Nocciole e pomodori taroccati
Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
- No tags were found...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
12 Domenica<br />
15 marzo 2009<br />
SPECIALE<br />
Le caratteristiche<br />
dell’Igp salernitana<br />
Il momento “no”<br />
delle coltivazioni<br />
di frutta secca<br />
provoca allarme<br />
sull’intero indotto<br />
commerciale<br />
La nocciola di Giffoni, denominata dall’Ue<br />
prodotto ad indicazione geografica protetta,<br />
ha una forma rotondeggiante con dimensione<br />
e spessore nella media. Il guscio è di colore<br />
rossiccio con striature più scure. La polpa è<br />
bianca, dura, aromatica e la pellicola sottile<br />
che la circonda è facilmente staccabile.Ricca<br />
di vitamine E, B, C, è adatta alla tostatura, alla<br />
A fianco, nocciole<br />
pelatura e alla calibratura ed è particolarmente<br />
richiesta dalle industrie dolciarie per la pre-<br />
della lavorazione<br />
In basso, un momento<br />
(foto di Giuseppe Di Maio)<br />
parazione di specialità pasticciere.<br />
Cose turche per la regina irpina<br />
La concorrenza mediorientale fa crollare i profitti della nocciola avellinese<br />
Produzione:<br />
tutti i dati<br />
E’ crisi per i produttori di nocciole irpine. Il calo<br />
dei consumi, l’aumento dei costi e la concorrenza<br />
estera, i motivi del crollo dei prezzi. Meno 50% la<br />
differenza del pagamento dallo scorso anno a<br />
discapito di un’annata che fa segnare un più 25 %<br />
per la produzione. Segni dei tempi del terzo millennio<br />
– dirà qualcuno – ma dati allarmanti per<br />
una provincia, come quella di Avellino, che rappresenta<br />
la metà della produzione campana e così<br />
quasi il 20% di quella nazionale. Ma i dati destano<br />
preoccupazione di più per l’indotto lavorativo ed<br />
economico che vedono nei quasi 10 mila iscritti<br />
come agricoltori, quella spina dorsale che da<br />
almeno 50 anni porta avanti l’entroterra. E con<br />
queste cifre, spiegano gli esperti, non conviene<br />
più lavorare, per un settore che non prevede<br />
ammortizzatori sociali.<br />
La crisi è articolata in un documento dalla<br />
Coldiretti Campania, in particolare dalla sezione<br />
di Avellino, la più colpita dall’emergenza. La relazione<br />
è stata inviata a tutti gli enti per avere una<br />
posizione comune e difendere quel prodotto, per<br />
anni, indotto principale dell’economia provinciale.<br />
Si chiede di farsi carico del problema<br />
ed attuare tutte le misure<br />
per non rischiare di perdere la<br />
“regina” tra le risorse agricole irpine.<br />
Il problema viene da lontano,<br />
come spiega Coldiretti, dalla Turchia,<br />
altra grande produttrice<br />
mondiale di nocciole. L’inferiore<br />
costo del lavoro ed una gestione<br />
nazionalizzata fanno del prodotto<br />
turco quello più venduto sul mercato<br />
internazionale. A discapito di<br />
quello italiano, definito di qualità<br />
a differenza dell’asiatico. Da ciò<br />
nasce quella concorrenza sleale,<br />
come la definisce Coldiretti, che<br />
porta il prodotto estero nell’indotto<br />
industriale italiano con una<br />
consistente diminuzione del nostrano.<br />
Importazioni sulle quali<br />
non sempre vengono disposti quei<br />
controlli sanitari obbligatori per i<br />
prodotti alimentari. I limiti consentiti<br />
di aflatossine, elemento<br />
riscontrato nella nocciola turca,<br />
distingue il prodotto italiano sia<br />
per qualità che per composizione.<br />
E’ questo che chiede Coldiretti,<br />
una netta distinzione tra nocciola<br />
nazionale e importata, anche per<br />
una diversa collocazione commerciale.<br />
Il flusso di importazioni, realizzato a<br />
prescindere da controlli, crea maggiore offerta,<br />
facendo scendere il prezzo.<br />
A tutto vanno aggiunti il calo dei consumi e l’aumento<br />
