La luce dietro le sbarre
Numero 24 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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I TRE LUOGHI-SIMBOLO<br />
<strong>La</strong> squadra di calcio a 5<br />
<strong>La</strong> squadra di calcio a 5 è<br />
il fiore all’occhiello del<br />
Cus Sa<strong>le</strong>rno. Si è qualificata<br />
al<strong>le</strong> finali dei cam-<br />
pionati nazionali universitari<br />
che si disputeranno<br />
a Lignano Sabbiadoro<br />
dal 23 al 30 maggio.<br />
Rowing: il vogatore da pa<strong>le</strong>stra<br />
Nella pa<strong>le</strong>stra di Baronissi<br />
è possibi<strong>le</strong> con<br />
attrezzature rowing al<strong>le</strong>narsi<br />
praticando il canottaggio<br />
utilizzando simulatori,<br />
che consentono di<br />
gareggiare controllando<br />
velocità e distanza.<br />
Arrampicata sportiva<br />
Una del<strong>le</strong> attività alternative<br />
è il corso di arrampicata<br />
spiccate doti di agilità<br />
oltre che di resistenza<br />
sportiva, A- muscolare. L’appunta-<br />
perta a tutti, necessita di mento è ogni giovedì.<br />
SOLIDARIETA‘ Domenica 3 maggio 2009<br />
L’Ateneo campano si conferma ai vertici nazionali<br />
Studenti al Campus<br />
col fisico in testa<br />
15<br />
Cus di Sa<strong>le</strong>rno: 5000 iscritti e 41 attività svolte<br />
È il 1946: la seconda guerra<br />
mondia<strong>le</strong> è da poco finita e<br />
<strong>le</strong> università italiane decidono<br />
di ripartire dallo sport.<br />
Nasce così, con l’obiettivo di<br />
promuovere l’attività sportiva<br />
negli Atenei, il Cusi (Centro<br />
universitario sportivo<br />
italiano), riconosciuto dal<br />
Coni nel 1953. Con il passare<br />
degli anni, in ogni città<br />
sede di università, viene istituito<br />
un Centro universitario<br />
sportivo (Cus), dotato di<br />
autonomia gestiona<strong>le</strong> e amministrativa.<br />
I Cus, attualmente<br />
48, si occupano della<br />
conduzione degli impianti<br />
sportivi di proprietà del<strong>le</strong><br />
università e organizzano<br />
corsi e campionati. L’attività<br />
del Cus di Sa<strong>le</strong>rno prende il<br />
via nel 1978 sotto la supervisione<br />
del gemello napo<strong>le</strong>tano.<br />
L’autonomia arriva dopo<br />
due anni, grazie alla spinta di<br />
alcuni giovani studenti appassionati<br />
di sport, tra cui<br />
spicca Lorenzo Lentini primo<br />
e attua<strong>le</strong> presidente.<br />
L’inizio non è semplice, la<br />
sede è una piccola stanza nel<br />
centro di Sa<strong>le</strong>rno e mancano<br />
gli impianti. L’Università è<br />
costretta a servirsi di strutture<br />
pubbliche e private in<br />
regime di convenzione. Si<br />
parte dal<strong>le</strong> discipline più<br />
praticate: calcio, tennis,<br />
nuoto, pallavolo e at<strong>le</strong>tica.<br />
Da subito emerge il duplice<br />
ruolo del Cus: avvicinare i<br />
ragazzi allo sport, favorendone<br />
una maggiore integrazione<br />
e contribuire allo sviluppo<br />
del territorio. È l’impegno<br />
del Cus a riportare<br />
nel 1988 il rugby a Sa<strong>le</strong>rno<br />
con la creazione di una<br />
squadra che per anni è protagonista<br />
nei campionati nazionali<br />
di C1 e C2. <strong>La</strong> vera<br />
svolta ha però inizio tra il<br />
2000 e il 2001 con la costruzione<br />
dell’attua<strong>le</strong> sede all’interno<br />
del Campus di Fisciano.<br />
Sorgono i primi impianti:<br />
campi da tennis e calcetto.<br />
A Baronissi viene aperto il<br />
palaCus dove si gioca a<br />
