che effetti può avere il cioccolato? Ve lo<br />

dice www.alcioccolato.com, il porta<strong>le</strong> dedicato<br />

a chi non vorrebbe fare mai a meno di questa<br />

delizia. Fin da piccoli lo si adora, ci si cresce,<br />

chi è già cresciuto tutte <strong>le</strong> volte che può lo<br />

gusta ripensando al passato… Chi prova il<br />

sapore del cioccolato difficilmente riuscirà a<br />

staccarsene per tutta la vita, per la consistenza<br />

che ha, soprattutto suscita la sensazione di<br />

serenità interiore e felicità improvvisa.<br />

Alcioccolato.com ci propone numerosi spunti<br />

sulla storia del cacao, la sua provenienza e<br />

come si è diffuso in Europa e negli altri continenti.<br />

Curiosità desta anche il mito del cibo<br />

degli dei, che si intreccia quasi a qualcosa di<br />

più attua<strong>le</strong> come la cioccolata calda. Interessanti<br />

anche <strong>le</strong> ricette che il sito offre, dal<strong>le</strong><br />

torte al<strong>le</strong> mousse, al<strong>le</strong> creme al cioccolato, al<br />

cioccolato bianco per arrivare a quello<br />

extrafondente. Ne avrete fatto una scorpacciata,<br />

essendo terminata da poco la Santa<br />

Pasqua. E per chi non ha mai sentito parlare<br />

dei primi piatti al cioccolato, ci sono ad esempio<br />

gli spaghetti al<strong>le</strong> capesante e cacao e gli<br />

gnocchi di cioccolato.<br />

Non solo questo, ma per chi ha interesse ci<br />

sono anche dei corsi teorico-pratici, come<br />

quello di Treviglio (Bergamo) riservati ad<br />

aspiranti cuochi e pasticcieri. Insomma, a<br />

quelli che cucineranno personalmente <strong>le</strong> specialità<br />

di cui fruite ogni tanto.<br />

Ci sarà da <strong>le</strong>ccarsi i baffi!<br />

Contro la nostalgia degli Ottanta e dei Novanta<br />

E queste, <strong>le</strong> ricordate?<br />

Spot80 ci riporta al<strong>le</strong> migliori pubblicità del passato<br />

“Vuo<strong>le</strong> fare la modella…”, “Ehi<br />

papà, guarda! Un pollo! ”, “Più lo<br />

mandi giù e più ti tira su ”, “Dove<br />

c’è Barilla c’è casa ”. Quante volte<br />

avrete ascoltato da piccoli o<br />

comunque da giovani questi<br />

ritornelli! Potete rivederli e riascoltarli<br />

su www. torinointernational.com/spot80,<br />

lo spazio dedicato<br />

agli spot pubblicitari<br />

maggiormente in voga fra gli<br />

anni Ottanta e Novanta.<br />

È un classico sito per chi ha<br />

nostalgia di una te<strong>le</strong>visione<br />

essenzia<strong>le</strong> e di qualità.<br />

Nato come spot80.it, questo<br />

porta<strong>le</strong> è stato fondato nel 2002<br />

da Miche<strong>le</strong> Logrippo. I contatti<br />

negli anni sono proliferati, per<br />

rivedere queste picco<strong>le</strong> per<strong>le</strong> e<br />

per rimpinguare il catalogo dei<br />

filmati disponibili che si arricchisce<br />

ogni settimana. Per<br />

quanto semplici, <strong>le</strong> pubblicità<br />

erano e sono piacevoli da guardare<br />

e in molti casi, come negli<br />

spot della <strong>La</strong>vazza con Nino<br />

si Torino International<br />

e Centro 95,<br />

<strong>le</strong>gate entrambe allo<br />

stesso gruppo, è<br />

possibi<strong>le</strong> riascoltare<br />

l’audio del<strong>le</strong> pubblicità<br />

di un tempo.<br />

E in più, nella nuova<br />

era di Facebook,<br />

non poteva mancare<br />

un gruppo su<br />

quella che è la community<br />

del momento,<br />

con 510 iscritti.<br />

A giudicare dai<br />

contatti che sono<br />

innumerevoli, e anche<br />

dagli articoli<br />

che al sito sono stati<br />

dedicati, la fama è impressionante.<br />

Per la curiosità di tutti gli internauti,<br />

Spot80.it comprende anche<br />

una sezione dedicata al<strong>le</strong> interviste<br />

a chi partecipò direttamente<br />

a quel<strong>le</strong> pubblicità. Hai<br />

partecipato anche tu? Scrivi!<br />

A New York si sono esibiti i musicisti se<strong>le</strong>zionati dal sito internet<br />

