Nocciole e pomodori taroccati
Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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18 Domenica 15 marzo 2009TERRITORIO<br />
Il centro storico di Benevento a un passo dalla nomina nel patrimonio mondiale dell’umanità<br />
I tesori sanniti stregano l’Unesco<br />
Il complesso di Santa Sofia simbolo della prestigiosa candidatura<br />
L’orgoglio e la determinazione dei<br />
cittadini sanniti varranno a Benevento<br />
l’ingresso nel gotha delle<br />
città patrimonio mondiale dell’umanità:<br />
grazie alla candidatura<br />
Unesco, fortemente sostenuta da<br />
cittadinanza e amministrazione,<br />
presto saliranno alla ribalta nazionale<br />
e internazionale i gioielli dell’architettura<br />
longobarda, da sempre<br />
fiore all’occhiello della città<br />
sannita ma finora poco conosciuti<br />
dal grande pubblico italiano e straniero.<br />
Manca ormai poco al responso<br />
della commissione Unesco, e in<br />
città tutti si dicono ottimisti circa<br />
l’esito del verdetto. Particolarmente<br />
fiducioso è l’assessore alla<br />
cultura Raffaele Del Vecchio,<br />
coordinatore del piano di gestione<br />
che ha reso possibile l’accoglimento<br />
della candidatura beneventana:<br />
«Gli interventi previsti dal piano –<br />
ha dichiarato l’assessore – sono<br />
stati interamente eseguiti, per cui<br />
è difficile credere che la commissione<br />
giudicatrice, che a giugno si<br />
riunirà a Siviglia per decidere,<br />
possa emanare un verdetto negativo».<br />
Dopo mesi di chiusura per restauri<br />
sta per essere restituita alla città<br />
la chiesa di Santa Sofia, edificata<br />
intorno al 760 dal duca longobardo<br />
Arechi II e simbolo della candidatura<br />
beneventana alla Lista del<br />
Patrimonio Mondiale. Sono invece<br />
già terminate le operazioni di<br />
restauro nell’adiacente Museo del<br />
Sannio, istituito nel 1873 e collocato<br />
nella struttura costruita in<br />
origine da Arechi come monastero<br />
benedettino femminile.<br />
Particolarmente lunghi e delicati<br />
gli interventi a cui è stata sottoposta<br />
la chiesa di Santa Sofia. La stessa<br />
era stata infatti soggetta, nel<br />
corso degli anni, a continue rivisi-<br />
tazioni che avevano finito per stravolgerne<br />
l’originario stile longobardo.<br />
Grazie a una equipe di valenti<br />
architetti e restauratori, coordinati<br />
dalla sovrintendente Vega<br />
de Martini, è stato possibile riportarla<br />
all’antico splendore, con<br />
interventi di restauro agli intonaci<br />
interni, agli affreschi, ai pavimenti<br />
e alle colonne di marmo.<br />
«La candidatura Unesco del complesso<br />
di Santa Sofia – assicura<br />
l’assessore Del Vecchio – non resterà<br />
un evento isolato, ma andrà<br />
ad inserirsi in un piano di valorizzazione<br />
dell’intero patrimonio artistico<br />
e culturale della città di Benevento,<br />
che è immenso».<br />
La vera sfida per la città, afferma<br />
l’assessore, è quella che inizia<br />
adesso: «Non bisogna credere che<br />
la candidatura Unesco basti da<br />
sola a trasformare Benevento in<br />
una città turistica. L’amministrazione<br />
comunale sta facendo la sua<br />
parte ma, affinché la città possa<br />
divenire un’importante meta per i<br />
visitatori italiani e stranieri è<br />
necessario riscoprire la “cultura<br />
del welcome”, che è affidata essenzialmente<br />
all’iniziativa imprenditoriale<br />
privata. Sono sicuro che gli<br />
imprenditori non si lasceranno<br />
trovare impreparati».<br />
Servizi di<br />
RAFFAELE PELLEGRINO<br />
La chiesa di Santa Sofia e l’omonima piazza<br />
Ora la via Appia<br />
Dall’Unesco è partita l’individuazione<br />
di un altro sito seriale<br />
italiano, rappresentato dalla<br />
via Appia, e il comune di<br />
Benevento ha già proposto la<br />
sua candidatura con l’Arco di<br />
Traiano, eretto nel 117 d.C.<br />
per celebrare l’apertura della<br />
via Appia Traiana. Un altro<br />
passo verso la valorizzazione<br />
del patrimonio culturale della<br />
città e la sua promozione<br />
come meta turistica da riscoprire<br />
per il grande pubblico.<br />
Il primo<br />
esperimento<br />
italiano<br />
di sito seriale<br />
Il complesso di Santa Sofia si inserisce<br />
nel più vasto sito seriale<br />
denominato “Italia longobardorum.<br />
Centri di potere e di culto<br />
(568-774 d.C.)”, comprendente<br />
altri sei complessi architettonici<br />
siti in altrettanti comuni italiani:<br />
Cividale del Friuli (UD), Brescia,<br />
Castelseprio (VA), Spoleto (PG),<br />
Campello (PG) e Monte S.Angelo<br />
(FG). Tale tipologia è definita dall’Unesco<br />
sito seriale, in quanto<br />
raccoglie in un’unica candidatura<br />
le maggiori testimonianze della<br />
cultura longobarda in Italia nel<br />
suo momento di massima capacità<br />
espressiva, prima della caduta<br />
dei territori del centro e nord<br />
Italia ad opera dei Franchi di<br />
Carlo Magno.<br />
La creazione di un sito di tipo<br />
seriale (di cui quello longobardo è<br />
il primo esperimento italiano)<br />
risponde al criterio, verso il quale<br />
l’Unesco si è andata negli ultimi<br />
anni orientando, di selezionare un<br />
intero periodo storico e rappresentarlo<br />
attraverso le più significative<br />
testimonianze presenti su<br />
di un territorio. La candidatura<br />
dei siti longobardi nasce dall’esigenza<br />
di includere un periodo<br />
della cultura e dell’arte ad oggi<br />
non ancora presente nella lista del<br />
patrimonio mondiale, che mira ad<br />
essere rappresentativa di tutte le<br />
culture e le civiltà del mondo.