La luce dietro le sbarre

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La storia di Francesco uscito dal tunnel dell’eroina Dall’inferno-droga al posto di lavoro «Ho imparato a vivere il rischio della libertà» Discesa e ritorno dagli inferi. In mezzo l’Icatt di Eboli. La storia di Francesco Cozzolino, oggi uno stimato gestore di cooperative sociali nella provincia di Salerno, è segnata da un fatto singolare: la sua rinascita. Rinascita avvenuta nel soggiorno detentivo presso la casa circondariale di Eboli che lui stesso definisce il periodo “in cui ho riaperto gli occhi. In cui mi hanno insegnato a saper vivere la vita perché la vita è di tutti ma saperla vivere è altra cosa”. La storia di Francesco, 41 anni di Napoli, è emblematica. Rappresenta il ritorno alla speranza. E’ però la storia di pochi, quei pochi che ce la fanno. Quelli che ci mettono l’anima e grazie al supporto del percorso carcerario, entrano in una nuova vita. In quella di oggi, in cui si diventa un esempio per tutti. Ma questa è anche la storia del successo di quella parte dell’amministrazione penitenziaria che lavora esclusivamente nel campo della riabilitazione. Di quelli che ci credono e che danno il via a quel percorso comune, detenuto-equipe, senza il quale il risultato non è quasi mai positivo. Quando Francesco arriva ad Eboli ha 28 anni ma sa già che questo carcere è “tranquillo”. Viene da Poggioreale e Secondigliano e, com’è d’uopo per gli ospiti di un Icatt, ha avuto problemi di tossicodipendenza. «Appena arrivati ci guardammo stupiti – spiega Cozzolino - altri detenuti ci salutavano sorridenti. Ambiente sereno. Camere grandi e spaziose con docce e bidè. Dopo un po’ di tempo capiì che c’erano delle possibilità di cambiare la mia vita. Avevo a disposizione alcuni strumenti che potevano modificare il mio futuro. Ripresi a studiare, partecipai al giornalino interno e creammo il gruppo di teatro autogestito con gli studenti con liceo classico di Eboli. Un’esperienza indimenticabile. Un rapporto con i ragazzi complicato ma bellissimo» Poi un giorno si aprono le porte. Alcuni detenuti hanno seguito il corso di perito industriale ed è arrivato il momento dell’esame di maturità. Il segno della fiducia della direzione nei confronti di chi l’ha guadagnata. Si va a scuola normalmente, accompagnati solo da un’operatrice volontaria. «Erano cinque anni che non uscivo. Riscoprii sensazioni che pensavo avessi perduto. Una grande emozione ma anche un rischio quella libertà. Ma la cosa più importante SPECIALE Domenica 3 maggio 2009 13 na. Quindi l’impegno per le proposte che mi venivano fatte dagli operatori fu maggiore». La nuova vita ha quindi inizio. L’esperienza negativa, il sapere carcerario di Francesco diventa il suo titolo di studio. Gli strumenti messi a disposizione del carcere gli danno sostegno per un nuovo fare. Il primo incarico da uomo libero. Delicatissimo. Un gruppo di detenuti frequenta un corso di formazione. Francesco è loro controllore: li accompagna nei trasporti («dovevo fare rispettare le regole a chi, con me, prima le subiva»). E poi è un’altra vita. Una di quelle che vale vivere. O meglio rivivere. Oggi ha una casa famiglia e si occupa, con due cooperative, di persone disagiate e recupero tossi- C0SI’ LAVORA L’EQUIPE INTEGRATA GLI OPERATORI DELLA SPERANZA Responsabilità e fiducia. Doti principali per il saper vivere. Qualità o capacità che siano, c’è chi ne conosce il significato e cerca di trasmetterlo ai chi ne ha bisogno. E’ questo il lavoro di equipe integrata, del tipo multidisciplinare, di quelli che lavorano per ridare alla società un soggetto diverso, non nuovo, ma più responsabile. Sono il gruppo d’intervento degli Icatt di Eboli e Lauro, grinta, intuito e tanta esperienza. In provincia di Salerno operano Rosa Maria Caleca, responsabile dell’area educativa, la psicologa Teresa Gargaro e l’assistente sociale Maddalena Falcone dell’ufficio esecuzione penale esterno. A Lauro invece ci sono Michele Sellitti PREMIO NAPOLI Detenuti come lettori per l’area educativa; Rosalba Palma, assistente sociale dell’Uepe di Avellino e Laura Fiore, psicologa. Si parte dall’elemento base: gli spazi. Poi il primo approccio. L’equipe integrata interviene sul