L’orchestra di Youtube<br />

<strong>La</strong> pagina principa<strong>le</strong> del sito internet dedicato al<strong>le</strong> pubblicità che hanno appassionato gli italiani<br />

A centropagina il gruppo creato dallo staff di Spot80 su Facebook<br />

Manfredi, avevano un accento<br />

di quelli che affezionavano il<br />

pubblico te<strong>le</strong>visivo.<br />

Spot80 dal 2007 è anche un programma<br />

di un’ora al giorno<br />

dedicato alla musica e sopratutto<br />

alla pubblicità degli anni 80.<br />

Durante il programma, in onda<br />

al<strong>le</strong> 13 sul<strong>le</strong> due radio piemonte-<br />

Da adesso Youtube si<br />

butta nella musica. Il<br />

ce<strong>le</strong>berrimo sito di<br />

proprietà di Goog<strong>le</strong> ha<br />

formato una vera orchestra<br />

sinfonica che<br />

nell’era del<strong>le</strong> comunicazioni<br />

multimediali<br />

avrà verosimilmente<br />

riscontro, gli iscritti<br />

sono già oltre mil<strong>le</strong>.<br />

Il tutto era cominciato<br />

lo scorso febbraio con<br />

il sito che ha riunito<br />

musicisti di tutto il<br />

mondo, professionisti<br />

e non, ed ha provveduto<br />

a se<strong>le</strong>zionare i più<br />

meritevoli.<br />

Per la scelta dei vincitori<br />

non solo hanno<br />

influito <strong>le</strong> votazioni di<br />

una commissione di<br />

esperti musicali, ma<br />

anche quel<strong>le</strong> degli<br />

utenti di Youtube.<br />

In questo mese di apri<strong>le</strong><br />

l’orchestra si è esibita<br />

sotto la direzione del<br />

maestro Michael Tilson<br />

alla Carnegie Hall<br />

di New York, nell’eseguire<br />

composizioni dei<br />

vari Brahms e Mozart,<br />

oltre a un componimento<br />

scritto dal cinese<br />

Dun Tan, la “Internet<br />

Symphony No.1”.<br />

Per chi vo<strong>le</strong>sse apprezzare<br />

i filmati, il cana<strong>le</strong><br />

è sul sito internet<br />

http://www.youtube<br />

.com/symphonyit?gl=I<br />

T&hl=it. Tutti i filmati<br />

sono stati poi riuniti in<br />

un collage presentato<br />

in anteprima nel già<br />

citato teatro newyorchese<br />

il 15 apri<strong>le</strong> e trasmesso<br />

sullo stesso cana<strong>le</strong><br />

il 16.<br />

Pagina a cura di<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

Per voi,<br />

numero<br />

uno<br />

“Fenomena<strong>le</strong>”, diceva il<br />

buon Dan Peterson in una<br />

del<strong>le</strong> sue apparizioni a<br />

sfondo pubblicitario per il<br />

Lipton Ice Tea. Va<strong>le</strong> anche<br />

per it.nba.com, il porta<strong>le</strong><br />

che ti consente di restare<br />

informato sul torneo di<br />

pallacanestro per eccel<strong>le</strong>nza,<br />

quello che raggruppa i<br />

migliori cestisti del mondo.<br />

Oltre agli aggiornamenti<br />

continui sui match<br />

in programma, compresi<br />

quelli di minore importanza,<br />

non mancano statistiche<br />

abbastanza precise su<br />

squadre e giocatori impegnati<br />

nella Lega di basket<br />

americana.<br />

E soprattutto, spiccano <strong>le</strong><br />

opinioni proprio dalla voce<br />

del già citato Peterson, ex<br />

al<strong>le</strong>natore della Virtus<br />

Bologna e della Olimpia<br />

Milano che traccia settimanalmente<br />

un ranking<br />

del<strong>le</strong> squadre impegnate<br />

nel campionato americano,<br />

e in alcune circostanze<br />

fa una tiratina d’orecchie a<br />

chi merita di subirla.<br />

Insieme a quel<strong>le</strong> spiccano<br />

anche <strong>le</strong> rubriche del commentatore<br />

di basket Trigger,<br />

al secolo Niccolò Trigari,<br />

per chi vo<strong>le</strong>sse conoscere<br />

tutto, ma proprio<br />

tutto. Nba. com, e vai subito<br />

a canestro!<br />

Un pugno<br />

alla noia<br />

<strong>La</strong> Nob<strong>le</strong> Art del pugilato<br />

difficilmente concluderà la<br />

sua storia. E si adegua ai<br />

mutamenti a livello comunicaziona<strong>le</strong>:<br />

per conoscere<br />

tutto quanto avviene sui<br />

ring di tutto il mondo, ora<br />

c’è www.mondoboxe.com.<br />

Su questo porta<strong>le</strong> di informazione<br />

con sede a Genova<br />

si possono visionare<br />

notizie sugli incontri in<br />

programma, resoconti e<br />

discussioni da tutto il<br />

mondo nell’apposito forum<br />

sul<strong>le</strong> sfide di di<strong>le</strong>ttanti<br />

e professionisti.<br />

I record e i dati statistici<br />

dei pugili più noti, da<br />

Muhammad Ali a Mike<br />

Tyson, non saranno più un<br />

mistero.<br />

<strong>La</strong> casella Pugilato in Tv vi<br />

presenta anche la guida ai<br />

programmi te<strong>le</strong>visivi inerenti<br />

agli incontri di boxe.<br />

Nella sezione Pa<strong>le</strong>stre si<br />

può accedere al sito della<br />

Federazione Pugilistica<br />

Italiana e reperire informazioni<br />

sul<strong>le</strong> so<strong>le</strong> società<br />

sportive affiliate.


