Nocciole e pomodori taroccati
Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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In ginocchio le industrie della Valle Caudina<br />
Fabbriche a pezzi<br />
BENEVENTO<br />
PRIMO PIANO Domenica 15 marzo 2009<br />
7<br />
Le quattro tappe della crisi<br />
stracciato il tessile<br />
Airola, rilancio mancato. Rischiano in 500<br />
Il progetto del Contratto di<br />
area di garantire occupazione<br />
e sviluppo ad Airola, in provincia<br />
di Benevento, è crollato<br />
sotto i colpi della crisi economica<br />
che ha colpito tutto il<br />
mondo.<br />
«E’ un’emergenza nata già<br />
vecchia», commenta un anziano<br />
operaio, facendo il<br />
punto su quel che accade<br />
nelle fabbriche del polo tessile<br />
della cittadina. La Tessival<br />
Sud , la Benfil e le più piccole<br />
Radici Tappeti e Warmor Sud<br />
sono fabbriche che avrebbero<br />
dovuto rilanciare nel Sannio<br />
ed in Valle Caudina l’industria<br />
e anche l’occupazione.<br />
Almeno è quello che prevedeva,<br />
appunto, il Contratto<br />
d’area, stipulato nel 1999 e<br />
incoraggiato da ingenti finanziamenti<br />
statali.<br />
I dubbi tuttavia sono molti: ci<br />
si chiede in particolare se<br />
fosse proprio il tessile, in crisi<br />
da anni a livello nazionale, il<br />
settore su cui investire, specialmente<br />
in un’epoca in cui<br />
la concorrenza orientale sembra<br />
invincibile. Dubbi, condivisi<br />
dal sindacato, che dopo<br />
qualche anno si sono tradotti<br />
in realtà: la Tessival Sud entra<br />
in crisi, adducendo varie<br />
motivazioni che hanno lasciato<br />
perplessi (alti costi dell’energia,<br />
necessità di costruire<br />
un parco eolico, impossibilità<br />
di pagare l’affitto<br />
dei capannoni di proprietà<br />
del Comune).<br />
Dapprima i lavoratori, oltre<br />
200, sono stati messi in cassa<br />
integrazione, dopo aver contratto<br />
mutui, dopo aver messo<br />
su famiglia, nell’illusoria<br />
certezza di un posto di lavoro<br />
sicuro, solida base per costruire<br />
la propria vita. E a maggio<br />
sarebbe scattata la mobilità,<br />
polverizzando tutte le<br />
speranze dei lavoratori, ma<br />
l’eventualità è stata scongiurata<br />
grazie all’intervento del<br />
ministero del Welfare, grazie<br />
al quale gli operai potranno<br />
usufruire fino a dicembre<br />
della cassa integrazione. Non<br />
va meglio per la Benfil, tassello<br />
fondamentale per la produzione<br />
della Tessival, che ha<br />
annunciato mesi fa l’intenzione<br />
di chiudere, pure qui, ufficialmente,<br />
a causa della mancanza<br />
di commesse, di alti<br />
Alcuni momenti<br />
della manifestazione<br />
di protesta organizzata<br />
dai sindacati<br />
il mese scorso<br />
con la partecipazione<br />
dell’amministrazione<br />
comunale di Airola<br />
costi dell’energia. Anche in<br />
questa fabbrica il dramma<br />
della perdita del lavoro coinvolgerebbe<br />
oltre cento operai.<br />
Le previsioni sembrano tutt’altro<br />
che rosee, una ripresa<br />
dell’attività industriale è difficilmente<br />
ipotizzabile. La<br />
chiusura delle fabbriche di<br />
Airola rappresenterebbe per<br />
il Sannio e la Valle Caudina,<br />
realtà già caratterizzate da<br />
desertificazione industriale e<br />
impoverimento sociale, un<br />
vero disastro economico. Al<br />
fianco dei lavoratori, hanno<br />
preso posizione i sindacati,<br />
Ciro Rungi, responsabile provinciale<br />
della Cisl Femca ha<br />
dichiarato, preliminarmente<br />
all’intervento del ministero<br />
