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Nocciole e pomodori taroccati

Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno<br />

Direttore Biagio Agnes<br />

Redazione - Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano - Salerno<br />

tel. 089.969437 - fax 089.969618 - email: giornalismo@unisa.it<br />

Sped. Abb. Post. - 70% -<br />

CNS/CBPA Sud/Salerno<br />

Anno IV n. 21 € 0,50 Domenica 15 marzo 2009<br />

EDITORIALE<br />

Non deve<br />

essere<br />

capriccio<br />

BIAGIO AGNES<br />

La città di Salerno ha<br />

una grande storia. E’<br />

persino rasentare l’ovvietà<br />

ricordarlo, come anche<br />

evocare il millenario<br />

intreccio di questo blasone<br />

con l’istituzione universitaria<br />

che nel mondo concorre<br />

alla sua celebrità. Un vero e<br />

proprio monumento nella<br />

concezione moderna ed<br />

attuale delle due culture:<br />

quella scientifica e quella<br />

umanistica.<br />

Al tessuto di questa storia si<br />

è intrecciata, come per un<br />

processo naturale, la Scuola<br />

di Giornalismo, simbolo e<br />

metafora esaustiva dei nostri<br />

tempi, che vedono la<br />

comunicazione protagonista<br />

essenziale in qualsiasi<br />

attività umana: basti pensare<br />

che persino il Papa ha<br />

bisogno di un ufficio stampa,<br />

oltre ad un giornale di<br />

grandissima tradizione, diario<br />

di una quotidianità destinata<br />

a durare nel tempo.<br />

All’inizio del secondo corso<br />

biennale, ci sembra opportuno<br />

rinnovellare il<br />

principio basilare che ispira<br />

la Scuola. E lo facciamo<br />

innanzitutto con la ripresa<br />

de “il Giornalista”, il periodico<br />

che assolve a due<br />

istanze fondamentali.<br />

Pagina 5 (continua)<br />

L’invadenza dall’estero mette in ginocchio i prodotti campani: ventimila posti a rischio<br />

<strong>Nocciole</strong> e <strong>pomodori</strong> <strong>taroccati</strong><br />