basket e pallavolo mentre <strong>le</strong><br />
pa<strong>le</strong>stre Pilotis adibite ad<br />
au<strong>le</strong> dopo il terremoto, vengono<br />
attrezzate e tornano a<br />
disposizione. Pian piano Sa<strong>le</strong>rno<br />
diventa un punto di<br />
riferimento nel mondo sportivo<br />
universitario e nel 2003<br />
è sede dei campionati nazionali.<br />
Ultimo regalo l’apertura<br />
della piscina semiolimpionica<br />
inaugurata nel 2006 e intitolata<br />
all’ex sindaco di Fisciano<br />
Gaetano Sessa. A coronare<br />
il tutto, l’onore di aver<br />
organizzato, lo scorso anno<br />
ad Amalfi, la prima regata<br />
storica universitaria del<strong>le</strong><br />
Repubbliche Marinare e<br />
ospitato negli ultimi due<br />
anni il congresso Cusi. Sono<br />
evidenti i passi da gigante<br />
compiuti, i risultati ottenuti<br />
parlano da soli: circa 5000<br />
iscritti, 41 attività svolte e un<br />
torneo di calcio a 5 che può<br />
vantare 85 squadre. È la realizzazione<br />
della linea direttiva<br />
voluta dal precedente<br />
Rettore Giorgio Donsì e dall’attua<strong>le</strong><br />
Raimondo Pasquino<br />
che, con l’ausilio fondamenta<strong>le</strong><br />
del presidente Lentini,<br />
hanno raggiunto l’obiettivo<br />
perseguito: lo sport a portata<br />
di tutti. Non mancano settori<br />
in cui si svolge attività<br />
agonistica come il vol<strong>le</strong>y<br />
femmini<strong>le</strong>, il tennistavolo e<br />
l’at<strong>le</strong>tica, ma non è questo il<br />
fine principa<strong>le</strong>. «L’Università<br />
- dice Miche<strong>le</strong> Di Ruocco,<br />
direttore del Cus - non<br />
deve creare at<strong>le</strong>ti. Campione<br />
a questa età non lo diventi<br />
più. Noi abbiamo un altro<br />
compito: agevolare i normali<br />
studenti che vogliono fare<br />
attività fisica e favorire l’integrazione<br />
tra Università e territorio».<br />
Vi sono infatti del<strong>le</strong><br />
convenzioni che permettono<br />
agli abitanti dei Comuni<br />
circostanti al Campus di<br />
usufruire del<strong>le</strong> strutture del<br />
Cus, così come sono presenti<br />
numerosi corsi per i più<br />
piccoli. «Il bambino che impara<br />
a nuotare nella nostra<br />
piscina - sottolinea Guglielmo<br />
Mazzotti responsabi<strong>le</strong><br />
del<strong>le</strong> attività sportive - familiarizza<br />
col Campus e quando<br />
un giorno si iscriverà all’Università<br />
non patirà il<br />
salto dal liceo che spesso si<br />
rivela traumatico». E chissà<br />
che tra i tanti bambini che<br />
frequentano il Cus, non si<br />
nasconda già qualche campione<br />
in erba.<br />
Pagina a cura di<br />
VALERIO ARRICHIELLO<br />
ROBERTA SALZANO<br />
Il connubio musica-danza, seguito<br />
dal successo del<strong>le</strong> attività svolte<br />
dal<strong>le</strong> band presenti all’Università<br />
di Sa<strong>le</strong>rno, ha consentito la creazione<br />
nel 2004 di gruppi specializzati.<br />
Quello di tango argentino nasce<br />
per iniziativa del professor<br />
Nicola Femia. Da quattro anni la<br />
direzione artistica è affidata ad<br />
Antonella Mazzetti, bal<strong>le</strong>rina professionista<br />
e maestra di tango e<br />
folklore argentino, di cui si occupa<br />
da quindici anni. E lo spiega sostenendo<br />
che «il tango è soprattutto<br />
passione oltre a essere un veicolo<br />
decisivo per garantire la trasmissione<br />
di e<strong>le</strong>menti culturali». Il<br />
corso da <strong>le</strong>i diretto dura da ottobre<br />
