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Nocciole e pomodori taroccati

Numero 21 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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Un centro di eccellenza<br />

per l’assistenza ai disabili<br />

è da dieci anni nella rurale<br />

Castel Campagnano<br />

un paese al confine<br />

tra Caserta e Benevento<br />

Terapie motorie in una piscina del centro<br />

e in basso la struttura d’accoglienza<br />

C’è l’Oasi, un sorriso<br />

DANIELE DE SOMMA<br />

per tutti i disabili<br />

Addio barriere: la struttura<br />

è tutta al pianterreno<br />

Si ha la sensazione di trovarsi<br />

in un luogo lontano<br />

dal mondo reale, quando si<br />

arriva al centro residenziale<br />

di riabilitazione neuromotoria<br />

L’Oasi di Castel Campagnano,<br />

a venti chilometri<br />

da Caserta. Qui tutto è a<br />

misura di disabile: l’intera<br />

struttura è al piano terra<br />

per un totale di 10.000<br />

metri quadri coperti e ben<br />

35.000 metri quadri tra area<br />

verde, strutture sportive e<br />

ricreative. Nessuna barriera<br />

architettonica: una carrozzina<br />

può superare ogni porta<br />

facilmente, corrimani<br />

dovunque, in ogni corridoio<br />

e padiglione.<br />

Una vera Oasi che accoglie<br />

circa 150 tra giovani e anziani<br />

dalle patologie più<br />

diversificate, divisi in varie<br />

fasce di assistenza che vanno<br />

dal convitto all’assistenza<br />

domiciliare.<br />

Il centro di accoglienza nasce<br />

nel 96 dall’iniziativa dell’imprenditore<br />

Gennaro Pascariello,<br />

ed è stato lui a<br />

volerlo lontano dai centri<br />

urbani, per dare ai suoi<br />

ospiti un ambiente salubre e<br />

a contatto diretto con la<br />

natura. La struttura, diretta<br />

dal dott. Gennaro Ascione,<br />

è composta da 16 unità abitative<br />

che ospitano ognuna<br />

quattro camere da tre posti<br />

letto e una sala soggiorno,<br />

battezzate con nomi di fiori:<br />

Biancospino, Ginestra, Rosa.<br />

Più il ristorante da 150<br />

coperti e l’albergo da 32<br />

posti letto per le famiglie<br />

dei ricoverati in visita. Ogni<br />

padiglione è in comunicazione<br />

con gli altri attraverso<br />

un dedalo di corridoi coperti,<br />

così ogni posto è raggiungibile<br />

dall’interno.<br />

Completano la struttura<br />

due piscine (una coperta),<br />

due palestre, un auditorium-teatro,<br />

strutture all’avanguardia<br />

per fisiochinesi<br />

terapia, laser terapia, logopedia,<br />

neuropsicomotricità<br />

e una serie di laboratori per<br />

le “terapie occupazionali”.<br />

Si tratta di una serie di terapie<br />

laboratoriali che, secondo<br />

il coordinatore, il sociologo<br />

Alfredo Stella «consentono<br />

ai diversamente<br />

abili di avere momenti di<br />

socializzazione e integrazione».I<br />

pazienti possono<br />

anche contare su una serie<br />

di attività che spaziano in<br />

diversi campi: ceramica,<br />

bricolage, pittura, cucina e<br />

sport. E anche “ippoterapia”<br />

(all’Oasi c’è perfino un maneggio),<br />

fino ad arrivare al<br />

teatro, con la compagnia<br />

Mani Nel Cappello, coordinata<br />

dal terapista Constantino<br />

Gallicola. Non mancano<br />

iniziative come il fumetto<br />

e il giornalismo. Infatti i<br />

ragazzi dell’Oasi sono anche<br />

redattori di una rivista<br />

interna: Informal’Oasi in<br />

Un filmato<br />

per la ricerca<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

