14 Domenica 15 marzo 2009 @www.ilgiornalista.unisa.it
Un centro di eccellenza per l’assistenza ai disabili è da dieci anni nella rurale Castel Campagnano un paese al confine tra Caserta e Benevento Terapie motorie in una piscina del centro e in basso la struttura d’accoglienza C’è l’Oasi, un sorriso DANIELE DE SOMMA per tutti i disabili Addio barriere: la struttura è tutta al pianterreno Si ha la sensazione di trovarsi in un luogo lontano dal mondo reale, quando si arriva al centro residenziale di riabilitazione neuromotoria L’Oasi di Castel Campagnano, a venti chilometri da Caserta. Qui tutto è a misura di disabile: l’intera struttura è al piano terra per un totale di 10.000 metri quadri coperti e ben 35.000 metri quadri tra area verde, strutture sportive e ricreative. Nessuna barriera architettonica: una carrozzina può superare ogni porta facilmente, corrimani dovunque, in ogni corridoio e padiglione. Una vera Oasi che accoglie circa 150 tra giovani e anziani dalle patologie più diversificate, divisi in varie fasce di assistenza che vanno dal convitto all’assistenza domiciliare. Il centro di accoglienza nasce nel 96 dall’iniziativa dell’imprenditore Gennaro Pascariello, ed è stato lui a volerlo lontano dai centri urbani, per dare ai suoi ospiti un ambiente salubre e a contatto diretto con la natura. La struttura, diretta dal dott. Gennaro Ascione, è composta da 16 unità abitative che ospitano ognuna quattro camere da tre posti letto e una sala soggiorno, battezzate con nomi di fiori: Biancospino, Ginestra, Rosa. Più il ristorante da 150 coperti e l’albergo da 32 posti letto per le famiglie dei ricoverati in visita. Ogni padiglione è in comunicazione con gli altri attraverso un dedalo di corridoi coperti, così ogni posto è raggiungibile dall’interno. Completano la struttura due piscine (una coperta), due palestre, un auditorium-teatro, strutture all’avanguardia per fisiochinesi terapia, laser terapia, logopedia, neuropsicomotricità e una serie di laboratori per le “terapie occupazionali”. Si tratta di una serie di terapie laboratoriali che, secondo il coordinatore, il sociologo Alfredo Stella «consentono ai diversamente abili di avere momenti di socializzazione e integrazione».I pazienti possono anche contare su una serie di attività che spaziano in diversi campi: ceramica, bricolage, pittura, cucina e sport. E anche “ippoterapia” (all’Oasi c’è perfino un maneggio), fino ad arrivare al teatro, con la compagnia Mani Nel Cappello, coordinata dal terapista Constantino Gallicola. Non mancano iniziative come il fumetto e il giornalismo. Infatti i ragazzi dell’Oasi sono anche redattori di una rivista interna: Informal’Oasi in Un filmato per la ricerca ORLANDO SAVARESE Ecco l’esempio di come possono intrecciarsi sentimento e ricerca. In memoria del difensore della Cavese Catello Mari, scomparso tragicamente il 16 aprile di tre anni fa, nascerà una borsa di studio con il suo nome all’ospedale di Genova Giannina Gaslini, con la sinergia dell’Amri. La borsa di studio, che è la prima proposta dal Mezzogiorno, deriva dal progetto della famiglia Mari di finanziare la produzione di un dvd promosso dall’agenzia di comunicazione L’Albero (in particolare da Antonio Ioele e Vincenzo Paliotto). Finora sono stati raccolti oltre 4500 euro la cui devoluzione al Gaslini avverrà in estate in favore della ricerca sulle malattie reumatiche infantili. Il lungometraggio si intitola “Ciao Catello, Calciatore, Amico e Fratello”, contiene le testimonianze degli ex compagni di Mari, ed ha vinto il premio della Catello Mari (foto Michele Sica) critica al Festival del Cinema di Milano per aver rappresentato i valori che il cinema sportivo vuole. Ma possono mai bastare 38 minuti per ricordare uno sportivo? Malgrado i pochi anni di professionismo, Catello ha lasciato il segno ovunque, leale come calciatore e come uomo. A Caserta è definito “Il Guerriero”, e a Cava lo chiamano “Il Leone”. Persino la SS Cavese, quinta nel torneo di I Divisione, in suo onore potrebbe ritirare la maglia numero 6 se riuscirà a tornare in B. La scheda Dove:Via Castagneta n.8 Castel Campagnano (Ce) Superfice tot: 45.000 mq Interni: 10.000 mq Posti letto: 192 Strutture sportive: campetti di calcio a cinque e basket, piscine ed anche un maneggio. cui loro stessi