Interventi della Coldiretti e dell’Anicav per superare la crisi<br />

Ci manca<br />

l’energia<br />

Il 2020 è una data<br />

emblematica nel<br />

tema dell’energia: è<br />

la scadenza imposta<br />

dal protocollo di<br />

Kyoto per la riduzione<br />

di Co2 nell’atmosfera<br />

e la data di<br />

avvio della prima<br />

centrale nucleare in<br />

Italia. L’attenzione ai<br />

cambiamenti climatici<br />

da una parte, la<br />

sicurezza degli<br />

approvvigionamenti<br />

dall’altra. La ricerca<br />

nel frattempo sta<br />

lavorando sulle energie<br />

rinnovabili. Le<br />

città si dotano di<br />

nuovi impianti urbanistici,<br />

ripensati per<br />

il rispetto dell’ambiente.<br />

Ma i fondi<br />

sono pochi.<br />

LOREDANA ZARRELLA<br />

Pagina 16<br />

La crisi non risparmia i produttori di<br />

nocciole e di <strong>pomodori</strong> campani, tra<br />

diminuzione dei consumi e agguerrita<br />

concorrenza estera.<br />

In Irpinia il prezzo della frutta secca è<br />

calato del 50%, mentre per la “Tonda” di<br />

Giffoni si è ridotto fino a 200 euro a quintale.<br />

La coltivazione non risulta più conveniente<br />

e si rischia l’abbandono. Le industrie<br />

di pomodoro, intanto, lavorano<br />

soprattutto prodotti pugliesi e rischiano<br />

di trasferirsi dalla regione.<br />

SABINO RUSSO eBARBARA TROTTA<br />

Pagine 12 e 13<br />

L’intervista<br />

Cala il sipario<br />

sul balletto<br />

Anna Razzi e il San Carlo<br />

GERMANA GRASSO<br />

Pagina 19<br />

«Ho cercato<br />

di incentivare<br />

gli eventi<br />

ma l’ostacolo<br />

principale<br />

è stato trovare<br />

i fondi<br />

adeguati»<br />

In centomila alla manifestazione antimafie di Libera del 21 marzo<br />

Napoli, sfila il popolo della legalità<br />

LA VIGNETTA di D’Agostino<br />

A Napoli la primavera si<br />

apre con la XIV edizione<br />

della giornata nazionale in<br />

memoria delle vittime delle<br />

mafie, organizzata dall’associazione<br />

Libera.<br />

Previsto per il 21 marzo l’arrivo<br />

di oltre centomila partecipanti<br />

alla marcia per la<br />

legalità. Da piazza della Repubblica<br />

il corteo si sposterà<br />

verso piazza Plebiscito. Qui<br />

ci saranno la lettura dei nomi<br />

di coloro che hanno sacrificato<br />

la vita per lo Stato e<br />

il discorso di don Luigi<br />

Ciotti.<br />

Il 19 appuntamento a Casal<br />

Di Principe a quindici anni<br />

dalla morte di don Peppino<br />

Diana, prete simbolo della<br />

lotta alla camorra. Il 20 invece<br />

l’incontro con i parenti<br />

delle vittime. Intanto sarà<br />

aperto a Quindici il primo<br />

centro irpino per la legalità.<br />

Piano di Sorrento<br />

Il nuovo porto<br />

sarà turistico<br />

Lavori finiti<br />

Dopo due anni di lavori<br />

Piano di Sorrento avrà il<br />

suo porto turistico. Nel<br />

1953 si costruivano velieri.<br />

Dalla prossima estate<br />

ormeggeranno yacht.<br />

San Gennaro<br />

più ricco della Regina<br />

Nel cuore di Napoli custodite<br />

migliaia di opere mai trafugate.<br />

Il popolo è il miglior antifurto.<br />

DEL GAUDIO eGRANA<br />

Pagina 10<br />

Museo a Scario<br />

Qui visse<br />

l’uomo<br />

di Neanderthal<br />

A Scario, piccolo paese del<br />

Cilento, importanti ritrovamenti<br />

relativi all’uomo<br />

di Neanderthal. I reperti<br />

sono in mostra permanente<br />

in un museo.<br />

IL PUGNO<br />

Strana generazione la nostra:<br />

freschi praticanti eppure<br />

già imbavagliati da<br />

una legge che premierà col<br />

carcere l’aspirazione a raccontare<br />

le storie scomode<br />

dei tribunali. Noi e la verità<br />

separati alla nascita in<br />

un Paese dove l’obiettivo<br />

non è punire il crimine, ma<br />

evitare che i cittadini sappiano<br />

i nomi dei criminali.<br />

Si può imbavagliare il diritto<br />

di cronaca? In un’Italia<br />

dove paga il corrotto<br />

ma non il corruttore, dove<br />

si indaga sui dottor Genchi<br />

e si prosciolgono i mister<br />

Hyde, beh, in un’Italia così<br />

si può fare di tutto. Poi il<br />

suddito, allo schizzo di una<br />

pozzanghera in una strada<br />

colposamente dissestata,<br />

imprecherà: “Piove, stampa<br />

ladra!”<br />

L’emergenza dell’industria tessile sannita<br />

Un taglio al cucito<br />

Incubo disoccupazione per 500<br />

operai ad Airola in provincia di<br />

Benevento. La Benfil e la Tessival,<br />

fabbriche del polo tessile,<br />

versano in un grave stato di crisi,<br />

nonostante abbiano usufruito di<br />

ingenti finanziamenti statali.<br />

Continua dunque quella che per<br />

l’industria locale è una maledizione<br />

iniziata nel 1993.<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

Pagina 6<br />

JOSÈ ASTARITA<br />

Pagina 11<br />

MARIA EMILIA COBUCCI<br />

Pagina 10<br />

PIERLUIGI G. CARDONE<br />

CRISTIANO VELLA<br />

Pagina 7


2 Domenica 15 marzo 2009in ITALIA nel MONDO<br />

Franceschini:<br />

non mi candiderò<br />

‹‹Non mi candiderò al congresso<br />

di ottobre››: così<br />

Dario Franceschini, segretario<br />

Pd, durante la trasmissione<br />

“Matrix”. ‹‹Il mio<br />

è un mandato a termine.<br />

Per me era innaturale<br />

anche sostituire Veltroni<br />

dopo le dimissioni››. Franceschini<br />

ha difeso la sua<br />

proposta sugli assegni di<br />

disoccupazione e si è detto<br />

contrario all’innalzamento<br />

della pensione alle donne.<br />

Donne e pensioni:<br />

frenata di Sacconi<br />

Il ministro del Welfare,<br />

Maurizio Sacconi, smorza<br />

le polemiche di questi giorni<br />

sul presunto testo elaborato<br />

dall’esecutivo per l’innalzamento<br />

dell’età pensionistica<br />

delle dipendenti<br />

pubbliche a 65 anni. È solo<br />

nei prossimi giorni che l’esecutivo<br />

convocherà i rappresentanti<br />

dei lavoratori<br />

in un tavolo ad hoc per<br />

discutere i termini della<br />

questione, sulla base delle<br />

richieste della Corte di giustizia<br />

europea. Le dichiarazioni<br />

del ministro Sacconi,<br />

però, non convincono né il<br />

Pd né i sindacati. Nel frattempo<br />

da Bruxelles attendono<br />

il piano dell’Italia per<br />

le pensioni.<br />

La Nato<br />

apre alla Russia<br />

Ripresa dei rapporti della<br />

nato con la Russia, dopo<br />

l’interruzione seguita al<br />

conflitto russo-georgiano<br />

dell’agosto scorso. A deciderlo<br />

i ministri degli Esteri<br />

della Nato nel vertice di<br />

Bruxelles al quale ha partecipato<br />

per la prima volta il<br />

segretario di Stato Usa,<br />

Hillary Clinton. L’apertura<br />

arriva grazie alla diversa<br />

politica del presidente Barack<br />

Obama. Prima della<br />

prossima estate si dovrebbe<br />

anche tenere un Consiglio<br />

straordinario Nato-Russia.<br />

Università:<br />

il no di Parigi<br />

In Francia studenti, ricercatori<br />

e professori sono u-<br />

niti contro la riforma della<br />

ricerca e dell’Università.<br />

Nuove le forme di protesta<br />

anche nel luogo simbolo<br />

del quartiere latino di Parigi,<br />

vicino alla Sorbona.<br />

Finisce l’epoca sessantottina,<br />

fatta di barricate e<br />

cubetti di porfido lanciati<br />

contro la polizia, e si lanciano<br />

scarpe contro il ministero,<br />

si organizzano flash<br />

mob in piazza e lezioni in<br />

metrò.<br />

Caffarella:<br />

accuse valide<br />

La procura di Roma conferma<br />

le accuse contro i<br />

romeni Alexandru Isztoika<br />

e Karol Racz per lo stupro<br />

della ragazzina di 14 anni<br />

nel parco della Caffarella a<br />

Roma. Gli esami sul Dna<br />

dei due arrestati non coincidono<br />

con i profili genetici<br />

degli aggressori ma per<br />

il pm restano in carcere. A<br />

favore dell’accusa ci sono<br />

la confessione del “biondino”<br />

e il riconoscimento<br />

con le foto da parte della<br />

vittima. Per gli inquirenti,<br />

lo stupratore è un romeno<br />

sui 20 anni, alto 1,75 m. e<br />

parla l’italiano. Dopo la<br />

confessione, Isztoika aveva<br />

ritrattato, denunciando<br />

violenze e pressioni della<br />

polizia, false in base all’interrogatorio<br />

videoregistrato.<br />

Comici, Totò<br />

meglio di Benigni<br />

Un sondaggio online di<br />

Quinews.it ha scelto Totò<br />

come comico italiano più<br />

popolare di sempre con il<br />

50% delle preferenze. Dietro<br />

di lui Alberto Sordi,<br />

Massimo Troisi, Roberto<br />

Benigni e Aldo Fabrizi. Il<br />

campione intervistato era<br />

costituito da 1000 persone<br />

distribuite per età, sesso e<br />

collocazione geografica.<br />

Servizi di<br />

SONIA ACERRA<br />

Striscia di Gaza<br />

ancora scontri<br />

Sono morti tre palestinesi<br />

della Jihad islamica in due<br />

raid aerei israeliani nella<br />

Striscia di Gaza. In precedenza<br />

erano stati inviati,<br />

proprio da quella terra, tre<br />

razzi verso Israele in seguito<br />

alla morte, nella notte,<br />

del comandante Khaled<br />

Shalan. I razzi non hanno<br />

fatto vittime e danni, mentre<br />

i due palestinesi sono<br />

stati uccisi appena dopo<br />

aver sparato un razzo anticarro<br />

contro una pattuglia<br />

militare israeliana di guardia<br />

sul valico di Kissufim.<br />

Bashir colpevole:<br />

Sudan in rivolta<br />

Migliaia di manifestanti a<br />

Karthoum contestano l’Onu,<br />

dopo l’autorizzazione<br />

della Corte penale internazionale<br />

dell'Aja all’arresto<br />

del presidente del Sudan<br />

Omar Al Bashir. I giudici<br />

hanno accusato il presidente<br />

per crimini di guerra e<br />

crimini contro l’umanità in<br />

Darfur, mentre è stata fatta<br />

cadere l’accusa di genocidio.<br />

Bashir critica le organizzazioni<br />

internazionali di<br />

neocolonialismo per il<br />

mandato di arresto nei suoi<br />

Camera, il voto<br />

antipianisti<br />

Il presidente della Camera,<br />

ha presentato il sistema<br />

antipianisti, il voto elettronico<br />

con impronta digitale.<br />

Alcuni parlamentari non<br />

hanno fornito le loro: tra<br />

essi, Silvio Berlusconi, Antonio<br />

Martino, Paolo Guzzanti,<br />

Mario Baccini, Matteo<br />

Salvini, Matteo Brigandì.<br />

Con questa misura i<br />

parlamentari voteranno solo<br />

se presenti in aula, senza<br />

più farsi sostituire dai colleghi.<br />

L’Italia è sempre<br />

più povera<br />

Secondo il “rapporto sul<br />

risparmio e i risparmiatori”<br />

Bnl-Einaudi, nel 2008 quattro<br />

italiani su dieci (41%)<br />

hanno avuto problemi a<br />

pagare le bollette, il 29%<br />

definisce il suo reddito basso,<br />

il 15 % si è fatto prestare<br />

denaro. Secondo il rapporto<br />

di S. Egidio, una famiglia<br />

su due ha problemi<br />

finanziari. Due milioni di<br />

famiglie sono cadute nella<br />

rete degli usurai. Sono cresciuti<br />

del 4% i furti di generi<br />

alimentari nei supermercati.<br />

L’Istat ha rilevato che<br />

la disoccupazione è aumentata<br />

al 6% pari a 1,5<br />

milioni di persone. Il 5 %<br />

degli italiani non ha soldi<br />

per il cibo.<br />

confronti, mentre è sostenuto<br />

da migliaia di sudanesi<br />

scesi in piazza a protestare.<br />

Il presidente è sceso tra<br />

loro e per la sospensione<br />

dell’arresto si schiera il<br />

Governo cinese.<br />

A Pechino si teme un peggioramento<br />

della situazione<br />

in Darfur.<br />

Kashmir: tanti<br />

“desaparecidos”<br />

Controlli strettissimi nella<br />

località sciistica più alta e<br />

rinomata dell'India, il Kashmir,<br />

al confine col Pakistan.<br />

Tra le vette più alte<br />

del mondo sono stati assassinati,<br />

tra i primi anni Novanta<br />

a meno di due anni fa<br />

oltre 40.000 persone, forse<br />

fino alle 70.000 e ancora<br />

oggi ci sono tra gli 8000 e i<br />

10.000 dispersi. A denunciarlo<br />

Prevez Imruz, presidente<br />

del Civil Society, organizzazione<br />

non governativa,<br />

che accusa anche di<br />

non trovare spazi nei<br />

media indiani che sono<br />

controllati dai partiti di<br />

estremisti indù.<br />

Zoo di Sidney:<br />

c’è il panda rosso<br />

E’ considerato un vero e<br />

proprio evento in Australia<br />

la prima apparizione di baby<br />

Pemba, il panda rosso, le<br />

cui immagini hanno fatto il<br />

giro dei principali siti e<br />

giornali del Paese e di tutto<br />

il mondo. Il raro animale<br />

col pelo fulvo, il faccino<br />

simpatico e gli occhi celesti<br />

si trova al Taronga Zoo di<br />

Sidney.<br />

Suicida per stupro<br />

arrestato l’orco<br />

Dopo un anno di indagini è<br />

stato arrestato Giuseppe<br />

Matarazzo di Frasso Telesino,<br />

nel Beneventano. Per<br />

i carabinieri, l’uomo avrebbe<br />

violentato per due anni<br />

la sedicenne impiccatasi il<br />

6 gennaio 2008, istigandola<br />

al suicidio<br />

Lufthansa<br />

sfida Alitalia<br />

Dal primo aprile Lufthansa<br />

Italia decollerà da Varese<br />

verso tre nuove rotte:<br />

Roma (4 volte al giorno),<br />

Napoli e Bari (entrambe<br />

due volte al giorno). Gli<br />

aerei della compagnia tedesca<br />

aumenteranno da 6 a 8.<br />

Da agosto ci saranno circa<br />

200 assunzioni.<br />

Spataro,<br />

no al film Br<br />

Il pm degli anni di piombo,<br />

Antonio Spataro, attacca lo<br />

Stato parchè ritiene che il<br />

ministro Bondi non debba<br />

finanziare con un milione e<br />

mezzo di euro il film tratto<br />

da un libro di Sergio Segio,<br />

ex terrorista mai pentito.<br />

Riccardo Scamarcio e<br />

Giovanna Mezzogiorno gli<br />

attori. Protestano i familiari<br />

delle vittime.<br />

Asta per Gandhi:<br />

l’India si oppone<br />

Oggetti personali del Mahatma<br />

Gandhi in asta a<br />

New York, ma l’India interviene<br />

per evitarne la vendita.<br />

Tra gli oggetti del padre<br />

dell’indipendenza indiana<br />

sono in palio anche i famosi<br />

gli occhialini rotondi cerchiati<br />

di metallo, i sandali<br />

in pelle e un orologio da<br />

tasca. La base d’asta parte<br />

da 42 milioni dollari. Messe<br />

all’asta a Londra, due<br />

anni fa, anche le lettere di<br />

Gandhi che furono acquistate<br />

dal governo indiano<br />

per una cifra mai resa pubblica.<br />

New York:<br />

una strada agli U2<br />

Due band storiche a New<br />

York. Un tratto della 53 a<br />

strada è stato intitolato al<br />

gruppo di Bono. Per una<br />

settimana c’è stata l’intestazione<br />

di “U2 Way”. Il 4 aprile<br />

prossimo, sul palcoscenico<br />

del Radio City Music<br />

Hall si esibiranno i due fondatori<br />

viventi dei Beatles.<br />

Nuovo attentato<br />

nel sud dell’Iraq<br />

Nel mercato di bestiame<br />

nella provincia di Babil, nel<br />

sud del Paese mediorientale,<br />

c’è stata l’esplosione di<br />

un'autobomba che ha provocato<br />

almeno 10 morti e<br />

40 feriti. La tragedia a 130<br />

chilometri a sud di Baghdad,<br />

in una zona dove vive<br />

una maggioranza di sciiti,<br />

ma anche un folto gruppo<br />

di sunniti.<br />

Servizi di<br />

LUCIANA BARTOLINI<br />

Vanna Marchi<br />

torna in carcere<br />

La Cassazione ha confermato<br />

la sentenza con cui la<br />

Corte d’appello di Milano<br />

aveva condannato Vanna<br />

Marchi a nove anni e<br />

mezzo di carcere, insieme<br />

con la figlia Stefania<br />

Nobile, per associazione a<br />

delinquere finalizzata alla<br />

truffa. Confermati anche<br />

tutti i risarcimenti a favore<br />

delle vittime delle teleimbonitrici.<br />

Un Belpaese<br />

di corrotti<br />

La corruzione della Pubblica<br />

Amministrazione costa<br />

allo Stato 50-60 miliardi<br />

l’anno, pari a 1000 euro a<br />

testa, neonati compresi.<br />

Questo è il dato emerso dal<br />

primo rapporto al Parlamento<br />

del Servizio Anticorruzione<br />

e trasparenza<br />

(SAeT) del Dipartimento<br />

della Funzione Pubblica.<br />

La corruzione ostacola so-<br />

Parigi a difesa<br />

degli albini neri<br />

Scende a difesa degli albini<br />

la segretaria francese ai diritti<br />

umani, Rama Yade che<br />

in Africa si lascia fotografare<br />

con un bambino albino,<br />

appunto, in braccia. Ad accompagnare<br />

i nati “bianchi”<br />

nel continente nero è<br />

un antico pregiudizio che li<br />

considera spiriti cattivi e<br />

stregoni da isolare dal resto<br />

della società e non possono<br />

svolgere nessuna attività.<br />

Spesso vengono uccisi e i<br />

loro resti vengono conservati<br />

e venduti a caro prezzo<br />

come una sorta di amuleti.<br />

Il tentativo della Yade è<br />

quello di fermare l’emarginazione<br />

e le stragi di albini<br />

che in Africa ne sono 15<br />

mila. In un anno, in Tanzania,<br />

ne sono morti 26.<br />

Ordine di Pio XII<br />

ad ospitare ebrei<br />

Papa Pacelli ordinò ai conventi<br />

romani di accogliere<br />

gli ebrei perseguitati dal<br />

nazismo. Il fatto sarebbe<br />

riportato in un documento<br />

ufficiale, risalente al novembre<br />

1943, ed annunciato<br />

da Radio Vaticana.<br />

La scoperta dà ragione alle<br />

tesi sostenute dal Vaticano<br />

nel tempo, ma contestate<br />

da più parti. La prossima<br />

pubblicazione del documento<br />

servirà a chiarire la<br />

posizione di Pio XII, accusato<br />

di un silenzio colpevole,<br />

e a favorire i rapporti tra<br />

Santa Sede ed Israele, anche<br />

in vista del viaggio che<br />

Benedetto XVI terrà a<br />

maggio prossimo proprio<br />

in Terra Santa.<br />

prattutto gli investimenti<br />

esteri. Nel periodo 2004-<br />

2008 i reati di corruzione<br />

contro la Pubblica Amministrazione<br />

sono stati<br />

3000 l’anno. Il 32% di essi<br />

era costituito da truffa aggravata<br />

per il conseguimento<br />

di erogazioni pubbliche.<br />

Le regioni italiane<br />

più colpite dal fenomeno<br />

corruzione sono: la Sicilia<br />

(13% del totale delle denunce),<br />

la Campania (11%),<br />

la Puglia (9%) e la Calabria<br />

(8%).<br />

Direttore<br />

Biagio Agnes<br />

Direttore Responsabile<br />

Giuseppe Blasi<br />

Coordinamento<br />

Mimmo Liguoro<br />

Marco Pellegrini<br />

Redazione<br />

Sonia Acerra, Valerio Arrichiello,<br />

Josè Astarita, Luciana<br />

Bartolini Francesco Maria<br />

Borrelli, Maria Emila Cobucci,<br />

Stella Colucci, Daniele De<br />

Somma, Chiara Del Gaudio,<br />

Claudia Esposito, Pierluigi<br />

Giordano Cardone, Francesco<br />

Antonio Grana, Germana<br />

Grasso, Giovanni Iannaccone,<br />

Santo Iannò, Francesco Padulano,<br />

Raffaele Pellegrino, Sabino<br />

Russo, Roberta Salzano,<br />

Orlando Savarese, Giovanni<br />

Sperandeo, Barbara Trotta,<br />

Veronica Valli, Cristiano Vella,<br />

Loredana Zarrella<br />

Le Firme<br />

Giulio Anselmi, Antonio Caprarica,<br />

Ferruccio De Bortoli,<br />

Tullio De Mauro, Aldo Falivena,<br />

Antonio Ghirelli,<br />

Gianni Letta, Arrigo Levi,<br />

Pierluigi Magnaschi, Renato<br />

Mannheimer, Ezio Mauro,<br />

Raffaele Nigro, Mario Pendinelli,<br />

Arrigo Petacco Vanni<br />

Ronsisvalle, Emilio Rossi,<br />

Mario Trufelli, Walter Veltroni,<br />

Sergio Zavoli.<br />

UNIVERSITA<br />

DEGLI STUDI<br />

DI SALERNO<br />

Prof. Raimondo Pasquino<br />

Rettore dell'Università<br />

Prof. Annibale Elia<br />

Direttore del Dipartimento<br />

di Scienze della Comunicazione<br />

Prof. Emilio D'Agostino<br />

Presidente del Comitato Direttivo<br />

della Scuola di Giornalismo<br />

Prof.ssa Maria Galante<br />

Preside della Facoltà<br />

di Lettere e Filosofia<br />

Autorizzazione del Tribunale di Salerno<br />

e del R.O.C. n.14756 del 26.01.2007<br />

Arti Grafiche Boccia di Salerno<br />

telefono: 089 30 3311<br />

Distribuzione alle edicole<br />

Agenzia Pasquale Pollio e C. SNC<br />

Via Terre delle Risaie, Salerno<br />

fax: 089 3061877


TERZA PAGINA Domenica 15 marzo 2009<br />

Scaffale<br />

3<br />

E’ l’unico sistema che consente di raggiungere l’uguaglianza<br />

Democrazia metafora<br />

delle nostre libertà<br />

Oggi il politico è un moderno Princeps che usa<br />

mezzi comunicativi di grande potenza e diffusione<br />

EMILIO D’AGOSTINO<br />

S<br />

pesso<br />

– chissà troppo spesso – in<br />

Italia, si sente discutere di “crisi<br />

della politica” e così si analizzano<br />

i tassi di astensionismo elettorale elevati.<br />

In egual maniera, si accusano i<br />

“grilli” di turno di essere responsabili<br />

dell’ulteriore mancanza di autorevolezza<br />

di politici e amministratori<br />

pubblici. Mancanza di autorevolezza:<br />

eufemismo censorio.<br />

In realtà, c’è da credere<br />

che tra crollo della<br />

politica e progressivo<br />

disinteresse degli elettori<br />

ci sia un nodo<br />

superiore capace di<br />

determinare entrambi.<br />

Esso è costituito<br />

dalla crisi della democrazia<br />

rappresentativa<br />

che, oggi, mostra<br />

tutti i propri limiti.<br />

Infatti, la forbice attuale<br />

tra attori politici<br />

e cittadini è cresciuta<br />

radicalmente, determinando la trasformazione<br />

del principio della<br />

“delega” parlamentare in delega<br />

assoluta. La politica, ormai, è priva di<br />

qualsiasi legittimazione che non sia<br />

rappresentata dal periodico rituale<br />

elettorale. Inoltre, il controllo da parte<br />

delle forze dell’economia e della<br />

finanza internazionali fa sì che il<br />

“luogo” naturale dell’azione politica – i<br />

parlamenti e i partiti – sia svuotato<br />

quasi di ogni funzione. Incrociandosi<br />

Opportuni<br />

i meccanismi<br />

di garanzia<br />

e reciproco<br />

controllo<br />

dei poteri<br />

oligarchie economico-finanziarie<br />

e oligarchie politiche, il sentimento<br />

maggiormente diffuso è: la politica<br />

non costituisce più la ricerca<br />

del “bene comune”, ma è soltanto<br />

lo strumento di auto-conservazione<br />

del ceto politico che riproduce<br />

se stesso. Fatta salva la modalità di<br />

rappresentazione pubblica della<br />

politica, questa non rappresenta<br />

più la funzione di mediazione tra<br />

interessi diversi, anche<br />

talvolta contraddittori.<br />

Essa ha<br />

perduto, quindi, la<br />

propria forza basata<br />

sul convincimento<br />

o, come direbbe Habermas,<br />

sul “consenso<br />

non estorto”.<br />

Il politico è ritornato<br />

a essere il Princeps<br />

che si serve<br />

della propria capacità<br />

illusionistica<br />

di persuasione.<br />

Non si tratta più, ovviamente, del<br />

pròtos anèr Pericle che utilizza,<br />

durante trenta anni, la sua abilità<br />

oratoria, ma di un moderno Principe<br />

che si serve di apparati comunicativi<br />

di grande potenza e diffusione.<br />

Egli, infatti, gode di ampio<br />

consenso popolare e di maggioranze<br />

parlamentari molto spesso<br />

assolute e disciplinate. Soltanto,<br />

nei paesi a più antica e salda tradizione<br />

democratica, resiste la dialettica<br />

politica. Ciò accade sia nei<br />

paesi con sistemi maggioritari, sia<br />

in quelli a sistema proporzionale:<br />

Gran Bretagna e Germania, ad<br />

esempio. Ciò dimostra come l’ormai<br />

ventennale disputa italiana<br />

sulle regole elettorali sia del tutto<br />

inutile e fuorviante. Inoltre, la tentazione<br />

di molti della riforma della<br />

Costituzione nel senso dell’aumento<br />

radicale dei poteri dell’esecutivo<br />

si associa alla disputa. E’ da<br />

notare, comunque, che l’attuale<br />

scenario economico-politico internazionale<br />

spinge<br />

fortemente verso la<br />

necessità di decisioni<br />

rapide.<br />

La crisi di tale periodo<br />

non sembra richiedere<br />

altre soluzioni. In tal<br />

senso, appaiono vieppiù<br />

opportuni i meccanismi<br />

di garanzia e di reciproco<br />

controllo dei poteri.<br />

Egualmente costituisce<br />

condizione necessaria il<br />

dominio della politica<br />

sulle forze dell’economia e sulla<br />

“spontaneità” del mercato.<br />

Purtroppo ciò entra in collisione<br />

con il principio della “maggioranza”.<br />

La maggioranza ha sempre<br />

ragione? Non pare: dalla morte di<br />

Socrate in poi. Socrate è condannato,<br />

infatti, proprio per la sua<br />

violenta critica della politica ateniese.<br />

Tale condanna a morte<br />

aiuta a comprendere l’ostilità di<br />

Platone<br />

Platone nei confronti della “democrazia”.<br />

Il filosofo ateniese, inoltre,<br />

ricorda come “ogni limitazione<br />

alla libertà sia interpretata come<br />

schiavitù” (Repubblica).<br />

E’ quanto accade nel mondo contemporaneo.<br />

Alle regole di convivenza<br />

e ai principi si è sostituita la<br />

ricerca esclusiva dell’affermazione<br />

del proprio particulare. Ciò appare<br />

tanto più pericoloso in quelle<br />

realtà culturali e politiche nelle<br />

quali s’è perduta la me-moria della<br />

propria e dell’altrui storia.<br />

In Italia, ad esempio,<br />

nella cui cultura e comportamenti<br />

dominanti è<br />

scomparso il senso della<br />

stessa parola “democrazia”.<br />

Essa è come il caso<br />

dei cannileddi di picuraru<br />

di Leonardo Sciascia:<br />

ormai ignoti agli stessi<br />

pecorai. Ma non c’è scelta.<br />

L’unico sistema politico<br />

sperimentato sinora<br />

in cui sia possibile il<br />

pieno e coerente sviluppo dell’individuo<br />

è quello democratico, con<br />

tutti i rischi qui citati: oligarchia,<br />

anarchia. La democrazia è l’unico<br />

sistema che consente il reale raggiungimento<br />

dell’uguaglianza.<br />

Quest’ultima non è il punto di<br />

partenza o un dono degli dèi:<br />

essa è il punto d’arrivo di un processo<br />

lungo e faticoso e ha bisogno<br />

della cura attenta degli attori<br />

politici e dei cittadini.<br />

Dove sta Zazà<br />

di Mimmo Liguoro<br />

Pironti Editore<br />

Pagine 108 - 10 euro<br />

“Era la festa di San Gennaro/ quanta<br />

folla per la via/”. Chi non conosce<br />

questo motivetto? E chi non si è<br />

chiesto, almeno una volta, dove fosse<br />

andata a finire questa Zazà? Se ne<br />

parlò addirittura alla Camera nel<br />

1946, come racconta Giulio Andreotti,<br />

dopo il referendum istituzionale.<br />

La notizia che i<br />

deputati comunisti<br />

intendevano<br />

cantare in a-<br />

pertura l’inno<br />

dell’internazionale<br />

suscitava<br />

nervosismo.<br />

Vittorio Emanuele<br />

Orlando,<br />

che doveva presiedere<br />

la seduta,<br />

si domandava<br />

cosa fare per<br />

frenare l’esibizione<br />

canora. Il<br />

fondatore dell’Uomo qualunque,<br />

Guglielmo Giannini, dichiarò che il<br />

suo gruppo parlamentare si stava<br />

esercitando nella canzone “Dove sta<br />

Zazà”. Vero o no che fosse il proposito<br />

comunista, l’annuncio di Giannini<br />

troncò ogni velleità corale dei parlamentari.<br />

È quanto racconta Mimmo Liguoro<br />

nelle pagine del suo ultimo libro intitolato<br />

come la canzone scritta da<br />

Cutolo nel ’42 e musicata da Cioffi,<br />

che traccia la storia della prima canzone<br />

leggera grido del secondo dopoguerra,<br />

contestualizzandola nella<br />

vicenda d’Italia e di Napoli.<br />

Un “grido di speranza” in un’epoca in<br />

cui la città che Liguoro definisce<br />

“rovente” era teatro di prostituzione<br />

e malavita. Gabriella Ferri riscoprì la<br />

canzone nel ’71, interpretando “con<br />

piglio inedito e amaro -scrive Liguoro-<br />

un brano da sempre eseguito<br />

con toni ammiccanti, facendo acquistare<br />

a Zazà colori e sfumature inattesi”.<br />

E lei per tutti divenne Zazà.<br />

VERONICA VALLI<br />

Semi<br />

Di Lorenzo Gigliotti<br />

Editore Plectica<br />

Pagine 152 – euro 12<br />

Una copertina bianca, semplice con<br />

un soffione che si sgretola al vento:<br />

così appare l’ultimo lavoro di<br />

Lorenzo Gigliotti “Semi, 44 riflessioni<br />

critiche” (Editore Plectica). Una<br />

raccolta di articoli e scritti che l’autore<br />

ha pubblicato negli anni del suo<br />

soggiorno newyorkese e attraverso i<br />

quali il regista ruba particolari all’oblio<br />

e alla quotidianità, fotografando<br />

la realtà con l’occhio poetico del letterato<br />

e la precisione certosina del<br />

documentarista.<br />

“L’America<br />

– ricorda Claudio<br />

Angelini<br />

nella postfazione<br />

al libro – è<br />

una delle chiavi<br />

di questo testo,<br />

sia dal punto di<br />

vista del reciproco<br />

rapporto<br />

mitopoietico<br />

con la vecchia<br />

Europa, che da<br />

quello sociale e<br />

antropologico<br />

che lega e differenzia<br />

i due mondi”. Gigliottti, in<br />

centocinquantadue pagine tratteggia,<br />

con l’eleganza dell’elzeviro, una<br />

serie di incontri, eventi culturali,<br />

occasioni di vita e di arte. Quasi<br />

fosse un diario di bordo, l’autore sintetizza<br />

nei suoi articoli quelle che<br />

sono le sue passioni: il cinema, la<br />

fotografia e l’arte. Il tutto con il tratto<br />

raffinato di chi rende ogni parola<br />

uno scrigno di emozione.<br />

FRANCESCA BLASI


4 Domenica<br />

15 marzo 2009


EDITORIALE Domenica 15 marzo 2009<br />

5<br />

A sinistra un’edicola<br />

e nelle altre immagini<br />

un fotocompositore<br />

al lavoro<br />

e una pila di giornali.<br />

In basso una rotativa<br />

per la stampa<br />

di un quotidiano<br />

NON DEVE ESSERE UN CAPRICCIO<br />

Giornalismo: valore e ragioni<br />

Distinguere un’idea che sa di romanticismo dalla realtà di un mestiere antico<br />

inteso come una vera e propria vocazione che diventa autentico motivo di vita<br />

(continua dalla prima pagina)<br />

BIAGIO AGNES<br />

La conferma che il giornale scritto continua<br />

a rappresentare la quintessenza non<br />

solo simbolica dell’informazione, pur nell’evoluzione<br />

tecnica dei mezzi della comunicazione,<br />

(ad ognuno dei quali peraltro<br />

dedichiamo settori specifici) dalla didattica<br />

ai laboratori; l’altra è che il giornalismo, in<br />

qualunque fase – sia dell’apprendimento<br />

sia dell’esercizio professionale – deve “contaminarsi”<br />

quotidianamente della realtà<br />

circostante e la nostra realtà circostante è<br />

la città di Salerno con tutto il bacino geografico<br />

di cui essa è il cuore: apparire di<br />

nuovo anche nelle edicole di questo esteso<br />

comprensorio ribadisce i principi generali<br />

che reggono l’esercizio quotidiano di scambio<br />

fra l’insegnare e l’apprendere.<br />

Cosa devono aspettarsi gli allievi di questo<br />

secondo corso dal loro futuro? L’esperienza<br />

di coloro che li hanno preceduti nel<br />

Campus di Fisciano consente un “rispecchiarsi”<br />

molto incoraggiante. Non è un<br />

caso se la verifica, sia pure ufficiosa, degli<br />

esiti dell’insegnamento 2007-2008 ha collocato<br />

la Scuola di Giornalismo dell’Università<br />

di Salerno al vertice della qualità assoluta<br />

insieme con le Scuole di Milano e<br />

Perugia. Ma già una verifica parziale della<br />

bontà dei risultati si era manifestata negli<br />

interludi estivi, quando i nostri praticanti si<br />

erano cimentati in stages specifici nei grandi<br />

quotidiani e in quelli regionali, nelle<br />

redazioni dei telegiornali e dei giornali<br />

radio della Rai, nei telegiornali di Mediaset,<br />

nelle agenzie, negli uffici stampa. Tutte<br />

occasioni importanti che, dimostrando la<br />

capacità acquisita nei due anni, hanno poi<br />

dato luogo in alcuni casi a concrete proposte<br />

di lavoro. Un apprezzamento lusinghiero<br />

sia per i corsisti sia per noi che abbiamo<br />

convissuto le fasi della loro preparazione<br />

tenendo d’occhio le diversificate aspirazioni<br />

di ciascuno.<br />

L’adozione di una linea o di un profilo pragmatico<br />

è un punto di riferimento essenziale<br />

della nostra Scuola, se si pensa che già<br />

nelle prove per accedere al corso si tiene<br />

conto di sceverare ciò che si manifesta<br />

come un capriccio romantico dalla concezione<br />

di un giornalismo inteso come una<br />

vera e propria vocazione e quindi come<br />

ragione di vita, con gli immancabili sacrifici<br />

ma anche con le meritate soddisfazioni.<br />

Il giornalista, comunque operi – dai quotidiani<br />

agli uffici stampa – esercita una fun-<br />

La Pubblica<br />

Amministrazione<br />

non tiene conto<br />

dei suoi doveri<br />

e disattende<br />

l’applicazione<br />

della legge 150<br />

zione sociale indispensabile e per questo si<br />

deve aspettare dalla società quelle garanzie<br />

che competono proprio a chi si rende utile<br />

per l’evoluzione civile del contesto in cui si<br />

agisce. Ne deriva fatalmente il rispetto dell’etica<br />

e l’osservanza di quel precetto socioeconomico<br />

che garantisce continuità e<br />

sicurezza contro ogni forma di precarietà<br />

professionale.<br />

Nella crisi che investe il globo totalmente, è<br />

ragione vitale la necessità dell’informazione<br />

come la si deve intendere, vale a dire con<br />

la presenza persino ubiqua sulla scena dei<br />

fatti dove accadono e quando accadono. E’<br />

il sistema nervoso del pianeta che funziona,<br />

e questo ci consente un equilibrato otti-<br />

mismo. Però è indispensabile<br />

che le Istituzioni facciano<br />

la loro parte, e l’occasione<br />

è propizia per ribadire<br />

un mio pensiero che<br />

vuole essere una raccomandazione,<br />

una critica, un<br />

ammonimento.<br />

Come già ho avuto modo di<br />

sottolineare altre volte, le<br />

Imprese, le Università e<br />

l’Ordine dei Giornalisti<br />

sembrano sempre più consapevoli<br />

del ruolo decisivo<br />

che svolge l’informazione<br />

professionale per il funzionamento<br />

corretto delle<br />

complesse democrazie del<br />

no-stro tempo. Invece, la<br />

Pub-blica Amministrazione<br />

sfugge ai suoi doveri e disattende<br />

l’applicazione della<br />

Legge 150, approvata ormai<br />

da circa un decennio.<br />

La necessità che le Amministrazioni<br />

Pubbliche affidino<br />

agli iscritti all’Ordine<br />

il compito di informare l’opinione<br />

pubblica senza distorsioni,<br />

improvvisazioni e<br />

dilettantismi, non è stata<br />

ancora recepita “come un<br />

dovere dello Stato e un diritto<br />

dei cittadini”, secondo<br />

la lezione di Carlo Azeglio<br />

Ciampi. Eppure, la correttezza<br />

e la professionalità<br />

dell’informazione sugli atti<br />

della Pubblica Amministrazione<br />

non può essere<br />

disgiunta dalla giusta azione<br />

per raggiungere un maggiore<br />

grado di efficienza in tutto il settore<br />

pubblico.<br />

Ne tenga conto il ministro Brunetta, ne<br />

tenga conto il Governo nel suo insieme.<br />

Del resto pensare che il giornalismo sia semplicemente<br />

“un mestiere antico” è un errore<br />

o una lacuna o una pretesa: il giornalismo -<br />

considerato velleitariamente a volte mestiere,<br />

a volte professione, a volte missione – è<br />

soltanto giornalismo che si rinnova ogni<br />

giorno e non cambia mai nel suo valore e<br />

nelle sue ragioni di esistere. Non lo dimentichi<br />

chi nelle Istituzioni ha responsabilità e<br />

giusta cultura.<br />

Non lo dimentichino neppure i giornalisti e<br />

i giovani che aspirano a diventarlo.


6 Domenica 15 marzo 2009PRIMO PIANO<br />

LA MARCIA<br />

21 marzo a Napoli, la giornata nazionale in memoria delle vittime delle mafie<br />

Cento passi<br />

per costruire<br />

la primavera<br />

Gli organizzatori: saremo 100 mila<br />

La primavera a Napoli si apre con la speranza<br />

del cambiamento. Lo stesso sentimento che<br />

accompagnò Peppino Impastato nei suoi ultimi<br />

cento passi. Previste centomila persone. E’ la<br />

gente di Libera, l’associazione di nomi e numeri<br />

contro le mafie presieduta da don Luigi<br />

Ciotti, che per il 2009 ha organizzato la giornata<br />

della legalità proprio nel capoluogo campano.<br />

Il 21 marzo, il giorno della memoria e dell’impegno<br />

in ricordo delle vittime, vedrà svolgersi la<br />

manifestazione nazionale, arrivata alla XIV edizione.<br />

Il primo giorno di primavera, momento<br />

simbolo per stagioni climatiche e di rinnovamento,<br />

è quello che Libera dedica alla memoria<br />

di tutti colori che hanno dato la vita nel nostro<br />

Paese per contrastare le mafie. Un’occasione<br />

nella quale l’associazione di don Ciotti rilancia<br />

l’annuale impegno che non deve mai venir<br />

meno: la voglia di tante persone comuni di essere<br />

contro tutte le mafie, contro la corruzione<br />

politica e gli intrecci clientelari che alimentano<br />

gli affari delle organizzazioni criminali e così<br />

l’illegalità. E di voler continuare a costruire percorsi<br />

di libertà, cittadinanza,<br />

Coordina<br />

Libera<br />

Libera è un coordinamento<br />

di oltre<br />

1500 tra associazioni,<br />

scuole e gruppi,<br />

impegnati sul territorio<br />

nazionale per<br />

diffondere la cultura<br />

della legalità.<br />

E’ nata nel marzo<br />

del 1995 grazie<br />

all’impegno di don<br />

Luigi Ciotti con l’idea<br />

di sollecitare la<br />

società civile nella<br />

lotta alle mafie e alla<br />

promozione della<br />

giustizia.<br />

Riconosciuta come<br />

associazione di promozione<br />

sociale,<br />

gestisce alcuni beni<br />

confiscati alla criminalità<br />

organizzata<br />

trasformandoli in<br />

occasioni di lavoro.<br />

informazione, legalità, giustizia e<br />

solidarietà.<br />

La manifestazione, organizzata<br />

sotto l’alto patronato della<br />

Presidenza della Repubblica e in<br />

collaborazione con il ministero<br />

della Pubblica Istruzione, ha<br />

come tematica “L’etica libera la<br />

bellezza. Riscattare la bellezza,<br />

liberarsi dalle mafie. I volti della<br />

memorie, le mani dell’impegno”.<br />

Il calendario prevede una tre<br />

giorni: il 19 a Casal di Principe<br />

per il 15° anniversario della morte<br />

di don Peppino Diana, prete ucciso<br />

dalla camorra per il suo impegno<br />

contro la criminalità organizzata;<br />

il 20 sarà il giorno dell’incontro<br />

tra oltre quattrocento<br />

familiari di vittime delle mafie<br />

provenienti da tutta Italia; sabato<br />

21 la marcia della legalità a<br />

Napoli, che partirà da piazza<br />

della Repubblica fino al Plebiscito,<br />

dove verrà data lettura di<br />

tutti i nomi delle vittime. Un<br />

momento importante per la<br />

coscienza civile della Nazione<br />

come ha ribadito don Luigi Ciotti<br />

in un recente incontro a Quindici,<br />

in provincia di Avellino,<br />

dove Libera ha presentato il manifesto per una<br />

cittadinanza responsabile. Ma anche un appello<br />

ai giovani, i veri artefici del futuro. Un appello a<br />

giustizia, conoscenza e responsabilità, i tre pilastri<br />

attraverso i quali i giovani possono realizzare<br />

il cambiamento. «Non si può sconfiggere la<br />

mafia – ha detto don Ciotti – senza un cambiamento,<br />

fatto però in prima persona grazie ad<br />

una responsabilità collettiva. Se non ci si impegna<br />

personalmente non si rompe quel muro<br />

fatto di rassegnazione e indifferenza».<br />

Il prete anticamorra sottolinea l’importanza di<br />

parlare ai giovani e di fare delle scuole i luoghi<br />

di insegnamento della legalità. Lo stesso Rocco<br />

Chinnici, il giudice di Palermo, ucciso da un’auto-bomba<br />

nel luglio 1983, diceva che «la mafia<br />

ha più paura della scuola che della giustizia».<br />

Ed infine una richiesta al Governo a alle banche<br />

per i beni confiscati alle mafie che Libera gestisce<br />

producendo lavoro e servizi. «Su novemila –<br />

conclude don Ciotti – quasi duemila hanno dei<br />

vincoli bancari e quindi non sono utilizzabili. Se<br />

oggi, lo Stato salva le banche perché non può<br />

prendersi quello che serve alla gente comune<br />

per costruire sviluppo e futuro?».<br />

Pagina a cura di<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

Don Ciotti e il vescovo di Nola,Beniamino Depalma<br />

La provincia di Avellino<br />

avrà il suo primo centro<br />

anticamorra a Quindici. La<br />

decisione è stata presa dall’assessorato<br />

alla Pubblica<br />

Istruzione della Regione in<br />

collaborazione con i comuni<br />

di Avellino e Quindici,<br />

il circuito “Scuole<br />

Aperte” e l’associazione Libera.<br />

Il progetto prevede<br />

l’istituzione della struttura<br />

come punto di riferimento<br />

per progettualità inerenti<br />

la tematica della legalità.<br />

La sede sarà uno dei beni<br />

confiscati alla camorra a<br />

Quindici.<br />

Ma cosa sono i centri provinciali<br />

anticamorra, previsti<br />

dalla Regione Campania<br />

anche nelle province<br />

di Salerno, Napoli e Caserta?<br />

Sono strutture di<br />

riferimento locale per le<br />

attività istituzionali e del<br />

territorio in genere che<br />

consentono di elaborare e<br />

sostenere la prevenzione<br />

progettuale della lotta alle<br />

mafie. La sistemazione dei<br />

centri è preferibile nei beni<br />

confiscati alla criminalità<br />

organizzata, o in scuole e<br />

nei quartieri dove è forte il<br />

disagio sociale e l’insediamento<br />

della camorra.<br />

L’obiettivo principale è<br />

quello di creare un raccordo<br />

tra scuole, enti e tessuto<br />

sociale per promuovere dal<br />

basso la rete sulla legalità,<br />

stimolare le attività di ricerca<br />

e formazione e proporre<br />

un servizio di cittadinanza<br />

attiva. Le finalità<br />

sono diverse e molteplici:<br />

da centro studi per la legalità<br />

con creazione di banca<br />

dati, biblioteca ed emeroteca<br />

alla realizzazione di<br />

scambi culturali. Di sup-<br />

IL RETROSCENA<br />

TRA SANGUE E PALLOTTOLE<br />

Quindici<br />

avamposto<br />

della legalità<br />

Il progetto di un centro<br />

per lo studio della camorra<br />

porto la creazione di un sito<br />

internet, l’organizzazione di<br />

corsi di formazione e la<br />

creazione di uno sportello<br />

pubblico. I progetti comunque<br />

mirano alla realizzazione<br />

di percorsi educativi e<br />

didattici per gli studenti con<br />

la gestione di uno spazio<br />

denominato ludoteca sulla<br />

legalità. L’intento è anche<br />

avviare una progettazione<br />

comune con i familiari delle<br />

vittime di mafie e lo studio<br />

dell’economia criminale con<br />

attività di ricerca e protocolli<br />

d’intesa con le università.<br />

Infine creare un osservatorio<br />

sui beni confiscati<br />

alla camorra e realizzare<br />

così la rete regionale della<br />

legalità.<br />

Il perché della scelta di<br />

Quindici come avamposto<br />

Una faida lunga più di trenta anni<br />

costellata da un’imprescindibile<br />

fusione camorra-comune che ha<br />

portato in carcere quattro sindaci.<br />

Oltre sessanta attentati per più<br />

di trenta morti con un predominio<br />

storico nella scena criminale<br />

avellinese e campana (risulta uno<br />

dei clan camorristici più longevi)<br />

ed episodi sconcertanti come la<br />

strage delle donne. La storia di<br />

Quindici si può leggere anche<br />

così, attraverso i morti di camorra<br />

e le Amministrazioni sciolte.<br />

Era il 1972 quando l’allora sindaco<br />

Fiore Graziano fu ucciso al<br />

campo sportivo mentre assisteva<br />

al derby Lauro-Quindici. Il fratello<br />

Pasquale Raffaele Graziano<br />

non fece in tempo ad entrare in<br />

carcere (aveva vendicato il germano<br />

ucciso) che fu eletto sindaco<br />

a furor di popolo, con festini e<br />

cortei fuori del carcere. Divenne<br />

braccio destro di Raffaele Cutolo<br />

e riuscì a sfuggire ad un autobus<br />

pieno di assassini della “nuova<br />

famiglia” che assaltarono il comune<br />

da lui retto, scappando tra i<br />

tetti delle case circostanti. Non<br />

riuscì a sfuggire, però, a Pertini.<br />

Il presidente della Repubblica nel<br />

1983 impugnò per la prima volta<br />

nella storia italiana l’articolo 149<br />

dell’ordinamento comunale, destituendolo<br />

dalle sue funzioni per<br />

“gravi motivi di ordine pubblico”.<br />

Non vi erano ancora le leggi antimafia<br />

ma Quindici già conosceva<br />

lo scioglimento del Comune.<br />

Stessa sorte toccò a tre suoi successori,<br />

tra cui il nipote-delfino<br />

Eugenio, trucidato a Scisciano nel<br />

novembre del 1991.<br />

della lotta in nome della<br />

legalità è emblematico.<br />

Appena tremila abitanti e<br />

simbolo della rinascita per<br />

un luogo già noto negli<br />

anni 70 per l’esistenza di<br />

un clan camorristico. Le<br />

inchieste dell’ultimo anno<br />

hanno portato in carcere<br />

quasi cento persone, confermando<br />

un dato storicocriminale<br />

inconfutabile. La<br />

criminalità organizza irpina<br />

è nata a Quindici per<br />

poi svilupparsi nell’intera<br />

provincia. Dal terremoto,<br />

primo motivo di crescita<br />

del fenomeno delinquenziale,<br />

agli eventi franosi del<br />

1998. Calamità naturali<br />

che accendono gli appetiti<br />

dei clan, focalizzando attenzioni<br />

sugli ingenti finanziamenti<br />

statali per la<br />

ricostruzione. Lo stesso<br />

gruppo del “Partenio”, storico<br />

sodalizio criminale<br />

sorto nel capoluogo avellinese,<br />

sigla un patto con i<br />

“quindicesi”. Una sorta di<br />

cartello delinquenziale che<br />

vede poi inglobare lo stesso<br />

clan di Avellino in quello<br />

di Quindici. La storia è<br />

la sua forza, come dimostrano<br />

le inchieste. Basta<br />

farne il nome che scatta la<br />

paura, il timore di ritorsioni.<br />

La stessa storia che, grazie<br />

al centro per la legalità, si<br />

cerca di far tornare su<br />

canoni ordinari. Quello del<br />

senso civico e del rispetto<br />

delle regole. Grazie a tante<br />

persone che ribadiscono il<br />

semplice fatto che “Quindicesi”<br />

è il nome di un popolo<br />

e non di un clan.