Ecco l’esempio di come<br />

possono intrecciarsi sentimento<br />

e ricerca. In memoria<br />

del difensore della<br />

Cavese Catello Mari,<br />

scomparso tragicamente il<br />

16 aprile di tre anni fa, nascerà<br />

una borsa di studio<br />

con il suo nome all’ospedale<br />

di Genova Giannina<br />

Gaslini, con la sinergia<br />

dell’Amri. La borsa di studio,<br />

che è la prima proposta<br />

dal Mezzogiorno, deriva<br />

dal progetto della famiglia<br />

Mari di finanziare la<br />

produzione di un dvd promosso<br />

dall’agenzia di comunicazione<br />

L’Albero (in<br />

particolare da Antonio<br />

Ioele e Vincenzo Paliotto).<br />

Finora sono stati raccolti<br />

oltre 4500 euro la cui devoluzione<br />

al Gaslini avverrà<br />

in estate in favore<br />

della ricerca sulle malattie<br />

reumatiche infantili. Il<br />

lungometraggio si intitola<br />

“Ciao Catello, Calciatore,<br />

Amico e Fratello”, contiene<br />

le testimonianze degli<br />

ex compagni di Mari, ed<br />

ha vinto il premio della<br />

Catello Mari (foto Michele Sica)<br />

critica al Festival del Cinema<br />

di Milano per aver<br />

rappresentato i valori che<br />

il cinema sportivo vuole.<br />

Ma possono mai bastare<br />

38 minuti per ricordare<br />

uno sportivo? Malgrado i<br />

pochi anni di professionismo,<br />

Catello ha lasciato il<br />

segno ovunque, leale come<br />

calciatore e come uomo.<br />

A Caserta è definito<br />

“Il Guerriero”, e a Cava lo<br />

chiamano “Il Leone”. Persino<br />

la SS Cavese, quinta<br />

nel torneo di I Divisione,<br />

in suo onore potrebbe ritirare<br />

la maglia numero 6 se<br />

riuscirà a tornare in B.<br />

La scheda<br />

Dove:Via Castagneta n.8<br />

Castel Campagnano (Ce)<br />

Superfice tot: 45.000 mq<br />

Interni: 10.000 mq<br />

Posti letto: 192<br />

Strutture sportive: campetti<br />

di calcio a cinque e<br />

basket, piscine ed anche<br />

un maneggio.<br />

cui loro stessi raccontano le<br />

loro esperienze e le continue<br />

iniziative che li vedono<br />

coinvolti.<br />

E sono diverse le occasioni<br />

in cui il centro si apre alla<br />

collettività: «Il primo è il<br />

progetto Boomerang– spiega<br />

il dott. Stella – che si prefigge<br />

di far conoscere ai<br />

ragazzi normodotati delle<br />

scuole la realtà completamente<br />

diversa della disabilità<br />

Poi abbiamo creato un<br />

progetto sportivo a maggio,<br />

con altri cinque centri per<br />

disabili della Campania:<br />

“Sportivissimamente”».<br />

Inoltre i ragazzi partecipano<br />

a diversi momenti teatrali,<br />

tra cui il festival per le<br />

scuole “Pulcinellamente” a<br />

Sant’Arpino, dove sono<br />

ospiti fissi.<br />

«Una struttura privata ma<br />

convenzionata con il servizio<br />

sanitario nazionale. –<br />

precisa Stella – E i pazienti<br />

che ospitiamo nella nostra<br />

struttura non pagano retta:<br />

a questa ci pensa la Regione».<br />

SOLIDARIETA‘ Domenica 15 marzo 2009<br />

15<br />

Quarto, il sindaco medico<br />

“Non denuncio<br />

i clandestini”<br />

GERMANA GRASSO<br />

“Qui non si denuncia nessuno”. Questa la scritta<br />

che accoglie chi arriva nel primo ambulatorio<br />

per malattie infettive per stranieri temporaneamente<br />

presenti (Stp) in Italia. Così Quarto,<br />

nell’area flegrea, risponde all’emendamento al<br />

ddl che prevede l’abrogazione del divieto per i<br />

medici di denunciare gli immigrati irregolari<br />

che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche.<br />