Numerosi luoghi<br />

di interesse turistico<br />

in centro e in periferia<br />

della cittadina irpina<br />

Foto, filmati d’epoca<br />

e Parco archeologico<br />

con <strong>le</strong> rovine del paese<br />

tra <strong>le</strong> mete preferite<br />

WEEK END Domenica 3 maggio 2009<br />

23<br />

Tutti a spasso nel tempo<br />

LUCIANA BARTOLINI<br />

Aquilonia si chiama così dal<br />

1862. Fu conquistata dai Sanniti,<br />

distrutta dai Romani, riedificata<br />

dai Longobardi con il<br />

nome di Carbonara, demolita<br />

dai Normanni. Nel 1930 fu<br />

colpita da un forte terremoto. I<br />

luoghi d’interesse turistico sono<br />

due musei (etnografico,<br />

del<strong>le</strong> Città Itineranti) e il Parco<br />

Archeologico. Direttore dei<br />

musei è l’architetto Donato<br />

Tartaglia. L’ingresso è gratuito.<br />

Ad Aquilonia si possono ammirare<br />

anche beni architettonici<br />

e uno sp<strong>le</strong>ndido paesaggio<br />

natura<strong>le</strong>. Il Museo etnografico<br />

è stato fondato<br />

dal prof. Beniamino<br />

Tartaglia;<br />

la cittadinanza<br />

ha donato gli<br />

oggetti lì conservati.<br />

Offre<br />

ricostruzione<br />

di ambienti di<br />

vita lavorativa<br />

e domestica,<br />

non una col<strong>le</strong>zione<br />

di oggetti.<br />

Conserva<br />

13000 pezzi su<br />

due piani in<br />

130 ambienti<br />

Il reperto<br />

Tra i vari reperti rinvenuti<br />

negli scavi di Aquilonia,<br />

anche una coppa biansata di<br />

età sannitica.<br />

Ad Aquilonia unico esempio<br />

di museo del<strong>le</strong> Città Itineranti<br />

suddivisi in dodici sezioni<br />

tematiche.<br />

Molte aree sono dedicate agli<br />

antichi mestieri tra cui: arrotino,<br />

maniscalco, ombrellaio,<br />

banditore, lampionaio. Una<br />

sezione è riservata al<strong>le</strong> attività<br />

agrico<strong>le</strong> per la produzione di<br />

grano, vino e olio. Sono descritte<br />

<strong>le</strong> fasi della coltivazione<br />

e raccolta del grano: aratura,<br />

semina, sarchiatura, zappatura,<br />

spigolatura, mietitura. E’<br />

Il museo<br />

C’è una sezione dedicata a<br />

corredo e abbigliamento<br />

con la dote della sposa e gli<br />

abiti nuziali e da battesimo.<br />

riprodotta una casa contadina,<br />

un monoloca<strong>le</strong> con camera da<br />

<strong>le</strong>tto, cucina e stalla.<br />

Le altre sezioni riguardano:<br />

archeologia, giochi, giocattoli,<br />

infanzia e scuola, magia, medicina,<br />

vita militare, brigantaggio<br />

ed emigrazione. Il museo<br />

del<strong>le</strong> Città Itineranti si<br />

trova nel Parco Archeologico,<br />

nel vecchio centro. Conserva<br />

fotografie e filmati d’epoca<br />

dell’antico paese prima e dopo<br />

il terremoto. In seguito Aquilonia<br />

fu ricostruita in un altro<br />

luogo; negli anni ’60 il vecchio<br />

centro divenne una discarica;<br />