In ginocchio le industrie della Valle Caudina<br />

Fabbriche a pezzi<br />

BENEVENTO<br />

PRIMO PIANO Domenica 15 marzo 2009<br />

7<br />

Le quattro tappe della crisi<br />

stracciato il tessile<br />

Airola, rilancio mancato. Rischiano in 500<br />

Il progetto del Contratto di<br />

area di garantire occupazione<br />

e sviluppo ad Airola, in provincia<br />

di Benevento, è crollato<br />

sotto i colpi della crisi economica<br />

che ha colpito tutto il<br />

mondo.<br />

«E’ un’emergenza nata già<br />

vecchia», commenta un anziano<br />

operaio, facendo il<br />

punto su quel che accade<br />

nelle fabbriche del polo tessile<br />

della cittadina. La Tessival<br />

Sud , la Benfil e le più piccole<br />

Radici Tappeti e Warmor Sud<br />

sono fabbriche che avrebbero<br />

dovuto rilanciare nel Sannio<br />

ed in Valle Caudina l’industria<br />

e anche l’occupazione.<br />

Almeno è quello che prevedeva,<br />

appunto, il Contratto<br />

d’area, stipulato nel 1999 e<br />

incoraggiato da ingenti finanziamenti<br />

statali.<br />

I dubbi tuttavia sono molti: ci<br />

si chiede in particolare se<br />

fosse proprio il tessile, in crisi<br />

da anni a livello nazionale, il<br />

settore su cui investire, specialmente<br />

in un’epoca in cui<br />

la concorrenza orientale sembra<br />

invincibile. Dubbi, condivisi<br />

dal sindacato, che dopo<br />

qualche anno si sono tradotti<br />

in realtà: la Tessival Sud entra<br />

in crisi, adducendo varie<br />

motivazioni che hanno lasciato<br />

perplessi (alti costi dell’energia,<br />

necessità di costruire<br />

un parco eolico, impossibilità<br />

di pagare l’affitto<br />

dei capannoni di proprietà<br />

del Comune).<br />

Dapprima i lavoratori, oltre<br />

200, sono stati messi in cassa<br />

integrazione, dopo aver contratto<br />

mutui, dopo aver messo<br />

su famiglia, nell’illusoria<br />

certezza di un posto di lavoro<br />

sicuro, solida base per costruire<br />

la propria vita. E a maggio<br />

sarebbe scattata la mobilità,<br />

polverizzando tutte le<br />

speranze dei lavoratori, ma<br />

l’eventualità è stata scongiurata<br />

grazie all’intervento del<br />

ministero del Welfare, grazie<br />

al quale gli operai potranno<br />

usufruire fino a dicembre<br />

della cassa integrazione. Non<br />

va meglio per la Benfil, tassello<br />

fondamentale per la produzione<br />

della Tessival, che ha<br />

annunciato mesi fa l’intenzione<br />

di chiudere, pure qui, ufficialmente,<br />

a causa della mancanza<br />

di commesse, di alti<br />

Alcuni momenti<br />

della manifestazione<br />

di protesta organizzata<br />

dai sindacati<br />

il mese scorso<br />

con la partecipazione<br />

dell’amministrazione<br />

comunale di Airola<br />

costi dell’energia. Anche in<br />

questa fabbrica il dramma<br />

della perdita del lavoro coinvolgerebbe<br />

oltre cento operai.<br />

Le previsioni sembrano tutt’altro<br />

che rosee, una ripresa<br />

dell’attività industriale è difficilmente<br />

ipotizzabile. La<br />

chiusura delle fabbriche di<br />

Airola rappresenterebbe per<br />

il Sannio e la Valle Caudina,<br />

realtà già caratterizzate da<br />

desertificazione industriale e<br />

impoverimento sociale, un<br />

vero disastro economico. Al<br />

fianco dei lavoratori, hanno<br />

preso posizione i sindacati,<br />

Ciro Rungi, responsabile provinciale<br />

della Cisl Femca ha<br />

dichiarato, preliminarmente<br />

all’intervento del ministero<br />

del Welfare, che « con l’inizio<br />

di maggio scade la cassa integrazione<br />

della Tessival e<br />

come noto, l’azienda ha già<br />

provveduto ad aprire le procedure<br />

di mobilità. E’ una<br />

scadenza che mette a dura<br />

prova tutti noi – aggiunge<br />

Rungi – per la capacità di<br />

organizzare risposte solidali<br />

rispetto alle vicende dei lavoratori<br />

della fabbrica ».<br />

L’assenza di prospettive acentua<br />

il nervosismo, la rabbia,<br />

che rendono difficile il governo<br />

e i comportamenti dei singoli<br />

e della collettività all’interno<br />

delle iniziative di lotta».<br />

Per ora le risposte prospettate<br />

dai sindacati consistono<br />

nel prolungamento della casa<br />

integrazione straordinaria,<br />

per evitare che «i guasti d’impresa<br />

siano scaricati esclusivamente<br />

sui lavoratori e sulle<br />

lavoratrici».<br />

Restano molti gli interrogativi<br />

su una crisi probabilmente<br />

evitabile: gli obblighi derivanti<br />

dal Contratto d’area sono<br />

stati rispettati fino in fondo<br />

dalle aziende, anche in virtù<br />

degli ingenti finanziamenti<br />

statali ricevuti? Perché nessuna<br />

ipotesi di diversificazione<br />

produttiva e nessun piano di<br />

rilancio sono stati proposti<br />

dalla proprietà?<br />

Interrogativi che in oltre un<br />

anno di crisi e di lotte sindacali<br />

non hanno ottenuto risposte<br />

soddisfacenti.<br />

Pagina a cura di<br />

CRISTIANO VELLA<br />

1993<br />

Chiude l’AlfaCavi, ex<br />

azienda del gruppo Pirelli<br />

che produce cavi<br />

telefonici, 432 operai<br />

perdono il lavoro.<br />

1999<br />

Viene firmato il Contratto<br />

d’area per garantire<br />

la ripresa, con l’inserimento<br />

di industrie<br />

del settore tessile.<br />

I numeri del tracollo<br />

154,3 milioni di euro:<br />

l’investimento statale per<br />

le cinque aziende del<br />

Contratto d’area.<br />

650: le unità lavorative che<br />

1994<br />

Nasce la Promair, consorzio<br />

di Enti guidato da<br />

Arnaldo Ricciuto (nella<br />

foto) con l’incarico di riconvertire<br />

l’area.<br />

2008<br />

Le fabbriche del polo<br />

tessile di Airola entrano<br />

in crisi. Centinaia di<br />

operai vengono messi<br />

in cassa integrazione.<br />

avrebbero dovuto essere<br />

occupate nella riqualificazione<br />

500: i lavoratori che rischiano<br />

di perdere il posto.<br />

Tessival Sud<br />

il tassello<br />

principale<br />

La fabbrica è di proprietà<br />

della Tessival Group di<br />

Azzano San Paolo (paese<br />

in provincia di Bergamo),<br />

una delle più importanti<br />

case di trading tessile d’Europa<br />

già dagli anni ’60. Ha<br />

sede nell’ex area dell’Alfacavi,<br />

in capannoni di<br />

proprietà del Comune.<br />

Nello stabilimento di Airola<br />

con un impianto di tessitura<br />

“Sulzer” si producono<br />

tessuti grezzi da destinare<br />

a vari settori, da quello dell’abbigliamento<br />

a quello<br />

dell’arredamento, fino all’utensileria.<br />

Si avvale del lavoro delle<br />

altre fabbriche del gruppo,<br />

tra queste c’è la Benfil. I<br />

trecentocinque operai dello<br />

stabilimento di Airola<br />

producono oltre cinquantasei<br />

milioni di metri quadri<br />

di tessuto l’anno.<br />

Il capitale sociale della<br />

Tessival s.r.l. è di ventinove<br />

milioni di euro.<br />

De Longis, vicepresidente di Confindustria Campania<br />

«Contratto d’area<br />

strategia sbagliata»<br />

Una crisi che sta investendo un’area<br />

di crisi, Francesco De Longis vicepresidente<br />

della Confindustria<br />

Campana, che cosa non ha funzionato<br />

?<br />

Ritengo che sono state sbagliate, quando<br />

si è dato vita al Contratto d’Area di<br />

Airola, la strategia e la scelta del settore.<br />

Già quando si avviò l’idea di un<br />

Contratto d’area, Confindustria suggeriva<br />

di puntare su settori emergenti e<br />

soprattutto di diversificare anche gli<br />

investimenti. Fare una scelta monosettoriale,<br />

produzione di filati, e puntare<br />

su due grandi gruppi, ha significato<br />

replicare, in negativo, la precedente<br />

esperienza (crisi Alfacavi n.d.r.) .<br />

Infatti, entrando in crisi l’unico comparto<br />

sul quale si scommetteva, non<br />

sarebbe stato possibile bilanciare il<br />

possibile rischio che sempre e comunque<br />

esiste nel settore industriale.<br />

A pochi anni da grossi finanziamenti<br />

statali che cosa è successo ?<br />

Non sono i finanziamenti che fanno<br />

l’azienda bensì il mercato. Nel Mez-<br />

zogiorno spesso si finanziano iniziative<br />

in settori che hanno problemi ancora<br />

prima di nascere. Nel caso di specie<br />

va detto che la crisi è dovuta a diverse<br />

concause, dall’impennata del costo<br />

della materia prima, all’incetta sul<br />

mercato della materia prima da parte<br />

dei Paesi orientali, alla forte incidenza<br />

del costo per unità di prodotto rispetto<br />

ai competitor internazionali,al notevole<br />

incremento del costo delle fonti<br />

energetiche.<br />

Di chi la responsabilità ?<br />

Ritengo inutile cimentarsi in questa<br />

ricerca. La mia opinione è che c’è stato<br />

un errore di programmazione di sviluppo<br />

territoriale e quando si commettono<br />

questi errori la responsabilità<br />

è di tutto il sistema provinciale, quindi,<br />

nessuno può chiamarsi fuori.<br />

L’ingresso nel mercato tessile italiano<br />

da parte degli orientali era avvenuto<br />

già da tempo, in base a ciò si<br />

sarebbe potuta prevedere l’attuale<br />

crisi ?<br />

Potrei risponderle di no ma direi una<br />

parziale bugia. Credo che quell’investimento<br />

doveva prevedere una strategia<br />

di rilancio innovativo del settore.<br />

L’unica chance che avevamo era quella<br />

di consentire l’attuazione di processi di<br />

ricerca e di innovazione per realizzare<br />

nuovi prodotti e, soprattutto, un’attività<br />

di formazione continua che avrebbe<br />

elevato il target delle professionalità<br />

e , in parte, contenuto i costi per unità<br />

di prodotto. Occorreva attivare un<br />

processo di sistema che non c’è stato.<br />

Tutte le aziende del Contratto d’area<br />

sono in crisi ?<br />

Purtroppo mi risulta di si .<br />

Benfil:<br />

sorella<br />

minore<br />

Anche la Benfil S.r.l. è di<br />

proprietà della bergamasca<br />

Tessival Group. E’ un<br />

tassello fondamentale della<br />

produzione dell’altra<br />

fabbrica di tessuti airolana,<br />

la consorella Tessival Sud.<br />

Pure la Benfil infatti opera<br />

nei capannoni ex alfacavi,<br />

di proprietà del Comune,<br />

Negli stabilimenti Benfil,<br />

sono presenti impianti di<br />

filatura “Reiter Open End”<br />

di nuovissima generazione,<br />

destinati alla produzione,<br />

nel dettaglio, di filati di<br />

cotone compatti, grazie ai<br />

quali si realizzano tessuti<br />

destinati a vari usi. I dipendenti<br />

della fabbrica sono<br />

154 e il capitale sociale è di<br />

oltre 15 milioni di euro.<br />

Nell’ultimo anno ha accusato<br />

diverse difficoltà, in<br />

particolare la crisi di commesse<br />

e gli alti costi energetici,<br />

giungendo ad annunciare<br />

l’intenzione di<br />

cessare le attività.


8 Domenica<br />

15 marzo 2009PRIMO PIANO<br />

Viaggio sui percorsi che ospiteranno la carovana dei ciclisti e gli sportivi nelle due tappe partenopee<br />

Giro-vagando tra buche e degrado<br />

Appuntamento a maggio: il Vesuvio si prepara, la città rischia la farsa<br />

PIERLUIGI G. CARDONE<br />

“Dopo la Coppa America di vela,<br />

ora faremo un’altra brutta figura<br />

con il Giro d’Italia”: mancano due<br />

mesi alle tappe campane della<br />

corsa rosa, ma il parere della<br />

gente è già sentenza. Il motivo?<br />

La condizione delle strade che<br />

ospiteranno la manifestazione.<br />

La salita del Vesuvio, sede della<br />

tappa del 29 maggio, ad esempio,<br />

inizia nella bolgia dantesca di<br />

Ercolano, caratterizzata da voragini<br />

e vari strati di manto bituminoso<br />

affastellati l’uno sopra l’altro.<br />

Per le auto un percorso da<br />

guerra, figurarsi per i ciclisti.<br />

L’imbocco dell’ascesa, poi, è<br />

interrotto per lavori.<br />

Manutenzione straordinaria pro<br />

Giro? “Quali biciclette- dice un<br />

residente- qui è sempre sgarrupato!”.<br />

Ripresa la via maestra l’asfalto<br />

migliora, ma prima del bivio<br />

che porta a Torre del Greco<br />

diventa pavè di pietra lavica in<br />

stile Parigi-Roubaix. Terminati i<br />

sampietrini, si intravede l’edificio<br />

del Parco Nazionale del Vesuvio,<br />

spartiacque ideale tra i primi<br />

impresentabili chilometri e il<br />

resto della salita, che si scoprirà<br />

in condizioni accettabili. Un particolare,<br />

però, balza subito agli<br />

occhi: dalla scritta “Parco Nazionale<br />

del Vesuvio” manca la lettera<br />

o di Vesuvio. Come biglietto da<br />

visita davvero niente male. Proseguendo<br />

verso la sommità, a far<br />

notizia non sono tanto i cumuli di<br />

pattume a bordo strada, quanto<br />

la mancanza di punti di accoglienza<br />

per i turisti e, soprattutto,<br />

i ruderi di quelli che un tempo<br />

erano i ristorantini con vista sul<br />

golfo di Napoli.<br />

A quota mille metri l’asfalto lascia<br />

spazio alla sabbia lavica: qui si<br />

concluderà la tappa. Oltre all’immancabile<br />

bancarella di souvenir,<br />

solo un bar, la biglietteria per la<br />

scalata al cratere (6,5 euro a persona),<br />

alcuni bagni chimici e null’altro.<br />

Non sarà il massimo, ma in<br />

confronto allo zero assoluto che<br />

accompagna tutta la scalata è già<br />

tanto. La delusione del turista,<br />

tuttavia, è vinta dal panorama<br />

mozzafiato e dall’estrema cortesia<br />

delle guide, che scortano gratis i<br />

visitatori spiegando tutto ciò che<br />

c’è da sapere sul vulcano. Un voto<br />

complessivo alla salita? Giudizio<br />

sospeso: dipende dai lavori in<br />

programma nel primo tratto. Ben<br />

diverso, invece, il discorso inerente<br />

la tappa di Napoli del 30<br />

maggio. Il percorso scelto è affascinante:<br />

partenza da via Caracciolo,<br />

Posillipo, via Coroglio,<br />

Bagnoli e infine Pozzuoli, da dove<br />

la carovana proseguirà per Anagni.<br />

Peccato, però, che chi ha individuato<br />

le strade si sia dimenticato<br />

A sinistra,<br />

l’asfalto al bivio<br />

tra Ercolano<br />

e Torre del Greco,<br />

a destra<br />

controlli<br />

sul Vesuvio<br />

delle condizioni pietose in cui<br />

versano. Emblematico il caso di<br />

via Coroglio: chiusa al traffico<br />

come spesso è accaduto nell’ultimo<br />

decennio, la discesa rischia<br />

seriamente di far saltare la tappa.<br />

Gli amministratori stanno studiando<br />

un percorso alternativo da<br />

sottoporre agli organizzatori, i<br />

quali, a loro volta, potrebbero<br />

decidere di far partire la corsa<br />

direttamente da Pozzuoli. Questa<br />

sì che sarebbe una brutta figura,<br />

anche peggiore di quella della<br />

Coppa America di vela.<br />

L’altra<br />

piaga<br />

L’abusivismo edilizio è un problema<br />

che continua a mortificare<br />

il Vesuvio. Tante, in compenso,<br />

le segnalazioni anonime<br />

ai Vigili Urbani dei Comuni vesuviani,<br />

i quali hanno messo a<br />

punto un servizio anticemento<br />

selvaggio che sta dando buoni<br />

frutti.<br />

Rocambolesco, ad esempio,<br />

quanto accaduto a metà gennaio<br />

sul versante di Torre del<br />

Greco. Dopo una soffiata, la<br />

Polizia municipale ha scoperto<br />

una villetta completamente a-<br />

busiva di 90mq. All’interno<br />

erano a lavoro alcuni operai<br />

che, visti gli uomini in divisa,<br />

hanno abbandonato gli arnesi<br />

del mestiere e se la sono data a<br />

gambe levate.<br />

Napoli: ai Colli Aminei dallo scorso luglio è partita la sfida della raccolta porta a porta<br />

Il quartiere della differenza<br />

Strade pulite e abitanti felici di poter collaborare alla tutela dell’ambiente<br />

Un rione<br />

tutto<br />

verde<br />

Sono circa trentamila<br />

gli abitanti dei Colli<br />

Aminei, zona residenziale<br />

circondata dal verde.<br />

Da visitare il Parco<br />

del Poggio dotato di una<br />

bellissima vista sul mare<br />

e il Parco di Via Nicolardi<br />

di recente costruzione.<br />

Nelle immediate vicinanze<br />

numerosi ospedali<br />

e il Bosco di Capodimonte.<br />

Nel quartiere<br />

si trovano il Tribunale<br />

per Minorenni e la sede<br />

del seminario diocesiano<br />

di Napoli con annessa<br />

Facoltà di Teologia.<br />

Tre le chiese, tra cui<br />

Santa Filomena, una<br />

delle primissime costruzioni<br />

del luogo e la parrocchia<br />

di S.Antonio a<br />

“La Pineta” dove i Padri<br />

Rogazionisti gestiscono<br />

un orfanotrofio. Per chi<br />

volesse svagarsi c’è anche<br />

un teatro: “Il Primo”,<br />

diretto e fondato da Arnolfo<br />

Petri.<br />

VALERIO ARRICHIELLO<br />

Un quartiere napoletano dove ottantasei<br />

persone su cento sono<br />

soddisfatte del sistema di raccolta<br />

dei rifiuti. Un anno fa sarebbe stata<br />

fantascienza, ora è realtà. Si tratta<br />

dei Colli Aminei: da otto mesi è<br />

partita la differenziata. Primo<br />

quartiere in tutta Napoli, una sorta<br />

di cavia, ma sembra proprio ne sia<br />

valsa la pena. Ma come si è arrivati<br />

a questo risultato? Facciamo un<br />

passo indietro. Poco più di un<br />

anno fa il momento più buio. Le<br />

foto di Napoli in ginocchio, ricoperta<br />

dalla “monnezza”, fanno il<br />

giro del mondo; il resto d’Italia ci<br />

guarda con disprezzo perché roviniamo<br />

l’immagine del Belpaese. Le<br />

altre regioni costrette ad accollarsi<br />

la nostra spazzatura si ribellano. I<br />

nostri sacchetti, “deportati” in<br />

Germania in cambio di milioni di<br />

euro. Nei mesi successivi le cose<br />

finalmente migliorano, le strade<br />

miracolosamente iniziano a svuotarsi,<br />

si individuano nuovi siti per le<br />

Una fermata<br />

dell’autobus<br />

ai Colli Aminei<br />

com’ è oggi.<br />

In alto a destra<br />

com’ era<br />

un anno fa<br />

discariche e si progetta la costruzione<br />

di termovalorizzatori,<br />

insomma si realizza un piano per<br />

uscire dall’emergenza.<br />

Siamo a giugno 2008 quando il<br />

Comune decide: si parte con la differenziata.<br />

Già, ma da dove? Si<br />

opta per i Colli Aminei, dove la<br />

presenza di grandi condomìni e<br />

numerosi parchi privati dovrebbe<br />

facilitare la raccolta porta a porta.<br />

In pochi giorni la rivoluzione.<br />

Negozi e condomìni sono dotati di<br />

quattro differenti bidoni dal coperchio<br />

colorato. Giallo per la plastica,<br />

marrone per l’organico, bianco per<br />

la carta e blu per l’indifferenziato.<br />

Scompaiono i vecchi cassonetti,<br />

restano le campane per il vetro.<br />

Cambia anche il metodo di raccolta.<br />

Non più quotidiana, ma in giorni<br />

prefissati a seconda del tipo di<br />

spazzatura. Per i rifiuti ingombranti<br />

o pericolosi è aperta un’isola ecologica.<br />

L’inizio non è semplice e<br />

non mancano i disagi per i cittadini,<br />

confusi dal repentino cambiamento.<br />

In quei giorni, non di rado,<br />

per strada, capita di imbattersi in<br />

discussioni sul dove vada buttato<br />

questo o quel rifiuto e spesso la<br />

soluzione è una: temporeggiare in<br />

attesa di un chiarimento illuminante.<br />

Fortunatamente, ogni famiglia<br />

è dotata di un dizionario del<br />

rifiuto che, ben presto, si trasforma<br />

in un autentica Bibbia in grado di<br />

dirimere qualsiasi diatriba casalinga.<br />

Dopo cinque mesi, la differen-<br />

ziata copre più del 70% dei Colli<br />

Aminei, a inizio 2009 i risultati del<br />

questionario diffuso dalla III municipalità<br />

sanciscono il successo del<br />

“porta a porta” : l’86% dei cittadini<br />

non tornerebbe al vecchio sistema.<br />

Gli unici a lamentarsi sono gli abitanti<br />

della parte bassa del quartiere,<br />

costretti a utilizzare ancora i<br />

vecchi cassonetti, ma l’Asia garantisce<br />

che i nuovi contenitori arriveranno<br />

presto.<br />

Resta comunque un segnale<br />

importante: la differenziata si può<br />

e si deve fare, ora occorre non<br />

abbassare la guardia e continuare<br />

su questa strada velocizzando i<br />

tempi. Continuare appunto. Perchè<br />

in questi mesi, pur tra mille difficoltà,<br />

qualcosa in questa direzione<br />

si è fatto, forse poco, ma meglio del<br />

niente degli anni scorsi.