a giugno e si svolge ogni merco<strong>le</strong>dì.<br />
È aperto a studenti e docenti<br />
e per la prima volta da quest’anno<br />
è esteso anche a esterni. L’età media<br />
dei suoi frequentanti è molto<br />
bassa, per il 90% si tratta infatti di<br />
studenti. A dimostrazione di come<br />
il ballo possa diventare un uti<strong>le</strong><br />
strumento di socializzazione.<br />
Il tango in particolare, in quanto<br />
ballo di coppia, verte su e<strong>le</strong>menti<br />
chiave come la fiducia, il rispetto e<br />
il lavoro di squadra. Nato come<br />
ballo per pochi e praticato preva<strong>le</strong>ntemente<br />
nel<strong>le</strong> ba<strong>le</strong>re di periferia<br />
sta affascinando un numero<br />
sempre più consistente di persone,<br />
trasformando in charme la sua<br />
FISCIANO<br />
Il tango, per parlarsi<br />
con un abbraccio<br />
I segreti: rispetto, fiducia e lavoro di squadra<br />
Due tangueros mentre provano i passi<br />
natura marcatamente istintua<strong>le</strong>.<br />
Nella tradizione porteña "Il tango è<br />
un pensiero triste che si balla".<br />
Improvvisazione, e<strong>le</strong>ganza e passione<br />
sono gli e<strong>le</strong>menti caratterizzanti.<br />
Il tango è musica e danza allo<br />
stesso tempo. Nato nei sobborghi<br />
di Buenos Aires, si impone come il<br />
linguaggio comune<br />
della gente, fol<strong>le</strong> di<br />
immigrati italiani,<br />
spagnoli, tedeschi,<br />
russi, famiglie numerose<br />
che abitano<br />
fianco a fianco nei<br />
grandi conventillos,<br />
nei cui cortili <strong>le</strong><br />
note e i passi uniscono<br />
<strong>le</strong> persone<br />
più di quel castigliano<br />
sgrammaticato<br />
che ciascuno<br />
si sforza di parlare.<br />
Il tango rivoluziona<br />
il ballo di coppia.<br />
Non è di apprendimento<br />
immediato, e per ballarlo<br />
non basta salire in pista e<br />
seguire il ritmo, ne è sufficiente<br />
accompagnarsi a un partner che già<br />
lo conosce e "farsi condurre". Si<br />
tratta di un vero e proprio esercizio<br />
di concentrazione. I primi tangue-<br />
ros di corti<strong>le</strong> non lo improvvisano,<br />
seppure frequentano corsi con<br />
maestri professionisti: è durante la<br />
settimana, dopo il lavoro, che piccoli<br />
gruppi di uomini provano e<br />
riprovano fra loro i passi, mentre<br />
altrove <strong>le</strong> donne fanno la stessa<br />
cosa, per prepararsi al ballo della<br />
domenica. Il tango è divertimento<br />
non solo quando ci si lancia in<br />
pista alla festa o nel saloon, ma<br />
anche facendo parte di al<strong>le</strong>gre e<br />
chiassose comitive che si ritrovano<br />
per provare e ripetere. È un ballo<br />
totalmente libero, privo di coreografie<br />
predefinite. È un linguaggio<br />
con cui esprimersi. E l’intuizione<br />
avuta da Pierre Dulaine lo ha confermato.<br />
Fondatore e direttore artistico<br />
dell’ “American Ballroom<br />
Theatre”, nel 1994 ha dato vita a un<br />
programma chiamato “Dancing<br />
Classroom” presso due scuo<strong>le</strong> pubbliche<br />
di New York. L’idea è stata<br />
assolutamente vincente: insegnare<br />
il ballo a tutti i giovani studenti con<br />
prob<strong>le</strong>mi di integrazione. Ragazzi<br />
difficili vengono recuperati ogni<br />
giorno dalla strada e viene loro<br />
insegnato ad avere fiducia nel<br />
prossimo. Attualmente il suo progetto<br />
ha preso piede in circa 114<br />
scuo<strong>le</strong> statunitensi e ha coinvolto<br />
centinaia di studenti e insegnanti.