disagio del detenuto e sull’ambiente esterno. Sui familiari perché il singolo va restituito prima a loro che alla società. Il lavoro interno deve avere una continuazione anche fuori. Poi l’aspetto psicologico. Dare schemi comportamentali. Si deve conoscere il perché del comportamento deviato e prendere consapevolezza dei propri mezzi. Ad ognuno il suo ruolo. Avere coscienza del compito assegnato offre le competenze che servono una volta usciti. IL TEATRO La fantasia oltre le sbarre In alto Francesco Cozzolino. A sinistra, Michele Sellitti, Rosalba Palma e Laura Fiore del team di educatori dell’Icatt di Lauro LA LEGALITA’ In marcia per la pace era la fiducia guadagnata». Intanto arrivano i permessi premi e il ritorno in famiglia, a Napoli. Lì, tra i vicoli del quartiere in cui sei cresciuto, l’amara verità: quella non è più la mia casa. Il mio futuro è oramai altrove. «Sembrava un paradosso ma quei pochi giorni passati a Napoli mi pesavano. Stava succedendo qualcosa dentro di me. Stavo cambiando. Vedevo le cose in maniera diversa. Avevo un’emozione forte anche quando tornavo Eboli. Sentivo il bisogno di mettere radici altrove, lontano dal luogo che aveva visto la mia rovicodipendenti. Le sue esperienze sono state anche riportate in due libri “La storia di Luca” e “Nadia e X: mondi reali e realtà virtuali”. Un riscatto alla grande. Un percorso nel quale ha scoperto le sue qualità e acquisito fiducia dal prossimo. Quella fiducia nella vita che Eboli gli ha saputo ridare e che lui ha saputo meritare. Bravo Francesco. Forza Francesco. Pagine a cura di GIOVANNI SPERANDEO IL DVD Il carcere con un film Il carcere di Lauro da tre anni partecipa al Premio Napoli con un comitato di lettura formato da soli detenuti. La proposta di avvicinare la narrativa agli ospiti di una casa circondariale è di Stella Eisenberg (nella foto con Sales) , professoressa di lettere e dirigente scolastico, da tempo attiva come volontaria. La dottoressa Eisenberg insieme alla direttrice Claudia Nannola ospitarono il sociologo Isaia Sales per la presentazione della sua opera “Le strade della violenza” dal quale scaturì un’interessante dibattito con i vari detenuti sulla situazione criminale oggi a Napoli. Altro appuntamento degno di nota, fu la giornata dedicata ai 60 anni della Costituzione Italiana, che vide la partecipazione massiccia di tutti i reclusi con propri elaborati sui diritti dell’uomo sanciti dal nostro ordinamento giuridico. Un incontro proficuo per gli operatori. Enrico Messina, attore teatrale, è uno degli artisti che si è esibito presso il carcere di Lauro. «E’ importante costruire dei momenti legati a recuperare la propria dimensione anche all’interno di una prigione – spiega il cantastorie (nella foto) - e se ti racconti anche l’altro si svela. Così c’è uno scambio di esperienze e si può interagire. Capire bene chi hai difronte quando egli ha capito bene chi sei tu. Può iniziare quindi un viaggio fecondo, positivo, alla ricerca del proprio io. Facendo anche autocritica». Ma il teatro è anche uno dei momenti di socializzazione all’interno della struttura. “I Liberanti”, compagnia teatrale specializzata in arte drammattica, formata dai detenuti di Lauro, già da anni calca le scene di varie manifestazioni artistiche con discreto successo. “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, il loro cavallo di battaglia, presentato più volte in pubblico anche nei festival specializzati come quello di Volterra. Questo marzo a Napoli dopo che lo scorso anno erano stati anche a Bari. Una delegazione della casa circondariale di Eboli, tra cui anche alcuni detenuti, ha partecipato alla marcia per la legalità organizzata dall’associazione Libera presieduta da don Luigi Ciotti. «I carcerati sono vittime del sistema criminale – spiega la direttrice Rita Romano – la loro presenza, che è volontaria, è un esempio della scelta di vita fatta». E con Libera c’è anche un’altra e importante collaborazione. Nella torre del castello Colonna, l’edificio storico sede dell’Icatt di Eboli, sorgerà il centro per la legalità della provincia di Salerno, un centro studi finanziato dall’assessorato al lavoro della Regione Campania. Muro a muro con le celle dove sono reclusi i detenuti. Un