PRIMO PIANO Domenica 15 marzo 2009<br />

9<br />

IL RAPPORTO<br />

In Campania 129.700 cittadini stranieri provenienti da 164 paesi, il 65% sono donne<br />

Napoli, culla<br />

di immigrati<br />

nel Mezzogiorno<br />

Salerno e Caserta in pole position<br />

FRANCESCO ANTONIO GRANA<br />

Per i cittadini<br />

stranieri<br />

maggiori<br />

possibilità<br />

occupazionali<br />

ma difficoltà<br />

per una casa<br />

Nel Mezzogiorno d’Italia un immigrato su cinque<br />

risiede nella provincia di Napoli: è quanto<br />

emerge dall’ultimo rapporto sull’immigrazione<br />

della Caritas. 129.700 i migranti residenti oggi<br />

in Campania provenienti da 164 paesi, di cui il<br />

48% dimora nella provincia partenopea, il 20,6%<br />

in quella di Salerno, il 20,4% in quella di<br />

Caserta, il 7,6% nell’avellinese e il 3,4% nel beneventano.<br />

Il 65% sono donne. Il 55% provengono<br />

dall’Europa. Gli ucraini sono la comunità più<br />

numerosa (27%), seguita dai cinesi (6,2%) e dalle<br />

popolazioni provenienti dal subcontinente<br />

indiano. Una popolazione in costante aumento<br />

se si considera che nel 1981 gli immigrati in<br />

Campania erano 18.463 e dieci anni dopo se ne<br />

contavano 39.583.<br />

«Soprattutto il capoluogo campano -sottolinea<br />

il coordinatore dell’ufficio Migrantes della<br />

Caritas diocesana di Napoli, Giancamillo Tranicon<br />

il sorgere di botteghe etniche, è divenuto un<br />

luogo in cui l’immigrato tende a restare e a mettere<br />

su famiglia. Siamo oramai alla seconda<br />

generazione: bambini nati in Italia da genitori<br />

immigrati». Un ruolo essenziale per tante famiglie<br />

è quello di colf e badanti, spesso veri e propri<br />

elementi sostitutivi delle carenze dei servizi<br />

di assistenza ad anziani e disabili. Vengono perlopiù<br />

dall’Europa dell’Est, dall’Ucraina, dalla<br />

Romania e dalla Polonia, ma anche dalle<br />

Filippine, da Capo Verde e dallo Sri Lanka.<br />

Nel rapporto della Caritas,<br />

viene messo in risalto il contributo<br />

significativo offerto<br />

da diversi programmi televisivi<br />

che presentano come<br />

“normali” gli immigrati, inserendoli<br />

non solo tra le vallette<br />

e le soubrette, ma valorizzandoli<br />

come attori, conduttori,<br />

concorrenti, primi ballerini.<br />

Anche se, si precisa, si<br />

tratta di personaggi eccezionali<br />

non collegati con le collettività<br />

degli immigrati.<br />

Le università italiane esercitano<br />

una forza di attrazione inferiore a quella<br />

riscontrabile in Germania, Gran Bretagna e<br />

Francia.<br />

I principali atenei frequentati da studenti stranieri<br />

sono quelli di Roma “La Sapienza” e di<br />

Bologna. Un’ampia maggioranza di cittadini<br />

stranieri afferma di trovarsi bene nel nostro<br />

Paese per le maggiori possibilità occupazionali<br />

e apprezza la cordialità degli italiani e la cucina<br />

nostrana. Mentre, invece, lamenta non poche<br />

difficoltà per trovare un’abitazione a causa delle<br />

resistenze dei proprietari ad affittare agli extracomunitari.<br />

Per accogliere e integrare le migliaia di immigranti<br />

residenti in Campania, l’ufficio Migrantes<br />

della Caritas della diocesi partenopea offre<br />

consulenza legale gratuita, informazioni e<br />

orientamento alla fruizione dei servizi attivi sul<br />

territorio, assistenza per pratiche di regolarizzazione<br />

e ricongiungimento familiare, ricerca di<br />

occupazione, sostegno agli studenti stranieri<br />

con borse di studio. Inoltre, sono attivi il Centro<br />

di Ascolto Immigrati e il Centro di Ascolto<br />

Donna Immigrata, inaugurato nel 1993 e animato<br />

da un’équipe composta da sole donne.<br />

Dal 2003 grazie al progetto Contact, realizzato<br />

in collaborazione con la Compagnia Trasporti<br />

Pubblici di Napoli, operatori sociali in movimento<br />

salgono a bordo dei bus per migliorare i<br />

rapporti interpersonali e la comunicazione tra<br />

clienti italiani e stranieri.<br />

«Nell’immaginario collettivo - tiene a sottolineare<br />

Giancamillo Trani - si pensa al lavoro<br />

della Caritas come a un’opera esclusivamente<br />

assistenziale, trascurando l’importante funzione<br />

pedagogica che essa svolge nel qualificare la<br />

figura del migrante agli occhi dei cittadini attraverso<br />

numerose pubblicazioni, convegni e<br />

seminari».<br />

Un barcone pieno<br />

di immigrati attracca<br />

in un porto della Sicilia.<br />

Al lato una scuola<br />

per l’insegnamento<br />

della lingua italiana<br />

SANTO IANNÒ<br />

La crisi economica si fa<br />

sentire anche sul fronte<br />

degli affitti e Benevento,<br />

inserita nella triste graduatoria<br />

dei quarantatre<br />

Comuni “ad alta tensione<br />

abitativa”, ha deciso di dotarsi<br />

di un organismo che<br />

possa risolvere l’emergenza:<br />

l’Osservatorio comunale<br />

sulla casa. La bozza di<br />

regolamento è stata presentata<br />

nei giorni scorsi,<br />

nel corso di una conferenza<br />

stampa dell’assessore ai<br />

Servizi Sociali Luigi Scarinzi,<br />

e approvata il 3 marzo<br />

dal Consiglio comunale.<br />

La volontà dell’amministrazione<br />

guidata dal sindaco<br />

Fausto Pepe di far<br />

fronte al disagio abitativo<br />

di molti cittadini, che aumenta<br />

ogni giorno come<br />

dimostrano i dati sugli<br />

sfratti della Prefettura, si<br />

traduce nella creazione di<br />

un organismo specifico.<br />

La corsa dei prezzi non accenna<br />

a fermarsi e l’emergenza<br />

abitativa può essere<br />

affrontata solo attraverso<br />

un intervento diretto degli<br />

organi istituzionali, un’azione<br />

volta alla programmazione<br />

di precise politiche<br />

sulla casa.<br />

L’Osservatorio è nato anche<br />

dalla spinta propulsiva<br />

delle associazioni che operano<br />

sul territorio. L’agenzia<br />

dei diritti sociali Action<br />

è stata la prima a lanciare,<br />

nella regione e nel<br />

sud del Paese, l’idea di un<br />

istituto che svolga attività<br />

di analisi delle problematiche<br />

e dei fenomeni abitativi.<br />

La proposta dell’associazione<br />

si basa sulla legge<br />

regionale 18/97, che des-<br />

Sos alloggi:<br />

emergenza<br />

a Benevento<br />

L’Osservatorio, un’idea<br />

per risolvere il problema<br />

crive programmi di interventi<br />

e opere finalizzati alla<br />

decompressione insediativa,<br />

ma che detta anche le<br />

norme in tema di disciplina<br />

per l’assegnazione degli alloggi<br />

di edilizia residenziale<br />

pubblica. L’Osservatorio<br />

sulla casa, composto da<br />

consiglieri, assessori comunali,<br />

organizzazioni sindacali<br />

e associazioni (Ac-<br />

tion e Caritas), è inoltre un<br />

organismo non vincolante<br />

per l’amministrazione; il<br />

suo o-biettivo sarà di fornire<br />

un supporto diretto ai<br />

tecnici del settore, attraverso<br />

attività di analisi, ma<br />

anche valide proposte per<br />

la risoluzione delle problematiche<br />

abitative.<br />

Il lavoro congiunto di Comune,<br />

associazioni e sindacati<br />

è quindi finalizzato<br />

alla realizzazione di uno<br />

strumento cognitivo e permanente,<br />

un organismo<br />

essenziale per l’elaborazione<br />

di politiche per la casa e<br />

il diritto all’abitare dei singoli<br />

cittadini. Il monitoraggio,<br />

attraverso l’analisi<br />

dei dati, riguarderà soprattutto<br />

lo studio dei processi<br />

demografici come la consistenza<br />

della popolazione,<br />

le sue caratteristiche e i<br />

flussi migratori. A questo<br />

sarà associato l’analisi del<br />

mercato-casa, la consistenza<br />

del patrimonio immobiliare<br />

pubblico e privato,<br />

contratti di locazione<br />

in regime concordato e<br />

andamento dei prezzi. Le<br />

soluzioni non dovranno<br />

più limitarsi solo alla valutazione<br />

delle fasce di reddito,<br />

in cui inserire i cittadini<br />

bisognosi di contributi<br />

per i contratti di locazione<br />

e l’acquisto della<br />

prima casa.<br />

La programmazione sarà<br />

fondamentale per fronteggiare<br />

l’emergenza affitti.<br />

L’Osservatorio dovrà essere<br />

mediatore tra il Comune<br />

e lo Iacp (Istituto autonomo<br />

case popolari) per la<br />

costruzione di nuovi appartamenti<br />

e per calmierare<br />

i prezzi delle case. Ma si<br />

dovrà anche concordare i<br />

canoni di locazione con i<br />

proprietari, che avranno<br />

delle agevolazioni fiscali.<br />

Nel momento in cui la tensione<br />

abitativa è altissima<br />

l’Osservatorio, per l’assessore<br />

Scarinzi, «si pone come<br />

organo di garanzia e<br />

trasparenza per evitare<br />

l’ennesima guerra tra poveri».


10 Domenica<br />

15 marzo 2009PRIMO PIANO<br />

L’esposizione artistica dei 21.610 capolavori del Museo del tesoro di San Gennaro<br />

in mostra in un viaggio tra fede e bellezza per la collezione più preziosa al mondo<br />

Là dove ti porta il Santo Patrono<br />

CHIARA DEL GAUDIO<br />

FRANCESCO ANTONIO GRANA<br />

Fede e mistero, arte e devozione,<br />

speranza e bellezza nel cuore di<br />

Napoli, accanto al popolo che da<br />

oltre quattro secoli rinnova la sua<br />

professione di fede dinanzi al<br />

miracolo della liquefazione del<br />

sangue: è il Museo del tesoro di<br />

San Gennaro, la collezione più<br />

preziosa al mondo, assieme alla<br />

corona d’Inghilterra e al tesoro<br />

dello zar di Russia, sorto per dare<br />

maggiore fruibilità ai tesori d’arte<br />

raccolti nel nome del patrono.<br />

Un patrimonio immenso: 21.610<br />

opere d’arte di finissima manifattura<br />

partenopea. Non tutte ancora<br />

restaurate, ma l’impegno costante<br />

anima il lavoro del direttore<br />

Paolo Jorio, che tale museo ha<br />

voluto tenacemente, affinché<br />

questa “vetrina d’eccezione diventi<br />

il biglietto da visita di<br />

Napoli”.<br />

L’anno scorso l’apertura della<br />

sezione dedicata ai gioielli e qualche<br />

mese fa quella dei paramenti<br />

sacri. L’ultima visita illustre risale<br />

a pochi giorni fa: l’ospite, il ministro<br />

della cultura spagnolo César<br />

Antonio Molina, è rimasto a tal<br />

punto affascinato da rendersi<br />

promotore di una mostra del<br />

tesoro anche a Madrid.<br />

Se la nuova cappella nacque dal<br />

voto popolare al Santo Patrono<br />

per ottenere protezione sulla<br />

città flagellata dalla guerra franco-spagnola,<br />

dalle eruzioni del<br />

Vesuvio e dalla peste, il percorso<br />

museale non poteva che rispecchiare<br />

il forte legame che unisce<br />

San Gennaro alla città. «Abbiamo<br />

concepito un museo - racconta<br />

Jorio - a portata di mano<br />

dei visitatori, poiché l’orgoglio e<br />

il rispetto dei napoletani per San<br />

Gennaro fanno si che essi stessi<br />

siano il miglior antifurto del<br />

tesoro».<br />

Un viaggio di fede e bellezza che<br />

partendo dal ritratto del vescovo<br />

Busto di Sant’Irene del 1733<br />

opera di Carlo Schisano.<br />

La santa, protettrice dai fulmini,<br />

sorregge la città di Napoli<br />

in una ricostruzione<br />

dove si riconoscono<br />

Maschio Angioino e Castel Sant’Elmo.<br />

In basso Paolo Jorio<br />

direttore del Museo di San Gennaro<br />

San Gennaro<br />

in un dipinto<br />

di Solimena del 1702<br />

dà inizio al percorso<br />

museale<br />

Gennaro, opera del Solimena del<br />

1702, conduce il visitatore in una<br />

vera e propria processione artistica<br />

attraverso i busti dei 51<br />

compatroni di Napoli.<br />

«L’allestimento della mostra -<br />

spiega il direttore - è un vero e<br />

proprio viaggio nel tempo tra le<br />

bellezze e le radici della città partenopea,<br />

tra i vicoli e i colori dei<br />

mercati, tra i volti degli emigranti<br />

e quelli della gente in attesa del<br />

miracolo, tra la processione di<br />

New York e quella di Napoli, con<br />

sonorizzazioni, immagini, voci,<br />

emozioni, che si rincorrono tra le<br />

sale dove emergono dal buio solo<br />

le luci splendenti dei gioielli più<br />

preziosi del mondo».<br />

Calici, candelabri, pissidi e ostensori<br />

fino ad arrivare al reliquario<br />

che, da secoli, trasporta le ampolle<br />

con il sangue del santo.<br />

«Tutte le opere sono testimonianze<br />

artistiche straordinarie<br />

perché - prosegue Jorio - appartenere<br />

al tesoro di San Gennaro<br />

era ed è un privilegio e i lavori<br />

che non fossero ritenuti all’altezza,<br />

venivano rifiutati».<br />

L’idea è quella di un museo dove<br />

le future generazioni possano<br />

ripercorre la storia di fede e di<br />

mistero che avvolge la devozione<br />

al patrono dei napoletani, attraverso<br />

la bellezza di opere d’arte<br />

di inestimabile valore.<br />

Il prossimo 13 marzo il museo<br />

ospiterà i partecipanti al convegno<br />

nazionale promosso e organizzato<br />

dal Servizio Nazionale<br />

per l’edilizia di culto della Cei in<br />

collaborazione con il Politecnico<br />

di Milano, sul tema “La manutenzione<br />

programmata per l’edilizia<br />

di culto”. Monitoraggio, diagnostica<br />

e prevenzione del degrado<br />

saranno i temi proposti,<br />

perché la conservazione degli<br />

edifici storici e la progettazione<br />

di quelli nuovi sia al centro delle<br />

linee programmatiche istituzionali<br />

di tutte le più grandi città<br />

d’Italia.<br />

MARIA EMILIA COBUCCI<br />

Nelle grotte di Scario centomila anni fa viveva l’uomo della preistoria<br />

Il paese di Neanderthal<br />

Una mostra permanente con esclusivi reperti archeologici<br />

A sinistra due<br />

mandibole:<br />

in alto quella<br />

di un bambino<br />

neaderthaliano;<br />

in basso quella<br />

di un bambino<br />

di oggi<br />

È dai primi anni Ottanta che<br />

Scario, piccolo borgo marinaro<br />

immerso nel Parco nazionale<br />

del Cilento, lungo il golfo di<br />

Policastro, è anche il luogo di un<br />

importantissimo museo archeologico<br />

riguardante l’Uomo<br />

di Neanderthal.<br />

La testimonianza della presenza<br />

del nostro progenitore lungo la<br />

costa della Masseta, che si sviluppa<br />

da Scario a Marina di Camerota,<br />

è emersa nella prima<br />

campagna di scavi risalente al<br />

1980, promossa dalla Soprintendenza<br />

archeologica di Salerno,<br />

in collaborazione con il<br />

Dipartimento di archeologia e<br />

storia delle arti dell’Università<br />

di Siena, sotto la direzione della<br />

professoressa Anna Maria Ronchitelli.<br />

È stato il gruppo archeologico<br />

“Golfo di Policastro”,<br />

costituito negli anni Settanta e diretto<br />

da Domenico Smaldone, ad effettuare i<br />

primi scavi e ritrovamenti lungo il golfo.<br />

Tra le antiche spiagge e le numerose grotte<br />

frequentate dall’Uomo preistorico, per tutto<br />

il Paleolitico medio, è il Riparo del Molare,<br />

la grotta nella quale sono stati effettuati i<br />

più importanti ritrovamenti riferibili a questo<br />

periodo.<br />

L’attuale riparo è costituito da una cavità<br />

poco profonda, scavata nella parete rocciosa<br />

la cui volta è andata arretrando a causa di<br />

crolli avvenuti nel tempo. La parte alta del<br />

deposito preistorico era visibile, mentre<br />

quella bassa era ricoperta dalla vegetazione.<br />

Così si presentava il riparo al momento<br />

della scoperta.<br />

Il giacimento ha una stratigrafia dello spessore<br />

di quindici metri, e presenta diciotto<br />

livelli archeologici, riferibili ad un periodo<br />

compreso tra circa 100.000 e 50.000 anni fa;<br />

in quest’epoca l’Uomo di Neanderthal frequentava<br />

il Riparo. La parte più ricca del<br />

deposito è quella inferiore, dall’ottavo al<br />

sedicesimo livello, corrispondente ad altrettanti<br />

periodi di occupazione del sito, dove<br />

sono stati rinvenuti focolari e alcune strutture<br />

abitative delimitate da pietre. Poche<br />

sono le testimonianze su come l’uomo di<br />

Neanderthal adattava ed organizzava il proprio<br />

spazio abitativo, anche se sappiamo che<br />

nei suoi insediamenti in grotta o all’aperto<br />

era in grado di costruire capanne e di fare<br />

pavimentazioni con ciottoli e<br />

blocchi di pietra.<br />

Rinvenute anche ossa di animali:<br />

appartenevano a bisonti, cervi<br />

e stambecchi.<br />

Sicuramente il reperto più importante,<br />

come sottolineato<br />

dall’archeologo Antonio Mazzoleni,<br />

ritrovato nel Riparo del<br />

Molare nel 1984, è la mandibola<br />

appartenente ad un bambino<br />

di tre-quattro anni d’epoca<br />

neanderthaliana. La mandibola,<br />

che proviene dalla base dello<br />

strato a focolai, conserva quattro<br />

molari di latte, mentre i<br />

rami ascendenti, i canini e gli<br />

incisivi sono andati perduti dopo<br />

la morte, e la parte destra si<br />

è leggermente deformata per il<br />

peso degli strati soprastanti.<br />

I ritrovamenti del Riparo del<br />

molare sono di una tale importanza<br />

scientifica che, nel 1989,<br />

apparve un dettagliato servizio<br />

sull’“American Journal of Physical Antropology”.<br />

Negli anni 1991-1992, i reperti furono ordinati<br />

in una mostra allestita a Siena presso<br />

l’Accademia dei Fisiocratici, sotto l’insegna<br />

“Scavo a Scario”. Invece è nel museo di<br />

Scario che la mostra intitolata “Centomila<br />

anni prima di Scario” è permanente ed è<br />

impreziosita da un ricco e interessante corredo<br />

iconografico.


PRIMO PIANO Domenica 15 marzo 2009<br />

11<br />

Piano di Sorrento, dai cantieri navali al diportismo nautico<br />

Porto turistico<br />

ultima scommessa<br />

Lavori per nove milioni. Consegna fra un mese<br />

JOSÈ ASTARITA<br />

Piano di Sorrento avrà un<br />

porto turistico degno di<br />

questo nome. Dopo 56 anni.<br />

In un ampio progetto di<br />

riqualificazione l’Amministrazione<br />

comunale ha trasformato<br />

significativamente<br />

il borgo di Marina di Cassano.<br />

La sua realtà marinara<br />

era diversa. Sin dal primo<br />

dopoguerra c’erano cantieri<br />

navali in grado di costruire<br />

piccoli brigantini e navi mercantili<br />

anche per traversate<br />

oceaniche. L’evoluzione delle<br />

tecniche di costruzione e i<br />

crescenti costi hanno tagliato<br />

le gambe a questa attività<br />

ed è così cresciuta, al suo<br />

posto, la pesca. Da oggi è<br />

pronto l’attracco per motoscafi<br />

e imbarcazioni da diporto,<br />

una nuova scommessa<br />

per tutta la costiera sorrentina.<br />

I lavori iniziati a settembre<br />

del 2007 termineranno il<br />

prossimo 31 marzo. Il costo<br />

complessivo dell’opera è di 9<br />

milioni di euro, finanziati<br />

per il 90% dai POR, e per il<br />

10% dal Comune. Il progetto<br />

si divide in quattro parti: due<br />

di messa in sicurezza, uno<br />

per la portualità turistica e<br />

l’ultimo per l’attività della<br />

pesca.<br />

Il progetto di messa in sicurezza<br />

del borgo ha permesso<br />

la realizzazione di un prolungamento<br />

di novanta metri<br />

e rinforzo della scogliera<br />

di sovraflutto. L’opera consentirà<br />

di arginare, per<br />

quanto possibile, le forti mareggiate<br />

provocate dai venti<br />

di libeccio. L’ampliamento<br />

ha consentito l’individuazione<br />

di una porzione di molo<br />

della lunghezza di trenta<br />

metri da adibire a banchina<br />

di transito. Questo approdo<br />

potrà favorire il turismo<br />

mordi e fuggi. Le migliorie<br />

apportate hanno favorito<br />

anche la realizzazione di un<br />

pontile in acciaio per consentire<br />

l’ormeggio del metrò<br />

del mare.<br />

Il progetto relativo all’intervento<br />

di portualità turistica<br />

ha inoltre consentito di costruire<br />

un’altra scogliera di<br />

sottoflutto e un passaggio<br />

pedonale con annessa piazzetta<br />

di ristoro. La realizzazione<br />

di questa ulteriore barriera<br />

di difesa al mare, consentirà,<br />

quando sarà possibile,<br />

la posa di banchine mobili<br />

per le imbarcazioni dei<br />

diportisti.<br />

Il primo passo che l’Amministrazione<br />

comunale intende<br />

compiere subito dopo<br />

la consegna del cantiere sarà<br />

quello di allestire il bando<br />

pubblico regionale per l’affidamento<br />

della concessione<br />

del demanio e la successiva<br />

gestione del nuovo porto<br />

turistico. Si punta a inserire<br />

nel bando una clausola che<br />

garantisca una percentuale<br />

di posti barca e tariffe agevolate<br />

per i residenti.<br />

L’ultimo intervento di spesa<br />

Il porto di Piano di Sorrento com’era 56 anni fa. A sinistra com’è adesso<br />

dopo i lavori fatti dal Comune<br />

ha consentito la realizzazione<br />

di mini vani in muratura<br />

per il deposito delle attrezzature<br />

e reti da pesca.<br />

L’ampio piano di riqualificazione<br />

territoriale ha permesso<br />

agli amministratori di<br />

Piano di Sorrento di accedere<br />

ad altri finanziamenti europei<br />

per migliorare la viabilità<br />

del borgo con percorsi<br />

pedonali e lavori di ammodernamento<br />

dell’ascensore.<br />

Le opere sono state già realizzate<br />

e saranno consegnate<br />

a breve. I lavori hanno permesso<br />

il ripristino del percorso<br />

pedonale del vallone<br />

San Giuseppe che divide i<br />

comuni di Piano di Sorrento<br />

e Sant’Agnello e dell’ascensore<br />

comunale di via Ripa di<br />

Cassano in disuso da dieci<br />

anni. Nuovi finanziamenti<br />

saranno utilizzati per gli<br />

interventi di ripascimento<br />

delle aree balneabili alle<br />

spalle del porto e la messa in<br />

sicurezza del costone tufaceo,<br />

che divide il comune di<br />

Piano di Sorrento da quello<br />

di Meta.