del Welfare, che « con l’inizio<br />
di maggio scade la cassa integrazione<br />
della Tessival e<br />
come noto, l’azienda ha già<br />
provveduto ad aprire le procedure<br />
di mobilità. E’ una<br />
scadenza che mette a dura<br />
prova tutti noi – aggiunge<br />
Rungi – per la capacità di<br />
organizzare risposte solidali<br />
rispetto alle vicende dei lavoratori<br />
della fabbrica ».<br />
L’assenza di prospettive acentua<br />
il nervosismo, la rabbia,<br />
che rendono difficile il governo<br />
e i comportamenti dei singoli<br />
e della collettività all’interno<br />
delle iniziative di lotta».<br />
Per ora le risposte prospettate<br />
dai sindacati consistono<br />
nel prolungamento della casa<br />
integrazione straordinaria,<br />
per evitare che «i guasti d’impresa<br />
siano scaricati esclusivamente<br />
sui lavoratori e sulle<br />
lavoratrici».<br />
Restano molti gli interrogativi<br />
su una crisi probabilmente<br />
evitabile: gli obblighi derivanti<br />
dal Contratto d’area sono<br />
stati rispettati fino in fondo<br />
dalle aziende, anche in virtù<br />
degli ingenti finanziamenti<br />
statali ricevuti? Perché nessuna<br />
ipotesi di diversificazione<br />
produttiva e nessun piano di<br />
rilancio sono stati proposti<br />
dalla proprietà?<br />
Interrogativi che in oltre un<br />
anno di crisi e di lotte sindacali<br />
non hanno ottenuto risposte<br />
soddisfacenti.<br />
Pagina a cura di<br />
CRISTIANO VELLA<br />
1993<br />
Chiude l’AlfaCavi, ex<br />
azienda del gruppo Pirelli<br />
che produce cavi<br />
telefonici, 432 operai<br />
perdono il lavoro.<br />
1999<br />
Viene firmato il Contratto<br />
d’area per garantire<br />
la ripresa, con l’inserimento<br />
di industrie<br />
del settore tessile.<br />
I numeri del tracollo<br />
154,3 milioni di euro:<br />
l’investimento statale per<br />
le cinque aziende del<br />
Contratto d’area.<br />
650: le unità lavorative che<br />
1994<br />
Nasce la Promair, consorzio<br />
di Enti guidato da<br />
Arnaldo Ricciuto (nella<br />
foto) con l’incarico di riconvertire<br />
l’area.<br />
2008<br />
Le fabbriche del polo<br />
tessile di Airola entrano<br />
in crisi. Centinaia di<br />
operai vengono messi<br />
in cassa integrazione.<br />
avrebbero dovuto essere<br />
occupate nella riqualificazione<br />
500: i lavoratori che rischiano<br />
di perdere il posto.<br />
Tessival Sud<br />
il tassello<br />
principale<br />
La fabbrica è di proprietà<br />
della Tessival Group di<br />
Azzano San Paolo (paese<br />
in provincia di Bergamo),<br />
una delle più importanti<br />
case di trading tessile d’Europa<br />
già dagli anni ’60. Ha<br />
sede nell’ex area dell’Alfacavi,<br />
in capannoni di<br />
proprietà del Comune.<br />
Nello stabilimento di Airola<br />
con un impianto di tessitura<br />
“Sulzer” si producono<br />
tessuti grezzi da destinare<br />
a vari settori, da quello dell’abbigliamento<br />
a quello<br />
dell’arredamento, fino all’utensileria.<br />
Si avvale del lavoro delle<br />
altre fabbriche del gruppo,<br />
tra queste c’è la Benfil. I<br />
trecentocinque operai dello<br />
stabilimento di Airola<br />
producono oltre cinquantasei<br />
milioni di metri quadri<br />
di tessuto l’anno.<br />
Il capitale sociale della<br />
Tessival s.r.l. è di ventinove<br />
milioni di euro.<br />
De Longis, vicepresidente di Confindustria Campania<br />
«Contratto d’area<br />
strategia sbagliata»<br />
Una crisi che sta investendo un’area<br />
di crisi, Francesco De Longis vicepresidente<br />
della Confindustria<br />
Campana, che cosa non ha funzionato<br />
