Nocciole e pomodori taroccati
Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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L’INTERVISTA<br />
SPETTACOLI Domenica 15 marzo 2009<br />
La Razzi lascia, ma resta direttrice della scuola del San Carlo, la più antica d’Italia<br />
Anna, la madre di tutti i balletti<br />
“Un popolo senza cultura non ha futuro. Bisogna investire sul teatro”<br />
19<br />
GERMANA GRASSO<br />
Passione per la danza, ricerca di<br />
autodisciplina, profondo amore<br />
per i giovani. Anna Razzi, ex direttrice<br />
del corpo di ballo del teatro<br />
San Carlo di Napoli, lascia il testimone<br />
a Giuseppe Carbone, ma<br />
continuerà a essere direttrice della<br />
scuola, a lei affidata dal 1990. «Otto<br />
corsi al giorno, suddivisi tra il<br />
teatro Politeama e palazzo Fuga,<br />
poiché il San Carlo era in restauro.<br />
Era una situazione difficile - così<br />
spiega le motivazioni dell’abdicazione<br />
- allora ho chiesto a Nastasi<br />
[commissario del San Carlo, ndr]<br />
di potermi occupare solo della<br />
scuola. Il mio contratto sarebbe<br />
scaduto a settembre 2009».<br />
Il San Carlo ha ancora pochi<br />
spettacoli di balletto nel programma?<br />
In questi due anni ho cercato di<br />
incentivare l’allestimento di balletti,<br />
ma l’ostacolo principale è stato<br />
trovare i fondi. Ora la situazione<br />
dovrebbe migliorare: Nastasi ha<br />
dichiarato di voler investire sul<br />
corpo di ballo.<br />
I napoletani non hanno la cultura<br />
del balletto?<br />
Poco. Eppure a Napoli c’era una<br />
grande tradizione. Non riesco a<br />
spiegarmelo …<br />
Inciderà anche l’aspetto economico:<br />
il prezzo del biglietto è<br />
alto.<br />
Non c’è la politica del prezzo<br />
popolare, certo. Ma si fanno anche<br />
prove generali aperte al pubblico,<br />
al costo di pochi euro. Bisognerebbe<br />
fare qualche prova generale<br />
in più, aperta al pubblico e rivolta<br />
soprattutto ai giovani.<br />
Pensa che dopo il restauro qual-<br />
Anna Razzi nel “Lago dei cigni” (1985), teatro alla Scala, regia di F. Zeffirelli. Foto di Alessio Buccafusca<br />
cosa cambierà per il San Carlo?<br />
Me lo auguro. Il commissario ha<br />
fatto molto per far conoscere questo<br />
teatro e le sue problematiche.<br />
Ha organizzato eventi, come il<br />
concerto di Muti o di Zubin Meta<br />
o Bolle & friends. Lo scopo era attirare<br />
il pubblico. Sa, il napoletano<br />
è un pò distratto.<br />
Bisogna puntare sul grande<br />
evento, quindi?<br />
Sì, almeno per rilanciare il teatro,<br />
la lirica e il balletto. È giusto stuzzicare<br />
la curiosità rivolgendosi alla<br />
massa, non puntando solo a una<br />
èlite.<br />
Ma è inevitabile che in periodi di<br />
crisi si tagli sulla cultura.<br />
È sbagliato. Perché i popoli si<br />
distinguono per la loro cultura e le<br />
loro tradizioni ne fanno la storia.<br />
Un popolo senza storia non esiste.<br />
Bisognerebbe comprendere l’importanza<br />
della cultura per il nostro<br />
futuro.<br />
Come è considerata la danza all’estero?<br />
Di più che in Italia. Qui lottiamo<br />
per imporci. Napoli non sa custodire<br />
le tradizioni e le bellezze.<br />
Può fare un punto sulla sua carriera?<br />
Ho sulla scrivania una relazione<br />
del 1991: ero direttrice da otto<br />
mesi. Contiene le mie riflessioni su<br />
come dovrebbe essere una scuola a<br />
livello europeo. Ora ho una sala in<br />
più per i corsi, qualche passo avanti<br />
è stato fatto, ma è ancora troppo<br />
poco.<br />
Come se lo spiega?<br />
Penso che ci sia troppa superficialità.<br />
La formazione di un ragazzo è<br />
importantissima, perché è il nostro<br />
futuro. I giovani devono essere<br />
guidati bene, da docenti competenti.<br />
In un epoca così difficile non<br />
possiamo mandarli allo sbaraglio.<br />
Una vita<br />
in punta<br />
di piedi<br />
Dal 1990 Anna Razzi è alla<br />
guida della più antica scuola<br />
di danza d’Italia, nata nel<br />
1812.<br />
Diplomata alla scuola dell’Opera,<br />
la Razzi è stata prima<br />
ballerina ed Etoile alla Scala<br />
fino al 1985. Si diploma anche<br />
all’Accademia d’Arte Drammatica.<br />
Ha danzato con Rudolf<br />
Nureyev, Paolo Bortoluzzi,<br />
Peter Schauffus, Roland<br />
Petit, Patrick Dupont e<br />
altri. Si è esibita nei teatri di<br />
Montecarlo, New York, San<br />
Paolo in Brasile, Amsterdam,<br />
Liegi, Anversa, Lussemburgo,<br />
Parigi e Londra. Tra i numerosi<br />
spettacoli che hanno<br />
visto, a vario titolo, la sua partecipazione,<br />
anche la Giselle,<br />
l’ultimo spettacolo di Roberto<br />
Bolle al San Carlo, di cui ha<br />
firmato la coreografia, ispirandosi<br />
a Jean Coralli e Jules<br />
Perrot.<br />
Dalla stagione 2006/2007 fino<br />
a gennaio 2009 è stata direttrice<br />
del corpo di ballo del San<br />