12 Domenica<br />

15 marzo 2009<br />

SPECIALE<br />

Le caratteristiche<br />

dell’Igp salernitana<br />

Il momento “no”<br />

delle coltivazioni<br />

di frutta secca<br />

provoca allarme<br />

sull’intero indotto<br />

commerciale<br />

La nocciola di Giffoni, denominata dall’Ue<br />

prodotto ad indicazione geografica protetta,<br />

ha una forma rotondeggiante con dimensione<br />

e spessore nella media. Il guscio è di colore<br />

rossiccio con striature più scure. La polpa è<br />

bianca, dura, aromatica e la pellicola sottile<br />

che la circonda è facilmente staccabile.Ricca<br />

di vitamine E, B, C, è adatta alla tostatura, alla<br />

A fianco, nocciole<br />

pelatura e alla calibratura ed è particolarmente<br />

richiesta dalle industrie dolciarie per la pre-<br />

della lavorazione<br />

In basso, un momento<br />

(foto di Giuseppe Di Maio)<br />

parazione di specialità pasticciere.<br />

Cose turche per la regina irpina<br />

La concorrenza mediorientale fa crollare i profitti della nocciola avellinese<br />

Produzione:<br />

tutti i dati<br />

E’ crisi per i produttori di nocciole irpine. Il calo<br />

dei consumi, l’aumento dei costi e la concorrenza<br />

estera, i motivi del crollo dei prezzi. Meno 50% la<br />

differenza del pagamento dallo scorso anno a<br />

discapito di un’annata che fa segnare un più 25 %<br />

per la produzione. Segni dei tempi del terzo millennio<br />

– dirà qualcuno – ma dati allarmanti per<br />

una provincia, come quella di Avellino, che rappresenta<br />

la metà della produzione campana e così<br />

quasi il 20% di quella nazionale. Ma i dati destano<br />

preoccupazione di più per l’indotto lavorativo ed<br />

economico che vedono nei quasi 10 mila iscritti<br />

come agricoltori, quella spina dorsale che da<br />

almeno 50 anni porta avanti l’entroterra. E con<br />

queste cifre, spiegano gli esperti, non conviene<br />

più lavorare, per un settore che non prevede<br />

ammortizzatori sociali.<br />

La crisi è articolata in un documento dalla<br />

Coldiretti Campania, in particolare dalla sezione<br />

di Avellino, la più colpita dall’emergenza. La relazione<br />

è stata inviata a tutti gli enti per avere una<br />

posizione comune e difendere quel prodotto, per<br />

anni, indotto principale dell’economia provinciale.<br />

Si chiede di farsi carico del problema<br />

ed attuare tutte le misure<br />

per non rischiare di perdere la<br />

“regina” tra le risorse agricole irpine.<br />

Il problema viene da lontano,<br />

come spiega Coldiretti, dalla Turchia,<br />

altra grande produttrice<br />

mondiale di nocciole. L’inferiore<br />

costo del lavoro ed una gestione<br />

nazionalizzata fanno del prodotto<br />

turco quello più venduto sul mercato<br />

internazionale. A discapito di<br />

quello italiano, definito di qualità<br />

a differenza dell’asiatico. Da ciò<br />

nasce quella concorrenza sleale,<br />

come la definisce Coldiretti, che<br />

porta il prodotto estero nell’indotto<br />

industriale italiano con una<br />

consistente diminuzione del nostrano.<br />

Importazioni sulle quali<br />

non sempre vengono disposti quei<br />

controlli sanitari obbligatori per i<br />

prodotti alimentari. I limiti consentiti<br />

di aflatossine, elemento<br />

riscontrato nella nocciola turca,<br />

distingue il prodotto italiano sia<br />

per qualità che per composizione.<br />

E’ questo che chiede Coldiretti,<br />

una netta distinzione tra nocciola<br />

nazionale e importata, anche per<br />

una diversa collocazione commerciale.<br />

Il flusso di importazioni, realizzato a<br />

prescindere da controlli, crea maggiore offerta,<br />

facendo scendere il prezzo.<br />

A tutto vanno aggiunti il calo dei consumi e l’aumento<br />

dei costi e si arriva al prezzo della nocciola<br />

più basso pagato negli ultimi anni. Dai 250 euro<br />

al quintale ai 140 di oggi. E qui l’allarme, il più<br />

grave crollo delle quotazioni del prodotto a questi<br />

livelli, rende non più remunerativa la coltivazione<br />

della nocciola, prevedendo l’abbandono dei<br />

campi.<br />

Una Irpinia senza più nocciola sembra uno scenario<br />

poco immaginabile. La risorsa che è stata<br />

uno dei maggiori indotti economici della provincia<br />

da mezzo secolo, può mai scomparire? Se non<br />

si prendono seri provvedimenti e non di carattere<br />

assistenziale, (non è questo che chiede la<br />

Coldiretti – ndr), sembra che gli anziani agricoltori<br />

e i giovani imprenditori debbano iniziare a<br />

pensare ad un futuro diverso.<br />

L’Italia produce circa<br />

100 mila tonnellate<br />

l’anno di nocciole,<br />

l’80 % della produzione<br />

comunitaria.<br />

In Europa, producono<br />

nocciole anche la<br />

Spagna (30 mila tonnellate)<br />

e la Francia<br />

(tra le 5 e le 6 mila).<br />

La Regione Campania<br />

con 40 mila<br />

tonnellate rappresenta<br />

il 40 % del prodotto<br />

nazionale di<br />

cui la metà è coltivato<br />

nella provincia di<br />

Avellino. L’irpinia<br />

rappresenta quindi<br />

quasi un quarto della<br />

produzione nazionale.<br />

Anche la “tonda<br />

giffonese” con 65<br />

mila quintali ha la<br />

sua fetta di mercato.<br />

Pagina a cura di<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

BARBARA TROTTA<br />

GIFFONI: RIGENERARE LO SPIRITO ASSOCIATIVO<br />

La qualità della “Tonda” non si paga<br />

La crisi non risparmia la<br />

nocciola di Giffoni, chiamata<br />

anche “tonda giffonese”,<br />

coltivata in dodici Comuni<br />

situati nell’area dei<br />

Monti Picentini e della valle<br />

dell’Irno. Con una produzione<br />

media di circa sessantacinquemila<br />

quintali è<br />

una delle varietà più importanti<br />

d’Italia, utilizzata soprattutto<br />

dall’industria dolciaria<br />

nazionale. Conosciuta<br />

fin dall’antichità, la<br />

sua coltivazione si è specializzata<br />

nel Medioevo e diffusa<br />

nel Novecento. Nel<br />

1997 il prodotto ha ottenuto<br />

l’IGP (indicazione geografica<br />

protetta).<br />

Attualmente sta attraversando<br />

un periodo difficile<br />

dovuto soprattutto ad una<br />

caduta di prezzo per i produttori<br />

che si protrae da<br />

circa tre anni. Da un picco<br />

massimo ottenuto negli anni<br />

2002 -2003 con 430 euro<br />

a quintale, si è passati ad<br />

La Coldiretti predispone un piano per uscire dall’emergenza<br />

Maggiori controlli, una politica commerciale<br />

propositiva e incentivi per la ricerca<br />

scientifica. Non chiede ammortizzatori sociali<br />

la Coldiretti per uscire dalla crisi delle<br />

nocciole ma un impegno concreto e azioni<br />

mirate.<br />

Otto i punti del documento presentato al<br />

Governo e amministrazioni cittadine: rafforzamento<br />

dei controlli qualitativi e fitosanitari<br />

alle frontiere, affinché questi<br />

avvengano in condizioni di trasparenza e<br />

obiettività: le nocciole importate, sia in<br />

guscio che lavorate, debbono rispettare le<br />

stesse norme imposte dalla Ue; incontro<br />

con il governo Turco affinché, senza pregiudicare<br />

gli interessi reciproci, si avvii una<br />

politica che migliori le condizioni dell’offerta<br />

senza danneggiare il mercato interno;<br />

pressioni politiche sulla Ue che potrebbe<br />

modificare i controlli sanitari, innalzando i<br />

limiti di tossine presenti nel prodotto turco<br />

e agevolandone così maggiori importazioni;<br />

la difesa delle norme di commercializzazione<br />

per le nocciole fresche che la commissione<br />

europea vorrebbe abrogare e l’obbligo<br />

dell’indicazione di origine per i prodotti<br />

trasformati per consentire una corretta<br />

informazione al consumatore; controllo<br />

di eventuale concorrenza sleale del<br />

Governo turco con comunicazione alla<br />

commissione Ue per l’ipotesi di dumping e<br />

relativa applicazione di dazi; promozione<br />

del consumo del prodotto italiano sui mer-<br />

Negli ultimi tre anni i prezzi calati<br />

fino a 200 euro a quintale<br />

appena 200 euro a quintale.<br />

Secondo Eligio Troisi, presidente<br />

dell’associazione<br />

produttori nocciola tonda<br />

di Giffoni fino al 2003, la<br />

responsabilità di quanto accade<br />

non è attribuibile né<br />

alla concorrenza, da cui la<br />

“Tonda” si difende per la<br />

sua qualità, né alla crisi<br />

mondiale, ma è da ricercarsi<br />

«nel rallentamento della<br />

fase associativa dei produttori,<br />

e nel conseguente allentamento<br />

della pressione<br />

sul prezzo». Il troppo potere<br />

degli intermediari, in una<br />

filiera eccessivamente lunga,<br />

ha portato all’impoverimento<br />

dei produttori e non<br />

ha dato nessun vantaggio ai<br />

consumatori, che pagano<br />

dieci euro per un chilo di<br />

nocciole.<br />

Se questa situazione di depressione<br />

dovesse perdurare,<br />

c’è il rischio di un abbandono<br />

della coltivazione e<br />

questo avrà inevitabilmente<br />

ripercussioni che si tradur-<br />

La rinascita in otto punti<br />

Maggiori controlli alle frontiere e più ricerca scientifica<br />

cati orientali emergenti come per esempio<br />

quelli della Cina e dell’India; incentivazione<br />

della ricerca scientifica sulle spiccate<br />

proprietà antidepressive e anticolesterolo<br />

delle nocciole; creazione di un osservatorio<br />

permanente sulla nocciola che consenta un<br />

costante monitoraggio sul mercato. Si<br />

acquisirebbero così dati certi sulla produzione,<br />

importazioni, prezzi e condizioni,<br />

impedendo fenomeni di cartelli commerciali<br />

che potrebbero danneggiare consumatori<br />

e coltivatori.<br />

Manifestazione di protesta della Coldiretti<br />

ranno in licenziamenti ed<br />

anche nella chiusura delle<br />

aziende interessate.<br />

Per Troisi, quindi, bisogna<br />

esaminare gli errori che<br />

sono stati commessi nel<br />

passato, rigenerare lo spirito<br />

associativo, accorciare la<br />

filiera e creare condizioni di<br />

trasformazione della nocciola<br />

a livello locale, le cui<br />

mancanze provocano la<br />

perdita di valore aggiunto e<br />

di risorse di occupazione.<br />

Soltanto in questo modo,<br />

infatti, si potrebbe creare<br />

una garanzia di qualità ai<br />

consumatori e di reddito<br />

nei confronti dei produttori,<br />

che potrebbe, poi, spingerli<br />

a investire sia dal<br />

punto di vista dell’aumento<br />

dell’impiego di macchine,<br />

sia da quello del miglioramento<br />

delle pratiche agronomiche,<br />

come ad esempio<br />

la concimazione e la potatura.<br />

Ciò porterebbe, inoltre,<br />

ad un prezzo più giusto<br />

e trasparente.<br />

CAMPANIA<br />

Una corsia preferenziale<br />

come per la mozzarella<br />

di bufala. Questa la strada<br />

intrapresa dall’assessore<br />

regionale all’ Agricoltura<br />

e Attività Produttive,<br />

Andrea Cozzolino,<br />

disponibile a varare<br />

un piano anticrisi per la<br />

nocciola. Lo ha ribadito<br />

dopo l’incontro con una<br />

delegazione della Coldiretti<br />

irpina, in cui ha<br />

confermato l’impegno ad<br />

affrontare il problema.<br />

COMUNI<br />

Sono pronti a scendere<br />

in piazza i sindaci dei<br />

Comuni del Vallo di<br />

Lauro e del Baianese, la<br />

zona più interessata dalla<br />

crisi che ha colpito le<br />

nocciole. Alcuni sindaci<br />

hanno già preparato la<br />

delibera di giunta in cui<br />

si chiede ai vari ministeri<br />

di intervenire a livello<br />

europeo per arginare l’emergenza<br />

di un settore<br />

importante per l’economia<br />

locale.


SPECIALE Domenica 15 marzo 2009<br />

13<br />

Il museo del pomodoro apre a Collecchio<br />

LEZIONE DALL’EMILIA<br />

A Parma, a differenza della Campania,<br />

la cultura del cibo non resta<br />

chiusa entro i propri confini. In<br />

Emilia, infatti, c’è un circuito di<br />

musei, nati per raccontare la storia,<br />

il processo produttivo,<br />

le caratteristiche e il<br />

sapore dei grandi prodotti<br />

della Food Valley.<br />

A Collecchio, si<br />

trova la splendida<br />

Corte di Giarola, storica<br />

Grancia benedettina,<br />

antico centro di<br />

produzione agricola,<br />

con stalle, caseificio e<br />

una ottocentesca fabbrica<br />

di pomodoro.<br />

Un’ala della corte è stata scelta per<br />

ospitare il museo del pomodoro,<br />

che dovrebbe aprire i battenti in<br />

primavera e raccontare, attraverso<br />

antichi macchinari, modellini, foto<br />

e documenti d'epoca, il profondo<br />

legame tra il prodotto ed il territorio.<br />

In questi giorni, dopo anni di ritardo,<br />

anche nel salernitano si è parlato<br />

di un museo del pomodoro<br />

campano. Semplice<br />

goccia nel deserto.<br />

Ottima iniziativa, ma<br />

non supportata da un<br />

progetto teso alla valorizzazione<br />

della cultura<br />

alimentare del<br />

territorio. In Emilia,<br />

infatti, al di là dei<br />

musei, il cibo è una<br />

vera e propria cultura.<br />

Vive anche lungo i<br />

percorsi delle strade<br />

dei vini e dei sapori: la strada del<br />

culatello, quella del prosciutto, del<br />

fungo porcino. Così un'intera provincia<br />

“parla” di cibo e invade di<br />

sapori e di aromi chi vuole visitare<br />

le sue terre.<br />

La Campania e il pomodoro non<br />

vanno più a braccetto. Agro-pirateria,<br />

mancanza di regole precise,<br />

scarsa produzione, chiusura e trasferimento<br />

degli stabilimenti, età<br />

avanzata dei coltivatori e costi elevati<br />

allontanano la “pummarola”<br />

dalla nostra regione. Delizia dei<br />

buongustai, profumo delle domeniche<br />

e delle feste, è destinato a<br />

sparire da queste terre. Ingrediente<br />

base della nobile pizza Margherita,<br />

rosso della bandiera tricolore, tra i<br />

maggiori esempi del made in Italy<br />

nel mondo, resta il simbolo del<br />

calore e della passione tipica napoletana.<br />

«La scoperta del pomodoro ha<br />

rappresentato, nella storia dell’alimentazione,<br />

quello che, per lo sviluppo<br />

della coscienza sociale, è<br />

stata la rivoluzione francese». Così<br />

Luciano De Crescenzo celebra la<br />

comparsa sulle tavole partenopee<br />

del pomodoro. Una cucina, come<br />

osserva lo scrittore, a «luci rosse»<br />

per la presenza illuminante di quel<br />

meraviglioso prodotto della natura,<br />

fatto a forma di lampadina. In<br />

tutto il mondo San Marzano è<br />

sinonimo di pomodoro pelato.<br />

L’ oro della Campania si trasferisce in Puglia<br />

“Profondo rosso”<br />

addio pummarola<br />

Pirateria e mancanza di regole fanno il resto<br />

Fino agli anni Ottanta era chiamato<br />

anche “oro rosso” per il valore<br />

economico che era riuscito ad<br />

assumere per gli agricoltori dell'agro<br />

sarnese-nocerino. Dopo la coltura<br />

ha subito un drastico ridimensionamento,<br />

sia in termini di superfici<br />

coltivate che di produzione.<br />

Alla base di tutto ci sono motivi<br />

fitosanitari (per una virosi che ha<br />

colpito piantine e semi) ed economici.<br />

La tecnica colturale risulta<br />

molto onerosa per via della manodopera.<br />

Con il 35% del totale<br />

nazionale trasformato e con oltre<br />

300 stabilimenti conservieri presenti,<br />

la Campania era la regione<br />

europea con la più alta produzione<br />

di <strong>pomodori</strong>. Oggi in regione operano<br />

147 aziende e il San Marzano<br />

rappresenta con le sue tremila tonnellate<br />

solo un prodotto di nicchia.<br />

Eppure in tutto il mondo circolano<br />

alcune centinaia di milioni di scatole<br />

con l’etichetta che impropriamente<br />

reca la parola San Marzano.<br />

Nonostante nel 1999 sia nato il<br />

Consorzio di tutela, circa il 900%<br />

del prodotto è ancora gravemente<br />

esposto al rischio pirateria. Il rapporto<br />

esistente tra prodotto effettivamente<br />

autentico e quello in vario<br />

modo “imitato” è arrivato a toccare<br />

una relazione di circa uno a quattro.<br />

All’estero, quindi, sullo stesso<br />

scaffale ci saranno confezioni col<br />

marchio Dop e quello taroccato,<br />

proveniente da aziende italiane, in<br />

gran parte campane. La legge di<br />

tutela è operativa solo all’interno<br />

dell’Ue, varcati i confini continentali,<br />

nessuna norma garantisce l’autenticità<br />

del prodotto. Ultimo<br />

segnale di una crisi lenta, ma progressiva,<br />

è stato il trasferimento in<br />

Puglia di tutti gli stabilimenti dell’azienda<br />

AR, da 40 anni il più<br />

importante gruppo privato nel settore<br />

delle conserve alimentari in<br />

Italia ed uno dei maggiori a livello<br />

mondiale.<br />

Un complesso industriale innovativo<br />

pronto a conquistare il mercato<br />

italiano. Nascerà a pochi chilometri<br />

da Foggia, nella zona industriale<br />

della città. Il nuovo stabilimento,<br />

operativo già questa estate,<br />

il più grande del Mezzogiorno,<br />

occuperà, tra dipendenti diretti e<br />

indiretti, oltre 500 unità, coprirà<br />

un’area di 500 mila mq e, una volta<br />

a regime, permetterà di lavorare 10<br />

mila tonnellate di <strong>pomodori</strong> freschi<br />

al giorno. Brutta tegola, non<br />

solo economica, ma anche occupazionale.<br />

La trasformazione del<br />

pomodoro rappresenta in Campania<br />

il 50% del fatturato e nell’orbita<br />

del gruppo AR gravitano una<br />

cinquantina di altre aziende medio<br />

piccole, oltre ad un giro di diecimila<br />

lavoratori.<br />

Pagina a cura di<br />

SABINO RUSSO<br />

Carmine Fasolino, della<br />

cooperativa agricola “Madonna<br />

del Carmine“ di<br />

Sarno, produce all’anno 7- 8<br />

mila quintali di San<br />

Marzano.<br />

Dove nasce il suo amore<br />

per il San Marzano?<br />

La mia passione nasce da<br />

una tradizione familiare.<br />

Abbiamo sempre lavorato<br />

solo S. Marzano. Si coltiva<br />

questo frutto solo per<br />

amore, sia in termini lavorativi<br />

che economici.<br />

La coltivazione è più onerosa<br />

delle altre. Qual è il<br />

suo prezzo e quanto è<br />

remunerativo?<br />

Il prezzo è 0,367 euro.<br />

Difficile incentivare un giovane<br />

a coltivare <strong>pomodori</strong><br />

con le rese attuali. E’ un prodotto<br />

che dovrebbe es-sere<br />

acquistato ad un prezzo<br />

superiore, ma questo è stabilito<br />

anche per farlo decollare<br />

e coltivare di più.<br />

PRODUTTORE<br />

La resa è scarsa<br />

Coltivatori anziani<br />

Lei è fiducioso per il futuro?<br />

Come prodotto Dop ha le<br />

prerogative per aumentare<br />

le quantità. Restano dei problemi<br />

da superare: l’età<br />

media dei contadini che<br />

supera i sessant’anni ed il<br />

prezzo che dovrebbe aumentare<br />

più del cinquanta<br />

per cento. Ma le politiche di<br />

tutela vanno cambiate.<br />

Nicola Calzolaro, direttore<br />

dell’Anicav, l’associazione<br />

dei conservieri. Com’è<br />

la situazione delle<br />

aziende campane e del<br />

pomodoro?<br />

Dividiamo i due settori. Il<br />

San Marzano è un prodotto<br />

di nicchia, che a noi<br />

serve comunque da volano<br />

promozionale per le altre<br />

produzioni. Oggi le nostre<br />

aziende trasformano 24<br />

milioni di quintali all’anno<br />

e riescono ad imporsi sul<br />

mercato internazionale.<br />

Pomodoro non campano?<br />

Ci sono due zone, comunque<br />

ridotte, di coltivazione:<br />

la piana del Sele e l’agro<br />

aversano. I <strong>pomodori</strong> trasformati<br />

sono prevalentemente<br />

pugliesi.<br />

A breve aprirà il museo<br />

del pomodoro, paradossalmente<br />

in Emilia. Perché<br />

non avete pensato di<br />

ANICAV<br />

Il vero problema:<br />

non avere sistema<br />

aprirlo in Campania?<br />

Ci sono state in passato<br />

delle idee simili. Il vero<br />

problema è che siamo bloccati<br />

da logiche troppo territoriali.<br />

Dalle nostre parti<br />

manca la cultura, tipica<br />

settentrionale, di fare sistema,<br />

permettendo così l’immediata<br />

realizzazione di<br />

qualsiasi progetto.<br />

Carmine Marrazzo è l’unico<br />

che da sempre trasforma<br />

solo San Marzano. Nel<br />

1999 è stato tra i fondatori<br />

del consorzio.<br />

Perché crede così tanto<br />

nel San Marzano?<br />

Valorizzarlo significa trattenere<br />

la trasformazione<br />

del pomodoro in Campania.<br />

Perché tante fabbriche<br />

hanno chiuso i battenti?<br />

Per tanti anni si è pensato<br />

che qualsiasi luogo potesse<br />

essere una fabbrica. Poca<br />

fantasia e scarsa innovazione<br />

hanno fatto il resto. La<br />

trasformazione è uguale a<br />

quella di 20 anni fa.<br />

Come difendersi dalla<br />

pirateria?<br />

Il consorzio dovrebbe fare<br />

quattro passaggi elementari:<br />

ristabilire la figura dell’agronomo<br />

consortile che<br />

controlli semina e resa; eli-<br />

IMPRENDITORE<br />

Poca innovazione<br />

e non c’è fantasia<br />

minare il filo che lega<br />

quantità di pomodoro certificato<br />

Ismecert all’importo<br />

da pagare; registrare il<br />

marchio fuori dai confini<br />

Ue, come fa il parmigiano<br />

reggiano; eliminare l’ambigua<br />

dicitura pomodoro<br />

pelato italiano dai certificati<br />

ministeriali che accompagnano<br />

le esportazioni.