?<br />
Ritengo che sono state sbagliate, quando<br />
si è dato vita al Contratto d’Area di<br />
Airola, la strategia e la scelta del settore.<br />
Già quando si avviò l’idea di un<br />
Contratto d’area, Confindustria suggeriva<br />
di puntare su settori emergenti e<br />
soprattutto di diversificare anche gli<br />
investimenti. Fare una scelta monosettoriale,<br />
produzione di filati, e puntare<br />
su due grandi gruppi, ha significato<br />
replicare, in negativo, la precedente<br />
esperienza (crisi Alfacavi n.d.r.) .<br />
Infatti, entrando in crisi l’unico comparto<br />
sul quale si scommetteva, non<br />
sarebbe stato possibile bilanciare il<br />
possibile rischio che sempre e comunque<br />
esiste nel settore industriale.<br />
A pochi anni da grossi finanziamenti<br />
statali che cosa è successo ?<br />
Non sono i finanziamenti che fanno<br />
l’azienda bensì il mercato. Nel Mez-<br />
zogiorno spesso si finanziano iniziative<br />
in settori che hanno problemi ancora<br />
prima di nascere. Nel caso di specie<br />
va detto che la crisi è dovuta a diverse<br />
concause, dall’impennata del costo<br />
della materia prima, all’incetta sul<br />
mercato della materia prima da parte<br />
dei Paesi orientali, alla forte incidenza<br />
del costo per unità di prodotto rispetto<br />
ai competitor internazionali,al notevole<br />
incremento del costo delle fonti<br />
energetiche.<br />
Di chi la responsabilità ?<br />
Ritengo inutile cimentarsi in questa<br />
ricerca. La mia opinione è che c’è stato<br />
un errore di programmazione di sviluppo<br />
territoriale e quando si commettono<br />
questi errori la responsabilità<br />
è di tutto il sistema provinciale, quindi,<br />
nessuno può chiamarsi fuori.<br />
L’ingresso nel mercato tessile italiano<br />
da parte degli orientali era avvenuto<br />
già da tempo, in base a ciò si<br />
sarebbe potuta prevedere l’attuale<br />
crisi ?<br />
Potrei risponderle di no ma direi una<br />
parziale bugia. Credo che quell’investimento<br />
doveva prevedere una strategia<br />
di rilancio innovativo del settore.<br />
L’unica chance che avevamo era quella<br />
di consentire l’attuazione di processi di<br />
ricerca e di innovazione per realizzare<br />
nuovi prodotti e, soprattutto, un’attività<br />
di formazione continua che avrebbe<br />
elevato il target delle professionalità<br />
e , in parte, contenuto i costi per unità<br />
di prodotto. Occorreva attivare un<br />
processo di sistema che non c’è stato.<br />
Tutte le aziende del Contratto d’area<br />
sono in crisi ?<br />
Purtroppo mi risulta di si .<br />
Benfil:<br />
sorella<br />
minore<br />
Anche la Benfil S.r.l. è di<br />
proprietà della bergamasca<br />
Tessival Group. E’ un<br />
tassello fondamentale della<br />
produzione dell’altra<br />
fabbrica di tessuti airolana,<br />
la consorella Tessival Sud.<br />
Pure la Benfil infatti opera<br />
nei capannoni ex alfacavi,<br />
di proprietà del Comune,<br />
Negli stabilimenti Benfil,<br />
sono presenti impianti di<br />
filatura “Reiter Open End”<br />
di nuovissima generazione,<br />
destinati alla produzione,<br />
nel dettaglio, di filati di<br />
cotone compatti, grazie ai<br />
quali si realizzano tessuti<br />
destinati a vari usi. I dipendenti<br />
della fabbrica sono<br />
154 e il capitale sociale è di<br />
oltre 15 milioni di euro.<br />
Nell’ultimo anno ha accusato<br />
diverse difficoltà, in<br />
particolare la crisi di commesse<br />
e gli alti costi energetici,<br />
giungendo ad annunciare<br />
l’intenzione di<br />
cessare le attività.