raccontano le loro esperienze e le continue iniziative che li vedono coinvolti. E sono diverse le occasioni in cui il centro si apre alla collettività: «Il primo è il progetto Boomerang– spiega il dott. Stella – che si prefigge di far conoscere ai ragazzi normodotati delle scuole la realtà completamente diversa della disabilità Poi abbiamo creato un progetto sportivo a maggio, con altri cinque centri per disabili della Campania: “Sportivissimamente”». Inoltre i ragazzi partecipano a diversi momenti teatrali, tra cui il festival per le scuole “Pulcinellamente” a Sant’Arpino, dove sono ospiti fissi. «Una struttura privata ma convenzionata con il servizio sanitario nazionale. – precisa Stella – E i pazienti che ospitiamo nella nostra struttura non pagano retta: a questa ci pensa la Regione». SOLIDARIETA‘ Domenica 15 marzo 2009 15 Quarto, il sindaco medico “Non denuncio i clandestini” GERMANA GRASSO “Qui non si denuncia nessuno”. Questa la scritta che accoglie chi arriva nel primo ambulatorio per malattie infettive per stranieri temporaneamente presenti (Stp) in Italia. Così Quarto, nell’area flegrea, risponde all’emendamento al ddl che prevede l’abrogazione del divieto per i medici di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche. L’ambulatorio nasce dalla sinergia tra l’ospedale Cotugno, l’Asl Napoli 2 e il Distretto sanitario 59 di Quarto. Il progetto-pilota, finanziato dalla Provincia di Napoli con 18mila euro annui, ha una popolazione di riferimento di oltre 8mila potenziali pazienti. Il sindaco di Quarto, Sauro Secone, ha anche proposto la raccolta firme “Io, medico, non denuncio” per sensibilizzare i camici bianchi al rispetto del giuramento di Ippocrate, che impone di prestare soccorso a chiunque ne abbia bisogno. «Siamo in controtendenza ri-spetto a chi vorrebbe l’uso del bastone nei confronti dei cittadini stranieri, ai quali noi tendiamo la mano». L’ambulatorio, in corso Italia, è aperto due mercoledì al mese dalle 17 alle 19.30 e si avvale della collaborazione dell’associazione di volontariato “Ashiwa”, da anni impegnata in progetti di integrazione degli extracomunitari. La struttura potrà accogliere 16 anziani Vico, apre l’ospizio CLAUDIA ESPOSITO La casa di riposo di via Madonnelle spalancherà presto le sue porte ai primi ospiti. Sono state infatti aperte le selezioni per i 16 posti disponibili: possono inoltrare la richiesta tutti i cittadini over 65 che siano autosufficienti o semiautosufficienti, in grado di partecipare alla vita di collettività. Il 27 marzo è il termine ultimo per presentare le richieste al Comune: successivamente sarà stilata la graduatoria che terrà in conto la residenza a Vico Equense e le condizioni familiari ed economiche. L’ elenco sarà aggiornato due volte l’ anno: per i primi otto ammessi è prevista una compartecipazione alle spese di gestione in base alle condizioni economiche. Per i restanti, l’ ente gestore si riserva di stabilire le modalità di accesso. Sembra quindi volgere al termine una questione annosa che da tempo vede gli anziani vicani smistati in soluzioni precarie. La nuova struttura, del valore di un milione di euro, era stata completata anni fa e lasciata inutilizzata. Nel 2006 l’ inaugurazione alla presenza del commissario prefettizio Pasquale Manzo e dell’ arcivescovo Felice Cece, ma senza l’ avvio delle attività. La storia della casa di riposo vicana affonda però le radici agli inizi del secolo scorso: nel 1920 il cavaliere Luigi De Feo lasciò in eredità 2 milioni per provvedere all’ assistenza dei più deboli. Dopo la chiusura della vecchia struttura, gravemente danneggiata dal terremoto del 1980, gli anziani furono ospitati in vari alberghi della città. Da ultimo gli ospiti erano alloggiati in un appartamento a Moiano: il ricovero, partito come provvisorio, ha funzionato negli ultimi dodici anni, fino al sequestro dello scorso 27 agosto dai carabinieri su ordine della Procura di Torre Annunziata. All’ origine del provvedimento l’ assenza di specifiche autorizzazioni per la prestazione di assistenza agli anziani e la valutazione dei Nas che hanno giudicato i luoghi “assolutamente insalubri e privi di manutenzione”. Da allora, i 12 ospiti della casa di riposo sono stati smistati negli ospizi di Meta, Sant’ Agnello e Castellammare di Stabia.