14 Domenica<br />

15 marzo 2009<br />

@www.ilgiornalista.unisa.it


Un centro di eccellenza<br />

per l’assistenza ai disabili<br />

è da dieci anni nella rurale<br />

Castel Campagnano<br />

un paese al confine<br />

tra Caserta e Benevento<br />

Terapie motorie in una piscina del centro<br />

e in basso la struttura d’accoglienza<br />

C’è l’Oasi, un sorriso<br />

DANIELE DE SOMMA<br />

per tutti i disabili<br />

Addio barriere: la struttura<br />

è tutta al pianterreno<br />

Si ha la sensazione di trovarsi<br />

in un luogo lontano<br />

dal mondo reale, quando si<br />

arriva al centro residenziale<br />

di riabilitazione neuromotoria<br />

L’Oasi di Castel Campagnano,<br />

a venti chilometri<br />

da Caserta. Qui tutto è a<br />

misura di disabile: l’intera<br />

struttura è al piano terra<br />

per un totale di 10.000<br />

metri quadri coperti e ben<br />

35.000 metri quadri tra area<br />

verde, strutture sportive e<br />

ricreative. Nessuna barriera<br />

architettonica: una carrozzina<br />

può superare ogni porta<br />

facilmente, corrimani<br />

dovunque, in ogni corridoio<br />

e padiglione.<br />

Una vera Oasi che accoglie<br />

circa 150 tra giovani e anziani<br />

dalle patologie più<br />

diversificate, divisi in varie<br />

fasce di assistenza che vanno<br />

dal convitto all’assistenza<br />

domiciliare.<br />

Il centro di accoglienza nasce<br />

nel 96 dall’iniziativa dell’imprenditore<br />

Gennaro Pascariello,<br />

ed è stato lui a<br />

volerlo lontano dai centri<br />

urbani, per dare ai suoi<br />

ospiti un ambiente salubre e<br />

a contatto diretto con la<br />

natura. La struttura, diretta<br />

dal dott. Gennaro Ascione,<br />

è composta da 16 unità abitative<br />

che ospitano ognuna<br />

quattro camere da tre posti<br />

letto e una sala soggiorno,<br />

battezzate con nomi di fiori:<br />

Biancospino, Ginestra, Rosa.<br />

Più il ristorante da 150<br />

coperti e l’albergo da 32<br />

posti letto per le famiglie<br />

dei ricoverati in visita. Ogni<br />

padiglione è in comunicazione<br />

con gli altri attraverso<br />

un dedalo di corridoi coperti,<br />

così ogni posto è raggiungibile<br />

dall’interno.<br />

Completano la struttura<br />

due piscine (una coperta),<br />

due palestre, un auditorium-teatro,<br />

strutture all’avanguardia<br />

per fisiochinesi<br />

terapia, laser terapia, logopedia,<br />

neuropsicomotricità<br />

e una serie di laboratori per<br />

le “terapie occupazionali”.<br />

Si tratta di una serie di terapie<br />

laboratoriali che, secondo<br />

il coordinatore, il sociologo<br />

Alfredo Stella «consentono<br />

ai diversamente<br />

abili di avere momenti di<br />

socializzazione e integrazione».I<br />

pazienti possono<br />

anche contare su una serie<br />

di attività che spaziano in<br />

diversi campi: ceramica,<br />

bricolage, pittura, cucina e<br />

sport. E anche “ippoterapia”<br />

(all’Oasi c’è perfino un maneggio),<br />

fino ad arrivare al<br />

teatro, con la compagnia<br />

Mani Nel Cappello, coordinata<br />

dal terapista Constantino<br />

Gallicola. Non mancano<br />

iniziative come il fumetto<br />

e il giornalismo. Infatti i<br />

ragazzi dell’Oasi sono anche<br />

redattori di una rivista<br />

interna: Informal’Oasi in<br />

Un filmato<br />

per la ricerca<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

Ecco l’esempio di come<br />

possono intrecciarsi sentimento<br />

e ricerca. In memoria<br />

del difensore della<br />

Cavese Catello Mari,<br />

scomparso tragicamente il<br />

16 aprile di tre anni fa, nascerà<br />

una borsa di studio<br />

con il suo nome all’ospedale<br />

di Genova Giannina<br />

Gaslini, con la sinergia<br />

dell’Amri. La borsa di studio,<br />

che è la prima proposta<br />

dal Mezzogiorno, deriva<br />

dal progetto della famiglia<br />

Mari di finanziare la<br />

produzione di un dvd promosso<br />

dall’agenzia di comunicazione<br />

L’Albero (in<br />

particolare da Antonio<br />

Ioele e Vincenzo Paliotto).<br />

Finora sono stati raccolti<br />

oltre 4500 euro la cui devoluzione<br />

al Gaslini avverrà<br />

in estate in favore<br />

della ricerca sulle malattie<br />

reumatiche infantili. Il<br />

lungometraggio si intitola<br />

“Ciao Catello, Calciatore,<br />

Amico e Fratello”, contiene<br />

le testimonianze degli<br />

ex compagni di Mari, ed<br />

ha vinto il premio della<br />

Catello Mari (foto Michele Sica)<br />

critica al Festival del Cinema<br />

di Milano per aver<br />

rappresentato i valori che<br />

il cinema sportivo vuole.<br />

Ma possono mai bastare<br />

38 minuti per ricordare<br />

uno sportivo? Malgrado i<br />

pochi anni di professionismo,<br />

Catello ha lasciato il<br />

segno ovunque, leale come<br />

calciatore e come uomo.<br />

A Caserta è definito<br />

“Il Guerriero”, e a Cava lo<br />

chiamano “Il Leone”. Persino<br />

la SS Cavese, quinta<br />

nel torneo di I Divisione,<br />

in suo onore potrebbe ritirare<br />

la maglia numero 6 se<br />

riuscirà a tornare in B.<br />

La scheda<br />

Dove:Via Castagneta n.8<br />

Castel Campagnano (Ce)<br />

Superfice tot: 45.000 mq<br />

Interni: 10.000 mq<br />

Posti letto: 192<br />

Strutture sportive: campetti<br />

di calcio a cinque e<br />

basket, piscine ed anche<br />

un maneggio.<br />

cui loro stessi raccontano le<br />

loro esperienze e le continue<br />

iniziative che li vedono<br />

coinvolti.<br />

E sono diverse le occasioni<br />

in cui il centro si apre alla<br />

collettività: «Il primo è il<br />

progetto Boomerang– spiega<br />

il dott. Stella – che si prefigge<br />

di far conoscere ai<br />

ragazzi normodotati delle<br />

scuole la realtà completamente<br />

diversa della disabilità<br />

Poi abbiamo creato un<br />

progetto sportivo a maggio,<br />

con altri cinque centri per<br />

disabili della Campania:<br />

“Sportivissimamente”».<br />

Inoltre i ragazzi partecipano<br />

a diversi momenti teatrali,<br />

tra cui il festival per le<br />

scuole “Pulcinellamente” a<br />

Sant’Arpino, dove sono<br />

ospiti fissi.<br />

«Una struttura privata ma<br />

convenzionata con il servizio<br />

sanitario nazionale. –<br />

precisa Stella – E i pazienti<br />

che ospitiamo nella nostra<br />

struttura non pagano retta:<br />

a questa ci pensa la Regione».<br />

SOLIDARIETA‘ Domenica 15 marzo 2009<br />

15<br />

Quarto, il sindaco medico<br />

“Non denuncio<br />

i clandestini”<br />

GERMANA GRASSO<br />

“Qui non si denuncia nessuno”. Questa la scritta<br />

che accoglie chi arriva nel primo ambulatorio<br />

per malattie infettive per stranieri temporaneamente<br />

presenti (Stp) in Italia. Così Quarto,<br />

nell’area flegrea, risponde all’emendamento al<br />

ddl che prevede l’abrogazione del divieto per i<br />

medici di denunciare gli immigrati irregolari<br />

che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche.<br />

L’ambulatorio nasce dalla sinergia tra l’ospedale<br />

Cotugno, l’Asl Napoli 2 e il Distretto<br />

sanitario 59 di Quarto. Il progetto-pilota, finanziato<br />

dalla Provincia di Napoli con 18mila<br />

euro annui, ha una popolazione di riferimento<br />

di oltre 8mila potenziali pazienti. Il sindaco di<br />

Quarto, Sauro Secone, ha anche proposto la<br />

raccolta firme “Io, medico, non denuncio” per<br />

sensibilizzare i camici bianchi al rispetto del<br />

giuramento di Ippocrate, che impone di prestare<br />

soccorso a chiunque ne abbia bisogno.<br />

«Siamo in controtendenza ri-spetto a chi vorrebbe<br />

l’uso del bastone nei confronti dei cittadini<br />

stranieri, ai quali noi tendiamo la mano».<br />

L’ambulatorio, in corso Italia, è aperto due<br />

mercoledì al mese dalle 17 alle 19.30 e si avvale<br />

della collaborazione dell’associazione di<br />

volontariato “Ashiwa”, da anni impegnata in<br />

progetti di integrazione degli extracomunitari.<br />

La struttura potrà accogliere 16 anziani<br />

Vico, apre l’ospizio<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

La casa di riposo di via Madonnelle spalancherà<br />

presto le sue porte ai primi ospiti.<br />

Sono state infatti aperte le selezioni per i 16<br />

posti disponibili: possono inoltrare la<br />

richiesta tutti i cittadini over 65 che siano<br />

autosufficienti o semiautosufficienti, in<br />

grado di partecipare alla vita di collettività.<br />

Il 27 marzo è il termine ultimo per presentare<br />

le richieste al Comune: successivamente<br />

sarà stilata la graduatoria che terrà in<br />

conto la residenza a Vico Equense e le condizioni<br />

familiari ed economiche. L’ elenco<br />

sarà aggiornato due volte l’ anno: per i primi<br />

otto ammessi è prevista una compartecipazione<br />

alle spese di gestione in base alle condizioni<br />

economiche. Per i restanti, l’ ente<br />

gestore si riserva di stabilire le modalità di<br />

accesso. Sembra quindi volgere al termine<br />

una questione annosa che da tempo vede gli<br />

anziani vicani smistati in soluzioni precarie.<br />

La nuova struttura, del valore di un milione<br />

di euro, era stata completata anni fa e<br />

lasciata inutilizzata. Nel 2006 l’ inaugurazione<br />

alla presenza del commissario prefettizio<br />

Pasquale Manzo e dell’ arcivescovo<br />

Felice Cece, ma senza l’ avvio delle attività.<br />

La storia della casa di riposo vicana affonda<br />

però le radici agli inizi del secolo scorso: nel<br />

1920 il cavaliere Luigi De Feo lasciò in eredità<br />

2 milioni per provvedere all’ assistenza<br />

dei più deboli. Dopo la chiusura della vecchia<br />

struttura, gravemente danneggiata dal<br />

terremoto del 1980, gli anziani furono ospitati<br />

in vari alberghi della città. Da ultimo gli<br />

ospiti erano alloggiati in un appartamento a<br />

Moiano: il ricovero, partito come provvisorio,<br />

ha funzionato negli ultimi dodici anni,<br />

fino al sequestro dello scorso 27 agosto dai<br />

carabinieri su ordine della Procura di Torre<br />

Annunziata. All’ origine del provvedimento<br />

l’ assenza di specifiche autorizzazioni per la<br />

prestazione di assistenza agli anziani e la<br />

valutazione dei Nas che hanno giudicato i<br />

luoghi “assolutamente insalubri e privi di<br />

manutenzione”. Da allora, i 12 ospiti della<br />

casa di riposo sono stati smistati negli ospizi<br />

di Meta, Sant’ Agnello e Castellammare di<br />

Stabia.


16 Domenica 15 marzo 2009CAMPUS<br />

Il fotovoltaico<br />

L’Università entro la fine del 2009 avrà il<br />

suo impianto fotovoltaico, se le procedure<br />

amministrative lo consentiranno. Si tratta<br />

di una centrale da 1 megawatt di picco,<br />

distribuito su tutti i tetti del campus, di<br />

Fisciano e Baronissi. Una parte sarà gestita<br />

con degli inseguitori solari, un sistema<br />

che permette di avere sempre l’esposizione<br />

ottimale verso la sorgente solare di<br />

energia. La facoltà di Ingegneria partecipa<br />

con una sperimentazione.<br />

Alla Facoltà di Ingegneria<br />

dell’Università di Salerno<br />

moderni studi e ricerche<br />

per formare i nuovi<br />

manager dell’energia<br />

Veleni nell’aria, tempo scaduto<br />

Entro il 2020 l’Italia dovrà ridurre le emissioni di anidride carbonica<br />

Mancano poco più di dieci anni alla scadenza<br />

imposta dal protocollo di Kyoto: se non riusciremo,<br />

noi, paese Italia, a ridurre le emissioni di Co2<br />

nell’atmosfera, saremo costretti a pagare pesanti<br />

sanzioni. Le previsioni degli esperti del settore<br />

non sono ottimistiche: il 2020 è alle porte;<br />

Spagna, Italia e Danimarca sono le nazioni con la<br />

maglia nera nel viaggio verso l’energia pulita.<br />

L’Europa nel complesso deve spegnere i propri<br />

sistemi per 29 giorni, lo ha fatto finora per 10.<br />

L’obiettivo potrebbe essere raggiunto. Ma in Italia<br />

la situazione resta difficile. E non solo in termini<br />

di aderenza ai protocolli internazionali. Il tema<br />

dell’efficienza energetica registra bassissimi livelli<br />

di conoscenza. E’ proprio sull’informazione che<br />

bisogna puntare secondo gli organizzatori<br />

dell’Energy Days, il tour dei “giorni dell’energia”<br />

tenutosi all’Università di Salerno nei giorni scorsi<br />

e che toccherà ancora altre città.<br />

La mission degli Energy Days 2009, patrocinati<br />

dalla commissione europea, direzione generale<br />

energia e trasporti nell’ambito della campagna<br />

energia sostenibile per l’Europa, è quella di permettere<br />

l’incontro delle varie esperienze per ottimizzare<br />

l’offerta e la soluzione dei problemi. Un<br />

po’ come si augura possa accadere con le figure<br />

degli energy manager che, attraverso delle reti a<br />

carattere regionale, potrebbero servire a diffondere<br />

progetti che in alcuni posti hanno avuto<br />

riscontri positivi. All’Università di Salerno, nella<br />

facoltà di Ingegneria, esiste un corso specifico per<br />

formare un energy manager. Diretto dal professore<br />

Lucio Ippolito, il ciclo di<br />

Programmi<br />

antismog<br />

dovranno<br />

essere redatti<br />

dalle città<br />

con oltre<br />

50.000 abitanti<br />

studi rimette in luce una figura<br />

prevista dalla legge sia per il<br />

pubblico sia per il privato, per<br />

tutti i soggetti che consumino<br />

più di 1000 Tep (tonnellate<br />

equivalenti di petrolio), cioè<br />

4500 kilowatt ora di energia<br />

elettrica. L’obiettivo è quello di<br />

ridurre i consumi attraverso<br />

l’intervento di un esperto che<br />

valuti l’eventuale inadeguatezza<br />

dei sistemi attuali e ne proponga<br />

di nuovi.<br />

“Il problema del clima può diventare occupazione”,<br />

secondo l’Ingegnere Nicola De Nardi, responsabile<br />

scientifico nazionale dell’Energy Days. E<br />

non solo. La sinergia tra Università, politica e<br />

imprenditoria mira a sviluppare soluzioni adeguate<br />

al problema delle risorse energetiche. Le<br />

singole città vanno riprogettate per andare incontro<br />

alle esigenze del globo. L’economia mondiale è<br />

in crisi, le previsioni climatiche non sono incoraggianti<br />

e l’esaurimento delle risorse è sotto gli<br />

occhi di tutti. Spingere sulla ricerca significa trovare<br />

energie alternative, rispettose dell’ambiente.<br />

A livello politico va colmata una mancanza: esiste<br />

una normativa nazionale ma il comportamento<br />

delle regioni non è uniforme per cui spesso mancano<br />

linee guida. A livello locale i Comuni con<br />

oltre 50.000 abitanti devono, in base alla legge<br />

10/91, redigere un piano energetico comunale. Lo<br />

ha fatto di recente il Comune di Salerno che ha<br />

steso il suo Pec con il coordinamento del prof.<br />

Gianfranco Rizzo del Dipartimento di Ingegneria<br />

Meccanica e la collaborazione di docenti e ricercatori<br />

dell’Università di Salerno. Gli interventi<br />

possono essere diversi: il risparmio dell’energia<br />

nel settore rifiuti, i nuovi sistemi per la pubblica<br />

illuminazione e l’utilizzo, con l’ausilio di incentivi,<br />

di tecnologie come l’eolico e il fotovoltaico, di<br />

supporto al fabbisogno energetico nazionale. Dal<br />

locale al globale, dalle amministrazioni comunali<br />

alle decisioni dei potenti: il futuro del pianeta<br />

passa attraverso le mani di tutti. E tocca diversi<br />

temi: le energie rinnovabili, l’inquinamento e la<br />

sicurezza degli approvvigionamenti, motivo quest’ultimo<br />

per cui l’Italia ha riaperto la via al<br />

nucleare. Il 2020: un’altra scadenza, un altro<br />

obiettivo insieme a Kyoto.<br />

Pagina a cura di<br />

LOREDANA ZARRELLA<br />

Il soldato spiega come si compone il prezzo: la benzina costerebbe solo 1.39 ma poi c’è da<br />

pagare il mezzo per portare gli aerei, il carro armato, l’aereo stealth, la maschera antigas e il<br />

fucile. Quindi il costo del carburante diventa 1000 dollari al litro, come indicato dal cartello.<br />

La lezione<br />

di un piccolo<br />

Comune<br />

Già raggiunto l’obiettivo<br />

a Mercato San Severino<br />

Un impianto fotovoltaico: l’energia prodotta dal sole<br />

Città universitaria da gennaio,<br />

Mercato S. Severino<br />

potrà avere adesso facile<br />

acceso al finanziamento di<br />

infrastrutture e centri di<br />

ricerca collegati all’Università<br />

di Salerno. Saranno<br />

realizzate residenze u-<br />

niversitarie, un centro di<br />

ricerca sulle tecnologie legate<br />

alla logistica mentre<br />

gli studenti di Medicina<br />

avranno un centro di ricerca<br />

presso l’Ospedale.<br />

La vicina struttura universitaria<br />

ha portato benefici<br />

alla cittadina anche nel<br />

settore dell’energia. Più di<br />

due anni e mezzo fa l’amministrazione<br />

comunale<br />

ha stipulato una convenzione<br />

con l’Ateneo di Salerno<br />

per dar vita al sistema<br />

Innovalux.<br />

Si tratta di un progetto<br />

integrato per la riduzione<br />

dei consumi energetici e il<br />

soddisfacimento della normativa<br />

contro l’inquinamento<br />

luminoso, la legge<br />

regionale del 25 luglio<br />

2002.<br />

Sono state messe a punto<br />

delle apparecchiature che,<br />

installate all’interno dei<br />

singoli impianti stradali,<br />

consentono di risparmiare<br />

circa il quaranta percento<br />

dell’energia elettrica nel<br />

corso dell’anno.<br />

La rete elettrica viene poi<br />

trasformata in rete attiva<br />

che può anche soddisfare<br />

esigenze di comunicazione<br />

con la cittadinanza, come<br />

sottolinea il professor Lucio<br />

Ippolito, progettista del<br />

sistema: «Avere la possibilità<br />

di installare pulsanti di<br />

emergenza che un cittadino<br />

può schiacciare in caso<br />

di malore o di aggressione,<br />

oppure avere integrato nel<br />

corpo di illuminazione un<br />

sistema per monitorare le<br />

emissioni di Co2 in atmosfera,<br />

avere la possibilità di<br />

dare messaggi ai cittadini<br />

con pannelli informativi:<br />

un augurio in occasione di<br />

una festività o una comunicazione<br />

importante come<br />

la chiusura del traffico».<br />

L’attenzione del Comune<br />

sulla questione dei consumi<br />

energetici non si è fermata<br />

ai nuovi sistemi di<br />

pubblica illuminazione.<br />

Nel piano energetico ambientale<br />

comunale di Mercato<br />

San Severino che è<br />

stato redatto dal dipartimento<br />

di Ingegneria dell’Informazione<br />

e Ingegneria<br />

Elettrica, figurano altri<br />

obiettivi, tra cui ci sono<br />

una centrale fotovoltaica e<br />

il solare termico per gli edifici<br />

pubblici, la riduzione<br />

delle emissioni inquinanti<br />

generate dal trasporto pubblico<br />

con l’impiego di combustibili<br />

a minor impatto<br />

ambientale.<br />

Il prof. Ippolito<br />

«Fondi<br />

irrisori:<br />

solo 1%»<br />

E’ soddisfatto di come il<br />

mondo politico sostiene<br />

la ricerca?<br />

Assolutamente no perché<br />

la quantità destinata alla<br />

ricerca dalle entrate per l’energia<br />

ammonta a circa<br />

poco meno dell’1% dell’intero<br />

gettito e soltanto lo<br />

0,2% è per le rinnovabili.<br />

Il corso per “energy<br />

manager”. Quali sono gli<br />

ambiti occupazionali?<br />

Gli ambiti occupazionali<br />

sono rilevanti per un<br />

energy manager perché è<br />

una figura imposta dalla<br />

legge 10 del ’91, una legge<br />

largamente disattesa per<br />

molti anni ma che oggi con<br />

la crisi energetica che<br />

ormai si è dichiarata a<br />

livello internazionale ripropone<br />

all’attualità quel<br />

tipo di figura. L’energy manager<br />

è il responsabile per<br />

la gestione e il controllo<br />

dei flussi energetici in<br />

azienda o in enti pubblici.<br />

Il grosso mercato è soprattutto<br />

nella pubblica amministrazione<br />

dove ci sono<br />

ampi margini di percentuale<br />

di risparmio conseguibili.<br />

Torraca, la led city del<br />

Cilento. E’ un modello<br />

applicabile ad altre città?<br />

Purtroppo io credo che<br />

oggi il led non sia adottabile<br />

per la pubblica illuminazione.<br />

Ha già raggiunto<br />

ottimi livelli di applicabilità<br />

in ambito residenziale,<br />

per l’illuminazione di accento<br />

di edifici storici ma<br />

per garantire anche la sicurezza<br />

stradale dei cittadini<br />

il led non ha ancora le<br />

caratteristiche tali da poter<br />

essere applicato. Mi risulta<br />

che l’esperimento sia largamente<br />

fallito perché è stato<br />

rifatto tre volte, i livelli di<br />

illuminamento non soddisfano<br />

l’uniformità che è<br />

richiesta a livello di norme<br />

internazionali.<br />

L’indipendenza energetica<br />

è auspicabile o meno?<br />

L’indipendenza energetica<br />

è un’idealità, il sogno di<br />

ogni paese perché questo<br />

significherebbe poter gestire<br />

in proprio le politiche<br />

commerciali senza vincoli<br />

imposti da Paesi esterni.<br />

Probabilmente dobbiamo<br />

cambiare la nostra strategia<br />

di mix energetico quindi<br />

non affidarci ad una sola<br />

fonte come il gas.


Europa tra mercato<br />

e informazione<br />

“Il diritto privato nell’ Unione Europea tra<br />

spinte nazionalistiche e mondo globalizzato”.<br />

Sarà questo il tema del convegno che si<br />

svolgerà il 16 marzo nell’aula delle lauree<br />

dell’ Università di Salerno. Al centro del<br />

dibattito le leggi comunitarie sulla sicurezza<br />

ma soprattutto le norme finanziarie<br />

per creare effettiva globalizzazione dei<br />

mercati. A tale scopo sarà anche evidenziata<br />

la centralità della corretta informazione<br />

economica, unico veicolo per instaurare<br />

una leale concorrenza e per rendere i consumatori<br />

consapevoli.<br />

Diversi i relatori che interverranno: l’europarlamentare<br />

Gianni Pittella, Enzo Maria<br />

Marenghi, preside della Facoltà di Giurisprudenza,<br />

Pasquale Stanzione, Ordinario<br />

di diritto privato, Emilio di Tommasi, ordinario<br />

di tecnica bancaria, Natalia Banchelli,<br />

docente di diritto degli intermediari<br />

e dei mercati finanziari e Salvatore Mazzotta<br />

del nucleo tributario della Guardia di<br />

Finanza di Salerno.<br />

NEWS CAMPUS Domenica 15 marzo 2009<br />

17<br />

unisa news<br />

Pagina a cura di<br />

DANIELE DE SOMMA<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

Filosofia e politica<br />

a confronto<br />

Il 10 marzo si svolgerà il seminario di studi<br />

sul tema “Filosofia e politica” tenuto dal<br />

professore Virginio Marzocchi, docente di<br />

filosofia politica e sociale all’Università<br />

degli Studi La Sapienza di Roma. L’ incontro,<br />

organizzato dal dipartimento di Teoria<br />

e Storia del Diritto e della Politica, è previsto<br />

per le 11 nella sala Piovani.<br />

L’evento si avvale anche della collaborazione<br />

del dottorato di ricerca in Etica e filosofia<br />

politico–giuridica e del laboratorio<br />

“Hans Kelsen”.<br />

Fine vita: il punto<br />

sull’iter della legge<br />

“Il testamento biologico: il diritto tra la vita<br />

e la morte”. Questo l’ argomento di scottante<br />

attualità che sarà al centro di un incontro<br />

il 13 marzo nell’ aula “Nicola Cilento”. Il<br />

tema è quanto mai pressante dopo la vicenda<br />

di Eluana Englaro che ha commosso e<br />

spaccato la coscienza del paese tra quanti<br />

difendono la sacralità della vita e quanti<br />

rivendicano l’autonomia del malato nel<br />

decidere sul fine vita.<br />

A fare il punto sull’ iter della legge, al momento<br />

al vaglio della Commissione Sanità,<br />

interverranno il ministro Gianfranco Rotondi,<br />

Pasquale Fimiani, consigliere di<br />

Cassazione, il deputato Marco Calgaro e il<br />

giurista Pasquale Stanzione.<br />

L’ introduzione del dibattito sarà affidata al<br />

professore Salvatore Sica, ordinario di Diritto<br />

Privato e coordinatore dell’ iniziativa<br />

“LDG-Dialoghi” che mira a contaminare la<br />

giurisprudenza con l’attualità.<br />

Majakovskij:<br />

riscoperto il film<br />

L’Università di Salerno dà un altro segnale<br />

per la diffusione culturale: in occasione<br />

della rassegna “Arte di Sera” è stato proiettato<br />

in anteprima nazionale “La signorina e<br />

il teppista”: unico film del poeta e intellettuale<br />

georgiano Vladimir Majakovskij. È<br />

stato il dipartimento di Scienze della Comunicazione<br />

ad organizzare l’evento rappresentato<br />

dal prof. Alfonso Amendola,<br />

docente di Sociologia dei processi culturali.<br />

Il film, proiettato il 28 febbraio scorso<br />

alla sala conferenze della Fondazione Filiberto<br />

Menna, narra la storia di Muroni, un<br />

teppista che si salva grazie all’amore per la<br />

mestrina Varelli.<br />

Inoltre, a fine anno, uscirà il libro del prof.<br />

Amendola “Vladimir Majakovskij. Visione<br />

ed eversione di un artista totale” edito da<br />

Liguori che analizza i diversi aspetti (cinema,<br />

teatro e arti visive ad esempio) di questo<br />

autore così versatile.<br />

Carlo Dionisotti<br />

filologo umanista<br />

Il 12 marzo, nella biblioteca del dipartimento<br />

di Letteratura, Arte e Spettacolo,<br />

seminario su “L’ Umanesimo e il Rinascimento<br />

di Carlo Dionisotti” a cura di Giuseppe<br />

Frasso, docente di Filologia Italiana<br />

all’ Università del Sacro Cuore di Milano.<br />

Sarà analizzata la figura del letterato piemontese<br />

morto a Londra nel 1998.<br />

Il suo nome resta legato in particolare allo<br />

studio della letteratura e della filologia italiana<br />

nel periodo compreso tra Quattrocento<br />

e Cinquecento.<br />

L’Ateneo e la sfida<br />

della qualità<br />

Cina e questione<br />

tibetana<br />

A Giurisprudenza<br />

si parla di crisi<br />

Partono il 24 marzo gli incontri di formazione<br />

“I martedì della qualità 2009” organizzati<br />

dal Centro per la Qualità di Ateneo.<br />

I seminari sono rivolti a personale docente<br />

e tecnico–amministrativo previa<br />

iscrizione al sito www.cqa.unisa.it. I primi<br />

due appuntamenti saranno dedicati alle<br />

normative, mentre i successivi incontri<br />

tratteranno la gestione dei processi, la predisposizione<br />

di piani di qualità, l’analisi<br />

degli indicatori di performance e le tecniche<br />

di problem solving.<br />

Un pezzo del lontano Tibet arriva a<br />

Salerno. A portarlo è la facoltà di Scienze<br />

Politiche con il seminario “La Cina e la<br />

questione Tibetana” in programma mercoledì<br />

11 Marzo nell’aula SP/A di Scienze<br />

Politiche. Per gli studenti che interverranno<br />

è previsto 1 CFU a patto di presentare<br />

una tesina entro il 30 marzo.<br />

Il seminario ha come principale relatore la<br />

professoressa Giacomella Orofino, docente<br />

di lingua, cultura e tradizione tibetana<br />

dell’Orientale di Napoli.<br />

Gli studenti di Giurisprudenza potranno<br />

presentare entro il 20 marzo le iscrizioni<br />

per partecipare alle lezioni introduttive in<br />

vista del convegno di facoltà sulla crisi economico–finanziaria<br />

internazionale. I partecipanti,<br />

a cui saranno riconosciuti due<br />

crediti, dovranno presentare in presidenza<br />

gli elaborati riguardanti le ricadute legislative<br />

dell’ attuale crisi economica sul mercato<br />

del lavoro. I migliori lavori degli studenti<br />

saranno presentati durante il convegno<br />

del prossimo ottobre.<br />

Torneo di tressette<br />

si parte il 31 Marzo<br />

Giocatori di tutto il campus a raccolta:<br />

sono aperte le iscrizioni al quarto torneo di<br />

tressette. Saranno aperte fino al 31 marzo<br />

alle 12 e dovranno pervenire all’Aldius, l’associazione<br />

laureati e docenti della facoltà<br />

di Ingegneria tel: 089.962141 e-mail: infolaureati@unisa.it.<br />

I tavoli di gioco saranno<br />

aperti il 31 di marzo e il 3 aprile nella<br />

mensa universitaria. Al termine del torneo<br />

ci sarà un rinfresco con la premiazione dei<br />

vincitori. Possono iscriversi tutti i frequen-<br />

tatori del campus: studenti, laureati,<br />

docenti e personale tecnico amministrativo.<br />

Il torneo viene in soccorso ai tanti giocatori<br />

presenti nell’ateneo che popolano<br />

nei momenti morti sia la mensa che le aule<br />

studio. Un ritorno ai giochi tradizionali<br />

che legano tutte le fasce d’età. Tante sono<br />

le varianti italiane, ma il tressette è giocato<br />

anche in Croazie e Slovenia<br />

A Buonocore<br />

l’Aula Magna<br />

Filmidea, gli eventi<br />

in calendario<br />

Ad un mese dalla scomparsa del rettore<br />

Vincenzo Buonocore, l’Università di Salerno<br />

lo ha ricordato intitolando a lui l’aula<br />

magna dopo la solenne celebrazione di<br />

mons. Gerardo Pierro. Alla cerimonia promossa<br />

da Caterina Miraglia e Giovanni Capo,<br />

erano presenti il rettore Pasquino e il<br />

preside della facoltà di Giurisprudenza<br />

Marenghi. Buonocore, scomparso il 17 febbraio<br />

dopo una lunga malattia, è stato<br />

anche illustre giurista, cattolico impegnato<br />

e parlamentare democristiano.<br />

Proseguono gli incontri nell’ambito della<br />

rassegna cinematografica universitaria<br />

“Filmidea”. L’11 marzo alle 14, nell’aula Nicola<br />

Cilento, incontro con Antonello Sarno,<br />

giornalista di “Studio Aperto” e critico<br />

cinematografico. Il 18 marzo, nel teatro<br />

d’ateneo, andrà in scena lo spettacolo a cura<br />

dell’attore Enzo Decaro e Antonio Onorato<br />

dal titolo “Native Spirits”, basato su<br />

musica e parole dei nativi americani. Il 1<br />

aprile nell’aula “Nicola Cilento” incontro<br />

con gli attori Silvio Orlando e Alessio Boni.