momento in più del percorso di riabilitazione e un motivo nuovo per spronare questi ragazzi a ritornare sui loro passi per crearsi un futuro diverso e migliore. “Robb, sbarr e libertà” (la droga, le sbarre e la libertà) è il titolo del cortometraggio girato nel carcere di Eboli da Luigi Marmo con la collaborazione artistica di Francesco Cozzolino e Silvio Tufarelli. Uno spaccato di vita interna con interviste ai vari detenuti che parlano delle loro esperienze, delle speranze e della futura libertà. Un entrare e uscire dal carcere attraverso immagini e parole con una lettera finale dedicata all’eroina, elemento comune ai reclusi. Un prodotto realizzato per portare fuori dalle mura carcerarie, storie che possano essere poi illustrate ai giovani nei vari incontri. Le storie di Roberto, Gennaro, Luca, Lello, Massimo; Giuseppe, Gaetano e Ferdinando: quelli che hanno sbagliato ma che tra sogni e paura hanno voglia di ricominciare. L’Icatt di Eboli per la prima volta ha aperto le sue porte per consentire la realizzione di questa produzione cinematografica che ha visto i detenuti interpretare loro stessi.
14 Domenica 3 maggio 2009 Intitolata un’aula a Roberto Mazzetti Il 22 e il 23 aprile, nell’aula delle lauree Nicola Cilento dell’Università di Salerno, si è tenuto un convegno nazionale dedicato alla memoria del professor Roberto Mazzetti, nel centenario della nascita. L’insigne docente ha occupato la cattedra di pedagogia e storia della pedagogia dell’Ateneo salernitano dal 1957 al 1978, ricoprendo per un periodo anche la carica di Rettore. I lavori sono stati introdotti dal Rettore Raimondo Pasquino e dal Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Luigi Reina. A Mazzetti è stata intitolata l’aula 1 di Scienze della Formazione. Numerosi docenti provenienti da diverse università italiane hanno ricordato la figura del pedagogista. Hanno concluso le due giornate le testimonianze di alcuni ex allievi illustri di Mazzetti, tra i quali il Dirigente scolastico Vincenzo De Santis e gli ispettori del ministero della Pubblica Istruzione Ambrogio Letto, Umberto Landi e Pietro D’Acunto. unisa news Pagina a cura di GIOVANNI IANNACCONE I docenti sui luoghi del terremoto Si è tenuto il 23 aprile scorso presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Salerno un seminario intitolato “Imparando dal terremoto Aquilano”. L’Ateneo salernitano partecipa alla “Rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica”, impegnata con la Protezione Civile Nazionale sul fronte del terremoto Aquilano. In questi giorni, alcuni docenti dell’Università di Salerno stanno effettuando verifiche di agibilità di fabbricati e ponti delle zone colpite dal sisma. L’Università vicina agli abruzzesi Il Senato Accademico dell’Università di Salerno ha manifestato la disponibilità ad accogliere tutti gli studenti e i docenti dell’Università dell’Aquila che intendano usufruire dei servizi didattici e di ricerca dell’Ateneo salernitano, in considerazione dell’inagibilità dei plessi universitari del capoluogo abruzzese. «Esprimo profondo cordoglio - ha affermato il Rettore - per le vittime del terremoto dell’Abruzzo e vicinanza alla popolazione colpita. Il nostro è un piccolo gesto rispetto alla tragedia che ha sconvolto l’Abruzzo. Un evento - ha proseguito Pasquino - che non può lasciarci indifferenti e che ci ha colpiti profondamente». Tutta la comunità universitaria ha espresso, in occasione della riunione del Senato Accademico, il desiderio di intervenire e fare qualcosa di concreto a favore di quanti piangono la perdita dei loro cari. Porte aperte ai futuri studenti Anche quest’anno il Centro di Ateneo per l'Orientamento e il Tutorato, con la collaborazione di tutte le Facoltà dell’Università salernitana, ha organizzato, nell’ambito del Progetto Schola 2, la manifestazione UnisaOrienta, aperta alle scuole superiori del bacino di utenza dell’Ateneo. All’evento, svoltosi dal 21 al 23 aprile, hanno partecipato tremila studenti provenienti da cinquanta scuole superiori, accompaganti da circa cento docenti. Sono stati organizzati seminari finalizzati a presentare gli obiettivi formativi e gli sbocchi occupazionali dei diversi corsi di studio attivi nell’Ateneo. Inoltre, sono