Carlo e da quasi vent’anni insegna<br />
ai giovani napoletani i<br />
segreti dell’arte della danza.<br />
A capo della scuola ha ripristinato<br />
le classi, istituendo tre<br />
primi corsi di ventuno e ventitre<br />
elementi, poi ha esteso le<br />
audizioni anche ai corsi superiori<br />
al primo.<br />
Al ritmo di nuove tendenze i suoni che vengono dalle periferie cittadine<br />
Indie rock, rivoluzione musicale<br />
Dai gruppi alternativi degli anni Ottanta alle band indipendenti di oggi<br />
PARLA VASCO BRONDI, ASTRO EMERGENTE<br />
«Canto le luci»<br />
FRANCESCO PADULANO<br />
La prima domanda è<br />
d’obbligo: il tuo nome<br />
di battesimo è un o-<br />
maggio al signor Rossi?<br />
No, Vasco Rossi non c’entra<br />
affatto: mio padre è<br />
un grande amante del<br />
mare e pensò al navigatore<br />
portoghese Vasco<br />
Da Gama.<br />
E per quanto riguarda<br />
quello artistico, esistono<br />
veramente queste<br />
luci?<br />
Si, sono quelle dello stabilimento<br />
della Montedison<br />
che si trova appena<br />
fuori Ferrara. È una<br />
centrale con le luci sempre<br />
accese ed è un simbolo<br />
della mia città, così<br />
quando dovevo trovare<br />
un nome al mio progetto<br />
artistico mi è venuto subito<br />
in mente.<br />
Sei l’autore dei testi che<br />
canti, quindi sei un cantautore.<br />
Non direi, e infatti nella<br />
scelta di non usare il mio<br />
nome e cognome c’era<br />
anche il desiderio di evitare<br />
quell’etichetta. Preferisco<br />
comunque definirmi<br />
con il termine inglese<br />
songwriter, lo trovo<br />
più appropriato.<br />
Com’è stato ricevere il<br />
premio Tenco per la<br />
migliore opera prima a<br />
“Canzoni da spiaggia<br />
deturpata”?<br />
Ho provato un’emozione<br />
molto forte, ero proprio<br />
felice e non me l’aspettavo:<br />
in finale c’era gente<br />
del calibro di John De<br />
Leo e Ascanio Celestini,<br />
mentre io pensavo a<br />
quanto il mio disco fosse<br />
una cosa piccola e fatta in<br />
casa.<br />
VERONICA VALLI<br />
C’era una volta la musica alternativa,<br />
erano gli anni Ottanta e il luogo era<br />
New York. Adesso c’è l’Indie rock, che<br />
con Vasco Brondi s’è trasferito a Napoli<br />
per una notte. Vent’anni fa erano<br />
altri tempi, in cui la filosofia del “do it<br />
yourself” (letteralmente “fallo da te”)<br />
imperava tra musicisti e aspiranti tali,<br />
che si autoproducevano, rifuggendo<br />
l’industria discografica. La loro musica<br />
partiva dal punk, ma aveva radici più<br />
profonde, che affondavano nei generi<br />
musicali più disparati, confluendo in<br />
un rock dalle sonorità diverse, talvolta<br />
stridenti e dissonanti.<br />
Si parlava di musica di nicchia, con un<br />
certo numero di seguaci ma confinata a<br />
quei pochi club underground che consentivano<br />
di suonare il rock “duro-epuro”,<br />
come il celeberrimo CBGB di<br />
New York. La realtà del rock alternativo<br />
divenne un fenomeno soltanto negli<br />
anni Novanta, quando approdò nel<br />
mainstream raggiungendo il successo<br />
commerciale grazie ad alcune band,<br />
come i Nirvana ed i Pearl Jam, soprattutto<br />
per i loro leader carismatici e<br />
problematici, le cui figure ben riassumevano<br />
i tormenti dell’adolescente<br />
moderno, cresciuto nell’epoca del disvalore<br />
per eccellenza, dove non c’è più<br />
niente in cui credere e la realtà diventa<br />
migliore solo se la si guarda sotto l’effetto<br />
della droga.<br />
E le morti violente dei cantanti di<br />
queste band non sono un caso.<br />
Col successo di questi gruppi il significato<br />
dell'etichetta alternativa cambiò<br />
dall'originale, ed altre controculture<br />
affermarono che per musica alternativa<br />
si intendeva oramai un genere dal successo<br />
commerciale, mentre la musica<br />
di chi rimaneva nell’underground era<br />
tutt’altra cosa. Nacque la definizione di<br />
“Indie rock”(che sta per “indipendent”,<br />
indipendente) che si riferiva al tipo di<br />
Vasco Brondi durante il live a Napoli<br />
produzione musicale, legato all’autoproduzione,<br />
cui seguì poi la fondazione<br />
di etichette indipendenti come<br />
collaborazione tra musicisti, con<br />
particolare attenzione alla purezza<br />
della missione creativa rispetto alla<br />
sfera commerciale. Negli anni a<br />
venire, con l’avvento di internet, l’Indie<br />
si è diffuso su larga scala ma il concetto<br />
è mutato, diventando connotazione<br />
di un vero e proprio genere<br />
musicale. L’Italia ha avuto una scena<br />
Indie a partire dagli anni Ottanta,<br />
anche se s’è sviluppata particolarmente<br />
negli ultimi anni, con una generazione<br />
di musicisti che si sta facendo<br />
conoscere tramite internet come<br />
Vasco Brondi, col progetto “Le luci<br />
della Centrale elettrica”, sospeso tra<br />
rock classico e musica d’autore.