dei costi e si arriva al prezzo della nocciola<br />
più basso pagato negli ultimi anni. Dai 250 euro<br />
al quintale ai 140 di oggi. E qui l’allarme, il più<br />
grave crollo delle quotazioni del prodotto a questi<br />
livelli, rende non più remunerativa la coltivazione<br />
della nocciola, prevedendo l’abbandono dei<br />
campi.<br />
Una Irpinia senza più nocciola sembra uno scenario<br />
poco immaginabile. La risorsa che è stata<br />
uno dei maggiori indotti economici della provincia<br />
da mezzo secolo, può mai scomparire? Se non<br />
si prendono seri provvedimenti e non di carattere<br />
assistenziale, (non è questo che chiede la<br />
Coldiretti – ndr), sembra che gli anziani agricoltori<br />
e i giovani imprenditori debbano iniziare a<br />
pensare ad un futuro diverso.<br />
L’Italia produce circa<br />
100 mila tonnellate<br />
l’anno di nocciole,<br />
l’80 % della produzione<br />
comunitaria.<br />
In Europa, producono<br />
nocciole anche la<br />
Spagna (30 mila tonnellate)<br />
e la Francia<br />
(tra le 5 e le 6 mila).<br />
La Regione Campania<br />
con 40 mila<br />
tonnellate rappresenta<br />
il 40 % del prodotto<br />
nazionale di<br />
cui la metà è coltivato<br />
nella provincia di<br />
Avellino. L’irpinia<br />
rappresenta quindi<br />
quasi un quarto della<br />
produzione nazionale.<br />
Anche la “tonda<br />
giffonese” con 65<br />
mila quintali ha la<br />
sua fetta di mercato.<br />
Pagina a cura di<br />
GIOVANNI SPERANDEO<br />
BARBARA TROTTA<br />
GIFFONI: RIGENERARE LO SPIRITO ASSOCIATIVO<br />
La qualità della “Tonda” non si paga<br />
La crisi non risparmia la<br />
nocciola di Giffoni, chiamata<br />
anche “tonda giffonese”,<br />
coltivata in dodici Comuni<br />
situati nell’area dei<br />
Monti Picentini e della valle<br />
dell’Irno. Con una produzione<br />
media di circa sessantacinquemila<br />
quintali è<br />
una delle varietà più importanti<br />
d’Italia, utilizzata soprattutto<br />
dall’industria dolciaria<br />
nazionale. Conosciuta<br />
fin dall’antichità, la<br />
sua coltivazione si è specializzata<br />
nel Medioevo e diffusa<br />
nel Novecento. Nel<br />
1997 il prodotto ha ottenuto<br />
l’IGP (indicazione geografica<br />
protetta).<br />
Attualmente sta attraversando<br />
un periodo difficile<br />
dovuto soprattutto ad una<br />
caduta di prezzo per i produttori<br />
che si protrae da<br />
circa tre anni. Da un picco<br />
massimo ottenuto negli anni<br />
2002 -2003 con 430 euro<br />
a quintale, si è passati ad<br />
La Coldiretti predispone un piano per uscire dall’emergenza<br />
Maggiori controlli, una politica commerciale<br />
propositiva e incentivi per la ricerca<br />
scientifica. Non chiede ammortizzatori sociali<br />
la Coldiretti per uscire dalla crisi delle<br />
nocciole ma un impegno concreto e azioni<br />
mirate.<br />
Otto i punti del documento presentato al<br />
Governo e amministrazioni cittadine: rafforzamento<br />
dei controlli qualitativi e fitosanitari<br />
alle frontiere, affinché questi<br />
avvengano in condizioni di trasparenza e<br />
obiettività: le nocciole importate, sia in<br />
guscio che lavorate, debbono rispettare le<br />
stesse norme imposte dalla Ue; incontro<br />
con il governo Turco affinché, senza pregiudicare<br />
gli interessi reciproci, si avvii una<br />
politica che migliori le condizioni dell’offerta<br />
senza danneggiare il mercato interno;<br />
pressioni politiche sulla Ue che potrebbe<br />
modificare i controlli sanitari, innalzando i<br />
limiti di tossine presenti nel prodotto turco<br />
e agevolandone così maggiori importazioni;<br />
la difesa delle norme di commercializzazione<br />
per le nocciole fresche che la commissione<br />
europea vorrebbe abrogare e l’obbligo<br />
dell’indicazione di origine per i prodotti<br />
trasformati per consentire una corretta<br />