18 Domenica 15 marzo 2009TERRITORIO<br />

Il centro storico di Benevento a un passo dalla nomina nel patrimonio mondiale dell’umanità<br />

I tesori sanniti stregano l’Unesco<br />

Il complesso di Santa Sofia simbolo della prestigiosa candidatura<br />

L’orgoglio e la determinazione dei<br />

cittadini sanniti varranno a Benevento<br />

l’ingresso nel gotha delle<br />

città patrimonio mondiale dell’umanità:<br />

grazie alla candidatura<br />

Unesco, fortemente sostenuta da<br />

cittadinanza e amministrazione,<br />

presto saliranno alla ribalta nazionale<br />

e internazionale i gioielli dell’architettura<br />

longobarda, da sempre<br />

fiore all’occhiello della città<br />

sannita ma finora poco conosciuti<br />

dal grande pubblico italiano e straniero.<br />

Manca ormai poco al responso<br />

della commissione Unesco, e in<br />

città tutti si dicono ottimisti circa<br />

l’esito del verdetto. Particolarmente<br />

fiducioso è l’assessore alla<br />

cultura Raffaele Del Vecchio,<br />

coordinatore del piano di gestione<br />

che ha reso possibile l’accoglimento<br />

della candidatura beneventana:<br />

«Gli interventi previsti dal piano –<br />

ha dichiarato l’assessore – sono<br />

stati interamente eseguiti, per cui<br />

è difficile credere che la commissione<br />

giudicatrice, che a giugno si<br />

riunirà a Siviglia per decidere,<br />

possa emanare un verdetto negativo».<br />

Dopo mesi di chiusura per restauri<br />

sta per essere restituita alla città<br />

la chiesa di Santa Sofia, edificata<br />

intorno al 760 dal duca longobardo<br />

Arechi II e simbolo della candidatura<br />

beneventana alla Lista del<br />

Patrimonio Mondiale. Sono invece<br />

già terminate le operazioni di<br />

restauro nell’adiacente Museo del<br />

Sannio, istituito nel 1873 e collocato<br />

nella struttura costruita in<br />

origine da Arechi come monastero<br />

benedettino femminile.<br />

Particolarmente lunghi e delicati<br />

gli interventi a cui è stata sottoposta<br />

la chiesa di Santa Sofia. La stessa<br />

era stata infatti soggetta, nel<br />

corso degli anni, a continue rivisi-<br />

tazioni che avevano finito per stravolgerne<br />

l’originario stile longobardo.<br />

Grazie a una equipe di valenti<br />

architetti e restauratori, coordinati<br />

dalla sovrintendente Vega<br />

de Martini, è stato possibile riportarla<br />

all’antico splendore, con<br />

interventi di restauro agli intonaci<br />

interni, agli affreschi, ai pavimenti<br />

e alle colonne di marmo.<br />

«La candidatura Unesco del complesso<br />

di Santa Sofia – assicura<br />

l’assessore Del Vecchio – non resterà<br />

un evento isolato, ma andrà<br />

ad inserirsi in un piano di valorizzazione<br />

dell’intero patrimonio artistico<br />

e culturale della città di Benevento,<br />

che è immenso».<br />

La vera sfida per la città, afferma<br />

l’assessore, è quella che inizia<br />

adesso: «Non bisogna credere che<br />

la candidatura Unesco basti da<br />

sola a trasformare Benevento in<br />

una città turistica. L’amministrazione<br />

comunale sta facendo la sua<br />

parte ma, affinché la città possa<br />

divenire un’importante meta per i<br />

visitatori italiani e stranieri è<br />

necessario riscoprire la “cultura<br />

del welcome”, che è affidata essenzialmente<br />

all’iniziativa imprenditoriale<br />

privata. Sono sicuro che gli<br />

imprenditori non si lasceranno<br />

trovare impreparati».<br />

Servizi di<br />

RAFFAELE PELLEGRINO<br />

La chiesa di Santa Sofia e l’omonima piazza<br />

Ora la via Appia<br />

Dall’Unesco è partita l’individuazione<br />

di un altro sito seriale<br />

italiano, rappresentato dalla<br />

via Appia, e il comune di<br />

Benevento ha già proposto la<br />

sua candidatura con l’Arco di<br />

Traiano, eretto nel 117 d.C.<br />

per celebrare l’apertura della<br />

via Appia Traiana. Un altro<br />

passo verso la valorizzazione<br />

del patrimonio culturale della<br />

città e la sua promozione<br />

come meta turistica da riscoprire<br />

per il grande pubblico.<br />

Il primo<br />

esperimento<br />

italiano<br />

di sito seriale<br />

Il complesso di Santa Sofia si inserisce<br />

nel più vasto sito seriale<br />

denominato “Italia longobardorum.<br />

Centri di potere e di culto<br />

(568-774 d.C.)”, comprendente<br />

altri sei complessi architettonici<br />

siti in altrettanti comuni italiani:<br />

Cividale del Friuli (UD), Brescia,<br />

Castelseprio (VA), Spoleto (PG),<br />

Campello (PG) e Monte S.Angelo<br />

(FG). Tale tipologia è definita dall’Unesco<br />

sito seriale, in quanto<br />

raccoglie in un’unica candidatura<br />

le maggiori testimonianze della<br />

cultura longobarda in Italia nel<br />

suo momento di massima capacità<br />

espressiva, prima della caduta<br />

dei territori del centro e nord<br />

Italia ad opera dei Franchi di<br />

Carlo Magno.<br />

La creazione di un sito di tipo<br />

seriale (di cui quello longobardo è<br />

il primo esperimento italiano)<br />

risponde al criterio, verso il quale<br />

l’Unesco si è andata negli ultimi<br />

anni orientando, di selezionare un<br />

intero periodo storico e rappresentarlo<br />

attraverso le più significative<br />

testimonianze presenti su<br />

di un territorio. La candidatura<br />

dei siti longobardi nasce dall’esigenza<br />

di includere un periodo<br />

della cultura e dell’arte ad oggi<br />

non ancora presente nella lista del<br />

patrimonio mondiale, che mira ad<br />

essere rappresentativa di tutte le<br />

culture e le civiltà del mondo.


L’INTERVISTA<br />

SPETTACOLI Domenica 15 marzo 2009<br />

La Razzi lascia, ma resta direttrice della scuola del San Carlo, la più antica d’Italia<br />

Anna, la madre di tutti i balletti<br />

“Un popolo senza cultura non ha futuro. Bisogna investire sul teatro”<br />

19<br />

GERMANA GRASSO<br />

Passione per la danza, ricerca di<br />

autodisciplina, profondo amore<br />

per i giovani. Anna Razzi, ex direttrice<br />

del corpo di ballo del teatro<br />

San Carlo di Napoli, lascia il testimone<br />

a Giuseppe Carbone, ma<br />

continuerà a essere direttrice della<br />

scuola, a lei affidata dal 1990. «Otto<br />

corsi al giorno, suddivisi tra il<br />

teatro Politeama e palazzo Fuga,<br />

poiché il San Carlo era in restauro.<br />

Era una situazione difficile - così<br />

spiega le motivazioni dell’abdicazione<br />

- allora ho chiesto a Nastasi<br />

[commissario del San Carlo, ndr]<br />

di potermi occupare solo della<br />

scuola. Il mio contratto sarebbe<br />

scaduto a settembre 2009».<br />

Il San Carlo ha ancora pochi<br />

spettacoli di balletto nel programma?<br />

In questi due anni ho cercato di<br />

incentivare l’allestimento di balletti,<br />

ma l’ostacolo principale è stato<br />

trovare i fondi. Ora la situazione<br />

dovrebbe migliorare: Nastasi ha<br />

dichiarato di voler investire sul<br />

corpo di ballo.<br />

I napoletani non hanno la cultura<br />

del balletto?<br />

Poco. Eppure a Napoli c’era una<br />

grande tradizione. Non riesco a<br />

spiegarmelo …<br />

Inciderà anche l’aspetto economico:<br />

il prezzo del biglietto è<br />

alto.<br />

Non c’è la politica del prezzo<br />

popolare, certo. Ma si fanno anche<br />

prove generali aperte al pubblico,<br />

al costo di pochi euro. Bisognerebbe<br />

fare qualche prova generale<br />

in più, aperta al pubblico e rivolta<br />

soprattutto ai giovani.<br />

Pensa che dopo il restauro qual-<br />

Anna Razzi nel “Lago dei cigni” (1985), teatro alla Scala, regia di F. Zeffirelli. Foto di Alessio Buccafusca<br />

cosa cambierà per il San Carlo?<br />

Me lo auguro. Il commissario ha<br />

fatto molto per far conoscere questo<br />

teatro e le sue problematiche.<br />

Ha organizzato eventi, come il<br />

concerto di Muti o di Zubin Meta<br />

o Bolle & friends. Lo scopo era attirare<br />

il pubblico. Sa, il napoletano<br />

è un pò distratto.<br />

Bisogna puntare sul grande<br />

evento, quindi?<br />

Sì, almeno per rilanciare il teatro,<br />

la lirica e il balletto. È giusto stuzzicare<br />

la curiosità rivolgendosi alla<br />

massa, non puntando solo a una<br />

èlite.<br />

Ma è inevitabile che in periodi di<br />

crisi si tagli sulla cultura.<br />

È sbagliato. Perché i popoli si<br />

distinguono per la loro cultura e le<br />

loro tradizioni ne fanno la storia.<br />

Un popolo senza storia non esiste.<br />

Bisognerebbe comprendere l’importanza<br />

della cultura per il nostro<br />

futuro.<br />

Come è considerata la danza all’estero?<br />

Di più che in Italia. Qui lottiamo<br />

per imporci. Napoli non sa custodire<br />

le tradizioni e le bellezze.<br />

Può fare un punto sulla sua carriera?<br />

Ho sulla scrivania una relazione<br />

del 1991: ero direttrice da otto<br />

mesi. Contiene le mie riflessioni su<br />

come dovrebbe essere una scuola a<br />

livello europeo. Ora ho una sala in<br />

più per i corsi, qualche passo avanti<br />

è stato fatto, ma è ancora troppo<br />

poco.<br />

Come se lo spiega?<br />

Penso che ci sia troppa superficialità.<br />

La formazione di un ragazzo è<br />

importantissima, perché è il nostro<br />

futuro. I giovani devono essere<br />

guidati bene, da docenti competenti.<br />

In un epoca così difficile non<br />

possiamo mandarli allo sbaraglio.<br />

Una vita<br />

in punta<br />

di piedi<br />

Dal 1990 Anna Razzi è alla<br />

guida della più antica scuola<br />

di danza d’Italia, nata nel<br />

1812.<br />

Diplomata alla scuola dell’Opera,<br />

la Razzi è stata prima<br />

ballerina ed Etoile alla Scala<br />

fino al 1985. Si diploma anche<br />

all’Accademia d’Arte Drammatica.<br />

Ha danzato con Rudolf<br />

Nureyev, Paolo Bortoluzzi,<br />

Peter Schauffus, Roland<br />

Petit, Patrick Dupont e<br />

altri. Si è esibita nei teatri di<br />

Montecarlo, New York, San<br />

Paolo in Brasile, Amsterdam,<br />

Liegi, Anversa, Lussemburgo,<br />

Parigi e Londra. Tra i numerosi<br />

spettacoli che hanno<br />

visto, a vario titolo, la sua partecipazione,<br />

anche la Giselle,<br />

l’ultimo spettacolo di Roberto<br />

Bolle al San Carlo, di cui ha<br />

firmato la coreografia, ispirandosi<br />

a Jean Coralli e Jules<br />

Perrot.<br />

Dalla stagione 2006/2007 fino<br />

a gennaio 2009 è stata direttrice<br />

del corpo di ballo del San<br />

Carlo e da quasi vent’anni insegna<br />

ai giovani napoletani i<br />

segreti dell’arte della danza.<br />

A capo della scuola ha ripristinato<br />

le classi, istituendo tre<br />

primi corsi di ventuno e ventitre<br />

elementi, poi ha esteso le<br />

audizioni anche ai corsi superiori<br />

al primo.<br />

Al ritmo di nuove tendenze i suoni che vengono dalle periferie cittadine<br />

Indie rock, rivoluzione musicale<br />

Dai gruppi alternativi degli anni Ottanta alle band indipendenti di oggi<br />

PARLA VASCO BRONDI, ASTRO EMERGENTE<br />

«Canto le luci»<br />

FRANCESCO PADULANO<br />

La prima domanda è<br />

d’obbligo: il tuo nome<br />

di battesimo è un o-<br />

maggio al signor Rossi?<br />

No, Vasco Rossi non c’entra<br />

affatto: mio padre è<br />

un grande amante del<br />

mare e pensò al navigatore<br />

portoghese Vasco<br />

Da Gama.<br />

E per quanto riguarda<br />

quello artistico, esistono<br />

veramente queste<br />

luci?<br />

Si, sono quelle dello stabilimento<br />

della Montedison<br />

che si trova appena<br />

fuori Ferrara. È una<br />

centrale con le luci sempre<br />

accese ed è un simbolo<br />

della mia città, così<br />

quando dovevo trovare<br />

un nome al mio progetto<br />

artistico mi è venuto subito<br />

in mente.<br />

Sei l’autore dei testi che<br />

canti, quindi sei un cantautore.<br />

Non direi, e infatti nella<br />

scelta di non usare il mio<br />

nome e cognome c’era<br />

anche il desiderio di evitare<br />

quell’etichetta. Preferisco<br />

comunque definirmi<br />

con il termine inglese<br />

songwriter, lo trovo<br />

più appropriato.<br />

Com’è stato ricevere il<br />

premio Tenco per la<br />

migliore opera prima a<br />

“Canzoni da spiaggia<br />

deturpata”?<br />

Ho provato un’emozione<br />

molto forte, ero proprio<br />

felice e non me l’aspettavo:<br />

in finale c’era gente<br />

del calibro di John De<br />

Leo e Ascanio Celestini,<br />

mentre io pensavo a<br />

quanto il mio disco fosse<br />

una cosa piccola e fatta in<br />

casa.<br />

VERONICA VALLI<br />

C’era una volta la musica alternativa,<br />

erano gli anni Ottanta e il luogo era<br />

New York. Adesso c’è l’Indie rock, che<br />

con Vasco Brondi s’è trasferito a Napoli<br />

per una notte. Vent’anni fa erano<br />

altri tempi, in cui la filosofia del “do it<br />

yourself” (letteralmente “fallo da te”)<br />

imperava tra musicisti e aspiranti tali,<br />

che si autoproducevano, rifuggendo<br />

l’industria discografica. La loro musica<br />

partiva dal punk, ma aveva radici più<br />

profonde, che affondavano nei generi<br />

musicali più disparati, confluendo in<br />

un rock dalle sonorità diverse, talvolta<br />

stridenti e dissonanti.<br />

Si parlava di musica di nicchia, con un<br />

certo numero di seguaci ma confinata a<br />

quei pochi club underground che consentivano<br />

di suonare il rock “duro-epuro”,<br />

come il celeberrimo CBGB di<br />

New York. La realtà del rock alternativo<br />

divenne un fenomeno soltanto negli<br />

anni Novanta, quando approdò nel<br />

mainstream raggiungendo il successo<br />

commerciale grazie ad alcune band,<br />

come i Nirvana ed i Pearl Jam, soprattutto<br />

per i loro leader carismatici e<br />

problematici, le cui figure ben riassumevano<br />

i tormenti dell’adolescente<br />

moderno, cresciuto nell’epoca del disvalore<br />

per eccellenza, dove non c’è più<br />

niente in cui credere e la realtà diventa<br />

migliore solo se la si guarda sotto l’effetto<br />

della droga.<br />

E le morti violente dei cantanti di<br />

queste band non sono un caso.<br />

Col successo di questi gruppi il significato<br />

dell'etichetta alternativa cambiò<br />

dall'originale, ed altre controculture<br />

affermarono che per musica alternativa<br />

si intendeva oramai un genere dal successo<br />

commerciale, mentre la musica<br />

di chi rimaneva nell’underground era<br />

tutt’altra cosa. Nacque la definizione di<br />

“Indie rock”(che sta per “indipendent”,<br />

indipendente) che si riferiva al tipo di<br />

Vasco Brondi durante il live a Napoli<br />

produzione musicale, legato all’autoproduzione,<br />

cui seguì poi la fondazione<br />

di etichette indipendenti come<br />

collaborazione tra musicisti, con<br />

particolare attenzione alla purezza<br />

della missione creativa rispetto alla<br />

sfera commerciale. Negli anni a<br />

venire, con l’avvento di internet, l’Indie<br />

si è diffuso su larga scala ma il concetto<br />

è mutato, diventando connotazione<br />

di un vero e proprio genere<br />

musicale. L’Italia ha avuto una scena<br />

Indie a partire dagli anni Ottanta,<br />

anche se s’è sviluppata particolarmente<br />

negli ultimi anni, con una generazione<br />

di musicisti che si sta facendo<br />

conoscere tramite internet come<br />

Vasco Brondi, col progetto “Le luci<br />

della Centrale elettrica”, sospeso tra<br />

rock classico e musica d’autore.


20 Domenica 15 marzo 2009TRADIZIONI<br />

In una frazione di Aiello del Sabato torna un’antica usanza popolare<br />

La Sabina non dimentica<br />

Tutti pazzi per il focarone<br />

Il parroco e i giovani riscoprono San Modestino<br />

GIOVANNI IANNACCONE<br />

Non sono bastati quindici anni di oblio a<br />

cancellare una tradizione centenaria. Alcuni<br />

ragazzi della Sabina, piccola frazione di<br />

Aiello del Sabato, alle porte di Avellino,<br />

hanno deciso di riprendere, da quest’anno,<br />

un’ antica usanza popolare che era stata ormai<br />

tralasciata e quasi dimenticata.<br />

Il 13 febbraio di ogni anno, alla vigilia della<br />

ricorrenza di San Modestino, patrono del<br />

capoluogo, gli abitanti della piccola frazione<br />

erano soliti accendere in piazza un grande<br />

falò, chiamato in dialetto ‘o focarone. Si tratta<br />

di una tradizione secolare dal significato<br />

religioso, ma dai contorni scaramantici, attraverso<br />

cui si chiede a San Modestino di<br />

proteggere dalle gelate il raccolto di nocciole,<br />

coltura prevalente nell’Avellinese. Gelate<br />

che, soprattutto in questo periodo, in cui gli<br />

alberi cominciano a germogliare, possono<br />

mettere a repentaglio l’intero raccolto, oltre<br />

che il compenso economico, e rischiano di<br />

vanificare le immense fatiche di un anno.<br />

Sempre secondo l’antica credenza, inoltre, lo<br />

scopo, o forse la pretesa, è anche quella di<br />

riuscire a prevedere, semplicemente osservando<br />

la direzione del fumo sprigionato dall’enorme<br />

falò, quale sarà il territorio che avrà<br />

il raccolto più abbondante.<br />

Ogni anno, gran parte dei coltivatori di nocciole<br />

della zona, hanno continuato ad accendere<br />

il proprio focarone. Ma fino a qualche<br />

tempo fa, alla Sabina, era diverso. Il falò veni-<br />

Un momento del focarone di San Modestino<br />

va acceso in piazza e coinvolgeva l’intera<br />

comunità locale, diventando, così, anche<br />

momento di aggregazione sociale e intrattenimento.<br />

L’importanza della tradizione, d’altronde,<br />

è proprio quella di rafforzare l’identità<br />

e il senso di appartenenza a un determinato<br />

territorio.<br />

Soddisfatto per l’iniziativa intrapresa il parroco<br />

don Mario Todisco: «I giovani del paese<br />

hanno voluto riscoprire questa tradizione a<br />

distanza di molti anni, proprio perché convinti<br />

che la propria identità affonda le sue<br />

origini nel tempo. Ed è solo conoscendo e<br />

portando avanti le credenze e i comportamenti<br />

dei propri avi che si può comprendere<br />

maggiormente la vita presente e intuire quegli<br />

elementi costanti che, se rafforzati, possono<br />

dar vita a quella che sarà la nostra identità<br />

futura».<br />

Per i ragazzi, la volontà di riprendere quest’antica<br />

tradizione, per lungo tempo abbandonata,<br />

si è fatta ancora più viva dopo aver<br />

ascoltato il racconto di un paesano. «Era il<br />

lontano 1994 - racconta l’anziano - l’ultima<br />

volta in cui ci radunammo, come sempre con<br />

una settimana di anticipo, per iniziare la preparazione<br />

del focarone di San Modestino. Si<br />

partiva dalla mattina con delle carriole e<br />

tanta buona volontà, per andare a raccogliere<br />

la legna, che veniva gentilmente offerta, e<br />

a volte non solo offerta, dai contadini della<br />

zona. Può sembrare strano, ma la fatica non<br />

si avvertiva in nessun modo». Evidentemente<br />

la volontà e la gioia di<br />

portare avanti una tradizione<br />

così affascinante, che<br />

offriva loro anche la possibilità<br />

di divertirsi, andava ben<br />

oltre lo sforzo fisico che<br />

pure all’epoca si doveva sostenere<br />

per trasportare la<br />

legna dai vari appezzamenti<br />

fino in piazza. Arrivati sul<br />

posto stabilito -prosegue<br />

l’anziano- solitamente un<br />

piccolo pezzo di terra nei<br />

pressi della Chiesa di San<br />

Pietro, si collocava, al centro,<br />

un palo alto circa 5<br />

metri, intorno al quale venivano<br />

sistemati i sarcinielli,<br />

fascine composte da pezzi di<br />

legna di piccole dimensioni,<br />

ricavati rigorosamente dagli<br />

stessi noccioli.<br />

E così, il sabato precedente il<br />

13 febbraio scorso, i giovani,<br />

che ricordavano a malapena le scene raccontate,<br />

hanno deciso di riunirsi per riproporre<br />

l’antica usanza popolare. Detto, fatto. Tutto<br />

esattamente come 15 anni fa. Unica differenza<br />

il possesso di un mezzo agricolo, messo a<br />

disposizione dal sindaco, anch’egli contento<br />

della lodevole iniziativa. Non è mancato,<br />

comunque, alcune carriole, utilizzate per i<br />

piccoli trasporti e giusto per mantenere inalterato<br />

un certo legame con il passato. Il 13<br />

febbraio scorso le campane della Chiesa di<br />

San Pietro, nella frazione Sabina, hanno suonato<br />

di nuovo a festa. Subito dopo la messa,<br />

il parroco ha benedetto il falò davanti alla<br />

comunità raccolta in preghiera.<br />

Ai giovani l’onore di accendere il focarone di<br />

San Modestino, rinato grazie alla loro intraprendenza.