L’ambulatorio nasce dalla sinergia tra l’ospedale<br />

Cotugno, l’Asl Napoli 2 e il Distretto<br />

sanitario 59 di Quarto. Il progetto-pilota, finanziato<br />

dalla Provincia di Napoli con 18mila<br />

euro annui, ha una popolazione di riferimento<br />

di oltre 8mila potenziali pazienti. Il sindaco di<br />

Quarto, Sauro Secone, ha anche proposto la<br />

raccolta firme “Io, medico, non denuncio” per<br />

sensibilizzare i camici bianchi al rispetto del<br />

giuramento di Ippocrate, che impone di prestare<br />

soccorso a chiunque ne abbia bisogno.<br />

«Siamo in controtendenza ri-spetto a chi vorrebbe<br />

l’uso del bastone nei confronti dei cittadini<br />

stranieri, ai quali noi tendiamo la mano».<br />

L’ambulatorio, in corso Italia, è aperto due<br />

mercoledì al mese dalle 17 alle 19.30 e si avvale<br />

della collaborazione dell’associazione di<br />

volontariato “Ashiwa”, da anni impegnata in<br />

progetti di integrazione degli extracomunitari.<br />

La struttura potrà accogliere 16 anziani<br />

Vico, apre l’ospizio<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

La casa di riposo di via Madonnelle spalancherà<br />

presto le sue porte ai primi ospiti.<br />

Sono state infatti aperte le selezioni per i 16<br />

posti disponibili: possono inoltrare la<br />

richiesta tutti i cittadini over 65 che siano<br />

autosufficienti o semiautosufficienti, in<br />

grado di partecipare alla vita di collettività.<br />

Il 27 marzo è il termine ultimo per presentare<br />

le richieste al Comune: successivamente<br />

sarà stilata la graduatoria che terrà in<br />

conto la residenza a Vico Equense e le condizioni<br />

familiari ed economiche. L’ elenco<br />

sarà aggiornato due volte l’ anno: per i primi<br />

otto ammessi è prevista una compartecipazione<br />

alle spese di gestione in base alle condizioni<br />

economiche. Per i restanti, l’ ente<br />

gestore si riserva di stabilire le modalità di<br />

accesso. Sembra quindi volgere al termine<br />

una questione annosa che da tempo vede gli<br />

anziani vicani smistati in soluzioni precarie.<br />

La nuova struttura, del valore di un milione<br />

di euro, era stata completata anni fa e<br />

lasciata inutilizzata. Nel 2006 l’ inaugurazione<br />

alla presenza del commissario prefettizio<br />

Pasquale Manzo e dell’ arcivescovo<br />

Felice Cece, ma senza l’ avvio delle attività.<br />

La storia della casa di riposo vicana affonda<br />

però le radici agli inizi del secolo scorso: nel<br />

1920 il cavaliere Luigi De Feo lasciò in eredità<br />

2 milioni per provvedere all’ assistenza<br />

dei più deboli. Dopo la chiusura della vecchia<br />

struttura, gravemente danneggiata dal<br />

terremoto del 1980, gli anziani furono ospitati<br />

in vari alberghi della città. Da ultimo gli<br />

ospiti erano alloggiati in un appartamento a<br />

Moiano: il ricovero, partito come provvisorio,<br />

ha funzionato negli ultimi dodici anni,<br />

fino al sequestro dello scorso 27 agosto dai<br />

carabinieri su ordine della Procura di Torre<br />

Annunziata. All’ origine del provvedimento<br />

l’ assenza di specifiche autorizzazioni per la<br />

prestazione di assistenza agli anziani e la<br />

valutazione dei Nas che hanno giudicato i<br />

luoghi “assolutamente insalubri e privi di<br />

manutenzione”. Da allora, i 12 ospiti della<br />

casa di riposo sono stati smistati negli ospizi<br />

di Meta, Sant’ Agnello e Castellammare di<br />

Stabia.

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