stati somministrati agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, estratti dei test di accesso ai corsi di laurea, che sono stati preparati dai delegati all’Orientamento di ciascuna facoltà dell’Università di Salerno. Psicofarmaci e minori È andato in onda martedì 21 aprile su unis@und uno speciale su “Psicofarmaci e minori”. I dati del rapporto del Cnr confermano che l’uso degli psicofarmaci tra i ragazzi è più frequente in presenza di un cattivo rapporto con genitori e insegnanti, o se si ha un rendimento scolastico insufficiente. Per questo il giornalista Luca Poma, intervenuto alla trasmissione, ha puntato il dito contro le istituzioni e il controllo sanitario che, a suo dire, ridimensionano questo fenomeno. Donne, politica e istituzioni Dibattito sulla camorra Festival delle radio universitarie Presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno è istituito il corso “Donne, politica e istituzioni - percorsi formativi per la promozione della cultura di genere e delle pari opportunità”, finanziato dall’Ateneo salernitano e dal Dipartimento per i diritti e le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il bando di selezione e il modulo della domanda di partecipazione sono disponibili sul sito http://www.scienzepolitiche.unisa.it . In occasione dell’uscita del volume di Tom Behan “Il libro che la camorra non ti farebbe mai leggere”, il 6 maggio prossimo gli studenti dell’Università di Salerno discuteranno con l’autore su “Camorra vissuto quotidiano e informazioni mediatiche”. L’incontro, organizzato dall’Ateneno salernitano in collaborazione con l’Università di Canterbury, sarà introdotto da Maria Rosaria Pelizzari. Al dibattito, insieme con Tom Behan, interverranno Marcello Ravveduto e Isaia Sales. Il 21 e 22 maggio, presso il Campus di Fisciano, si terrà il III Festival delle Radio Universitarie Italiane. L'iniziativa radunerà tutte le web radio di Ateneo per vivere due giorni di dibattito sulle attuali tendenze e sul futuro del mondo della comunicazione. Si discuterà sugli effetti dell’integrazione digitale che, spinta dall’avvento delle nuove tecnologie, sta portando a una convergenza globale di testo, immagini, audio, video in un ambiente interattivo come il web. Per informazioni http://fru09.unisa.it . Tesserini ai nuovi praticanti La scommessa è stata vinta. Sono tutti professionisti i 25 allievi del primo biennio della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno. La cerimonia di consegna dei tesserini, che ha visto anche gli alunni del nuovo biennio ricevere quelli di praticante dalle mani del presidente dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli, si è svolta il 7 aprile. Nei loro interventi, il Rettore Raimondo Pasquino, i professori Emilio D’Agostino e Annibale Elia, e il direttore della scuola, Biagio Agnes, hanno evidenziato l’importante ruolo che il giornalista riveste nella società odierna, e i successi che la scuola di Salerno ha raggiunto nei suoi primi tre anni di vita, con lo sguardo rivolto alle sfide future. Alla cerimonia erano presenti il coordinatore della scuola Giuseppe Blasi, e i tutor Mimmo Liguoro e Marco Pellegrini. Dibattito sul razzismo Un congresso su Caianiello Si terrà il 29 e 30 aprile prossimi presso il Campus di Fisciano, all’interno del laboratorio antropologico del dipartimento di Scienze dell’educazione, diretto dal professore Domenico Scafoglio, ordinario di discipline demoetnoantropoligiche all’Università di Salerno, il seminario della professoressa Alicia Castellanos, docente dell’Università autonoma di Città del Messico, sul tema: “Razzismo e processi di esclusione tra le popolazioni indigene nel Messico”. Si è tenuto il 22 e il 23 aprile presso il Campus di Baronissi, l’ottavo congresso del Dipartimento di fisica “Eduardo Caianiello” dell’Università degli Studi di Salerno sul fisico napoletano a cui è intitolato l’organismo accademico, che è considerato il padre italiano della cibernetica. Fu proprio lo scienziato napoletano a fondare nel 1972 la Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali e la scuola di perfezionamento in scienze cibernetiche e fisiche dell’Ateneo salernitano.
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