informazione al consumatore; controllo<br />
di eventuale concorrenza sleale del<br />
Governo turco con comunicazione alla<br />
commissione Ue per l’ipotesi di dumping e<br />
relativa applicazione di dazi; promozione<br />
del consumo del prodotto italiano sui mer-<br />
Negli ultimi tre anni i prezzi calati<br />
fino a 200 euro a quintale<br />
appena 200 euro a quintale.<br />
Secondo Eligio Troisi, presidente<br />
dell’associazione<br />
produttori nocciola tonda<br />
di Giffoni fino al 2003, la<br />
responsabilità di quanto accade<br />
non è attribuibile né<br />
alla concorrenza, da cui la<br />
“Tonda” si difende per la<br />
sua qualità, né alla crisi<br />
mondiale, ma è da ricercarsi<br />
«nel rallentamento della<br />
fase associativa dei produttori,<br />
e nel conseguente allentamento<br />
della pressione<br />
sul prezzo». Il troppo potere<br />
degli intermediari, in una<br />
filiera eccessivamente lunga,<br />
ha portato all’impoverimento<br />
dei produttori e non<br />
ha dato nessun vantaggio ai<br />
consumatori, che pagano<br />
dieci euro per un chilo di<br />
nocciole.<br />
Se questa situazione di depressione<br />
dovesse perdurare,<br />
c’è il rischio di un abbandono<br />
della coltivazione e<br />
questo avrà inevitabilmente<br />
ripercussioni che si tradur-<br />
La rinascita in otto punti<br />
Maggiori controlli alle frontiere e più ricerca scientifica<br />
cati orientali emergenti come per esempio<br />
quelli della Cina e dell’India; incentivazione<br />
della ricerca scientifica sulle spiccate<br />
proprietà antidepressive e anticolesterolo<br />
delle nocciole; creazione di un osservatorio<br />
permanente sulla nocciola che consenta un<br />
costante monitoraggio sul mercato. Si<br />
acquisirebbero così dati certi sulla produzione,<br />
importazioni, prezzi e condizioni,<br />
impedendo fenomeni di cartelli commerciali<br />
che potrebbero danneggiare consumatori<br />
e coltivatori.<br />
Manifestazione di protesta della Coldiretti<br />
ranno in licenziamenti ed<br />
anche nella chiusura delle<br />
aziende interessate.<br />
Per Troisi, quindi, bisogna<br />
esaminare gli errori che<br />
sono stati commessi nel<br />
passato, rigenerare lo spirito<br />
associativo, accorciare la<br />
filiera e creare condizioni di<br />
trasformazione della nocciola<br />
a livello locale, le cui<br />
mancanze provocano la<br />
perdita di valore aggiunto e<br />
di risorse di occupazione.<br />
Soltanto in questo modo,<br />
infatti, si potrebbe creare<br />
una garanzia di qualità ai<br />
consumatori e di reddito<br />
nei confronti dei produttori,<br />
che potrebbe, poi, spingerli<br />
a investire sia dal<br />
punto di vista dell’aumento<br />
dell’impiego di macchine,<br />
sia da quello del miglioramento<br />
delle pratiche agronomiche,<br />
come ad esempio<br />
la concimazione e la potatura.<br />
Ciò porterebbe, inoltre,<br />
ad un prezzo più giusto<br />
e trasparente.<br />
CAMPANIA<br />
Una corsia preferenziale<br />
come per la mozzarella<br />
di bufala. Questa la strada<br />
intrapresa dall’assessore<br />
regionale all’ Agricoltura<br />
e Attività Produttive,<br />
Andrea Cozzolino,<br />
disponibile a varare<br />
un piano anticrisi per la<br />
nocciola. Lo ha ribadito<br />
dopo l’incontro con una<br />
delegazione della Coldiretti<br />
irpina, in cui ha<br />
confermato l’impegno ad<br />
affrontare il problema.<br />
COMUNI<br />
Sono pronti a scendere<br />
in piazza i sindaci dei<br />
Comuni del Vallo di<br />
Lauro e del Baianese, la<br />
zona più interessata dalla<br />
crisi che ha colpito le<br />
nocciole. Alcuni sindaci<br />
hanno già preparato la<br />
delibera di giunta in cui<br />
si chiede ai vari ministeri<br />
di intervenire a livello<br />
europeo per arginare l’emergenza<br />
di un settore<br />
importante per l’economia<br />
locale.