l’antico sito è stato riabilitato<br />

alla me-moria col<strong>le</strong>ttiva negli<br />

anni ’90 per <strong>le</strong> rovine degli edifici<br />

so-pravvissuti al sisma. Il<br />

museo è dedicato al<strong>le</strong> città itineranti<br />

che come Aquilonia si<br />

sono spostate a causa di un<br />

terremoto. Esistono 1200 musei<br />

etnografici in Italia, mentre<br />

il museo del<strong>le</strong> Città Itineranti è<br />

unico nel nostro Paese.<br />

Il Parco archeologico custodisce<br />

edifici e vie del paese antico.<br />

I siti archeologici riguardano<br />

sanniti, romani e tombe<br />

longobarde.<br />

I reperti, nel<br />

Il piatto<br />

Migliaccio, peperoni ripieno<br />

al<strong>le</strong> noci e soffritto di<br />

pancetta di maia<strong>le</strong> con<br />

peperoni sottaceto.<br />

museo Etnografico.<br />

Tra i<br />

beni architettonici<br />

c’è<br />

la badìa di<br />

San Vito.<br />

Immerso nel<br />

paesaggio<br />

incontaminato,<br />

il lago<br />

di S. Pietro è<br />

famoso per<br />

pesca e zona<br />

pic-nic.<br />

di Francesco Maria Borrelli<br />

Roastbeef in crosta di sa<strong>le</strong><br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

Carne di manzo magra 1.2 kg;<br />

Sa<strong>le</strong> grosso 2-3 kg;<br />

Sa<strong>le</strong>, pepe, ginepro, rosmarino.<br />

Preparazione:<br />

Prendete il pezzo di carne di primo taglio e<br />

disponetelo in un piatto ampio, salatelo,<br />

pepatelo, aggiungete <strong>le</strong> bacche di ginepro e il<br />

rosmarino. A parte prendete una teglia da<br />

forno e copritene fondo e lati con uno strappo<br />

unico di carta d’alluminio per uso alimentare.<br />

Accendete il forno a 200 gradi.<br />

Versate del sa<strong>le</strong> grosso sul fondo della teglia in<br />

modo da creare uno spessore di circa 2 cm.<br />

Adagiate la carne nella teglia. Versate del sa<strong>le</strong><br />

grosso sulla carne in modo da coprirla tutta,<br />

cercando di creare in superficie uno spessore<br />

omogeneo di circa 2 cm che dopo la cottura<br />

diventerà crosta.<br />

Ora che il manzo è avvolto da tutti i lati dal<br />

sa<strong>le</strong>, infornatelo. Fatelo cuocere per 60-80<br />

minuti a 180-200 gradi, per renderlo più o<br />

meno cotto all’interno. Per un effetto scenico<br />

potrete far scivolare il roastbeef dal fondo<br />

d’alluminio a un piatto e rompere davanti agli<br />

ospiti la crosta di sa<strong>le</strong> che si è formata durante<br />

la cottura.<br />

In seconda battuta mettete la carne su un<br />

tagliere e affettatela spolverando gli eventuali<br />

grani di sa<strong>le</strong> rimasti. Servitela ancora calda<br />

versando a gusto dell’olio extravergine d’oliva.<br />

I vini:<br />

Rigorosamente rosso, Turasi docg Primum<br />

(Gustaferro) o bianco Greco di tufo Vigna<br />

d’angelo docg (Mastroberardino).

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