KICKBOXING<br />

SPORT Domenica 15 marzo 2009<br />

Fa tendenza lo sport degli anni Settanta nato negli Stati Uniti d’America<br />

Si prendono a calci e pugni<br />

In Campania sono più di mille i tesserati e trenta le associazioni sportive<br />

21<br />

ROBERTA SALZANO<br />

Calci e pugni. Questo vuol dire<br />

KickBoxing e non potrebbe essere<br />

più semplice e significativo<br />

il nome di questa disciplina,<br />

considerata la più occidentale<br />

degli sport da combattimento.<br />

Nata attorno alla prima metà<br />

degli anni ’70, negli Stati Uniti,<br />

sull’onda di tanti film di Kung<br />

Fu provenienti dal lontano<br />

Oriente, fa immediatamente<br />

breccia tra gli appassionati<br />

americani. Nella patria degli<br />

sport telegenici ottiene un successo<br />

immediato trasformandosi<br />

rapidamente in una vera e<br />

propria moda. Il primo a comprendere<br />

l’importanza di codificare<br />

la KickBoxing e studiare<br />

un regolamento preciso è stato<br />

il promoter Mike Anderson. In<br />

Italia la Kick boxing nasce nel<br />

1975 e da allora sta registrando<br />

un trend di crescita significativo.<br />

Oltre un milione di persone<br />

praticano sport da combattimento.<br />

Un boom legato alla<br />

moda lanciata da film e telefilm<br />

che hanno contribuito a creare<br />

dei veri e propri miti come<br />

Bruce Lee, Chuk Norris e Silvester<br />

Stallone. Ma non solo.<br />

La KickBoxing riesce abilmente<br />

a coniugare preparazione fisica<br />

e apprendimento di una<br />

efficace difesa personale. Tutti<br />

possono praticare arti marziali,<br />

dagli studenti ai professionisti,<br />

dai lavoratori alle casalinghe.<br />

Le palestre attualmente attive<br />

sono 9000. In Campania sono<br />

mille i tesserati fra le varie specialità<br />

e 30 le associazioni sportive.<br />

I pionieri sono stati Alfredo<br />

Apicella a Napoli e Silvano<br />

Baldi nel Salernitano tra il ’74 e<br />

il ’75, prima del riconoscimento<br />

in Italia a favore della FIAM.<br />

Oggi la Campania esprime<br />

atleti come Gaetano Verziere,<br />

Giampaolo Marceddu e Paola<br />

Cappucci, oro agli europei in<br />

Portogallo. Le specialità attualmente<br />

previste sono quattro. Il<br />

Full Contact, la formula agonistica<br />

più dura dove gli atleti si<br />

affrontano su di un ring delimitato<br />

da corde, come nel pugilato,<br />

e i colpi portati a segno sono<br />

a contatto pieno. I calci sono<br />

permessi al disopra della cintura.<br />

Il Semi Contact è diretta<br />

Due lottatori di KickBoxing combattono sul ring<br />

eredità della gara di Karate. Il<br />

combattimento viene interrotto<br />

ogniqualvolta l'atleta riesce a<br />

piazzare un colpo a bersaglio<br />

utile. Ma la novità è che i colpi<br />

devono essere portati a contatto.<br />

Il Light Contact è il passo<br />

intermedio per arrivare ai combattimenti<br />

a contatto pieno. I<br />

due avversari si affrontano<br />

scambiandosi colpi senza interruzione<br />

in un fluire di tecniche<br />

giudicate sempre secondo criteri<br />

di precisione. Infine la Low<br />

Kick=Calci Bassi, la forma più<br />

giovane della KickBoxing introdotta<br />

non più di 10 anni fa.<br />

Gli atleti come nel full combattono<br />

su di un ring e i calci possono<br />

essere portati sia all'interno<br />

che all'esterno coscia. Si<br />

indossano calzari, guantoni e<br />

paratibie. La KickBoxing, in un<br />

contesto sociale sempre più<br />

violento, rappresenta sia un<br />

momento di evasione dai meccanismi<br />

autonomi e ripetitivi<br />

della vita quotidiana che uno<br />

strumento di autodifesa. Dove<br />

il singolo decide di passare<br />

dalla condizione di spettatore a<br />

quella di protagonista.<br />

SALERNITANA<br />

I tifosi vogliono<br />

il cavalluccio<br />

PIERLUIGI G. CARDONE<br />

L’ippocampo di nuovo sulla casacca della<br />

Salernitana? È la speranza dei tifosi granata,<br />

che, ormai da tre anni, ovvero da quando<br />

fallì la Salernitana Sport di Aliberti, sognano<br />

di riappropriarsi del simbolo storico della<br />

loro fede calcistica. Nel 2005, infatti, i granata<br />

vennero esclusi<br />

dal torneo di Serie<br />

B per ragioni<br />

finanziarie, ma<br />

una cordata di<br />

imprenditori<br />

locali coordinata<br />

da Antonio Lombardi<br />

fondò la<br />

Salernitana Calcio<br />

1919, sodalizio<br />

che venne subito<br />

iscritto in<br />

Serie C1 grazie al Lodo Petrucci. Da allora<br />

tante gioie, prima fra tutte la promozione in<br />

Serie B dell’anno scorso. I tifosi, tuttavia, non<br />

si sono mai identificati nel pallone di pezza,<br />

l’icona della società di Lombardi. Nel frattempo,<br />

sia l’ippocampo che gli altri beni<br />

immateriali della vecchia Salernitana Sport<br />

sono stati messi in vendita dal curatore fallimentare.<br />

Dopo una mezza dozzina di sedute<br />

andate deserte, il prezzo a base d’asta è<br />

calato sensibilmente. Un mese fa, poi, il presidente<br />

Lombardi ha formulato un’offerta:<br />

troppo bassa e quindi fuori asta, ma comunque<br />

sintomo della voglia di riconquistare il<br />

simbolo della tradizione calcistica. L’attesa,<br />

ora, è per la prossima asta, quella che<br />

potrebbe chiudere il cerchio dei ricordi.<br />

GLI EMIGRANTI DELLO SPORT: RAFFAELE SCHIAVI (1)<br />

C’è anche Cava in Serie A<br />

«Potevo andare al Chelsea. Devo i miei successi alla famiglia e a Gregucci»<br />

Dal 2005<br />

è in forza<br />

al Lecce<br />

Per tutti a Cava de’<br />

Tirreni è solo Lele. Il<br />

difensore centrale Raffaele<br />

Schiavi nasce a<br />

Cava il 15 marzo 1986,<br />

e nel 2002 passa alle<br />

giovanili della Salernitana<br />

Sport. Debutta in<br />

B nel 2004 coi granata<br />

di mister Angelo Gregucci<br />

che poi lo vorrà<br />

al Lecce. A parte una<br />

breve parentesi a Brescia,<br />

conta 56 presenze<br />

e un gol coi giallorossi.<br />

Fidanzato con Valentina,<br />

Raffaele è figlio di<br />

Carmine e Giancarla<br />

ed è fratello di Salvatore.<br />

Nel tempo libero<br />

gioca alla playstation e<br />

ascolta Vasco Rossi.<br />

L’ultimo libro che ha<br />

letto è “Io non ho paura”<br />

di Niccolò Ammaniti.<br />

(o.s.)<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

Raffaele Schiavi, come mai ha<br />

deciso di lasciare la Campania?<br />

Avevo molte possibilità, ma dopo<br />

che la Salernitana era fallita nel 2005<br />

scelsi Lecce perché lì mi ave-va<br />

voluto mister Gregucci.<br />

Dunque deve a lui il successo?<br />

Sì, Gregucci mi fece debuttare nella<br />

Salernitana in B giovanissimo, e poi<br />

devo molto anche ai miei genitori,<br />

perché mi hanno sempre accompagnato<br />

quando andavo alla scuola<br />

calcio, e continuando su questa strada<br />

sono arrivato in A.<br />

Se la Salernitana non fosse fallita,<br />

avrebbe fatto la stessa scelta?<br />

Non so, questo sarebbe dovuto dipendere<br />

proprio dalla società e da<br />

cosa avrebbe fatto il presidente Aliberti,<br />

se trattenermi oppure no.<br />

Dopo Salsano e Sergio lei è il terzo<br />

cavese ad aver debuttato in A: più<br />

onore o responsabilità?<br />

Secondo me un onore: è una ricompensa<br />

per un ragazzo di Cava che fa<br />

A sinistra<br />

Raffaele Schiavi<br />

in marcatura<br />

su Denis<br />

al San Paolo<br />

di Napoli,<br />

a destra<br />

a dieci anni<br />

con la maglia<br />

della nazionale<br />

di categoria<br />

sacrifici per emergere.<br />

Il suo rapporto con Cava com’è?<br />

A Cava ho tanti amici, quando gioco<br />

titolare telefono sempre ai miei<br />

genitori, e i familiari vanno a casa a<br />

vedere la partita in televisione.<br />

Nella stagione 2004-2005 provò<br />

anche per il Chelsea di un certo<br />

José Mourinho.<br />

Già allora ero in prima squadra alla<br />

Salernitana e Gregucci mi consigliò<br />

di andare al torneo di Viareggio, poi<br />

al mio ritorno a Salerno la società<br />

mi fece sapere che il Chelsea aveva<br />

intenzione di provarmi per una settimana.<br />

Come andò a finire?<br />

Il Chelsea volle ingaggiarmi, ma non<br />

se ne fece nulla perché la Salernitana<br />

chiese tre milioni di euro. Al di là di<br />

questo, ho conosciuto un esperto di<br />

calcio come Mourinho, che è un<br />

maestro.<br />

Come lo ricorda il debutto in A?<br />

Lo ricordo in parte positivamente,<br />

in parte malamente: ci fu l’emozione<br />

per il mio debutto avvenuto il 15<br />

dicembre 2005, ma perdemmo 3-0<br />

con la Sampdoria. Ero nel Lecce e<br />

purtroppo retrocedemmo in B.<br />

Qual è stata la sua bestia nera ?<br />

E’ stato Lavezzi, ma anche Cristian<br />

Bucchi mi ha impressionato quando<br />

ero alla Salernitana.<br />

Il solo rammarico è questo: non<br />

è mai riuscito ad entrare nel giro<br />

dell’Under 21.<br />

Vero, è l’unico dispiacere, ma lì ci<br />

sono giri un po’ grossi: l’anno scorso<br />

a Lecce ero l’unico classe 1986<br />

italiano in una squadra che poteva<br />

vincere il campionato, anche il ds<br />

Angelozzi mi rassicurava sull’eventuale<br />

chiamata dell’Under, ma non<br />

c’è mai stata.<br />

Qual è la sfida che le manca?<br />

Ho iniziato da poco a giocare a calcio.<br />

Spero di andare lontano: uno si<br />

sente calciatore vero quando arriva<br />

in Nazionale o quando vince qualche<br />

trofeo importante. Mi auguro<br />

di riuscirci.


22 Domenica 15 marzo 2009PUNTO it PUNTO com<br />

La moda<br />

“faccia libro”<br />

Facebook il nuovo regno dei cibernetici italiani.<br />

Il social network, fondato nel 2004 negli<br />

Stati Uniti da Mark Zuckerberg, è dall’estate<br />

2008 il sito internet più visitato in Italia (la<br />

conferma arriva da una ricerca condotta da<br />

Nielsen Online presentata al Politecnico di<br />

Milano nel dicembre del 2008 n.d.r.). Un boom<br />

di visite e registrazioni che ha visto l’Italia<br />

in testa alla lista dei Paesi con il maggior numero<br />

di utenti registrati a facebook. Il progetto<br />

nato per conservare i contatti tra studenti,<br />

una sorta di annuario scolastico digitale<br />

che consentiva agli studenti di mantenere<br />

le relazioni esistenti e di fare nuove conoscenze<br />

con gli altri membri dello stesso istituto,<br />

è diventato il luogo di incontro virtuale<br />

più frequentato nel mondo.<br />

Da settembre 2006 chiunque con proprio<br />

indirizzo di posta elettronica può registrarsi<br />

a facebook e interagire con gli otre 175 milioni<br />

di utenti. Un vero cerca persona che permette<br />

di rintracciare vecchi conoscenti che<br />

non si vedono e sentono da anni. Le critiche:<br />

una volta iscritti anche se si cancella il proprio<br />

dominio negli archivi del sito rimangono<br />

informazioni personali dell’ex utente, il<br />

materiale pubblicato può essere usato dagli<br />

amministratori di facebook e l’uso eccessivo<br />

del mezzo porterebbe l’utente a isolarsi dal<br />

mondo reale.<br />

Da febbraio 2008 è possibile far cancellare i<br />

propri dati per sempre con una richiesta<br />

scritta ai gestori del servizio. Per il materiale<br />

pubblicato gli amministratori nel nuovo contratto<br />

di licenza si sono riservati il diritto<br />

all’uso.<br />

Myspace<br />

oscurato<br />

Myspace oscurato da Facebook. Il successo<br />

del sito nato ad Harvard ha ridotto la visibilità<br />

del terzo sito più visitato negli USA. La versione<br />

italiana di Myspace arriva nel 2007,<br />

quattro anni dopo la sua nascita. La comunità<br />

virtuale pensata da Tom Anderson diventa la<br />

cassa di risonanza di giovani artisti in cerca di<br />

visibilità. Molti di loro arrivano prima al pubblico<br />

di internet che a quello delle radio e<br />

delle televisioni.<br />

Il sito si presenta con un layout vivace, la grafica<br />

della pagina può essere personalizzata<br />

dall’utente o predefinita scegliendo gli sfondi<br />

messi a disposizione dal sistema. Come per<br />

Facebook, anche gli utenti di Myspace usano<br />

lo spazio messo a disposizione dal sito per<br />

caricare video, canzoni e parlare di sé.<br />

Nell’interfaccia si trova anche una sezione<br />

dedicata alla posta, i messaggi che si scambiano<br />

gli utenti sono visibili a tutti quelli che<br />

sono registrati a Myspace, un po’ come avviene<br />

per la bacheca di Facebook.<br />

All’inizio i protagonisti di Myspace erano<br />

delle persone sconosciute che speravano di<br />

ricavare dal mezzo un po’ di notorietà, oggi<br />

anche personaggi già famosi si registrano a<br />

Myspace. Uno dei profili più cliccati sul web,<br />

tra gli artisti di casa nostra, è quello di Laura<br />

Pausini con oltre un milione e mezzo di<br />

visualizzazioni e trentamila amici. Enti, associazioni<br />

e imprese con Myspace promuovono<br />

le loro attività e iniziative. Come Facebook<br />

anche Myspace vive con la vendita degli spazi<br />

pubblicitari.<br />

Mark Zuckerberg, padre di Facebook<br />

Lo studente di Harvard, figlio di uno psicologo e di un avvocato, racconta l’avvento e l’evoluzione del social network<br />

più popolare al mondo davanti a una platea di esperti dell’informatica, giovani e appassionati di facebook<br />

La mania della web tv<br />

Regista e produttore dei tuoi video con YouTube<br />

Nel 2005 nasce YouTube, un<br />

portale internet che mette a disposizione<br />

il proprio spazio sul<br />

web per accogliere la pubblicazione<br />

di video creati dagli utenti<br />

che si registrano al sito. Nel<br />

rispetto dei diritti d’autore si<br />

chiede ai “tubers” di caricare<br />

solo i video creati direttamente<br />

da loro e non da terzi. In pochi<br />

mesi il canale telematico denominato<br />

YouTube è invaso da u-<br />

na quantità di video.<br />

All’inizio i network per limitarne<br />

l’ascesa provano ad im-pedire<br />

la trasmissione di alcuni programmi<br />

di propria proprietà,<br />

poi, visto il vasto seguito, decidono<br />

di diventare soci di You-<br />

Tube e di collaborare in diversi<br />

programmi. Nell’ultima campagna<br />

presidenziale USA You-<br />

Tube è stato il medium più diffuso<br />

e la sua e-conomicità ha<br />

permesso a registi “per caso” di<br />

guadagnare anche del denaro.<br />

La piattaforma va sempre più<br />

sce a mantenersi e a<br />

trovare i fondi per<br />

innovare il suo prodotto<br />

telematico. La<br />

libertà di cui gode è<br />

repressa solo negli<br />

Stati in cui vige un<br />

sistema di governo<br />

totalitario. In questi<br />

anni il suo canale<br />

per vari motivi è<br />

stato censurato in<br />

Turchia, Tailandia,<br />

Iran e Brasile. La<br />

Cina stessa ha chiesto<br />

un blocco delle<br />

trasmissioni dopo<br />

le immagini dei disordini<br />

in Tibet apparse sul sito.<br />

I video possono essere scaricati<br />

e trasferiti da YouTube ad altre<br />

piattaforme del web. Per gli<br />

esperti YouTube è un mezzo<br />

diseducativo, portatore di cattivi<br />

consigli e motore del moderno<br />

impoverimento culturale e sociale<br />

in espansione.<br />

Pensieri, opinioni e segreti viaggiano attraverso la rete<br />

Blog: addio diario<br />

L’antenato di Myspace,<br />

di Facebook e di You-<br />

Tube è il blog. Una<br />

sorta di pagina da diario<br />

in formato digitale<br />

aggiornata periodicamente<br />

dall’autore con<br />

scritti, immagini e video.<br />

In America nasce<br />

nel 1997, mentre in<br />

Italia si diffonde nel<br />

2001.<br />

Diversamente dalle<br />

pagine scritte in un diario,<br />

quella del blog non<br />

solo è visibile agli utenti,<br />

ma consente a chi<br />

legge di postare un<br />

commento in merito al<br />

contenuto dello scritto.<br />

perfezionandosi, la tecnologia<br />

video del sito si basa su flashplayer7<br />

un software che consente<br />

di leggere i video nei formati:<br />

WMV, AVI, MOV, 3GP e<br />

MPEG.<br />

YouTube con oltre un milione di<br />

dollari di incassi al giorno derivati<br />

dai banner pubblicitari rie-<br />

Un modo semplice di<br />

interagire che consente<br />

di sviluppare delle<br />

comunità virtuali in cui<br />

scambiarsi pensieri e<br />

opinioni. Un servizio<br />

gratuito basato sul linguaggio<br />

Html con<br />

impostazioni predefinite.<br />

Esistono diverse tipologie<br />

di blog, tra i più diffusi:<br />

il blog personale<br />

(lo usano di so-lito studenti<br />

di scuole superiori<br />

o università), quello<br />

collettivo (più persone<br />

si riuniscono per<br />

affrontare temi co-me<br />

la politica, la lette-ratura),<br />

di attualità (di solito<br />

gli autori sono giornalisti<br />

e scrivono tutte<br />

quelle cose che non<br />

hanno potuto trattare<br />

nel loro giornale di riferimento).<br />

In Italia uno<br />

dei blog più seguiti è<br />

quello del co-mico<br />

genovese Beppe Grillo.<br />

Pagina a cura di<br />

STELLA COLUCCI<br />

I figli<br />

delle<br />

chat<br />

Sul finire degli anni Novanta<br />

si sviluppa la moda<br />

del chattare. Il web mette a<br />

disposizione dei naviganti<br />

uno spazio per interagire a<br />

distanza.<br />

Si creano delle stanze virtuali<br />

in cui si relazionano<br />

milioni di utenti spesso<br />

senza conoscersi nella vita<br />

di tutti i giorni. Nascono<br />

anche delle storie d’amore<br />

e la stessa Rai manda in<br />

onda un programma dedicato<br />

alle chat, l’occasione<br />

per alcuni di loro di incontrarsi<br />

dal vivo. Le comunicazioni<br />

avvengono tra uno<br />

o più utenti, si scambiano<br />

messaggi e altri tipi di file<br />

riducendo le distanze geografiche.<br />

La maggior parte di loro<br />

non si è mai incontrata<br />

nella vita reale e ha mostrato<br />

al suo interlocutore<br />

la sua immagine riflessa<br />

attraverso la tastiera. I rischi<br />

che nascono da queste<br />

relazioni a distanza<br />

non sono pochi: si va dalla<br />

ricezione involontaria di<br />

virus al computer alle lesione<br />

della privacy fino<br />

agli adescamenti e alle<br />

truffe. Naturalmente sono<br />

state numerose anche le<br />

denuncie dei sociologi i<br />

quali sostengono che «le<br />

chat sono veicolo di isolamento<br />

sociale».<br />

Tra passato<br />

e futuro<br />

I programmi di messaggistica<br />

istantanei più diffusi<br />

nella rete sono: Windows<br />

live messenger, Badoo, A-<br />

im, Yahoo, Google talk,<br />

Skype (comunicazione telefonica<br />

tramite il web) e<br />

facebook.<br />

Diversamente dalle prime<br />

chat è possibile inviare<br />

anche dei messaggi tramite<br />

posta elettronica, per<br />

cui si passa da una comunicazione<br />

sincronica ad<br />

una diacronica. Prima di<br />

facebook la chat più usata<br />

in Italia era quella della<br />

piattaforma microsoft conosciuta<br />

come MSN, poi<br />

l’inglese Badoo che a differenza<br />

di altri non ospita<br />

banner pubblicitari e consente<br />

la connessione su<br />

scala locale e globale dei<br />

suoi utenti. Forme moderne<br />

di chat con interfacce<br />

dettagliate, caselle di posta<br />

e spazi riservati ai blog. Il<br />

futuro dell’elettronica digitale<br />

sarà segnato dallo<br />

sviluppo dell’iPhone.


Il piccolo centro<br />

del Beneventano<br />

offre ai visitatori<br />

un turismo di qualità<br />

sociale e culturale.<br />

Cucina di prima scelta<br />

e ottimi prodotti locali<br />

S. Agata de’ Goti dista 25Km da Caserta,<br />

35Km da Benevento, 50Km da Napoli.<br />

Tutti al borgo medievale<br />

FRANCESCO MARIA BORRELLI<br />

Da non perdere un fine settimana<br />

a Sant’Agata de’ Goti piccolo<br />

centro medievale in provincia<br />

di Benevento, riconducibile<br />

alla sannitica Saticula,<br />

menzionata quando nel 343<br />

a.C. vi si accampò il console<br />

Cornelio.<br />

Il paese ha preso l’attuale denominazione<br />

quando nel VI secolo<br />

vi si stabilì una colonia di<br />

Goti. Tra i prodotti tipici come<br />

l’olio leggero e fragrante, e i vini<br />

(disponibili presso l’azienda<br />

vitivinicola Mustilli), si differenzia<br />

la mela annurca. Recentemente<br />

il Touring Club<br />

Italiano le ha conferito la “Bandiera<br />

Arancione”,<br />

che valorizza<br />

l’eccellenza<br />

dell’offerta<br />

turistica di nicchia.<br />

I percorsi turistici<br />

sono immersi<br />

nell’atmosfera<br />

medievale<br />

che caratterizza<br />

il borgo<br />

e si concretizzano<br />

visitando<br />

il Castello che<br />

probabilmente<br />

esisteva già al<br />

La storia<br />

L’assedio di S. Agata nel<br />

1135 fu tappa importate nell’ascesa<br />

di Ruggero II il normanno<br />

nel Sud Italia.<br />

Sant’Agata de’ Goti, percorsi<br />

fra cultura, tradizione e sapore<br />

tempo dei Goti. Seconda tappa<br />

importante è il Duomo che<br />

forse esisteva già dal X secolo<br />

in quanto dal 970 S. Agata era<br />

sede episcopale. La visita all’Episcopio,<br />

previo accordo con<br />

don Abbatiello, è esaustiva del<br />

significato della presenza episcopale<br />

connaturata nel tessuto<br />

sociale cittadino. Di fronte l’edificio<br />

c’è la società operaia di<br />

mutuo soccorso fondata nel<br />

1882 dopo che il paese fu annesso<br />

a Benevento. Punto di<br />

Il premio<br />

Il paese premiato dal Touring<br />

Club Italiano come migliore<br />

piccolo comune per il<br />

turismo di eccellenza.<br />

riferimento turistico è la Pro<br />

Loco, presieduta dal professor<br />

Claudio Lubrano, nella cui sede<br />

c’è anche il Museo di Arte<br />

Contemporanea che tra l’altro<br />

conserva l’antico frantoio della<br />

famiglia Masera. Nel palazzo<br />

omonimo, fruibile grazie alla<br />

dottoressa Sara Cesare oltre al<br />

museo c’è anche la biblioteca.<br />

Interessante è l’area dell’ex monastero<br />

di S. Francesco, costruito<br />

nel 1282, che oggi ospita<br />

il municipio e la chiesa omo-<br />

nima dove è conservato il<br />

famoso sarcofago di Ludovico<br />

Artus, conte di Sant' Agata nel<br />

XIV secolo.<br />

Tra i ristoranti da segnalare<br />

Antro d’Alarico, Duomo, Barbaro,<br />

ma si distingue la Taberna<br />

Saticula dove lo chef<br />

Carlo Russo accosta i sapori<br />

medievali ai prodotti locali e li<br />

trasforma. Si può alloggiare a<br />

prezzi diversi scegliendo tra gli<br />

agriturismi Buro, Mustilli, Stella<br />

Majuri, Piccola Fattoria, o<br />

preferire il Bed & Breackfast<br />

Sentieri Luminosi.<br />

Lo spirito di chi sosta in questa<br />

cittadina deve essere accompagnato<br />

dalla liberazione dei ritmi<br />

della città e<br />

dall’ascolto<br />

I sapori<br />

La “Taberna Saticula” propone<br />

piatti medievali e tipici<br />

dell’epoca del brigantaggio,<br />

tutti artigianali.<br />

WEEK END<br />

del respiro<br />

del posto che<br />

dietro un primo<br />

impatto<br />

di provincialismo<br />

custodisce<br />

e scandisce<br />

dei ritmi<br />

antichi e<br />

genuinamente<br />

umani, ormai<br />

sopiti nei<br />

ricordi colletivi<br />

d’un tempo<br />

lontano.<br />

Domenica 15 marzo 2009<br />

23<br />

Iniziamo da questo numero una rubrica<br />

sul mangiar bene. Coglieremo l’occasione<br />

per dare suggerimenti e consigli sulla scelta<br />

dei prodotti e dei cibi al ristorante.<br />

Zuppa di pesce<br />

di Francesco Maria Borrelli<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

Coccio 500gr; lucerna 500gr; scorfano 500gr;<br />

polpo 500gr; cozze 750gr; vongole 500gr; spernocchie<br />

500gr; peperoncino; aglio; <strong>pomodori</strong><br />

1200gr; olio extravergine d’oliva.<br />

Quantità e tipi di pesce sono modificabili dal personale<br />

ed esperto gusto.<br />

Preparazione:<br />

Mettete olio e aglio in una padella profonda, fate<br />

soffriggere 2-3 minuti aggiungendo il peperoncino.<br />

Levate l’aglio e aggiungete i <strong>pomodori</strong> lavati e<br />

tagliati. Coprite la padella e fate cucinare il pomodoro<br />

a fiamma bassa. Mettete in padella il polpo<br />

lavato e tagliato, e coprite. Fate aprire le cozze in<br />

una pentola, mettetele da parte e conservatene<br />

l’acqua filtrandola in un recipiente. Dopo 15minuti<br />

quando il pomodoro sarà a metà cottura togliete<br />

il coperchio, aggiungete il pesce (pulito all’interno)<br />

e alzate leggermente la fiamma. Di tanto in tanto<br />

aggiungete un po’ d’acqua delle cozze. Tagliate del<br />

pane e croccatelo al forno a 180°. Dopo 10 minuti<br />

girate i pesce e aggiungete le spernocchie lavate e<br />

pulite. Dopo 10 minuti aggiungete le vongole e<br />

fate cuocere per altri 5 minuti. Aggiungete le cozze<br />

e servite in tavola accompagnando a gusto con il<br />

pane bruschettato.<br />

I tempi di cottura variano a seconda della quantità<br />

e della dimensione del pesce. Se il quantitativo è<br />

composto da diversi pesci piccoli i tempi saranno<br />

minori, altrimenti maggiori. In media il tempo<br />

totale di cottura della zuppa va da un minimo di 25<br />

ad un massimo di 45 minuti.<br />

I vini: Canayli (Vermentino di Gallura bianco)<br />

oppure se preferite il rosso la Monella di Bologna<br />

Giacomo (Braida Barbera del Monferraro).<br />

Tra i campani ottima scelta è la Falanghina (Feudi<br />

San Gregorio o Mastroberardino) o il Lacryma<br />

Christi del Vesuvio rosso ( Mastroberardino o Villa<br />

Dora).

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